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Autore: Picci_picci    04/08/2020    1 recensioni
Ladybug si era rifugiata a Notre Dames per riflettere: in questa guerra non dovevano rimetterci i civili, sopratutto se questi erano i suoi cari, ma era successo e il peso di supereroe sulle sue spalle la stava affondando. Di notte, a Parigi, tutto può succedere, sopratutto se il gatto nero più famoso di Parigi è la spalla su cui piangere.
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Una breve Ladynoir , dove Marinette capisce che non potrebbe stare senza il suo chaton.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sospirava, guardando lo spettacolo delle luci di Parigi di notte, con la Tour Eiffel che dominava incontrastata, tanto da superare la luna. Guardava silenziosa i parigini, inconsapevoli di quanto fosse difficile la realtà, pronta a proteggerli come aveva giurato tempo addietro. Nascosta tra i gargoyle di Notre Dames, sperava che la signora di Parigi avrebbe vegliato anche su di lei perché quel peso da eroina, proprio, non riusciva a reggerlo più. 

“Ero convinto che ti avrei trovata sulla torre.”

Chat Noir, da fedele compagno che era, si avvicinò a lei e gli si sedette accanto. Sapeva che era lì perché aveva notato che lei era stata turbata dall’ultimo combattimento contro un’akuma.

“Non confondermi con te, chaton. Lo sai che il mio posto preferito è Notre Dames e non la Tour Eiffel.”

“Ironico che il tuo posto preferito sia Notre Dames, mia signora. L’hai capita, Notre Dames, nostra signora, e tu sei la mia signora..”, ma gli morirono le parole in bocca a vedere lo sguardo triste di Ladybug.

“Insettina, che succede? Da dopo lo scontro di oggi con Papillon sei strana.”

Come poter dire a Chat Noir che era spaventata perché suo padre oggi aveva rischiato di morire? Come spiegargli che a causa di quell’akumizato che si nutriva della paura altrui, suo padre era saltato sul cornicione del terzo piano perché era convinto di non soffrire più di vertigini?

“Oggi”, iniziò con voce tremante, “ho rischiato di perdere una persona molto importante per me.”

Lui guardò gli occhi lucidi di Ladybug e sentì il suo cuore rompersi.

“Le persone non capiscono quanto questo sia difficile”, disse lei indicandosi, “quanto sia doloroso portare questo peso sulle spalle senza sfogarsi con nessuno.”

“Hey, così mi offendi! Io non sono nessuno”, replicò Chat.

Lei rise alla battuta e lui si sentì meglio.
Continuarono a guardare Parigi di notte, ma nella mente di Marinette si susseguivano le immagini di quel tragico momento: suo padre che saliva sul cornicione, lei che urlava il suo nome disperata mentre lui perdeva l’equilibrio e cadeva, l'intervento tempestivo di Chat. Doveva ringraziare il suo gattino se suo padre, ora, era incolume a casa, perché era sicura che nemmeno il Lucky Charm avrebbe potuto portare indietro una vita.
Inconsapevolmente aveva iniziato a piangere e il suo volto era ricoperto di lacrime.

“Vieni qui”, disse Chat abbracciandola e facendole nascondere il viso nel suo petto.

“Sono qua, sempre”, disse lui mentre le accarezzava i capelli con gli artigli. 
“Sarò qua a consolarti, sempre. Sarò qua a tranquillizzarti, sempre. Sarò qua ad aiutarti, sempre. Sarò qua a combattere, sempre. Sarò qua a farti impazzire per le mie battute, sempre. Sarò al tuo fianco, sempre, qualsiasi cosa accada. Non ti lascerò sola, è una promessa.”

Lei lo abbracciò a sua volta e lo strinse a sé come se ne dipendesse la sua vita.
Rimasero così per un po’, con in sottofondo il rumore della tranquilla Parigi di notte.
Chat si staccò da lei e si alzò, prendendo in mano il suo bastone.

“Forza, my lady, è tardi e devi riposarti. Non vorrai diventare anche tu un gargoyles?”

Sorrise e si asciugò le ultime lacrime, “sarei una fantastica scultura e donerei maggior bellezza alla facciata di Notre Dames.”

“Non invertiamoci i ruoli, quello egocentrico del duo sono io.”

Scosse la testa e rimase affascinata da quegli occhi verdi che spiccavano grazie alla maschera nera. Possibile che Chat la facesse sentire così bene, così al sicuro? 
Se si fosse innamorata di lui, sarebbe stato più semplice. Ma Chat era un amico, un caro amico; gli voleva bene, ci sarebbe sempre stata per lui, era così importante che non sarebbe riuscita a vivere senza di lui… Aspetta cosa?!

Spalancò gli occhi per l’improvvisa consapevolezza. Non poteva essere, giusto?
Lei amava Adrien, giusto?
Non poteva essersi innamorata di Chat, giusto?
Non si poteva amare due persone contemporaneamente, GIUSTO?

“Ladybug, tutto bene?”

“No”, ma dopo, resasi conto di ciò che aveva detto, scosse la testa, “cioè sì, è che hai ragione tu, devo andare a riposare.”

“Io ho sempre ragione”, rispose lui con il suo solito ghigno.

Avrebbe dovuto riflettere a lungo sulla questione, ma alla fine avrebbe seguito ciò che le diceva il cuore e avrebbe scoperto chi amava veramente, doveva solo avere pazienza. E tempo, soprattutto tempo.

“Buonanotte, mon minou”, esclamò lei lasciandogli un bacio sull’angolo della bocca, “e grazie per esserci, sempre.”

Poi andò via, scappando verso casa.

E mentre Marinette controllava che i suoi genitori stessero effettivamente bene e che stessero riposando tranquilli, Adrien era rimasto ad ammirare quella Parigi notturna che stasera aveva assistito per la prima volta all’amore dei suoi paladini. 


Angolo autrice
Una piccola shot Ladynoir, stavolta senza Gabriel, Tikki o Plagg, sfortunatamente (io adoroo Plagg). La storia non si inserisce in un preciso momento della time-line, ma i due protagonisti sono sicuramente un po' più grandi. Questa storia l'ho scritta di getto, senza grandi pretese, quindi scusatemi se troverete qualche errore.
Un bacio,
Cassie
   
 
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