La forza di un pugno
Aoba afferrò il pugno di Ryohei e scosse il capo.
“Ha ragione ‘mia madre Lussuria’ all’infinito. Non sei proprio capace a tirarli” borbottò.
Sasagawa schioccò la lingua sul palato.
“Se volevo ribadito questo, andavo da ‘sensei’ all’Estremo. Io voglio una soluzione!” gridò.
Aoba assottigliò gli occhi e rispose: “Se continui semplicemente ad allenarti non ce la farai mai. Non ti ricordi mai le regole all’Infinito. Devi concentrarti, trovare un modo per renderli tuoi”.
Ryohei chiuse gli occhi.
< … E se immaginassi di tenere una spada >. Si allontanò di un passo, chiuse il pugno, ma lasciandolo socchiuse e colpì.
L’onda d’urto piegò il lampione davanti a lui.
“Ecco, sì! Ecco quello che aveva visto papà in te! Ce l’abbiamo fatta, In the end!” gridò Aoba, saltellando sul posto.
“Sììììì!” gridò Ryohei, spalanco gli occhi. Saltellò sul posto, Aoba lo abbracciò, trascinandolo. Scoppiarono entrambi a ridere, mentre Sasagawa lo abbracciava a sua volta.
< Per la prima volta penso di potercela fare! Riuscirò a vincere la cintura dei campioni!
Sarà libero! > pensò.
Koyo sciolse l’abbraccio. “Ok, non dobbiamo adagiarci sugli allori. Abbiamo ancora molta strada da fare, e soprattutto trasformare la tua innata capacità a dare calci, in un gioco di gambe decente”.