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Autore: valeria_spaccasassi    06/08/2020    0 recensioni
Lui non si sarebbe mai immaginato che in QUEL posto avrebbe trovato l'amore della sua vita.
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Harry cavolo ci devi andare!" disse mia madre mentre io cercavo esplicitamente di ignorarla mettendomi le mani sopra le orecchie per coprirle. 

"Mamma non voglio andarci! Non voglio andare in mezzo a quei malati mentali, sono depresso non psicopatico!" dissi io. 
Si, ho detto bene, sono depresso e non psicopatico. E mia madre voleva mandarmi in centro per persone con questa malattia. Ma non tanto per la depressione, ma tanto per i miei presunti pensieri da suicida. Per prevenire questo, ha tolto tutto quello che riteneva potenzialmente pericoloso, come coltelli, lamette, corde. Casa mia era a prova di suicida. 

"Harry so che non sei psicopatico, ma fallo per me. Io non ce la faccio a vederti cosi, dai a loro modo di aiutarti." disse lei evidentemente esasperata. 

"Do a loro una possibilità, una settimana e se non mi piace me ne ritorno a casa." dissi io sospirando. Detto questo uscì dalla stanza con un'espressione quasi soddisfatta. Dopo che chiuse la porta, mi misi le cuffiette e ascoltai la mia canzone preferita. Chiusi gli occhi e pensai, pensai a come sarebbe stato farmi curare. Al fatto che avrei dovuto fare 3 sedute a settimana dallo psicologo, assumere gli antidepressivi e trovarmi un hobby, come leggere o scrivere, anche se ce lo avevo già. Mi piace cantare, e sono anche abbastanza bravo. Ma ho abbondato il mio sogno non appena caddi in depressione. Il suono della notifica di un messaggio interruppe i miei pensieri. Era il mio migliore amico Liam, mi chiedeva cosa avevo deciso di fare, erano tutti in apprensione. Soprattutto lui, ci conoscevamo da quando eravamo piccoli e aveva assistito a tutte le disgrazie che mi sono capitate. E mi dispiace anche farlo stare in mezzo a tutto questo caos. Gli risposi con un secco "ci andrò"

Il giorno dopo, la mia roba era già pronta e sistemata vicino alla porta della mia stanza, scesi di sotto in cucina e vidi mia madre preparare la colazione.
Di solito a quest'ora era a lavoro, ma oggi era rimasta per accompagnarmi in quel posto. 

"Buongiorno mamma, me le hai preparate tu le valigie?" dissi io sedendomi su uno dei sgabelli e appoggiando i gomiti sul tavolo.

"Si tesoro, sono stata io" disse lei versando il succo su un bicchiere e porgendomelo.

"Mamma ho 21 anni, sono capace di prepararmela da solo." dissi io sospirando. Mi trattava ancora come un bambino e non riuscivo a sopportarlo. 

"Lo so amore ma tu ieri sera eri andato a dormire senza prepararla e non volevo che ti ritrovassi a farla all'ultimo minuto." 

"Va bene, grazie mamma sei gentilissima ma la prossima volta lascia fare me okay?" dissi io e lei annuì. 
Finita la colazione, andai in bagno per farmi una doccia, una di quelle che ti fanno schiarire le idee e ti fanno preparare mentalmente a qualcosa. Nel mio caso dovevo prepararmi mentalmente per stare dentro quel covo di psicopatici. 

Uscito dalla doccia, mi asciugai e mi vestii velocemente. Ad un certo punto vidi attraverso lo specchio un Harry che non conoscevo, prima ero cosi spensierato e senza problemi, che cosa mi era successo? Prima amavo la vita, uscivo con i miei amici, ballavo, sorridevo, ero felice. Ora mi toccava andare dentro un ospedale psichiatrico perché ho una depressione grave. Mi ricordai di quando con mio nonno andavamo al parco, era come un padre per me. Mi aveva insegnato a suonare la chitarra, e me ne aveva regalata una per il mio 15esimo compleanno. La sua, o meglio, nostra canzone preferita era Stand by me, e al suo funerale la cantai accompagnato dalla chitarra che mi aveva regalato. Sono sicuro di aver sentito la sua voce accompagnare la mia. Forse è per questo che sono caduto in questa brutta depressione, non averlo più al mio fianco. 

Quando uscii dal bagno dirigendomi verso la porta di casa vidi mia madre caricare le valigie in macchina, mi avvicinai a lei e la guardai. Per un attimo pensai che non era lei, era super stressata per la mia situazione e avevamo speso tutti i nostri risparmi per quell'ospedale. 

"Mamma, se vuoi faccio io." la guardai ancora. Lei scosse la testa e poi mi guardò rivolgendomi un sorriso appena accennato.

"Andiamo" disse lei salendo in macchina e di conseguenza anche io. Per tutto il tragitto non parlammo, c'era solo la musica ad accompagnare quel viaggio durato un'eternità. Pensavo solo a quanto sarei stato solo, non avrei trovato un amico, ne ho un fidanzato o fidanzata. Sapevo anche che Liam non avrebbe trovato mai del tempo per venirmi a trovare. Aveva una vita sociale al di fuori di me e non poteva venirmi a trovare sempre. 
Arrivati davanti a quella struttura scesi dalla macchina e presi le valigie mentre mia madre andava dentro a compilare tutti quei fogli inutili. Quando entrai vidi un'infermiera pronta ad accompagnarmi nella mia stanza, prima di seguirla salutai mia madre, che con un abbraccio di quelli stritolanti quasi mi soffocò. 

"Okay mamma, ci sentiamo." dissi io appoggiando il mento sulla sua spalla.

"Chiamami sempre okay? Almeno la mattina quando ti svegli, a pranzo e poi prima di andare a dormire. Okay amore? Fai tutto quello che ti dicono i dottori e lasciati aiutare." 

Alzai gli occhi al cielo e ridacchai piano "Tranquilla mamma, ora vai sennò fai tardi a lavoro" le sorrisi piano mentre mi allontanavo con l'infermiera. Mi guardai intorno, non era poi cosi male, aveva le pareti colorate e alcune stanze avevano anche i videogiochi.

"Allora Harry, io sono Christine e sarò l'infermiera che ti seguirà con le medicine. Abbiamo un tabellone di punti che si basa sul tuo impegno nel guarire, le medicine che prenderai e come ti comporterai con gli altri. A seconda dei punti che hai, riceverai diversi premi, come internet, videogiochi, uscite di gruppo o da solo con qualche tuo amico esterno. Questo è anche un campus universitario quindi avremo persone che faranno tirocinio in questo ospedale. Ti seguiranno 2 dottori, il dottor Tomlinson e il dottor Jefferson. Il dottor Tomlinson è tirocinante. Ti troverai bene, ne sono sicura" mi sorrise l'infermiera. "Alle 12.30 il pranzo, è meglio se ti presenti e mangi, da punti anche mangiare" io annuii guardandola. 

Quando se ne andò decisi di esplorare il reparto e camminando vidi un dottore molto giovane, doveva essere un tirocinante, non riuscivo a vedere molto nel dettaglio il suo viso, ma vedevo bene i suoi capelli, il suo ciuffo ricadeva sui suoi occhi, aveva la barba appena accennata e le labbra sottili. A primo impatto sembrava un bel ragazzo, dopo un po si girò e riuscii a vedere il suo viso, era davvero bello e riuscivo ad intravedere i suoi occhi, che erano di un color ghiaccio quasi spaventoso. Quando mi notò mi sorrise e si avvicinò a me dicendomi "Tu devi essere Harry vero? Io sono il dottore Louis Tomlinson, ma ti prego chiamami Louis." disse sorridendo appena. Io rimasi immobile, era come se quegli occhi mi avessero stregato. 

"Ehm si piacere.." dissi stringendogli la mano. 

"Bene Harry, ci vediamo più tardi per vari esami." disse lui dolcemente.

"Va bene..gli esami.. si ci vediamo dopo Louis" dissi io rosso come un peperone andando verso la mia stanza. Sfortunatamente avevo un compagno di stanza, credo si chiami Niall. Era scritto sopra il suo letto. Dopo un po' lo vidi entrare, era un ragazzo castano, non altissimo, aveva la barba appena accennata. 

"E tu chi cazzo sei?" disse lui scontroso notando la mia presenza. 

"E' sempre bello essere accolti con gentilezza, sono Harry." dissi io sarcastico. 

Due minuti che l'avevo 'conosciuto' e già eravamo amiconi, fantastico. Decisi di alzarmi dal letto per sistemare la mia roba nell'armadio. 

"Hey! Non toccare la mia roba!" disse il ragazzo con un tono quasi intimidatorio, ma che a me non toccò proprio.

"Mi spieghi che cazzo di bisogno ho di toccare la tua fottutissima roba?" dissi io fulminandolo con lo sguardo. 

Lui stette zitto, quando finii di sistemare la mia roba, notai che erano le 12.26. Così mi diressi verso la mensa. Non avevo fame, ma avrei fatto di tutto per non respirare la stessa aria di quel tizio. Passai davanti alla stanza dove incontrai Louis e controllai se era li, ma non c'era. 

Non so neanche il perché ma mi era dispiaciuto, alzai le spalle e mi diressi verso la mensa che era quasi piena. Vidi che non c'erano molti posti liberi, così dopo aver preso da mangiare mi sedetti accanto ad un gruppetto di ragazzi che avranno avuto la mia età. Quando mi siedo uno di loro mi guardò per qualche minuto, poi si decise a parlarmi "Ciao, tu sei?" 

"Harry" dissi io con una risposta secca. Non avevo voglia di parlare in quel momento, avevo solo voglia di mangiare, andarmene dalla mensa e magari vedere Louis. Ma perché mi importava cosi tanto di lui?

Quando mi alzai dalla sedia, buttai tutto nel secchio e mi diressi verso la stanza. In quel preciso istante, stavo pensando di compilare una lista di pro e contro di questo posto, ed esattamente in quel precisissimo istante Louis passò vicino a me rivolgendomi un sorriso che avrebbe sciolto anche i ghiacciai dell'artide. Corsi in camera, presi carta e penna scrivendo il mio primo pro: 
-Louis.
   
 
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