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Autore: KikiShadow93    24/07/2020    5 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
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Prima di cominciare ci tengo a ringraziare di cuore Celeste98, Chimera__ e _Cramisi_ per aver recensito lo scorso capitolo e Teo5Astor per aver recensito il capitolo 19 💛


𝟚𝟡. 𝒮𝒸𝒶𝒸𝒸𝑜 𝒶𝓁𝓁𝒶 𝓡𝑒𝑔𝒾𝓃𝒶



Se si esclude il suo riposo forzatissimo dopo l’incidente la notte del suo compleanno, Sherry non dormiva così profondamente da parecchio tempo.
Fino a qualche mese prima dormiva prevalentemente in mezzo al niente o in strutture abbandonate con parecchi Spettri prontissimi ad aprirle la gola nel sonno, dormire in questo modo certo non era pensabile. Ma adesso la situazione è differente: ha una casa dai confini quanto più protetti possibile, un qualcosa di assai simile ad un esercito prontissimo a farle da scudo e, non meno importanti, ha Radish ed Everett. Quei due sarebbero disposti a Dio solo sa cosa pur di tenerla al sicuro, tanto che le potrebbe addirittura dispiacere per un eventuale avversario troppo esuberante.
Ma adesso, mentre apre faticosamente gli occhi e mette a fuoco la stanza, si ritrova curiosamente da sola.
Il letto le pare improvvisamente enorme e gelido senza Radish, ma comunque non se ne preoccupa particolarmente. È assai probabile che sia in qualche stanza a lamentarsi di qualche scemenza fatta dai ragazzi o a guardarsi storto con Everett mentre prendono il caffè. Perché mai dovrebbe preoccuparsene?
Tutt’al più le dà un certo fastidio il tempo che c’è fuori. Il cielo è coperto, scuro, annuncia l’arrivo di un gran temporale. Non che abbia paura della pioggia o cose del genere, trovandosi tutt’al più infastidita dai tuoni, ma sono le conseguenze che può provocare a metterla in allarme: rumori e odori arrivano pesantemente distorti pure ai loro sensi, le tracce si cancellano e non è affatto insolito che la fauna circostante si agiti pesantemente anche sotto terra, portando solamente più confusione.
La pioggia, decisamente, non piace ad alcuno Spettro, che in genere approfitta di questo genere di momenti per pisolare in un luogo riparato, trascinandosi a caccia solo quando strettamente necessario.
Ma certamente non permetteranno a nessuno di loro di poltrire un’intera giornata, sicuramente non dopo la nottata appena trascorsa. Hanno folleggiato così tanto che sarebbe da pazzi anche solo pensarlo!
Quando finalmente si decide a mettersi quantomeno seduta sul materasso, nota un biglietto un poco stropicciato sul proprio comodino.
Gliel’ha lasciato Radish, lo capisce subito dalla calligrafia indecente al pari forse di quella di Mordecai, e sorride dolcemente nel leggere che le concedono un paio d’ore di sonno in più per spezzarle più ossa una volta in piedi. L’avverte anche che dovrà faticare parecchio in quanto dovrà pure recuperare alle mancate attenzioni del giorno precedente, e per questo decide di andare a far colazione con un gran sorriso in volto.
È una sorpresa continua, Radish.
Riesce a riempirle il cuore di una felicità incredibile con piccolissimi ma dolcissimi gesti che lui spesso neanche si rende conto di compiere. In caso contrario probabilmente entrerebbe pure in paranoia perché non sia mai che un Saiyan dimostri di avere un cuore!
Quando raggiunge il salotto, con una voglia folle di buttarsi tra le braccia dell’amato scimmione, una strana traccia odorosa le stuzzica le narici. Una traccia che non riconosce, una traccia estranea.
Si guarda furtivamente attorno, cercando qualsiasi cosa fuori posto, non trovando assolutamente alcunché, sobbalzando poi come un gattino quando qualcuno bussa con insistenza alla porta. Sente poi che si è messo a correre velocemente in avanti, in mezzo alla vegetazione, e questo le fa pensare solo ed esclusivamente a qualche stupido scherzo che va stroncato immediatamente. In altre circostanze non la prenderebbe poi troppo male, sicuramente lo farebbero Everett e Radish al posto suo, ma considerando come vanno le cose ultimamente non ha proprio voglia di questi giochetti infantili.
Va quindi ad aprire con l’unico scopo di mandare sonoramente a quel paese il gran genio, rimanendo stranita quando, al centro del portico, nota un pacchetto. Un pacchetto bianco dalla quale fuoriesce un velo arricciato di plastica trasparente e sulla cui sommità è stato attaccato un fiocco rosso che serve a tener fermo un biglietto.
Non le piace.
Non le piace per niente.
Ha un aspetto sinistro sotto tanti aspetti e, per una ragione che proprio non si spiega, sente un brivido gelido attraversarle tutto il corpo. Un avvertimento, un qualcosa alla quale non bada davvero.
Non emana alcun odore e questo le fa pensare solo ed esclusivamente al peggio.
Dovrebbe dare un qualche tipo di allarme, lo sa, ma c’è qualcosa a frenarla. Qualcosa che si scorda costantemente di portarsi dentro, un mostriciattolo sempre pronto a morderla e paralizzarla col suo veleno.
Con passo lento e leggero raggiunge l’indesiderato dono e, dopo averlo raccolto con mano incerta, apre il biglietto, non riuscendo a riconoscere sulle prima la calligrafia chiara e precisa. Non l’ha mai vista, certo, ma quella frase le basta e le avanza per riuscire a capire chiaramente chi sia il mittente.

Mia piccola Sherry, vorrei davvero donarti il mio cuore… ma dal momento che sarebbe poco conveniente, ti ho portato quello di un altro.
𝒥.


Una massa marrone molliccia e appiccicosa le mozza il respiro.
Un cuore.
Il cuore di uno dei suoi Cacciatori.
Questo certo non è sufficiente a farla sprofondare totalmente nel panico, ma ciò che c’è sul fondo del pacchetto sì: una piccola fotografia che ritrae Chichi fuori da casa sua a stendere i panni.
Questo è molto più che sufficiente per far sì che la sua mente si annebbi totalmente, mandando a spasso ogni capacità di giudizio.
Non pensa a cosa sia meglio fare, non pensa a quale sia la strategia più sensata. Pensa solo che deve correre, che deve raggiungerla adesso, subito, immediatamente.
Non si è accorta di aver lasciato cadere ciò che teneva per le mani, non si è accorta di aver mutato, non si accorge neanche della strada che sta percorrendo. Sa che deve correre verso il Monte Paozu, sa che deve portarla via.
Non pensa al fatto che nessuno abbia dato l’allarme, che nessuno, ma proprio nessuno, abbia ululato, segno di sole due possibilità, ovvero che le abbia fatto un orribile scherzo o che nessuno sia più in vita per poterli mettere in guardia. Non ci pensa, non è importante.
Deve portare via Chichi e Goten, deve trascinarli al sicuro anche dovesse farsi scoppiare il cuore per quanto sta andando veloce. Questo deve fare, la sua mente non le permette di far niente. Anzi, no, una cosa la sua mente l’ha fatta senza neanche rendersene conto: ha tirato su una barriera, si è schermata d’istinto perché tutto in lei le impone disperatamente di far tutto il possibile per tenere al sicuro Radish, malgrado non corra alcun rischio. È l’istinto del lupo a farlo, quello che vuole proteggere costantemente il compagno ad ogni costo. Lo sta schermando senza volerlo, non gli permette di sentire ciò che sta provando. Come fece Leila.
Non ci pensa però, il suo cervello è impostato solo su un unico obiettivo e quello segue. Se non sfrecciasse tra la vegetazione con un pesantissimo paraocchi a schermarla da tutto ciò che la circonda, si renderebbe anche conto che nessuno dei suoi è da quelle parti. Ci sono dei Segugi, però. Segugi del Nord a caccia di facili prede, che si assicurano che vada nella giusta direzione, che cada alla cieca nella trappola che le è stata tesa.
Provare sentimenti, avere degli affetti sinceri, è senza ombra di dubbio un difetto importante per loro. È sinonimo di debolezza, dà al nemico un vantaggio schiacciante, ti mette in una costante posizione di estremo svantaggio. Se si considera solo ed esclusivamente questo aspetto, Mezcal aveva ragione nell’estirpare loro un qualsiasi barlume di empatia e calore, facendoli diventare come delle fredde ed insensibili macchine.
Ma Sherry è sempre stata dura e testarda, i suoi insegnamenti non sono mai stati appresi del tutto, e per questo adesso corre alla cieca nelle loro fauci.

 

Continua a dimenarsi tra le braccia di Apophis per liberarsi dalla sua presa d’acciaio al solo ed unico scopo di togliere Goten dalle braccia di Jäger. Gli arti che la stringono sembrano essere fatti di puro ed indistruttibile acciaio, ogni movimento le procura solo ondate di dolore e le ossa sono sempre più vicine al punto critico per quanto vengono schiacciate. Come Sherry, però, neanche Chichi adesso riesce a ragionare. Sa solo che deve togliere suo figlio dalle sue mani e correre via. Non ha altre possibilità. L’unica variabile nel suo piano è quella di riuscire a prendere il telefono per chiamare gli altri. Se arrivassero in tempo, riuscirebbero ad ucciderli.
Jäger, che adesso sorregge il piccolo trattenendolo per il colletto della tutina con il rischio di strangolarlo, fa un cenno col capo ad Apophis così che la lasci andare. Ha una tempra notevole, sta tentando l’impossibile per riprendersi il suo cucciolo. Per quanto l’idea gli risulti assurda ed anche un poco disgustosa, apprezza da sempre gli individui forti e tenaci, motivo per cui prima di ucciderla potrebbe essere interessante giocarci ancora un po’.
Il Beta sogghigna, consapevole delle sue intenzioni, e con un gesto secco la butta di lato. Gli occhi gli si illuminano non appena fiuta il sangue caldo che le cola sulla fronte dopo aver impattato violentemente contro uno spigolo, e il ghigno si allarga ulteriormente nel vederla provare a rialzarsi. Non sa se lo diverte di più il fatto che insista tanto malgrado non abbia alcuna speranza di uscirne viva o il fatto che abbia raccolto da terra il telefono caduto.
«Cosa pensi di fare?» Domanda con tono divertito, non facendo assolutamente niente per impedirle alcunché. A che scopo tanto?
Quando Chichi porta l’oggetto all’orecchio dopo aver composto il numero di Radish, più vicino a loro e pure in compagnia del figlio, il cuore le sprofonda ancora un po’ nelle viscere: non c’è segnale, non può avvertire nessuno.
«Ohhh, povera stupida vedova…» Passa l’infante ad uno dei suoi Cacciatori, sorprendendosi sinceramente nel vederlo prendere tra le braccia con una certa cura «Pensavi davvero che non avrei bloccato la ricezione?»
«Ormai vi avranno fiutati e avranno dato l’allarme!» Sibila velenosa, gli occhi fermamente puntati sull’uomo che stringe suo figlio. È una donna intelligente, sa benissimo che se proverà a scattare adesso al suo bambino verrà tagliata la gola per spregio. Deve tenerli impegnati, deve guadagnare quanto più tempo può prima dell’arrivo di qualcuno. Ma come? Non le sembrano certo degli sprovveduti o degli stupidi.
Però una cosa l’ha notata. Una cosa fondamentale. Non stanno facendo assolutamente niente. Non stanno muovendo un dito per far loro del male, non ancora, come se stessero aspettando un qualche segnale.
«Lo avrebbero fatto, sì…»
Non può staccare gli occhi da suo figlio, non può davvero, ma con la coda dell’occhio la vede chiaramente la testa che le è stata lanciata davanti. Conosce quella donna, giusto il giorno prima hanno mangiato una fetta di torta assieme mentre sorseggiavano del tè.
Un conato di vomito le sale su per la gola, così potente che le ci vuole un discreto sforzo per ricacciarlo indietro. Non darà alcun genere di soddisfazione ai suoi aguzzini, neanche una. Si riprenderà suo figlio e correrà via, questa è l’unica cosa che vuole fare.
«Sono proprio curioso di sapere che sapore abbia un uomo-scimmia…»
Le viene da piangere sempre di più. Non sa cosa fare, non sa come mettere il suo bambino al sicuro e non riesce a perdonarsi di essere stata lei stessa ad averlo fatto entrare. A mente fredda si renderebbe conto che il suo permesso sarebbe stato quanto di più ininfluente possibile, ma ora come ora non può pensare altrimenti.
Si porta di scatto una mano sulla bocca per bloccare il forte urlo che stava per sfuggirle non appena uno di loro, giunto alle sue spalle, le ha poggiato un piede sul polpaccio e, con una lieve pressione, le ha spezzato in due l’osso.
Non vuol dar loro la soddisfazione di sentirla urlare, ne va del suo orgoglio. Non si rende però conto di star piangendo per la disperazione, poiché adesso ogni possibilità di fuga le è stata brutalmente tolta. Se solo sapesse volare…
«Il suo sangue è un richiamo molto più dolce…»
Sente un nuovo brivido lungo la spina dorsale quando sente il fiato di uno di loro sul collo.
Sente la sua barba corta ed ispida pizzicarle contro la pelle, sente le sue unghie che le entrano nel braccio al solo ed unico scopo di farla urlare. Non capisce se lo facciano per mero divertimento o per lanciare una specie di segnale, ma non le importa assolutamente: non urlerà mai per loro, non gli darà questa soddisfazione.
A giudicare dai loro occhi, poi, capisce che la cosa li urta parecchio. Per chi mi avete presa, eh?! Avete fatto male i vostri conti, luridi bastardi!
«Beh…» Il sorriso sul volto di Jäger si allarga un poco, mostrando una dentatura perfetta e brillante, e i suoi occhi trasudano una certa eccitazione che non può far altro che preoccuparla ancora di più. Non può finire così, non lo accetta!
«Direi che è giunto il momento di chiudere la partita.»
Nuovi brividi, nuove lacrime.
L’uomo che tiene suo figlio tende il braccio, lasciandolo sospeso a mezz’aria. Se lo lasciasse cadere adesso, rischierebbe di farsi molto molto male o peggio. Se invece lo lanciasse di lato, non avrebbe neanche la possibilità di provare a riprenderlo.
Non sa più come fare. La disperazione è tale che non riesce quasi più a respirare, figurarsi ad urlare di lasciarlo in pace.
Nel momento esatto in cui lo vede sogghignare ed infine lanciare suo figlio fuori dalla finestra con una violenza e cattiveria inumana, il suo cuore va totalmente in frantumi e stavolta non riesce davvero a trattenere un urlo disperato.
Quel che non poteva immaginare, che nessuno poteva immaginare, era di vedere Goten venire preso al volo.


Piccolo e Gohan si stanno allenando ad alta quota, giusto per rinfrescare la memoria al ragazzino mentre gli altri tirano giù imbarazzanti dosi di caffè per combattere il dopo sbornia e svegliarsi come si deve.
Sono pure in pochi, la maggior parte è in giro per la città a cercare gli oggetti nascosti o alla tana con i piccoli a sistemare l’imbarazzante macello fatto la sera prima, in quattro sono da Vegeta ed altri sono andati dai rimanenti allenatori così da non rischiare botte troppo pesanti da parte del Beta e del Capitano.
Darko, invece, è stato agguantato di prepotenza da Bree per fargli controllare i figli che porta in grembo quanto più attentamente possibile. Si sente troppo stanca, dice, e i calci che comincia ad avvertire le sembrano davvero troppo forti se si considerano le loro settimane. È stato inutile dirle che avendo il sangue di Micah saranno per forza ben più forti di lei e che, di conseguenza, le prenderanno molte più energie di quante non avrebbero fatto i figli di un altro Spettro più debole: lei voleva tutti gli esami possibili ed immaginabili e lui glieli farà, fine della discussione.
Radish, dal canto suo, osserva il nipote combattere col Namecciano con sguardo assente. Li vede e non li vede mentre dentro sente come uno strano senso di inquietudine avvolgerlo. Dev’essere Sherry che si è svegliata male, quale altra può essere la spiegazione? In fondo sa che i temporali non sono cosa molto gradita per loro, trovare un simile cielo appena sveglia deve averla fatta alterare.
Lo pensa davvero. Perché non dovrebbe pensarlo? Non ci sono pericoli, avrebbero dato l’allarme ed Everett lo avrebbe sentito.
Ma è proprio quest’ultimo a dargli davvero da pensare.
Si è messo seduto da un lato, le lunghe orecchie puntate in avanti e lo sguardo attento. I suoi occhi rubino trasudano un certo malessere, Radish lo ha capito subito, ma come ha chiesto spiegazioni la prima volta, l’altro si è limitato a scrivere con l’artiglio la parola “niente” per terra.
In quel momento gli ha ricordato davvero tanto Sherry, che con i suoi “niente” del cazzo riesce a mandarlo nel panico più di ogni altra cosa, ma ha pensato che fosse meglio non indagare oltre. Quando decide di non parlare, si può star sicuri che non lo farà.
Malgrado questa decisione, però, continua a lanciargli delle veloci occhiate, e così ha notato che fa pure River, altrettanto irrequieto a qualche metro di distanza.
Continua a sbuffare, ad agitare a scatti la coda. Non è un comportamento tipico per lui, sempre tanto calmo, strafottente e dall’apparenza gelida.
Decisamente c’è qualcosa che non va. Ma cosa? Il temporale imminente? Il dopo sbornia importante? Il temporale imminente unito al dopo sbornia importante? Gli pare davvero impossibile. Non reagiscono così quando si svegliano devastati, lo sa per certo, ma non sa come possono reagire per il tempo, quindi vuole credere che sia solo per quello.
Dentro, però, lo sente che non è così.
È come qualcosa di elettrico nell’aria. Qualcosa di elettrico che è ancora avvolto da una specie di velo che lo cela ai loro sguardi. Gli pare quasi di poterlo toccare con mano, di poter afferrare quel velo per scoprire cos’è che li sta inquietando tanto, ma al tempo stesso sente che quel maledetto velo gli sfugge dalle dita prima di poterlo afferrare.
È stressante, davvero. Forse lo è anche di più il non sapere cosa dover fare in questi frangenti. Dirgli di andarsene alla tana e calmarsi? Farli combattere ancor più duramente?
Cosa farebbe un buon Capitano?
La verità è che questo genere di decisioni non spettano più a lui. Sono decisioni che, in assenza di Sherry, spettano unicamente ad Everett. Il branco lo sa, riconosce la gerarchia, motivo per cui gli altri continuano a lanciargli delle occhiate. Cercano di capire cosa fare, aspettano un suo ordine. Lui per primo, però, non sa bene quale sia l’ordine migliore da dare.
Qualcosa non va… qualcosa davvero non va!
Non ce la fa più a stare fermo. È come un orribile déjà vu per lui, una sensazione maledettamente conosciuta capace di terrorizzarlo, ma non riesce a spiegarsi perché la provi. C’è tanta gente a fare da muro a Sherry, tanta gente che le vuol bene e nessuno ha dato l’allarme… perché allora la sente? Perché tutto dentro di lui gli suggerisce che c’è qualcosa di fuori posto?
La risposta arriva da sud-est, alle loro spalle.
All’inizio è solo una spaventosa traccia olfattiva che tutti loro conoscono bene: sangue. Tanto sangue. Sangue amico, sangue del branco.
Lo fiutano tutti e, voltandosi, arriva la risposta visiva: Camila corre verso di loro, corre come meglio può su tre zampe e con una violenta emorragia lì dove un tempo vi era la zampa anteriore destra, e i suoi occhi trasudato una tale disperazione da lasciarli per qualche istante come in trance. Ma poi scattano tutti insieme, la raggiungono e Maddox l’afferra al volo prima che impatti al suolo, le tiene la testa sollevata quando riprende sembianze umane e si fa spuntare il vello sul torace per provare a tenerla un poco al caldo.
È in stato di shock, a malapena riesce a respirare e a stento riesce a capire da chi è circondata. Sa solo che sono amici, che non le faranno del male come la spia che ha permesso ai Segugi del Nord di avvicinarli.
«Che diavolo è successo?!»
Mordecai fa appena in tempo a finire la frase che parte il primo ululato d’allarme: gli Alpha sono riusciti a liberarsi dalla loro morsa, Willem sta sforzando la voce per farsi sentire da tutti. Pure dai nemici se è possibile, così che sappiano della tempesta di merda che si stanno tirando addosso.
Il loro Capitano e compagno della Regina è Radish.
Il loro Beta è Everett.
Dalla loro parte hanno Vegeta, Piccolo, Tensing, C-18, Crilin, Muten, Yamcha e anche il piccolo Gohan. Hanno dei fottuti fenomeni pronti ad aiutarli, disposti a scendere in campo con loro per suonarle di santa ragione a chiunque osi alzare troppo la cresta allo stesso modo in cui farebbero loro. Giocargli un tiro tanto mancino in pieno giorno è stato davvero poco intelligente.
All’ululato di Willem seguono gli altri, anche dalla città. Ci sono i canti di Darko e Bree, ci sono le voci degli Spettri con Vegeta, che di conseguenza è appena stato avvertito della situazione.
Tutti adesso sanno, dal primo all’ultimo, e i Segugi si stanno ritirando. Hanno fatto danni incredibili, però. Hanno ucciso Purosangue, Mezzosangue, tutti i Freak che sono stati raggiunti e diversi cuccioli che non sono riusciti a rimpiattarsi in tempo.
Erano in troppi e sono arrivati dall’ombra, nessuno ha avuto il tempo di difendersi a dovere né di dare l’allarme. Ma poi gli Alpha sono riusciti a fare breccia. Sono riusciti a mettere in atto gli insegnamenti violentissimi di Vegeta e Radish, hanno copiato come meglio potevano il loro stile di combattimento. Hanno cercato di fare tesoro quanto più possibile degli insegnamenti di Everett e Darko, e la maggior parte dei cuccioli hanno seguito le direttive di Maximilian e Amos, rifugiandosi nei tunnel più angusti e lunghi, così da non poter essere raggiunti. Loro due poi si sono piazzati di fronte a tutti gli altri, un fucile stretto tra le braccia di ognuno e delle scatole di cartucce accanto ai piedini. I Segugi del Nord dovevano aspettarselo, però: per quanto buoni di cuore, non si fotte neanche con i figli di un membro del Quartetto!
Ma adesso loro non lo sanno. Sentono solo l’allarme, vedono solo Camila che annaspa in cerca d’aria mentre si aggrappa disperatamente al braccio di Maddox, che a sua volta non riesce più a pensare. Becca e i piccoli erano alla tana, erano andati lì prestissimo per aiutare a rassettare, e dei loro ululati non c’è traccia.
Ma poi il respiro gli si regolarizza: sente Amos, sente la sua voce. È forte il piccoletto, sa farsi rispettare ed è più furbo di quanto non dia a vedere. Se lui sta bene, sta bene anche il fratello. Poi si ricorda che sua moglie è Becca, una stronza assetata di sangue che non perdona certi atteggiamenti e che sarebbe capacissima di farsi rispedire sulla Terra pure da Satana per quanto sa scassare le palle, quindi si calma. Sarà così fuori di sé che probabilmente è pure sulle tracce dei Segugi per farli a brandelli. Un poco, forse, prova pure pena per loro.
D’improvviso, mentre tutti urlano bestemmie e cercando risposte dalla donna che a stento riesce a rimanere cosciente, Radish sente caldo sulla spalla. Lo sente chiaramente. È la stessa fastidiosa sensazione che prova quando Sherry lo graffia per un motivo o per un altro e la sua tossina gli entra in circolo. È lo stesso fastidiosissimo bruciore… solo che adesso nessuno lo ha toccato.
Geme per il dolore e si tocca la parte apparentemente lesa, la mente che macina velocemente per provare a capire cosa stia succedendo, senza successo.
«Radish?» Sente la voce di Major e vorrebbe dirgli che non ha niente, che sta bene, ma sarebbe una bugia clamorosa. Lui non sta bene, c’è qualcosa di profondamente sbagliato e sente un qualcosa di molto simile al dolore alla spalla. E poi al braccio. E ad una caviglia.
Lo sente, è reale, non lo sta immaginando. E solo ora, come uno sciocco, si rende conto che non sentiva più l’aura di Sherry non perché si era trasformata per raggiungerli, no: si era trasformata per combattere.
Incrocia per un solo, misero e fugace istante gli occhi con quelli color rubino di Everett ed entrambi scattano, il cuore in gola e il respiro sempre più corto.
Radish non sarà capace di trovarla, ma il fiuto dell’altro sì, ovunque lei si trovi. E adesso l’ascia di guerra non solo è sepolta a chilometri di distanza da loro, ma ad entrambi pare che non sia proprio mai esistita: sanno cosa fare, sanno di doverlo fare insieme, sanno di aver bisogno entrambi delle abilità dell’altra e per questo si muovono all’unisono, veloci come non lo sono mai stati.
Nessuno chiede niente. Non ce n’è alcun bisogno, non stavolta.
Il resto del branco sa da chi stanno andando, sa chi l’ha stanata con l’inganno e che stanno combattendo. Un’altra cosa che sanno tutti quanti, inoltre, è che devono obbedirgli.
River, grazie alla ferrea educazione ricevuta, sa come si agisce in determinate circostanze e per questo tira le fila: ringhia contro il Quartetto e i pochi Alpha con loro di raggiungere la tana, di ordinare a tutti quanti di dirigersi lì, di combattere se necessario e di dare immediato supporto ai feriti. Quando saranno quanto più stabili possibile, potranno raggiungerli, ma non prima di quel momento.
Non vorrebbero ubbidire, non lo vorrebbero davvero, ma sanno bene che lui parla per il volere di Sherry, che lei sarebbe la prima a volersi assicurare dello stato di salute di chi sta combattendo con e per lei, e quindi, con un ringhio carico di odio e frustrazione, corrono verso la tana mentre lui, con Piccolo e Gohan, corre dietro agli altri due.
Non ci vuole poi molto che a tutti si insinui nella mente il dubbio su dove stiano andando, tanto che, di colpo, la situazione si fa ancora più terrificante: nella migliore delle ipotesi, ci vorranno tredici minuti pieni prima di raggiungere la casa di Gohan.


Ha rimpiattato Goten al meglio delle sue precarie possibilità ed ha mostrato minacciosamente le zanne a Jäger non appena è uscito di casa.
Sentiva l’odore del sangue di Chichi, ma certo non poteva entrare per assicurarsi delle sue condizioni: avrebbe lasciato scoperto Goten e si sarebbe scoperta lei per prima.
Tutto ciò che le rimaneva da fare, a conti fatti, era ingaggiare uno scontro proprio col Re del Nord, l’uomo che l’ha violentata da ragazzina e che, in caso di vittoria, riprenderà proprio da quel punto una volta catturata.
Doveva ingaggiare uno scontro con lui così da calamitare sulle loro figure l’attenzioni degli altri Spettri, lasciando il tempo a Chichi di riprendersi il figlio e di allontanarsi quanto più possibile.
Avrebbe dovuto ululare. Avrebbe dovuto davvero, ma non c’è riuscita. Il fatto che riuscisse a ringhiargli contro e a sbattere i denti come ultimo segnale prima dell’inevitabile scontro è inspiegabile.
Non era pronta ad un confronto diretto. Non lo era assolutamente, eppure qualcosa dentro di lei ha rifiutato sin dal primo istante che loro due potessero morire per colpa sua. Non era accettabile e così è scattata, si è lanciata nelle sue fauci senza alcuna strategia, decisamente ben lontana dall’essere pronta ad uno scontro simile. Dio, neanche Everett sarebbe fisicamente capace di batterlo, non ora! Con qualche mese di indicibile allenamento forse sì, avrebbe delle possibilità, ma ora no. Lei, che certo non è all’altezza neanche del fratello più debole, come poteva anche solo pensare di spuntarla?
Beh, la verità è che non lo pensava affatto. Pensava solo a tirar Chichi e Goten fuori da quell’orrenda situazione.
Sulle prime le è sembrato strano vedere i suoi occhi color ametista anziché rossi, ma non vi ha badato poi più di qualche istante. Gli si è lanciata contro, ritrovandosi a rotolare nella polvere dopo un calcio nell’addome.
L’ha sbalzata senza fatica che ancora era umano e in quell’istante ha capito che non sarebbe durata più di qualche minuto. Ma non avrebbe ceduto, questo mai.
Lei, Regina delle Terre di Nessuno, talvolta definita Regina del Nord, Sherry Occhi di Brace, Sherry la Conquistatrice, figlia di Leila e Mezcal, non avrebbe mai ceduto niente a nessuno, figurarsi ad un soggetto marcio come Jäger.
Chichi doveva portare via Goten. Doveva chiamare aiuto, in qualche modo. E lei doveva prendere tempo e basta. Così ha combattuto, gli si è avventata contro a più riprese, il piccolo contingente faceva come da muro ed osservava il silenzio il combattimento. Una Regina debole non sarebbe tollerabile per gli standard del Nord, dovevano assicurarsi che avesse davvero il valore che Jäger e Apophis hanno tanto decantato negli anni.
Un colpo è andato a segno. Un colpo nella spalla con gli artigli. Dio solo sa quanto è stata paradisiaca la sensazione della sua carne che si apriva sotto il suo tocco. Avrebbe tanto voluto mettere in loop il momento per l’eternità e goderselo all’infinito, ma Jäger ha deciso di mutare per renderle il favore. E l’ha azzannata alla spalla. E le ha aperto l’avambraccio con gli artigli. Le ha azzannato la zampa posteriore per impedirle di rimanere in equilibrio.
Col senno di poi, ora si rende conto che la sua è stata davvero un’idea del cazzo.
Due zampe sono intorpidite, a stento riesce a reggersi in piedi. La testa le esplode, ogni ferita è un’esplosione di dolore che l’acceca.
Jäger è fottutamente mostruoso, i suoi sogni non gli hanno mai reso davvero giustizia.
Il vello grigio folto e lungo in qualche modo pare come evidenziare la sua stazza titanica, di una quindicina di centimetri buoni superiore persino a quella di Everett. I muscoli sono fatti di puro acciaio, le sue zanne sono lunghe come coltelli e affilate come rasoi. I suoi artigli sembrano lunghi e lucenti pugnali di ossidiana, resistenti come pochissimi altri materiali al mondo.
Malgrado la stazza mostruosa, è agile e veloce, forte e capace. Non c’è mai stato uno Spettro come lui in tutta la loro storia e guardandolo adesso, con le fauci che schioccano vicino al suo orecchio, Sherry si rende conto che da solo potrebbe uccidere pure Roman. Se non lo sa è solo perché non lo vede da quando era bambino, anche se in realtà non gli interesserebbe molto: lui mira ai loro veri territori, non a quelli in superficie.
«Direi che abbiamo giocato abbastanza, piccola Sherry…»
Il suo ghigno diabolico le mette i brividi, ma la sua volontà a non mollare non vacilla neanche di un millimetro. Se riuscisse ad aprirsi un varco verso il suo addome o la sua gola, poi forse riuscirebbe a portare via Chichi. L’ha vista, dietro a tutti gli altri, che si trascinava da Goten per stringerlo a sé. L’ha vista con la gamba rotta e le lacrime agli occhi mentre il piccolo si scorticava la gola per quanto urlava.
Se riuscisse ad aprirgli una ferita decente e poi riuscisse a correre da lei, potrebbe portarla via. Il problema più grande, però, non è ferire lui, non dal momento che la sta sottovalutando e sta solo giocando, ma il fatto che ha le zampe danneggiate. Come può seminarli in questo stato? Con una zampa fuori uso sarebbe stato fattibile con una generosa dose di fortuna, ma due zampe… è decisamente fuori questione.
Ma se riuscisse a ferirlo, la guardia andrebbe in confusione. Se andasse in confusione, qualcuno potrebbe azzardare ad una mossa avventata nei suoi confronti e questo distrarrebbe Jäger il tempo sufficiente per attaccarlo di nuovo, magari più gravemente. Volendo essere davvero tanto ottimisti, la sua distrazione l’aiuterebbe addirittura a mettere in atto il primo piano.
Comunque la rigiri, però, lei non finirà bene. Lo sa, sente che le farà del male per spregio… ma, forse, anche questo fattore potrebbe darle un significativo aiuto. Ferendola sul serio, rischierebbe di danneggiare gravemente il prezioso ed unico mezzo che ha per avere la prole alla quale aspira da sempre, e questo potrebbe portarlo a bloccarsi magari pure per un paio di minuti.
Ha sentito gli ululati, in fondo, i suoi stanno sicuramente arrivando. Come lo sa lei, però, lo sanno anche loro. Così come sanno che starà arrivando pure Radish… e con lui i suoi compagni. Ed anche Darko ed Everett. Daryl ha gli occhi puntati di lato, si aspetta di veder spuntare il padre da un istante all’altro e certo l’idea non gli va a genio.
La situazione è un disastro completo, non sa quale sia la decisione più saggia da prendere e il corpo le fa davvero un male d’inferno. Ma che altra scelta ha? Di certo non le daranno il tempo di far arrivare Radish senza provare a trascinarla via. Le pare già ottimo il fatto che stiano ancora ignorando Chichi, evidentemente non più degna neanche di essere uccisa. Non ora, per lo meno, quindi è bene continuare ad offrirgli uno spettacolo interessante per non far vacillare la loro attenzione.
«Ah sì? Allora chiudiamo la partita!» Fa forza sulle zampe posteriori e salta in avanti, il muso proteso verso di lui, le lunghe zampe riescono a far presa sulle sue spalle quando questi si alza sui posteriori per respingerla senza far troppi danni.
Lo ha fatto per un buon fine, tutto sommato, ma così facendo si rende conto di averle esposto la gola. Ma in fondo è solo la piccola Sherry, che male potrebbe mai fargli? Se si comporta così è solo perché è giovane ed esuberante, è cresciuta in mezzo a dei randagi perché lui, senza volerlo, l’ha spaventata e lei poi ha frainteso ciò che c’è tra loro. Un grosso fraintendimento che lui è ben disposto a chiarirle non appena saranno a casa. Deve solo smettere di comportarsi così, perché sennò poi sarà costretto a rigirarsi sul serio per farle capire che può fidarsi, che non vuole farle del male.
Perché accanirsi tanto con lei se non fosse serio e deciso? Se non l’amasse davvero? Lui la vuole al proprio fianco, non vuole farle del male. Lei deve solo capirlo e accettarlo, non deve fare proprio nient’altro. Ma perché non ci riesce? È questo che Jäger non riesce a capire. Eppure è così semplice ed evidente… basti vedere ciò che ha architettato per lei!
Troppo preso dalle proprie considerazioni, abbassa in qualche modo la guardia e si ritrova di colpo accecato da un profondo senso di ira, fastidio e risentimento non appena sente la sua mascella stringersi attorno al proprio collo.
Apophis, all’improvviso, non respira più. La gola gli si chiude completamente, il cuore gli cade nelle viscere e il sangue gli si gela nelle vene.
Non può intervenire, non farebbe in tempo neanche volendolo.
Sa cosa sta per accadere, lo vede chiaramente nella mente e tutto ai suoi occhi si muove come al rallentatore.
Riesce ad urlare il suo nome con la misera e vana speranza di riuscire a farlo rinsavire, ma è tutto maledettamente inutile: la sua zampa si muove in automatico, segue puramente l’istinto, e in una frazione di secondo le sfonda la cassa toracica, gli artigli le danneggiano il cuore, la sua tossina entra in circolo.
Jäger ha capito cosa stava facendo nel momento esatto in cui ha sentito il suo sangue caldo sulla punta delle dita, ma ormai era impossibile fermarsi. Dio solo sa quanto avrebbe voluto farlo, cos’avrebbe dato e cosa darebbe anche adesso pur di tornare indietro ed evitare una cosa del genere.
Sherry, in tutto questo, non capisce.
Non riesce a collegare, la sorpresa è tanta, l’incredulità è anche maggiore. Il dolore, invece, è insopportabile solo sulle prime, ma poi si affievolisce così tanto da mandarla totalmente nel panico. Quando con danni del genere non c’è dolore, in fondo, significa che la strada è solo ed esclusivamente una.
Perde ogni controllo sul proprio corpo, torna umana senza rendersene conto e con lei pure Jäger, che di slancio le avvolge il corpo con le braccia e l’accompagna all’indietro, gli occhi chiari annebbiati da un orrore così devastante che pure i suoi fedeli rimangono di pietra, incapaci di ragionare e capire cosa debbano fare.
Apophis, invece, riesce a ricollegare il cervello nel momento esatto in cui riesce a sentire la voce di Chichi urlare il nome della ragazza. Sbatte le palpebre un paio di volte, mette a fuoco in un secondo e scatta in avanti. Sente che stanno arrivando, sono in molti e sono furiosi, devono togliersi di mezzo immediatamente. Jäger non è davvero nelle condizioni di combattere, è evidente. Non fa altro che tenerla stretta e ripetere il suo nome come una nenia, i suoi occhi non vedono altro che il suo corpo mollemente abbandonato tra le sue braccia.
«Prendete il Re!» Scatta con loro, muta durante il tragitto e lo strattona all’indietro conficcandogli le zanne nella spalla. Non vorrebbe fargli male, è l’ultima cosa al mondo che potrebbe mai desiderare in assoluto, ma non ha altra scelta se vuole provare a riportarlo alla ragione.
Lo strattona, gli urla contro di mutare e correre, che devono andarsene subito, ma l’altro non riesce neanche a sentirlo. Sherry, la sua piccola Sherry, annaspa in cerca d’aria, il corpo è scosso da violenti spasmi, rivoli di sangue le sgorgano ai lati dalla bocca. I suoi occhi, i suoi grandi occhi scuri che un tempo ha trovato tanto piacevole osservare, fissano il cielo, ma è sicuro che non lo stiano vedendo davvero.
Non riesce a spiegarsi come e perché il suo corpo si faccia sempre più piccolo, sempre più lontano, finché di colpo tutto per lui non diventa nero.
Apophis, caricandoselo in spalla, corre via affiancato dal resto del branco. Hanno una via di fuga, ci hanno lavorato a lungo e con estrema fatica per non essere scoperti. Una volta raggiunto e fatti saltare i vari esplosivi che hanno disseminato lungo tutto il tragitto, potranno occuparsi della mente e del cuore feriti del loro Re.
Lui per primo ha una paura folle, adesso. Nessun Beta o Spettro in generale è mai stato preparato ad un qualcosa come il dolore che a breve proverà Jäger… e lui dovrà affrontarlo da solo.
Chichi, bloccata davanti alla porta di casa con Goten in lacrime tra le braccia, con fatica si trascina fino al corpo nudo, insanguinato e tremolante di Sherry.
Non doveva andare così. Niente doveva andare così.
Stava aspettando Gohan, doveva tornare a casa e lei si sarebbe arrabbiata perché era tornato tardi. Probabilmente nel pomeriggio avrebbe ricevuto visite dai alcuni membri del branco, avrebbe preso un tè caldo e mangiato qualche pasticcino in loro compagnia e avrebbe ascoltato i loro pettegolezzi, a cena poi si sarebbe finalmente fatta raccontare da Gohan della festa ed infine sarebbero andati a letto presto.
Spingendo lo sguardo un po’ più avanti, poi, vede tante altre cose che sarebbero dovute accadere. Vede pranzi e cene in famiglia, tutti loro riuniti attorno ad un tavolo a mangiare e scherzare insieme.
Vede il suo amato Goku che sfida Sherry in combattimento, vede Radish che s’impunta per tenerla al sicuro e che finisce con il fare amichevolmente a botte col fratello.
Vede una cerimonia, un qualcosa che sarebbe dovuto essere intimo e privato ma che poi sarebbe sfociato in una festa chiassosa e divertente. Vede dei bambini giocare con Goten e Gohan, magari delle femminucce e lei si sarebbe potuta sbizzarrire con dolci e buffi vestitini come non ha mai potuto fare con due figli maschi.
Sarebbero stati felici. Sarebbero stati davvero felici, sarebbero stati una famiglia e tutto sarebbe andato bene.
Ma ora? Non c’è nessuno ad aiutarle. Sono sole, lontane dalla civiltà e lei non può neanche provare a trascinarla al sicuro con la gamba in quello stato. Servirebbe comunque a qualcosa?
«Chichi…» La sua voce è così debole, il respiro è affannoso, gli occhi si stanno spegnendo.
Può uno Spettro essere riportato in vita con le Sfere del Drago? In fondo sa che nessuno ci hanno mai provato e che Leila è ancora nell’aldilà. Chi le dice che potrà funzionare?
«Ce la farai. Sei forte.» Le stringe con forza la mano, le lacrime le offuscano la vista.
«Non te ne andare…» Non ha mai avuto paura della morte, non Sherry. Arriva per tutti, inutile temerla. Ma adesso… adesso è terrorizzata. E si sente maledettamente sola.
Non doveva andare così. Dovevano vincere, dovevano sgomitarli tutti, dovevano sfangarla come al solito… e lei sarebbe stata libera. Si sarebbe tolta quel peso angosciante dal petto e dalla mente una volta per tutte. E sarebbe rimasta con Radish. Sarebbe rimasta al suo fianco, l’avrebbe supportato come lui ha fatto con lei. E ne avrebbero passate tante, loro due insieme
Ci sarebbe stato anche Everett con loro, con i suoi sguardi scocciati quando si scambiano effusioni e con i suoi commenti taglienti e sarcastici quando guardano un film o giocano a carte. Si sarebbero allenati, quei due capoccioni. Si sarebbero allenati insieme e lei si sarebbe infilata di prepotenza nel mezzo perché non avrebbe mai accettato di rimanere indietro.
Ci sarebbero stati i suoi fratelli. Loro ci sarebbero stati sempre, con la loro travolgente follia, le loro feste e le loro stupidaggini… e tutti insieme avrebbero preso in giro Major perché con due figlie sarebbe impazzito di gelosia.
Ci sarebbe stata Bree alle prese con i suoi cuccioli. Li avrebbero sicuramente spinti a fare gli svenevoli con Hana e Moira, così le prese in giro a Major si sarebbero amplificate. Dio… stava giusto cominciando a fantasticare sul suo possibile futuro matrimonio con Radish! Si divertiva così tanto a mostrarle improbabili vestiti da sposa degni solo di Jane… e lei, di nascosto, stava cominciando a pensarci per i fatti suoi.
Se proprio avessero optato per un qualcosa di più grande del semplice Morso, avrebbe voluto una cerimonia solo con gli amici più intimi ed i familiari. Un qualcosa in mezzo alla natura, di sera. Loro avrebbero avuto vestiti semplici, non ci sarebbe stato niente di sofisticato o eccessivo. Fern l’avrebbe accompagnata all’altare, Everett le avrebbe fatto da testimone assieme a Bree e magari a sposarli sarebbe stato Darko… o Piccolo. L’idea di lui, sempre tutto serio ed impostato, vestito come un Terrestre intento a sposarli la divertiva un sacco.
Invece non ci sarà niente di tutto questo. Lo sa, sente che dentro tutto sta cedendo, che il corpo si sta intorpidendo, diventa insensibile, che il cuore batte sempre con maggiore difficoltà.
Non le resta altro da fare che piangere per tutto ciò che ha perso e provare in tutti i modi a stringere maggiormente la mano di Chichi, in lacrime al suo fianco.
«Resta con me, dai. Coraggio, coraggio. Dai che ce la fai. Dai che ce la fai. Dai che ce la fai. Ce la fai. Ce la fai. Ce la fai.» Continua a ripete queste parole come un disco rotto, il cuore le batte così velocemente nel petto da farle male, lo stomaco si rovescia continuamente, causandole una forte nausea.
Ricorda di colpo la prima volta che l’ha vista, con i jeans strettissimi a vita bassa e la canottiera, lo sguardo scazzato e gli occhi rossi in modo sospetto. Aveva un’aria strana, a tratti pericolosa, e tutto quello che diceva o faceva non le andava poi a genio, come quando ha detto non troppo implicitamente di voler mangiare Oscar.
Già dal giorno dopo però qualcosa è cambiato. Si è sforzata, si è aperta con loro… e Goten voleva solo stringerla. Ha occhio il suo bambino, capisce le persone. E aveva capito lei. Aveva capito che sarebbe stata una parte importante della loro vita, che li avrebbe difesi ora che rischiano di rimanere scoperti senza Goku.
E lo ha fatto.
Lo ha fatto, li ha protetti con tutte le sue forze… e adesso sta morendo per questo.
Sussulta appena, Sherry, un lamento strascicato le esce dalle labbra, ed infine, con l’immagine di Radish che le sorride dolcemente impressa nella mente, si abbandona sul prato e gli occhi si chiudono.
Il primo tuono squarcia l’aria e, poco distante da loro, Radish sente che tutto ciò che lo circonda di colpo diventa totalmente grigio.





ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Beh, Cramisi, ti ho mentito due volte: non era Chichi quella che ci avrebbe lasciato la pelle, ma proprio Sherry! 🤭
Il livello di “brutta persona” sta toccando livelli inesplorati… non odiarmi!
E comunque è questo il problema di Apophis: Jäger per quasi tutta la vita ha avuto come obiettivo Sherry e adesso l’ha uccisa con le sue stesse mani… sarà totalmente ed incondizionatamente fuori controllo. Pure io ne avrei una più che giustificata paura.

Questo e il prossimo capitolo, comunque, sono stati scritti in pieno pre-ciclo, momento esatto in cui potrei piangere anche guardando i Teletubbies mentre corrono come dei coglioni per le verdi vallate di fanculo (ebbene sì, voi non lo sapete ma abitano proprio lì ed io ho improvvisi e pericolosi sbalzi di umore). Se poi ci aggiungete che di sottofondo tenevo roba del tipo Suona il Corno, Incomplete, Hellfire (che a breve userò di nuovo per un pezzetto che è nella mia testa da mesi), Salvami (ebbene sì, è nella mia raccolta da anni e tutt’ora mi piace un casino), Who Knew… beh, capite bene che ci ho buttato quanto più dolore possibile :3 Sarò una stronza sadomasochista?! 🙃

Oltretutto entrambi saranno capitolo più brevi del normale perché - e questo lo spero davvero - vorrei che si capisse a pieno la dinamicità e la velocità degli eventi, l’inarrestabile susseguirsi delle cose, i sentimenti che talvolta arrivano a cozzare tra loro e tutto il resto… sono abbastanza certa però di aver fatto un casino clamoroso su tutta la linea, ma va bene così!

Infine ci tengo a dire che può essere che gli aggiornamenti, ora in estate, rischino un ritardo di un giorno o due, anche se non è sicuro. Fate conto che vado al mare alle 9 del mattino, alle 10 attacco con le lezioni e passo dalle 4 alle 6 ore al giorno in acqua (non ci vedo più una ceppa!), le altre ore di luce le passo giù in spiaggia con un amico e quelle notturne in giro, torno a casa alle tre del mattino o giù di lì, mi addormento alle 4 e poi ricomincio… SONO COMPLETAMENTE FUSA!
🤯
Spero di riuscire a pubblicare con regolarità ma, ecco, non posso promettervelo. In tutto questo, poi devo anche prendermi sempre cura delle creaturine, nutrirmi di tanto in tanto e pulire casa! 😱

Alla prossima settimana, un bacione 😘
Kiki 🤙🏼


PS: Non so perché continuo a lasciare i tag per le canzoni, davvero non saprei dare una spiegazione sensata, ma prendiamo per normale almeno ‘sta cosa e bene così.

  
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