Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: katyjolinar    20/07/2020    3 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il capitolo partecipa alla #unoduetreoneshotchallenge del gruppo fb Better than Canon

 

Qualche giorno dopo dei forti temporali colpirono Paradis, avvenimento che presagiva una stagione estiva piovosa; ciò significava che gli allenamenti si sarebbero tenuti con il fango alle caviglie, e che, a causa delle condizioni avverse, Sasha e Annie, con i bambini, non avrebbero potuto assistervi, restando a casa.
Quella mattina Annie aveva dormito fino a tardi, Armin doveva andare all'allenamento e non aveva voluto svegliarla, visto che aveva dormito poco a causa dei continui movimenti dei bambini e aveva bisogno di riposo.
Scese nella sala comune attorno alle 11, stropicciandosi gli occhi, e subito venne accolta da Levi e Ymir, che le corsero incontro, facendole le feste.
"Buongiorno Annie." la salutò Sasha, seduta su una delle poltrone con Sunny in braccio "Ti sei alzata tardi oggi."
"Stanotte ho dormito male." ammise la bionda, prendendo la tazza di tè che le porgeva Reiner, per poi guardarlo confusa "Tu non dovresti essere con gli altri ad allenarti?"
"Ordini del comandante Hanji." spiegò il ragazzo, facendo una carezza ai due figli, sistemati in due seggiolini su misura, vicino al tavolo "Sei abbastanza avanti, ha voluto che uno dei Titani restasse qui con te per fare stare tranquillo Armin, che deve restare concentrato."
Annuì e sorseggiò il tè, sorridendo alla piccola Faye, che la fissava corrucciata. Allungò la mano, sfiorando il dorso di quella della bambina, che le afferrò un dito, stringendolo forte.
Reiner si avvicinò di nuovo e diede un bacio sulla testolina della figlia, la quale fece un verso tranquillo e lo fissò adorante.
"Ti somiglia." ammise, facendole una carezza "Ha gli occhi come i tuoi."
"Spero non mi somigli di carattere." obiettò il biondo "Basto io di codardo in famiglia."
"Tu non sei codardo. Non quanto me... Io sono stata anni rinchiusa, tu hai continuato a combattere."
"Sì, ma per la fazione sbagliata, finché non mi hanno riportato qui." concluse Reiner, prendendo entrambi i figli e avvicinandosi all'amica "Vuoi provare a prenderli?"
"Io... Non so... Non vorrei fargli del male..." balbettò la giovane, indecisa.
"Non è difficile." ammise l'altro, prendendo il maschietto e mettendolo in braccio all'amica, che lo afferrò impacciata, non sapendo come tenerlo, essendo anche un po' ingombrata dal pancione.
Grisha la fissò, muovendo i piedini e sfiorando con essi il ventre gonfio della giovane, che fece un sussulto appena sentì un movimento.
"Ouch..." esclamò, prendendo meglio il bambino e sfiorandosi la pancia.
"Tirano calci?" domandò Sasha, intromettendosi nella conversazione.
"Abbastanza. Ultimamente sono parecchio agitati... Magari stanno stretti..."
"Anche Sunny tirava parecchi calci. Ha preso dal papà, la mia piccola guerriera." ammise la castana, coccolando la figlia.
"Allora in questo caso non ci sono dubbi che i bambini abbiano preso da te, Annie. Sei tu la guerriera, Armin non è mai stato così portato per la lotta." concluse il giovane uomo, riprendendo il bambino e facendo sedere i due più grandi al tavolo per farli stare buoni, visto che avevano preso a rincorrersi per la cucina, rischiando di farsi male.
"Oh, beh, da quando stiamo insieme ho scoperto che ha molti lati nascosti." ammise Annie, sorridendo maliziosamente.
"Okay, non voglio sapere nulla sulla vostra vita sessuale, grazie." la bloccò il biondo, portando le mani avanti.
In quel momento sentirono un tuono e il suono scrosciante della pioggia; Sasha si affacciò alla finestra e osservò il cielo, sospirando.
"Sta venendo giù bene." commentò "Se continua così l'esercitazione sarà parecchio dura... E anche Gabi e Falco torneranno da scuola fradici..."
La porta si aprì, lasciando entrare i signori Jaegger, di ritorno da alcune commissioni in città.
Eddart posò l'ombrello nel cesto accanto alla porta, prendendo in braccio Levi, che era praticamente capitombolato giù dalla sedia e gli era corso incontro.
"Nonno!" esclamò il bambino, appendendosi al suo collo "Sei tonnato!"
L'uomo sorrise, rimettendolo a terra e facendo una carezza anche alla principessina, che lo aveva raggiunto subito dopo, poi Delia li prese entrambi in braccio e li fece nuovamente sistemare al tavolo, dando loro una fettina di una torta he aveva lasciato nella dispensa.
"Che tempaccio..." commentò il vecchio, avvicinandosi a Annie e poggiandole una mano sulla pancia "Il dottore è dovuto andare nei territori interni, speriamo non ci sia bisogno di lui... come ti senti, Annie?"
"I bambini si muovono molto, ma sto bene, non si preoccupi..." lo rassicurò la bionda.
La porta si aprì nuovamente, e Gabi e Falco, con addosso gli abiti scolastici dell'istituto a cui erano stati iscritti, entrarono, scrollandosi di dosso l'acqua.
"No porco!" esclamò Levi, puntando loro il dito "Voi puite acca!"
"Ma che vuole il nano rompipalle?" si lamentò Gabi, togliendo la giacca, molto simile a quella dell'alta uniforme dei corpi militari adulti, ma senza insegne.
"Beh, ha ragione, pulite dove sporcate, siamo pur sempre in una caserma." li rimproverò Reiner, giocando con i due figli, che gli tirarono i peli del pizzetto ridendo allegri.
Levi scese dalla sedia e prese lo straccio dall'angolo, quindi si chinò e, con attenzione, pulì le impronte lasciate dai due ragazzini.
"Tutto porco!" borbottò "No bene!" lanciò arrabbiato lo straccio a Falco e gli puntò il dito contro "Puite!"
"Fate come dice." suggerì Sasha "Ha questa fissa, meglio assecondarlo."
I ragazzini si lanciarono un rapido sguardo e alla fine decisero di assecondare il bambino, pulendo tutte le impronte che avevano lasciato.
"Quanto ci vorrà ancora per l'esercitazione?" domandò Sasha, preoccupata "Spero non tornino troppo tardi, io ho fame!"
"Tu hai sempre fame!" rispose Annie, ridendo "A parte gli scherzi, con questo tempo non credo faranno molto, rischia anche di essere pericoloso per Jean, Hanji e Mikasa, che non sono Titani."
"È solo lunedì. Di solito gli allenamenti del lunedì non sono troppo duri." ammise Reiner "Sicuramente hanno già finito e stanno tornando qui."
Non ebbe il tempo di finire la frase che la porta si aprì, e il gruppo entrò, tutti infangati dalla testa ai piedi, compresi i titani, che avevano ancora i segni della trasformazione sul viso.
"NO! TUTTO PORCO! BUTTO!" urlò il piccolo Levi, correndo, impazzito, con lo straccio in mano.
Eren lo prese al volo e rise, stringendo sia il figlio che la compagna.
"Dai è solo un po' di fango, dopo puliamo."
"No dada! Fai doccia!" esclamò schifato "Acche tu mamma!"
"Va bene, ma anche tu ora sei tutto sporco, quindi devi lavarti." acconsentì Mikasa, prendendolo e coccolandolo, per poi andare con lui verso il bagno femminile, dopo aver dato un dolce bacio al ragazzo.
Quando furono tutti cambiati si riunirono per pranzo, chiacchierando allegramente e coinvolgendo anche i bambini nella conversazione.
Ad un certo punto Annie sussultò, assumendo un'espressione infastidita.
"Tutto bene, Annie?" domandò Armin, preoccupato.
"Non lo so... sento fastidio... è strano..." spiegò la ragazza, carezzandosi il pancione.
"Non è che sei in travaglio?" suggerì Sasha, facendo una carezza alla figlia, in braccio a Connie.
"Può essere... Magari siamo in tempo per chiamare il dottore..." ammise il biondo, alzandosi e prendendo la mantella "Il travaglio di sicuro durerà qualche ora, facciamo in tempo ad andare a prendere il dottore, ovunque sia."
"Troppo tardi, Armin..." lo fermò la compagna "mi si sono appena rotte le acque."
A quelle parole, il giovane si bloccò sul posto, impallidì e iniziò a tremare, fissando il vuoto con occhi sgranati.
"Non abbiamo tempo!" esclamò Ed, alzandosi in piedi e prendendo in mano la situazione "Eren, porta Annie in camera sua e resta con lei! Avrò bisogno di te, o meglio, dei ricordi di tuo padre. Mi hanno detto che qui ha fatto nascere molti bambini, quindi sarai molto utile! Delia, tesoro, aiuteresti la signorina a prepararsi, per favore? Voi altri restate qui e fate tornare in sé il ragazzo! Non è il momento per avere un attacco di panico!"
Detto ciò tutti eseguirono. Armin venne fatto sedere e Jean gli tirò degli schiaffetti sulle guance.
"Ehi amico! Ci servi vivo! Riprenditi!" lo chiamò.
"È proprio partito..." disse Reiner, guardandolo preoccupato.
"Purtroppo posso capirlo." ammise l'altro, prendendo in braccio la figlia "Ho rischiato l'attacco di panico anche io quando è nata Ymir..."
"Non dirlo a me..." risposero, in coro, Reiner e Connie.
Levi si avvicinò al ragazzo, fissandolo corrucciato, quindi si alzò sulle punte e gli diede un pizzicotto sulla guancia, facendolo ridestare.
"Tato fotte! Tata ha bua ma tu fotte per lei!" lo incitò, mentre i primi lamenti di Annie arrivarono alle loro orecchie.
"Stai tranquillo, Annie è in buone mani." lo rassicurò Mikasa.
"Ma... e se succedesse come a Faye?" si lamentò, ancora tremante.
"Armin, resta lucido!" ordinò Hanji "Ogni donna è diversa, e Annie è forte."
"Ma è stata male per tutta la gravidanza... io non..." sussurrò il biondo.
Ymir lo fissò, con aria triste, scese dalle braccia del padre e si avvicinò a Armin, abbracciandogli le gambe e fissandolo con aria dolce. Il giovane si calmò un po' e la prese in braccio, stringendola mentre i tuoni del temporale si mischiavano con i lamenti della partoriente.
Poco dopo la signora Jaegger scese nel salone e preparò dell'acqua calda, sotto gli occhi del gruppo.
"Delia, come sta Annie?" domandò il futuro padre, prendendo coraggio.
La donna lo guardò seria, sospirò e, dopo aver preso la bacinella con l'acqua, decise di rispondere.
"Uno dei bambini è messo male. Sarà un parto molto difficile, ragazzo."
Armin impallidì nuovamente, accasciandosi sulla sedia e portandosi le mani sul volto. Le spalle iniziarono a tremare convulsamente.
"Armin, calma." cercò di tranquillizzarlo Mikasa "Vedrai che andrà tutto bene."
"La mia ragazza potrebbe morire!" sbottò il ragazzo, tirando un pugno sul tavolo "Cazzo, Mikasa! Lo capisci?! Annie potrebbe morire solo perché qualche mese fa non ho saputo tenermelo nelle mutande!"
"Giovanotto, stai tranquillo. Mio marito è in gamba, e da quello che vedo anche mio nipote sa quello che fa. La tua ragazza è in buone mani." lo rassicurò l'anziana, prendendo la bacinella e tornando nella stanza della partoriente.
Nella stanza tornò il silenzio. Armin però non era tranquillo; si alzò in piedi e prese a camminare avanti e indietro, sussultando ogni volta che sentiva un lamento dal piano di sopra.
Dopo un po', finalmente, si sentì un pianto di un bambino; il giovane Titano si bloccò ai piedi delle scale; passò un quarto d'ora e si sentì un altro pianto.
Poco dopo Eren scese, fermandosi di fronte all'amico d'infanzia; lo guardò negli occhi, quindi gli prese il braccio e lo trascinò al piano di sopra, fino alla stanza dove stavano Annie e i bambini, fermandosi sulla porta.
"Armin, i bambini stanno bene, ma Annie ha perso conoscenza." lo informò "Ha perso molto sangue, nonno ha voluto che venissi per stare con lei."
Armin annuì e fece qualche passo verso il letto dove era stesa la compagna, ancora priva di sensi. Accanto a lei, in una culla, erano stati messi i due neonati; li guardò per un secondo e poi li prese in braccio.
"Sono un maschietto e una femminuccia." lo informò Ed, restando in disparte.
Il giovane annuì e, con i due piccoli in braccio, si voltò verso il letto.
"Annie, ti prego, rigenerati..." sussurrò, singhiozzando "Ti prego... io ti amo... non lasciarmi... Non... Non lasciarci."
Adagiò i due piccoli sul petto della compagna e le fece una carezza, baciandole la fronte.
"Ti prego... Puoi rigenerarti... Non mi lasciare..."
La strinse ancora, abbracciando sia lei che i piccoli, finché non vide il corpo della ragazza fumare. A quel punto Armin sorrise, senza mollarla, finché non riaprì gli occhi.
"A... Armin..." balbettò, con voce flebile.
"Tesoro..." rispose lui, baciandola e guardando i gemellini "Guardali, sono bellissimi, sono i nostri bambini."
"Ti somigliano." ammise "Come li chiamiamo?"
"Ecco... Se per te va bene, lei vorrei chiamarla come mia madre: Astrid." suggerì.
"Mi piace. Lui allora lo chiamiamo come mio padre: Logan." continuò lei 
"Va bene." sorrise, pensieroso "Tuo padre?"
"Padre adottivo. Sono stata abbandonata da neonata, non so chi siano i miei genitori... Lui mi ha cresciuto e mi ha insegnato tutto quello che so."
"Ti manca?" domandò; Annie annuì "E se tornassimo a Liberio a prenderlo?"
"Ma... È pericoloso..."
"Abbiamo fatto di peggio. Non ti preoccupare, lo andremo a prendere e lo porteremo qui. Resterà con noi." la rassicurò "Tu però ora devi riposare, e non pensare a nulla, faremo tutto noi."
Annie annuì e strinse i bambini, coccolandoli.
Il ragazzo li osservò e sorrise.
Quella era la sua famiglia, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: katyjolinar