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Autore: PRISHILLA    04/08/2020    4 recensioni
L'età li separa, e Trunks che è un uomo adulto lo sa bene che è un amore impossibile, un sentimento che non dovrebbe avere ragione di esistere, e i sensi di colpa lo attanagliano al punto da fargli prendere una decisione drastica.
Ma è davvero una colpa amare qualcuno? E' immaturo o folle amare quella amica che senza fatica si è fatta strada nella sua vita e nel suo cuore, creandovi una tana dalla quale farla uscire, scacciarla, era impossibile?
Questa fic è dedicata a tutte le persone che amano qualcuno con enormi differenze di età, o ancora a quelli che non accettano le differenze d'età, sperando che vivendo il contesto dall'interno possiate intenerirvi un pò comprendendo che in amore (quando è sincero) ci sono forze contro cui neanche un potente saiyan può combattere.
(i personaggi ovviamente non sono i miei ma sono grata esistano!!!)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Trunks | Coppie: Pan/Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

 

 


Quella notte trascorse lenta per Trunks, privato del calore del suo corpo, di quella presenza che gli teneva compagnia, che lo cullava, che lo torturava, e dannava la sua anima.

Ma di cui non poteva fare a meno.

Non voleva fare a meno.

Quella mattina toccava a lui allenarsi con suo padre. Lo aveva raggiunto non appena ebbe finito con lei che li lasciò soli.

Combattevano da un po', suo padre come al suo solito non si risparmiava, anzi, era più combattivo del consueto. Gliele stava proprio suonando. In verità non si sentiva un gran che in forma reduce di diverse notti in bianco, di quell'ultima notte trascorsa tra rimpianti e pensieri agitati che lo avevano stancato, voglioso solo di farla finita una volta per tutte con quella storia che sapeva bene non sarebbe mai riuscito ad accantonare del tutto.

-Lotti come una femminuccia.- gli disse il padre ad un tratto. Non si scompose più di tanto, sapeva che gli avrebbe propinato qualche commento sgradevole. -Pan combatte meglio di te.-

Ancora non fece una piega, l'aveva vista arrivare quella battuta, la prese per quello che era: una provocazione.

-Immagino.- gli rispose stancamente in tono sarcastico.

Vegeta era lì che lo fissava senza muovere un muscolo, Trunks a qualche metro di distanza ricambiava lo sguardo attendendo qualche segnale che gli indicasse di proseguire, ma nulla.

D'un tratto vide la luce del monitor illuminare il viso di suo padre, ma non ci fece più di tanto caso quando un ghigno tra il divertito e il disgustato si parò sul viso dell'uomo.

-Ma guardati.- il suo disprezzo era quasi palpabile, gli fece aggrottare la fronte non comprendendo del tutto quell'atteggiamento che adesso gli pareva esagerato. -Guarda come sei ridotto.- continuò senza smettere mai di fissarlo con due occhi scuri e scrutatori. -Ti sei lasciato ridurre in questo stato pietoso da una femmina.-

A Trunks mancò un battito nell'udire quelle parole arrivate dall'oblio. -Ma che dici?- gli domandò senza volere una vera risposta a quella domanda sfuggitagli dalle labbra lasciate schiuse e tremanti.

Vegeta emise quello che pareva un ringhio sommesso. -Quello che ho detto!- affermò con decisione. -Lo vedrebbe anche un cieco che le sbavi dietro.-

Le sue parole erano lame affilate e gli scalfivano la pelle con decisione arrivando fin dentro l'anima. -Non è così... io...-

-Tu cosa- lo interruppe bruscamente. -Vuoi davvero che io non conosca mio figlio?- gli domandò severo, e non poté rispondergli a tono perché era così, Vegeta poteva sembrare un padre freddo e distaccato, ma in realtà teneva moltissimo a tutti loro. -Conosco bene quest'odore...- disse annusando l'aria con fare disgustato. -E' l'odore del sesso.-

Strabuzzò gli occhi incapace di credere a ciò che suo padre stesse dicendo. Lo guardava smarrito mentre cercava di trovare qualcosa di sensato da dirgli non riuscendovi sentendosi mancare il terreno sotto i piedi.

Lui sorrise, un ghigno sadico, divertito, derisorio, che gli fece tremare le gambe e le mani per la rabbia. -Scopatela una volta per tutte e togliti lo sfizio così possiamo tutti tornare a respirare aria pulita.-

Era davvero troppo. -Non ti devi permettere!- si fiondò su di lui senza riflettere, senza pensare, con l'unico intento di farlo smettere, ti metterlo a tacere mentre il suo corpo si riempiva di un'energia sconosciuta che voleva solo esplodere dall'interno, liberando la rabbia che aveva tentato invano di reprimere.


Gli sferrò un pugno che lui scansò magistralmente e come quello diversi altri.

-Piantala di fare il bambino Trunks... cosa vuoi che sia... ti togli lo sfizio e puoi tornare a stare bene come prima.- insistette dandogli fastidio.

Era quello che stava provando. Fastidio.

Si perché nessuno poteva permettersi di considerare la sua Pan come uno sfizio, un corpo da usare per mettere a tacere quelle voglie che provava per davvero, e che solo lei poteva mettere a tacere, solo lei poteva soddisfare, ma non certo in una singola notte.

No, non era quello che poteva di certo appagarlo, contentarlo, saziare la sua fame di lei. Non era quello che voleva.

E ancora quelle parole insopportabili alle sue orecchie, ancora i suoi attacchi più feroci che mai contro di lui. -Non parlare di lei a quel modo!- gli urlò tra un calcio e l'altro. -Lei non è uno sfizio!-

-Ah no?- rise l'altro beffandosi di lui continuando a schivare i suoi colpi come fossero nulla. -E allora cos'è?- gli domandò con un sorrisetto irritante dipinto sul volto.

Si stava rendendo ridicolo. Ne fu cosciente in un attimo, ma questo non bastò a fermarlo.

-Lei è...- una pausa. -E'...- un'altra.

Cos'era lei per lui? Come avrebbe potuto spiegarlo a qualcuno?

Come avrebbero mai potuto capirlo?

-Sai Trunks... ti facevo migliore di così in effetti.- gli disse Vegeta una volta separati per riprendere fiato. E lui ansante lo ascoltava non credendo a quello che stava succedendo. -Infondo fino a qualche tempo fa non era che poco più che una bambina... non credevo fosse quello il tuo genere...-

-Smettila papà!- gli urlò contro ferito da quello che gli stava dicendo e dal modo in cui aveva intavolato quel discorso così delicato, con quello che pareva l'unico scopo di ferirlo.

E ci stava riuscendo, eccome...

Trunks abbassò il capo stringendo i pugni e gli occhi sentendo la rabbia sfociare in quelle che parevano lacrime che gli pungevano gli angoli degli occhi.

Ma non voleva farlo, non voleva piangere, doveva resistere!

-La tensione sessuale è palpabile Trunks, è inutile che lo neghi.- sollevò ancora lo sguardo puntandolo sul suo viso, lo vide ghignare ancora prendendo poi a ridacchiare di gusto. -Non mi stupirei affatto di sapere che voi due abbiate già fatto...-

-Non abbiamo fatto proprio niente!- lo zittì prima che potesse aggiungere altro con una ferocia che non gli apparteneva.

-Mi prendi in giro?- continuò lui imperterrito. -Vuoi davvero farmi credere che con tutta la voglia che hai di lei... e che ti sento addosso...- aggiunse avvicinandosi di qualche passo prendendo ad annusarlo. -Su quella navicella in cui eravate soli soletti per un anno intero non sia mai successo niente?- rise così forte che Trunks avvertì il sangue nelle vene agitarsi, scorrendo più in fretta verso ogni angolo delle sue carni.

-No papà!- esplose. -Non abbiamo mai fatto niente, non è successo niente e poi c'era Goku...-

-Kakaroth!?- esclamo l'altro. -Adesso si che mi fai davvero ridere!- e lo fece assolutamente divertito della cosa. -Non credo affatto che sia stato lui l'adulto della compagnia.... credo che la sua età mentale finalmente combaciasse quella fisica.- parve riflettervi seriamente, e in effetti doveva convenire con lui almeno su questo punto.

Ricordò benissimo quella notte in cui Goku lo aveva beccato a baciare Pan assopita.

-Dovresti dirglielo sai?- gli aveva detto cogliendolo si sorpresa.

Trunks era sconvolto e piuttosto incredulo di quello che gli stava dicendo. Lui avrebbe acconsentito a quell'assurdità, ma la sua coscienza no.

-Non lo avrei mai fatto a prescindere!- esplose in un impeto di rabbia e frustrazione. -Era una bambina, non l'avrei mai e poi mai toccata!- si giustificò quando vecchi sensi di colpa e angosce prepotenti tornarono a fargli compagnia facendolo sentire inadeguato.

-E pensare che credevo che fossi tu l'adulto della situazione...-

-Non l'ho toccata! Non l'ho mai toccata!- continuò ad urlargli ma per Vegeta era come se suo figlio non stesse dicendo nulla. Continuava quello che pareva un monologo, quello sproloquio cattivo, e lui non poteva far altro che subire quelle prepotenze ingiustificate sperando che tutto passasse al più presto mentre il cuore iniziava a dolergli stretto in una morsa antica, che quando rievocata, faceva ancora male.

-Ma per piacere...- continuava a ripetergli con quell'aria da so tutto io che in quel momento rischiava di fargli perdere il controllo delle sue azioni. -Credi che non lo sappia? Credi davvero che io non sappia che dormite insieme tutte le notti?-

Si ritrovò a strabuzzare ancora gli occhi mentre il fiato gli si mozzava in gola. -Dormiamo e basta.- si giustificò in un soffio strozzato. Non lo negò, perché avrebbe dovuto, sarebbe equivalso a dargli ragione, ma lui non aveva niente da nascondere.

-Certo come no...-

-Io pan non l'ho mai toccata!- questa volta quell'urlo ringhiatogli contro con violenza ebbe l'effetto di immobilizzarlo sul posto mentre smetteva di ridere per guardarlo negli occhi. -E tu neanche immagini quanta voglia io avessi di farlo... ma...- si fermò per riprendere fiato dopo quell'ammissione. -Non avrei mai potuto...- la voce incrinata da quell'emozione troppo grande da trattenere. -L'ho sempre rispettata, ho sempre saputo che fosse troppo più giovane di me...- non voleva negare quello che provava, non era più tempo di farlo, non con lui. Aveva bisogno di dirlo a qualcuno di liberarsi il petto da quel peso troppo grande che iniziava a diventare ingestibile. -Perché credi che l'abbia allontanata da me? Perché credi che sia sparito così improvvisamente dalla sua vita!?- avvertì le lacrime pungergli ancora gli occhi che iniziavano a bruciare e a pizzicargli. Ma non volle battere le palpebre o gli avrebbero rigato il viso, e voleva evitarlo davanti a lui. Ma non poteva più tacere doveva parlare. -Ho sempre voluto il meglio per lei, volevo solo proteggerla... io l'amo papà!- urlò con voce strozzata, in una tonalità fin troppo alta, squillante, stridula, con i pugni sospesi stretti a mezz'aria piegandosi in avanti mentre chiudeva gli occhi stringendoli così forte da far male nel tentativo vano di catturare quelle lacrime che oramai avevano preso a scendergli lungo il viso rigandolo.-Io la amo da impazzire!- ed era sinceramente così, l'amava fino alla pazzia, fino a farlo diventare un folle, un incosciente incapace di gestire i propri sentimenti neanche davanti alla persona che più temeva e rispettava al mondo: suo padre.

Pianse.

Non potendo fare altro si lasciò cadere in ginocchio stancamente portando le mani davanti al viso aprendo i pugno per nascondersi al loro interno celando la sua faccia agli occhi di suo padre che non diceva più nulla mentre lui continuava a ripetergli quando l'amasse.

-E fa male!- ammise piegandosi in due per quei crampi che nello stomaco parevano attorcigliargli le budella. -A volte fa così male da sentirmi soffocare.-

-Trunks.- non riuscì a decifrare il suo tono. Non capì se fosse più arrabbiato, più deluso o più agitato...

-Non vorrei...- ammise ancora. -E ho fatto di tutto per farla finita con questa storia, per ignorare quello che provo per lei, ma non ci riesco...- era così doloroso da risultargli insopportabile, lui che aveva lottato, che era stato ucciso, che aveva subito punizioni corporee dolorosissime, adesso non sopportava il peso dell'amore. -Mi sono odiato per quello che sentivo per lei... soprattutto allora, quando era poco più che una bambina, domandandomi come potessi davvero provare quei sentimenti per lei, avendo a disposizione qualunque donna avessi voluto... ma...-

-Ma quello che tu non sai figliolo è che quando un saiyan sceglie una compagna, non ha più facoltà di decidere di cambiare strada.- a Trunks mancò un battito, lo guardò stringendo i denti per non lasciare che altre lacrime scivolassero ancora fuori dal suo controllo. -Per questo bisogna stare attenti prima di innamorarsi. Dopo è troppo tardi.-

Fu inevitabile riprendere a piangere udendo quelle parole. Era perduto, per sempre. Aveva condannato entrambi e non c'era nulla che potesse fare a riguardo.

Perché, perché non glielo aveva detto prima? Perché non gli aveva mai fatto quel discorso? Quanto del suo essere ignorava ancora?!

Non gli restava che lasciarsi cadere carponi al suolo e continuare a disperarsi per quell'amore impossibile, che oramai sapeva, non avrebbe mai smessi di procurargli dolore.

 

 

 

 

 

 

Bulma si era domandata più volte che intenzioni avesse suo marito quando le aveva detto di chiamare “la mocciosa” e accendere lo schermo di collegamento della stanza gravitazionale mentre allenava Trunks.

Fece comunque come le aveva detto, chiamando Pan all'appello e portandola davanti al monitor dove suo marito e suo figlio si allenavano.

Non si aspettava però l'arrivo di Gohan, Goten e Videl, anche se era diverso tempo che Pan mancava da casa e probabilmente avevano voglia di vederla.

Poi però ricordò esattamente che giorno fosse, rinsavendo, facendo gli auguri alla piccola Pan, che ormai ventenne non era più così piccola.

Se c'era un'altra cosa che non si aspettava fu di vedere quel maledetto idiota di suo marito mortificare a quel modo suo figlio e la piccola di casa Son, domandandosi più e più volte cosa avesse in mente ripetendosi costantemente che doveva esserci una spiegazione plausibile a quello scempio.

Pan dal canto suo aveva iniziato a guardare l'allenamento con gusto, poi però quando avevano iniziato a parlare, le cose erano andate man mano imbruttendosi al punto in cui era rimasta attonita, senza parole davanti a quelle sentenze così brutali da parte di quello che per lei era il suo sensei, a cui aveva imparato a voler bene, e che dette davanti alla sua famiglia facevano anche più male.

-L'odore del sesso.- aveva detto Vegeta ad un punto aggiungendo di scoparla in modo da togliersi lo sfizio.

A quelle parole Pan si ritrovò ad avvampare mentre suo padre si agitava dietro di lei domandandole di cosa diamine stesse parlando. Ma lei non poteva rispondergli troppo ferita da quelle parole che non potevano essere vere.

Una morsa le attanagliò lo stomaco quando udì Trunks difendere il suo onore, arrivando ad attaccare violentemente Vegeta che però parava i suoi colpi con maestria.

Aveva visto il suo sguardo, conosceva Trunks, sapeva, sentiva la sua furia, la frustrazione.

-La tensione sessuale è palpabile Trunks, è inutile che lo neghi.- aggiunse il principe dei saiyan facendola sobbalzare mentre prendeva ad arrossire ancora furiosamente. -Non mi stupirei affatto di sapere che voi due abbiate già fatto...-

-Non abbiamo fatto proprio niente!- Trunks continuava ad urlare, era sconvolto, non pareva più essere il suo Trunks. Aveva il fiato corto e continuava a chiudere gli occhi stringendo i pugni così forte che se non avesse avuto i guanti della tua indosso avrebbe visto di sicuro le sue nocche sbiancate.

-Mi prendi in giro?- continuava Vegeta imperterrito. -Vuoi davvero farmi credere che con tutta la voglia che hai di lei... e che ti sento addosso... su quella navicella in cui eravate soli soletti per un anno intero non sia mai successo niente?-

A quelle parole il mondo intorno a lei scomparve.

Non udiva le voci dietro di lei urlare nervosamente imprecazioni di ogni genere. Suo padre scagliarsi contro lo schermo cercando di premere l'interfono per urlargliene di santa ragione mentre Goten lo afferrava trattenendolo.

Non le importò di sua madre intenta a fermarlo, di Bulma che guardava la sua famiglia come fosse impazzita.

Si avvicinò maggiormente allo schermo lasciandoli dietro di sé concentrata unicamente sulle parole con cui il saiyan più anziano stava infierendo su suo figlio.

“La voglia che hai di lei”, aveva detto, e sembrava sincero. Vegeta pareva assolutamente certo di quello che diceva, e solo Pan poteva sapere quanto in cuor suo avrebbe voluto che fosse così, che Trunks la volesse almeno quando lei voleva lui, da sempre.

Si portò una mano al cuore che pareva pompare impazzito nel suo petto mentre scalpitava come un forsennato rischiando di scoppiarle.

Trunks negava e negava ancora, ma a quel punto lei non sapeva più se dar retta a uno o all'altro.

Perché Vegeta avrebbe dovuto dire quelle cose se non fosse stato vero?

Perché decidere di umiliarlo a quel modo, di mortificarlo?

Poi Trunks esplose. -Non lo avrei mai fatto a prescindere! Era una bambina, non l'avrei mai e poi mai toccata!-

Udì il silenzio avvolgere la stanza. Anche suo padre aveva smesso di scalpitare prendendo finalmente ad ascoltare quello che il ragazzo stava dicendo.

-Pan... è così?- un ringhio sommesso alle sue spalle. Annuì in risposta sussurrando un flebile “si” tra le labbra umettandole.

Trunks non l'aveva mai toccata, non si era mai permesso, lei era certa che fosse perché lui non provasse nessun genere di attrazione per lei, per quel corpo infantile che non avrebbe mai potuto attirare le attenzioni fisiche di un uomo, di un uomo onesto come lui poi...

-E pensare che credevo che fossi tu l'adulto della situazione...-

-Non l'ho toccata! Non l'ho mai toccata!- continuava a giustificarsi dalle accuse incriminanti di Vegeta che non smetteva di dire quelle cose orribili.

Provò il forte impulso di correre da lui, difenderlo, proteggerlo da quella ingiustizia, correre da Vegeta e pregarlo di smetterla, confermargli che Trunks non provava nulla per lei, che in quell'anno... -Non mi ha mai toccata.- sussurrò attirando l'attenzione di tutti. -Non l'ha mai fatto, e non perché non si fossero presentate occasioni.- un sorriso amaro e una risatina al ricordo di tutto quello che aveva fatto per stuzzicarlo, istigarlo, convincerlo. -Semplicemente non ha mai fatto niente di scorretto nei miei confronti. Forse perché mi ha sempre vista come una bambina.-

Quella consapevolezza faceva più male di mille pugnali conficcati nelle carni.

Gli occhi si fecero lucidi mentre un nodo alla gola le impedì di proseguire quel monologo, anche se non c'era molt'altro da aggiungere.

Tentò di respirare ma fu come se quel respiro le si fermava in gola. Strinse i denti per non piangere.

Bulma al suo fianco si accorse del suo stato e le posò una mano su una spalla per darle forza. Ma la percepì appena.

 

-Ma per piacere... Credi che non lo sappia? Credi davvero che io non sappia che dormite insieme tutte le notti?-

Ancora quelle parole fredde a raggelare l'atmosfera.

-Pan!- l'urlo di suo padre alle sue spalle, quel rimprovero sommesso che non accettava repliche.

Come poteva Vegeta sapere così tante cose?

La loro intimità così esposta alla luce del sole, quei momenti che si concedevano, che lei si concedeva per fingere che vi fosse altro tra di loro che non le era dato avere nella realtà. Adesso era venuto tutto fuori, e se ne vergognò, perché il suo comportamento stava mettendo Trunks in nei guai, facendolo sprofondare nella vergogna.

Era tutta colpa sua.

-Sono io che vado nel suo letto.- proruppe poi d'un tratto. Non voleva che incolpassero lui! -E' colpa mia ma...-

-Dormiamo e basta!- aggiunse Trunks per lei. Ed era così.

-Certo come no...- Vegeta, come anche molti in quella stanza, non ci credettero affatto.

-Ma è così!- urlò Pan come se l'uomo nello schermo potesse udirla anche senza l'interfono ovviamente spento. Le guance oramai rigate da calde lacrime inacidite dal dolore che provava per lui, dall'imbarazzo per se stessa, dalla vergogna.

-Io Pan non l'ho mai toccata!- insisteva Trunks con rabbia. Pan la vedeva chiaramente quella rabbia, ed era certa che dopo tutto quello che stava succedendo non avrebbe mai più voluto vederla. -Non avrei mai potuto...- Lo stava perdendo per sempre... -L'ho sempre rispettata, ho sempre saputo che fosse troppo più giovane di me...- ed ecco il loro problema più grande, quell'inghippo che impediva loro di essere felici, che impediva a lei di avere una qualunque possibilità con lui. -Perché credi che l'abbia allontanata da me? Perché credi che sia sparito così improvvisamente dalla sua vita!?- era finita... adesso ne era certa. -Ho sempre voluto il meglio per lei, volevo solo proteggerla... io l'amo papà!-

Pan avvertì un crack nel petto a livello del cuore. Il modo si fermò ancora, ma questa volta fu diverso.

Strane fitte nel cuore avevano preso a pungerle, facendole un male che non aveva mai provato prima, un dolore così dolce e pungente da essere non solo tollerato ma ricercato, voluto, agognato.

L'amava?

Trunks l'amava...

Le lacrime che ripresero a scendere copiose adesso avevano un sapore nuovo, un dolce salato che sapeva non più di morte ma di vita.

Sorrise con la bocca impastata respirando irregolarmente prendendo ad arrossire di piacere così tanto violentemente da farle girare la testa.

Continuava a domandarsi se avesse udito bene o se fosse stato solo il frutto di qualche scherzo della sua immaginazione mentre si portava le mani al viso nel tentativo di coprire al mondo le sue emozioni palesemente visibili.

-Io la amo da impazzire!-

L'aveva ripetuto, adesso non poteva più sbagliarsi. La mano di Bulma le strinse la spalla mentre la guardava con un bel sorriso radioso.

-Finalmente quell'idiota si è dichiarato.- la voce di Bra fece voltare tutti i presenti.

-Tu lo sapevi?- le domandò Goten.

-Come se tu no...- lo rimbeccò facendolo arrossire per lo sguardo furioso che suo fratello Gohan gli servì.

-E fa male!- era però la voce straziante di Trunks ad attirare maggiormente l'attenzione dei presenti. Il dolore palpabile, quello strazio, la vergogna. -A volte fa così male da soffocarmi.- Lo videro che piangeva piegato in due per il peso di quello che aveva dovuto ammettere per forza di cose, per quella punizione che Vegeta gli aveva inferto per qualche ragione che conosceva solo lui.

-E' così Gohan, ti prego di non giudicarlo male...- Disse Goten a suo fratello in un moto di protezione verso il suo migliore amico di sempre.

-Ti prego anche io di non giudicarlo male... si è già punito abbastanza da solo.- continuò Bra in difesa di suo fratello, sapendo esattamente cosa avesse passato. -Abbondantemente.- continuò. -Tu non sai cos'ha passato.-

-Non vorrei...- ancora la sua voce. -E ho fatto di tutto per farla finita con questa storia, per ignorare quello che provo per lei, ma non ci riesco... Mi sono odiato per quello che sentivo per lei... soprattutto allora, quando era poco più che una bambina, domandandomi come potessi davvero provare quei sentimenti per lei, avendo a disposizione qualunque donna avessi voluto... ma...-

Nessuno poteva negare che i suoi sentimenti fossero sinceri.

D'istinto tutti guardarono Pan ma...

Non c'era più!

-Ma quello che tu non sai figliolo è che quando un saiyan sceglie una compagna, non ha più facoltà di decidere di cambiare strada. Per questo bisogna stare attenti prima di innamorarsi. Dopo è troppo tardi.-

Il tempo di udire Vegeta finire la frase che videro il portellone aprirsi e la Pan comparire nello schermo...

Più furiosa che mai!

 

 

 

 

 

 

Pan era nella stanza, Trunks difronte a lei carponi piangeva a dirotto mentre quello che adesso era il suo maestro si voltava verso di lei guardandola incuriosito.

Non gli prestò attenzione, aveva un obbiettivo solo, ed era lui. Da fin troppo tempo.

Era ora di farla finita.

-Tu...- un ringhio basso, severo, ma lui la udì sollevando lo sguardo di scatto strabuzzando gli occhi. -Come hai potuto..?- continuò lei ignorando il suo sguardo smarrito, il rossore che s'impossessò di lui quando vide il monitor acceso e il pulsante dell'interfono illuminato segno che tutta quella gente nella schermo che adesso era lì a fissarlo aveva udito quello che si erano detti.

-Papà...- un soffio strozzato. -Come hai potuto?- gli domandò senza mai alzare la voce.

Vegeta si limitò a fare spallucce.

-Come hai potuto tu non dirmi niente!- gli urlò lei contro con rabbia crescente.

-Pan... ascolta io...- si era alzato e tentava di giustificarsi, forse negando ancora l'evidenza, ma non era più tempo di sotterfugi, adesso si parlava chiaro!

-Tu sapevi benissimo quello che provavo per te... perché non me lo hai mai detto che ricambiavi i miei sentimenti!?- era arrabbiata, perché lo capiva, perché sapeva che aveva ragione lui, che lei era assolutamente infantile a far finta di nulla, ma non poteva negare che in amore si era tutti un po' folli e la ragione non entrava a far parte del pacchetto.

-Pan come avrei potuto dirtelo? Perché poi..? Per rovinarti la vita?- lo sguardo di lui era feroce, serio, glaciale.

-Lascia decidere a me se credo sia rovinarmi la vita o meno!-

-Sei una bambina!-

-Non sono più una bambina Trunks maledizione ho vent'anni ormai!- credette davvero di non aver mai urlato a quel modo in vita sua. La voce uscì squillante e a tratti strozzata, ma fu liberatorio.

Lui tacque, la guardava senza avere il coraggio di dirle nulla. La cosa la fece imbestialire al punto che in un attimo gli si scagliò contro colpendolo al viso con un pugno.

Lui probabilmente fu preso alla sprovvista perché il colpo andò a segno.

-Ma che diamine fai?- le domandò solo per ritrovarsela ancora addosso intenta a cercare di colpirlo ancora e ancora senza accennare a fermarsi. -Pan finiscila!-

-Finiscila tu!- urlò senza dargli ascolto. -Hai immaginazione di quello che ho dovuto soffrire in questi anni? Hai idea di cosa si provi quando tutti sanno che sei innamorato di una persona che non ti potrà mai guardare con gli stessi occhi?- un pugno scansato e le lacrime a offuscarle la visuale di lui. -Cosa si prova quando tutti ti ridono dietro chiamandoti “bambina” dicendoti di smetterla con quei sogni ad occhi aperti e di essere realista...- il nodo nella gola ormai famigliare a frenare il suo sproloquio. -Anche se per nessuna ragione al mondo avrei potuto smettere di amarti Trunks...- un soffio dolente che le portò via tutte le forze.

Dovette fermarsi allontanandosi da lui di un passo o due per riprendere fiato mentre stringeva gli occhi cercando di impedire a quelle lacrime di continuare a torturarla.

-Pan... mi dispiace piccola io non...-

-Non ci sono mai risuscita, ci ho provato tanto...- gli disse interrompendolo, aprendo gli occhi prendendo a guardarlo accigliata. -Ma non potevo cancellare la tua immagine dalla mia testa in nessun modo... non potevo smettere di pensare a te.- gli confessò con il cuor in mano, mettendo a nudo tutte le sue emozioni per la prima volta, affidandogli i suoi sentimenti, consapevole del fatto che da quel momento lui ne avrebbe potuto fare ciò che voleva.

Lui però non parlava, la fissava solamente con uno sguardo ferito, i piedi piantati per terra, immobile come una statua.

Avrebbe fatto qualcosa, si sarebbe mai dato una mossa?

Non lo sapeva, ma non voleva aspettare di scoprirlo, perché era stanca, stanca di aspettare i suoi tempi, di aspettare lui!

Si fiondò contro Trunks ad una velocità pazzesca vedendolo restare immobile strabuzzando gli occhi attendendo l'impatto.

Ma quell'impatto non arrivo.

Si fermò a pochi centimetri dal suo viso. Le mani tremanti dietro la sua nuca per impedirgli di scappare ancora da lei.

-Baciami stupido!- gli urlò arrabbiata, in lacrime, in quello che fu un ordine ben preciso a cui lui non poté far altro che ubbidire.

In un attimo fu sulle sue labbra, e quella sensazione tanto attesa, così tanto sognata poté finalmente provarla sul serio.

Non era più una sua fantasia, non era più l'immaginazione di una ragazzina sognante. Era la realtà di un uomo che baciava quella che per lui era da sempre la sua piccola donna.

Sospirò sulle sue labbra quando avvertì le sue braccia a circondarle la schiena, stringendola così forte a sé da farle mancare un respiro, non potendo impedirsi di sorridere prima di prendere le sue labbra con maggiore foga.

Trunks ci mise poco a superare il primo momento di smarrimento sentendolo chiedere di più quando premette sulle sue labbra più forte mentre lei schiudeva le proprie per lasciare che intensificasse quel piacere che ormai le aveva fatto perdere il senno.

-Finalmente.- avvertì il calore del suo fiato sulla pelle quando quel sussurro sommesso gli sfuggì dalle labbra liberandolo da quel dolore rinchiuso per troppo allungo.

-Trunks!- l'urlo di Gohan li fece sobbalzare entrambi che si guardarono ricordando solo allora dello schermo ancora acceso e del pubblico che aveva assistito a quello che era stato il momento più intimo che avessero mai vissuto. -Metti giù le tue zampacce da mia figlia!- urlò ancora.

Trunks fece come gli era stato detto lasciando andare la presa da quel corpo come se scottasse.

-Non è come sembra.- gli disse guardandolo attraverso lo schermo mentre Pan non si decideva a mollare la presa dal suo collo malgrado i suoi sforzi di allontanarla.

-Sei un codardo Trunks.- gli disse lei con uno sguardo tra il disgustato e il deluso.

-Ma Pan... quello è tuo padre... dai...- disse afferrando le sue mani cercando di sciogliersi da quell'abbraccio. -Lasciami...- insisteva senza ottenere altro che una presa più salda da parte di lei.

Levò ancora lo sguardo nel suo. Quegli occhi accigliati che lo guardavano con rimprovero, scuri come le notti più buie... ed ecco, si era ancora perso nei meandri più bui di lei, in quelli più nascosti di se stesso dai quali adesso era impossibile uscirne senza la sua Pan.

Si arrese alla sua piccola, quell'unica persona in grado di renderlo debole, di fargli fare tutto ciò che volesse.

Sospirò sorridendole debolmente mentre lei tornava ad addolcirsi.

-Trunks!- urlò ancora Gohan.

-E falla finita vuoi?- questa volta era stato Vegeta a parlare.

Si resero conto che non era più con loro bensì in casa con gli altri. Lo videro avvicinarsi allo schermo e allungando una mano parve distruggere qualcosa.

-Ma che fai?- Gohan aveva un'aria disperata.

-Smettetela di guardare!- urlò loro il principe dei saiyan. -Non sono affaracci vostri!- insistette.

-Ma quella lì dentro tra le grinfie di Trunks è la mia bambina!- protestò l'altro furibondo.

-E quindi? Quelle “grinfie” sono di mio figlio!- gli ricordò. -Eppure io non sto facendo tante lagne come stai facendo tu!-

-Ma è diverso...-

-Diverso un corno!- lo interruppe sgarbato. -Lui è un principe... dovresti essere orgoglioso di lei per la sua scelta invece di urlare come una femminuccia in preda ad una crisi isterica!- Vegeta si portò una mano alla tempia. -Se fossimo ancora su Vegeta questo genere di cose non accadrebbero, lo considereresti un onore e un gran privilegio... tze.-

-Credo che mio padre abbia rotto la telecamera.- spiegò Trunks a Pan che guardava con lui la scena attonita. La vide annuire. Lui la guardò ancora. -Però non ha tutti i torti...- disse maliziosamente. -Io sono un principe...- affermò vedendola arrossire lievemente. -Quindi hai decisamente fatto una buona scelta... e io devo davvero amarti alla follia per abbassarmi a stare con una saiyan di infimo livello...-

Pan aprì la bocca per parlare ma non uscì nulla troppo sbigottita da quell'affermazione così dolce, così cattiva, così da...

-Quello è davvero mio figlio allora...- la risatina di Vegeta giunse cristallina alle loro orecchie.

-Certo che lo è!- gli urlò contro Bulma. -Avevi dubbi per caso?!-

-Beh... è un mollaccione in realtà, quindi...-

-Vegeta!-

Li videro bisticciare e presero a ridere. -Io scherzavo papà!- un'espressione delusa comparve sul viso dell'uomo che per un attimo si era davvero illuso di aver impartito al figlio la distinzione di rango.

-Ma io no papà!- disse invece Pan a suo padre, che non poteva vederla, ma poteva ancora sentirla. -Io amo Trunks... e non ho intenzione di tirarmi indietro.- affermò con fierezza e decisione.

No, adesso che era suo, nulla poteva portarlo via dalle sue braccia.

Nulla.

-Pan... vieni immediatamente qui!-

-No papà scusa ma ho da fare.- loro potevano benissimo vedere gli altri anche se la cosa non era contraccambiata. E l'espressione di suo padre era esilarante. Decise di spingersi oltre e di farlo soffrire un po'... così, per il gusto di farlo.

-Pan!-

-Trunks!- urlò lei con una vocina esageratamente sdolcinata. -Ma che fai?-

-Che fai tu?- le disse lui guardandola stranito non capendo le sue intenzioni.

-Ma no... non lì...- continuò lei miagolando come una gatta.

-Ma che dici?- Trunks prese ad arrossire per quelle parole dette con tanto ardore, con quella tonalità che non le aveva mai sentito raggiungere.

-Smettila dai... mi vergogno... non lì...- insistette lei voltandosi per guardare suo padre che nel monitor prendeva a cambiare colore.

Tappò la bocca a Trunks, che aveva capito benissimo dove volesse andare a parare, prima che potesse rovinarle in divertimento.

-Che stai facendo alla mia bambina?!- domandò infatti suo padre inferocito mentre le donne della casa tentavano di calmarlo.

Solo Vegeta aveva un sorrisetto divertito stampato in faccia.

Trunks riuscì a liberarsi dalla sua presa. -Non è vero Gohan, non sta succedendo niente!- si giustificò imbarazzato dal comportamento di lei.

Pan prese a ridere forte avvicinandosi al monitor. -Si papà è vero stavo scherzando...- ammise. -Questa volta.- aggiunse poi. -Perché io sono sua, e non puoi farci niente... nessuno può.- confessò guardando l'uomo che amava negli occhi.

Trunks le si avvicinò sorridendo perso nel suo sguardo dolce. -E io sono tuo Pan.- Ammise lui. -Da sempre.- soggiunse avvicinandosi a lei abbracciandola, stringendola liberamente, senza più impedimenti. Lo vide allungare una mano raggiungendo il pulsante dell'interfono. -Passo e chiudo.- disse prima di chiudere il microfono interrompendo anche il sonoro.

Nello schermo Gohan si agitava, Vegeta era in disparte sulla porta impedendogli di raggiungerli, Goten e le donne cercavano di calmarlo, probabilmente spiegandogli quello che Vegeta aveva appena spiegato loro, cioè che la cosa non era modificabile e che doveva imparare a conviverci.

Più probabilmente però Gohan non era sconvolto per Trunks in quanto tale, ma per l'idea pura e semplice che la sua bambina non fosse più una bambina.

Avrebbe odiato qualunque uomo le si fosse avvicinato. Trunks era solo incluso nella mischia.

Intanto Pan baciava ancora il suo Trunks, godendo delle sue labbra come mai aveva osato, o potuto, fare prima.

No, Trunks non le diede retta. La voglia di lei era tanta, trattenuta da anni, arrivata ai limiti della sopportazione. Ma aveva aspettato così tanto prima di farla sua da non voler certo sprecare quel momento nella stanza gravitazionale con un monito acceso dentro i quale vedeva amici e parenti discutere a proposito di loro due, e soprattutto correndo il rischio che in qualche modo Gohan si liberasse di loro e se lo trovassero nella stanza interrompendoli magari sul più bello.

No, non era quello che voleva, ed era certo che non fosse neanche quello che voleva Pan. Infondo sarebbe stata la sua prima volta e non voleva che la sprecasse a quel modo.

-Pan, fermati.- le disse prendendole le mani e staccandola dal proprio collo. Abbassando lo sguardo la vide imbronciata. Ridacchiò chinandosi per baciarle le labbra ancora una volta. -Dobbiamo andare da loro, dobbiamo spiegare la situazione.- decretò vedendola sbuffare per poi annuire.

-Non che siano affaracci loro.- aggiunse lei.

-No, in effetti da questo momento sono solo affari nostri, ma dobbiamo comunque dare delle spiegazioni per mettere le cose in chiaro.-

-E cosa esattamente dovremmo mettere in chiaro?- gli domandò con una punta di malizia.

Non che non sapesse cosa dovessero dire, ma voleva davvero tanto sentirlo ancora una volta dalle sue labbra.

Lui sorrise attirandola ancora a sé. -Che io ti amo Pan e che voglio poter stare con te alla luce del giorno, senza rancori, o malumori...- il suo sguardo si rattristò ancora. -Non voglio astio o disordini...-

-Trunks.- adesso era lei a sorridergli mentre gli accarezzava il viso con una mano. -Andrà tutto bene, capiranno, devono farlo... perché anche io ti amo, e non potrei mai amare nessun altro.- gli ricordò. -L'ha detto anche Vegeta no?-

Risero di quel particolare che sapevano bene, in futuro, avrebbero raccontato ad ogni nuovo saiyan che sarebbe venuto al mondo per tempo.

Se solo avessero saputo...

Forse non lo avrebbero lasciato succedere.

Si guardarono negli occhi per un tempo indefinito.

No.

Anche sapendolo per tempo, sarebbe successo.

Sarebbe stato inevitabile.

Sarebbe ricapitato milioni e milioni di volte ancora, perché quello che c'era tra loro non era qualcosa di macchinoso, non era stato pianificato o orchestrato in alcun modo. Era successo e basta, sarebbe bastato trascorrere ancora una volta un po' di tempo l'uno con l'altra perché quell'amore che c'era sempre stato, sbocciasse inesorabile, e nulla al mondo avrebbe potuto impedire a quei sentimenti di affiorare presto o tardi.

Nulla.

Di questo, furono assolutamente certi quando le loro labbra si unirono ancora in un incastro perfetto che sembrava essere stato creato per quell'unico scopo...

Amarsi.



Fine.



Eccomi alla fine di questa bella fanfic ^.^

me la canto da sola lo so ma mi è piaciuta fin dalle prime righe. Mi è piaciuto scriverla e anche rileggerla, sarà perché sono innamorata degli amori impossibili o di quelli un po' tortuosi, sarà perché mi piace l'idea di non fare di tutta l'erba un fascio e di dare la possibilità a tutti di godere del beneficio del dubbio, o sarà semplicemente il fatto che credo nell'amore vero, e mi auguro sempre che in situazioni incomprensibili o inaccettabili ci sia questo fondamento a rendere tutto più chiaro, più accettabile, perché so per certo che in questo momento tutti voi che avete letto avere sofferto con Pan e Trunks, li avete capiti e vi siete dispiaciuti per loro... ne sono certa! E nessuno di voi ha più prestato attenzione all'età ad un certo punto!! ^.^

quindi viva l'amore e viva i lieto fine di cui io non posso fare a meno!

Un bacione a tutti quelli che sono arrivati fin qui!!! grazie di aver letto <3

  
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