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Autore: Mimi18    15/08/2009    3 recensioni
1. Your touch is what I'm missin', JiraTsu (Auguri Paccy!);
2. Touch me, now, SasuSaku (Auguri Ale! *_*);
3. Our secret garden, NaruSaku (Auguri amykettaH!! *_*);
4. Come cercare un ago in un pagliaio, SasuHina. Terza classificata al contest His/Her bag indetto da Stray cat eyes.
5. Principe azzurro all'improvviso, ShinoShiho - ShikaIno. Seconda classificata al contest I'm (not) a romantic man indetto da superkiki92.
6. Ti dono il mio cuore, ShikaIno. Prima classificata al contest la fuitina (!) indetto da superkiki92.
[Raccolta di Flash!Fic e OneShot non legate tra loro; generi e rating variabili. CONCLUSA]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Ti dono il mio cuore



ShikaIno - Contest La fuitina (!) by Hachi92 'nd Hika-chan ShikaIno - Premio speciale by Hika_chan

 

Con un sorriso malizioso lo guardò da lontano, circondata dalla solita cerchia di amiche canterine.

Giocavano alla “Signora Cathrine beve il tè”, tra urla di divertimento e risate sguaiate.

Era la prima volta che la vedeva, anche perché non era mai stato nel parco dell’ospedale prima di allora.

Indossava un pigiama arancione, che risaltava maggiormente il colore dei suoi occhi.

Un blu così intenso che riusciva a distinguerlo facilmente, seppur si trovasse a metri e metri di distanza.

Trovò abbastanza noioso il fatto che un formicolio gli invase lo stomaco, quando lei lo chiamò.

 

Il treno continuava la sua corsa veloce, imperterrito e noncurante dei due giovani nascosti ai due sedili dell’ultima carrozza, che si tenevano per mano senza guardarsi negli occhi.

Il ragazzo fissava il paesaggio al di là del finestrino, sentendosi leggermente in colpa per quello che stava facendo.

Erano scappati, fuggiti via da quella stanza claustrofobica dalle pareti bianche, in cui l’unico colore vivo erano gli occhi ancora splendenti della ragazza seduta al suo fianco.

Di sottecchi la guardava, un po’ seccato da quella situazione, chiedendosi se stessero facendo la cosa giusta.

A soli diciotto anni non sai mai cosa dovresti o non dovresti fare.

Shikamaru Nara era sempre stato piuttosto maturo per la sua età, un gradino sopra di lei per lo meno, così scalmanata e mai tranquilla, nonostante i mille problemi che la vita le aveva messo contro.

Sussultò quando l’indice di Ino Yamanaka, sua amica e qualcosa di più da tempo immemore, accarezzò piano il dorso della sua mano.

Shikamaru interpretò quel gesto distratto come un “Ehi, sono qui, ti ricordi?”.

Cercò di sorridere, ma l’unica cosa che le sue labbra riuscirono a mostrare fu un ghigno amaro, per nulla piacevole alla vista, tanto che la bionda arricciò la bocca in una brutta smorfia.

«C’è qualcosa che non va?», gli domandò leggermente piccata, leggermente nervosa, leggermente tutto.

Non le piaceva l’idea di essere scappata dai suoi genitori, senza lasciare biglietti o post-it. Erano sicuramente preoccupati.

Però, in un remoto – ma non più di molto – angolo del suo cuore sentiva il sangue sprizzare gioia.

Egoista, si disse, ma innamorata.

Si strinse maggiormente al suo corpo, posando un bacio casto ed innocuo sulla spalla del giovane, che sbuffò sonoramente.

«Qualcuno potrebbe prenderti per una maniaca, seccatura»

Ino ridacchiò, picchiandolo con poca forza su un braccio. Una volta ne avrebbe avuta di più..

«Baka, so che in realtà vorresti chiudermi nel bagno e farmi tua. Credi che non abbia capito il tuo scopo?», chiosò con un sorriso mefistofelico sul volto particolarmente etereo, facendo arrossire d’un botto il giovane Nara.

Quest’ultimo si premurò di coprire le sue gote, sbirciando tra le fessura delle dita Ino ridere con gusto.

«Seccante, ecco cos’è questo viaggio», borbottò prima di chinarsi su di lei e far cozzare le loro labbra in un bacio non del tutto casuale, non del tutto innocente, non del tutto romantico.

Un bacio che sapeva un po’ di amarezza, un po’ di rabbia e un po’ d’amore.

Ino si aggrappò a lui con forza, come se non fosse in grado di reggersi di fronte a tutto ciò.

 

«Sposarci?»

Ino annuì con vigore, mentre intrecciava margherite e violette nel tentativo di comporre una ghirlanda floreale.

Shikamaru dovette ammettere che non se la cavava male, ma il suo pensiero era del tutto rivolto all’assurda domanda che lei gli aveva appena posto, con il solito sorriso sulle labbra di chi sa già che otterrà ciò che vuole.

«Abbiamo dieci anni, Ino!»

«Dico tra una decina di anni, Shika-chan, quanto sei sciocco!»

Tra dieci anni, pensò lei con amarezza, quando forse non ci sarò più e non potrò più rimproverarti per la tua pigrizia.

«Tuo padre mi staccherebbe la testa, Ino. Sai che seccatura?»

Con un cipiglio offeso, la ragazzina mollò a terra la ghirlanda, avvicinandosi all’amico con passo pesante.

«Non ti piaccio, Shikamaru?!», strillò con voce leggermente isterica e offesa, mettendosi le mani sui fianchi.

Shikamaru deglutì, ritrovando in lei la perfetta coppia della madre.

«Non ho detto questo», sussurrò completamente in imbarazzo, cercando di non fissarla negli occhi.

Sapeva che quei due pozzi blu l’avrebbe fatto cedere come nulla.

Amava – anche se non le avrebbe mai detto nulla – quella sua peculiarità.

«Bene», disse Ino in quel momento, soddisfatta dalla risposta, «allora possiamo sposarci!» e ritornò alla sua ghirlanda, canticchiando sottovoce una canzone stonata ma piacevole, che gli fece battere il cuore.

Un cuore che, se avesse potuto, avrebbe donato solo ad Ino, per poter rimanere con lei in eterno.

 

Seppur avesse un’espressione seccata e di noia stampata sul viso, Shikamaru accettò senza fare storie la mano che Ino gli porgeva, stringendola nella sua, molto più grande e calda.

«Sai, quando fai così», Ino sollevò le mani intrecciate, «il mio cuore inizia a battere come un pazzo. Sembra che non sia mai stato così vivo»

Solo lui avrebbe potuto capire la gravità di quelle parole, gettate al vento come pane per gli uccellini, che canticchiavano allegri sopra le loro teste in quell’istante, mentre lei lo fissava con un sorriso felice ed appagato.

«Il tuo cuore è sempre stato vivo, stupida»

Le scappò una risatina leggera, che lo fece infuriare.

«Smettila, o ti riporto indietro. Sai meglio di me che non dovremmo essere qui, ogni passo è un gesto di fatica per te», per il tuo cuore di cristallo.

La bionda spalancò gli occhioni blu, sollevandosi sulle punte e facendo svolazzare leggermente la minigonna viola che indossava.

Poggiò le labbra sulla guancia di Shikamaru, veloce, prima di improvvisare una giravolta e buttarsi letteralmente tra le sue braccia.

«Ehi, che diavolo fai? Mendokuse», si lamentò il giovane colto alla sprovvista e barcollando, mentre lei rideva gioiosa contro il suo collo, facendolo rabbrividire di piacere.

Chiuse gli occhi, Shikamaru, alla ricerca della calma.

«Non dovresti azzardare questi bruschi movimenti, Ino», s’innervosì senza motivo, mentre lei giocherellava con i suoi capelli raccolti in quella buffa coda, fissandolo negli occhi.

«Mi dai un bacio?»

«Cos...? Ma tu mi ascolti quando parlo?»

Il suo cuore, capì Ino in quel preciso istante, era davvero vivo solo quando si trovava accanto a Shikamaru.

 

Shikamaru guardò suo padre dritto negli occhi, mentre un senso di vuoto lo coglieva.

Tredici anni, seppur portati con maturità invidiabile, erano troppo pochi per assimilare una notizia del genere.

«Ino ha un cuore di cristallo, Shikamaru. Non potrà stare sempre con noi»

Non illuminerà per sempre le sue giornate, non lo sveglierà dal suo sonnellino pomeridiano con grida arrabbiate, non gli sorriderà sempre maliziosa, non gli ruberà baci prima di scappare via.

«Probabilmente, Ino non arriverà nemmeno ai vent’anni, sai?», suo padre piangeva, mentre lui se ne stava immobile in mezzo a quel salotto troppo grande per loro due, indeciso sul da farsi: non riusciva a credere che quell’essere seccante di Ino non avrebbe passato l’intera vita a rompergli l’anima.

«Perché?»

 

«Siamo al mareeeeee!», strillò Ino con enfasi, buttando le braccia verso l’alto e liberando i corti capelli biondi dall’elastico che li teneva legati.

In ospedale non era permesso tenerli lunghi, come piacevano a lei.

«Ino, stai attirando l’attenzione dell’intera spiaggia», borbottò Shikamaru stringendosi nel cappotto verde militare, leggermente infreddolito a causa del vento marino che sferzava il cielo.

Ino non sembrava avere i suoi stessi problemi, nonostante fosse vestita la metà di lui.

Continuava ad urlare imperterrita, nonostante ci fosse una coppia di sposi probabilmente in luna di miele che la guardava sorridendo divertita, trovandola particolarmente graziosa in quel momento di estasi totale.

Nei suoi diciotto anni di vita Ino non si era mai recata al mare, e questo Shikamaru lo sapeva benissimo: si era sempre limitata a sognare quei posti grazie alle riviste che lui ogni mercoledì le portava, durante le sue visite pomeridiane dopo la scuola elementare, che Ino non aveva mai potuto frequentare.

Rimanevano sdraiati ore ed ore su quel letto scomodo e duro, sotto gli occhi vigili delle infermiere che non avevano mai la forza né la voglia di separarli, anche quando l’orario delle visite era ormai scaduto da un pezzo.

A volte capitava che Shikamaru si addormentasse, ed Ino rimaneva a guardarlo incantata, magari canticchiando sottovoce una ninna nanna improvvisata, che lo cullava nei sogni che sempre la riguardavano.

«Shika, facciamo il bagno?», gli domandò Ino andandogli incontro senza correre, ben conscia che sarebbe stato un gesto da pazza inconsiderata, come la loro fuga.

Il moro sbarrò gli occhi, incerto di aver capito bene la domanda.

«Starai scherzando, spero. Siamo in pieno inverno!», esalò allargando il cappotto ed attirandola a sé, in un gesto che voleva scaldarla e allo stesso tempo averla vicina.

Ino ridacchiò, abbracciandogli la vita con le braccia esili, fin troppo per i gusti di Nara.

«Coccolone», cinguettò alla sua voce, baciandolo di tanto in tanto sulle labbra sottili e screpolate, rabbrividendo sotto le carezze leggere ma decise delle mani del ragazzo.

Sussultò quando lui, piegando il volto contro il suo collo, le sfiorò un seno.

Mai, pensò Ino udendo il suo cuore battere, aveva sentito rumore più potente dei sentimenti che in quel momento implosero all’interno del suo corpo.

«Se ti dicessi ti amo mi prenderesti come la solita romantica, vero?»

Lui le sorrise, stringendola maggiormente.

«No, come la solita seccatura»

 

Shikamaru la trovò bellissima con indosso la divisa delle scuole superiori, seppur la gonna lasciasse scoperto più del dovuto.

Avevano deciso di recarsi insieme a scuola, quel primo giorno, ed Ino non aveva esitato nemmeno per un attimo: l’aveva preso per mano, di fronte ai loro genitori e gli studenti, ridacchiando per l’imbarazzo di Shikamaru, così impacciato.

Li osservavano curiosi: una bellezza così differente dalle solite giapponesi e un ragazzo del tutto anonimo, con un codino a forma di ananas sulla testa.

La loro storia non sarebbe durata di certo.

Eppure, quando alla cerimonia di inizio anno, quando Ino lo attirò dietro una colonna e lo baciò per la prima volta avrebbero dovuto capire che nessuno avrebbe mai potuto mettersi in mezzo a quell’amore amaro e sincero, nonostante la giovane età.

 

L’acqua termale si diceva facesse particolarmente bene alla salute.

Tuttavia, in quel momento Shikamaru sentiva che sarebbe potuto morire da un momento all’altro.

Completamente nuda se non per un asciugamano legato al corpo esile, un sorriso mefistofelico sul viso, Ino stava entrando in acqua, per nulla imbarazzata.

«Adoro le terme, papà mi ci ha portato solo una volta, anni fa», disse con allegria, non resasi conto dello stato del suo ragazzo, seppur le guance fossero ormai del tutto simili ad un pomodoro particolarmente maturo.

Gli sorrise, nuotando nella sua direzione.

«C’è qualcosa che non va?», gli domandò, sfiorando accidentalmente con il suo seno il gomito del giovane, per nulla felice che lei l’avesse raggiunto.

Dopotutto, era pur sempre un sano ragazzo di diciotto anni che non aveva mai toccato la sua fidanzata all’infuori di qualche carezza, no?

Ino sbatté gli occhioni da cerbiatta, guardandosi poi intorno circospetta.

Appurato che non ci fosse nessuno, allungò una mano, andando a circondare poi con il braccio il collo di Shikamaru.

Si issò a cavalcioni sul suo corpo, sfiorandolo volutamente.

«Ino», la sua voce apparì miracolosamente ferma, mentre dentro di lui stava infuriando una battaglia sul da farsi, «non penso sia una buona idea saltarmi addosso, soprattutto viste le tue precarie condizioni»

Lei assottigliò gli occhi, impadronendosi delle sue labbra con un bacio famelico e vorace, in cui ci mise tutta la passione di cui era capace.

Sorrise soddisfatta quando la lingua di Shikamaru sfiorò la sua con un gemito d’urgenza, circondandole la vita con le braccia e facendo cozzare maggiormente i loro corpi.

Mille farfalle spiccarono il volo nello stomaco di Ino, mentre l’asciugamano scivola via, lasciandola completamente nuda.

«Ino, non so se...», cercò di dire Shikamaru, osservandola con bramosia vergognosa, cercando di non farla sentire troppo in imbarazzo o di non sembrare troppo invadente.

Lei lo bloccò con un bacio, aggrappandosi ai suoi capelli.

«Voglio farlo, Shikamaru. Potrebbe non esserci più un’altra volta, lo capisci questo?», sussurrò con occhi velati di lacrime, disperata e totalmente sua, innamorata e appassionata.

Lui capiva bene. Quella sarebbe stata l’ultima volta per loro, loro che si amavano più di chiunque altro al mondo e che sarebbero stati costretti a separarsi.

 

Shikamaru correva, incurante che quel gesto fosse totalmente seccante e avesse rovinato il suo riposino.

Nei corridoio dell’ospedale era vietato correre, ma a lui non importava granché.

Un’infermiera gli urlò contro, e la scansò malamente, continuando imperterrito per la sua strada.

Si fermò con il fiatone di fronte alla stanza 2322 dell’ospedale di Tokyo, inspirando per prendere coraggio.

Quando aprì la porta scorrevole per poco non svenne.

«Shikamaru!», strillò Ino balzando giù dal letto e buttandosi tra le sue braccia.

Il ragazzo poté sentire chiaramente le lacrime bagnargli il maglione che lei stessa gi aveva regalato, un anno prima.

«Tuo padre mi ha detto che ti hanno ricoverato d’urgenza, che diavolo è successo?», domandò scostandosi da lei e facendola sedere in malo modo sul letto.

Ino singhiozzò per un attimo, afferrando la mano di Shikamaru.

«Qualcosa non va in me, Shikamaru. Ormai ho diciotto anni, la mia vita è giunta agli sgoccioli», esalò contro le sue labbra, il fiato caldo e piacevole.

«Non dire sciocchezze, Ino»

«Vorrei tanto avere un cuore forte come quello di Temari, ed avere il coraggio come lei di lottare per il tuo amore»

Shikamaru inarcò un sopracciglio incerto, stava forse blaterando?

«Sai che di Temari non m’importa nulla, no? Sarebbe una seccatura troppo semplice da gestire per un masochista come me», lei ridacchiò, annuendo.

«Lo so. So che ami questa stupida ragazza con un cuore maledetto, Shikamaru. Anche lei ti ama, sai?»

 

Ino chiuse gli occhi, lasciando che la mano di Shikamaru sfiorasse il suo corpo nudo.

Il buio celava il momento e nessuno dei due voleva sollevarsi da quel futon ed andare ad accendere le luci.

Quell’oscurità sembrava aver dato la forza ad entrambi.

Inarcò la schiena contro la bocca del giovane quando lui la baciò sul collo, scendendo e creando una scia infuocata che la fece gemere.

Agganciò le sue gambe contro di lui, chiamandolo a gran voce.

Ogni bacio che la sfiorava era come una medicina per alleviare il dolore, amaro e al tempo stesso piacevole.

Le sue mani che l’accarezzavano con infinita delicatezza sembravano come parole dei medici, che l’avvertivano di un lieve peggioramento, un sorriso d’incoraggiamento sulle labbra, seppur gli occhi dicessero che ormai tutto era già stato fatto.

La sua voce, così roca e inebriata di piacere, le faceva chiudere gli occhi e ricordare quel ragazzino che l’osservava da lontano, seduto su un’altalena e con il braccio rotto.

Gli si era avvicinata con il solito sorriso ed aveva iniziato a spingerlo, certo che lui avrebbe saputo ringraziarla e non di certo urlarle contro che era la più grande seccatura dell’universo, dopo Yoshino Nara.

Ricordò con un gemito quando lui la nascose dietro gli armadietti, solamente tre mesi prima, per poterla baciare in pace, lontano dagli occhi bramosi di Kiba Inuzuka, che di Ino sapeva poco o nulla.

La sua mente disegnò con cura il disegno di Shikamaru, così che non ebbe bisogno della luce per immaginare l’espressioni sul suo volto in quel momento, limitandosi ad assecondarlo e ad amarlo senza condizioni.

Con quelle leggere carezze, lui, inconsapevolmente, le aveva donato il suo cuore, facendola veramente vivere per la prima volta.

Quel cuore che, volente o nolente, l’avrebbe ricordata in eterno e sarebbe stato per sempre solamente suo.

«Ti amo»

 

Ino non lo guardò entrare, se ne stava con un braccio appoggiato sugli occhi, nascondendo il volto scarno e dimagrito.

Era quasi un mese mezzo che era stata ricoverata in quel maledetto ospedale.

L’avrebbe sicuramente trovata brutta, così poco curata e con i capelli ormai ridotti a flosci e spenti fili.

«Mi hanno detto che oggi ti sottoporranno a degli esami pesanti, seccatura», le disse sedendosi accanto a lei, mentre il cuore bruciava: voleva guardarla negli occhi.

«Sarai la solita seccatura: urlerai come un’oca isterica, tirando calci e pugni, così che dovranno legarti al letto»

Avrebbe voluto prenderla e baciarla, alleviare quel dolore ingiusto che la stava pian piano dilaniando.

«Magari poi ti ricompenseranno con una brioche, per farti star buona»

Deglutì, quando lei mostrò un occhio vacuo e per nulla felice.

«Sono buone, sai?»

«Shikamaru?»

«Dimmi, Ino»

«Portami via da qui»

 

N/a:

Niente da dire, se non che sono felicissima.

In questo momento ho trentanove e mezzo di febbre, indi per cui capirete che non mi va di stare qui a digitare informazioni e varie.

Spero semplicemente che vi piaccia, io a questa Fic ci tengo particolarmente. I banner sono stati fatti da Hika_chan, che ringrazio di cuore: ha scelto due immagini perfette, cogliendo appieno lo spirito della Fic.

Grazie anche a Hachi92, per il giudizio.

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo.

Cà.

 

   
 
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