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Autore: The_Real_W    01/08/2020    0 recensioni
1991, Eija Tarakovi scopre di essere un mago e parte sull'Espresso per Hogwarts nello stesso anno del famoso Harry Potter.
Ha inizio la sua nuova vita nel mondo della magia.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mentre tentava di far salire la scatola fino al portabagagli superiore, la porta dello scompartimento si aprì e un ragazzo dal faccione tondo con un rospo in mano entrò: aveva gli occhi tutti gonfi e arrossati dal pianto.

"È libero questo posto?" chiese con voce tremante.

A causa della distrazione il coperchio era caduto sul sedile ed era rimbalzato per terra.

"Sì, è libero" rispose Eija.

Il ragazzo trascinò nello scompartimento il suo baule, lo incastrò sotto al sedile e si accasciò su di esso esausto e con il respiro affaticato.

"Stai bene?"

"Sì, sto bene. Mi chiamo Neville Paciock"

"Io sono Eija Tarakovi"

"Stavi facendo incantesimi?"

"Sì, stavo provando l'incantesimo di levitazione: è nel programma del primo anno" spiegò Eija.

"E ci sei riuscito?" domandò incredulo Neville.

In tutta risposta Eija puntò la bacchetta verso il coperchio nero che stava ancora a terra e pronunciò l'incantesimo. L'oggetto si alzò piano piano in aria e il ragazzo lo prese al volo. Neville batté le mani meravigliato mentre il rospo riposava tranquillo sulle sue gambe, sembrava che ogni traccia di tristezza fosse svanita dal suo viso.

"Vuoi provare anche tu?" chiese Eija passandosi una mano nei riccioli neri, imbarazzato.

"Oh no, io non ne sarei capace. Spero di fare bene in classe così mia nonna non mi tirerà le orecchie. Sai, all'inizio lei e gli altri miei parenti credevano che non fossi un mago."

"Ma se tu non fossi un mago non saresti qui, no?"

"Infatti l'hanno capito quando mio zio Algie mi ha gettato dal secondo piano e non mi sono fatto niente."

"... tuo zio ti ha gettato dal secondo piano?" Eija era sbalordito.

"Avevo otto anni, non è stato molto bello, avevo molta paura."

Non sapendo cosa dire, Eija lasciò continuare Neville. Si immaginò un mago con le fattezze di Albus Silente che lo sollevava e lo lasciava cadere giù dal tetto dell'orfanotrofio, ma scartò subito l'idea. Il preside gli era sembrato una persona educata e tranquilla, non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non poteva essere quella la normalità nel mondo magico.

"In realtà la cosa che vorrei di più è essere smistato in Grifondoro, però non sono molto coraggioso e quindi non so se mi prenderanno. Non so nemmeno cosa bisogna fare per essere scelti".

Eija si sedette di nuovo sul sedile e mise via la bacchetta con cura.

"Tu sei cresciuto con la magia?" domandò curioso cambiando discorso.

"Vivo con mia nonna, lei è una strega"

"Quindi saprai tante cose riguardo alla scuola e agli incantesimi"

"In realtà non so molto. Conosco un po' di maghi famosi, ma non ho mai fatto magie. Non ci è permesso"

"Fino al compimento dei diciassette anni"

"Esatto" annuì Neville. "Di solito quando compi undici anni, arriva la lettera per Hogwarts e studi lì la magia. Perché me lo chiedi? Sei figlio di babbani?"

Dopo un attimo di silenzio Eija rispose "...non lo so"

"Non lo sai? Com'è possibile?" chiese raddrizzandosi sul sedile.

"Io vivevo in un orfanotrofio"

Neville lo fissò come se avesse detto qualcosa in un'altra lingua.

"Un... cosa?"

"Non sai cos'è un orfanotrofio?"

Il ragazzino scosse la testa.

"È un posto in cui vivono i bambini che non hanno i genitori o altri parenti" spiegò Eija.

"E vivete lì da soli?"

"No, siamo sempre controllati e ci fanno fare ogni genere di lavori: lavare, cucinare, sistemare e poi ci mettono in punizione senza motivo"

"Sembra molto brutto"

"Fidati, lo è"

"E non usano la magia?"

"No, è un orfanotrofio... babbano da quello che ho capito"

Il treno lanciò un fischio e iniziò a muoversi mentre in lontananza una campana suonava undici rintocchi. Neville afferrò il suo rospo che stava per cadere causa dello scossone della partenza.

"Quindi hai ricevuto la lettera il giorno del tuo compleanno?" chiese Eija.

"Sì. Tu no?"

"No, un paio di settimane dopo il mio compleanno è venuto il professor Silente a consegnarmela di persona e mi ha anche portato a Diagon Alley a comprare tutto il materiale scolastico"

Neville rimase a bocca aperta.

"Hai incontrato Albus Silente?"

"Sì, mi ha spiegato lui che ero un mago e che sarei venuto a Hogwarts. Se non avesse parlato lui con la direttrice, non mi avrebbero mai fatto uscire dall'orfanotrofio"

Sarebbe stata una bugia dire che non aveva colto l'importanza della figura del preside nella comunità magica, infatti quando era stato a Diagon Alley, sebbene ci fossero poche persone per strada, moltissimi avevano riconosciuto e fermato il vecchio mago per salutarlo, per fargli i complimenti sui suoi successi lavorativi o ancora per chiedere come si stessero comportando i figli a Hogwarts. Silente aveva degnato tutti di un sorriso e di una buona parola, ma Eija aveva capito che avrebbe preferito non essere disturbato.

"Silente è un mago famosissimo, per mia nonna è il più grande mago del mondo. In passato ha sconfitto Grindelwald in duello ed è l'unico di cui Tu-Sai-Chi ha mai avuto paura" disse Neville agitando le mani.

"Entrambi i nomi sono nel libro di storia della magia che ho letto, cosa mi sai dire di loro?" "Erano maghi oscuri e malvagi: su Grindelwald non so molto, ma Tu-Sai-Chi è caduto da poco. Mia nonna mi ha raccontato come è andata"

Eija si sporse in avanti attento.

"Tu-Sai-Chi aveva messo su un esercito di maghi e creature oscure e aveva dichiarato guerra al mondo magico, però una sera di dieci anni fa era andato a uccidere i Potter, una famiglia che l'aveva sfidato molte volte e che aveva un figlio piccolo chiamato Harry. Riuscì ad ammazzare i genitori, ma quando usò la maledizione che uccide sul bambino, successe l'impensabile"

"Il bambino è sopravvissuto"

"Esatto. E Tu-Sai-Chi è scomparso"

"Anche Harry Potter è in un libro che ho letto. È l'unico che è riuscito a sopravvivere a quella maledizione, giusto?"

"Sì. Tutti lo conoscono, addirittura c'è chi scrive racconti per bambini su di lui"

"Senti Neville, in tutti i libri che ho letto quel mago oscuro viene sempre chiamato Tu-Sai-Chi, Signore Oscuro o Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, ma qual è il suo nome? Perché nessuno vuole dirlo?"

"Perché la gente ha paura, per questo non vogliono dire il suo nome. Come dice mia nonna, la guerra è finita solo dieci anni fa e i ricordi sono ancora vivi nella mente delle persone".

"Ho capito. Raccontami di più."

 

Continuarono a parlare per molto tempo ed era quasi la mezza quando furono interrotti dalla porta dello scompartimento che si apriva e dalla faccia di una donna sorridente.

"Qualcosa dal carrello, cari?"

Eija non aveva soldi con sé e scosse la testa. Silente gli aveva detto che la scuola copriva i costi del materiale e dell'alloggio, al ragazzo era sembrato molto strano: era abituato a vedere gli adulti girare attorno ai soldi come le api attorno ai fiori. Una volta all'orfanotrofio un signore corpulento aveva esclamato "I soldi sono il motore del mondo!" e aveva tirato una risata così grassa e fragorosa che il solo ripensarci gli faceva accapponare la pelle. Anche la direttrice li ammoniva di continuo sul non toccare niente che non fosse in refettorio o nelle camere da letto perché se un bambino avesse rotto qualcosa di valore, come un soprammobile o un vaso da fiori azzurro, lei avrebbe dovuto pagare per ricomprarla e si lamentava sempre su come non ci fossero mai abbastanza fondi per mandare avanti la baracca; quando poi il suo ufficio e il suo alloggio erano quasi lussuosi. Il piccolo Tarakovi aveva capito nei primi anni di vita che i soldi controllavano le persone molto più di quanto fossero le persone a controllare i soldi, ma quando aveva provato a chiedere spiegazioni al professore, questo gli era sembrato vago.

Storia moderna della Magia non era nel programma di Hogwarts e Silente gli aveva regalato quel libro dopo aver visto che ne stava leggendo la copertina al Ghirigoro: il negozio di libri più fornito di Diagon Alley. A ricevere un trattamento di favore simile, si era sentito a disagio, ma non aveva insistito ancora perché sentiva che il vecchio mago non gli avrebbe dato una risposta.

Abituato a stare a stomaco vuoto, il carrello stracolmo di dolciumi non gli faceva tanta gola, anche perché quelle pochissime volte che aveva mangiato dei pasticcini non gli erano piaciuti per niente. Neville, d'altro canto, era perso a guardare la montagna di dolci con gli occhi che brillavano e alla fine prese un pacchetto di caramelle.

"Cosa sono?" gli domandò Eija dopo che l'amico ebbe pagato.

Lui se ne mise in bocca una.

"Gelatine Tuttigusti+1. Sono gelatine a tutti i gusti, ma proprio tutti i gusti. Ci sono quelli classici tipo fragola, cioccolato e ci sono anche quelli più strani come..."

Improvvisamente strabuzzò gli occhi.

"Vomito" sibilò a denti stretti. "Mi sento male!"

In un attimo si alzò in piedi, afferrò il suo rospo, inciampò e sparì barcollando fuori dallo scompartimento; la porta si richiuse dietro di lui a rallentatore. Eija guardò il pacchetto rimasto aperto, un po' del contenuto era fuoriuscito e le gelatine si erano sparpagliate sul sedile vuoto.

Io quelle non le mangio.

   
 
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