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Autore: KikiShadow93    07/08/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
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Prima di cominciare ci tengo a ringraziare di cuore _Cramisi_, Celeste98 e Chimera__ per aver recensito lo scorso capitolo e Teo5Astor per aver recensito il capitolo 21 💛


𝟛𝟙. 𝒯𝓊𝓉𝓉𝒾 𝒾 𝓃𝑜𝒹𝒾 𝓋𝑒𝓃𝑔𝑜𝓃𝑜 𝒶𝓁 𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾𝓃𝑒




Che gli Spettri fossero dotati di un’innata aggressività ben al disopra della media era una cosa risaputa ormai anche per il Team Z. Anche che fossero, chi più chi meno, piuttosto vendicativi era una cosa appurata. Quello che non sapevano, però, è che fossero così aggressivi e vendicativi.
Hanno subìto una batosta capace di spezzare nello spirito una normale persona neanche due ore prima ma se ne fregano. Continuano a correre dietro alle tracce di chi è rimasto fuori dai tunnel che hanno usato per arrivare e che sono stati fatti saltare per mettere al sicuro il Re. Stanno scavando come furie per provare a recuperare almeno qualcuno… o per tendere una trappola a chi, poco saggiamente, ha pensato di usare accessi secondari per rientrarci.
Crilin, Yamcha e Tensing sono corsi alla tana per dare il loro supporto a chi vi era rimasto. Donne incinte, adolescenti impreparati ad affrontare un simile scontro e bambini. Tanti bambini. Non sono pochi quelli rimasti orfani che hanno cercato un briciolo di conforto anche tra le loro braccia, ma quelli che gli hanno fatto più male al cuore, forse, erano quelli morti, ridotti in un tale stato da straziarli dentro. Non erano molti perché i gemelli hanno avuto la prontezza di farli rintanare praticamente subito, ma ce n’erano lo stesso.
Non sapendo cosa fare di preciso, li hanno aiutati pulendo e bendando le ferite che ci mettevano troppo tempo a rimarginarsi, hanno portato un po’ di acqua fresca a chi era rimasto mutilato e hanno provato a calmare i pianti disperati di chi era rimasto solo.
L’unico sollievo, per loro, immersi fino al collo in quella disperazione, è stato apprendere che hanno sì provato a portare via alcune ragazze per divertirsi in seguito, ma l’orribile svolgersi degli eventi non gliene ha dato il tempo.
Forse non è andata poi malissimo, tutto sommato, perché i più grandi, dopo un primo cedimento, si sono rimboccati le maniche ed hanno reagito al meglio delle loro capacità. Alcuni sono usciti a dar man forte, altri hanno aiutato alla tana.
C-18, andata con Becca e decisa ad aiutarla in campo, si è ritrovata a dover poltrire su un masso fuori da uno di quei maledetti tunnel. Pensava che si sarebbe dovuta sporcare le mani sul serio, che avrebbe combattuto in prima linea contro i Segugi rimasti “scoperti”, ma si sbagliava alla grande.
I loro furiosi Spettri, infatti, non hanno dato modo a nessuno di interferire; li hanno catturati da soli, mossi da una rabbia che neanche sapevano di poter provare. Al massimo li hanno consegnati nelle loro mani, dicendogli di tenerli sotto tiro e, soprattutto, in vita. Una prova concreta della fiducia che sono arrivati a riporre in tutti loro, senza dubbio. A Vegeta, per esempio, è stato consegnato proprio Darren, che non appena li ha visti sparire dal suo campo visivo ha tentato immediatamente la fuga. Al Principe non è piaciuto molto il suo gesto e l’ha massacrato di botte un po’ per spregio e un po’ per diletto. Se avesse avuto il via libera lo avrebbe ucciso col sorriso, ma ha capito anche senza spiegazioni che vogliono quante più informazioni da lui e che vogliono sentirgliele dire, magari usando proprio i fantasiosi metodi di Everett.
Rimanere seduta su una roccia senza nessuno da tenere sotto tiro, però, non è altrettanto stimolante. E non lo è neanche sentire il continuo rumore di sottofondo di ossa che si spezzano, di strilli acuti e di corpi che impattano contro le pareti.
Non solo non è stimolante, è proprio una noia mortale.
Quando però vede uscire diversi degli Spettri amici, riconoscibili dallo scodinzolare allegro che le rivolgono e dalle zanne nemiche che le abbandonano ai piedi come a volerle dire “Conservale bene che poi ci facciamo delle collane pazzesche e una sarà tutta per te!”, C-18 capisce che è ormai giunto il momento di scendere sotto terra per riprendere Becca. Se loro levano le tende, in fondo, significa che nessuno arriverà più.
Quando cade con un tonfo sul suolo smosso, quello che le si para davanti è uno scenario davvero raccapricciante. Per un istante si domanda se la lei dell’universo alternativo, dove ha devastato il mondo, abbia fatto cose del genere, ma non le ci vogliono più di una manciata di secondi per capire che no, non le ha fatte neanche lei. Perché quella C-18 avrà sì ucciso a sangue freddo chiunque le si parasse davanti, ma è abbastanza sicura di poter affermare che non le riducesse a brandelli usando denti e unghie, che non li decapitasse usando la sola forza della mascella, che non li spellasse a metà per rabbia e non gli staccasse i denti per crearci gioielli di dubbio gusto.
C’è di tutto, là sotto. Interiora, sangue, arti e pezzi di carne imbrattano non solo il suolo e le pareti circostanti ma anche il soffitto, alto almeno quattro metri e mezzo se non proprio cinque.
Una carneficina in piena regola, senza dubbio.
In questa circostanza erano assai avvantaggiati, dal momento che dovevano per forza passare da quel punto e non avevano modo di muoversi liberamente. Dovevano anche pensarci prima di ributtarcisi dentro perché chiudere alle strette l’avversario è una delle prime cose che vengono insegnate agli infanti.
Troppo spavaldi, pensa giustamente C-18, aggiungendo a quel pensiero anche l’idea che, con Sherry di nuovo in piedi, loro saranno abbastanza motivati per riuscire a contrattaccare come si deve e gli altri impreparati ad un loro attacco diretto.
Non si muove di un solo millimetro, stando ben attenta a non farsi colare niente addosso. Non che si impressioni per un po’ di sangue, sia chiaro, ma se può evitarlo è meglio.
«Becca?» La richiama a gran voce, impaziente di andarsene da quel tripudio di membra sanguinanti. Abbassando per un solo, misero secondo gli occhi, si rende poi conto di essere atterrata su un intestino.
Che. Schifo.
«Sì?»
Il suo cinguettio quasi allegro le mette i brividi. Anche volendo tralasciare il perché siano finiti a fare ciò che stanno facendo, come può essere così di buon umore mentre trascina per la collottola un uomo agonizzante e con parte dell’intestino fuori dall’addome? Ci vuole da essere malati per davvero e si rende conto solo ora che non ha mai provato a nascondere questo loro particolare lato ma che è lei a non avergli dato mai peso. Mossa sciocca, lo ammetto.
Accantona i propri pensieri quando nota il profondo taglio sull’addome e il sangue che denso le cola giù sulle gambe. Profondo taglio alla quale l’amica non bada minimamente, come se fosse una cosa assolutamente ordinaria. Se non lo conoscesse almeno un po’ e non lo avesse inquadrato piuttosto bene, arriverebbe addirittura a credere che sia così abituata perché si picchia col marito, ma Maddox potrebbe fare tantissime cose orribili tranne che torcere un solo capello a lei o ai bambini. Considerato questo, la cyborg capisce che la donna che è arrivata velocemente a considerare come un’amica piuttosto stretta non si cura della cosa perché abituata a fare a botte un po’ contro chiunque non le vada troppo a genio. Chi sono io per giudicarla?
«Ti fa male?»
«Sono stata peggio in passato.»
Si guardano per qualche secondo in silenzio e la bionda, attirata dal mugolare lamentoso dell’uomo che ancora tiene stretto con la mano, fa un cenno verso di lui con sguardo disgustato. Dio solo sa cosa può aver fatto giù alla tana, chi può aver toccato ed anche cosa può aver provato a fare. Creatura ignobile… RIFIUTO!
«Che vuoi fare con quello?»
Non le risponde a parole, non ci pensa proprio. Con uno strattone lo tira su, lo lascia e lo riafferra al volo per la testa, schiantandola con tutta la sua forza contro la parete.
Un pomodoro. Un pomodoro maturo che finisce sotto le ruote di un camion, ecco cose le ha ricordato.
«Scusa, era una domanda stupida.»
«Sì, molto stupida.» E detto questo si lascia prendere per un braccio per farsi portare in superficie.
La giornata è ancora decisamente lunga, anzi lunghissima e maledettamente pesante, ma si sente un po’ meglio grazie all’idea che può affrontarla al fianco di una donna che stima e che, lo sa, non si tirerà indietro davanti ad un po’ di schifo.
L’unica cosa che però riesce a far vacillare la sua mente e a distrarla, motivo principale per il quale tornerà a casa con un buon numero di ferite più o meno profonde, è la curiosità di sapere come stanno andando le cose agli altri, il voler sapere come sta Sherry ed anche come Radish sta vivendo tutta l’orribile faccenda.
Non devo preoccuparmi. Quei due sono tosti, possono tirarsene fuori senza troppi sforzi.
In circostanze normali Becca avrebbe pienamente ragione. Ciò che non sa, ciò che nessuno può anche solo immaginare, è che la situazione alla Kame House sta per precipitare senza alcun freno.


Muten certo non si è fatto trovare impreparato quando li ha visti arrivare, quasi tre ore prima. Bulma lo aveva chiamato, parlava con un tono allarmato che gli ha fatto capire davvero poco, ma qualcosa è riuscito ad afferrarlo. Qualcosa tipo “imboscata”, “Sherry” e “tenere al sicuro”.
Non ha fatto domande, neanche una, limitandosi a sistemare la stanza per farla riposare. Perché supponeva, giustamente, che avrebbe avuto bisogno di riposo, ma certo non si aspettava uno spettacolo come quello che gli si è parato davanti agli occhi quando hanno aperto il portellone del cargo.
Sherry, immobilizzata su una barella improvvisata, sporca di sangue e con una preoccupante cicatrice sul petto nudo all’altezza del cuore, è stata trasportata dentro casa da un ferocissimo Radish e da un Everett decisamente non meno furioso. L’unica differenza tra i due sta nel fatto che il maggiore è molto più capace di arginare e nascondere i propri sentimenti.
Chichi, che li seguiva a ruota, non gli è sembrata meno preoccupata e nervosa, motivo per cui non è stato a farle troppe domande. L’ha guardata da un lato mentre andava dietro ai due uomini e ripeteva con voce acuta e alterata che dovevano fare più attenzione, che dovevano muoversi piano.
È stato per i loro modi concitati e la rabbia cieca che trapelava dai loro occhi a non fargli fare neanche il minimo commento sul fatto che quel bel corpo scultoreo fosse totalmente in bella vita e neanche che non gli sembrasse il caso che suo fratello girasse con un telo appeso precariamente in vita. Lo sentiva dentro che se solo avesse osato dire una sillaba a riguardo, gli avrebbero mischiato le ossa a furia di pugni, e questo solo nella migliore delle ipotesi.
È stata poi Bulma a spiegargli come sono andate le cose e l’anziano maestro è rimasto davvero sorpreso nell’apprendere che quella ragazza spesso arrogante e scontrosa si sia sacrificata spontaneamente per tenere al sicuro Chichi e Goten. È rimasto forse anche più sorpreso nel sapere che sia poi tornata in vita per merito di qualcuno che non fosse Shenron.
Ha poi chiesto cos’altro potesse fare per dare una mano. Si è affezionato a quei ragazzini esuberanti che, per ringraziarlo alla meglio dei pochi ma preziosi insegnamenti che gli ha dato, gli hanno portato davvero tante cose per lui interessanti. Alcuni si sono dimostrati quasi più pervertiti di lui e questo lo ha un poco allarmato, ma è bastato uno dei loro raggianti sorrisi pieni di riconoscimento per fargli capire che non avrebbero mai fatto niente di brutto. Esuberanti su ogni fronte, questo sì, ma non così cattivi.
Prima che Chichi tornasse al piano di sotto e si attaccasse ai fornelli perché “sicuramente Sherry sarà affamata quando si sveglierà” e lei vuole prendersene cura, Muten ha chiesto alla scienziata dove fosse Gohan, sospirando di sollievo nel sapere che era andato a recuperare Lunch. Non si sentivano sicuri nel lasciarla da sola nella situazione attuale: se hanno mirato a Chichi per indebolirli in qualche modo, chi gli può dargli la sicurezza che non tenteranno anche con lei? In fondo è spersa tra le montagne, spesso da sola, e Tensing aiuta significativamente il branco. Lasciarla scoperta non era una buona idea.
Avevano ragione nel pensarlo, perché mentre planava verso casa sua Gohan li ha visti bene quei grossi lupi scuri che si avvicinavano furtivamente. Si è piazzato a gambe larghe davanti alla porta ed ha aspettato una loro reazione prima di decidere cosa fare, e questa decisione gli è stata servita su un vassoio d’argento quando hanno tentato la fuga.
Da buon padrone di casa, poi, Muten ha fatto accomodare Darko, e Bree, che teneva ancora tra le braccia Goten, mentre Mimì è rimasta fuori con i due gemelli per provare a farli svagare un po’ in mare, senza successo. È poi stato Oscar, seppur con una giustificata paura, ad avvicinarsi ai due per portargli dei biscotti e del latte caldo, perché i loro pianti gli spezzavano il cuore. Davanti a quei faccini tristi e umidi per le lacrime, pure l’idea che lo vedano come un tenero spuntino si è eclissata.
Lunch è scoppiata in lacrime tra le braccia di Chichi quando ha saputo come sono andate le cose. Da un lato le dispiaceva per Radish, che per lei decisamente non si merita un dolore del genere, da l’altra le si spezzava il cuore all’idea che Sherry, la stessa donna che non ha mai nascosto il desiderio di farle male, sia morta così, contro l’uomo che le ha rovinato la vita. E l’ha fatto per salvare Chichi e Goten, non ci ha pensato un istante di più, e lei, pur non avendoci scambiato più di una decina di parole in croce, sa bene che lo ha fatto per evitare un dolore al Saiyan. Fa tanto la dura ma poi ha un gran cuore, lo sapevo.
Dopo quasi tre ore dal loro arrivo, gli animi non si sono calmati poi troppo, e neanche la consapevolezza che a breve arriveranno anche gli altri riesce a distrarli. Vedere Radish sconvolto mentre veglia sul suo riposo troppo tranquillo è qualcosa di sconvolgente per loro, abituati da anni a vederlo reagire violentemente a ciò che non gli va a genio.
Ma in quelle ore non sarebbe stato troppo capace di reagire e Darko, una volta convinti a lasciare i due uomini da soli con Sherry, ha spiegato loro il perché.
Il suo mondo è stato squarciato dall’interno e ancora è in totale subbuglio. Ogni percezione esterna gli arriva in modo sballato e la sua mente ha bisogno di calma per riuscire a decifrare le varie informazioni che gli arrivano. Ogni suono, odore e anche semplice stimolo visivo è ovattato, confuso, distorto, e questo perché dentro sa che lei è tornata ma non riesce ancora a realizzarlo davvero perché non era stata totalmente accettata l’idea che fosse morta.
È una situazione orribile quella in cui si trova e gli ci vorrà qualche ora per riuscire a rimettersi in sesto. Un paio d’ore giusto perché è un uomo forte e pratico, perché sa stringere i denti e rialzarsi, altrimenti non sarebbe servito il più grande terapeuta del mondo per farlo riprendere.
Ha potuto dire con sicurezza tutto questo perché il suo Everett ha fatto allo stesso modo quando ha perso Leila. Aveva sì avuto tempo per processare l’idea che sarebbe morta per cinque lunghissimi ed orribili mesi, ma il sentirlo dentro è cosa ben diversa. Lui, un ragazzetto di neanche quindici anni, si è visto e sentito strappare via ogni cosa ma ha stretto i denti, si è ritirato su, e questo in sei ore dalla sua morte. Doveva portare avanti la sua volontà, doveva mantenere fede alla sua promessa e mai l’avrebbe delusa.
Se quindi ce l’ha fatta lui, così piccolo e maledettamente solo, non vede perché non debba farcela Radish. Ha un intero branco prontissimo a farsi carico del suo dolore e ad aiutarlo in ogni modo, un gruppo di amici formidabili altrettanto pronti a dargli man forte in una situazione tanto brutta e delicata. Ha una cognata con le palle che pare essere pronta al peggio pur di aiutare lei, la giovane donna che le ha salvato la vita e, soprattutto, quella del suo bambino.
Ha tutto questo, non è solo anche se è convinto di sì, quindi può farcela in tempi brevi. Ha solo bisogno di starle vicino, di rendersi conto che il suo corpo non diventa freddo come dovrebbe, che il suo colorito non cambia, che il suo cuore, seppur molto lentamente, batte ancora. Deve capire che sta dormendo, che il lupo sta facendo gli straordinari per rimettere in sesto l’organismo e la psiche ferita e che si sveglierà. Non sanno quando, certo, ma lo farà.
Aprirà di nuovo gli occhi, urlerà una bestemmia capace di far scendere il Signore in persona per scusarsi dell’inconveniente e comincerà a rompere subito le scatole perché vorrà fare come vuole ma non ne avrà le capacità; allora romperà ancora di più perché sarà umana, perché il suo lupo si sarà assopito per riprendersi e lei non sarà più capace di fare tutte quelle cose da sempre tanto semplici e naturali. Dovranno starle dietro, assicurarsi che non prenda freddo, che non si faccia fisicamente male, che mangi sano, che non metta le sue zampacce su alcolici o droghe e dovranno assicurarsi che continui a riposare quanto più possibile, senza però toglierle un po’ di movimento per riabilitarla.
In sintesi, Radish deve capire che sta bene, che sta dormendo e che quando si sveglierà sarà una piaga tale da fargli rimpiangere questo stato. Riuscisse a farselo entrare in testa, riuscirebbe a calmarsi anziché fissarla come un inquietante falco. E con lui anche Everett, che dovrebbe saperlo più di chiunque altro ma che pare non prendere niente in considerazione, preso com’è dall’assicurarsi che continui a respirare ogni volta che gli viene in mente.
Adesso, giù in sala, sono tutti a pezzi. Darko deve escogitare un modo per rimettere in riga il branco, non far trapelare la lieta notizia all’infuori di esso, scoprire cosa succede sia al Nord che al Sud ed anche spaccare le ossa agli eventuali prigionieri.
E pensare che è ormai in pensione, che i suoi giorni da Beta sono finiti e ormai lontani… forse essere stato tanto bravo nel suo lavoro non è una cosa poi tanto bella.
Mimì è tornata fuori per dare un’occhiata ad Amos e Maximilian, che proprio non ne voglio sapere di entrare. Ci sono le scie odorose del dolore e della rabbia dei due, non gli piace, gli fa male. Lo capisce, Mimì, e per questo esce spesso a controllarli, così da evitarsi lo sguardo devastato e vagamente catatonico di Bree.
Rimane in piedi vicina alle onde che talvolta le bagnano un poco la punta delle scarpe, i capelli rossi smossi dal vento che si fa sempre più forte e gli occhi chiari che scrutano l’orizzonte quasi dovesse arrivare qualcuno da un momento all’altro. Sbuffa per la frustrazione quando sente l’ennesima vibrazione del telefono in tasca, l’ennesimo messaggio. Le hanno detto chiaro e tondo di non rispondere, di evitare i contatti così da non divulgare la notizia che è tornata in vita, ma in cuor suo sente che non può nascondere una cosa del genere a Fern.
Certo, ancora è all’oscuro dell’intera faccenda, ma quanto ci vorrà prima che lo scopra? Una notizia simile potrebbe ucciderla.
No, decisamente non può tenerglielo nascosto. Magari uno di quei tanti messaggi e chiamate sono proprio suoi e adesso sta impazzendo per il dolore, oppure la casa di riposo sta cercando di contattarla per darle l’orribile notizia.
Non può più evitarlo. Tre ore di attesa sono  decisamente troppe.
Non appena prende il cellulare, però, si rende conto che quasi tutti i messaggi, e di conseguenza pure le telefonate, non erano per lei. Sono stati inviati tutti quanti da Roman e cercano solo ed esclusivamente Darko.
Rimugina sulla questione per qualche secondo, il cervello annebbiato da troppe informazioni sconvolgenti sulle prime fatica a mettere insieme i pezzi, ma poi comprende che lui aveva eseguito la muta e che non poteva avere il telefono con sé. Come abbia ottenuto il suo numero non riesce a spiegarselo, ma trattandosi di uno Spettro millenario poteva tranquillamente aspettarselo.
Entra quindi in casa dopo aver detto ai piccoli di stare fermi e buoni, trovando l’amata che si strugge sul divano. Non l’ha mai vista così, mai una sola volta in tutti quegli anni, e le si spezza il cuore. Sa bene che è coinvolta in qualcosa, lo ha capito da un po’, ed ora ha solo più paura di scoprire cosa possa aver combinato di tanto grave.
Si avvicina poi al suocero e gli porge l’apparecchio, tenendogli l’altra mano sulla spalla. Il contatto fisico con Spettri con i quali c’è un rapporto di fiducia è spesso consigliato perché, quando troppo turbati, possono trarvi un minimo di conforto. È come una piccola ma importante ancora di salvezza alla quale si aggrappano con le unghie e con i denti per riuscire a distogliere la mente dai brutti pensieri.
Ma Darko non ne ha bisogno, non ora. Ne avrà bisogno a breve però, e molto anche, perché ciò che Roman vuole mostrargli da quasi due ore è qualcosa di davvero sconvolgente pure per lui. Qualcosa che, col senno di poi, potrebbe portare ad ancora più guai.
«È per te.»
Come faccia Roman a fare certe cose, come faccia ad essere sempre pronto per eventualità tanto assurde, è un mistero, uno dei tanti che avvolgono la maggior parte degli Spettri su una marea di cose. Ognuno agisce alla propria maniera ed è eccezionale in qualcosa, questo Darko lo sa bene, ma proprio non si spiega Roman. Deve essere l’appoggio costante di Angelina.
Apre uno dei tanti messaggi alla quale è stato allegato un breve video e sente che tutto dentro di lui si è per un istante bloccato. Se è vero che gli Spettri non devono temere l’infarto, è anche vero che Darko è forse il primo a poter smentire la cosa perché è sicuro di esserci andato davvero vicino.
«Non è possibile…»
I presenti sentono solo delle urla provenire dall’apparecchio. Urla strazianti e furiose, niente di più, e questo accende la loro curiosità.
«Cosa?» Domanda prontamente Bree, rialzando finalmente la testa e dando prova di non essere caduta in uno stato catatonico come temevano. È vigile, si rende ben conto di tutto ciò che la circonda, solo che non riusciva a schiodare la mente dall’orribile consapevolezza che tra poco verrà violentemente smascherata. Era convinta di agire nel bene, di aver preso la decisione in assoluto migliore per tutti, ma ora ne dubita sempre più fortemente.
L’uomo però non le risponde, limitandosi ad aprire altri messaggi e guardare altri brevi video. Sono tutti uguali tra loro, le differenze sono minime e superflue, ma ognuno riesce a mandarlo sempre più in confusione.
Non può essere, non è vero.
«Darko, che succede?»
Non risponde neanche stavolta, in compenso però urla a pieni polmoni.
«EVERETT!!!»
Lo sente scendere velocemente ma non lo guarda. Non riesce a staccare gli occhi dallo schermo neanche per un istante e, in breve, lo stesso succede ad Everett.
Jäger piange.
Piange e urla come un disperato, distruggendo tutto ciò che lo circonda, facendosi fisicamente del male tanto è fuori di sé.
Si graffia, si scortica le spalle, tappezzando di sangue ogni superficie contro la quale impatta nel disperato tentativo di far uscire quelle orribili immagini dalla mente, impregnando le coperte e i cuscini quando viene sbattuto sul letto dai membri della guardia nel tentativo di calmarlo.
Li colpisce, non guarda in faccia a nessuno.
Li colpisce, si colpisce, urla e piange.
Jäger è totalmente e pericolosamente fuori di sé.
Jäger, per la prima volta in vita sua, è crollato.
Everett non riesce a capacitarsi di ciò che sta vedendo. Lui, Jäger, il pazzo furioso che non è mai stato neanche lontanamente sfiorato da un’emozione decente, che non si è mai lasciato accarezzare da una preoccupazione o un dolore, si sta disperando come lui fece per Leila. Anzi, sta facendo molto di più, sta perdendo completamente sé stesso come lui invece non ha fatto. Che sia stato perché aveva un compito da portare a termine o meno non fa differenza, non ora che lo shock è così potente.
«Non ha mai provato emozioni. È un sociopatico, non penso possa proprio provarle! Com’è possibile che stia reagendo così?!»
Roman doveva mostrarglielo. Era necessario perché fossero psicologicamente pronti alle probabilissime conseguenze che si scateneranno da lì a breve, ed è per questo che, con Angelina, ha infranto una regola delle Fate.
Hanno un’acqua mistica, infatti, dentro il quale riescono a proiettare ciò che vedono nei loro sogni o, in alcuni casi, farsi mostrare ciò che avviene fuori dalle loro terre. Ed è ciò che ha fatto Angelina mentre sorvegliava il Nord dopo che il marito si è accorto che qualcosa non andava. Lo ha fatto, rimanendo davvero stupita nel vedere il folle e spietato Re struggersi in quel modo, e Roman ha ben pensato di filmarlo con il cellulare per mostrarlo agli altri.
È assai probabile che passeranno dei grossi guai per un gesto simile, ma non gli è importato niente, non quando è anche a causa loro se la situazione esterna è quella che è.
Bree si è trascinata da loro e, da sopra la spalla del padre, ha osservato sbigottita le immagini. Conosce Jäger, l’ha visto ridere come un folle quando sua sorella, la stessa con la quale ha condiviso il grembo, venne massacrata di botte e si rese necessario l’intervento dei fratelli maggiori per evitare il peggio. La volta che per sbaglio ha assistito per circa due secondi ad un suo amplesso, mal infrattato non lontano dai loro alloggi, l’ha sentito ridere ed ha visto i suoi occhi pieni di orgoglio e godimento mentre la malcapitata urlava di smettere e piangeva impotente.
L’ha visto tante volte ridere, compiacersi e godere del dolore anche di chi gli era molto vicino e non riesce a credere che adesso sia in questo stato. Adesso posso dire di aver visto davvero di tutto…
«Dite che piange per lei o perché uccidendola ha mandato a puttane la profezia?»
«Quale profezia?»
Non si erano resi conto della presenza di Radish, sulle scale. Non ci avevano badato minimamente, ma avrebbero dovuto.
Sanno perfettamente che una sola parola di troppo potrebbe essere quanto di più deleterio possibile, ma la verità è che a Everett non frega più niente.
Sua sorella, quella carognetta piena di vita, con i suoi sorrisi luminosi e gli abbracci invadenti, la ragazzetta che senza volerlo lo ha fatto sentire tanto vivo anche quando non se ne rendeva conto, è stata ammazzata per tutta questa storia. Non è neanche questa la parte peggiore, ora che ci pensa: è per quel motivo assurdo che lei ha vissuto una vita difficile, è per quello che è sempre stata braccata, è per quello che ha subito una violenza atroce a neanche undici anni.
L’idea che sapendo tutta la verità possa sfumare ciò che viene architettato da venticinque anni, ciò per cui è morta Leila, non gli dispiace più come dovrebbe.
«Bel colpo, Mezzosangue.» Ringhia a denti stretti Darko, dando una lieve gomitata nelle costole alla figlia, immobile al suo fianco.
«Di cosa state parlando?»
Si sta riprendendo, Radish. I pensieri stanno tornando al loro posto, il cuore pare non stritolarsi più su sé stesso, la mente riesce di nuovo ad elaborare correttamente le informazioni che riceve. E riesce di nuovo a macinare idee proprie, riesce a mandare segnali concreti, e adesso gli sta imponendo di capire di cosa stanno parlando perché sente che si tratta di un tassello davvero importante.
«Radish non—»
Fanculo tutto quanto, davvero. Fanculo il loro piano, fanculo il suo sacrificio. Mi sono fatto convincere che fosse giusto, che fosse la cosa migliore per tutti quanti, ma solo ora mi rendo davvero conto di quanto fosse tutto maledettamente sbagliato. Sherry non è un mezzo, non è un dannato oggetto privo di sentimenti. Sherry è viva, è piena di speranze e sogni di cui non parla per la fottuta paura che le scoppino davanti agli occhi com’è sempre successo per il resto della sua vita, ma so bene che ci sono. So che spera in una vita diversa, che vorrebbe un qualcosa di più normale… il fatto che segretamente desideri davvero una famiglia non conta, non ora. E non conta neanche quello che li lega. Niente può contare adesso, eccetto tenerla al sicuro, eccetto dirle tutta la maledetta verità così che possa scegliere.
«Questa ossessione nei suoi confronti, perché di questo parliamo benché lui lo consideri amore, è scaturito tutto da un semplice evento: Sherry si addentrò incautamente nel territorio di caccia che lui e i suoi occupavano, finendo con l’avvicinarsi di un passo dall’essere divorata ma venendo salvata da Mezcal. Malgrado quest’ultimo la considerasse solo come un pezzo di carne da sfruttare al momento opportuno, Jäger vide in quel gesto un significato più profondo e cominciò ad interessarsi a lei in modo diverso. Poco dopo sentì parlare di un’antica profezia, un qualcosa che molti Spettri nei secoli hanno sognato ma, infine, dimenticato.» Non l’ha lasciata finire, Everett, deciso come non è mai stato ad andare contro a tutto ciò in cui ha sempre creduto, a tutto ciò per cui ha sempre lottato. Perché il prezzo da pagare è stato decisamente troppo alto e il dolore che pure lui ha dovuto sopportare un’altra volta è stato intollerabile.
Continuerà a starle vicino, se lo vorrà, e continuerà a proteggerla e spalleggiarla nelle sue scelte per il resto della sua vita… e dirà tutto ciò che sa, anche a costo di farsi odiare proprio da lei.
«La profezia vuole che un giorno, dalla passione e dal tormento, nascerà un principe— anzi, il Principe, che verrà incoronato da Papà Spettro come l’unico Re. Questo principe promesso dovrà avere una madre nata dal sangue e gli occhi di fuoco.»
«Quindi è per questo che la vuole? Perché è stata designata come madre di un futuro ipotetico bambino mistico solo perché nata da una donna che è stata stuprata ad ha gli occhi rossi?! Le decisioni le prendete così, a cazzo?!» Per quanto gli suoni assurdo, Radish in qualche modo lo capisce. È una giustificazione davvero sensata alla sua ossessione malata, al suo cercarla non per ucciderla ma per averla come compagna di vita.
Per quanto assurdo, ha un senso. Ma perché non dirlo prima? Perché non metterla al corrente di questo enorme dettaglio? Non che avrebbe cambiato la situazione, però avrebbe fatto chiarezza su un enorme punto interrogativo che si portava dietro dall’infanzia.
In tutto questo, però, c’è un qualcosa che non gli torna. Non sa dire cosa o perché, ma sa che c’è. È una sensazione non troppo diversa da quella provata fino a pochi secondi prima di veder arrivare Camila, prima del disastro. È di nuovo quel maledetto velo che gli cela la verità, lo stesso che sente di poter afferrare ma che gli sguscia sempre tra le dita.
«È quello che avrei pensato anche io, se Leila non mi avesse detto la versione che si era completamente persa più di mezzo millennio fa, e che a noi era giunta solo storpiata e a brandelli.»
«Cioè?»
Sente la voce di Chichi, ma non riesce neanche per sbaglio a distogliere gli occhi da quelli del Saiyan.
Ricorda quando Leila glielo disse all’orecchio, la voce così flebile che pure per lui fu difficile seguire il discorso. Discorso che, una volta terminato, gli ha fatto comprendere il perché di quel gesto folle, il perché non provasse il minimo rancore nei confronti di Mezcal ed anche perché durante l’atto gli sembrò così insopportabilmente tranquilla.
Apre la bocca a scatti un paio di volte ma le parole gli muoiono in gola. È una verità davvero difficile da apprendere e sa bene che, una volta svelata, tutto potrà tranquillamente cadere nel baratro in modo irreversibile.
Sospira appena ed infine si impone di parlare una volta per tutte perché il senso di colpa lo sta divorando, malgrado lui sia uno dei pochi quanto più contrari e probabilmente estranei alla faccenda.
«Verrà il giorno in cui una stella di sangue pioverà dal cielo e il respiro delle tenebre scenderà sul mondo. In questa ora terribile, un guerriero di terra straniera varcherà il Sacro confine per poter giacere con una figlia del sangue dagli occhi di fuoco. Dalla passione e dal tormento, nascerà colui che io riconoscerò come mio successore ed unico Re, e di fronte a lui le tenebre fuggiranno.»
Gelo totale, nessuno osa dire neanche una sillaba.
Rimangono immobili a guardare dapprima Everett, altrettanto fermo in mezzo alla stanza, e poi Radish, pietrificato sulle scale e con le braccia abbandonate lungo i fianchi.
«Papà Spettro ha visto il tuo arrivo, Radish: l’arrivo di un guerriero di una terra straniera.» Afferma con tono piatto e vagamente dispiaciuto Darko, mettendo d’istinto la figlia dietro al proprio corpo. In fondo se c’era qualcuno davvero coinvolto in tutta quella faccenda, se c’è stato qualcuno che ha tirato davvero dei fili, quella è stata proprio lei.
Radish, dal canto suo, si sta sforzando davvero di metabolizzare la notizia, di capirla e, allo stesso tempo, di non esplodere.
Esplodere di rabbia, paura, disagio, terrore, furia. In un certo senso, gli viene quasi da piangere perché, a conti fatti, quello che c’è tra loro, tutto quello che c’è stato a partire probabilmente dal loro incontro, è stato architettato a tavolino. Sono stati manipolati, magari non c’era niente di vero. Potrebbe essere stato tutto un’illusione, una magnifica e adesso dolorosa illusione. Pure lo “zing”. Potrebbero averli convinti che sia avvenuto davvero, potrebbe essere una finzione pure quella.
Se non è stata una bugia, invece, adesso diventerà solo un film dell’orrore.
Lui non vuole figli, non è mai stato nei suoi piani mettere su famiglia in quel senso. La sua famiglia sarebbe stata lei e basta, punto. Anzi, punto e virgola, perché avrebbe potuto tollerare, forse, un piccolo incidente di percorso, ma adesso come può anche solo pensare di toccarla ancora? E come potrà toccarlo lei, che pare allergica alle creature piccole e fragili? Come potrebbero continuare a stare insieme, ad essere incondizionatamente felici con questa maledizione a pendergli sulla testa?
Non dice una parola, non ce la fa. Vuole solo andarsene quanto più lontano possibile, vuole scappare da tutto questo disastro, mettersi al sicuro per leccarsi le ferite in solitudine.

«Asc—»
«Non mi toccare!» Dio, se solo gli si avvicinasse abbastanza, colpirebbe Bree con tutta la forza di cui dispone. Chi se ne frega della gravidanza, chi se ne frega dell’amicizia o di qualsiasi altra cosa: era complice, lo ha capito non tanto dal suo accennare alla profezia quanto al suo nascondersi e tremare dietro la figura del padre. Lei, che ha sempre avuto la faccia tosta di definire Sherry come sua sorella, ha giocato con le loro vite, fregandosene del loro volere.
Esce fuori dalla piccola abitazione sotto gli sguardi attoniti di tutti quanti, ma neanche l’aria fresca e salmastra riesce a giovargli un minimo. Inoltre alla visione dei due piccoli lupacchiotti accucciati accanto ad una palma smossa dal forte vento, sente come uno strano senso di vertigini che lo costringe ad appoggiarsi un secondo allo stipite del piccolo portico per non perdere del tutto l’equilibrio.
Troppe informazioni devastanti, una verità assurda, l’idea di non poter fare più niente, di essere schifosamente impotente.
Se ci pensasse un secondo, a Vegeta non è andata in modo poi troppo differente: è arrivato sulla Terra, è cambiato, ha incontrato Bulma ed hanno avuto Trunks. Nella linea temporale alternativa ciò è stato fondamentale ed anche per la loro, in realtà. Una cosa del genere, a quanto pare, è in qualche modo necessaria anche per gli Spettri… stavolta con un suo ipotetico figlio.
La differenza sostanziale tra loro, però, è che Vegeta non ne aveva la più pallida idea. Solo suo fratello e Piccolo ne erano a conoscenza. È venuto tutto da solo, niente minava neanche lontanamente al loro rapporto, nessuno gli stava col fiato sul collo per concepirlo. A loro invece sì e lui, adesso, si sente totalmente ed incondizionatamente sopraffatto, tanto che vuole solo andarsene il più lontano possibile. Forse pure in modo permanente.
«Radish, ascoltami, per l’amor di Dio!» La voce di Bree gli arriva come un pugno nello stomaco, doloroso ed insopportabile. Se lo avvicinerà ancora di un passo, è sicuro che la attaccherà. Bree lo sa e non lo biasima assolutamente, ma se non lo avvicina è solo perché Darko la tiene a distanza ed è sicura che con i suoi riflessi le eviterà danni importanti.
«Ho sperato fino alla fine che tu la mettessi incinta subito dopo averla conosciuta e poi ti eclissassi, così da far avverare la profezia e salvare il culo a tutti quanti. Ci ho pure messo del mio per far sì che accadesse, ma tutto è andato troppo diversamente e pure io alla fine me ne sono dimenticata perché convinta che ciò che c’era sarebbe bastato!» Le lacrime scendono incontrollate, la voce è pericolosamente incrinata. Non ha giustificazioni, lo sa, e adesso sta parlando “solo” con Radish. L’idea che, presto o tardi, dovrà rivelare tutto quanto a Sherry le fa ancora più male, oltre che a terrorizzarla sul serio.
«Non era assolutamente previsto che vi innamoraste, lo sai!» Tenta il tutto per tutto per non farlo scappare perché Sherry non si merita anche questa batosta, non si merita di riaprire gli occhi e scoprire, oltre a tutto il resto, che è scappato chissà dove per evitare un qualcosa di comunque evitabile. Perché se non fosse evitabile lei sarebbe rimasta incinta quasi tre mesi prima e fine della faccenda, fatto che invece non è accaduto. Un motivo deve pur esserci, no?
«E allora?!» Bercia fuori di sé, non provando alcun genere di pena di fronte al suo sguardo disperato e oltremodo pentito.
«Mi pare evidente, no? Potete scegliere voi se dare alla luce questo bambino o meno.» A prendere la parola è Darko, da sempre più che convinto che sia stata solo un’idea assolutamente del cazzo. Oltre a questo, è da sempre convinto anche che Leila sia stata un’egoista fuori misura.
«E pensi che questo basti a non far andare tutto a puttane?!»
«Cosa provi davvero per mia sorella?»
Le cose con Everett stavano cominciando a migliorare. Non c’era più quel più che palese disprezzo nei loro occhi, non c’era più la voglia quasi disperata di colpirsi con qualsiasi oggetto capitasse loro sotto mano. Si stava instaurando della buona sopportazione reciproca, ma adesso… adesso solo il suono della sua voce lo manda in bestia.
Passi che abbia tenuto nascosta una cosa del genere a lui, non lo tocca minimamente, ma l’ha fatto pure con Sherry, la stessa ragazza che lui tanto dice di voler proteggere e quant’altro. Non gli importa niente che lo abbia fatto per la promessa a Leila, che adesso pure lui sta cominciando a considerare come una stronza fatta e finita; le ha mentito alla grande, fregandosene del suo libero arbitrio e di qualsiasi altra cosa.
Non riesce a tollerarlo, soprattutto ora che è sopraffatto da ogni genere di sensazione negativa.
«Ti conviene stare zitto, cane, o finisce male per te.»
«Cosa. Provi. Per. Mia. Sorella?»
«Io ti ammazzo!»
Gohan e Darko si buttano nel mezzo senza neanche pensarci prima che sia troppo tardi. Li separano come meglio possono, li trattengono dal picchiarsi, dal portare ancora più problemi.
Gohan non capisce neanche del tutto il perché di questa reazione forse estrema. Sono innamorati, suo zio e Sherry, e questo è oltremodo evidente. Perché dare in escandescenze in questo modo? Perché spaventarsi tanto? Nella sua giovane mente è abbastanza scontata l’idea che, un domani, li avrebbe visti con un piccolo Mezzosangue stretto tra le braccia… perché reagire così? Adesso è solo più scontato che succederà, con la semplice aggiunta che il futuro cugino sarà sicuramente molto forte. Che c’è di male?!
«Il fatto che sia stato profetizzato un fottuto bambino è sufficiente a cancellare quello che c’è tra voi?! Dio, io sarò pure un uomo-lupo, ma tu… tsk: tu non sei assolutamente un uomo
Si allontana dalla presa del ragazzo per tornarsene da Sherry, ormai consapevole che lo farà da solo.
Lui, per quanto sarebbe rimasto sotto shock al posto suo, non avrebbe abbandonato Leila. Dio, non lo fece neanche dopo tutto ciò che è successo, non lo fa tutt’ora malgrado gli abbia fatto probabilmente più male che bene! Sherry non ha colpe, neanche una e neanche per sbaglio, eppure lui è più che intenzionato a lasciarla lì, in quel letto che non conosce, in una casa non sua, inconsapevole di quanto sia mentalmente devastante risvegliarsi dopo un trauma del genere. Certo, loro sono portati per natura a farsi scivolare le cose addosso o comunque a riprendersi in tempo brevissimi, ma una cosa del genere la si può affrontare “serenamente” solo con qualcuno a cui si tiene al proprio fianco. Se poi ci si aggiunge che o già dall’altra parte ha appreso la verità o lo farà non appena riaprirà gli occhi, viene da sé che la sua sola presenza non le sarà sufficiente.
«Jäger ricomincerà a darle la caccia non appena scoprirà che non è morta e non fallirà una seconda volta, agendo senza la minima percentuale di errore. Lui da anni sa solo che una figlia del sangue dagli occhi di fuoco partorirà quel dannato moccioso e che questi nascerà dalla passione e dal tormento, quindi adesso sarà ancora più convinto che si tratti di un figlio suo.» Gli dà le spalle mentre lo dice, giusto per fargli capire che la partita è tutt’altro che chiusa, che sono ancora in ballo e continueranno a muoversi freneticamente finché quell’orrenda musica non verrà interrotta per sempre. E ciò avverrà unicamente con la morte definitiva di uno o dell’altra.
«Vi ringrazio profondamente per l’ospitalità e la protezione che le state dando, ma non appena riprenderà conoscenza la porterò in un posto sicuro, così non sarà più un peso per nessuno.» Vorrebbe evitare davvero quel posto, così da scongiurare altri probabili problemi, ma capisce che non ha altra scelta. Dovrà trovare il modo di comunicare le novità ai membri di spicco del branco ed anche come muoversi, come mantenere un profilo quanto più basso possibile e, soprattutto, di mostrarsi mortalmente abbattuti da subito. Non si devono lasciare tracce di alcun genere, e vederli calmi e sereni porterebbe dei sospetti.
Dovranno mostrarsi abbattuti, spersi e letargici, pur essendo in realtà sempre in allerta. Dovranno trovare un modo e un luogo per continuare ad allenarsi in gruppi, così da non vanificare tutto il duro lavoro svolto.
Dovranno tenere duro e recitare per un periodo indefinito e l’unica cosa che può fare è sperare che ci riescano.
«Everett—» Lo richiama Darko non appena lo vede dirigersi verso la scalinata per il piano di sopra, immaginando il piano d’azione che ha in mente. Neanche a lui va particolarmente a genio la cosa, ma sa bene che le opzioni sono quelle che sono e quindi bisogna per forza farselo andare bene.
Sherry resterà al sicuro e protetta per quanto più tempo possibile, ben lontana dal mondo e questo darà loro un vantaggio notevole. Andrà lui stesso dal branco per impartire le nuove direttive e lascerà il comando nelle mani piuttosto ferme ed esperte di River ed anche in quelle di Glover e di Willem, che saranno oltretutto gli unici tre a poter sapere dove verrà scortata. Se Radish ora deciderà davvero di andarsene, se davvero riterrà meglio scappare e quindi lasciarla, allora vedrà di tenerlo ben celato anche a lui.
Everett, dal canto suo, non l’ha neanche ascoltato ed ha preferito dirigersi a grandi falcate verso il piano di sopra per controllare che la sorella non abbia subìto alcuna variazione in sua assenza. Per quanto ne sa potrebbe aver percepito la rabbia, la delusione e la paura del compagno e di conseguenza potrebbero essere insorte anche complicazioni cardiache o Dio solo sa che altro, è bene assicurarsene.
Mentre sale le scale, però, una parte di lui non può far altro che sperare che il Saiyan decida di accantonare momentaneamente la faccenda, che decida di parlarne con lei anziché fuggire, che decida di darle il suo appoggio quando aprirà gli occhi perché, per lei, sarà davvero dura. Ma poi sente il richiamo feroce e deluso di Chichi, la sente mentre urla il suo nome mentre vola via e di conseguenza decide che la porterà via non appena riprenderà conoscenza.
Se n’è andato, ha deciso cos’è meglio per sé, forse addirittura per loro, e non se la sente minimamente di andargli dietro per discuterne e dargli dell’idiota.
Ha deciso che una famiglia con Sherry sarebbe troppo solo ed esclusivamente perché sa che è in vita per concepire un bambino, e per questo non ha alcuna intenzione di fargli cambiare idea. Un bambino è già di per sé una responsabilità enorme e necessita di un numero spropositato di attenzioni e insegnamenti, ma un bambino che racchiude nel proprio corredo genetico le loro due formidabili razze lo sarebbe ancora di più. Necessiterebbe di costante attenzione, di costanti insegnamenti, di essere ferocemente allenato non solo per sviluppare la forza fisica ma anche per imparare a trattenerla, dovrebbe essere sempre seguito così da non fargli devastare un quartiere in preda ad un attacco di fame… e questo determinato bambino dovrebbe essere istruito alle usanze del Nord e del Sud, dovrebbe ricevere l’educazione che si addice ad un Re. Ma non un Re qualsiasi, no: l’unico Re.
Sarebbe difficile un bambino del genere, davvero difficile, e ora Everett non ha alcuna intenzione di far capire al Saiyan che non dovrebbero occuparsene loro due da soli perché avrebbero il suo appoggio, quello dell’intero branco e quasi certamente pure della famiglia reale del Sud e, di conseguenza, il loro branco. Non ne ha alcuna intenzione perché sarebbe solo una forzatura, questo bambino sarebbe condannato a nascere e crescere con un padre che probabilmente neanche lo sopporterebbe, un po’ come è successo a lui… e non vuole che quel ragazzone con i lineamenti duri che gli ha mostrato Leila nell’altro mondo, lo stesso che pare far indietreggiare l’oscurità stessa con la propria forza, possa in qualche modo provare un simile dolore.
Beh, mi spiace ragazzo, ma temo che non ci incontreremo mai… ed è un peccato, sai? Il vello del Sud ti avrebbe donato molto.




ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
TAN TAN TAAAN!🤪
Ebbene sì, Radish non è tornato in vita solo per darle forza come gli ha detto Roman, ma proprio per mettere su famiglia!👪
Un piccolo ibrido, un meticcetto vorace e inarrestabile :3 Caruccio!
Ed ebbene sì #2! Il sogno di Sherry era premonitore, ma non proprio come l’avete capito voi…
Nel sogno si vede che sarebbe morta e risorta e che alla fine si trova davanti all’assassino di Jäger… che però non era assolutamente Radish!
Un secondo odore, più forte. Il suo sangue è più forte. Ha un odore caldo, penetrante. Odore di legno bruciato, oceano e miele. C’è dell’altro, ma quando sente il primo guaito il suo olfatto pare non essere più in grado di catalogare alcunché.” Qui sentiva l’odore di Radish misto al proprio.
C’è qualcosa nella sua voce che le è insolitamente familiare, ma non riesce ad assegnarla ad alcun volto.” La voce le ricorda giustamente quella di Radish, ma altrettanto giustamente non può assegnarla ad un volto perché non l’aveva mai sentita prima.
Sherry non vedeva in quell’oscurità, non riusciva a distinguere i colori e i contorni, per lei quella massa scura sulla schiena erano unicamente capelli, mentre invece si trattava del vello di Regan, che è in pratica la corona del Sud.👑
Papà Spettro glielo ha in un certo senso mostrato come per spronarla! Perché, e questo si capirà nel prossimo capitolo, lei i figli ha deciso - da non molto - di non volerli per una ragione ben specifica e ciò, ovviamente, è un bel problema.
In ultimo, specifichiamo che è proprio per questo motivo che pure Jäger la vuole, che è deciso ad averla come compagna. Che poi l’abbia in qualche modo idealizzata nella sua testa è un’altra faccenda, il tutto è partito per avere questo figlio fenomenale e destinato ad avere nelle mani tutto il potere che vuole. Sarebbe un qualcosa di davvero prestigioso per qualsiasi Spettro, qualcosa che ti conferirebbe potere smisurato, che farebbe incidere a fuoco il tuo nome nella loro storia… solo che non sa che con Sherry avrebbe sì un figlio fenomenale, ma non quello.
Bel casino, eh?😊
La cosa assurda è che tutta la storia, in qualche modo, girava attorno a questa profezia, è nata quasi unicamente grazie a questa idea (di merda).

Io ho sempre più problemi… ed ad ogni capitolo è sempre più mostruosamente evidente! AIUTATEMI!🤪😰

Cooomunque, analizziamo un piccolo punto: Radish da canon è un codardo e, per quanto possa non piacere come scelta, ho deciso di rimarcare questa sua caratteristica facendolo scappare.  🙊✈️🇲🇽 (Ma quanto sono SiMpY?1)
In fondo non lo biasimo: in 3 misere ore gli si è ribaltato totalmente il mondo, ha sofferto come mai prima d’ora ed ha scoperto che è tornato in vita perché sia lui che Sherry erano (e sono) praticamente visti come dei miseri mezzi. Se ci si aggiunge che di suo è assai restio a diventare padre… beh, che ci si poteva aspettare?
È terrorizzato adesso, sta malissimo e si sente in qualche modo tradito dalle persone che dicevano di voler loro bene. Ha bisogno di riordinare le idee, di capire cosa sia meglio fare, ha bisogno di calmarsi.

Nel prossimo capitolo, a Bree toccherà affrontare le conseguenze delle proprie scelte, quindi potete immaginare come si svolgerà… ma in qualche modo pure Everett c’è in mezzo, come andrà secondo voi? Infine— no. Questo non lo dico, lo vedrete tra una settimana. 🤭

Spero tantissimo che il capitolo vi sia un pochino piaciuto, ci ho lavorato un casino e con tutto quello che mi sta succedendo ora come ora è stato in qualche modo anche più difficile da tirare giù. 😰

Alla prossima settimana
Un bacione 😘
Kiki 🤙🏼


PS, non necessario da leggere:❌

Verrà il giorno in cui una stella di sangue pioverà dal cielo (quando Radish arriva, la sua navicella lascia dietro di sé una scia rossa, dovuta immagino al calore) e il respiro delle tenebre scenderà sul mondo (pensate se avesse vinto… e comunque è col suo arrivo che poi Vegeta pensa bene di passare a salutare!). In questa ora terribile, un guerriero di terra straniera varcherà il Sacro confine (e quale sarà mai questo Sacro confine?) per poter giacere con una figlia del sangue dagli occhi di fuoco (e chi sarà mai questa fanciulla?). Dalla passione e dal tormento (non c’è bisogno di specifiche direi, la loro relazione parla da sé), nascerà colui che io riconoscerò come mio successore ed unico Re, e di fronte a lui le tenebre fuggiranno. (Papà Spettro considera il suo potenziale praticamente solo a favore degli Spettri, perché nascerebbe una creatura così forte da poterli sbaragliare e tenere in riga senza grande sforzo… ma anche il senso più ampio diciamo pure che il pargolo se la caverebbe egregiamente!)

  
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