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Autore: Sweet_CreatureHL    26/07/2020    0 recensioni
Due anni fa, Harry ha lasciato che la sua famiglia si intromettesse tra lui e l’amore della sua vita, qualcosa di cui, ancora oggi, si rammarica profondamente. Louis ha provato a superare da solo la loro devastante rottura, a volte pensa persino di esserci riuscito. Basta un momento per rimandarli indietro nel tempo.
Amnesia AU
La storia non è mia, la vera autrice è "Allwaswell16" che potete trovare su AO3. Tutti i diritti vanno a lei.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Consequences




 

Capitolo due.




6 dicembre 2019

 
 
Due anni dopo…
 
 
Harry fa un cenno con la testa a qualcuno che gli sembra vagamento familiare, mostrando una fossetta. Ha lavorato parecchio sul suo sorriso ed è sicuro che nessuno riesce a riconoscere se è reale oppure no. Beh, quasi nessuno. Sicuramente nessuno in quella stanza riuscirà a capirlo.
Alza gli occhi verso i fili di luci appesi al soffitto della sala da ballo del River Center, che formano ampi e grandi cerchi che imitano l’aspetto di un enorme lampadario. La luce brilla sulle dita ingioiellate dei presenti, sugli orecchini e sulle collane delle donne ricche che osservano avidamente l’erede della fortuna di Selley. Non è un segreto che lui sia gay, eppure alcune persistono. Harry cerca di mantenere quasi sempre le distanze.
Se tu avessi un ragazzo… a sua madre piace ricordarglielo, sottintendendo che se avesse avuto un ragazzo avrebbe avuto meno problemi a quegli eventi, nessuno ci avrebbe provato con lui. Di solito quando la madre dice una cosa del genere è perché ha in mente un parente benestante da presentargli, oppure il nipote di un governatore, il foglio del proprietario di una catena di negozi, un informatico amico del fratello del suo chirurgo plastico.
Harry non ha nessuna voglia di iniziare una relazione. I suoi impulsi sessuali possono essere soddisfatti ugualmente anche se non trova un ragazzo. Come potrebbe mai trovare qualcuno all’altezza dell’amore della sua vita? Perché dovrebbe provarci se sa che non ci riuscirà? Tutti questi uomini potrebbero anche aver ottenuto l’approvazione di sua madre, ma lui non vuole avere assolutamente nulla a che fare con loro.
La sua famiglia può anche vedere determinati valori in questi uomini, ma non sono riusciti a capire quanto Louis fosse prezioso per lui e per tutti gli altri. Ogni bambino che Louis ha aiutato in terapia, tutti gli impiegati a cui ha regalato sorrisi, tutti gli amici a cui resta accanto ogni giorno, ogni membro della sua famiglia, tutti conoscono il suo valore. E una volta anche Harry ne è stato a conoscenza.
Quella relazione è finita anni fa. Non può annullare ciò che è stato o chi è diventato ora. Anche se a volte si sente come se fosse tornato indietro nel tempo, prima di conoscere Louis. Si sente di nuovo quel ragazzo che si è allontanato da Northwestern per tornare a casa. Il figliol prodigo di Selley. Sa però che non è vero, è andato avanti ma ha ancora del lavoro da fare prima di poter iniziare un’altra relazione.
Scuote la testa e fissa di nuovo le luci sopra di lui. Perché la sua famiglia non ha visto la sua relazione con Louis in modo positivo? Perché non ha capito che quella storia l’ha reso una persona migliore? Louis e la banda di amici, sono loro che gli hanno permesso di accettarsi e trovare un posto nel mondo. Eppure, è stato attirato di nuovo nella boscaglia piena di spine che è la sua famiglia. Non attirato, costretto. Ha più di qualche rimpianto in merito, forse Louis ha sempre avuto ragione, alla fine. No, non deve pensare a lui in quel momento.
Vede sua madre intrattenere la folla dall’altra parte della stanza sul palco improvvisato, dove verrà mostrata successivamente una presentazione di tutto ciò che la John Selly Foundation ha fatto durante l’anno. Tutto questo dovrebbe far sentire Harry orgoglioso, visto che ora è il direttore dell’azienda. Tuttavia non si sente ancora adatto per quel ruolo.
Mentre si fa strada attraverso la sala per raggiungere il bar, guarda oltre le proiezioni sul muro che sponsorizzano la sua compagnia e questo gala invernale di raccolta fondi. Uno dice, Safe as a Selley, il famoso slogan con l’icona del lucchetto in primo piano.
Si ferma più volte per chiacchierare con alcune persone; fa del suo meglio per intrattenere delle conversazioni serie e costruttive, ma non è proprio il suo forte. Ha scoperto, inoltre, che alla maggior parte delle persone piace soltanto parlare senza ricevere una vera e propria risposta, quindi Harry fa semplicemente finta di ascoltarle senza rispondere. È un buon metodo.
Appena oltre l’enorme albero di Natale ornato con decorazioni verde e bianche con il marchio Selley, qualcuno spinge un braccio attorno al suo collo. “Harry! Ce l’abbiamo fatta!”
Harry riconosce la voce del suo vice, piuttosto brillo in quel momento. “Liam, vedo che hai trovato il bar.”
Liam preme un dito sulle labbra di Harry. “Shhh – non dirlo a tua madre ma hanno degli shot fantastici laggiù.”
Harry sorride, il suo primo vero sorriso in tutta la serata. “Veramente? Immagino che dovrò provarne qualcuno.”
“Sono verdi.” Liam sussurra schioccando le labbra. “Hanno un sapore di… melone. Ci credi?”
“Non ci credo molto, ma potrebbe essere.”
“Dovresti provarli per accertartene!” Liam punta il dito contro il suo petto, poi sembra perdere il filo del discorso, sempre per colpa degli shot al gusto di melone. “La mia presentazione inizierà presto, penso che tua madre stia per…”
Harry si gira per guardare il palco e vede sua madre che sale le scale per raggiungere il microfono. Lui si dirige verso il bar per prendere un bicchiere di champagne e brindare al successo della fondazione. Si volta verso il palchetto appena in tempo per vedere sua madre lanciare un sorriso scintillante alla folla di fronte a lei, il suo abito nero che luccica sotto le luci del locale.
“Benvenuti al gala invernale della John Selley Foundation, io sono Anne Selley, CEO della compagnia. Sono così felice che tutti voi abbiate potuto partecipare a questo evento nonostante la neve e il ghiaccio di stasera. È un tipico inverno del Midwest, quindi suppongo che tutti siamo ormai abituati al freddo. L’unico verde che vedremo fino a marzo è quello dei nostri trattori che tolgono la neve.”
Alcune risate risuonano nella sala.
“Vorrei iniziare presentando due membri del consiglio della fondazione. Mio figlio e direttore dell’azienda, Harry Styles, e il vicedirettore, Liam Payne.”
Fa una pausa per permettere alle persone di applaudire. Harry annuisce verso le persone intorno a lui che l’hanno notato e riconosciuto. Non sa dove si trovi Liam, ma spera che non sia già troppo brillo visto che la serata è appena iniziata.
“Il nostro obiettivo come compagnia è stato quello di essere il catalizzatore del cambiamento che desideriamo vedere nel mondo, in particolare concentrando le nostre risorse sulla risoluzione della fame nel mondo, la crescita dell’educazione e lo sviluppo delle nostre comunità. Nel corso degli anni abbiamo costantemente contribuito a far fonte alla sfida di nutrire il mondo attraverso i nostri prodotti e servizi. Con l’aumentare della domanda di cibo, stiamo lavorando per migliorare la sostenibilità delle piccole aziende agricole aumentandone la produzione e l’uso della meccanizzazione. Supportando dei programmi in Africa e in Asia, abbiamo migliorato le capacità agricole e commerciali che hanno portato ad un aumento della produttività e del reddito per molte persone, oltre a contribuire a migliorare la qualità e la quantità di cibo, con conseguente aumento delle entrare e del potere economico.”
Le fotografie di diversi agricoltori vengono proiettate in quel momento dietro il muro dove sta parlando sua madre.
“Un altro aspetto dei nostri servizi filantropici è l’educazione dei giovani. Continuiamo a sostenere gli sforzi che devono compiere i giovani per riuscire a studiare e laurearsi, soprattutto a conseguire lauree in ingegneria e informatica, che sono fondamentali nel mondo odierno. Naturalmente, forniamo anche borse di studio per coloro che sono interessati a perseguire lauree negli studi agricoli.”
Fotografie di studenti di scuole superiori e del college vengono proiettate sul muro.
“Ci concentriamo anche sullo sviluppo delle comunità in cui John Selley & Company è presente e, ovviamente, la nostra città ha la precedenza essendo la sede della  nostra compagnia. Coltiviamo comunità domestiche economicamente fiorenti e vivaci, rafforzando l’ambiente imprenditoriale e supportando le reti di sicurezza sociale necessarie per lo sviluppo delle nostre comunità.”
Harry fissa le foto delle varie attività commerciali che passano sullo schermo, luoghi che conosce perfettamente. Negozi di alimentari, rifugi per senzatetto, Planned Parenthoos, ARC, Gilda’s Club, RiverAction, Gigi’s, Playhouse, Autism Society e – eccolo – il Quint Cities Therapy Center. La palestra terapeutica è un pugno nello stomaco per Harry. Quante volte ha visto Louis in quella palestra a lavorare? Vorrebbe aver saputo prima che un giorno non sarebbe più stato in grado di vederlo, almeno avrebbe dato un’occhiata in più a Louis nel suo elemento.
“E ora abbiamo un breve video di ringraziamento preparato dal nostro assistente alla regia della Selley Foundation, Liam Payne. Grazie ancora per la vostra incredibile generosità da parte di tutta la fondazione, nonché di tutte le persone straordinarie che vedrete sullo schermo fra poco.”
Un forte applauso conclude il discorso di sua madre, quindi Liam si prepara a far partire il video sul muro.
Harry non sa cosa aspettarsi, non si è aspettato sicuramente un video con suoni e musica. È bello, in un certo senso, ascoltare le voci di tutte le persone di tutto il mondo che li ringraziano, nelle loro lingue native. Riconosce alcuni dipendenti delle aziende locali senza scopo di lucro della sua città, e sorride vedendo la risata meravigliosa di Jenna di RiverAction, il sorrisetto timido di Miles del negozio di alimentari e quello educato di Audrey del Gilda’s Club. Capisce quello che sta per accadere poco prima che accada. Che stupido non averci pensato prima, E’ sicuro che sua madre non ha avuto il tempo di vedere prima il video, altrimenti avrebbe fatto togliere quella parte. Liam non sa chi sia Louis, se lo avesse saputo non lo avrebbe inserito.
Il cuore di Harry batte all’impazzata mentre i suoi occhi guardano avidamente i volti che appaiono di fronte a lui. Attraverso un’immagine proiettata su un muro, Louis sorride dolcemente, circondato da bambini con cui lavora e da altri terapisti pediatrici. Indossa la maglietta della clinica di un blu brillante che in qualche modo fa spiccare ancora di più i suoi occhi, e fa una faccia buffa prima di mostrare un pollice in su insieme al bambini accanto a lui.
Le immagini spariscono troppo presto. Harry vorrebbe urlare per riportarle indietro, per dargli un’altra possibilità di ammirare quello che ha perso definitivamente. Al contrario, si gira di nuovo verso il bar. “Prendo un altro bicchiere di champagne.”
“Certo, signor Styles.”
Ordina un terzo bicchiere non appena sente le lacrime risalirgli negli occhi, poi un altro ancora. Non riesce ad ubriacarsi abbastanza velocemente, deve riuscire a far sparire quell’immagine dalla sua testa. Non può fare nulla per tutti i tatuaggi sul suo corpo che lo legano ancora a Louis, ma forse può riuscire a dimenticare tutto il resto, almeno per quella notte.
La gente lo raggiunge per congratularsi con lui, all’inizio riesce a ringraziarli ma dopo un po’ gli risulta difficile anche solo tenere gli occhi aperti. Le luci della sala lo stanno stordendo, non beve alcol da più di un anno ormai e stasera ha esagerato.
Appare Liam al suo fianco ma non riesce a seguire quello che sta dicendo, si limita soltanto a ridere. Ad un tratto c’è sua madre di fronte a lui. Da dove è arrivata? Quell’altra è Gemma, per caso? Lo spera perché gli mette la testa sulla spalla, senza pensarci due volte. È troppo difficile restare in piedi in quel momento. Sua madre sta dicendo qualcosa, ma non la capisce.
Pezzi di parole e frasi arrivano al suo cervello annebbiato, senza capirci nulla. “E’ pieno di persone – Harry – hai bevuto – non pensarci nemmeno – Gemma – rimandalo a casa.
“Casa?” pensa subito ad una bussola disegnata sulla sua pelle che punta sempre a casa.
“Si, Gemma sta chiamando un Uber che ti riporti a casa.”
Non ricorda nemmeno di essere salito in macchina, all’improvviso si trova sul sedile posteriore di un uber mentre guarda fuori dal finestrino. Riconosce River Drive e l’acqua nera del fiume Mississippi che lo guarda minacciosamente. Senza un pizzicore sulla parte posteriore del collo, una brutta sensazione, una premonizione di qualche tipo, anche se più tardi sicuramente non se lo ricorderà.
Stanno attraversando un incrocio e riesce a vedere l’auto che scivola sul ghiaccio dirigendosi verso il semaforo. Quando pensa di mettersi ad urlare è già troppo tardi. Tutto diventa nero.
 
 
 
 
 
7 dicembre 2019
 
 
 
Dopo cena, Louis si getta sul divano e alza i piedi. Stuart si avvicina e si distende tra il divano e il pouf, stringendosi al suo corpo. Forse pensa di essere molto più piccolo di un labrador color panna. Louis accarezza distrattamente la testa di Stuart mentre apre il libro che sta leggendo, Harry Potter e la camera dei segreti. Rilegge l’intera serie ogni anno a Dicembre, è il suo piccolo rituale prima delle vacanze natalizie.
Passa un’ora tranquilla, quindi sospira profondamente e chiude il libro. Dovrebbe davvero iniziare a prepararsi per la serata. Zayn sta cenando con la sua famiglia, ma quando tornerà a casa, vorrà usare il bagno per mettersi a posto i capelli. Louis farebbe meglio a prendersi il bagno fin quando è libero.
Stasera devono uscire con i loro amici e il consiglio dell’Autism Society per bere un drink insieme e celebrare la grande donazione che è stata fatta al centro terapeutico. Uscire per un drink, di solito, non è la sua idea di divertimento, a meno che non sia una birra con Niall al pub. Questa sera, invece, andranno in un bar di lusso in centro, quindi per lui sarà un vero calvario. Dio solo sa cosa lo convincerà a bere Niall per farlo ubriacare e divertire.
Stuart lo segue nella camera da letto e si arrampica sul materasso mentre Louis inizia a fissare l’armadio e a tirare fuori maglioni e camicie, cose che ormai non indossa quasi più. Tira fuori un morbido maglione marrone a cui non sono legati troppi ricordi e un paio di jeans scuri che pensa che possano andar bene per questo tipo di eventi e si dirige in bagno.
E’ davanti allo specchio sopra al lavandino, mentre cerca di sistemarsi i capelli spettinati. Sono troppo lunghi, al momento. Dovrebbe davvero tagliarseli piuttosto che usare prodotti su prodotti per cercare di farli stare a posto senza che gli ricadano sul viso.
Fissa per qualche istante il suo riflesso allo specchio e pensa di essere davvero un bel ragazzo. Non è ancora sicuro di avere ripreso le forze al cento per cento, ma è bello sembrare di nuovo il vecchio se stesso. Gli ci è voluto un bel po’ per guarire, ha trascorso molto tempo a guardarsi allo specchio vedendo uno sconosciuto con gli occhi stanchi e gli zigomi troppo affilati per il suo viso. Ammette che manca ancora qualcosa nel suo viso per sembrare totalmente felice e appagato, ma non vuole pensarci in quel momento. Cerca di reprimere il passato in un angolo della sua mente, anche se questa sera non riesce a fare a meno di pensarci.
Nessuno chiede mai perché la John Selley Foundation si sia interessata improvvisamente alla Autism Society e al loro centro terapeutico, e lui non ha mai detto nulla a riguardo. Zayn e Niall, probabilmente, ne parlano alle sue spalle. Cerca di non pensare a cosa possa significare; se serve semplicemente per dare una buona pubblicità alla John Selley & Company, oppure se sotto c’è un altro motivo a lui sconosciuto.
Il suo telefono vibra sul bordo del lavandino, Louis non si aspetta di vedere il nome di Zayn sul display.
“Ehi, tutto bene?”
“Sei a casa?” domanda Zayn con tono serio.
“Si, certo. Perché?”
“Sto arrivando. So che non parli più di lui ma…”
Louis osserva il suo riflesso nello specchio, lo sguardo angosciato per quello che Zayn potrebbe dirgli. Perché dovrebbe voler parlare di Harry proprio adesso? “Di cosa stai parlando?”
“Lou- Harry ha avuto un incidente.”
Non è sicuro se Zayn stia continuando a parlare o meno. Se lo fa, lui non lo sente. Tutto ciò che riesce a sentire è un ronzio nella testa, come se il suo cervello avesse iniziato a produrre rumore bianco.
“Lou? Louis? Ci sei?” esclama Zayn.
“Che cosa hai detto?”
“Mi hai sentito?”
“Non lo so. Hai detto – hai detto – un incidente.” La sua voce è flebile, come se non riuscisse a produrre correttamente le parole. Si attaccano alla lingua mentre cerca di farle uscire fuori.
“E’ vivo.” insiste Zayn in fretta. “Almeno per ora. Lo stanno dicendo in tutti i notiziari.”
Louis si muove velocemente verso il soggiorno, tuttavia lo spostamento repentino gli provoca una fitta di nausea e mal di stomaco. Sente Stuart abbaiare mentre corre attraverso l’appartamento, ma è come se lo sentisse provenire da molto lontano.
Armeggia con il telecomando mentre cerca di inserire il canale per vedere le ultime notizie. Inserisce il 704 e trova una donna che sta parlando dell’aumento dei prezzi nell’agricoltura. Cambia canale e mette sul 706, le immagini sullo schermo mostrano un’auto ribaltata sulla schiena, totalmente schiacciata. Riconosce lo sfondo, l’auto si trova vicino al fiume Mississippi.
Sicuramente è successo sulla via di casa. La macchina tuttavia non sembra quella di Harry, non è abbastanza costosa o di lusso, ma così schiacciata è difficile poterlo dire. Louis riesce finalmente a percepire la voce del giornalista e a registrare le parole nella sua testa.
“Ultima notizia, nella contea di West Island, il ponte River Drive è stato chiuso mentre gli investigatori cercano di ricostruire la scena raccapricciante di un incidente fra due auto a causa del ghiaccio presente sulle strade stanotte. Due persone hanno perso la vita e una è rimasta gravemente ferita e trasportata subito all’ospedale più vicino. Abbiamo la nostra inviata, Amanda Gutierrez, sulla scena.”
Il filmato mostra una donna dai capelli scuri davanti ad un’auto della polizia. Louis fa del suo meglio per ascoltarla, il sangue che gli pompa forte nel corpo e gli rimbomba nelle orecchie.
“Bene, River Drive è bloccato da Main Street a Bix Street. Ho parlato con una donna che è arrivata sulla scena pochi istanti dopo l’incidente. Una persona è stata catapultata fuori dal veicolo e lei e altre persone si sono fermate per prestare aiuto e controllare se i tre uomini coinvolti respirassero ancora. Entrambi i conducenti delle auto non hanno mostrato nessun segno di vita, ma il terzo, un passeggero, è stato portato subito via da un’ambulanza. Da una delle nostre fonti possiamo dire che l’uomo coinvolto nell’incidente e ora in condizioni critiche è Harry Styles, erede della John Selley Fundation e attuale direttore. Ieri sera si è tenuto il gala invernale della fondazione presso il River Center, si pensa che stesse tornando a casa con un Uber…”
Louis pensa di essere sotto shock. Sente le braccia e le gambe intorpidite e tutto sembra confuso, come se si trovasse in un sogno, anzi no, un incubo. Fra poco si sveglierà e tutto sarà finito. Stuart emette un guaito ai suoi piedi.
La porta dell’appartamento si apre e si chiude subito dopo. “Lou?” Gesù, amico. Stai bene? Improvvisamente hai smesso di parlare al telefono.”
Louis si guarda intorno, confuso. “Devo averlo dimenticato in bagno.”
Una pubblicità appare sullo schermo della televisione, Louis la guarda, sorpreso e sconvolto allo stesso tempo. Un uomo si trova accanto ad un SUV di lusso con un gigantesco fiocco rosso sul parabrezza, mentre una neve fitta cade intorno a lui. Zayn recupera il telecomando e spegne la televisione, lo getta sul tavolo e si siede accanto a lui sul divano.
“Louis, stai bene?”
“Uhm…” Louis si sente sul punto di vomitare. “Onestamente, no.”
Zayn socchiude gli occhi con uno sguardo preoccupato. “Andrai a vederlo?”
“Per dirgli cosa?” chiede Louis, impotente. “Ci siamo lasciati due anni fa e sembra che…” le parole gli rimangono in gola, non riesce a pronunciarle senza avere un attacco di panico. “Sembra che non sia cosciente.”
Zayn appoggia la testa sul cuscino del divano e fa un sospiro profondo, mentre si passa una mano tra i capelli. “Si ma Louis… lui è, lo sai…”
“Cosa?” Louis vuole disperatamente sapere la risposta dell’amico.
“E’ Harry.” sussurra Zayn.
Louis si passa una mano sul viso. “Si, è Harry.”
“Sai, penso sia un grandissimo bastardo, ma non vorrei mai che gli capitasse qualcosa di brutto.”
“Immagino sia lo stesso per me.” sbuffa Louis emettendo una risatina nervosa. “La sua famiglia non mi vorrà lì.”
Zayn mette su un’espressione seria e dura. “Chissenefrega di ciò che vogliono loro. Fai quello che pensi sia meglio per te, Lou. Per te e per lui.”
È sicuro che anche Harry non lo vorrebbe lì con lui. Sente il suo corpo sprofondare ulteriormente nel divano. Non parlano da tanto tempo, lui e Harry. Sicuramente il riccio non vorrebbe svegliarsi e vederlo di fronte a lui, soprattutto non dopo la loro ultima litigata. Sempre se Harry si sveglierà…
Louis scuote la testa cercando di togliere quel brutto pensiero dalla sua mente, improvvisamente sente il principio di una forte emicrania.
Non importa quanto il suo istinto gli dica di salire in macchina e correre all’ospedale, sa che non può farlo. Non ha più il diritto di presentarsi da Harry e preoccuparsi per lui come se fossero ancora una coppia.
“Vuoi che stiamo a casa, stasera?” chiede Zayn, guardandolo attentamente.
“Stasera…” Louis ha dimenticato che devono uscire con gli amici. Abbassa lo sguardo sul maglione e sui jeans, sembrano essere passati secoli da quando si è vestito bene l’ultima volta. Il suo abbigliamento, in quel momento, è così diverso dalla semplice t-shirt e pantaloni della tuta che indossa ogni giorno per andare a lavoro, ora quei jeans e quel maglione gli si attaccano alla pelle in un modo fastidioso. Vorrebbe toglierseli all’istante.
Si alza bruscamente dal divano e Stuart si muove abbastanza velocemente per evitare di essere calpestato.
“Mi dispiace.” Sussurra al suo cane, poi si rivolge a Zayn. “Posso essere pronto in cinque minuti.”
Zayn sembra allarmato e Louis si domanda cosa ha detto di male affinchè l’amico lo guardi in quel modo. “Lou, davvero, non penso che dovremmo…”
“Dobbiamo. È importante che i membri del consiglio sappiano quanto siamo grati per il loro supporto.” Forse sta cercando di convincere se stesso, più che Zayn. “Come spiegheremmo il fatto che non ci siamo presentati perché il mio ex ragazzo ha avuto un incidente stradale?”
“Lou, non è che non lo sappiamo già. Lo sanno tutti, ormai.”
“Sapere cosa?” chiede bruscamente Louis, anche se conosce già la risposta.
“Sappiamo tutti perché riceviamo queste donazioni.” Afferma Zayn.
“Oh, davvero? Ne parlano tutti, quindi?” Louis odia il tremito nella sua voce.
“Non è necessario, è così fottutamente ovvio che per lui non sei soltanto un ex ragazzo.” Zayn si alza dal divano. “Ma se non vai in ospedale, hai ragione, dovremmo uscire con gli altri. Semmai ti impediremo ti strapparti i capelli per la disperazione.”
“Cosa vorresti dire?”
“Vai a guardarti allo specchio, Louis.” replica l’amico.
Zayn cammina verso la sua camera da letto e chiude la porta. Louis torna in bagno con Stuart alle calcagna. Il suo telefono giace nel lavandino dove, apparentemente, lo ha lanciato in fretta e furia prima di accendere la televisione. Guarda di nuovo il suo riflesso nello specchio e vede ciò che ha visto Zayn. Ha il viso pallido e gli occhi lucidi, i capelli che si è sistemato qualche minuti prima con tanta cura ora sono tutti spettinati, come se li avesse tirati con le dita. Onestamente è un po’ spaventoso.
Si toglie il maglione e lo getta a terra, per poi guardare il suo riflesso, l’inchiostro nero intenso sulla sua pelle che crea ancora una sorta di connessione con il corpo di Harry. Il suo telefono vibra accanto a lui.
“Mamma?” risponde con voce rotta.
“Lou? Stai bene? Non hai risposto a nessuno dei miei messaggi, so che sei impegnato stasera ma…”
Dio, giura di non essersi nemmeno reso conto di aver ricevuto dei messaggio, forse il suo corpo è diventato insensibile come la sua mente e non si è accorto della vibrazione del cellulare accanto a lui.
“Si mamma. Voglio dire, non sono io quello che…”
“Lo so dolcezza, tutto quello che so è quello che ho visto in televisione. Hai chiamato qualcuno? Sai altro?”
Louis espira profondamente. “No, non so nient’altro. Io- non ho chiamato nessuno. Non credo di avere il diritto di farlo.”
Ed è come se le crepe della sua diga si spezzassero proprio in quel momento. Le lacrime scivolano sulle sue guance mentre si accartoccia su se stesso. Sua madre resta al telefono con lui, dicendogli parole di conforto, fino a quando non si calma. Le lacrime spazzano via lo shock e l’intorpidimento, lasciando dietro di loro soltanto paura e incertezza. Alla fine saluta sua madre con la promessa di provare a dormire qualche ora e richiamarla domani. Quando cade in un sonno agitato, sogna soltanto un paio di occhi verde chiaro, luccicanti come le stelle.
 
 
 
 
 
 
 
 
13 dicembre 2019

 
 
Una settimana dopo…
 
Harry sente le palpebre pesanti, le sbatte incerto mentre cerca di aprire gli occhi. Sente qualcosa.
Voci. Rumori. Bip.
Poi c’è soltanto dolore.
Sente dolore sul braccio, sulla spalla e sul petto. La sua testa sembra in fiamme. Ansima, gli fanno male i polmoni come se non avesse mai respirato prima di quel momento.
Altri bip. Molti bip.
Altre voci. Rumori.
Cerca di nuovo di aprire gli occhi, questa volta ci riesce.
Le luci sono luminose. Troppo luminose. Gli fanno male gli occhi, quindi li richiude.
Non riesce a vedere nulla, ma le voci, i rumori e i segnali acustici diventano via via sempre più forti e invadenti. Cerca di riaprire gli occhi, deve capire cosa sta succedendo.
Adesso la luce è meno forte, vorrebbe poter dire a tutti di spegnere quelle maledette luci. Non riesce a tenere le palpebre aperte per più di mezzo secondo.
E’ così stanco, ma vuole lo stesso provare a capire dove si trova.
Apre le palpebre, vede sua sorella, suo padre, un camice bianco, una macchina, dei tubi, il soffitto, sua madre…
Chiude di nuovo gli occhi. Perché sua madre è lì con lui?
È troppo stanco per pensarci. Louis.
Dov’è Louis? Si sforza di nuovo di aprire gli occhi. Si aprono e si chiudono rapidamente ma non riesce a trovare Louis nella stanza. Dove è andato? Non riesce nemmeno ad aprire le labbra per articolare un suono.
E’ troppo stanco. Richiude gli occhi, non ce la fa più.
Ha bisogno di dormire.
 
 
 
I rumori ritornano e lo svegliano improvvisamente. Sente il dolore attraversargli tutto il corpo, ma vuole restare sveglio. Non vuole arrendersi, almeno non ancora.
Lotta per aprire gli occhi e tutto ciò che vede sono nuovamente quelle fottute luci che lo accecano. Infine riesce a vedere Gemma che guarda fuori dalla finestra. Sembra essere l’unica persona nella stanza.
Perché sua sorella è qui con lui?
Louis. Dov’è Louis?
I suoi occhi vedono delle attrezzature mediche. Un ospedale. Si trova in ospedale e sente dolore da ogni parte. Cosa cazzo è successo?
I segnali acustici iniziano ad aumentare e Gemma si volta immediatamente verso di lui.
“Harry?” si precipita al suo fianco. “Harry, merda! Sei sveglio! Resta sveglio per favore, per favore- solo…”
Gemma corre verso la porta della stanza e la apre. “Infermiera! Abbiamo bisogno di un dottore, è di nuovo sveglio! Harry è sveglio! Qualcuno venga subito!”
Le urla della sorella lo fanno sentire ancora più male. Il segnale acustico è forte e fastidioso. Prova ad emettere un suono, vuole dire a Gemma di smetterla di urlare.
Un’infermiera si precipita vicino al letto e inizia a controllare gli organi vitali, o qualcosa del genere. Non è sicuro di quello che sta facendo, sta cercando qualcosa. Una luce viene puntata nei suoi occhi e sussulta improvvisamente. Cos’è adesso questa orribile luce?
Vorrebbe poter dire a qualcuno che gli fa male il braccio, e la spalla. Inoltre sente malissimo al petto, anche se forse la cosa peggiore è la testa.
Le persone stanno parlando con lui ma non riesce ad ascoltarle. Le loro voci si fondono insieme, sente soltanto un ronzio continuo. Tutto sembra sfocato, il suo stesso respiro è strano. Prova di nuovo ad aprire gli occhi, Gemma sta parlando con l’infermiera mentre agita le braccia come un ossessa, poi sua madre varca la porta.
Harry chiude gli occhi. Forse se finge di dormire, lei se ne andrà. Sente la sua voce e vorrebbe trovare l’energia necessario per alzare gli occhi al cielo. Tuttavia li riapre per cercare Louis nella stanza, ha bisogno di guardarlo in faccia, poi si sentirà meglio.
Lui non è qui. Dov’è? Suo padre entra nella stanza insieme ad una donna dal camice bianco. Forse un dottore. Stanno tutti parlando e lui sente soltanto un dolore sordo alla testa. Il ronzio delle loro voci è terribile. Vuole tenere gli occhi aperti così non si perderà il momento in cui Louis entrerà nella stanza. Non funziona, è troppo stanco, deve dormire.
 
 
 
I rumori sono tornati, li odia così tanto. Bip e ronzio. Non vuole aprire gli occhi se poi arriveranno altri rumori. Le voci delle persone torneranno a spaccargli i timpani, e Louis non ci sarà. Apre gli occhi per accertarsene, Gemma è ancora alla finestra. Chiude di nuovo gli occhi, sente altri rumori. Una porta che si apre, altre voci, riapre gli occhi e questa volta sono tutti intorno al suo letto.
“Harry?” dice Gemma ad alta voce. “Vado a chiamare mamma!”
Vorrebbe dirle di non farlo, le sue orecchie piangono quando sente delle urla in corridoio. Tuttavia c’è ancora qualcuno all’interno della stanza.
Il volto di una donna che non riconosce appare improvvisamente vicino al suo. Ha un sorriso raggiante, come se fosse assolutamente contenta di vederlo. “Salve, signor Styles. Sono la dottoressa Ahmad, la tua neurologa. Come ti senti?”
Harry vorrebbe riuscire a parlare, ma le voci forti fuori dalla porta gli fanno venire mal di testa. Chiude di nuovo gli occhi.
“Come ti senti?” La dottoressa Ahmad parla abbastanza forte che Harry riesce a percepire la sua voce oltre tutte le altre.
Le voci si fermano all’improvviso poi ricominciano quando non risponde.
“Hai avuto un incidente, signor Styles. Ecco perché sei in ospedale. Mi aspetto che tu stia soffrendo parecchio. Riesci a sbattere le palpebre tre volte se senti molto dolore? Solo due volte se senti abbastanza dolore e una volta sola se non senti dolore.”
Harry sbatte le palpebre tre volte. La donna sorride. “Ti sento forte e chiaro, signor Styles.”
Si avvicina un’infermiera e la dottoressa le da alcune indicazioni. L’infermiera inietta qualcosa in un tubicino presumibilmente collegato a lui, anche se in quel momento non riesce a vedere quasi nulla.
La faccia della dottoressa Ahmad è tornata. “So che mi senti, signor Styles. Non preoccuparti di parlare in questo momento. Ti dirò cosa sta succedendo e poi ti lascerò riposare. Puoi sbattere le palpebre due volte se capisci quello che sto dicendo?”
Harry sbatte le palpebre due volte e la donna sorride di nuovo. “Benissimo. Signor Styles, due settimane fa ha avuto un grave incidente. E’ rimasto in coma per circa una settimana e incosciente per alcuni giorni. Le lesioni sono gravi, ma devo dire che sono contenta che tu possa comunicare con me anche dopo aver subito una commozione cerebrale e un trauma cranico. Le altre lesioni fisiche sono state meno gravi, hai delle fratture alle costole per aver indossato la cintura di sicurezza, anche se posso assicurarti che indossarla ti ha salvato la vita.”
Una settimana. Fanculo. Louis deve essere impazzito. Ecco perché prova tanto dolore, ora ha finalmente capito cosa gli è successo. Potrebbe quasi sentirsi meglio se ci fosse meno rumore nella stanza.  Harry sposta gli occhi verso la sua famiglia, intenti a discutere tra loro. La dottoressa Ahmad segue il suo sguardo.
“Si ci sono anche loro.” comincia a sussurrare la donna. “Devo chiedergli di andarsene? Due volte per si, una volta per no.”
Harry sbatte le palpebre almeno una decina di volte.
Lei annuisce. “Sarà fatto.”
La dottoressa si schiarisce la gola. “Il signor Styles dovrebbe riposare adesso. Devo insistere affinchè nessuno entri nella stanza per le prossime ore, ovviamente verrete chiamati quando si sveglierà di nuovo e si sentirà pronto per ricevere ospiti.”
Harry si sente sempre più assonnato.
“Ma si è appena svegliato!” urla Gemma ed Harry vorrebbe poter coprirsi le orecchie per non sentirla. “Non può dormire di nuovo.”
“Sta soffrendo.” Spiega la dottoressa. “Gli ho dato altri antidolorifici che presumibilmente lo renderanno ancora più assonnato di quanto non sia già.”
Sua madre si fa avanti e stringe il braccio di Gemma. “Va bene, Harry saremo in fondo al corridoio. Facci sapere se hai bisogno di qualcosa.”
Harry non riesce a rispondere, è chiaro che ha diversi problemi nel formulare parole e frasi. Probabilmente è una fortuna che non riesca a dire ciò che vorrebbe dire.
Louis non è ancora apparso e teme che la sua famiglia lo stia trattenendo al di fuori della stanza. Anche se questo sarebbe un po’ troppo anche per loro. Vorrebbe poter dire alla dottoressa di lasciar entrare il suo fidanzato, sicuramente si trova in fondo al corridoio nella sala d’attesa. È un po’ difficile spiegare a qualcuno di far entrare nella stanza il proprio ragazzo quando tutto ciò che riesci a fare è sbattere gli occhi.
Fanculo. I presenti iniziano a muoversi verso la porta ed Harry sente il nome di Louis esplodergli nella testa. Che cazzo c’è che non va nella sua famiglia? Perché non lo fanno entrare? Sanno che Harry ha bisogno di lui, soprattutto in questo momento critico.
La mano di sua madre è sulla maniglia della porta quando Harry sente la pressione accumularsi nella sua testa, nella bocca e sulla lingua. “Nghhhll – Lou-“ cerca di pronunciare.
Sua madre si volta immediatamente verso di lui. Gemma si avvicina al suo fianco. “Hai detto Louis?”
Sbatte le palpebre due volte.
“Ha sbattuto le palpebre due volte, quindi significa si. Chi è Louis?” chiede la dottoressa.
“Il suo ex ragazzo.” Risponde Gemma, inarcando le sopracciglia.
Perché sua sorella dovrebbe dire una cosa del genere? Vuole gridare a tutti di andarsene e far entrare Louis. Sbatte nuovamente le palpebre due volte, desiderando che la dottoressa Ahmad lo capisca al volo.
Il segnale acustico sta diventano forte e veloce, la dottoressa spinge tutte le persone fuori dalla stanza prima di tornare da lui. “Va tutto bene Harry, calmati. Stai calmo. Hai bisogno di riposo, devi guarire.”
Sbatte le palpebre furiosamente.
Lei sembra capire. “Ti prometto che vedrò cosa posso fare.”
L’ultima cosa che vede Harry è il volto della donna non troppo felice. Vorrebbe poter rimanere sveglio abbastanza a lungo per dirle che capirà tutto quanto non appena incontrerà Louis. Louis non è come la sua famiglia. È sicuro che Louis le piacerà.
 
 
 
 
 
 
 
 
20 dicembre 2019
 
 
Louis non ha dormito bene la scorsa notte. Sono passate alcune settimane da quando è riuscito a dormire una notte intera, non è riuscito a scrollarsi di dosso la sensazione di aver sbagliato. Ogni giorno e ogni  notte, da quando ha ricevuto la notizia dell’incidente di Harry, si è domandato spesso se dovesse andare a trovarlo oppure no.
Si è diffusa la voce che Harry è in coma; la sua famiglia l’ha annunciato la scorsa settimana al notiziario tramite un portavoce ufficiale delle pubbliche relazioni, il quale ha detto che il signor Styles non ha ancora ripreso conoscenza. Non è un buon segno, Louis lo sa. Sa anche che sarebbe inutile presentarsi in ospedale.
Harry non capirà nemmeno che è lì con lui, probabilmente la sua presenza farebbe soltanto arrabbiare la famiglia del riccio. Sicuramente la madre di Harry non sarebbe felice di rivederlo. È sicuro che dopo la loro rottura, Anne Styles ha sognato di far sposare il figlio con un socio in affari, così che avrebbero potuto giocare tutti insieme a golf o andare alle Hawaii in vacanza.
Louis non tiene sotto controllo la vita di Harry, ma è difficile non avere notizie  su qualcuno della sua importanza. In ogni caso, il riccio non sembra essersi ancora accontentato delle scelte di sua madre, non che ciò gli importasse davvero, non sono più affari suoi. Anche se ciò significa che nessuno sarà in ospedale con Harry tranne la sua famiglia e chiunque siano i suoi amici in quel momento.
Si ferma in un parcheggio vicino alla clinica e vede l’enorme ospedale incombere appena oltre la recinzione che lo separa dalle altre cliniche circostanti. L’ospedale è un edificio alto e grigio, se uno non vedesse il cartello con la scritta “Aurora Medical Center” si potrebbe quasi confondere con un quartier generale di una qualche azienda internazionale. L’unico edificio più grande nei dintorni è la sede della John Selley, dall’altra parte della città.
Mentre Louis indugia nel parcheggio, non può fare a meno di pensare che, da qualche parte all’interno di quell’edificio, c’è Harry incosciente e ferito. Cerca di toglierselo dalla testa e sale la rampa di scale verso la porta d’ingresso della clinica.
Saluta Cynthia alla reception e potrebbe quasi giurare che la donna gli ha lanciato uno sguardo strano. Forse è solo paranoico. Si dirige verso la sua scrivania e accende il portatile da lavoro, stampando il programma della giornata. Quindi, si incammina verso la sala d’attesa per leggere il giornale mentre aspetta il suo primo paziente.
È proprio lì in prima pagina, non c’è da stupirsi che Cynthia lo stesse guardando in modo strano. Probabilmente la donna non sa che lui non ha ancora letto la notizia. Louis legge di nuovo il titolo sul giornale.
L’erede di Selley si sveglia.
Louis sente lo stomaco aggrovigliarsi e potrebbe quasi piangere per il sollievo. Non ha tempo di pensarci troppo perché la porta della clinica si apre e Tyler attraversa la reception per raggiungerlo, mentre sua madre gli intima di fare attenzione e di non correre.
Louis è così euforico dopo aver letto quella notizia che il suo sorriso deve essere ancora più grande quel giorno perché Tyler esclama. “Louis è felice oggi!”
“Lo sono, amico. Andiamo in palestra e cominciamo.”
Louis quel giorno ha un programma intenso e lavora con alcuni dei suoi paziente preferiti, sviluppando l’apparato motorio, lavorando sulla scrittura a mano e sull’utilizzare forbici, cerniere e bottoni. Non si rende conto che è arrivato il momento di andare in pausa fino a quando non esce nella sala d’attesa e vede Niall.
Louis controlla l’orologio. “Ehi, non ho visto che è ora di pranzo.”
“Si, andiamo da Qdoba per pranzo, Zayn ha detto che ci incontriamo lì. Immagino che anche lui sia in ritardo oggi.”
Cammina all’esterno dell’edificio, anche se fa freddo ha fatto capolino dietro le nuvole e ha alzato di qualche grado la temperatura. Louis si nasconde il viso nella sciarpa mentre camminano verso la nuova macchina di Niall.
L’amico esce dal parcheggio e si immette in John Selley Road, per raggiungere la zona della città piena di ristoranti e bar.
“Quindi immagino che tu abbia sentito la notizia.” Domanda Niall, mentre respira delle nuvolette bianche si formano davanti alla sua bocca. L’abitacolo non si è ancora riscaldato totalmente.
Non è sicuro di voler ammettere di sapere di cosa sta parlando Niall, ma forse è inutile fingere che per lui non sia importante. Sta parlando con Niall dopotutto, l’amico lo conosce bene. “Si, ho visto sul giornale stamattina. È sveglio il che- va bene – sono contento.”
“Si.” Si fermano ad un semaforo rosso, quindi Niall sposta gli occhi su di lui. “Stai bene?”
“Non sono io quello che ha avuto un incidente d’auto.”
“Bene. Se vuoi parlarne io sono qui. Si tratta di Harry, alla fine.”
Louis sospira profondamente. “Lo so.”
“Sono davvero sollevato che stia bene.” continua Niall. “Non mentirò, anche se ultimamente si è comportato da vero stronzo sono contento che si sia svegliato.”
Louis riesce a sentire lacrime di sollievo pungergli gli occhi. “Si, è davvero una bella notizia.”
Si fermano in un parcheggio proprio quando l’auto inizia a riscaldarsi e vede Zayn accostare al loro fianco. Il moro lo saluta calorosamente e gli avvolge le braccia attorno alle spalle per dargli un enorme abbraccio.
“Stai bene?” domanda Zayn, soffocando le parole nel cappotto di Louis.
“Si, è tutto okay.”
“Sono così felice che stia bene, sai? Voglio dire, la strada per riprendersi è molto lunga, ma…”
“Aspetta, sai come sta? Hai sentito qualcuno in ospedale?” domanda Louis.
“Possiamo entrare, per favore? Mi si stanno congelando le palle qua fuori.” Sbuffa Niall.
“Non posso dire niente qui.” Sussurra Zayn, guardandosi intorno. Louis sa che l’amico ha ragione, anche se Harry non è un suo paziente non potrebbe comunque parlarne pubblicamente. Tutto questo non impedisce a Louis di voler sapere disperatamente cosa ha saputo Zayn.
Louis passa il pomeriggio con i suoi pazienti, quando ha finito di lavorare lancia una lunga occhiata alla facciata dell’ospedale prima di tornare a casa. Zayn quel giorno ha un programma completo in ospedale, quindi non arriverà a casa fino a sera tardi. Il sole è già basso nel cielo pur essendo pomeriggio, Louis vorrebbe avere più ore di luce durante la giornata.
Davanti alla porta di casa decide di tenere addosso il cappotto e il cappello e portare Stuart a fare una passeggiata. Camminano verso il parco e passeggiano attraverso i luoghi preferiti dal cagnolone. Il calore della giornata sembra sbiadire pian piano e Louis comincia a camminare più velocemente quando sente che il freddo della sera inizia a penetrare nei suoi abiti troppo leggeri. Attraversa nuovamente il parco, chiacchierando con Stuart di notizie futili, non appena gira l’angolo per raggiungere casa sua si congela sul posto.
La sorella di Harry è in piedi fuori dal suo appartamento, la mano ferma sulla maniglia come se stesse per bussare. All’improvviso Louis non riesce a respirare. Perché Gemma è qui? Dio no. Ha pensato che Harry sarebbe stato bene dopo essersi svegliato. Non può essere…
“Gemma.” prova a dire, ma gli esce soltanto un suono strozzato.
La ragazza gira la testa verso di lui, i capelli perfettamente acconciati che oscillano sulle spalle. “Louis.”
“Lui…” non riesce a dirlo. Non riesce a pronunciare nessuna parola in quel momento.
Gemma spalanca gli occhi. “No! Non sono qui perché lui – scusa. Harry sta bene. Ciò non benissimo, ma guarirà.” Lo dice come se ne fosse convinta al cento per cento.
Louis si appoggia contro il muro, non gli importa che Gemma lo stia fissando incuriosita. Oggi è stata una lunga e faticosa giornata. Stuart tira il guinzaglio, cercando di salutare la nuova arrivata, tuttavia Louis tiene il guinzaglio ben stretto, è sicuro che Gemma non voglia riempire di peli il suo cappotto costoso.
La ragazza si fa da parte in modo che Louis possa aprire la porta, poi le fa cenno di seguirla. Entra nell’appartamento e tiene Stuart al guinzaglio mentre recupera una palla in soggiorno per distrarlo dal loro ospite.
“Non voglio disturbarti. In realtà, spero che tu venga con me.”
“Venire con te?” chiede Louis con tono confuso.
“Spero che non ti dispiaccia che mi sia presentata in questo modo a casa tua. Sono andata alla clinica ma mi hanno detto che oggi hai finito prima di lavorare. Ho visto Niall uscire dall’ospedale e l’ho convinto a darmi il tuo indirizzo.” Gemma si guarda intorno ammirando il piccolo appartamento. “E’ molto carino.”
Louis sbuffa. “Si, lo è.” Non è nemmeno la metà dell’appartamento che una volta ha condiviso con Harry. L’intera casa sarà grande quanto una sola stanza del palazzo dell’azienda Selley.
“Davvero, è molto…” Gemma si ferma improvvisamente. “Sono venuta per chiederti un grosso favore.”
Onestamente Louis non riesce a pensare quale favore potrebbe chiedergli Gemma Styles, anche se è sicuro che è qualcosa che ha a che fare con Harry. E’ abbastanza diffidente nei suoi confronti da non accettare immediatamente. “Quale favore?”
“Ha chiesto di te.” Gemma osserva attentamente la sua reazione.
“Cosa?” esclama Louis. Sicuramente Gemma ha capito male, Harry non può aver chiesto di lui.
“Sono qui per chiederti se vuoi venire a trovarlo. Posso portarti lì e farti superare la guardia.”
“C’è una guardia?”
“Conosci mia madre, no?” sussurra Gemma.
“Giusto.” Louis emette una risatina. “Sono solo sorpreso. Sei sicura che voglia vedermi? Hai detto che ha chiesto di me, ma…”
“So che gli piacerebbe vederti, Louis. Si agita molto quando si sveglia e ha chiesto di te non appena è riuscito a parlare.”
“Quindi reagisce agli stimoli? Sta bene, quindi?” domanda Louis, avido nell’avere maggiori informazioni.
“Mmm si, abbastanza. Sta bene.” Gemma risponde senza guardarlo negli occhi, si avvicina a Stuart per lasciargli una carezza. “So che è un po’ imbarazzante, ma lui vuole vedere te. So che ora non siete più niente l’uno per l’altro, ma sono sicura che anni fa sia stato molto importante per te. Per favore.”
Molto importante per lui? Sono stati insieme per sei anni. Decide di non dirlo ad alta voce.
“Verrò.”
Rifiuta l’offerta di Gemma di accompagnarlo e la segue con la sua macchina verso l’ospedale. Quando ha fantasticato di andare a visitare Harry non ha minimamente pensato alla possibilità che un familiare del riccio si presentasse da lui per chiedergli personalmente di andarci. Non appena arrivano in prossimità dell’ospedale, Louis sente i nervi a fior di pelle. Mentre cammina silenziosamente nell’ingresso insieme a Gemma per poi raggiungere gli ascensori, sente l’ansia crescere nel petto. Raggiungono una porta a vetri e Gemma esita un istante. Louis sente il sangue scorrere freneticamente nelle vene, in quel momento vorrebbe semplicemente scappare via da quel posto e non tornare mai più, tuttavia la ragazza inizia ad aprire la porta prima che lui possa correre lontano.
Quando la porta si apre, sente una voce che non riconosce totalmente dire. “Louis…”
Vede brevemente la madre di Harry, Anne Selley Styles, seduta accanto al letto prima di alzarsi dalla sedia e guardare con esitazione il figlio. È un pugno nello stomaco per Louis.
La prima cosa che nota è l’espressione di Harry, il suo viso si illumina totalmente e sorride, i suoi occhi luccicano e sembra incredibilmente felice di vederlo. Louis sente che le sue gambe potrebbe cedere proprio in quel preciso momento. Tutta la confusione che ha avvertito qualche secondo prima, svanisce e diventa irrilevante quando inizia a valutare le ferite del riccio. Gli hanno dovuto tagliare i capelli ancora più corti in alcuni punti per ricucirgli il cuoio capelluto, anche se ormai stanno ricrescendo, inoltre è collegato a vari tubi e macchine poste accanto al letto.
“Come stai?” domanda Louis, mantenendo ancora le distanze ma entrando nella stanza.
Harry lo fissa con una faccia stranita e aggrotta le sopracciglia. “Louis.”
“Ehi H, sono qui. Stai bene?”
“Louis, posso parlarti un momento?” si intromette Anne.
Louis preferirebbe risponderle di no, ma annuisce e nota il cipiglio sulle fronte di Harry farsi ancora più profondo, i suoi occhi rabbiosi. Anne gli prende il braccio e lo trascina fuori dalla stanza, lasciando Gemma insieme ad Harry e una scia di profumo costoso.
“Sono contenta che tu sia venuto.”
“Lo sei davvero?” a Louis sembra di trovarsi in un universi alternativo in cui la famiglia di Harry lo accetta totalmente.
“Si, Harry ha chiesto di te, presumo che Gemma ti abbia convinto a venire.”
Louis arrossisce vistosamente. È vero, non si sarebbe mai presentato in ospedale se non fosse stato per Gemma.
“Gemma non mi ha detto che avrebbe provato a convincerti a venire. Suppongo che hai pensato che avrei interferito, in qualche modo.” Continua Anne.
Louis, onestamente, non ha idea di cosa succeda nelle teste della famiglia di Harry, quindi si limita a scrollare le spalle.
“Beh, Gemma potrebbe aver trascurato alcuni dettagli piuttosto importanti….”
Louis non ha la minima idea di cosa si stia riferendo quella donna. “Va bene?”
“Crediamo che Harry possa aver chiesto di te perché non si ricorda che vi siete lasciati.”
Louis è abbastanza sicuro di aver spalancato la bocca in modo osceno. “Cosa stai dicendo?”
“Si è svegliato ieri ed è ancora molto intontito e in terapia antidolorifica. Ha iniziato a parlare soltanto oggi, tuttavia ha insistito soltanto su una cosa, vedere te.” risponde Anne.
“Oh… io… non so davvero cosa dire.”
“Louis, ti sto chiedendo di fingere per un po’, per il suo bene. Harry è molto agitato perché non ti ha visto in ospedale, hanno dovuto sedarlo quando gli abbiamo detto che sei il suo ex ragazzo. Non sappiamo cosa gli stia succedendo. I suoi dottori non vogliono stressarlo troppo. Quindi gli abbiamo riferito che sei andato a lavoro, poi che sei andato a cercare da mangiare, poi che sei andato a casa a riposarti… continua a chiedere di te.”
“Cristo.” Louis sente il cuore dolorante  per il fatto che Harry possa essersi sentito ferito e angosciato per la sua mancanza. La sua testa gli sta suggerendo che quella faccenda non è un suo problema. Si passa una mano sul viso. “Okay, quindi quello che mi stai dicendo è che vuoi che entri lì dentro e gli menta dicendogli che stiamo ancora insieme?”
Anne gli lancia uno sguardo accigliato. “E’ la cosa migliore per lui, al momento.”
“Ti piace pensare di avere sempre le migliori intenzioni, non è vero?” Louis non  sa perché ha scelto proprio questo momento per dire alla madre di Harry ciò che pensa,  la situazione lo sta facendo impazzire.
“E’ il consiglio del medico, Louis.” risponde Anne con tono freddo.
“Veramente? Sono sicuro che apprezzerà sapere ciò che hai fatto. Inoltre quando Harry ricorderà tutto come gli spiegherai tutta questa messinscena?”
“Ho bisogno della tua parola prima di farti rientrare in quella stanza. La cosa importante adesso è la salute di Harry.”
Louis non le risponde, si limita semplicemente ad attraversare la porta. Il suo fastidio deve essere chiaro e leggibile sul suo viso perché Harry comincia a guardare lui, sua madre e viceversa. “Fuori!”
Louis  si ferma immobile sul posto.
“Non tu, lei.”
Anne sorride allegramente, come se Harry non le avesse semplicemente detto di andarsene. “Penso che andrò a prendere uno Starbucks poi torno, tesoro.”
Gemma li guarda brevemente poi abbandona la stanza a sua volta.
Louis cammina lentamente al fianco del riccio. Harry lo fissa, il sorriso luminoso che ritorna sul viso. “Ciao.”
“Ehi H. Mi hai fatto spaventare, sai?”
Harry annuisce, aggrottando di nuovo le sopracciglia. “Sono stanco.”
Louis prende una sedia vicino al letto, si siede e prende la mano del riccio tra le sue. “Riposati un po’ allora, starò qui con te.”
Harry sorride e chiude gli occhi. Louis passa il pollice sulla piccola croce tatuata sulla mano dell’altro ragazzo, poi fissa l’ancora che inizia sul polso e termina lungo il braccio. A che cosa serve la forza di un’ancora senza una corda per sollevarla dalla profondità del mare?
Louis guarda dormire quell’uomo che una volta ha amato più di ogni altra cosa al mondo. Quando si sveglierà, probabilmente si ricorderà perché lui non ha più il diritto di sedersi al suo fianco, ma per ora Louis si concederà questi pochi momenti per ricordare come si è sentito felice e completo accanto ad Harry.


 

 

23 dicembre 2019
 
 
 
Harry si sta stancando di svegliarsi con il rumore di persone che parlano, porte che sbattono e altri rumori che si sentono in ospedale. La stanza è ancora relativamente buia, anche se le stanze d’ospedale non possono essere mai completamente al buio, questo l’ha notato. Gli manca la penombra della sua casa e della sua camera.
Si chiede quando arriverà Louis. Starà lavorando? Che giorno è? Vorrebbe essere sveglio quando l’altro arriva, probabilmente il maggiore avrà terminato tutte le sue ferie, ecco perché non è mai presente.
Harry si sente ancora intontito ma almeno riesce a muoversi un po’. L’ultima volta che l’infermiera l’ha controllato è rimasto fermo immobile, con la paura di fare qualche danno irreparabile. Adesso invece prova a cambiare posizione sul letto, è molto difficile. Sembra che la parte destra si muova meglio di quella sinistra. E’ troppo stanco per fare altro. Chiude gli occhi e pensa a Louis, a ciò che vuole chiedergli non appena lo vedrà. C’è qualcosa nella sua testa che cerca di venire fuori, qualcosa che non gli torna. Glielo chiederà quando arriverà da lui. Adesso è troppo stanco per pensarci. Deve dormire.
 
 
 
Si sveglia al suono di alcune voci, probabilmente è arrivata la sua famiglia. Apre gli occhi per vedere se c’è anche Louis. Lui non c’è.
Perché Louis non è al suo fianco? Sarà a lavoro? Deve per forza essere al lavoro. Sicuramente è un giorno feriale e Louis non può saltare le terapie con i pazienti. Ad Harry sembra  di ricordare che qualcuno ha detto che è martedì, non ne è sicuro però. Le cose sono ancora strane e confuse nella sua testa. Gli hanno detto che è del tutto normale  a causa della ferita alla testa e del coma.
Sente di nuovo la voce di sua madre, la porta è mezza aperta e lei è in piedi sull’uscio mentre parla con qualcuno nel corridoio, fuori dalla stanza. Harry pensa di sentire la voce della dottoressa Ahmad, e di qualcun altro.
“Non so quanto sia una buona idea, ma voglio i migliori terapisti per lui.”
Sua madre non sembra contenta mentre discute della terapia con la dottoressa, e Harry non può fare a meno di pensare che dovrebbe essere Louis a decidere i terapisti per la sua guarigione. Ovviamente il suo fidanzato gli avrebbe consigliato i migliori sul campo.
“Posso assicurarti che è uno dei nostri migliori terapisti neuro-fisici.” Afferma Ahmad. “Anche il Dr. Collins è eccellente, ma è in vacanza queste settimane. Hai detto che vuoi iniziare il prima possibile.”
“Immagino che lei debba scegliere me per forza, signora Styles.”
Quella voce gli suona familiare, Niall?
Un enorme senso di sollievo lo inonda quando Niall entra nella stanza. Harry cerca di sedersi sul letto e sua madre e la dottoressa sussultano quando vedono il suo movimento. Tuttavia non riesce a sedersi in posizione eretta, anche se la dottoressa sembra felice anche per il semplice fatto che lui sia riuscito a muoversi.
“Oh, quindi riesce a muoversi da solo.” Dice Niall, consultando il laptop dove presumibilmente ci sono tutte le informazioni riguardo il caso di Harry.
“Fino ad ora non è riuscito a muoversi.” Risponde sua madre.
Harry sbuffa. Anne ha un’espressione orribile e fragile sul viso, come se volesse rimproverarlo, ma ovviamente non può farlo di fronte ad altre persone. Sua madre vorrebbe sempre avere tutto sotto controllo.
La dottoressa Ahmad si avvicina a lui e inizia a parlare in modo che Harry non risponda scortesemente alla madre. Apparentemente la dottoressa ha già capito come si sente riguardo la sua famiglia. “Quindi tutto quello che dobbiamo sapere su Harry non è su quel documento, il signor Styles ha in serbo alcune sorprese per noi.”
Harry pensa di vedere Niall nascondere un sorriso sotto i baffi.
“Niall…”
Un sorrise luminoso emerge sul volto del biondo, poi scompare rapidamente, il che è un po’ strano. Niall si schiarisce la voce. “Ciao, come stai oggi? Sembra che riesci a muoverti più del solito.”
“Si, anche se è un po’ difficile.” Forse Niall parla in quel modo professionale perché è in modalità fisioterapista.
“Okay, vado a valutare alcune cose e vedrò da dove partire, poi parleremo di cosa faremo insieme.”
Harry è così felice di vedere la faccia di un amico, ma non capisce come mai Niall sia andato a vederlo soltanto a titolo professionale. Niall gli pone alcune domande a cui Harry cerca di rispondere facendo del suo meglio, poi lo sottopone ad una serie di test in cui è chiaro che la sua parte sinistra non funziona bene come la destra. I dottori inizialmente hanno pensato che fosse a causa delle costole rotte, ma sembra che Niall non la pensi allo stesso modo.
“Va bene Harry, sulla base di quello che ho visto, la lesione alla testa è responsabile della tua debolezza sul lato sinistro del corpo. Migliorerà man mano che il gonfiore al cervello sparirà, ma avremo bisogno di lavorare sul rafforzamento per farti tornare a fare tutto ciò che hai fatto prima dell’incidente. Faremo tutti a piccoli passi ok? Visto che hai voglia di muoverti, inizieremo col farti sedere meglio sul letto, poi proveremo a lavorare sui piedi. Una volta che riusciamo ad arrivare in palestra, possiamo iniziare con le cose più divertenti, oltre che camminare. Come ti ho detto, piccoli passi giorno per giorno.”
“Ogni giorno?” Harry sa di risultare patetico, ma a questo punto si sente piuttosto disperato e ha voglia di vedere persone diverse dai suoi stessi familiari. Si domanda quando tornerà Louis, ma non vuole sembrare assillante.
“Ogni giorno.” Conferma Niall. “Hai molta terapia da fare, temo. Ma lavoreremo insieme per farti tornare come prima, Harry. Sei giovane e sano, e tutto questo aiuta le probabilità di avere una buona guarigione. La prossima volta parleremo di alcuni obiettivi a lungo termine, ma per ora voglio che ci concentriamo maggiormente su quelli a breve termine. Ti va bene?”
“Sicuro…” risponde Harry, un po’ incerto.
Vorrebbe dire di più. Vuole chiedere a Niall perché è così gentile nei suoi confronti, ma onestamente è troppo stanco e non ha l’energia per iniziare una conversazione del genere. Riesce a vedere sua madre sulla soglia della porta e non capisce perché passi tanto tempo insieme a lui. Ovviamente, sono la sua famiglia, ma non sono mai stati così tanto vicini e intimi. Con sua sorella ha un buon rapporto, ma perché passa così tanto tempo con lui? Apparentemente il suo incidente deve aver cambiato qualche dinamica familiare, o qualcosa del genere.
Un’altra cosa gli viene in mente all’improvviso. Dov’è Zayn?
Non l’ha proprio visto, a meno che l’amico non sia andato a trovarlo mentre dormiva. Stringe gli occhi verso sua madre mentre Niall dice. “Ci vediamo domani, allora.” Per poi uscire dalla stanza.
Forse sua madre gli sta nascondendo delle cose, è famosa per essere subdola e stronza.
“Zayn e Louis?” le chiede immediatamente, con un tono accusatorio. Riesce a vedere gli ingranaggi nella sua testa di sua madre lavorare per elaborare una risposta sensata. Cosa gli sta nascondendo?
“Sono entrambi a lavoro.” Dice infine Anne.
Harry si acciglia, apre la bocca per protestare, ma sua madre lo interrompe.
“Penso che dovresti riposare. Stiamo organizzando il resto del team che ti aiuterà nel recupero, ma abbiamo ritenuto che la terapia fisica fosse quella più importante, al momento. Ho pensato che non riuscissi a muoverti, a quanto pare non è così. E’ importante che tu ci dica come ti senti.”
“No, non sei un dottore, quindi non dirò niente.”
Sua madre spalanca gli occhi e apre leggermente la bocca, sbalordita. Apparentemente non sembra abituata al fatto che il figlio le parli in questo modo, ad Harry non gliene frega nulla. Anne sta usando la sua debolezza contro di lui, cercando di impossessarsi della sua vita proprio come quando è stato un bambino. Harry sente il panico crescere nel petto, vuole che quella donna si allontani subito da lui. Si sente stanchissimo al momento e vuole soltanto vedere Louis. Fanculo a tutto il resto.
“Louis – Louis. Adesso.” Riesce a pronunciare con difficoltà.
Sua madre sembra allarmarsi e si blocca un momento prima di rispondere. “Harry, va bene. Calmati adesso. Prometto che non – non interferirò più. Sto solo cercando di offrirti la migliore assistenza medica, tutto qui.”
“Louis.” dice di nuovo Harry, alzando la voce finché non gli fa male il petto. “Lui lo sa.” Non vuole che sua madre prenda queste decisione quando è Louis che dovrebbe prenderle.
Anne sembra ancora un po’ allarmata, poi uno sguardo determinato le attraversa il volto. “Hai ragione, va bene. Gli farò decidere i tuoi terapisti, okay? In effetti, ci incontreremo tutti insieme per parlare della tua guarigione. Sicuramente lui può dirci come aiutarti nel migliore dei modi, so che è molto ben informato su queste cose. Dopo ci incontreremo per prendere alcune importanti decisioni insieme. E’ chiaro che non sei in grado di controllare tutte le tue facoltà, al momento, ma ce la farai.”
Harry lo sa. Il suo corpo non funziona perfettamente. Inoltre sente che le cose non stanno andando come dovrebbero, ma non riesce a spiegarsi il perché. Forse da come lo trattano tutti quanti, non è sicuro che sia soltanto perché ha avuto un incidente e perché la sua testa non funziona correttamente, vuole scoprire cosa c’è sotto.
Si sente a corto di energie in quel momento, non può continuare a parlarne.
“Ti lascerò riposare un po’, tesoro.” Dice sua madre, girandosi verso la porta. “Non ti preoccupare, capirai tutto.”
Harry chiude gli occhi, c’è soltanto una persona che può aiutarlo a capire cosa sta succedendo, e quella persona non è sua madre.
 
 
 
 
 
 

24 dicembre 2019
 
 
 
Louis ha un paziente oggi, non gli dispiace dover andare a lavoro per un’ora il giorno del suo compleanno, soprattutto non per questo cliente. Non molti terapisti lavorano la vigilia di Natale, solo Cynthia è presente quando arriva in clinica.
“Ehi, che ci fai qui?”
La donna si acciglia. “Lavori d’ufficio, mi sto portando avanti. Avremo così tanti giorni liberi che mi annoierò sicuramente.”
Louis ridacchia. “Fai bene, ma sicuramente non lavorerai tutta la giornata, visto che oggi è la vigilia di Natale.”
“Hai ragione, devi vedere Nino oggi?” domanda la donna.
Louis annuisce. “Si, ha davvero bisogno di mantenere il suo programma costante, anche durante le vacanze natalizie. E’ meglio per lui.”
“E per te va bene lavorare per le vacanze?”
“Non mi dispiace.” Dice Louis dirigendosi verso il suo ufficio. “Non ho pianificato nulla per oggi.”
Sente Cynthia sospirare profondamente. “Louis, sei così giovane. Dovresti andare fuori a divertirti, ogni tanto. So quanto prendi sul serio il tuo lavoro, ma…”
“Non è solo lavoro, e tu lo sai.”
“Lo so, lo so, ma ciò non significa che tutta la tua vita  debba essere – questo.”
“Non è così, infatti. Stasera esco con i miei amici per festeggiare. Puoi venire anche tu se non hai altri impegni.”
Cynthia sbuffa. “Vuoi che la tua collega di cinquantatré anni esca insieme a te per il tuo compleanno? Hai davvero bisogno di uscire di più, tesoro.”
“Hey! Vorrei soltanto che la mia amica, Cynthia, venisse a festeggiare insieme a me. Non c’è niente di male!”
“E’ bello da parte tua, Louis, ma stasera porterò Aaron a vedere un film.”
“Star Wars?” domanda Louis.
“Si, Star Wars.” Conferma la donna.
“Voglio andare anche io a vederlo, forse potrei aggiungermi a voi…”
“Louis! Devi passare la serata fuori con i tuoi amici, insieme ad altri giovani, a ballare, a divertirti… promettimelo.”
“Ma tu non sei vecchia! E Aaron conta sicuramente come giovane.”
“Aaron ha dodici anni, Louis.” precisa Cynthia.
“Vedi? E’ giovane.”
Louis sente delle voci fuori dalla porta e la mamma di Nino che dice. “Okay, ma l’arrampicata si può fare solamente in palestra.”
“Ciao!”
“Ciao, Nino! Come stai oggi?” domanda mentre il suo paziente preferito lo abbraccio.
“Sono andato da nonno Ray e nonna Maria.”
“Bello! Hai mangiato qualcosa di buono dai nonni?” chiede Louis.
“Mi piace molto mangiare il pesce.”
“So che ti piace, amico.”
“Anche oggi ha bevuto il suo frullato di verdure.” Aggiunge la madre, scrollando le spalle. “Ricominceremo la terapia la prossima settimana.”
“Bene bene, forse si possono aggiungere un po’ più di proteine alla sua dieta.”
“Speriamo di si.” Replica la donna.
“Prima andiamo in palestra, ti va bene Nino?” esclama Louis con tono entusiasta.
“Si andiamo in palestra!”
Louis li conduce attraverso la sala d’attesa e lungo il corridoio, fermandosi ogni due passi perché Nino vuole ammirare tutti gli animali disegnati sui muri. Nel mentre Louis chiacchiera con la madre chiedendole come è andata la settimana. Non appena arrivano in palestra iniziano con l’utilizzare una sorta di altalena in tessuto dove Nino può rannicchiarsi, mentre lui lo fa oscillare da un lato all’altro, per poi farlo rimbalzare. Nino ride a crepapelle. Successivamente, è pronto per affrontare un percorso ad ostacoli formato da arrampicata, tunnel e scivoli, che portano infine ad una piccola lavagnetta con dei gessetti.
“Oh, abbiamo utilizzato i gessetti anche a casa. Non so perché ma sembra preferirli a tutto il resto.” Dice improvvisamente la madre.
“Gli piace usare questa tecnica, sta imparando a tenerli correttamente in mano.” Spiega Louis non appena Nino raggiunge la fine del percorso, esortandolo a scrivere la lettera D. “Dai che ce la puoi fare!”
Nino disegna diligentemente la lettera D, poi riparte con la corsa ad ostacoli. Il ragazzo riesce a trascrivere ogni lettera e a terminare il suo percorso ad ostacoli. Sicuramente è valsa la pena venire a lavorare di sabato. Louis dà a Nino il cinque con la mano e terminano la loro sessione di palestra in sella ad una cyclette.
“Grazie per esserti reso disponibile, Louis.” dice la mamma del ragazzo mentre prende Nino per mano.
“Nessun problema, mi fa piacere.”
Louis esce dalla clinica con il cuore più leggero, ma il suo sorriso vacilla non appena vede l’ospedale di fronte a lui. Si morde il labbro nervosamente.
Gli avranno già raccontato la verità? E se non gliel’avessero detto? E se Harry giace ancora in quel letto chiedendosi dove si trovi Louis? Fanculo. E se invece gliel’hanno detto, Harry è arrabbiato con lui?
Louis percepisce il vento freddo contro il viso ma non riesce a muoversi, resta immobile in mezzo al marciapiede. Alcuni fiocchi di neve iniziano a cadere dal cielo e immagina di restare lì in piedi fino a quando la neve non lo coprirà completamente, nascondendolo al mondo intero. Onestamente non ha idea di cosa fare. Nessuno ti dice come comportarti quando il tuo ex ragazzo improvvisamente non ricorda di aver rotto con te.
Comincia a rabbrividire, quindi si sforza di camminare verso la sua vecchia auto. Entra nell’abitacolo e accende il riscaldamento, anche se tutto ciò che esce dalle bocchette è aria fredda. Ha un ricordo improvviso dei sedili riscaldati delle macchine lussuose possedute da Harry. La sua vecchia Corolla non è stata molto utile nei sei anni in cui è stato insieme al riccio. Adesso invece gli è tornata utile, anche se dovrebbe sostituirla con qualcosa di più nuovo. A questo punto della sua vita può permettersi di comprarsi un’auto nuova, tuttavia c’è sempre qualcosa che gli impedisce di farlo.
Si giustifica dicendo che non ha ancora comprato una macchina perché quella che ha funziona, ed è meglio risparmiare soldi piuttosto che spenderli inutilmente. Sa che non è così. Riesce ancora a sentire l’eco delle parole della madre di Harry nella sua testa, ed è come se stesse ancora cercando di dimostrare quanto quella donna si fosse sbagliata su di lui, anche dopo tutti questi anni.
Forse Zayn ha tempo di fare un po’ di shopping con lui, oggi.
Si dirige verso casa attraversando le strade spolverate di bianco, ogni angolo di quella città gli fa venire in mente Harry e la sua vita passata. Inizialmente ha pensato che sarebbe presto diventato immune a tutti quei ricordi, visto che il nome della famiglia di Harry è presente ovunque posi lo sguardo. Ha pensato di averlo superato, ha pensato di essere pronto ad andare avanti, ma l’incidente del riccio ha distrutto tutto quanto e l’ha fatto tornare bruscamente a due anni prima.
Attraversa la porta di casa e Stuart gli salta addosso, eccitato. “Vuoi fare una passeggiata anche se nevica?”
“Ehi!” sente Zayn chiamarlo dalla cucina.
“Hey, porto Stuart a fare un giro.”
Zayn esce dalla cucina e lo guarda attentamente come se lo stesse valutando, forse per capire il suo stato d’animo. “Stai bene?”
“Sicuro, ho appena finito di lavoro e sono appena tornato a casa. Sto bene.”
“Ne vuoi parlare?”
“A proposito di quello che ho fatto a lavoro?” domanda Louis.
Zayn lo guarda accigliato. “Non fare lo stupido, Lou. Non hai ancora detto una parola sulla visita ad Harry. Sei tornato a casa dall’ospedale dicendo che è andato tutto bene, ma in realtà mi è sembrato che tu avessi appena visto un fantasma.”
Louis si sente morire, in quel preciso momento. “E’ stato così…”
“Cosa vuoi dire?”
“Ho visto un fantasma. Ho visto di nuovo l’Harry che ho conosciuto – il vero Harry. Mi è sembrato diverso, naturalmente sta male, i suoi capelli adesso sono molto corti, ma mi ha guardato come se stesse ancora… “ Louis non riesce a terminare la frase, sente un groppo risalirgli in gola. “Fanculo, non voglio continuare.”
“Va tutto bene, Lou.”
“Dici che va tutto bene? Mi ha guardato come se mi amasse ancora! Come se fossimo ancora innamorati!” a Louis fa male condividere quei pensieri con qualcuno. Ha pensato che, forse, condividerli ad alta voce con un amico lo avrebbe fatto sentire meglio, in realtà si sente totalmente l’opposto.
Zayn lo guarda con una faccia sconvolta. “Lou, cosa stai dicendo?”
Louis si passa una mano tra i capelli. “Ti sto dicendo che Harry non ricorda niente, non sa che ci siamo lasciati.”
“Di che cazzo stai parlando?”
“Harry non sembra ricordare gli ultimi anni… non so quali e quanti ricordi ha perso, me lo sto chiedendo anche io. Sua sorella è venuta da me per dirmi di andarlo a trovare, Harry si è agitato quando non mi visto lì insieme a lui.”
“Fanculo.”
“Lo so…” sussurra Louis.
“Mi sto domandando da giorni perchè alla fine hai deciso di andare a vederlo, all’inizio non mi sei sembrato molto favorevole alla cosa.” Zayn si siede sul bracciolo del divano. “Allora, cosa hai intenzione di fare?”
“Vado a fare una passeggiata con Stuart.” Proprio in quel momento il cagnolone si avvicina a lui tenendo il guinzaglio in bocca.
“Lou-“
“Tornerò presto.” Louis si affetta ad uscire dalla porta, infilando velocemente il guinzaglio al cane.
La neve continua a cadere imperterrita mentre passeggia con Stuart tra le strade della città imbiancata. Stuart segue le impronte lasciate da un altro cane lungo il marciapiede, in qualche modo entrambi decidono che oggi saranno quelle impronte sconosciute a guidarli. Fa freddo, ma almeno non tira vento. Il loro quartiere è smorto e deserto, gli alberi scheletrici e privi di foglie, anche se qualche mucchietto è rimasto accumulato sui marciapiedi. Tutto inizierà a diventare più bello con la neve che appesantisce i rami di pino e che luccica sul terreno.
La quiete delle strade innevate è spezzata soltanto da qualche auto che passa sulla strada. È tutto così tranquillo che Louis riesce finalmente a riflettere su alcune cose. Sa che quando tornerà a casa Zayn avrà molte domande da porgli, a cui lui probabilmente non saprà dare una risposta. Riesce a percepire Harry che lo attrae verso di sé, pur trovandosi dall’altra parte della città, inducendolo a pensare di poter avere ancora un posto nella sua vita. Louis deve ricordare a se stesso che non è la realtà. Quante volte deve soffrire ancora prima di imparare la lezione? Si sente in questo modo soltanto perché Harry non riesce a ricordare tutto ciò che è successo tra loro.
Non può fare a meno di chiedersi se inviare un messaggio a Gemma sia appropriato oppure no. Non è nemmeno sicuro che la ragazza abbia ancora lo stesso numero di cellulare. Suppone che se la sua presenza fosse davvero necessaria, l’avrebbero già contattato. Vorrebbe aver pensato prima di dare a Gemma il suo numero, semplicemente per avere qualche aggiornamento sulle condizioni del riccio.
Il vento iniziare a salire man mano che si avvicina a casa. È un vento silenzioso che lo attraversa completamente fino ad entrargli dentro le ossa. Sia lui che Stuart si scuotono la neve di dosso prima di andare nell’appartamento. Non è ancora pronto per parlare dell’accaduto, ma probabilmente non ha altra scelta.
Zayn lo sta aspettando con una tazza di tè tra le mani. Louis sospira stancamente, appende il cappotto e si toglie le scarpe sul tappeto. Zayn gli fa un piccolo sorriso mentre si avvicina e sprofonda nel divano accanto all’amico.
“Mi dirai cosa è successo adesso? O mi lascerai dopo avermi detto, oh si Harry ha un’amnesia, non è niente di che.”
Louis tossisce nervosamente. “Amnesia? Penso che stai esagerando, non fare il drammatico.”
“Beh, non si ricorda della vostra rottura che è stata due anni fa, quindi non saprei in che altro modo chiamare il suo problema.”
Louis prende la tazza di tè tra le mani per scaldarle. “La sua memoria è solo un po’ confusa, o qualcosa del genere.”
“Hai detto che ti ha guardato come se fosse ancora innamorato di te.”
Louis fa una smorfia. “Si, non ha detto molto. Ha voluto soltanto vedermi, dopo si è messo a dormire.”
“Che cosa ti ha detto esattamente?”
“Beh, ha cacciato sua madre fuori dalla stanza. E io gli ho detto che mi sono spaventato quando ho saputo che ha avuto un incidente.”
Zayn sospira profondamente. “Lou-“
“Beh, lo sai come sono fatto. Non riesco a far finta di niente!” esclama Louis sulla difensiva.
“Lo so che ti importa ancora di lui. Ricordati che puoi preoccuparti di qualcuno anche se non parli più con quella persona.”
“Lo so, hai ragione. Solo che – è stato difficile resistere quando mi ha guardato in quel modo, e quando ho tenuto la sua mano. Si è addormentato subito dopo e io ho aspettato un po’ prima di andarmene. Sai, per essere sicuro che si fosse addormentato sul serio.”
“Giusto…” probabilmente Zayn sa che Louis si è seduto accanto al letto del riccio, come uno sciocco, ad osservarlo respirare e per ascoltare i suoni che emette l’altro ragazzo quando dorme.
Louis sorseggia il suo tè. “Ho detto a sua madre che non penso che gli sarebbe piaciuto non sapere la verità. Quindi non so se mi abbia ascoltato o meno. Solo – mi fa sentire male pensare che lui mi voglia lì ed io non ci sono. Cosa penserà quando non mi vedrà accanto a lui? Forse la madre gli ha già raccontato la verità?”
“Mmm, probabilmente no.” Zayn lo fissa con uno sguardo strano sul volto.
“Non pensi che gliel’abbia detto? Voglio dire, forse ha ricordato tutto quanto da solo.”
“Ummm-“
Louis socchiude gli occhi. “Cosa sai che io non so?”
“Niall ha chiamato subito dopo che sei uscito con Stuart, sembra che oggi gli abbiano affidato un nuovo paziente.”
“Porca puttana.”
“Normalmente non ne parlerei, ma Niall mi ha detto che Harry avrà bisogno di un terapista occupazionale e di un team di recupero.” continua a spiegare il moro.
“Oh…” La mente di Louis è piena di pensieri controversi, in quel momento. Sta pensando a Niall e Zayn che lavorano con il riccio per aiutarlo a guarire.
“Bene, posso vedere se Angie è disponibile. E’ la migliore quando si tratta di lesioni cerebrali o amnesie, quindi…”
“Zayn, tu sei il migliore in questo campo.” Lo interrompe Louis.
“Louis, non sono l’unico terapista occupazione presente in città. Potrebbe occuparsene Angie oppure Greg…”
“No, va bene. Se ti chiedono di farlo non pensare a me, decidi da solo cosa è meglio per te. Posso anche non stare più insieme ad Harry ma non significa che non voglio che guarisca e che torni come prima. Sarebbe in ottime mani con te e Niall nel team.”
“Se sei sicuro…”
“Ne sono sicuro.” Conclude il discorso Louis.
 
 
 
 
 
 
 
29 dicembre 2019
 
 
Harry vorrebbe riavere il suo cellulare. La televisione trasmette soltanto alcuni canali via cavo oppure locali. Non ricorda di aver mai visto quei canali televisivi, prima di quel momento. La sua unica compagnia sembra essere la madre, che cerca di mandare via dalla stanza facendole fare commissioni inutili, oppure la sorella, con cui ha spesso conversazioni imbarazzanti. Infine ci sono i dottori, gli infermieri e le persone che lo controllano costantemente.
Il suo logopedista passa due volte al giorno e gli ripete continuamente che sta migliorando a vista d’occhio. Non ha problemi a deglutire e le sue abilità verbali stanno tornando prima del previsto. È ancora in grado di pronunciare brevi frasi, a volte confonde le parole, ma sta diventando molto più bravo a comunicare ogni giorno che passa. Il suo corpo è l’unico problema e la sua più grande sfida.
Harry è elettrizzato quando Niall entra improvvisamente nella stanza per la terapia.
“Ehi Harry. Come ti senti oggi? Sei riuscito a sederti più comodo.”
“Si.” Risponde lui, un po’ sorpreso. Onestamente non se n’era accorto, ma è riuscito ad alzarsi dal letto da solo e appoggiare la schiena contro il cuscino. “Ho anche la televisione, adesso.”
“Ho visto, stai guardando qualche serie tv?” replica Niall con un sorriso sul volto.
“Non ho Netflix purtroppo.”
“Oh vero, forse qualcuno potrebbe portarti un ipad o un laptop. In ospedale c’è il wifi.”
“Chiedilo a Louis, per favore.”
Niall sogghigna tra sé e sé, poi decide di cambiare discorso. “Certo. Allora, cominciamo a fare alcune cose per tirarti fuori da questo letto.”
Durante la sessione, Harry riesce a sedersi completamento sul letto senza nessun supporto, ma è ancora abbastanza deprimente non riuscire a muoversi correttamente. Quando Harry si sente stanco, Niall lo aiuta a distendersi a letto e fanno alcuni semplici esercizi per le gambe, in modo da farle tornare operative. Niall gli massaggia le caviglie, gli fa piegare le ginocchia e muovere i fianchi. Il lato destro del corpo funziona perfettamente, ma spostare il lato sinistro lo fa sudare e lo lascia senza fiato. Ripensa ai mesi in cui ha frequentato la palestra, facendo serie infinite di addominali per mantenere un fisico decente, in modo da poter mantenere il passo con Louis e il suo corpo perfetto.
Niall deve vedere la frustrazione impressa sul suo volto. “Andrà meglio, lo sai. Sei già molto più attivo oggi e sei riuscito a sederti da solo, anche se sei più debole sul lato sinistro. Domani proveremo a metterti sulla sedia a rotelle, forse. Almeno potrai andare in bagno da solo, è una bella cosa non credi? Avrai un po’ più di privacy. Non scoraggiarti, stai andando alla grande.”
Harry riesce a sorridere. “Grazie, Niall.”
“Ehi, sei la seconda persona più testarda che conosco. Tornerai come prima, Harry.”
“Lo so, tornerò come prima. Mi fido di te.”
Il sorriso di Niall vacilla per un secondo ed Harry si domanda il perché. Non gli piace la sensazione che avverte nella bocca della stomaco, lo inquieta parecchio.
“Perché sei così strano?”
“Cosa c’è di strano?” domanda il biondo.
“Tu – tutti quanti. Qualcosa non va?”
Niall si schiarisce la gola. “So che sei frustrato Harry. Non è mio compito dirti come stanno le cose, alcuni membri del tuo team medico e la tua famiglia sono fuori che aspettano che finiamo la nostra sessione, poi vorranno incontrarti per parlare della tua guarigione.”
“Va bene…”
“Vado a chiamarli, okay?” Niall si precipita fuori dalla stanza, come se non vedesse l’ora di andarsene. Il suo breve discorso avrebbe reso nervoso chiunque, pensa Harry. Sa che c’è qualcosa che non va. Cosa gli stanno nascondendo tutti quanti? Riesce a sentire le gambe attaccate al corpo, anche se spostarle gli risulta difficile e faticoso, quindi non pensa di essere rimasto paralizzato o qualcosa del genere.
La dottoressa Ahamd entra nella stanza con un sorriso gentile sul volto, seguita da sua madre, suo padre e sua sorella. Niall entra accompagnato da una donna che Harry non riconosce.
“Quindi Harry, il tuo terapista ci ha detto che hai alcune domande da porci.” inizia il discorso la dottoressa.
“Cosa c’è che non va? Dov’è Louis?” Harry vede sua madre e sua sorella scambiarsi una lunga occhiata. Suo padre invece sembra un po’ addolorato. Niall preferirebbe essere da tutt’altra parte, piuttosto che all’interno di quella stanza. Harry guarda direttamente in faccia la dottoressa perché è l’unica che lo sta fissando come se non fosse pazzo.
“Harry, abbiamo riunito una squadra per la tua guarigione. Ovviamente Niall sarà il tuo fisioterapista e questa è la dottoressa Hausman, sarà la tua neuropsicologa. Stiamo cercando un bravo terapista occupazionale, ma abbiamo deciso prima di parlarti di persona per farti sapere esattamente cosa sta succedendo, non vogliamo tenerti all’oscuro.”
“Cosa c’è che non va?” ripete Harry, confuso.
“Bene, hai delle evidenti lesioni fisiche e una lesione cerebrale. Hai già incontrato alcuni dottori del tuo team, il dottor Lang è il tuo medico per quanto riguarda la parte fisica e la riabilitazione. Il dottor Henke è il tuo medico ortopedico che seguirà le tue fratture costali. Vorremmo che tu incontrassi un terapista occupazione per valutare le tue prestazione funzionali e motorie, e hai già incontrato il logopedista, Sterre Levinson. Naturalmente c’è la dottoressa Hausman che ti aiuterà a gestire le tue emozioni e in particolare la memoria.”
“Memoria?”
“Si Harry, crediamo che potresti avere una piccola amnesia.”
“Ok, dov’è Louis? Ho bisogno dell’aiuto di Louis.” insiste Harry.
“Harry…”continua la dottoressa Ahmad.
Harry avverte la sue frequenza cardiaca aumentare notevolmente, tutti lo stanno guardando con pietà e compassione e tutto ciò lo sta facendo impazzire.
“Sospettiamo che tu abbia perso la memoria dei tuoi ultimi anni…”
“Perché sono stato in coma?”
“Può darsi, vorrei che tu provassi a pensare al tuo ultimo ricordo prima dell’incidente.” Domanda dolcemente la dottoressa.
Harry chiude gli occhi per un momento, sentendo un principio di mal di testa. “Louis, mercato degli agricoltori. Cibo thailandese. Un cucciolo.”
Vede che tutti i presenti si scambiano occhiate preoccupate.
“Ricordo dei cuccioli. Rizzo, forse? Oppure Bryant e Ross-“
“Oh merda.” Esclama Niall, incontrando i suoi occhi per un momento prima di spostarli sul pavimento. “Scusatemi.”
“Cosa c’è?” domanda di nuovo Harry, sente il panico prendere il sopravvento. “Louis si è fatto male?”
“Louis non è stato coinvolto nell’incidente.” Sussurra Gemma.
Harry sente la pressione sul petto alleggerirsi notevolmente, dunque questo incontro enigmatico non ha nulla a che fare con Louis. Il suo Louis sta bene, è vivo e in salute.
“In che anno siamo, Harry?” domanda di nuovo la dottoressa.
Che domanda strana. “Nel 2016?”
“Beh ha ragione, quello è stato l’anno dei cuccioli.” Mormora Niall.
Harry non è sicuro di cosa significhi, ma prima di poterlo chiedere, sua madre si mette di fronte a lui. “Harry-“
“Cosa?”
“Siamo nel 2019.”
“Cosa stai dicendo? E’ uno scherzo?”
“Non è uno scherzo, Harry.” dice Gemma, mentre si muove per sedersi ai piedi del letto.
Harry si accorge in quel momento che la sorella indossa un cappotto invernale lungo e bianco.
“Non siamo in estate.” Dice stupidamente.
“No, siamo a dicembre. Dicembre 2019.”
“L’incidente come è avvenuto?”
“Hai partecipato alla raccolta fondi della John Selley Foundation e hai deciso di tornare a casa prima con un Uber, che è andato a sbattere contro un’altra vettura per colpa del ghiaccio.”
Harry sta provando ad elaborare tutte queste informazioni, mentre fa dei respiri profondi per calmarsi. Sente il petto stringere, come se non riuscisse ad espandersi abbastanza per farlo respirare correttamente. Tutto quello che riesce a pensare è a colui che manca in quella stanza.
“Dov’è Louis?” domanda di nuovo, guardando i volti preoccupati delle persone intorno a lui.
“Verrà se lo vuoi.”
“Gemma…” la interrompe Niall.
“Lo farà.” Insiste la sorella, facendo tacere Niall con un semplice sguardo. “E’ già venuto, verrà di nuovo se lo desideri.”
“Perché non dovrebbe venire? Perchè…” la realtà dei fatti lo colpisce all’improvviso. Sente in petto in fiamme e il cuore battere furiosamente. “Per favore no. Non l’abbiamo fatto sul serio…”
Sta pregando che tutti gli dicano che è soltanto un brutto sogno, che quello che stanno cercando di fargli capire è totalmente impossibile.
“Harry, vi siete lasciati-“ sussurra Gemma, anche lei sembra provata dall’intera situazione.
Ora che gli hanno detto la verità, ad Harry sembra di non riuscire a respirare. Ansima forte per cercare di immettere aria nei polmoni, subito dopo la dottoressa corre al suo fianco, intimandogli di contare e provare a prendere respiri profondo. Contare, respirare e calmarsi non faranno comparire Louis in quella stanza, quindi a che serve farlo?
“Harry, o segui le istruzioni del dottor Hausman o dovrò sedarti.” Dice con tono severo la dottoressa.
Guarda immediatamente Hausman negli occhi e cerca di seguire le istruzioni della donna. Non può permettergli di sedarlo. Non quando deve scoprire tutto quello che è successo negli ultimi tre anni. Non quando deve capire come fare per riavere Louis.
 
 
 
 
 
 
 
30 dicembre 2019
 
 
 
Louis sta spalando la neve con una grossa pala gialla, mentre Stuart si aggira intorno al cortile saltando sui mucchietti di neve, eccitato come un bambino di fronte alla prima nevicata. La scorsa notte ha nevicato  di nuovo ed è arrivato il suo turno di spalare, anche se non gli dispiace più di tanto. Esercizio fisico e la quiete di una fredda mattinata del Midwest. Beh, l’atmosfera sarebbe abbastanza tranquilla se non ci fosse Stuart a rovinare tutto.
Deve finire in fretta per poi andare a lavoro, quindi prova a spalare più velocemente. Vorrebbe avere anche il tempo per bere una tazza di tè caldo e fare colazione. Sente il suono di un clacson lungo la loro via, ma non si prende la briga di alzare lo sguardo finchè l’auto non si ferma proprio di fronte a casa sua.
Stuart si dirige verso la macchina, abbaiando, e Louis riconosce immediatamente la Mercedes di Gemma. La ragazza scende lentamente dall’auto e Louis la osserva camminare in modo cauto sulla neve fresca, gli alti stivali di pelle che scricchiolano. Non incontra i suoi occhi, li tiene incollati a terra per accertarsi di non scivolare sul ghiaccio, fino a quando non lo raggiunge.
“Ciao Louis.”
“Hey, va tutto-“ Louis tossisce nervosamente. “ Va tutto bene?”
Gemma sa a cosa si sta riferendo. “Si, lui sta bene. Beh in un certo senso- possiamo entrare e parlare?”
“Si, certo.” Risponde incerto. “Ho ancora un po’ di tempo prima di andare a lavoro.”
Louis fa strade verso la porta d’ingresso con Stuart alle calcagna. “Lo so, ho parlato con la tua receptionist poco fa, mi ha detto che saresti arrivato a lavoro verso le nove.”
Vorrebbe quasi arrabbiarsi per il fatto che la Cynthia abbia detto ad una estranea i suoi orari di lavoro, ma non gli sembra il momento opportuno per fare una scenata. Suppone che Gemma abbia utilizzato la carta. “Lavoro per la Selley.” E Cynthia ha abboccato all’istante. Oppure le avrà detto semplicemente di essere la sorella di Harry Styles.
Salgono i gradini con cautela, sono puliti ma ancora un po’ scivolosi. “Devo ancora metterci un po’ di sale, scusami.”
“Non preoccuparti, sono io che ti ho interrotto.”
Gemma si toglie la neve dagli stivali sbattendo i piedi sul tappettino all’ingresso e Stuart si scuote la neve di dosso prima di entrare per primo all’intero dell’appartamento. Il cagnolone corre verso la cucina, probabilmente per rifocillarsi. Louis tiene la porta aperta per Gemma per farla entrare in casa sua.
“Sto per preparare un po’ di tè, ne vuoi un goccio?”
Gemma si rilassa visibilmente e fa un respiro profondo. “Se lo devi fare si, mi piacerebbe una tazza di tè caldo.”
Louis accende il bollitore e prende due bustine di tè da una scatola sul bancone della cucina. Non sente nessun rumore provenire dalla camera da letto di Zayn, probabilmente l’amico sta ancora dormendo. Gemma non dice nulla mentre prepara il tè e lui resta girato di spalle mentre afferra due tazze, il barattolo di miele e il latte. Infine, quando non ha più niente da fare, si volta verso la ragazza e aspetta che l’acqua si riscaldi.
Lei è seduta rigidamente al tavolo della cucina, il cappotto ancora addosso. Louis non sa se dirle o meno di togliersi la giacca e mettersi comoda, non sa quanto tempo ha intenzione di restare. Alla fine Gemma si accorge che lui la sta fissando e gli rivolge un sorriso per farla tranquillizzare.
“Suppongo che ti starai chiedendo perché sono venuta di nuovo a trovarti.” Dice Gemma, con tono esitante.
“Si – voglio dire, ho pensato di scriverti un messaggio per chiederti aggiornamenti, ma non penso di avere il diritto di saperlo.”
Lei lo guarda come se avesse appena detto una cazzata. “Hai tutto il diritto di sapere come sta Harry. In realtà sono venuta proprio per aggiornarti sulla situazione.”
“Oh okay. Non so se gli avrebbe fatto piacere vedermi. Non che io sappia cosa vuole Harry, ma…”
“So che mia madre ti ha detto che Harry è un po’ disorientato e che gli mancano alcuni ricordi, ora sappiamo a che livello è la sua amnesia.”
Louis sente il cuore iniziare a battere furiosamente. “Va bene, quindi non si ricorda ancora nulla? Gli è stato detto che ha perso la memoria?”
“Si, glielo abbiamo riferito.” Gemma sospira pesantemente. “Louis, non si ricorda niente degli ultimi tre anni.”
“Tre anni?” il bollitore fischia proprio in quel momento. “Cazzo.”
“L’ultima cosa che ricorda è che siete andati ad un mercato contadino e avete deciso di prendere un cucciolo da portare a casa.”
“Cazzo…” Louis si accascia sulla sedia di fronte a Gemma. “Quindi lui – pensa ancora…”
“Adesso conosce la verità, sa che non state più insieme. Non ricorda nulla del passato, soltanto che si è risvegliato in ospedale nel 2019.”
Louis sta vacillando. Gli hanno riferito che Harry è un po’ confuso dopo l’incidente, ma perdere tre anni è molto di più che essere un po’ confusi.
“Ha pensato immediatamente che fossimo in estate.” Continua Gemma con voce flebile. “Mi ha guardato con indosso il cappotto e gli stivali e mi ha detto, “Allora non siamo in estate”. Dio, puoi immaginare come si sente al momento? Un secondo prima per lui è estate poi si sveglia e c’è la neve per terra. E non gli mancano soltanto sei mesi, non ricorda degli anni interi. Non riesce nemmeno a ricordare la cosa peggiore che gli sia mai capitata in tutta la sua vita.”
“Non so se ricordare l’incidente sia una bella cosa, comunque. Forse è meglio così.”
“Non mi riferisco all’incidente, Louis.”
Louis vuole chiedere a Gemma a cosa si sta riferendo, ma si alza e si avvicina al bollitore per prendere l’acqua calda. La versa in due tazze e mette una bustina di tè in ognuna, prima di posarle sul tavolo.
“Abbiamo un team di persone che lavoreranno alla sua guarigione, tra cui Niall e un neuropsicologo, la dottoressa Hausman. Sta già vedendo un logopedista e un ortopedico, ma abbiamo bisogno di un terapista occupazionale. E noi – beh Harry in realtà – ha detto che tu saprai sicuramente chi consigliarci.”
Louis sente le dita tremare mentre afferra la tazza. Harry vuole ancora i suoi consigli. Anche dopo aver saputo che non stanno più insieme. “Ad essere sinceri, Zayn Malik è il miglior terapista che conosco, al momento.”
Gemma annuisce, ma il suo volto rimane serio. “Sarà un problema per te, Louis? Il nome di Zayn ci è già stato consigliato, ci stiamo pensando, ma so che è il tuo migliore amico, nonché coinquilino.”
“Zayn è un professionista.” Insiste Louis. “E’ il migliore che ci sia e chiaramente voi state cercando il meglio per Harry.”
“Si, è vero.” Gemma lo studia attentamente, all’improvviso è diventata molto pensierosa. “Ti importa ancora di lui.”
“Certo che mi importa. E’ l’amore della…” Louis si blocca, cercando di mordersi la lingua. “Gli aspetta una lunga guarigione, ha bisogno di un buon team.”
Gemma annuisce in accordo con lui, prende un altro sorso di tè e si alza dalla sedia. “Grazie per i consigli, e per il tè.”
“Prego, per entrambe le cose.”
Gemma si incammina verso la porta d’ingresso e Louis la segue a debita distanza.
“Louis?”
“Dimmi.”
Gemma si gira di nuovo verso di lui e lo guarda con occhi supplicanti. “Pensi che potresti – andare a visitarlo?”
“Cosa?” dire che non è preparato a questa richiesta sarebbe un eufemismo. Gli sta chiedendo di andare di nuovo a trovare Harry, anche se adesso conosce tutta la verità. “Gemma, non so se sia una buona idea. Sono sicuro che non vuole vedermi.”
“Certo che ti vuole vedere! La sua testa è tornata indietro di tre anni. Tutto ciò a cui riesce a pensare è quanto voglia vederti di nuovo.” la ragazza chiude gli occhi per qualche secondo per recuperare un po’ di calma. “So che non è giusto chiedertelo, lo so. E’ mio fratello, è ferito ed è disperato. E io sono disperata quanto lui, voglio soltanto aiutarlo.”
Louis vorrebbe mandarla fuori dal suo appartamento e far finta di non aver sentito quella richiesta. Avverte la disperazione nella voce di Gemma, ma non sa se presentarsi al letto d’ospedale di Harry sia davvero la cosa giusta da fare. “Ci penserò.”
Gemma sembra rilassarsi dopo aver sentito la sua risposta. “Ha detto che stavate andando in un nuovo posto a provare cibo thailandese.”
Louis la fissa, incredulo.
“Nella sua testa è ancora il 2016.” Dice Gemma, la voce densa di emozioni. “I Cubs hanno vinto, è estate e sta andando al mercato contadino con il suo ragazzo. Poi sarebbe andato a mangiare cibo thailandese. Infine si è svegliato ed è tutto finito.”
Ascoltando quelle parole, Louis sente come se mille frecce gli si fossero conficcate nel petto. “Quanto gli hai detto?”
“Non molto. Non ha esattamente gestito bene la notizia.”
“Cosa è successo?”
“Ha avuto problemi respiratori, il dottore gli ha detto di calmarsi oppure l’avrebbe sedato. Ha fatto alcuni esercizi di respirazione con la dottoressa Hausman per rilassarsi. Mi dispiace dirti tutto questo Louis, che tu sei l’unica persone che Harry vuole vedere.”
Louis si preme una mano sulla bocca. “Ci penserò, come ti ho detto.”
La guarda andarsene e non può fare a meno di ricordare vividamente l’ultimo giorno ricordato da Harry. Una calda e afosa giornata di agosto, hanno riso e mangiato in un camioncino al mercato agricolo. I Cubs hanno vinto, finalmente. Quel ristorante thailandese sarebbe diventato il preferito di Harry.
È stata sicuramente una bellissima giornata. Se solo questo fosse tutto ciò che anche lui ricorda della sua relazione con il riccio. Purtroppo lui ricorda anche le brutte giornate; tutte le volte che Harry ha deciso di non utilizzare la macchina fotografica, tutte le volte che è tornato a casa triste e depresso dopo il lavoro. I commenti cattivi e taglienti che gli ha rivolto, il bere eccessivo, le loro conversazioni vuote che non hanno portato da nessuna parte, soltanto a litigare più del solito.
Louis ricorda anche tutti quei giorni, oltre a quelli belli.
Esce di casa prima che Zayn si svegli. Decide di prendere la strada più lunga per andare a lavoro, quella che costeggia il fiume. Durante la sua relazione con Harry hanno sempre percorso questa strada per attraversare la città, piuttosto che scegliere quella più veloce e scorrevole. Perché non fare la strada più bella? Ha detto Harry, come giustificazione. E Louis ha sempre accettato senza protestare.
Non percorre più quella strada, a meno che non deve andare in centro città. E’ molto più lunga e non conviene farla ogni mattina. Inoltre le cose belle della sua vita lo hanno lasciato molto tempo prima, e non ha nessun motivo per percorrere quella strada da solo. Forse ora ha semplicemente bisogno di farlo per riuscire ad andare avanti.
Nel freddo pungente di quella mattina di fine dicembre, il fiume si agita tra gli alberi innevati che costeggiano le rive e una pista ciclabile che non sarà utile fino all’arrivo della primavera successiva. Il suo Harry avrebbe trovato meraviglioso quel paesaggio. Avrebbe scattato qualche foto e avrebbe catturato dei particolari che di solito nessuno nota. Un barlume di luce sul ghiaccio, uno scintillio nell’acqua in movimento, il sole che sorge sopra gli archi del ponte.
Mentre Louis rientra in città diretto alla clinica, cerca di convincersi che c’è una cosa giusta da fare. Deve solo capire qual è. Parcheggia la vecchia Corolla nel solito posto, ma si blocca in mezzo alla strada prima di dirigersi verso la clinica per osservare attentamente l’ospedale alla sua sinistra. Questa volta, quando sente una forza spingerlo verso Harry, sa che è reale perché il riccio è sdraiato in quel letto d’ospedale ad aspettare lui.
E niente gli sembra più sbagliato che provare a resistere alla forza di gravità.
 
 
 
 
 
 
 
 
31 dicembre 2019
 
 
 
“Harry, mi sa che non ci stai provando per davvero.” Grugnisce Niall mentre cerca di spingere Harry in una posizione eretta accanto al materassino nella palestra adibita per la riabilitazione. Ha un deambulatore davanti a sé e una cintura stretta attorno alla vita. Hanno utilizzato un supporto per stare in piedi durante l’ultima sessione all’interno della stanza di Harry, e questa mattina Niall ha ritenuto opportuno fare dei progressi e spostarsi in palestra. Harry non è sicuro della scelta del biondo, visto che le sue gambe non smettono di tremare.
“Oh giusto.” Harry prova a stringere i muscoli nel tentativo di mantenere tutto il suo peso sulle gambe. Riesce ancora a sentire la parte destra del corpo molto più forte e attiva della parte sinistra. Il ginocchio sinistro continua a cedere sotto al suo peso.
Niall lo guarda con uno sguardo accigliato mentre lui prova a muoversi.
“Posso farcela.” Ripete Harry sulla difensiva.
“So che puoi farcela, ecco perché stiamo per togliere il supporto. Sto solo cercando di decidere quanto dobbiamo lavorare per rafforzare il tuo lato più debole. Ho davvero bisogno di consultare un neurologo.”
“Perché? C’è qualcosa che non va?”
Niall sospira. “Harry, stiamo solo cercando di aiutarti a guarire. Ci riuscirai ok? Lo so. Ma per rispondere alla tua domanda, si, ci sono alcune cose che non sono andate nel modo giusto. Oppure non saresti qui con me provando a restare in piedi.”
Harry sbuffa. “Parli con tutti in questo modo?”
“No, soltanto con te perché sei speciale.” Niall sorride mentre Harry prova di nuovo a spostare il suo peso sulle gambe, aggrappandosi al deambulatore per non cadere. Traballa leggermente ma riesce a rimanere in piedi. Harry restituisce il sorriso all’amico.
“Hai progetti per stasera?” Harry quella mattina ha visto sul calendario che oggi è Capodanno.
Il sorriso sul volto di Niall diventa diffidente. “Non farò niente di che, davvero.”
“Andrai alla festa dell’Autism Society?”
Niall arrossisce. “Si, forse potrei fermarmi lì per un po’.”
È sempre stata la loro tradizione, tutti insieme alla vigilia di Capodanno sono andati alla festa organizzata dall’Autism Society. Anche durante il college hanno partecipato a quella festa, dal momento che tutti, tranne Harry, hanno sempre avuto dei contatti con le persone appartenenti alla società. Ora sarebbero andati tutti quanti senza di lui. Suppone che gli altri siano andati al ballo senza di lui per un bel po’ di tempo.
“L’ho immaginato…”
“Ehi, dato che riesci a stare in piedi, proviamo a camminare un po’ tenendoti stretto alle sbarre? Solo pochi passi.”
Sa che Niall sta provando a cambiare discorso, ma dopotutto Harry è la seconda persona più testarda che il biondo conosca. “Va bene, io cammino ma tu parli.” Si siede di nuovo sulla sedia a rotelle con un piccolo balzo per poi spostarsi dall’altro lato della palestra per raggiungere le sbarre parallele.
“Stai ancora scrivendo poesie?” Niall alza gli occhi al cielo mentre prepara il necessario, aggiustando nuovamente la sua cintura stretta alla vita. Infine lo aiuta a rimettersi in piedi, questa volta ci riesce facilmente, poi Niall inizia a spingerlo per fargli compiere qualche passo.
“Forse.” Risponde lui scrollando le spalle, ma è difficile farlo quando il tuo corpo si sta già sforzando di camminare senza cadere a terra. “Cosa è successo?”
“Cosa intendi dire?”
“Lo sai…” continua Harry, stringendo forte le sbarre. “Tra me e Louis.”
“Cristo.” Mormora Niall mentre si china per aiutarlo a muovere la gamba sinistra. “Non voglio interferire.”
“Perché no? Siamo amici.” Scherza Harry.
Niall si imbarazza visibilmente e il suo collo diventa rosso fuoco.
“Oh…”
“Harry…” prova a dire Niall.
“Quindi non siamo più amici?”
“Harry, ho bisogno che ti concentri suoi tuoi passi e su nient’altro. Sono qui come terapeuta in questo momento, non come tuo amico.”
“Ok, non siamo amici.” Mormora Harry.
Finisce la sessione non prestando particolarmente attenzione a quello che sta facendo. Sta cercando di non mostrare quando gli faccia male il fatto che lui e Niall non siano più amici soltanto perché si è lasciato con Louis. E’ per questo motivo che Zayn non è passato a trovarlo? Neanche loro sono più amici? Harry ha ancora degli amici? Nessun altro si è presentato in ospedale. Che cazzo sta succedendo?
Grugnisce infastidito mentre Niall lo aiuta a tornare sulla sedia a rotelle, dandogli le istruzioni per fare qualche esercizio di mobilità sul letto. “Ci vediamo domani, Harry.” gli sussurra Niall mentre un addetto dell’ospedale lo riporta nella sua stanza.
“Divertiti, stasera.” Non può farci nulla se suona un po’ amaro e triste. Non è confortante immaginare il tuo ex ragazzo e i tuoi ex migliori amici che si divertono senza di te. Il Capodanno è sempre stato speciale, per tutti loro. Non ricorda nemmeno cosa ha fatto durante la sera di Capodanno prima di conoscere Louis. Deve aver fatto qualcosa, ma sicuramente non è stato affatto memorabile, visto che non se lo ricorda.
Più tardi, una volta tornato nella sua camera a sguazzare nell’autocommiserazione, sua sorella bussa alla porta. “Ehi H, come stai oggi?”
E’ vestita in modo professionale, i capelli perfettamente acconciati e Harry sa che deve essere arrivata direttamente dall’ufficio del quartier generale. Non ha molta voglia di parlarle. Si sente  fuori posto quando si trova vicino alla sorella, non è mai stato molto attaccato a lei, ma la sua dedizione a fargli visita ogni giorno gli suggerisce che, forse, adesso parlano molto di più rispetto a prima. La sorella sembra essere a suo agio intorno a lui, cosa che Harry che non ha mai visto prima di quel momento.
“Sto bene.”
Gemma annuisce e si siede vicino alla finestra. “Allora, come sta andando la terapia con Niall?”
Lui scrolla le spalle. “Bene…”
“E ti andrebbe bene Zayn come terapista occupazionale? So che vuoi un consiglio da – beh, da Louis, e lui ha proposto Zayn. Ma se non te la senti possiamo trovare qualcun altro.”
“Che cosa è successo?” Non riesce a smettere di porre quella domanda a chiunque.
“Come ho fatto a convincere Zayn? Non so se qualcuno te l’ha detto o…”
“No, che cosa è successo tra me e Louis.”
I movimenti della sorella sono sempre ben calcolati e programmati, proprio come altra cosa, o almeno così ha pensato Harry fino a quel momento. Gemma, invece, si blocca completamente, sorpresa dalla sua domanda. “Beh, in realtà non lo so Harry.”
Harry osserva Gemma cambiare atteggiamento, diventa improvvisamente più dolce e rilassata. Si sente come se non conoscesse affatto quella persona. L’Harry che è diventato, quello che ha perso Louis, ha conosciuto la vera Gemma? Sospetta fortemente che sia andata così. “Non sai – niente?”
Gemma apre la bocca, esita un istante prima di parlare. “Si, non me ne hai mai parlato. Ma ho una mia idea a riguardo.”
“Allora, perché?”
Lei non gli risponde. “Vuoi che ti dica quello che so della tua vita negli ultimi anni?”
“Ho perso – tutto.” Suona davvero patetico in quel momento. Deve essere l’uomo più patetico di Milltown.
“Non hai perso tutti i tuoi amici.” Risponde velocemente Gemma.
“E dove sono?” Harry indica con il braccio la stanza vuota.
Gemma si mette a ridere e lui le lancia uno sguardo sorpreso. “Oh sta zitto, non fare commenti sulla mia risata.”
“Non voglio fare nessun commento.” Nega con la testa. “Non ricordo – di averti vista ridere.”
“Cosa ricordi?” domanda Gemma.
“Sei sempre stata molto seria…”
La sorella annuisce. “Scusami, a volte è difficile pensare che sei rimasto a tre anni fa, e ricordare i nostri rapporti in quel periodo.”
“E’ diverso adesso?”
“Si, molto diverso.” risponde lei, tristemente. “Per quanto riguarda i tuoi amici H, puoi anche non avere più gli amici di sempre, ma ne hai di nuovi. Hai alcuni compagni di golf, ma soprattutto hai Liam.”
“Aspetta – il golf?”
Lei annuisce, un sorriso ironico sul viso. “Ne sei sorpreso?”
“Io che gioco a golf?”
“Tu che giochi a golf.”
“Che cazzo…” mormora Harry, più a se stesso che a Gemma.
Lei lo ignora e continuare a parlare. “Liam in realtà è ansioso di vederti, è davvero preoccupato.”
“Chi è Liam?”
“Liam Payne? E’ venuto a scuola con te alle superiori. Adesso lavorate insieme quindi siete diventati molto amici. Un po’ come quando siete stati due bambini…”
“Liam Payne – Gesù.”
Quel nome lo riporta davvero indietro nel tempo, a quando è stato un liceale che ha sempre preferito giocare a baseball piuttosto che correre dietro alle avances della reginetta della scuola. Liam è sempre stato un bravo ragazzo, si ricorda che sono stati una buona squadra loro due, hanno deciso che Harry avrebbe fatto il battitore e Liam il ricevitore. Sono diventati molto più amici durante l’ultimo anno di liceo; per essere un ragazzo molto popolare, Harry non si è mai sentito molto felice in quel periodo, quando ha dovuto far finta di essere qualcuno di diverso. Le uniche occasioni in cui è stato felice è quando ha frequentato la classe d’arte.
Sente un principio di mal di testa, queste sono molte informazioni da elaborare, e immagina che sia soltanto la punta di un fottuto iceberg di ricordi che ha dimenticato. Si preme forte le dita sul naso cercando di alleviare il dolore.
“Harry, so che sono molte cose, probabilmente non basterebbe una giornata intera per dirti tutto ciò che hai fatto in questi tre anni. In realtà sono venuta per chiederti se hai bisogno che ti prenda qualcosa a casa.”
“Voglio il mio cellulare.” Vuole anche chiedere la sua macchina fotografica, ma non è pronto a sentirsi dire che potrebbe essere esplosa in mezzi pezzi durante l’incidente.
“Harry sai che il tuo cellulare si è rotto durante l’incidente.”
“Sono milionario, compramene uno nuovo.”
Gemma si alza dalla sedia. “Hai ragione, vado a comprarti un telefono. Probabilmente non sarai nemmeno in grado di utilizzare l’ultimo modello, lo Z plus, ma posso fermarmi un po’ per insegnartelo.”
“Z Plus?” domanda Harry, incredulo.
Gemma sorride. “E’ un nuovo modello, Harry, l’ultimo modello di Iphone.”
“Oh…” si sente un idiota in quel momento, anche se ovviamente non può sapere tutte queste cose.
“Bene, vado a comprartelo subito e poi torno più tardi, se posso. Fintanto che non c’è nulla di urgente a lavoro dovrei essere in grado di prendermi qualche ora libera per insegnarti ad usare un cellulare, va bene?”
“Si, va bene. Grazie.” Risponde mentre la sorella esce dalla stanza.
“Nessun problema, H.”
Quando Gemma se ne va, qualcuno entra con un vassoio per il pranzo. Harry sospira profondamente e tenta di mangiare qualcosa, anche se è tutto insipido e disgustoso. Solo perché ha avuto un incidente non significa che le sue papille gustative abbiano improvvisamente smesso di funzionare. Si sente ancora goffo nel mangiare, ma avrebbe apprezzato qualcosa di buono per pranzo. Decide di mangiare soltanto il budino, per sbaglio ne versa un po’ sul vassoio mentre prova a portarsi il cucchiaio alla bocca.
La ragazza ritorna indietro per prendere il vassoio. “Signor Styles? Ha davvero bisogno di mangiare qualcosa, tengono traccia di ogni cosa, qua dentro.”
Harry aggrotta la fronte. “No, fa tutto schifo.”
Non appena la ragazza si allontana, si rammarica di averle risposto con tono così cattivo. Non è colpa dell’infermiera se il cibo fa schifo. Lei ha soltanto provato ad avvertirlo ed è stata gentile. A quanto pare è diventato il peggior fidanzato del mondo, il peggior amico e ora il peggior paziente. È semplicemente fantastico.
Il suo stomaco brontola e si riduce a guardare i talk show diurni mentre aspetta la sorella. Avrebbe dovuto dirle di andare a casa e recuperare il suo ipad, o qualsiasi altra cosa possieda in quel momento, prima di andare a comprargli un cellulare.
Gemma ritorna qualche ora dopo con un sorriso luminoso sul viso. “Ho un telefono!”
Harry prova a restituirle il sorriso. “Grazie ancora.”
“Vuoi un aiuto su come usarlo? Il ragazzo del negozio è riuscito a trasferirci sopra le cose del tuo cloud, quindi dovresti avere tutto all’interno.” Apre la busta e prende un cellulare.
“E’ molto grosso.” Sussurra Harry. Tutti i cellulari sono fatti così adesso? Non entrerà mai nella sua tasca.
Gemma aggrotta la fronte. “Immagino che fossero molto più piccoli nel 2016, piano piano stanno diventando sempre più grossi.”
Harry tiene il cellulare ingombrante tra le mani e si rende conto che serve un codice d’accesso.
“Oh, gli ho fatto mettere una password, puoi modificarla quando vuoi. Oppure puoi usare l’impronta del dito o il riconoscimento facciale.”
“Okay, grazie.”
“La password è 111111, però cambiala subito, è troppo facile.”
Harry digita i numeri e guarda lo schermo, alcune app gli sono familiari, altre invece no.
“Beh, posso restare qua se vuoi o…”
“Ho bisogno di pranzare, qui fa tutto schifo – ho fatto spaventare pure una povera ragazza – per colpa del cibo.”
Gemma sospira. “Benissimo…
“Le dirò scusa – più tardi.”
Gemma si dirige verso la porta. “Cosa vuoi mangiare? Ho cancellato tutti i miei impegni della giornata, posso prenderti ciò che vuoi. Probabilmente potremmo ordinare qualcosa e farcelo consegnare qui, ma se non ti dispiace restare da solo, potrei prenderti io qualcosa da mangiare e nel mentre fermarmi nel tuo appartamento per recuperare ciò che ti serve.”
“Laptop – ipad.” Ad Harry improvvisamente viene in mente che forse anche questi oggetti tecnologici sono cambiati rispetto al 2016.
Gemma gli lancia uno sguardo comprensivo. “Sono sicura che hai qualcosa di più nuovo, adesso.”
“Giusto…” si sente immensamente stanco, vuole soltanto dormire. “Cibo thailandese – prendilo al Lemongrass.”
Lei sembra sorpresa. “Il tuo posto preferito non è il Rainbow Tahi Cafè?”
“E’ un nuovo posto? No anzi, non è nuovo -” si corregge Harry, prima di rendersene conto.”
“No, non è nuovissimo, ho pensato che non lo conoscessi visto che –“
“E’ il mio ultimo ricordo.” Dice Harry, ricordando il suo ultimo giorno con Louis. “Ecco perché lo conosco.”
Si domanda perché il suo cervello abbia deciso di soffermarsi proprio lì. Non è stata una giornata particolarmente memorabile. Un semplice sabato trascorso insieme al proprio fidanzato, tuttavia è stata una giornata felice. Si domanda se sia l’ultimo giorno veramente felice che il suo cervello ricorda. Quando ha iniziato ad andare tutto a rotoli?
“Bene, chiamerò il Lemongrass e ti porterò qualcosa da mangiare. È vicino al tuo appartamento.”
Lui annuisce in risposta, improvvisamente ricorda qualcosa che la sorella gli ha riferito qualche ora prima.
“Lavoro con Liam, adesso?”
Gemma si allontana dalla parte. “Lavori per la fondazione, immagino che nessuno te l’abbia detto.”
Il cuore di Harry inizia a battere furiosamente nel petto. “Lavoro per Selley?”
Riesce a vedere l’espressione preoccupata di Gemma mentre attraversa la stanza e si avvicina al suo letto. “Si, lavori per John Selley, adesso. All’inizio non è stato facile ma col passare del tempo ha iniziato a piacerti ciò che fai. Sei responsabile della fondazione e lavori sodo, Harry.”
Sente di aver bisogno di essere sedato proprio in quel momento. Come è finito per lavorare con la sua famiglia? “Va tutto bene, ho soltanto fame.”
Gemma non sembra credergli ma se ne va ugualmente. Forse ha capito perché la sua vita ha iniziato ad andare male. Cosa diavolo gli ha fatto venire voglia di iniziare a lavorare con la sua famiglia? Sa soltanto che deve essere successo qualcosa di disastroso per convincerlo a lavorare con loro. Ha la sensazione di sapere esattamente chi è stato a costringerlo.
Cerca di fare alcuni esercizi di respirazione della dottoressa Hausman, perché al momento si sente troppo agitato. Un po’ lo aiutano a rilassarsi, poi si ricorda all’improvviso di avere un telefono.
Lo fissa come se fosse una bomba pronta ad esplodere. Ha insistito fortemente per averlo, ma ora che ce l’ha a portata di mano, ha paura di quello che ci troverà all’interno. Cosa troverà? Lo aiuterà a ricordare qualcosa? Ogni nuova informazione che riceve su se stesso gli fa ricorda sempre meno i suoi ultimi tre anni. Forse non è ancora pronto per sbirciare nel suo cellulare.
Riaccende la televisione per guardare qualche stupido programma mentre aspetta che Gemma torni con del cibo commestibile. In quel momento passa una pubblicità che gli fa torcere lo stomaco, è soltanto uno spot di Kay’s Jewelry, una coppia felice che volteggia all’aperto sotto delle luci natalizie, due anelli luccicanti posti strategicamente sulle loro dita; tutto ciò gli trafigge il cuore come un pugnale.
E’ la vigilia di Capodanno. Comincia a pensare a come Louis e i suoi amici si divertiranno quella sera, ma non è l’unica ragione per cui si sente così teso. Si chiede cosa sia successo al suo anello. E’ ancora nel cassetto dei calzini? Lo prende mai fuori chiedendosi come sarebbero potute finire le cose se non si fosse lasciato con Louis? Oppure l’ha gettato nel fiume quando si sono lasciati?
Una lacrima gli scivola lungo la guancia e la asciuga bruscamente. Non ha idea di cosa possa essere successo tre anni prima, ma la reazione di Niall e l’assenza di Zayn gli fanno pensare che deve essere andato tutto piuttosto male.
Appoggia la testa sul cuscino, forse il sonno lo prenderà e potrà avere un momento di pace. O meglio, forse se dorme riuscirà a sognare la sua vita prima che tutto andasse a rotoli e venisse catapultato in questo inferno. Louis tornerà a trovarlo?
“Buon anno, Lou.” Sussurra, chiudendo gli occhi.
 
 
 
 
 
 
“Hanno fatto un buon lavoro” dice Louis mentre entra nella sala del centro congressi con Zayn al suo fianco. La stanza è decorata con una moltitudine di candele d’argento brillanti e strisce di tessuto luccicante sopra i tavoli. Su un lato c’è un grande proiettore che mostra il logo della Milltown Autism Society e l’area accanto agli antipasti è addobbata con grossi palloncini d’argento che annunciano l’arrivo del 2020.
La stanza è abbastanza affollata anche se sono soltanto le nove. Altre tre ore prima della mezzanotte, poi la festa andrà avanti ancora per qualche ora. Vede alcuni volti familiari tra la folla, terapisti e benefattori della clinica. Louis si accorge che c’è un grosso banner che pubblicizza la John Selley Foundation e distoglie rapidamente gli occhi.
Prendono alcuni stupidi cappelli da mettersi in testa e cercano i loro posti ai tavoli prima di andare a socializzare con gli altri ospiti della raccolta fondi. Louis si avvicina immediatamente ad alcuni terapisti della clinica e membri del consiglio della società, persone con le quali è solito chiacchierare quotidianamente.
Louis avverte un fischio basso rivolto verso di lui non appena trovano i loro posti a sedere.
“Sei molto carino, Lou!” dice Niall con gli occhi che brillano. “Mi piace quado fai quella cosa stravagante con i capelli.”
Louis alza gli occhi al cielo ma non può fare a meno di sorridere al complimento. “Si, per questo non dovrei indossare il cappello, mi rovinerò l’acconciatura.”
“Dubito che qualcuno guarderà i tuoi capelli quando indossi quei pantaloni.” Sostiene Zayn con tono scherzoso.
“Stai zitto!”
Niall lo fissa attentamente da cima a fonda. “Hmmm… si, hai perfettamente ragione amico. Questo mi ricorda che devo migliorare e dedicarmi agli squat.”
“Non è giusto che quello di Lou sia naurale.” Continua Zayn mentre dà a Louis uno schiaffo giocoso sul sedere.
“Ehi, non danneggiare la merce!”
Zayn alza le mani. “Non mi permetterei mai.”
“Allora, chi c’è stasera Niall?” domanda Louis mentre si guarda intorno nella stanza scarsamente illuminata.
“Solite persone, ho parlato con Cynthia e suo marito, ho visto Eve e Michelle al bar.” Louis si gira rapidamente e vede due terapisti occupazionali della sua clinica mentre sorseggiano un Martini. “Poi ho visto arrivare Angie e Greg, a proposito, pensi stiano scopando?”
“Nah.” Risponde Louis, guardando in giro per la sala alla ricerca dei colleghi del biondo. “Sono quasi sicuro che Angie sia innamorata di Kaila.”
“Davvero?” chiede Niall, cercando di elaborare la nuova informazione ricevuta.
“Ho pensato che Greg stesse facendo amicizia con Emily, ma al momento sta fissando il culo di Louis, quindi ora non ne sono così sicuro…” replica Zayn facendo spallucce.
Louis si gira e scopre Greg che gli sta fissando il culo. Interessante. Bene, il suo sedere ha un bell’aspetto in quei pantaloni eleganti, ne è consapevole. Un pantalone attillato, su di lui, mette particolarmente in mostra la sua mercanzia. Si volta di nuova verso gli amici e con tono compiaciuto dichiara. “Bene, andiamo a bere qualcosa così darò a Greg un piccolo spettacolo.”
Comincia a camminare verso il bar facendo oscillare un po’ troppo i fianchi, sentendo le risate di Niall dietro di lui. Stanno ridendo tutti e tre quando arrivano al bancone per ordinare un giro di alcolici, chiacchierando con Eve e Michelle sull’interesse di Kaile per Angie.
“Diciamo che non sarei sorpreso se Kaila avesse un album pieno di foto su come vorrebbe fare il suo matrimonio.” Dice Eve con un sorriso malizioso sul volto.
Tutti rispondono con un coro di Ohhhhh.
“Da quanto tempo sono insieme?” chiede Zayn.
“Non so da quanto tempo siano ufficialmente insieme, ho iniziato a pensare che stesse succedendo qualcosa tra loro intorno a San Valentino.”
Louis scansiona la folla alla ricerca delle persone in questione e le vede parlare da sole ad un tavolino. Non deve essere il solo a fissarli perché Angie, sentendosi osservata, si volta all’improvviso e gli lancia un’occhiata assassina. Tutti spostano immediatamente lo sguardo e si mettono a ridacchiare.
Louis finisce il gin tonic e decide di andare a prendere qualcosa da mangiare. Riempie un piattino con alcune delizie avvolte nella pancetta.
“Se non hai provato le fragole al cioccolato, dovresti farlo.” Louis si volta verso il suono di una voce alla sua sinistra e i suoi occhi incontrano un paio di occhi celesti che lo fissano con un luccichio divertito.
“Beh, se dici che sono buone, dovrei proprio assaggiarle.”
L’uomo sorride e Louis gli mostra un sorrisetto in cambia. In realtà l’uomo è piuttosto bello, capelli biondo scuro un po’ arricciati intorno al viso, e una barbetta ben curata.
L’uomo allunga la mano per presentarsi. “Sono Jake. Jake Olson.”
“Louis Tomlinson.” Risponde mentre gli stringe la mano.
“Tomlinson? Il terapeuta?”
“Uh, si, perché?”
“Mio padre è un donatore, Jerry Olson. Parla sempre molto bene di te, sai?”
“Oh bene, grazie. Tuo padre ci aiuta molto con la clinica, quindi anche io posso parlare soltanto bene di lui.”
Jake fa un cenno verso un tavolo. “Ascolta, posso rubarti per un po’?”
Louis guarda nella direzione dei suoi amici e vede che lo stanno fissando incuriositi. Niall gli mostra il pollice alzato. “Si certo, i miei amici sono ancora al bar.”
Si siede ad un tavolo appartato insieme a Jake che sembra abbastanza elettrizzato per il fatto che Louis abbia accettato di sedersi con lui e parlargli. E’ tutto un po’ strano, se deve dire la verità. È sempre riuscito a capire quando un uomo è interessato a lui, è sempre stato in grado di reagire e comportarsi nel modo giusto, ma è da tantissimo tempo che non ci prova con qualcuno.
“Allora, di cosa vuoi parlarmi?” domanda Louis.
Jake lo guarda, gli occhi chiari che luccicano sotto la luce delle candele. “Mi dispiace, ho dimenticato per un secondo quello che devo dirti. I tuoi occhi sono davvero stupendi, sono sicuro che te lo sei sentito ripetere un milione di volte, ma è la verità.”
Louis gli fa un piccolo sorriso. “Grazie, si di tanto in tanto ricevo qualche complimento.”
“Sono sicuro che sei solo molto modesto.” Insiste Jake, sedendosi comodo sulla sedia e guardandolo direttamente in faccia. “Sei bellissimo, quindi spero che chiunque sia il tuo fidanzato te lo ripeta almeno dieci volte al giorno.”
Louis emette una risatina nervosa di fronte a questo tentativo palese di flirtare. “Beh, se vedessi qualcuno immagino che mi piacerebbe sentirmelo dire.”
“Quindi sei stupendo, modesto e trascorri il tempo libero facendo volontariato per l’Autism Society. Non posso credere alla mia buona fortuna, e sei anche single in questo momento. Vorrei poterti ripetere per tutta sera quanto sei bello, potremmo parlarne mentre balliamo?”
Una parte di Louis vorrebbe semplicemente tornare dai suoi amici al bar, ma questa è la prima volta che incontra qualcuno che sembra il tipo giusto per lui, anche se non è interessato ad una notte di fuoco o a qualche incontro occasionale. Jake sembra diverso, tuttavia. Conosce il padre dell’uomo e gli piace molto. Forse anche Jake è un bravo ragazzo.
Lascia che Jake lo porti sulla pista da ballo, la musica è molto ritmata e c’è troppo rumore per riuscire a parlare tranquillamente. Louis lascia che l’uomo gli tocchi la vita e i fianchi con le mani mentre si muovono sensualmente. È passato tanto tempo da quando ha lasciato che qualcuno lo toccasse, sembra estraneo e non del tutto piacevole, ma si costringe a continuare. Alla fine non è così male, pensa Louis tra sé e sé.
Quando inizia una canzone più lenta, Jake si avvicina maggiormente. A Louis non sembra giusto essere tra le braccia di uno sconosciuto, ma almeno in questo modo posso parlare senza dover urlare.
“Quindi sai che mio padre lavora per John Selley.”
Louis cerca di non irrigidirsi tra le braccia dell’uomo, anche se dovrebbe ormai essersi abituato a sentir pronunciare quel nome. Tutti in città lavorano per John Selley. “Si, ed è una persona molto importante, non è vero?”
“Si, è vero.” risponde Jake sorridendo. “Sono appena stato assunto come revisore contabile.”
“Oh, è fantastico!” spera che Jake non riesca a sentire la falsità nel suo tono di voce. L’uomo non deve rilevare nulla di strano nel suo tono perché inizia a raccontargli tutti i viaggi che fa per lavoro e come spera un giorno di riuscire a seguire le orme del padre. Apparentemente fare lavori per beneficienza fa parte dei suoi piani per raggiungere il livello del padre.
Sa che si sono appena incontrati, ma Louis non può fare a meno di sentirsi un po’ usato. Come se il suo lavoro di terapista occupazionale fosse visto da qualcuno come un modo per guadagnare punti con il proprio capo, o con il proprio padre. Sa che il padre di Jake non ha pensa affatto in questo modo, ma Louis non può fare a meno di pensare che sia questo l’obiettivo finale di Jake. Prova a lasciarlo andare; non conosce questo ragazzo, forse è grandioso e gentile, ma può sentire l’amarezza che gli sale in gola mentre una voce nella sua testa gli sussurra che il suo lavoro come terapista non potrà mai pagare un appartamento in un attico costoso, e lui assolutamente un vuole diventare un bel accessorio al braccio di un uomo ricco.
Guarda attraverso la stanza e vede Niall seduto vicino al bancone del bar, Zayn invece non si vede da nessuna parte, probabilmente sarà uscito a fumare. Louis si distacca dalle braccia di Jake alla fine della canzone.
“Vado a controllare un mio amico, è stato un piacere conoscerti, Jake.”
Jake sembra abbastanza deluso, ma si riprende immediatamente. “Anche per me, Louis. Ti dispiace se ti scrivo, qualche volta? Potrei chiedere il tuo numero a mio padre, se per te va bene.”
Louis sorride e annuisce prima di voltarsi rapidamente e dirigersi verso l’uscita. Esce dalla porta posteriore del locale e appoggia un fermaporta sotto di essa per impedirle di chiudersi. Cerca Zayn all’esterno ma vede soltanto una collinetta che porta al fiume. Louis si accuccia per terra e si appoggia alla parete dell’edificio mentre osserva l’acqua tranquilla e scura del fiume. Il freddo penetra rapidamente tra i suoi vestiti, sa che dovrebbe rientrare nel locale prima di ammalarsi.
Prima che possa alzarsi, Niall appare sulla porta. “Eccoti, ho pensato che fossi uscito per prendere una boccata d’aria.”
“Si, ho cercato Zayn ma non c’è, ho pensato che fosse uscito per fumare.”
Niall si accuccia accanto a lui. “Nah, è insieme ad un tizio che ha conosciuto poco fa.”
“Davvero? Interessante. Chi è?”
“Non lo conosco, anche se mi sembra familiare in un certo senso. Tuttavia non ricordo dove l’ho visto prima di stasera.” Niall fa spallucce. “Allora, qual è la storia del tuo ragazzo, invece?”
Louis sbuffa. “Non è il mio ragazzo, è il figlio di Jerry Olson.”
“Bravo Tommo! Trovi sempre i migliori, non è vero? Merda, scusami, non intendevo dire questo, mi è uscito senza volere…”
“Niall va tutto bene, non preoccuparti.”
“Scusami…”
“Ho detto che va tutto bene.” Sa che Niall l’ha detto senza pensarci, anche se la frase dell’amico gli ha fatto decisamente male.
Fissano il fiume in silenzio, tremando per il freddo. Almeno in quell’angolo nascosto sono protetti dal vento.
Alla fine, Niall rompe il silenzio. “Stai bene?”
“Si, solo – mi sento un po’ in colpa, immagino.” Non appena pronuncia quelle parole sa che sono vere, anche se non è sicuro del perché si senta in colpa.
“Di cosa ti senti in colpa?”
“Bhe, mi sto divertendo ad una festa mentre Harry è bloccato in ospedale.”
Niall si alza e allunga una mano per farlo alzare da terra. “Non mi sembra che tu ti stia divertendo molto, Lou.”
“Si, in effetti…”
“Sai, Harry non è una tua responsabilità. Non più, almeno. Se vuoi tornare dentro e chiacchierare con il figlio perfetto di Jerry Olson, ne hai il diritto. Voglio dire, lo so che non sei tipo da una notte e via ma questo non significa che non puoi andare a prendere un caffè con lui qualche volta.
“Non è così, però…
“Cosa?” insiste il biondo.
“Non mi sento di avere il diritto di fare queste cose mentre Harry pensa che noi siamo, sai – insieme.”
“Lui sa che non state insieme, Lou. Tecnicamente lo sa, lo so che sembra ancora… “Niall chiude la bocca e stringe le labbra.
“Harry ti ha detto qualcosa su di me?” il cuore di Louis inizia a battere un po’ più forte.
“Vuole sapere cosa è successo tra voi due, non ho detto nulla comunque. Gli ho detto che sono lì soltanto per aiutarlo e che sono il suo terapeuta.”
“Scommetto che non gli è piaciuto non ricevere una risposta.
Niall ridacchia mentre apre la porta. “Infatti ho detto varie volte che è la seconda persona più testarda che conosca.”
Louis fa un cenno con la testa, capendo che l’amico si sta riferendo a lui come la persona più testarda sulla faccia della terra. A volte Louis si chiede come abbia potuto lasciar andare via Harry, altre volte invece si sente ancora troppo vicino a quel ragazzo, come se non si fossero mai lasciati.

 

 
   
 
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