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Autore: Dragon mother    02/08/2020    1 recensioni
Isabella sta tornando da una breve vacanza insieme ai genitori. Poco prima di giungere nella sua città, l'auto su cui viaggia precipita in un laghetto. Lei viene salvata miracolosamente ma dei suoi genitori non vi è nessuna traccia... per alcuni anni...
Eccomi qui a ripubblicare questa storia dal mio vecchio account. Tutti i capitoli sono stati revisionati e all'occorrenza corretti.
Spero entrerete a dare un'occhiata.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao ragazze, che mi raccontate?
E’ un po’ che non ringrazio le lettrici silenziose e proprio a loro vorrei rivolgere una richiesta: mi farebbe molto piacere se mi lasciaste un commento, anche privato, anche ad un solo capitolo perché non so mai se sto facendo bene oppure no (nonostante le storie vengano inserite tra preferite, da ricordare, seguite e io veda le visite ai capitoli); mi sarebbe d’aiuto e sarebbe anche bello avere un confronto con voi.
Detto questo, vi lascio al capitolo e spero che qualcuna di voi mi scriva.
Un bacio.
 
 
 
 
Bella
 
Risveglio.
Questa parola non avrebbe lo stesso valore se non fosse tra le braccia di Edward, che proprio ora mi regala uno dei suoi dolci sorrisi carichi d’amore solo per me.
“Ben svegliata principessa” mi sussurra accarezzandomi una guancia.
“Buongiorno Edward” borbotto, la voce ancora impastata dal sonno.
“Hai riposato bene e ti senti in forma?” mi domanda con un luccichio negli occhi.
“Sì certo ma perché me lo chiedi?” sono curiosa.
“Scendiamo a fare colazione e poi vedrai” mi risponde enigmatico come fa di solito in queste occasioni.
Sta progettando qualcosa e non vuole dare dettagli.
Lo sbuffo che esce dalle mie labbra lo diverte molto, a me un po’ meno.
Sono curiosa ma so anche che se intende farmi una sorpresa, non mi darà nessun indizio.
“Arrivo subito, vado un attimo in bagno” borbotto seccata.
Scendo dal letto dimenticandomi completamente di quello che avevo indossato per dormire la sera precedente.
Sto prendendo un cambio dalla borsa quando dallo specchio lo sguardo di Edward mi colpisce: credo che stia proprio guardando il mio.. fondoschiena.
Mille tonalità di rosso colorano il mio viso e alla mia massima velocità umana cerco riparo in bagno.
Sforzo inutile perché due braccia forti mi afferrano e mi mettono spalle al muro.
Non ho paura di questi suoi gesti anzi mi piacciono, al contrario sono decisamente in imbarazzo.
“Per.. per favore Edward fammi andare in bagno” pigolo con un filo di voce.
“Perché ti imbarazzi così Bella, sono io. Se ti fa stare meglio possiamo fare così, in questo modo siamo pari” non capisco cosa intende finchè, con un gesto secco, non si toglie la maglietta e resta a petto nudo di fronte ai miei occhi.
Il mio povero cuore prende a correre nel mio petto, le mie gambe accusano il colpo con un cedimento.
Adesso è anche peggio di prima.
“Non dovevi farlo Edward, non dovevi” borbotto alla ricerca di un po’ d’aria.
“E perché no? Sono così brutto?” mi provoca lui.
Eh, ma cosa sta dicendo?
“No ma cosa dici, sei..sei..”
“Sono almeno un po’ carino?” continua a provocarmi avvicinando le labbra al mio orecchio.
“Sei molto più che carino” borbotto, rossa fin sopra i capelli.
“Oh grazie amore e che ne dici di darmi un bacio per il buongiorno?” mi chiede giocando con i miei poveri nervi.
Cosa mi fai Edward Cullen, ogni volta che sei con me?
Mi alzo sulle punte, troppo bassa per raggiungerlo se non così e gli lascio un bacio su quelle fredde, dure ma altrettanto calde e morbide labbra che si ritrova.
Convinta di aver esaudito la sua richiesta, faccio un passo verso il bagno quando mi intrappola nuovamente tra le sue braccia.
“Ti sembra un bacio del buongiorno quello?” borbotta infastidito.
E senza aggiungere altro, appoggia le sue labbra sulle mie fino a confondere le une con le altre.
“Così va meglio. Ora puoi andare” mi lascia libera e va alla ricerca di un cambio per sé.
Vado in bagno e mi chiudo a chiave, non per paura ma ho bisogno di riprendermi un attimo da tutte queste emozioni.
Tra ieri sera e stamattina il mio cuore ha fatto gli straordinari e nonostante ciò non mi dispiaccia affatto, ho bisogno di riportare un po’ di calma in me.
Non sono abituata alle attenzioni di un ragazzo, alle emozioni che ogni volta sento dentro di me quando sono con lui ma tutto questo mi piace e anche tanto.
Mi preparo veloce e quando esco dal bagno, Edward mi aspetta seduto sul letto, in tutto il suo splendore.
Ci perdiamo un attimo a guardarci e poi mi afferra la mano per portarmi di sotto.
Dalla cucina un delizioso profumo di colazione riempie l’aria mentre i nonni ci stanno aspettando seduti al tavolo.
“Buongiorno ragazzi” ci salutano in coro.
“Buongiorno” dico avvicinandomi per dar loro un bacio.
“Spero tu abbia dormito bene Bella anche se credo che sia proprio così” mi dice nonna facendomi l’occhiolino.
Questa donna è davvero perspicace, non si può nasconderle davvero niente.
Non so se l’ha capito dal mio sorriso mentre varcavo la soglia della cucina o dall’espressione di Edward, comunque è molto loquace.
“Molto, grazie” le rispondo sorridente.
Facciamo colazione sotto lo sguardo beato e soddisfatto dei due vecchietti e poi Edward mi trascina fuori mentre loro ci augurano buona passeggiata.
“Hai proprio scelto l’abbigliamento adatto per oggi” mi dice prima di prendermi la mano.
“Indizi su dove andiamo?” provo a scoprire qualcosa ma senza risultati.
“Tra poco vedrai” mi dice “ma prima sali sulle mie spalle e aggrappati forte” mi invita a fare ciò che mi chiede ed io lo faccio, sempre più curiosa.
Mi aggrappo forte mentre lui mi dice che se voglio posso chiudere gli occhi.
Non lo faccio, voglio provare a vedere cosa accadrà di lì a poco.
E’ un attimo e stiamo sfrecciando alla sua velocità tra gli alberi e i rami che prontamente Edward sta scansando.
Non vedo praticamente niente, il mio occhio umano non è in grado di assimilare le immagini che si muovono velocissime intorno a me.
Quando Edward si ferma e mi fa appoggiare i piedi per terra, per un attimo tutto sembra girare veloce.
“Non ti lascio non preoccuparti. Prenditi tutto il tempo che vuoi” mi sussurra stringendomi a sé.
Appoggio il viso al suo petto e cerco di regolarizzare il respiro.
“E’ stato, è stato.. bellissimo” borbotto con il fiato ancora corto.
“E vedrai come lo sarà fra poco” mi dice baciandomi i capelli.
“Ti senti meglio ora, ce la fai a camminare?” mi domanda dolce.
Vorrei dirgli di no così mi porterebbe ancora in braccio ma non sono bugiarda; quindi lo prendo per mano e mi lascio condurre nella passeggiata.
Alcuni metri più avanti una radura si apre davanti a noi e da lì, proseguiamo poi per un sentiero minore che ci porta ad un panorama mozzafiato: da quell’altura, sotto ai nostri piedi si estende tutta la campagna che circonda Forks.
“Edward ma è magnifico qui, è come essere sul tetto e vedere ciò che ci circonda da un’altra prospettiva”
Mi perdo a guardare quel panorama che si estende sotto di noi e che visto da lì assume tutto un altro aspetto.
“Non sporgerti troppo, potrebbe essere pericoloso” mi avvisa quando vede avvicinarmi al dirupo.
Cerco di imprimere nella mia mente quel paesaggio, tanto bello come fosse una cartolina.
“Possiamo tornare quando vuoi, se stai pensando a quello” mi dice abbracciandomi.
“Sì sarebbe magnifico”
Mi sorride.
“Vieni, ora proseguiamo altrimenti la mia tabella di marcia subirà ritardi e non mi piacciono i ritardi” mi dice schioccandomi un bacio sulla guancia.
 
Passeggiamo tra quei boschi, attraversiamo radure , scendiamo a raccogliere dei fiori per la nonna quando Edward mi avvisa che è ora di tornare a casa.
“Vorrei tornare ancora, magari con una macchina fotografica” e all’improvviso una scenetta stupida mi compare davanti agli occhi facendomi scoppiare in una fragorosa risata.
“Posso sapere perché ridi così, vorrei ridere anche io” mi domanda infastidito.
Lui ha un limite su di me e a volte è divertente sfruttarlo per scherzare.
“Mi chiedevo se quando ti scattano una foto poi ci compari” scoppio di nuovo a ridere, so che non si offende per queste stupidaggini ma adesso mi sta guardando un po’ male.
Ahi ahi.
“Edward scusa non volevo offenderti, era una battuta la mia” cerco di sistemare la situazione ma lui invece di rispondere prende ad avvicinarsi pericolosamente.
Lui fa un passo avanti ed io uno indietro finchè vado a sbattere contro il tronco di un albero.
“E adesso pagherai le conseguenze delle tue parole” mi dice poco prima di fiondarsi su di me a farmi il solletico, per poi intrappolare le mie labbra nelle sue.
“Non smetterei mai ma è davvero ora di andare a casa” mi dice abbracciandomi.
Per me può fare ciò che vuole, sono il suo burattino.
E mentre lui mi riporta a casa sulle spalle, io mi godo quel viaggio stringendolo forte.
 
Passiamo il pomeriggio alla fattoria, godendo della compagnia reciproca.
Edward si offre di prepararmi la cioccolata mentre nonna seduta sul divano lavora a maglia.
La sera, dopo cena ci vuole accanto a lei davanti al camino scoppiettante per raccontarci una storia: la storia della sua famiglia.
La racconta ad entrambi anche se Edward la conosce di già.
Ci racconta di quando era giovane e ha conosciuto il nonno, il suo unico grande amore e suo attuale marito.
Che si sono sposati e hanno avuto un solo figlio, Carlisle.
Poi il racconto si fa più triste.
“Una sera, non vedendo tornare a casa il nostro Carlisle, siamo usciti a cercarlo. Dopo ore di ricerca, venne trovato moribondo sulla riva del fiume, poco distante da Seattle. Non sapevamo cosa gli fosse successo ma quando il dottore lo visitò, ci disse che era stato morso da un animale. Da quel giorno però non fu più il nostro ragazzo perché a morderlo non fu un animale bensì un immortale. Non sapevamo cosa fosse ma quando si svegliò capimmo che Carlisle era stato trasformato in vampiro, creatura considerata solo leggenda.
Tuttavia non lo abbiamo mai lasciato da solo e col passare degli anni, giungevamo sempre più alla convinzione che non volevamo separarci da lui. Così, un giorno di tanti anni fa, gli abbiamo chiesto di trasformarci per poter stare sempre insieme.
Anche noi siamo diventati degli immortali per amore di nostro figlio e anche se abbiamo sofferto nella trasformazione, né è valsa la pena”
Termina il racconto senza le lacrime che non può versare ma in compenso sono io quella che piange e che non sa cosa dire.
“Ci dispiace, non volevamo farti piangere Bella, volevamo raccontarti la nostra storia” mi dice il nonno con un sorriso.
“Grazie,non preoccupatevi, siete speciali anche voi, come tutti i Cullen” mormoro mentre uno sbadiglio mi coglie impreparata.
“Scusatemi, credo di dover andare a dormire. Grazie per la bella serata”
Mi avvicino per baciarli e poi insieme ad Edward, vado in camera a riposare.
   
 
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