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Autore: Bloodred Ridin Hood    19/07/2020    1 recensioni
Jin sconfigge Kazuya e impara ad avere pieno controllo del Devil.
A questo punto deve prendere delle decisioni.
[Ho immaginato un possibile scenario post Tekken 8(?) che non è ancora uscito] [Perché noi invecchiamo, ma questi personaggi hanno perpetuamente 21 anni e non è mica giusto!] [Squarci di vita quotidiana sullo sfondo di un ambiente professionale]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Jin Kazama, Lars Alexandersson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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6
Arti marziali

 

Il falso attentato alla zaibatsu aveva messo in evidenza due carenze fondamentali, conseguenze della cattiva autogestione degli ultimi dodici anni. E queste erano ovviamente il mancato aggiornamento regolare dei piani di evacuazione, ma anche il drastico abbassamento di efficienza delle truppe della Tekken Force.
Ed era stato dopo un’attenta verifica delle prestazioni dei soldati da parte dei due leader in persona, che era stata chiara la necessità di misure urgenti da prendere in quell’ambito.
Lars raggiunge il suo socio in terrazza, o più precisamente nel suo nuovo secondo ufficio all’aperto.
“Allora, come ti sembra?” chiede arrivando sotto al gazebo da giardino.
Jin mette giù le sue carte ed espira un filo di fumo.
“Prima tu.” risponde.
Lars sospira e prende posto al tavolino da giardino, o più precisamente scrivania da esterno.
“Che idea ti sei fatto?” chiede più precisamente Jin.
Lars Alexandersson, ex-soldato, ex-membro della Tekken Force si era occupato di verificare le squadre dal punto di vista delle loro capacità in termini di preparazione militare.
“La qualità si è molto abbassata rispetto ad altri tempi, questo è innegabile.” dice al nipote “Ma sono fiducioso che possiamo avere un margine di rientro. Voglio pensare che la situazione non sia poi così disperata.”
Vuoi pensare. Mmm.”
Jin annuisce, anche se non del tutto convinto.
“Che c’è?” fa Lars.
“Sei sempre stato quello più idealista tra noi due, Lars.” osserva Jin picchiettando la sigaretta sul posacenere “Quindi sono abituato a prendere ogni cosa che esce dalla tua bocca e a peggiorarla per dieci.”
Lars sospira, ma non ha comunque il coraggio di ribattere.
“Che mi dici della tua verifica?” chiede mettendosi a braccia conserte, non aspettandosi niente di piacevole.
Jin Kazama, primo dan di karate stile Mishima - ripudiato quasi vent’anni fa -, quarto dan di karate tradizionale, due volte vincitore ufficiale del torneo del Pugno d’Acciaio, si era preso come incarico quello di verificare le loro competenze in fatto di arti marziali.
“Come dicevo, io al contrario di te sono sempre stato un realista, Lars.” risponde serio “E penso che la Tekken Force non abbia mai toccato un livello così basso come quello che ho visto oggi.”
Lars sospira e scuote la testa. Jin si riporta la sigaretta alle labbra, la punta si colora di arancione.
“Sono proprio così pessimi?” vuole sapere Lars.
“Pessimi?” ripete Jin increspando la pelle tra le sopracciglia “Lars, quella gente non ha la minima idea di che cosa significhi mantenere una preparazione atletica! Sono svogliati, lenti, non hanno il minimo concetto di disciplina, di allenarsi tutti i giorni, di migliorarsi… di prendersi cura del proprio corpo!”
Lars alza un sopracciglio e rivolge al nipote un’occhiata critica, mentre lo guarda immettersi nei polmoni una nuova dose di catrame, nicotina e monossido di carbonio.
“Wow, questo è molto ironico!” non riesce a trattenersi dal commentare Lars.
Jin sogghigna.
“Sì, d’accordo.” risponde, recependo il messaggio “Va’ al diavolo, non sono io ad essere preso in esame qui.”
Lars rotea gli occhi.
“Comunque… come pensavi di procedere allora?” chiede.
“Ci servono istruttori di arti marziali, e subito.” dice Jin schiacciando quel che resta della sigaretta contro il posacenere “Non ha alcun senso pensare di sfruttare in senso commerciale la Tekken Force se il livello è questo!”
Lars annuisce.
“Su questo sono d’accordo.”
“E un’altra cosa… non possiamo delegare questa selezione ad altri.” aggiunge Jin “Nessuno qui è più preparato di noi su questo fronte, quindi saremo noi due a seguire personalmente i colloqui.”


“Grazie mille, può bastare così. Il suo contatto ce l’abbiamo, le faremo sapere.” Lars congeda il candidato di turno, che lascia la sala.
Appena la porta si chiude, Lars si volta dal suo socio in affari intento a rigirarsi una penna tra le dita.
“Che ne pensi?” chiede il biondo.
“Non mi convince.” risponde schietto Jin.
Lars alza i palmi delle mani.
“Perché? È una delle persone più qualificate che abbiamo visto finora!” ribatte Lars rileggendo il curriculum.
“Oh sì, un’esperienza niente male…” risponde Jin “... dentro al dojo!”
Lars lascia cadere i fogli sul tavolo e alza lo sguardo al soffitto esasperato.
“Non ci credo! Ancora con questa storia?!” brontola.
“Tu non capisci, Lars! Questa è la Tekken Force! Non una palestra di ragazzini! Come faremo ad emergere nel mercato se non portiamo niente in più degli altri?!”
“Sì, ma così non andiamo da nessuna parte però! Perché non si presenterà nessun Rambo a questi colloqui!”
Jin sospira.
“Beh su questo non hai tutti i torti.” risponde “Infatti inizio a pensare che sia stato tutto uno spreco di tempo!”
Lars evidenzia il nome dell’ultimo candidato preso in esame.
“Pensa quel che vuoi, ma a me questo è piaciuto.” ribatte “E dato che la gestione della Tekken Force la sto seguendo io, mi prendo anche la facoltà di avere più voce in capitolo di te.”
Jin sospira di nuovo.
“Se solo avessi tempo li addestrerei io!” dice amareggiato.
“Ah ecco qual è il punto!” esclama Lars “È impossibile trovare una persona adeguata perché nessuno è più forte di te?! Se ti aspetti di trovare un curriculum con ho combattuto sulla bocca di un vulcano con qualche mio familiare, possiamo benissimo fermarci qui!”
“Non ho detto questo!” risponde l’altro accigliato.
La porta si riapre ed entra il nuovo candidato. Jin e Lars lasciano perdere le dispute mentre un uomo occidentale un po’ avanti con gli anni si piazza al centro della sala.
Jin alza lo sguardo e corruga un po’ la fronte osservando quell’uomo dall’aria familiare.
“Benvenuto, signor…?” chiede Lars.
“Phoenix. Paul Phoenix!”
Jin continua a studiarlo, pensando che effettivamente anche quel nome non gli sembra del tutto nuovo.
Qualcuno conosciuto in carcere forse? C’era qualche straniero in effetti, e questo ha l’aria di poter essere stato un detenuto un tempo.
“Mmm… ci ha fatto avere il suo curriculum, signor Phoenix?” chiede confuso Lars, cercando il nome tra i vari fascicoli.
L’altro scuote la testa.
“Nah.” risponde con un mezzo sorriso.
Lars alza un sopracciglio.
“Come? Non ha presentato il curriculum?”
“Un curriculum? No, non è nel mio stile.” ripete l’uomo “Che bisogno ho io di presentare un curriculum, quando per un pelo non sono stato il vincitore del torneo del Pugno di Ferro per ben due volte?”
“Cosa?” chiede Lars sorpreso.
Jin, che stava continuando a studiarlo in silenzio, cambia improvvisamente espressione.
“Vedo che ti sta tornando la memoria finalmente!” sogghigna Paul notando il cambio nel viso dell’uomo più giovane.
“Sì, certo. Ora mi ricordo di te. Il biker americano.” dice Jin “Scusa se non ti ho riconosciuto subito, ma… sei un po’... cambiato e non ho una buona memoria con i nomi.”
Paul lo guarda fintamente offeso.
“Hey! Anche tu sei cambiato, ma non sono stato mica a fartelo notare!”
“Cioè ha partecipato ai tornei?” chiede Lars a bassa voce.
Jin annuisce.
“Chiedo scusa. La cortesia non è tra le mie qualità più apprezzate.” si rivolge poi a Paul con un mezzo sorriso “Ma cosa intendevi con il fatto che hai quasi vinto due tornei?”
Gli occhi di Paul iniziano a brillare di un misto di rabbia e orgoglio. Solleva un pollice all’aria.
“Prima volta: secondo torneo, rimango bloccato in un dannatissimo ingorgo stradale e non posso presentarmi all’incontro con Kazuya Mishima.” tuona “Gli viene data la vittoria a tavolino.”
Sembra così arrabbiato che potrebbe uscirgli del fumo dalle narici da un momento all’altro. Aggiunge un secondo dito.
“Seconda volta: terzo torneo, vinco contro tutti i miei avversari. Tra cui il figlio di Kazuya Mishima, il mio vecchio avversario.”
Jin muove la bocca in un minuscolo sorriso.
“Ma per un dannato equivoco esco e vado a festeggiare troppo in fretta e non mi rendo conto…” fa una pausa, mentre una vena gli pulsa pericolosamente sulla fronte “Non mi rendo conto... che c’era un ultimissimo incontro, al quale non mi presento, vengo squalificato e al mio posto chiamano…”
“Chiamano me.” annuisce Jin “Ricordo bene. Ho vinto quell’ultimo incontro e sono stato dichiarato vincitore del torneo.”
“Ecco, appunto.” Paul lo guarda furente.
“Che c’è?!” chiede Jin inarcando le sopracciglia “Hai del rancore dopo tutti questi anni?”
Paul stringe le mascelle e scuote la testa.
“No, non posso dare la colpa a te, ovviamente.” dice, ma poi gli punta un indice contro “Ma non scordare mai che ti ho battuto! Sono io il vero vincitore morale del terzo torneo!”
Lars si schiarisce la voce.
“Come mai è qui signor Phoenix?” si inserisce a quel punto “Vorrei capire se si tratta solo di una rivendicazione d’orgoglio o se effettivamente è interessato all’offerta di lavoro.”
Paul abbassa lo sguardo e si imbroncia un po’.
“Sono interessato.” borbotta.
“Allora sarebbe stato utile consegnare il curriculum, come tutti gli altri candidati.” continua Lars tagliente “Sarebbe sicuramente stato un miglior biglietto da visita, non crede?”
Paul infila le mani in tasca e si stringe nelle spalle, con l’aria da bambinone rimproverato, nonostante la folta e incolta barba grigia.
“Non ho portato un curriculum perché non saprei neanche che cosa scriverci. Non ho avuto un impiego fisso per la maggior parte della mia vita.” risponde con un rantolo “O comunque ho fatto un po’ questo, un po’ l’altro… ma che importa? La mia vera, unica passione sono le arti marziali. E da quando non ci sono più i tornei di una volta non è la stessa cosa! Ho pensato che forse lavorare con la Tekken Force potrebbe aiutarmi a riaccendere quel fuoco.”
Lars sospira.
“Grazie del suo tempo, signor Phoenix, può bastare. Le faremo sapere!”
Paul guarda Jin.
“Ci penserete vero?” chiede “Mi chiamerete per una dimostrazione? Ho una certa età, ma sono forte come sempre, eh!”
“Ci penseremo Paul.” promette Jin serio.
L’altro annuisce ed esce dalla stanza.
Jin guarda Lars con aria di rimprovero.
“Perché sei così in fissa con i curriculum?!” gli rinfaccia, quando la porta è chiusa “Sei stato odioso!”
Lars alza le sopracciglia. Jin che dà dell’odioso a lui?
“Mi prendi in giro? Odioso?!” ripete Lars interdetto “Mi stai chiedendo perché è importante presentarsi ad un colloquio di lavoro con il curriculum?”
Jin alza gli occhi al soffitto.
“Lars, te l’ho già spiegato. Questo non è un lavoro qualsiasi!”
Lars lo guarda incredulo per qualche secondo.
“Hey, aspetta! Non starai mica prendendo in considerazione quel tizio, vero?” indica la porta.
Jin riprende a giocherellare con la penna.
“Beh, almeno lui è forte davvero. Hai sentito anche tu, ha battuto persino me una volta.”
“Oh per l’amor del cielo, Jin!” protesta Lars “Avrà più di sessant'anni, non ha mai avuto un lavoro stabile, la Tekken Force è sull’orlo del fallimento… vuoi veramente dare un compito così delicato ad un tipo così?”
Jin aggrotta le sopracciglia.
“Non eri tu che una volta hai parlato dell’importanza di avere una seconda possibilità nella vita?”
Lars sospira nervosamente.
“Sì, d’accordo. Ma non quando ci sono migliaia di stipendi in ballo!”
“Senti, sarà pur vero che Paul non ha mai avuto lavori stabili e tutto il resto, ma le arti marziali lo appassionano veramente e fidati… è uno che sa cosa significa allenarsi duramente. E passione e allenamento duro sono quello di cui abbiamo bisogno adesso per fare la differenza!” argomenta Jin.
Lars si prende qualche secondo per pensare.
“Jin, dici sul serio? Saresti pronto a prendere un rischio del genere?”
“Io dico che potremo per lo meno fargli fare una prova e vedere come se la cava.”
Lars distoglie lo sguardo e sospira.
“D’accordo, solo se prendiamo anche il mio candidato però!”
“Affare fatto.” accorda Jin e si abbassa per segnare il nome di Paul Phoenix sul foglio. Non è il caso di rischiare di dimenticarlo di nuovo.
Si apre di nuovo la porta ed entra il nuovo, ultimo candidato. Si ferma al centro della sala.
Jin alza lo sguardo dal foglio e rimane di stucco.
“Buonasera, lei è…?” chiede Lars.
“Non ci posso credere!” sussurra Jin con una smorfia divertita.
“Non dirmi che conosci anche lui.” sibila Lars senza guardarlo.
“Temo di sì.” sospira Jin.
“Anche questo ha partecipato al torneo?”
“Ovviamente sì.”
“È passato molto tempo, eh Kazama?!”
Jin sogghigna.
“Direi di sì. L’ultima volta che ti ho visto usavi ancora la tinta per capelli.”
“Ok, qualcuno mi potrebbe dire gentilmente il nome del candidato?” chiede Lars impaziente.
“Hwoarang!” risponde l’uomo al centro della sala.
“Hwoa Rang? Qual è il nome e quale il cognome?” chiede Lars scorrendo lo sguardo tra i fogli.
“No, niente nome e cognome. Solo… Hwoarang!” ripete come se fosse un nome leggendario “Un unico nome.”
Lars corruga la fronte.
“Che vuol dire un unico nome? È un nome o un cognome?!”
“Lascia perdere Lars.” sussurra Jin “Questo è più matto di quello di prima.”
Lars guarda il nipote con aria disorientata.
“Ti ho sentito, bastardo! Vieni a dirmelo in faccia se ne hai il coraggio!” esclama Hwoarang con un ghigno stampato in faccia.
Jin risponde a quello sguardo di sfida.
“Come va, Hwoarang?” chiede poi, parlando più seriamente “Come te la stai passando? So che non vivi più qui.”
Anche l’altro si fa finalmente più serio.
“Bene. Sono qui di passaggio per roba di lavoro.” risponde, poi continua con i convenevoli “Tu? Tutto bene?”
“Non mi lamento.” risponde anche Jin “Mi fa piacere vedere che il tuo occhio va meglio.”
Hwoarang lo guarda di sbieco.
“Comunque…” riprende Jin “Sei interessato al lavoro o hai mi stavi cercando per sfidarmi?”
Hwoarang fa una smorfia, poi scoppia a ridere di gusto.
“Venire a lavorare per te?!” ripete come se avesse sentito la più grande idiozia del secolo “Mai nella vita, Kazama! Ovviamente è la seconda cosa che hai detto! Ho aspettato tutti questi anni che uscissi dal carcere per venire a pestarti come ti meriti!”
Lars alza gli occhi al soffitto e mette da parte i curricula.
“Bene, allora se non è interessato al lavoro può accomodarsi fuo… Jin?!”
Lars guarda il nipote che si è appena alzato e si sta mettendo in tensione i muscoli del collo.
“Xiao sa che sei qui?” Jin continua a conversare con Hwoarang, ignorando lo zio completamente.
“Certo. L’ho incontrata per pranzo.” risponde l’altro casualmente “E stasera ceno con voi.”
“Ecco.” annuisce Jin con una mezza smorfia “Non sarà felice dei lividi.”
“No!” concorda l’altro con un ghigno “Dai, muoviti! Ti aspetto qua fuori.”
“Jin, sei impazzito? Cosa hai intenzione di fare?” chiede Lars, mentre Hwoarang cammina verso la porta.
“Rilassati, Lars. Tanto qui abbiamo finito, era l’ultimo candidato.” risponde il nipote togliendosi la giacca dell’abito “E poi… è da vent’anni che rimando questo incontro. Credo sia arrivato il momento di concludere la cosa, una buona volta.”
“Ma è una follia!” esclama Lars “Non c’è motivo di combattere!”
“È una follia, lo so.” concorda Jin “E considerando che non mi scontro con nessuno da più di dieci anni e che sono ancora un bel po' arrugginito, probabilmente perderò.”
Toglie tutti gli effetti personali dalle tasche e li appoggia sul tavolo.
“Ma sai, Lars.” aggiunge “Dopo tutto questo tempo glielo devo.”
“Seriamente, che problemi avete voi ex-partecipanti di questi tornei?!”
Jin sogghigna.

“Che vuoi che ti dica, Lars? Evidentemente ci manca l'adrenalina e l'ebbrezza di sputare sangue.” risponde casualmente “Ci fai da arbitro?”
 



 

 

  
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