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Autore: Herm_periwinkle    08/08/2020    2 recensioni
Sono passati diversi anni dalla fine della guerra e i regazzi del team Avatar non hanno avuto più occasione di vedersi, ciascuno preso dalla propria vita. Fino a che la nascita di Moma li porterà a riunirsi. Sono cambiati molto, alcuni sono più felici, altri sono semplicemente insoddisfatti delle proprie vite. Gli equilibri del gruppo, dopo tanto tempo che i loro membri sono stati lontani, sono destinati a cambiare, forse per sempre. Riuscirà Zuko ad affrontare i mutamenti che avverranno? Katara sarà in grado di discernere la verità del suo cuore? O saranno così ciechi da credere che nulla è cambiato?
[Zutara]
Dalla storia:
“Vedo il modo in cui vi guardate.”
Ci fu una pausa lunghissima, infinita. Abbassò lo sguardo colpevole, non sapendo cosa dire. Cosa si poteva dire in una situazione simile? Ogni parola sarebbe suonata sbagliata, una stupida scusa, ipocrita e inopportuna.
“Ti conosco più di chiunque altro e so che tra voi c’è qualcosa. Si vede, è palpabile. Ti chiedo solo di dirmi la verità: vi siete baciati?”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Sokka, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tu non mi ami più. Forse non mi hai mai amata” gli disse con una voce gelida. Il suo volto non lasciava trapelare nessuna emozione, con lo sguardo percorreva la stanza e a malapena si posava su di lui.
“Certo che ti amo, io…”
Lei scosse la testa, piegando le labbra in una curva innaturale, piena di amarezza. “Non fingere con me e soprattutto non fingere con te stesso. Ti sei invaghito di me, quello sì. Ti sono sempre stata accanto, ho sempre creduto in te, ho sempre messo te al primo posto. Tu hai creduto di amarmi solo perché era quello di cui avevi bisogno.”
Lui abbassò la testa, incapace di sostenere il suo sguardo, annichilito sotto il peso della sua freddezza. Sapeva che sotto quel volto statico si celavano delle emozioni, ma anche dopo tanto tempo non era assolutamente in grado di comprenderle. Non era certo stato un buon compagno, se ne rendeva conto, ma aveva sempre fatto di tutto per renderla felice. Non era bastato, era evidente. Non riusciva a darle quello che lei voleva davvero, ma non capiva cosa fosse.
“Ti ho amato con tutta me stessa, il mio amore era diventato quasi un’ossessione. Mi rendo conto, però, che non siamo mai stata una vera coppia, che forse era tutto un’illusione. Ora non provo più niente per te, se non il desiderio di starti lontana.”
Sgranò gli occhi, non riuscendo a credere alle parole della sua ragazza. Voleva trattenerla in qualche modo, voleva dirle di restare, ma non riusciva a creare un pensiero con un filo logico e le parole gli sfuggivano dalle labbra in un farfugliamento senza senso. “Cosa significa?” riuscì infine a dire.
“Che ti sto lasciando, Zuzu. Non ha senso che continui questa storia tra noi.”
Il volto freddo, le parole taglienti come lame, una calma eccessiva, come se si stesse limitando a licenziare un domestico.
“Che significa che è finita? Non mi puoi lasciare così. Pensa a tutto quello che abbiamo passato insieme. Io ti amo!” provò a dire, gesticolando come se potesse con i gesti rendere più reali le sue parole.
“Il passato è passato, non intendo rimanerne intrappolata. Questa vita non fa per me, non ha senso che noi due rimaniamo insieme. Ti renderai conto anche tu che è meglio così, vedrai.” Si alzò dalla poltroncina rossa su cui era seduta con estrema compostezza, lisciò le pieghe del vestito e, senza degnarlo di nemmeno un’ultima occhiata, lasciò la stanza con passo felpato.
Zuko si accasciò a terra, non riuscendo a realizzare quello che fosse successo, non riuscendo realmente a capire che Mai se ne stava andando, lo stava lasciando solo. Era abituato alla sua presenza, non voleva che se ne andasse, nonostante i loro rapporti si fossero raffreddati e non riuscissero a trarre alcuna gioia dalla reciproca vicinanza. Forse l’avrebbe dovuta inseguire, avrebbe dovuto fare qualcosa per farla rimanere, ma si rese conto che non avrebbe saputo che cosa fare. Si sedette a terra, svuotato. rimase in quella posizione per un tempo indefinito, guardando il cielo limpido attraverso l'ampia finestra, ma senza guardarlo realmente. Alla fine non poté fra asltro che capire. Mai aveva ragione. Lui non l’amava. Non come avrebbe dovuto. Era giusto lasciarla andare.
 
“Ti sei forse invaghito dei tuoi stracci sporchi? È mezz’ora che li fissi inebetito.”
Zuko si riscosse, arrossendo violentemente. Ringraziò mentalmente che Toph non potesse vedere il suo rossore. “Niente, niente, mi ero solo imbambolato un po’.”
“Non sei molto bravo a mentire, lo sai questo, vero?”
Cavolo, le vibrazioni. Se ne era dimenticato. Non aveva visto le guance in fiamme, ma non le poteva mentire. “Stavo pensando a una vecchia storia” bofonchiò tra i denti “Ma preferirei che tu non ti impicciassi.”
“Sai quanto me ne frega delle tue vecchie storie lagnose!” commentò lei, lanciando con il piede un sassolino “Basta che con il tuo muso lungo non fai preoccupare Katara. Quella si preoccupa per tutto. Ed ha già abbastanza a cui pensare.”
Zuko rimase sorpresa dalla delicatezza del pensiero di Toph. Certo, non si era espressa in maniere gentili, ma era stata dolce a preoccuparsi per l'amica. Teneva a lei molto più di quanto volesse dar a vedere. “Non accadrà, te lo prometto.”



Ciao, innanzi tutto vi ringrazio se avete letto fino a qui, spero che la storia vi stia piacendo. Questo capitolo è prettamente un flashback, più che altro perché vorrei far proseguire la mia storia in maniera abbastanza coerente con la fine della serie e dovevo spiegare perché non ci fosse più Mai. Mi scuso con i fan della coppia, ma io non sono mai riuscita a vederli insieme. Mi sembra come se tra loro mancasse la scintilla. insieme diventano troppo mosci, si annullano a vicenda. Questa perlomeno è la mia visione. Se potete lasciatemi una piccola recensione, almeno capisco in cosa posso migliorare. A presto!
   
 
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