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Autore: MonicaX1974    25/07/2020    0 recensioni
Attenzione! SPOILER! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning".
Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri protagonisti dai quali proprio non riesco a separarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Harry

Ero nervoso, lo ero così tanto che non ho avuto la pazienza di aspettare di vederla arrivare all'altare. Dovevo essere certo che non avesse cambiato idea.

Non credevo che avrei mai desiderato così tanto questo giorno, ma oggi non vorrei niente di diverso per me, per noi. Ero convinto di non volere una famiglia, che il matrimonio fosse una stronzata, che l'amore esistesse solo nei libri, o nei film, ma poi è arrivata Chloe e spazzare via tutte le mie convinzioni, una dietro l'altra.

Ho cominciato a vedere le cose dal suo punto di vista, mi ha trascinato sul fondo con lei e ci siamo presi per mano. È stata il mio sostegno, io il suo. Insieme siamo riusciti a risalire, a trovare la strada per la nostra felicità. Una strada che ci ha condotto dove siamo oggi, in una casa che ho detestato con tutte le mie forze, ma che oggi sarà testimone della mia felicità.

Niente di tutto ciò che è successo nell'ultimo anno era prevedibile: non l'incontro con Chloe, non innamorarmi di lei senza rendermene conto, non voler convivere, e non la gravidanza. Eppure non cambierei nulla, nemmeno una virgola.

Ho avuto l'incidente con l'auto più o meno negli stessi giorni in cui Dylan - il suo ex - ha avuto l'incidente con la moto: io ho distrutto la macchina restando illeso, lui ha perso la vita. In qualche modo le nostre vite si sono incrociate in quel periodo. Da quel momento mio padre mi ha tagliato i viveri e io mi sono perso più di quanto non stessi facendo. Chloe stava decidendo di trasferirsi a Boston nel tentativo di allontanarsi dal suo dolore. Quella sera, sulla metropolitana, quando ci siamo incontrati per la prima volta, abbiamo iniziato un lungo viaggio, un percorso accidentato, lungo il quale siamo riusciti a trovare un modo per essere felici.

Sì, oggi sono felice.

Sistemo i polsini della camicia, indosso la giacca e mi osservo allo specchio: sì, quello è un sorriso felice.

«Sembri persino più elegante di me».

Rido, alla presa in giro di Jordan: è stato lui a procurarmi l'abito che indosso oggi. Non potevo affidarmi al mio gusto e dando l'incarico a mio fratello ero certo di non sbagliare.

«Se permetti, sono lo sposo» dichiaro orgoglioso.

«Non ti dirò tutte quelle stronzate che di certo ti sono passate per la testa, tipo “non ho mai creduto nel matrimonio” o altre stupidaggini del genere. Sei bravissimo da solo a dire cazzate, ma una cosa te la voglio dire». Mi volto a guardarlo, dato il tono serio che ha assunto. Mi posa le mani sulle spalle e noto un piccolo sorriso sulle sue labbra, un sorriso che si fa sempre più ampio man mano che mi osserva. «Nonostante cercassi sempre di metterti in cattiva luce sono sempre stato sicuro che fossi speciale. Ci hai messo un po' a capirlo, ma alla fine ce l'hai fatta» afferma con un gran sorriso. «Sono fiero di te, Harry».

Non mi dà modo di replicare che mi stringe in un abbraccio tanto stretto da farmi mancare il fiato per un attimo. Ricambio il suo gesto con forza, sentendo tutto l'affetto che proviamo l'uno per l'altro. Poi si allontana e mi guarda ancora.

«Adesso, però, mi aiuti con la cravatta» scherzo, facendolo ridere.

«Dammi qua» borbotta, togliendomi la cravatta dalle mani, ma quando sta per mettermela intorno al collo, qualcuno bussa alla porta. «Se è Chloe, giuro che vi mando giù tutti e due a calci nel sedere».

Jordan ci prende in giro per la nostra incapacità di stare lontani, mentre raggiunge la porta per aprirla, ma restiamo sorpresi quando vediamo la figura di nostro padre che ci osserva con un piccolo sorriso.

«Hai un minuto?» mi chiede cauto.

«Aiutalo con questa» suggerisce Jordan, mettendo la mia cravatta nelle mani di papà, prima di uscire dalla stanza lasciandoci soli.

Mi sorride timido e mi raggiunge. Resta in silenzio quando fa passare la cravatta sulla mia testa, appoggiandola sul mio collo.

«Sei nervoso?» domanda, sollevando il colletto della camicia per poi sistemare la lunghezza della cravatta.

«No, non più» replico, cercando i suoi occhi, che mi permette di osservare un attimo dopo, quando alza lo sguardo su di me.

«Sono qui per scusarmi». Lo dice a bassa voce, in un sussurro, con un piccolo sorriso.

«Scusarti?» ripeto curioso. «Scusarti per cosa?»

Dopo la morte della mamma, io e lui ci siamo riavvicinati. Adesso abbiamo un rapporto che somiglia parecchio a quello che dovrebbero avere un padre un figlio, anche se abbiamo ancora molto su cui lavorare.

«Per essere stato un padre assente quando avevi bisogno di me». Le sue parole mi colgono di sorpresa. «E so che queste scuse non riparano niente, ma da qualche parte devo pur partire, se voglio ritrovare mio figlio».

«Papà...» mormoro con un sospiro.

«Non dire niente. Non voglio rovinarti il buon umore. Volevo solo che sapessi che ci sto provando... A fare il padre, intendo» continua, tornando a concentrarsi sul nodo della cravatta.

«E io lo apprezzo, davvero» rispondo senza polemica.

Perché non ho voglia di polemizzare o sottolineare che il suo cambiamento sia dovuto a ciò che è successo con la mamma, o perché si sta prendendo cura di Grace. Se sono convinto del fatto che io e Chloe siamo stati presentati dal destino - e che le prove che abbiamo superato ci hanno portato fino qui - devo pensare che tutto quello che è successo con mio padre è stato ciò che l'ha portato a essere ciò che è oggi: un uomo che è maturato, consapevole e che è felice di essere genitore.

«Ecco qua» conclude, aggiustando il nodo con due dita per poi sorridermi. «Se sei pronto, tua sorella è sotto che ti aspetta».

E se fossi stato lo stesso Harry di un anno fa avrei fatto qualche battuta cattiva per liquidarlo, ma oggi - in questo giorno in particolare - sono felice, perciò lo abbraccio, cogliendolo di sorpresa.

Per un attimo resta fermo, poi le sue braccia mi circondano il busto, stringendomi con forza. Nemmeno ricordo più l'ultima volta che mi ha abbracciato con così tanto affetto, ma non importa; ho intenzione di recuperare il tempo perso.

«Grazie, papà».

Mi allontano e gli sorrido. È visibilmente emozionato e non voglio farlo sentire a disagio. Evito di farglielo notare e mi volto per recuperare la scatolina con gli anelli. La infilo in tasca e torno a guardarlo.

«Sono pronto» comunico con un sorriso.

Papà mi segue fuori dalla stanza, cammina alle mie spalle lungo il corridoio e non posso resistere alla tentazione di fermarmi davanti alla mia vecchia camera, quella in cui si trova Chloe, e busso con forza.

«Chi è?» la voce dell'armadio mi fa desistere dalla voglia di intrufolarmi di nuovo nella stanza.

«Volevo dire a Chloe che sto scendendo».

«Arrivo subito!» sorrido nel sentirla alzare la voce per farsi sentire.

Proseguo la breve camminata e arriviamo al piano di sotto, dove restiamo in attesa di Grace.

«Mi piace il papà di Chloe» commenta mio padre.

«Io non gli piacevo affatto, all'inizio» confesso con un sorriso, al ricordo degli sguardi minacciosi che era solito lanciarmi.

«Credo sia un senso di protezione verso le figlie femmine» mi fa notare, voltando lo sguardo alla ricerca di mia sorella. «A proposito: tra Grace e Niall?» mi domanda tornando a guardarmi, lasciando la frase a metà, come se non fosse capace di completarla.

«Ho ancora un po' di anni, prima di preoccuparmi di queste cose. Adesso è un tuo problema» lo prendo in giro, quando vedo spuntare Grace alle sue spalle. E non importa se non è davvero sua figlia, perché è entrata a pieno titolo nella famiglia Styles.

«Siete pronti?» domanda con entusiasmo.

«Sì. Io vado ad aspettare di là» ci avverte mio padre, per poi salutare mia sorella con un bacio sulla guancia.

«Allora, fratello, sei davvero pronto?»

La guardo e le sorrido: è bellissima e ha un sorriso dolce. Assomiglia alla mamma, ha gli stessi lineamenti, ma scaccio subito questo pensiero, perché non è a quella donna che voglio dedicare i miei pensieri.

«Hai per caso dei dubbi che non lo sia?» la prendo in giro e lei ride.

«È che mi sembrava te la stessi facendo un po' sotto, quando sei arrivato» si diverte a punzecchiarmi.

«Quello era prima di vedere Chloe» ammetto sincero.

«Rebekah mi ha detto della tua incursione nella stanza della sposa» mi rimprovera, ma sorride.

«Quella era la mia stanza».

«E ora è mia, questo non significa niente. Non avresti dovuto».

La osservo ed è incredibile come mi sia affezionato a lei nonostante la situazione. E guai a chi la tocca, potrei diventare davvero cattivo.

«Grazie per aver accettato».

Cambio discorso all'improvviso, per parlare di qualcosa di cui mi importa davvero.

Il sorriso di Grace diventa più dolce, si avvicina e porta entrambe le mani sul mio viso perfettamente rasato.

«Grazie a te per avermelo chiesto, Harry. Tu e Jordan mi avete accolto in questa famiglia con l'affetto di due fratelli. Non mi sono mai sentita un'estranea e il fatto che tu mi abbia chiesto di accompagnarti all'altare è la dimostrazione di come sia meravigliosa questa famiglia. E io sono felice di farne parte».

Allunga le braccia oltre le mie spalle e mi attira in un abbraccio. La stringo a me, con il cuore che batte forte per l'emozione.

«Ti voglio bene, Grace».

«Ti voglio bene anch'io, Harry» sussurra emozionata, tornando a guardarmi negli occhi. «Adesso andiamo, prima che arrivi Chloe».

Annuisco con un sorriso, le lascio un bacio sulla guancia e la seguo fino al salone allestito per la cerimonia. Mi fermo ad abbracciare Louis accompagnato dalla sua ragazza. C'è Liam che mi sorride e Niall che non smette di guardare mia sorella. E anche Zayn che continua a ripetere “te l'avevo detto che saremmo diventati cognati”.

Dalla parte opposta della sala c'è mio padre, che adesso sembra commosso. Accanto a lui c'è la madre di Chloe che mi sorride da stamattina. Subito dietro c'è Kurt che non ha fatto che impazzire dietro all'organizzazione del matrimonio. Al suo fianco Dylan, con la sua ritrovata serenità. E infine Hazel, anche lei ha dato di matto insieme a Kurt per regalarci questo giorno.

Sorrido a tutti, guardo in avanti e vedo l'uomo che celebrerà le nozze, il quale allunga una mano verso di me.

«Piacere di conoscerla, signor Styles...»

Non presto attenzione a ciò che dice dopo, perché mi distraggo a osservare Grace che raggiunge Niall e gli sorride come se... Come se fosse... Ah, non voglio nemmeno pensarlo.

«Grace è maggiorenne» suggerisce Jordan al mio orecchio.

«Se non la smetti di prendere le sue parti chiederò a Zayn di farmi da testimone».

Per tutta risposta lui ride e io dimentico ogni cosa, persino il mio nome, quando vedo spuntare la figura di Chloe e suo padre al fondo del salone.

Mi è piaciuta dal primo momento in cui ho posato gli occhi su di lei. Quella sera sulla metro le avevo urlato il mio nome nella speranza che mi cercasse, ma il destino aveva in serbo per noi molto più di quanto immaginassi.

Il vestito che indossa oggi le lascia scoperta la schiena, sulla quale è visibile quel meraviglioso tatuaggio, quello per cui sono impazzito di curiosità e che ora ha un pezzo di me. È bella da impazzire, così bella che mi fa perdere il fiato, talmente bella da non capire come ho fatto tutta la vita senza di lei.

Perché non è bello solo il suo viso, o il suo corpo. Lei è bella tutta: è bella la sua mente sempre in fermento, il suo cuore che trabocca d'amore, e la sua anima ferita, un'anima che sorride alla mia, della quale ho un estremo bisogno, perché è grazie a quel dolore, che abbiamo ritrovato la nostra strada per la felicità.

Le nostre anime spezzate hanno fatto sì che imparassimo ad attraversare il nostro dolore e accettarlo, per poi avere la capacità di fare entrare la gioia nelle nostre vite.

Riesco a sorridere quando la vedo avanzare nella mia direzione: credo di non aver mai visto tanta felicità nei suoi occhi. Ha un sorriso che è in grado di rischiarare l'intera Boston, in questa buia giornata invernale. È stretta al braccio di suo padre, tra le mani un piccolo bouquet di fiori bianchi.

Trattengo il fiato fino a quando mi raggiunge: in quel preciso momento tutto scompare e resta solo lei, nel suo abito bianco, con il sorriso felice. Mi affianca e non riesco a guardare altrove. Sento le parole dell'uomo alla mia destra, ma non le distinguo. Tutto ciò a cui riesco a pensare è che sono innamorato di lei, della piccola che porta in grembo e della famiglia che stiamo creando.

Mi riprendo dal mio stato di trance solo quando mi rendo conto che Chloe mi sta parlando.

«Cosa?» le domando confuso.

Lei ridacchia. «È il momento della tua promessa» mi fa notare.

«Oh, sì» rispondo a disagio.

Infilo la mano in tasca, dove ho messo il fogliettino sul quale ho appuntato quello che volevo dire. In ufficio - tra un cliente e l'altro - ero riuscito a scrivere delle parole quantomeno decenti, dopo averci riflettuto fino alla nausea. Ogni frase mi sembrava banale e comunque non abbastanza per lei. E ora, mentre stringo quel foglio tra le dita, tutto mi sembra di nuovo non adatto a Chloe, a quello che provo per lei.

È per questo che accartoccio il biglietto e torno a stringere le sue mani, per parlare con il cuore, l'unico luogo dove riesco a esprimere ciò che sento.

«Sei stata la persona più insopportabile che abbia mai conosciuto. Sembrava che niente ti toccasse, che fossi addirittura più fredda e cinica di me. Ma mi è bastato guardarti negli occhi per vedere quanto fossi persa. Eri così irritante che non riuscivo a pensare ad altro che a te». Ride ed è così bella. «La prima volta che hai riso con me sei riuscita a entrare nel mio cuore, allo stesso modo di quando hai pianto. Abbiamo vissuto insieme un sacco di prime volte e la mia prima volta più importante con te è stato innamorarmi. Ti amo, Chloe, e quando ho capito che saresti stata tu per tutta la vita non potevo più aspettare». Mi guarda commossa, le sorrido e allungo una mano ad asciugare una lacrima sfuggita al suo controllo.

“Ti amo” mima con le labbra.

«Non ti ho sentito» la prendo in giro per farla ridere ed è proprio ciò che ottengo.

«Okay» inspira a fondo prima di parlare. «Tu sei stato l'uomo più indisponente che abbia mai conosciuto, l'unico che sia riuscito a tirare fuori il peggio di me. Sei stato l'unico che non si sia mai preoccupato di oltrepassare il limite. Mi ha spinto a guardarmi dentro senza mai forzarmi davvero. Sei stato la mia forza e ancora oggi, quando squilla il telefono e leggo il tuo nome mi emoziono nello stesso modo in cui succedeva le prime volte che mi chiamavi. Lo so che non ti ho reso la vita facile. Tu, al contrario, hai reso la mia molto più semplice e oggi sono felice di poter condividere con te tutto quanto. Ti amo, Harry».

Le asciugo un'altra lacrima. Resto a guardarla come se non ci fosse che lei. Distolgo lo sguardo solo quando devo prendere la scatolina con gli anelli. Io le infilo il suo, lei il mio, e so che è solo un simbolo, perché io l'ho già sposata qualche giorno fa donandole il mio cuore.

Quando ci dichiara marito e moglie sento che torno a respirare, come se fossi rimasto in apnea per tutto il tempo. E alla fine la bacio. Un bacio accompagnato dai fischi dei miei amici, mentre lei sorride sulle mie labbra. E sorrido anch'io quando si allontana per guardarmi.

«Insieme» mormora con un filo di voce.

«Insieme» ripeto allo stesso modo.

Perché non c'è altro modo in cui possiamo farcela, solamente insieme.

Perché non c'è altro modo in cui possiamo farcela, solamente insieme

*****

SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Non ho molto da dire, mi dilungherò quando arriverà il momento dei saluti. Godetevi questa felicità dopo tanta fatica.

Grazie infinite per essere ancora qui. Harry e Chloe sono una parte importantissima del mio cuore, non lo dimentico mai ❤️

Alla prossima ❤️

 

   
 
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