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Autore: f9v5    05/08/2020    2 recensioni
[Joint Training Battle Arc; Spoiler per chi non legge il manga] [Classe 1-A vs 1-B... probably] [Raiting alzato ad arancione perchè vi saranno scene un pò pesanti ad un certo punto]
Allora, diciamo che questa saga del manga è quella che più mi ha lasciato l'amaro in bocca, per varie ragioni. Ho deciso quindi di provare a riscriverla a modo mio, non so cosa ne uscirà fuori, possiamo definirlo un esperimento.
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Le due classi passarono alcuni secondi a lanciarsi intensi sguardi, sembrava che le schermaglie pre-lotta avessero avuto inizio.
Izuku francamente non sentiva i calori della fantomatica rivalità, ma passò un considerevole lasso di tempo a studiare attentamente tutti loro.
Genere: Azione, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Il giorno finalmente era arrivato, l’allenamento congiunto sarebbe iniziato quella giornata, e nessun rinvio stavolta, almeno gli studenti si auguravano così.
Alcuni avevano giurato che avrebbero potuto anche insultare a gran voce gli insegnanti se fosse successo di nuovo, non ebbero mai il coraggio di esporsi di persona però.
Iida e Kendo poterono ritenersi soddisfatti della puntualità generale mostrata dai loro compagni, erano fieri di vedere come tutti stessero considerando la cosa seriamente e, alle prime luci dell’alba, fossero stati precisi.
Ci furono le dovute eccezioni: Tokage, Kamakiri e Awase…
-CHE CAZZO, TOKAGE, MENO MALE CHE ANDAVI A DORMIRE PRESTO IERI. E SCEMI NOI CHE TI ASPETTIAMO ANCHE.-
-Sono riuscita a trovare “Alla ricerca della valle incantata” in streaming, non potevo rischiare. E poi ormai siamo qui, di che ti lamenti?-
-Giuro che un giorno io ti uccido! Anzi, prima sfiletto quel tuo stupido pupazzo, ti obbligo a mangiarlo e dopo ti uccido!-
-Non mettere Jimmy in mezzo a questa storia, è sensibile!-
-SMETTILA DI TRATTARLO COME FOSSE VIVO. È INQUIETANTE!-
-Ma perché vi frequento, a voi due?-.
… o Kaminari e Ashido…
-Scusate, Mario Kart è come una droga.- si scusarono all’unisono.
… ma alla fine tutti i ragazzi si presentarono in orario, costumi da Hero già indossati e zaini in spalla, davanti all’entrata della U.A.
I due erano fieri dei propri compagni, nessuno stava creando problemi, beh… Bakugo a parte.
Non nel suo solito modo, era stato sorprendentemente silenzioso, forse, così almeno pensarono i due, aveva provato almeno un briciolo di vergogna e si era reso conto che per una volta sbraitare non era l’approccio più adatto, ma stava di fatto che rivolgeva occhiatacce a chiunque gli stesse troppo vicino e, onestamente, dopo quanto successo Sabato, nessuno ci voleva avere a che fare.
Cosa ancora più importante, notarono, e approvarono la cosa, come tutti cercassero di tenere lui e Midoriya il più distanti possibile, come una sorta di neonato senso di protezione nei confronti del ragazzo dai capelli verdi.
Fondamentalmente avevano eretto una barriera umana affinché stessero agli antipodi.
E Bakugo non fu affatto contento della cosa: ora il Deku di merda si doveva far parare il culo da tutti?!
Il problema stava nel fatto che fosse Midoriya quello che cercava di avvicinarsi e non il contrario, cosa che di fatto rendeva la cosa ben più complessa: Bakugo avrebbe potuto avere uno dei suoi attacchi d’ira in qualunque momento e il verde o non lo capiva o non ci badava.
Alla fine Izuku riuscì a sgusciare tra Kaminari e Ashido quando questi due, non avendo idea di che argomento usare per tenerlo fermo, provarono letteralmente a bloccarlo di forza.
Peccato che Izuku fosse fisicamente più forte di quanto la sua statura sotto la media e il suo corpo minuto lasciassero intendere, si divincolò da entrambi con relativa facilità e, sotto un corteo di sguardi atterriti, andò faccia a faccia con colui che, l’ultima volta che si erano visti, lo aveva pestato senza pietà.
Bakugo stringeva i denti, già fremeva di rabbia, Izuku aveva uno sguardo indecifrabile, cosa insolita per lui era che non sembrasse minimamente condizionato da chi aveva di fronte.
-Devi scusarti con Eri!- ordinò imperioso all’improvviso.
-Cosa?-
-Hai capito benissimo cosa ho detto.-
Una vena cominciò a pulsare sulla fronte del biondo, si permetteva di dargli ordini?!
Izuku si rilassò un po', si vedeva che non c’era rabbia nei suoi occhi, e per quanto pronunciato sotto forma di ordine, il suo sembrò più un tentativo di riappacificazione guidato però da una richiesta motivatissima.
-Non credo che tu alla fine l’avresti colpita sul serio, è quello che mi auguro almeno, ma era molto spaventata, e chiederle scusa è il minimo che puoi fare.-
-Io non devo nulla né a te né a quella mocciosa, si è messa in mezzo spontaneamente e quando un debole si mette in mezzo deve affrontare le conseguenze!-
Izuku sospirò, non che si aspettasse una presa di coscienza, ma sperava che Bakugo avesse riflettuto almeno un po' sulle sue azioni, così non sembrava.
Gli altri assistevano alla scena in silenzio, si sentivano quasi gli spettatori di un dramma, con la differenza che il dramma tra quei due era già stato paurosamente sfiorato e ora c’era il rischio di un altro episodio.
-Bakugo… io non ho mai detto che tu debba a qualcosa a me, solo di Eri ho parlato. Magari te ne saresti accorto, se ascoltassi quando ti parlo.-
E lì tutti pensarono che Midoriya dovesse essere impazzito, cioè, aveva pienamente ragione lui, ma quel momento era il meno adatto per rinfacciare la verità a Bakugo, la vena sempre più prominente lo testimoniava.
-Ti credi migliore di me, non è così?-
-Sai parlare solo di questo, non è così?-
Cielo, una ribattuta dietro l’altra, e riusciva a dirlo con un’espressione così calma da sembrare surreale.
Tra gli “spettatori” solo Jiro sembrò più consapevole, i suoi jack erano in ascolto fin dall’inizio e…
“Hanno entrambi un battito cardiaco elevatissimo!” pensò la ragazza, solo che quello di Bakugo era dettato palesemente dalla rabbia, quello di Midoriya era per il nervosismo.
Era tutto fuorché calmo come lasciava trasparire, era un fascio di nervi ma stava lottando per tenere su quella maschera di placidità e autocontrollo.
Kyoka però decise di rimanere in silenzio, per un pensiero in testa, un interrogativo, che lo stesse facendo per distendere la tensione?
Dopo Sabato nessuno ebbe il coraggio, Kirishima a parte, di avvicinarsi a Bakugo, più che per effettiva paura fu per fastidio e sincero ribrezzo nei suoi confronti.
Sapevano ormai tutti del suo pessimo carattere, ma mai avrebbero creduto potesse toccare il fondo in quel modo, tenerlo alla larga da Midoriya e ignorarlo era sorto istintivo per tutti.
E avevano sbagliato, l’ego di Bakugo rischiava solo di uscirne pompato da quell’atteggiamento che, considerata la sua linea di pensiero, lui avrebbe interpretato solo come una silenziosa ammissione della sua superiorità.
Midoriya stava facendo la cosa più giusta, a dimostrazione che Bakugo non era una sorta di “essere superiore” come il suo atteggiamento e il suo talento potevano far credere, andava trattato come una persona qualunque, perché questo era, come tutti loro, forse così avrebbero avuto più fermezza nel gestirlo e lui magari avrebbe finalmente fatto quel bagno di umiltà che lo avrebbe potuto portare ad avere almeno una minima presa di coscienza.
Le tornò in mente la breve chiacchierata con Rin fatta prima della partita di Sabato; aveva ragione, lo avevano lasciato correre troppo.
L’adorabile nerd della classe A sembrava essersene reso conto e magari il rendere quella discussione in un momento in cui fosse alla vista di tutti era per lanciare il messaggio a ognuno di loro quanto allo stesso Bakugo.
Se questa ipotesi fosse stata vera, sarebbe stata la conferma che Midoriya sapeva essere davvero geniale… e, in tutta onestà, anche subdolo.
Jiro represse un brivido.
“Cavolo, fortuna che non è un villain.” mai se lo sarebbe voluto trovare davanti.
-Senti un po', Deku, non me frega un cazzo di niente, ma se per caso ci ritrovassimo davvero contro, ti dico subito che ti spaccherò il culo!-
Ma Izuku sorrise.
-Ci sei arrivato da solo o hai letto il mio messaggio sul gruppo?-
Altro ringhio del biondo e, per un istante, lo sguardo fu distolto, forse un’ammissione, e conseguente rabbia espressa al solito modo.
-Il più forte sono io! E lo dimostrerò a te come a tutti quanti!- ma la minaccia non sembrò scalfire il sorriso determinato di Izuku.
-Allora io ti supererò!-
Una dichiarazione di guerra a tutti gli effetti! Non era certo la prima che sentivano, ma sembrava che in un modo o nell’altro Midoriya fosse sempre uno dei due coinvolti.
-Cavolo, ragazzi, in un modo o nell’altro qui le emozioni non mancano mai.- commentò Kaminari come se fosse stato al cinema, avrebbe voluto tanto avere un sacchetto di pop-corn.
-Sarebbe un cliché incredibile, ma pensa che figata se si scontrassero l’ultimo giorno di allenamento, come una sorta di gioco voluto dal destino.- gli diede corda Mina.
Quei due guardavano troppi film.
Per fortuna sembrò che Bakugo non fosse in vena quella mattina e si limitò a sbuffare e mormorare un -vaffanculo- prima di dare le spalle ad Izuku e mettere una buona distanza tra i due.
La mancata deflagrazione sembrò distendere gli animi, e i ragazzi tornarono a chiacchierare tra loro, in attesa degli insegnanti.
Il verde cacciò un sospiro a quel punto, per fortuna aveva retto e non si era fatto prendere dal nervosismo.
Sentì un tocco freddo all’altezza della spalla, scoprì trattarsi di Yanagi.
-Incosciente.-
Sorrise mestamente di fronte al rimprovero della ragazza.
-Ma era necessario.-
Lei scosse il capo, a discapito della mancanza di espressività, un lieve rilassamento delle sopracciglia gli fece capire che quella di Reiko era solo bonaria esasperazione.
In quei giorni avevano parlato spesso durante la pausa pranzo, sul terrazzo, ormai Izuku aveva capito che bisognava analizzare quei piccoli dettagli per comprendere lo stato d’animo della ragazza dai capelli argentati.
Yanagi aveva semplicemente un modo tutto suo di esprimersi, non l’avrebbe definita una persona senza emozioni, sapeva anzi comunicare tanto con poche parole e piccoli gesti ed era tutto fuorché invasiva con la sua pacatezza costante, forse era per questo che quando era con lei non avvertiva nervosismo e riusciva ad essere sciolto e rilassato.
-Parlando d’altro, io sono parecchio emozionato, sarà sicuramente una prova difficile. Tu non ti senti nervosa?-
-Alquanto.-
-Sei brava però a non farlo notare.-
Lei a quel punto lo guardò di sottecchi, il sopracciglio dell’occhio non coperto dalla lunga frangia era alzato in segno di scetticismo, come ad invitarlo a non nascondere l’evidenza.
-Oh… ehm, si notava quindi.- constatò dunque.
-Difficile per chi non avvezzo.-
Bakugo, ovviamente, Yanagi non gli aveva mai nascosto la sua antipatia verso il biondo esplosivo ed evidentemente aveva notato lo sforzo fatto da Izuku per mascherare l’ansia di fronte a lui, il verde immaginò che fosse una sorta di “abilità” che si finiva col maturare quando, come lei, si lasciava che fossero i piccoli movimenti del corpo e le frasi concise e istantanee a esprimere i concetti.
A quel punto la ragazza si scostò la maschera dal volto per lasciar trasparire un piccolo sorriso battagliero.
Una sorta di ribattuta alla sua dichiarazione di guerra a Bakugo, lei l’aveva appena resa a lui, a ricordargli che la loro sfida era ancora aperta, che lei puntava alla rivincita.
Eppure le sensazioni che gli comunicò furono ben diverse; non c’era niente nello sguardo di Reiko che gli comunicasse rabbia o risentimento, perché appunto non vi erano.
Alla fine anche le rivalità potevano mostrarsi sotto molteplici aspetti: quella con Yanagi era cementata sul rispetto e il desiderio di migliorarsi vicendevolmente.
Decisamente ben diversa da quella col biondo.
E, dovendola dire tutta, Izuku era contento fosse così.
-Che vinca il migliore!- le sorrise di rimando.
Fu in quel momento che arrivarono due pullman con un elemento che, per chi di cinema era fin troppo consumatore dell’ambito action, era sinonimo di preoccupazione: i vetri oscurati.
-Oddio, un rapimento!-
-Kaminari, smettila di dire idiozie, una volta tanto.- anche se Jiro avrebbe ammesso di essere a sua volta incuriosita da quella scelta estetica che, conoscendo la U.A, dubitava fosse casuale.
Da uno dei mezzi scese Aizawa… più una piccola ospite inaspettata che sbucò da dietro le sue gambe.
-Eri?!-
-Izuku!- con un’esclamazione di gioia, la bambina corse da lui per abbracciarlo, subito ricambiata, ignara degli sguardi degli altri, tra chi cominciò subito a speculare che Midoriya potesse essere davvero il padre della bambina (Todoroki, ovviamente), chi trovava la scena tenerissima (soprattutto le ragazze) e chi distolse lo sguardo ringhiando… Bakugo, palese.
Il verde notò immediatamente le occhiaie della piccola.
-Eri, ma hai dormito stanotte?-
-Aizawa ha detto che potevo venire anche io per vedere la sfida… e-ero così emozionata c-che quasi non ho dormito.- spiegò lei, trattenendo a stento uno sbadiglio, ma si poteva notare come fremesse di eccitazione.
Scena tenerissima, ma che risvegliò l’istinto paterno di Izuku.
-Capisco… però adesso, sul pullman, tu ti farai una dormita per riposarti, non ti fa bene saltare ore di sonno .-
-P-però io volevo passare un po' di tempo con te.- protestò timidamente lei, abbassando la testa e gonfiando un po' le guance, con quel maglioncino bianco sopra i suoi abiti poi, in effetti faceva parecchio fresco quella mattina, appariva ancora più tenera, come si faceva a dirle  di no?
“Non farti fregare, Izuku, lo fa apposta!”
Rivolse uno sguardo al professor Aizawa, che lo fissava con un’espressione scazzata che sembrava volergli comunicare “Vediamo se ci riesci, ragazzo.”
Perché poi l’avevano lasciata venire? Dubitava fosse semplicemente perché lo aveva chiesto lei.
-Ti prometto che poi dormo, dai.-
Beh, pensò Izuku, cercando di non mostrare le prime crepe al suo scudo mentale, non poteva essere poi così tanta la distanza dal campo di allenamento, giusto?
E poi chi voleva prendere in giro, adorava passare del tempo con lei e, anzi, magari lo avrebbe pure aiutato a mantenere la calma durante il viaggio, sarebbe stato capace di farsi prendere dal nervoso in effetti.
-Va bene.- annunciò infine con un sospiro, alche lei gioì contenta, prima di riaffiancarsi al professore.
-Non perdiamo tempo, ognuno, rispettando gli smistamenti dell’ultima settimana, salga sul rispettivo autobus, rispettate la fila e tutto il resto. Comportamento esemplare.- e non ammetteva repliche.
Nessuno ebbe nulla da ridire e, sotto l’attenta supervisione dei capiclasse, si disposero due file ordinate, ognuna per il rispettivo pullman.
La bambina rivolgeva un timido saluto a tutti, suscitando varie reazioni: Ashido le strizzò amabilmente le guance, Ochaco le carezzò la testa, Iida la elogiò per la meritevole dimostrazione di rispetto che, già così piccola, stava mostrando, Kamakiri le rivolse un ringhio contro che, unito alla notevole altezza, la fece tentennare, anche se poi la bambina si fece scappare una piccola risatina.
-Che ti ridi, mocciosa?-
-Sei buffo.- arrossì per l’imbarazzo l’enorme ragazzo mantide e, forse, sotto sotto, provò anche un pizzico di sollievo.
Di solito i bambini, anzi, tutti, quando lo conoscevano all’inizio restavano intimoriti dal suo aspetto, questa invece andava a dirgli che era buffo?!
-Il tuo sguardo non è cattivo.-
Togaru borbottò qualcosa a denti stretti prima di salire.
-Ma ditemi se devo sentirmi certe cose da una mocciosetta e bla bla bla…-
Quando poi toccò a Setsuna, Eri le sorrise calorosamente.
-La signorina dai denti a punta! Volevo ringraziarti, mi sono divertita tanto con Jimmy.-
E Setsuna temette seriamente di morire, ora capiva sempre più perché Midoriya stravedesse per quella bambina.
Si piegò leggermente sulle ginocchia per mettersi alla sua altezza e le arruffò i capelli.
-Ma figurati, piccoletta. E poi Midoriya mi aveva già dato i tuoi ringraziamenti.-
-Però Izuku mi dice sempre che è giusto ringraziare di persona chi è gentile con te.-
Al che la ragazza sorrise maliziosamente, un piccolo scherzo in testa che sperava di poter vedere di persona una volta avvenuto.
-Questo perché il tuo papà ti sta educando bene.-
-Il… mio papà?- chiese la piccola, sinceramente confusa.
Tokage le sussurrò qualcosa all’orecchio, ad un certo punto la bambina pronunciò un piccolo -Oh.- di comprensione.
-Diglielo prima che scenda per cominciare la sfida, vedrai che sarà contentissimo.-
Quando toccò finalmente ad Izuku salire, il ragazzo ebbe un’altra sorpresa per quel giorno, altrettanto inaspettata e altrettanto gradita, comunque.
-Shinso?!-
Accomodato sui sedili anteriori, al lato opposto a quello del guidatore, c’era appunto il ragazzo del dipartimento generale, in divisa d’allenamento, zaino stracolmo in spalla e con uno strano marchingegno attaccato al collo.
-Salve.- un sorrisetto molto in stile professor Aizawa tra l’altro.
-Scusa, ma come mai sei qui?-
-Vi spiegherò tutto a breve, quindi va al tuo posto.- lo redarguì il suddetto insegnante, pertanto Midoriya andò ad occupare uno dei posti anteriori.
Fu Shota stesso a pretenderlo, Eri poteva stare con lui per la durata del viaggio fino al Ground Omega, ma a patto che fossero sempre dove poteva tenerli d’occhio.
 
 
 
Aizawa aveva il serio sospetto che non lo pagassero abbastanza per quel lavoro.
Che poi, effettivamente quanto lo pagavano? A prescindere da ciò, non sarebbe mai stato congruo per il trauma che quei ragazzini scalmanati in preda agli ormoni gli facevano passare ogni giorno.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma era soddisfatto, più che soddisfatto, dei progressi che ognuno stava compiendo (Bakugo doveva ancora correggere quel carattere che si ritrovava però), ecco perché, pur non dandolo a vedere, attendeva con altrettanta trepidazione quell’allenamento speciale: probabilmente tra tutti era quello più importante e, con tutti gli elementi in gioco, avrebbe potuto fornire ben più di una lezione per il futuro a quei ragazzi, un valido passo avanti per la loro formazione.
-Ora ascoltate bene tutti quanti! Non mi ripeterò, non ponete domande!- giusto qualche secondo d’attesa per avere silenzio.
Un’occhiataccia verso Kaminari e Mineta che non la piantavano di confabulare, probabilmente qualche perverso piano dei loro (e dire che il tappetto era stato così relativamente tranquillo negli ultimi giorni; nessuno disse mai ad Aizawa della penitenza di Obbligo o Verità, ecco perché si illuse che fosse quasi un segno di lieve miglioramento), e poi poté riprendere.
-Ci stiamo dirigendo al Ground Omega per iniziare la sfida. Chiarisco subito un dettaglio: dimenticatevi delle squadre che vi abbiamo assegnato una settimana fa, perché erano uno specchietto per le allodole!-
Notò che le reazioni dei ragazzi non furono poi così sorprese come aveva sadicamente sperato, gli venne istintivo rivolgere un’occhiataccia ad un certo studente.
Ovviamente doveva essere lui, Midoriya, doveva aver ipotizzato qualcosa delle sue e messo tutti al corrente.
Da un lato in realtà si sentiva soddisfatto, un Vero Eroe fa sempre di tutto per gli altri, e di fatto Midoriya aveva mostrato grande lealtà verso i suoi compagni con quel gesto.
Il verde teneva Eri sulle gambe, la bambina, prima dell’interruzione, aveva parlato a mitraglietta e fatto domande su tante cose, a discapito dell’evidente stanchezza faceva di tutto per rimanere sveglia.
Fu lui stesso a fare pressione per portarla, sarebbero stati via dalla U.A tutta la settimana per monitorare i ragazzi e neanche sotto tortura l’avrebbe lasciata a professori come Hound Dog od Ectoplasm (non dubitava della loro serietà, ma i loro aspetti inquietanti sarebbero potuti essere deleteri per la sicurezza che la bambina stava pian piano guadagnando) o, peggio, in mano ai Big Three che, pur con tutta la buona volontà, non erano adatti a prendersi cura di lei alla lunga: Mirio e Nejire l’avrebbero viziata fino all’inverosimile e Tamaki, l’unico abbastanza assennato dei tre, era troppo timido per protestare e farsi valere.
Midoriya, d’altro canto, per quanto anche lui si mostrasse permissivo, sapeva anche tirar fuori il suo lato più severo quando era necessario far capire alla bambina quando non bisognava esagerare in qualcosa.
E lei poi sembrava divertirsi molto in sua compagnia.
Trattenendo un’espressione comicamente ingelosita, Aizawa riprese il discorso.
-I team sono stati completamente rimischiati in maniera mista, quindi non si verificherà uno scontro tra classi. Abbiamo riflettuto e siamo giunti alla conclusione che non sarà mai possibile il formarsi di un sincero rapporto di fiducia tra sezione A e B fintanto che non vi sarà permesso di interagire più spesso e collaborare. Vi saranno otto team da cinque elementi, in uno scontro totale.-
Quanto avrebbero scommesso tutti che, nell’altro pullman, Monoma stesse urlando, una volta ricevuta quella rivelazione dal professor Vlad, sbraitando al suo solito modo?!
Itsuka avrebbe tanto voluto dargli una botta sul collo in quel momento, ma quantomeno non stava sentendo la sua dimostrazione di pazzia dal vivo, ormai però le conosceva così a memoria che le partiva in automatico la visione in testa.
-Sicuramente vi starete chiedendo perché mentirvi, perché assegnarvi ad un team che poi non sarebbe stato formato e sconvolgere tutto all’ultimo. È molto semplice: perché un Hero non deve mai dare nulla per scontato! Quando in futuro sarete professionisti, dovrete si sapervi basare sulla fiducia e sui rapporti che avete costruito qui, ma dovete anche tenere bene a mente come il mondo sia volubile: alleanze ed alleati possono cambiare in ogni momento, bisogna essere sempre pronti ad improvvisare!-
Forse era molto cinica, ma era una triste e dura verità; il mondo nascondeva tante insidie, amicizie e alleanze potevano mutare senza preavviso, non c’era perfidia in quelle parole, Aizawa non stava certo insinuando nulla sul conto di nessuno, ma i ragazzi dovevano capire che quello era il mondo reale e non un film, le cose purtroppo non si sarebbero sempre concluse bene.
E certe lezioni era meglio impararle prima che dopo.
-Oltretutto, l’aver aspettato una settimana, durante la quale avete convissuto mischiati, era un test a sua volta: era per testare tanto la vostra capacità di raccogliere informazioni quanto di creare legami di fiducia con gente che per voi era fondamentalmente estranea.-
Certo, magari non tutti avevano stabilito un legame di amicizia, ma alcuni rapporti avevano iniziato a formarsi, e la speranza di tutti era che ciò sarebbe durato anche dopo la fine dell’allenamento e della convivenza tra le due classi.
-Ora passiamo alla spiegazione dell’allenamento: il ground Omega è il più ampio a nostra disposizione, abbiamo disposto otto entrate diverse apposta per ciascuna squadra. Vi informo subito di non farvi illusioni: i pullman non seguiranno le entrate nell’ordine numerico, e ad ogni fermata scenderà uno studente per volta quando verrà chiamato, i vetri oscurati sono fatti apposta per non lasciar capire quali team si formeranno. Quindi sì, nessun team saprà quali saranno gli altri a meno di non incontrarli nel corso della sfida stessa.-
Cavolo, fu il pensiero di tutti, ci avevano dato proprio giù stavolta.
Volevano proprio fare una sfida basata sull’elemento sorpresa, atta a testare tanto le capacità fisiche quanto quelle strategiche e d’improvvisazione.
-La sfida, come già detto, durerà una settimana, nel corso della quale nessuno di voi uscirà dal terreno, mi auguro quindi siate stati tutti previdenti con scorte, medicine e simili. Tuttavia…- qui sembrò emettere un sospiro deluso, lui non gliel’avrebbe concesso, ma il preside Nezu aveva espressamente detto che, almeno per il primo anno, potevano andarci più piano e quindi aveva aggiunto quest’elemento per rendere le cose un po' meno complicate (chissà poi quanto aveva fatto piangere le casse della U.A quel “Piccolo elemento”, ma d’altronde i soldi sembrava che il preside si divertisse a sprecarli) -… abbiamo disposto una zona franca al centro dell’arena, all’interno della quale sarà espressamente vietato combattere, sarà facile riconoscerla, lì abbiamo istituito delle baite, fornite di tutti i comfort necessari, una per team, in cui potrete riposare  per la notte. Ad essere precisi, l’unico momento della giornata in cui non sarà possibile accedervi sarà tra le 11 e le 13, per consentire ai robot addetti di risistemare l’abitazione e rifornire le dispense. Però, giusto per complicarvi un po' le cose, solo a due membri del team sarà permesso entrare, gli altri tre dovranno passare la notte all’addiaccio e sapersi adattare. In sostanza, chi ogni notte si riposerà meglio e chi no e quanto tempo coloro che lo faranno vi dovranno restare verrà rimesso al vostro giudizio.-
Apparentemente una cosa da poco, ma invece era l’ennesimo test: chi sarebbe andato nella baita ovviamente ne sarebbe uscito più riposato, ma avrebbe lasciato i tre compagni in svantaggio numerico, quindi ogni team avrebbe dovuto valutare con attenzione chi necessitasse più di riposo ogni volta, quanto tempo conveniva restare e come avrebbero dovuto eventualmente comportarsi gli altri tre componenti nel mentre.
-Se qualcuno si azzarda a combattere nella zona franca sarà il suo intero team a venire squalificato!-
Perfida questa, ma anche lì c’era l’importante lezione: gli errori di uno potevano compromettere l’intera squadra, insomma, imparare a non pensare solo a sé stessi.
-Nel corso della settimana, l’obbiettivo di ogni team sarà riuscire a catturare gli avversari, ovviamente, e ognuno di voi all’arrivo sarà fornito del nastro di cattura, ma non sarà così semplice: quando un team perde un componente avrà tempo fino alla mezzanotte del giorno per provare a recuperarlo, in caso contrario quello studente verrà eliminato definitivamente e verrà portato fuori dall’arena. Chi viene catturato è a tutti gli effetti un ostaggio, può provare anche a scappare da sé, ed è possibile per gli altri team provare a rubare un ostaggio già catturato da un’altra squadra. Allo scoccare della mezzanotte, ogni ostaggio darà un punto al team che in quel momento lo avrà in custodia, quindi catturarlo non vi garantisce il punto, e un punto in meno al team che lo ha perso. Allo scoccare delle 12 di Domenica, alla fine della prova, vincerà, come logico, il team con più punti. Penso sia ovvio ma lo preciso: gli ostaggi non possono essere portati nella zona sicura, sarebbe troppo semplice così, non vi pare?- concluse con sarcastico sadismo.
Ancora una volta un elemento che complicava davvero tanto le cose, specie se analizzato nel contesto: era dunque meglio provare a catturare un avversario al giorno per essere più sicuri di gestirlo o prenderne il più possibile per guadagnare più punti e un notevole vantaggio? Contando che almeno due componenti del team poi, a parte che per due ore, potevano riposare nella baita, lasciare tre membri magari stanchi con troppi ostaggi sarebbe equivalso a renderli bersagli facili e di fatto condannare tutta la propria squadra.
-E ora passiamo all’elemento sorpresa della sfida: il qui presente Shinso!-
Gli occhi all’interno del pullman puntarono tutti verso il ragazzo dai capelli viola, quest’ultimo manteneva un’espressione indecifrabile, molto simile a quella del professor Aizawa (Todoroki cominciò già a sospettare qualcosa), ma chi si trovava in sua prossimità poteva notare il suo lieve tremore, magari anche lui stava cercando di nascondere il nervosismo.
-Il ragazzo ha dimostrato più volte interesse ad accedere al corso di eroismo, pertanto, dopo mesi di addestramento, abbiamo deciso di cogliere il rimando dell’allenamento come un’opportunità per metterlo alla prova e dare dimostrazione dei suoi progressi. Verrà assegnato ad un team in maniera casuale, per lui tuttavia le regole saranno un po' diverse. Anche qualora venisse catturato e tenuto in ostaggio fino alla mezzanotte, Shinso non verrà eliminato…-
-Ma che str…- cominciò a mormorare sottovoce Kaminari, cos’era, Aizawa aveva già un preferito?
-… bensì diventerà un componente del team che l’ha catturato!-
-…EPITOSA IDEA, SENSEI!- corresse subito il tiro, per evitare ripercussioni, Aizawa sarebbe stato capace di gettarlo dal pullman in corsa e fargli fare il resto della strada a piedi.
Però, avevano deciso proprio di abbondare con gli elementi che potevano stravolgere tutto in un istante: Shinso di fatto poteva essere l’ago della bilancia che avrebbe portato il vantaggio verso il team in cui lui si sarebbe trovato, ma al contempo poteva rivelarsi un contro enorme, perché se gli altri team avessero deciso di prendere di mira il team in cui militava apposta per catturarlo e unirlo al loro la sua squadra si sarebbe trovata nel fuoco incrociato col rischio di venire smembrata, sarebbe dipeso tutto dall’atteggiamento dei vari team.
-Shinso potrà avere accesso alla baita del team in cui militerà, ma gli sarà vietato quando si ritroverà in stato di ostaggio, quindi non pensate che lui stia ricevendo un trattamento di favore e vi garantisco la massima serietà da parte sua!- garantì infine Aizawa.
Aveva addestrato quel ragazzo personalmente, e aveva notato il bruciante desiderio di dimostrare le proprie capacità.
Aveva tutti i requisiti per farcela, sarebbe stato meglio per lui non deluderlo, non lo avrebbe mai ammesso, ma dentro di lui sentiva che non sarebbe successo.
-Bene, siamo in dirittura d’arrivo. Un’ultima cosa: non pensate minimamente a quest’evento come ad un’allegra scampagnata, considerate gli altri team al pari di gruppi di villain da sconfiggere, date tutto ciò che avete per dimostrarvi meritevoli del corso di eroismo, ci tengo a ricordarvi che chi non si mostrerà meritevole o darà prova di non incarnare gli aspetti del vero eroismo rischierà la retrocessione al dipartimento di studi generali.-
 
 
 
Shinso era più nervoso di quanto non desse a vedere.
Era un’occasione importante e c’era tanto in gioco, il suo sogno era in gioco.
Rivolse uno sguardo a Midoriya, seduto anch’egli in prima fila, mentre faceva una specie di gioco con la bambina col corno in testa, l’aveva fatta sistemare in modo che stesse faccia a faccia con lui e ora battevano le mani, alternando il tipo di mossa, a tempo, canticchiando una specie di filastrocca.
Ad un certo punto la bambina sbagliò e lo colpì sul naso, dopo l’iniziale sorpresa i due risero insieme e Eri si guadagnò una carezza sulla testa.
Beh, almeno lui stava riuscendo a distrarsi, e dire che lo avrebbe dato messo ben peggio di lui, probabilmente la buona influenza di quella bambina.
“Però non sei suo padre, eh?” pensò con un sorrisetto, specie quando notò con che sguardo Aizawa li stava osservando.
Parlando di questi, non lo avrebbe mai ringraziato abbastanza, alla fine quell’uomo non aveva nessun debito o altro nei suoi confronti, aveva scelto spontaneamente di allenarlo, affermando di vedere in lui il potenziale di un grande Hero, gli aveva dato fiducia, forse l’unico oltre a Midoriya, e un po' anche Hatsume, anche lei in fondo a modo suo aveva lasciato intendere di ritenerlo in grado di farcela.
Era lui che aveva un debito enorme verso Aizawa, e avrebbe dimostrato che non aveva sprecato il suo tempo con lui.
Ci teneva a renderlo fiero.
-Midoriya!- notò che questi gli rivolse subito attenzione quando lo chiamò, bene, non avrebbero perso tempo.
-Voglio solo dirti che intendo vincere contro di te!-
Izuku ebbe uno strano senso di deja-vu: Bakugo, Yanagi, per quanto Todoroki e Iida non avessero detto nulla era certo che lo considerassero ancora loro avversario, ora Shinso.
“Forse mi sto facendo un po' troppi rivali.” eppure la cosa non lo preoccupò affatto, anzi, si sentì quasi gasato al pensiero di così tanti aspiranti eroi molti forti ansiosi di confrontarsi con lui, quasi si vergognò di provare un forte senso di compiacimento nel sentirsi così ricercato, in un certo senso, qualcosa che ad inizio anno non avrebbe mai creduto possibile.
Alzò un sopracciglio, sorrise e gli rivolse un deciso cenno di assenso.
Shinso non si trattenne dal ghignare a sua volta.
-Vedo che stavolta non mi rispondi. Ti sei fatto un po' più furbo.-
Beh, non sarebbe certo bastato quello quando si sarebbero incrociati sul campo di battaglia.
Notò che anche la bambina lo stava fissando, limò un po' gli angoli della bocca per tentare di dare al suo sorriso una parvenza più amichevole, perché cavolo somigliava in modo così preoccupante a quello di Aizawa, neanche fosse stato suo padre?
Nei posti più indietro, il “senso di complottista” di Todoroki pizzicò.
-Ciao.-
Eri rispose alzando timidamente la mano, sorrideva ma non disse nulla.
Si ricordava di quel ragazzo, lo aveva visto Sabato alla partita, era sugli spalti insieme alla signorina dai capelli rosa che aveva urlato quella cosa che non aveva capito e che aveva fatto diventare strani tutti e poi, quella sera, anche nel notebook di Izuku, insieme a tutti gli altri, le aveva spiegato cosa sapeva fare.
Hitoshi alzò divertito un sopracciglio, neanche lei gli stava rivolgendo la parola, vuoi vedere che…
-Vediamo se indovino: Midoriya ti ha parlato di me, vero?-
Lei, continuando a sorridere, annuì con enfasi.
… appunto.
-E quindi adesso tu non mi parlerai?-
La piccola stavolta mosse la testa in orizzontale.
-Beh, si vede allora che sei una bambina sveglia.- gli stava simpatica, doveva ammetterlo.
Lei chinò la testa in segno di ringraziamento, per poi accoccolarsi meglio tra le braccia di Izuku, si vedeva che il poco sonno stava cominciando a farla cedere.
Dopo questa aveva deciso: non avrebbe più smesso di tormentare Midoriya con la sua presunta paternità.
 
 
 
All’arrivo a destinazione, il nome di Midoriya fu il primo a venir chiamato alla prima fermata.
Si vedeva solo un enorme letto di alberi e alcune cime montuose in lontananza, non era possibile farsi un’idea precisa dell’arena, una cinta in cemento a delimitare il perimetro e una porta di metallo, la sua fermata appunto, con sopra segnato un numero, 5, evidentemente quello era il numero della suddetta e forse anche del suo team.
Il ragazzo sospirò, si alzò dal posto lasciando che Eri ci si sedesse, zaino in spalla e pronto ad andare.
E cominciò a sudare freddo, cavolo il nervosismo si stava riversando su di lui in una volta.
Rivolse un ultimo saluto alla bambina.
-Allora, Eri, io adesso vado, farò del mio meglio, promesso. Tu fa ciò che ti dice il professor Aizawa, comportati bene e, mi raccomando, vedi di dormire adesso.-
Lei annuì convinta.
E poi disse tre parole, tre parole dette ad alta voce, in preda all’entusiasmo, in un istante di silenzio totale (ma veramente? Ma l’universo allora c’è l’aveva con lui sul serio!).
-Buona fortuna, papà!-
Silenzio totale, il cervello del ragazzo scollegò per un attimo, tutti zitti nel pullman.
E poi le reazioni più disparate: molti scoppiarono a ridere sguaiatamente, Kaminari commentò addirittura dicendo -Povero Midoriya, non ha mai neanche baciato una ragazza e già si becca la parte difficile!-, Todoroki sgranò gli occhi come se avesse avuto un’epifania improvvisa -Midoriya non somiglia per niente ad All Might, che sia dunque un tratto di famiglia?!-, Kamakiri, dai posti inferiori, urlò un forte -DOVRESTI VEDERE LA TUA FACCIA!-, alcune delle ragazze si lasciarono scappare un lunghissimo -Oh.- e… perché il professor Aizawa sembrava guardarlo male? Izuku, ancora in trance, si riscosse giusto in tempo da notare, a metà pullman, Tokage fargli un salutino agitando le dita e sorridendo allusiva, perché aveva il sospetto che ci fosse il suo zampino?
Poi però il ragazzo si rese conto del forte calore che gli stava crescendo in petto.
Con un sorriso a trentadue denti, rivolse il gesto del pollice in su alla bambina, avrebbero dovuto discutere in seguito in merito a quella questione, ma ora voleva solo godersi la fantastica sensazione che gli dava quel nominativo che mai avrebbe pensato di desiderare di sentirsi rivolgere.
-Ti ringrazio, Eri!-
Lei lo ricambiò, ancora più calore dentro al petto.
Diede le spalle a tutti e si apprestò a scendere, era finalmente giunto il momento di iniziare la sfida.
Fu solo quando scese che non trattenne più il fiume di lacrime e il sorriso da povero idiota.
-Mi ha chiamato Papà!-
Erano tre volte in tre giorni che lo faceva piangere.
Quanto voleva bene a quella bambina!
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
E finalmente ci siamo, il primo giorno di allenamento… senza allenamento, visto che questo è stato solo il viaggio verso l’arena.
Allora, il ground Omega tecnicamente appare nell’episodio OAV della seconda stagione, ma essendo un episodio filler e quindi non ufficiale mi sono permesso di interpretarlo a modo mio.
Qui c’è stato un altro pezzo dedicato alla rivalità tra Midoriya e Yanagi, che continuo sempre più ad adorare, francamente non capisco perché nei manga non c’è quasi mai una ragazza nel ruolo della rivale.
Poi sì, c’è stato anche un pezzo con… bleargh, quello schifo di Bakugo, essere disgustoso! Ma era necessario per rimetterlo a posto e far capire a tutti che non è un c***o di Nessuno, e il fatto che sia appunto stato Izuku a sfidarlo così apertamente ha reso bene l’idea.
E ho dedicato anche una parte a Shinso, mi auguro non abbiate pensato che lo avrei escluso, avevo reso palese che lui non lo avrei certo levato. Adoro il suo personaggio e farò in modo che abbia il meritato livello di attenzione, visto con chi lo metterò in squadra poi.
Mi diverto quando faccio interagire Setsuna ed Eri, un po' anche perché la prima sta usando la dolce ingenuità della bambina per fare scherzi ad Izuku (questo elemento potrei riprenderlo in altre storie, eh): nel manga non succederà mai, ma volevo troppo sentire Eri chiamare Izuku “Papà” e qui mi sembrava adatto, perché quando ad Izuku succedono cose imbarazzanti devono esserci tutti a sentirlo, che pensate, che non goda a farlo morire di imbarazzo?! XD
Todoroki vede complotti, Todoroki vede complotti ovunque! XD
E sì, i team non sono gli stessi del manga, ma non c’era nemmeno bisogno di precisarlo, l’avevate già capito tutti, non che poi mi fossi impegnato di nasconderlo tra l’altro, però per adesso vi beccate la segretezza e, se vi va, ditemi anche le vostre ipotesi su quali saranno secondo voi le squadre.
Ho modificato completamente anche la sfida perché, diciamocelo, nel manga è stato un insulto, tanti bei discorsi sulla collaborazione e sulla fiducia reciproca, però metti le due classi l’una contro l’altra, con le rispettive che di fatto non hanno mai davvero interagito, non meravigliamoci se in futuro i ragazzi non si cagheranno tra loro e il massimo che si diranno sarà -Ma tu chi cazzo sei?-. Cioè, veramente, qui Horikoshi, per me, ha buttato nel cesso un’intera saga. Però hey, il c**o a Bakugo è riuscito a baciarlo anche qui, smerdando altri personaggi, con una battaglia fintissima e senza idee, con elogi forzati in bocca d’altri personaggi, piuttosto che impegnarsi a fare uno scontro ben rappresentato, con lui che magari capisce di non essere invincibile, comincia a crescere ecc… non sia mai che si cercasse di farlo evolvere in modo decente quel personaggio indegno. Oh, ma che dico, così sembrerebbe quasi che Bakugo non sia il beniamino di Horikoshi e che voglia trattarlo come un personaggio effettivo che si sviluppa in modo coerente. Di certo non mi sforzerò più di tanto io, nel manga è la solita m***a e tale sarà in questa storia, con la differenza che io lo tratterò come merita. Si, lo so che magari per alcuni esagero, ma ribadisco che non smetterò mai con questi sfoghi (sapete già che ne ho bisogno), e niente mi farà cambiare idea su quella ciofeca esplosiva fintanto che nel manga non vedrò un segno di evoluzione del personaggio serio. Fino ad allora (MAI, quindi): Bakugo fai schifo e non ti meriti un c***o!
Piccola confessione: tralasciando la già spiegata motivazione che questa saga nel manga mi ha deluso totalmente, quello che mi ha spinto a scrivere questa storia è stato anche il desiderio di vedere insieme, come squadra, cinque determinati personaggi, e probabilmente ci potete anche arrivare a chi mi riferisco, basta pensare “Hm, quali studenti delle due classi condividono certe caratteristiche?”.
Finito, signore e signori, appuntamento al prossimo capitolo, ciao a tutti.
  
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