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Autore: littlepink6690    20/07/2020    0 recensioni
Per chi ha letto o leggerà la Morrilla "That simple moment", questa storia è il sequel.
Vedremo come Lana e Jennifer, gestiranno il loro essere mamme della piccola e schietta Sofia. La gelosia di mom Jen e la protezione infinita di mama Lana. La vita della baby Morrilla in tutte le sue sfaccettature!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Kidfic, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7Concerns

7

Quel mattino si era svegliata con una strana sensazione addosso, non ci aveva dato troppo peso e si era diretta in cucina a preparare la colazione. Era felice di essere ancora lì a Los Angeles, per uno slittamento di spettacoli, non sarebbe tornata subito a New York. Le due donnine si erano svegliate con molta calma e l’avevano aspettata in soggiorno, il suono del suo telefono la riportò alla realtà, dato il perdersi nei suoi pensieri, quando guardava Jen assieme a Sofia.

 

Pronto? Bex ciao tesoro! – rispose.

 

Lana? Devo dirti una cosa – disse la donna oltre l’altro capo – Milo ha la varicella! – la mora se poté, sbiancò, fissò lo sguardo in quello di sua moglie che la stava guardando in attesa – Non mi sono accorta di nulla, scusami! – continuò nonostante il silenzio.

 

Non scusarti, mica è colpa tua – disse sincera e la salutò. Nel frattempo, la rossa le era andata accanto.

 

Che succede? – chiese portandole una mano sulla spalla, preoccupata per il viso della mora.

 

Tu l’hai avuta la varicella? – la guardò.

 

Sì perché? – chiese.

 

Potrebbe averla presa Sofia – sussurrò – Milo ce l’ha!

 

Amore, tutti i bimbi la prendono, è normale! Su non farne una tragedia – le accarezzò i capelli.

 

Sai che detesto che stia male – ammise – Tu hai notato nulla? Petto o schiena? – chiese.

 

A dire il vero ho notato qualcosa, la stavo monitorando, forse l’hanno presa al suo compleanno, sarà brutto l’inizio, ma poi starà bene – disse baciandola tra i capelli.

 

Che succede? – chiese Sofia ignara di tutto.

 

Avrai la varicella, cignetto – disse beccandosi una gomitata nello stomaco dalla moglie.

 

Jen? Ti sembra il modo? – la trucidò con lo sguardo.

 

Cosa è? Una cosa brutta? – chiese incuriosita e spaventata allo stesso momento.

 

Niente paura piccola, solo delle macchiette sul tutto il corpo!

 

Sei incorreggibile Morrison, davvero! – disse prendendo la piccola in braccio – Non ti preoccupare, ti metteremo sotto le coperte, starai al caldo, la faremo sfogare tutta e starai subito meglio – disse premurosa.

 

E mangeremo gelato e torta di carote – sorrise Jen andando loro dietro.

 

 

Sofia era proprio figlia delle sue mamme, nonostante si fosse costellata di vescicole, e il prurito non l’aveva abbandonata un attimo, con l’amore delle due stava sopportando bene la malattia.

Mamma Jen si preoccupava di non farle mai mancare il sollievo quando il prurito era fastidioso sui palmi delle mani e le piante dei piedi, sempre pronta con il borotalco, perché le pomate che invece applicavano sulla parte restante del corpo potevano ungere. Mamma Lana invece si prodigava a cucinare e a tenere sempre al caldo la sua piccolina, unita alle coperte e al calore corporeo di sua moglie.

 

Per alleggerire la tensione, a fine giornata, si ficcavano tutte e tre nella tenda da campeggio di Sofia, avvolte delle coperte, tutte abbracciate a guardare cartoni animati educativi. Jen sgattaiolava spesso e volentieri a recuperare pezzi di torta di carote, cospargendole di panna, per Sofia poteva rinunciare alla sua linea per qualche tempo.

 

Ops che sbadata – Jen volontariamente sporcò la punta del naso di Lana con della panna.

 

Sei un disastro – la guardò male.

 

L’ho fatto apposta su – le fece l’occhiolino e quanta panna avevano sparso insieme.

 

Piantala – disse incrociando le braccia al petto – Non provocare!

 

E chi lo fa – ridacchiò leccandosi le labbra, questo tutto sotto lo sguardo confuso di Sofia.

 

Che fai mom? – disse guardandola e Jen arrossì come un’adolescente, beccata a flirtare.

 

Io nulla, parlavo con la mamma! – sorrise in imbarazzo.

 

Questa è una cosa da grandi e ci sono io non dovresti – la rossa sentì il risolino trattenuto di Lana e sbuffò.

 

Chi ti ha parlato di queste cose? – chiese incuriosita.

 

Hugo – sorrise – Dice che un giorno ha sentito rumori strani dalla camera di zio Josh e zia Gin, così Oliver gli ha detto che facevano cose da grandi – le due donne sbiancarono e arrossirono in momenti ravvicinati, guardandosi.

 

Gli faccio il pelo – disse guardandola e accertandosi che Oliver, non traumatizzasse la bambina.

 

Jen, rilassati! -sorrise – Sofia, mamma stava solo sorridendo felice a me, le cose da grandi di cui parlava Oliver, non sono queste e…

 

E fidati che siamo più discrete dei Dallas – disse la rossa.

 

Discrete? – chiese incuriosita.

 

Silenziose – spiegò la mora – E non devi preoccuparti, sei piccola per sapere! Un giorno, più in là, te lo spiegheremo io e la mamma, senza andare in panico – le fece un occhiolino – Su torniamo a guardare Frozen, uhm? – prese il telecomando e avviò nuovamente il film.

 

 

Bimbi in bici

Trascorrere il tempo con i cugini era bellissimo per Sofia. Dopo essersi ripresa dalla varicella, come anche Milo, era arrivato il momento di riprendere la bicicletta. L’unica cosa che faceva sentire la piccola, un po’ esclusa, non perché fosse femminuccia, era la velocità delle bici degli altri cuginetti acquisiti: Oliver, Hugo e Milo, capì dunque che erano le rotelle a rallentarla.

 

 

Mom? – chiese quando furono entrambe sedute a tavola a consumare il pranzo – Tu sai andare bene in bici?

 

Sì, perché me lo chiedi? Vuoi andare in bici con me, questo weekend? – chiese.

 

Voglio imparare ad andarci senza rotelle! – disse determinata, ma non sapeva smontarle, aveva bisogno della mamma tutto fare.

 

Sei sicura? – chiese, oh conosceva quello sguardo, determinazione e cocciutaggine, un mix letale di Lana e sé stessa – Okay! Dopo il pisolino? – chiese, sperando che dormisse almeno un po’, ma la piccola sembra aver già deciso che quel giorno non l’avrebbe fatto.

 

Sì, niente pisolino, bici e via le rotelle – disse guardandola fiera.

 

Okay cignetto! Poi mandiamo una foto alla mamma okay? – le accarezzò il viso dolcemente e continuarono a mangiare.

 

La piccola Sofia era cocciuta, nonostante, le cadute, si era sempre rialzata. Aveva bene a mente le parole che le mamme le avevano detto nel Wyoming, era un portento nell’ascoltare. Anche dopo aver deciso di togliere le ginocchiere, e quando cadendo si era sbucciata il ginocchio, aveva trattenuto le lacrime e si era messa in sella nuovamente. Jen l’aveva osservata per giorni, stando attenta a che non si facesse troppo male, era una temeraria, come lo era sempre stata Lana, le somigliava moltissimo.

 

Ahia – Sofia questa volta sembrò essere caduta molto male, sempre su un ginocchio.

 

Ehi cignetto – era scattata immediatamente verso di lei – Ahia, questo è brutto, non dovevi venire così vicino – la guardò.

 

Poi tu non mi vedevi senza occhiali – la guardò con le lacrime agli occhi.

 

Amore ho le lenti, e poi non sono così talpa, oddio dove è la mia Sofia – disse fingendo di non vederla, sentire la piccola ridere le fece capire che non era poi così grave, ma andava disinfettato tutto – Aspetta qui! Questo ha bisogno di un cerotto – la lasciò seduta sull’aiuola di casa, recuperò il kit del pronto soccorso e andò da lei.

 

Dottoressa Morrison – rise Sofia guardandola.

 

Esatto – la baciò sulla fronte e si prese cura di quel taglietto, non profondo ma particolarmente bruttino.

 

Brucia mamma – disse facendo una smorfia.

 

Passa subito, cignetto! – sorrise e continuò fino ad applicargli un cerotto.

 

Perché è bianco? Ci fai un disegno? – sorrise guardandola.

 

Mamma Lana è quella brava con i disegni – ammise.

 

Fai lo stampo con il rossetto? – chiese.

 

Certo, questo riesco – ridacchiò, rientrarono dentro casa e andarono in bagno. Jen la sedette sul bordo della vasca e si applicò il rossetto e poi stampò un bacio sul cerotto.

 

Così passa prima – dissero assieme le due, sorridendosi -Ti va di fare la foto in bici?

 

Per oggi sono stanca! – scese dal bordo e andò verso il cortile – Però si la foto va bene, per noi e la mamma – riprese la bicicletta caduta e si mise su, poggiando un piede per terra. Jennifer sorrise scattando una foto alla piccola da sola e poi una insieme, che mandò a Lana. Il trillo del telefono non tardò a risuonare nella stanza.

 

Pronto? Cosa? Rilassati, Lana, respira è solo un ginocchio sbucciato, su – disse guardandola nello schermo.

 

Mama, ciao, hai visto che belle labbra mi ha fatto mom? – chiese indicandole il cerotto.

 

Cignetto, ti fa tanto male? Sei caduta dalla bici? – disse allarmata.

 

Mama, calmati! È tutto okay, mamma mi ha dato un bacino – sorrise – Passa prima! – disse con lei la madre.

 

Va bene cucciola mia, senti quando torno andiamo a fare acquisti per la scuola? Ti va? – le sorrise affabile.

 

Non voglio il solito zainetto, voglio una cosa fantastica – disse – Aspetta – corse in cameretta sua.

 

Dove va? – chiese a sua moglie – Jen almeno il caschetto la obblighi a metterlo?

 

Certo che lo mette, adesso l’aveva tolto! – sorrise alla moglie.

 

Eccomi, guarda mamma, non è bellissimo? – sul foglio c’erano i ritagli di vecchie riviste, o forse erano immagini stampate, con tutte le versioni della regina cattiva di Biancaneve, inclusa quella interpretata da Lana.

 

È fantastico amore, l’hai fatto tu? – sorrise.

 

Si mamma, perché cattivi non si nasce ma si diventa, e ogni cattivo ha un motivo se lo è diventato! Posso avere uno zainetto così? I tuoi amici della boutique possono disegnarlo per me? – la guardò speranzosa.

 

Mi vuoi rubare il lavoro, cignetto? – sorrise – Una piccola imprenditrice, sei – rise con la sua voce cristallina.

 

No, voglio fare la veterinaria da grande – guardò i due gatti.

 

Uhm bella idea! – sorrise Lana – Adesso amore devo andare, oggi è il penultimo spettacolo, quando torno nel weekend sono tutta vostra.

 

Grazie eh – scherzò Jennifer guardandola – Buon lavoro, a sabato amore.

 

Vi amo, fate le brave – sorrise e mandò loro un bacio volante.

 

Anche noi mama – dissero assieme e chiusero.

Ed eccoci qui, varicella, ginocchia sbucciate, mamme preoccupate e forse una probabile carriera per Sofia? Cosa ne pensate? Alla prossima xoxo

  
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