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Autore: Spekled2    10/08/2020    1 recensioni
"Quello era il genere musicale che lui era solito ascoltare quando qualcosa non andava. Quando voleva un po’ cullarsi nella malinconia, per metabolizzarla e superarla. Kurt lo prendeva in giro, dicendo che in realtà non faceva altro che autocommiserarsi. Lui non ci arrivava proprio. Non si stava abbandonando alla tristezza! Semplicemente la rispettava e le faceva fare il suo naturale corso. Tutto scorre, glielo avevano insegnato a Filosofia! Anche le nuvole più buie erano destinate a diradarsi con la giusta pazienza. Il sole era dietro l’angolo se si era disposti ad aspettare. Anche per Brittany valeva la stessa cosa? Si domandava se stesse pensando a Santana in quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'autore:
Ecco il quarto capitolo! Il Mood rimane ancora abbastanza analogo ai precedenti capitoli, con Finn parecchio concentrato nel portare a termine il compito che Rachel gli ha affidato. La progressione è forse lenta, ma ci tengo a cercare di sviluppare uno scenario che possa risultare credibile. Il pairing è quello già ampiamente segnalato, ma per arrivarci bisognerà attendere un po'! Anche perchè il nostro Finn, che probabilmente è qui dipinto un po' out of character, non è proprio una cima in fatto di sentimennti e vorrei che ci mettesse un po' a decifrare le situazioni che si trova a vivere. Se certe cose non sono mai semplici per me, perchè dovrebbero esserle per lui? :P 

Un piccolo ringraziamento va ancora a MC_Gramma per la recensione che mi ha strappato un altro sorriso! Le risposte alle tue domande dovranno attendere ancora un pochino... ma Santana e Rachel non tarderanno ad arrivare!
 
*****
 
“Fammi capire, oggi che mi sono concesso una colazione abbondante te ne esci così? Cosa stavi facendo ieri quando morivo di fame?” Rise Finn, notando il mini calderone del kit  da fonduta che Brittany aveva posto sopra la piastra elettrica, su un tavolino che aveva posizionato in mezzo alla sua stanza. Lord Tubbington gli si avvicinò e gli si strusciò contro la caviglia. Si abbassò e provò a fargli qualche grattino dietro all' orecchio. Tuttavia, la pazienza del gattone durò giusto qualche secondo, prima di battere in ritirata. Era di nuovo a casa Pierce, come avevano concordato la sera prima. Ufficialmente per lavorare al progetto per il Glee.

Finn aveva in mente qualche pezzo da proporle, ma voleva ascoltare il parere della Cheerleader prima di influenzarla in qualche modo. Ora che aveva scoperto certi ascolti abituali della ragazza, era assai curioso di cosa avrebbe potuto tirare fuori. “Fa tutto parte del mio piano malvagio: ti faccio mangiare fuori pasto così da farti gonfiare come una zampogna. A quel punto, addio posto in squadra!” Brittany allargò le braccia con un’espressione franca. “In guerra tutto è concesso!”
Finn ridacchiò. “ Ho un metabolismo molto veloce, ti avviso!” La sfidò, mentre lei chiudeva delicatamente la porta dietro le loro spalle.

Tavolino e piastra a parte, la stanza era esattamente come la volta precedente. Il borsone delle Cheerios era però stato svuotato e tutti i libri erano stati impilati sulla scrivania, pericolosamente in bilico in una torre dalla solidità discutibile. Si sedettero a terra, dietro al tavolino, il calderone era esattamente a portata. Brittany aveva preparato due cuscini per far si che stessero comodi. La sua videocamera era già stata piazzata sul cavalletto, pronta in modalità registrazione  a giudicare dalla spia rossa posta vicino all’obbiettivo. Finn non si aspettava tutto ciò. Ci avevano scherzato sopra per un paio di giorni, o almeno era quello che credeva. Invece Brittany voleva davvero intervistarlo per Fondue for Two.

“ Sono un filino emozionata, gente!” Esclamò scuotendo le spalle in un gesto un tantino teatrale. Stava guardando in camera. “ L’ospite di oggi è niente meno che l’attuale…” fece ben attenzione a marcare la parola attuale, girandosi verso di lui e ammiccando leggermente, “ Quarterback del McKinley, Finn Hudson!” Lo indicò con entrambe le mani. Dopo un paio di secondi di silenzioso imbarazzo, Finn salutò in camera. “Ehm, ciao a tutti!”
“Dunque, per chi come Finn è nuovo e non conosce il format del programma…”
“Pensavo si mangiasse del formaggio in questo show!” Rispose lui cercando di fare il falso brillante. Si trattava di una fonduta, dopotutto, no?! Per certe cose, come mangiare formaggio fino a scoppiare, credeva di avere un dono naturale.

“Ehi, avevo capito che non fossi un fan del programma!” Lo biondina lo fissò sbalordita, spalancando la bocca e coprendola poco dopo con le mani. A Finn non era chiaro se stesse esagerando per ragioni di copione o cosa.
“Con te gli spettatori abituali passano da uno- Ciao Quinn!” Sorrise raggiante, agitando un saluto alla telecamera, “… a ben 2!” Era davvero elettrizzata. “ Stiamo scalando la classifica delle tendenze, hai visto Lord Tubbington!?” Si allungò verso il micio che riposava poco lontano, punzecchiandolo con l’indice sulla ciccia. Il gatto rispose con un miagolio di protesta, ma non si mosse. Finn pensò nuovamente che quel gatto vivesse come un Pascià mentre si  appuntò mentalmente di recuperare i passati episodi di Fondue for Two prima che lei potesse fargli qualche domanda. Spegnere il suo entusiasmo sarebbe stato davvero criminale. Il fatto che gli altri ragazzi del Glee, eccezzion fatta per Quinn, non supportassero Brittany in quella cosa… e che prima di allora nemmeno lui vi avesse fatto attenzione, lo ferì. Neppure Santana!? Ma che diavolo!

“ Come te la cavi a tagliare il formaggio a cubetti, Finn? La gente è curiosa!” Brittany riprese in mano la conduzione del programma.
“Ehm…” rispose Finn, mentre la ragazza gli disponeva davanti un piccolo tagliere e un coltello. Faticava a immaginare chicchessia porsi un tale questione, se proprio doveva essere onesto.
“Con la gente, mi riferisco a me, Lord Tubbington e Quinn!” Snocciolò la ragazza con fare precisino, come se avesse letto i suoi dubbi. “ Ecco qui, oggi casa Pierce mette a disposizione un formaggio a pasta molle olandese!”
“ La geometria non è proprio il mio forte… devono essere proprio cubetti?” Finn si grattò la testa, pensieroso, prendendo in mano l'alimento e osservandolo con attenzione.
“ Vale tutto purché entri nella pentola… in caso facciamo qualche transizione e qualche giochetto in post produzione… Artie mi ha dato un paio di consigli!” gli fece l’occhiolino, abbassando la voce. “ E una volta che inizierà a fondere, a nessuno importerà più della forma originale…” aggiunse come per tranquillizzarlo.

Avevano cominciato a chiacchierare del più e del meno mentre preparavano le cose per la fonduta. A Finn era già venuta fame semplicemente guardando il formaggio. Brittany si era occupata di tagliuzzare qualche pomodorino e dei crostini di pan carré, operando con la precisione  di un orefice. Il frutto del suo lavoro veniva di volta in volta posizionato accuratamente su un piattino di ceramica, mentre continuava a tenere le redini del programma. Finn mangiucchiò un paio di pezzetti di formaggio quando pensò che lei non potesse vederlo. Quando si ricordò della telecamera, ormai aveva già compiuto la sua malefatta.

Era venuto fuori che il colore preferito di Brittany fosse il turchese, che il suo primo animaletto era stata una lucertola transgender di nome Tobia, che aveva intrappolato da piccola e che teneva in una scatola per le scarpe. Finn aveva evitato troppe domande sull'orientamento sessuale del rettile. Qualche giorno dopo, sua padre aveva portato a casa Lord Tubbington e il povero Tobia era presto diventato un succulento spuntino per il micio. Da allora Brittany si era assicurata che al micio non manchessero mai le sue crocchette e qualsiasi cosa potesse desiderare da mangiare. Che la morte di Tobia non fosse avvnuta in vano. Finn era scoppiato in preda alle risate quando il discorso era virato su come Brittany fosse finita alle audizioni delle Cheerios. Durante uno dei primi giorni di scuola, vagando nei corridoi durante l’intervallo, era rimasta chiusa in palestra, senza riuscire a ritrovare l’uscita. Sue Sylvester l’aveva adocchiata mentre danzava e saltava sopra un materassino, le aveva dato una barretta proteica e le aveva ordinato in tono autoritario di tornare il giorno dopo. Lei per non sbagliare era rimasta nello spogliatoio tutto il giorno, pianificando di dormire li quella notte. Solo l'intervento della bidella l'aveva fatta desistere, portandola all'ingresso dove sua madre la recuperò poco prima che il McKinley venisse sigillato per la notte. Conoscendo certe stramberie della Cheerleader, la prese in parola senza troppi dubbi.

Finn raccontò dei provini per la squadra di Football, di come Puck lo avesse placcato incrinandogli una costola il primo giorno (Brittany aveva fatto una grossa smorfia alla rivelazione) e di come fossero diventati migliori amici in infermeria. Fu lì che si ustionò la lingua con la fonduta, addentando uno dei crostini che aveva intinto nel formaggio fuso, e venne quasi ridotto alle lacrime. Brittany rimase scioccata, gli occhi spalancati e le mani davanti la bocca, l’espressione un misto tra sorpresa, orrore e divertimento. Finn era corso in bagno a bere un bicchiere d’acqua, nel tentativo di ottenere un qualsivoglia sollievo dal bruciore, la lingua che pulsava come se fosse appena stata punta da un insetto.

Tornò dopo un paio di minuti, imbarazzato e con il mento gocciolante d'acqua. La lingua priva di qualsiasi sensibilità. “ Che serva di monito ai prossimi ospiti, lo Show di Brittany è il più Hot del web!” Esclamò a favore di camera quando si accorse che la ragazza era rimasta ancora nella stessa posa di prima, troppo allarmata per fare qualsiasi cosa. La battuta, per quanto stupida, la riscosse. Lei  rotolò a lato del tavolino, in preda alle risate. Finn la fissò gattonare verso la telecamera per stoppare la registrazione, ancora un po' scosso.

Ci vollero diversi minuti e un paio di cubetti di ghiaccio offerti da Brittany prima che la sua lingua tornasse vagamente a sembrargli una lingua e non un tizzone ardente.
Andarono avanti a chiacchierare del nulla, mangiucchiando il formaggio che era finalmente un poco più raffreddato e a una temperatura umana. Finn osservava guardingo ogni boccone, temendo di incappare comunque nello stesso errore. Ogni tanto il gatto si avvicinava goffamente alla pentola, ma Brittany lo scacciava via con gesti pigri del braccio. A nessuno dei due venne in mente di accennare al numero per il Glee. La reciproca compagnia li aveva assorbiti. O così almeno era valso per Finn, che per di più aveva ancora la lingua gonfia. Non un grande momento per cantare, effettivamente.

“ Non mi hai mai raccontato come hai cominciato a ballare!” Disse Finn dopo che, tra una cosa e l'altra, era saltato fuori il nome di Santana e Brittany era sembrata incupirsi. Lei lo fissò per qualche istante prima di rispondere, come se avesse bisogno di qualche istante per scacciare il pensiero che le annebbiava gli occhi.
“Oh beh… mamma dice che ballavo già quando era ancora nella sua pancia… e che poi è stato solo un crescendo!” Rispose infine scrollando le spalle. Il suo mood sembrava essere cambiato.
“Pensi di fare qualcosa legata alla danza dopo la scuola? Non so, ci sono dei college o cose del genere per ballerini?” Domandò Finn, provando a deragliare i pensieri della ragazza verso qualcosa che, auspicabilmente, potesse rattristarla meno. “Beh… ci sono un po' di accademie che sembrano fiche, ma dovrei migliorare un bel po’ la media…” rispose lei, lanciando un occhiata alla scrivania e ai manuali di scuola impilati l'uno sull'altro. Sospirò. “Certo, i libri ora sono qui… è già un passo avanti!” Mormorò incrociando le dita. Si ammutolirono nuovamente, mentre Lord Tubbington era finalmente riuscito a guadagnare accesso alla pentola. Sfortunatamente per lui, Finn aveva spazzolato già tutto il formaggio. Non si sarebbe fatto fermare da una lingua dolente quando si trattava di mangiare.

“Vorrei una foto ricordo di quando ho intervistato il quasi ex Quarterback!” Esclamò Brittany a un tratto, con un luccichio negli occhi.
“Hai proprio preso a cuore lo stroncarmi la carriera!”  Ridacchiò Finn, contento che quel velo di tristezza fosse passato. “D'accordo, dove vuoi che ci mettiamo?”
“Oh, qui va più che bene!” Sorrise lei, afferrando il proprio telefono e lasciandolo cadere sul cuscino subito dopo.
Si diede una veloce riassestata ai capelli, pettinandoli con le punta delle dita. “Come sto?” Gli chiese, riprendendo il telefono e usandolo per specchiarsi.
Finn inarcò un sopracciglio. “Ehm, stai bene.. sì, insomma, ehm.. carina e tutto quanto.. come sempre del resto!” Balbettò. Se c'era una cosa che aveva imparato stando con Quinn prima, e Rachel dopo, era che quella domanda poteva essere piu insidiosa di quanto non potesse sembrare. Ma lei si limitò a sorridergli raggiante, preparandosi a scattare un selfie. Ormai stava diventando un pro nell'evitare di far arrabbiare le ragazze. Bastava solamente non includere Rachel nell'equazione.

Il sorriso, di quelli belli che parlano prima con gli occhi e poi con la bocca, non l'aveva abbandonata neppure per la foto. In primo piano Brittany catturava totalmente la scena, mentre faceva il segno della vittoria con la mano destra. Finn, leggermente dietro, aveva preso in braccio Lord Tubbington e aveva optato per un espressione buffa, mentre sollevava in aria la povera palla di pelo che non sembrava altrettanto convinta. Il ragazzo si sentì come pensò dovesse sentirsi Rafiki dopo la nascita di Simba nel Re Leone, quando aveva sollevato il futuro Re della savana e lo aveva mostrato agli altri animali dall'alto della Rupe dei Re.

“Mandamela poi! Voglio averla anche io sul telefono!" le disse riguardando ancora la foto attraverso il telefono di Brittany.
La ragazza annuì, mentre apriva Instagram. Finn non pensava che la volesse pubblicare, non che avesse problemi a riguardo… era uno scatto simpatico dopotutto. Fu la descrizione che Brittany prese a scrivere davanti ai suoi occhi che lo colpì.
 
“Disintegration Anxiety! 🙅🏼‍♀️🙅🏻‍♂️🐱🧀
 
Ci mise un po' piu del dovuto a digitare la didascalia, cancellando il testo un paio di volte a causa di un paio di errori di battitura. Dannate tastiere degli smartphone e la loro tendenza ad effettuare autocorrezioni improbabili! Quando Brittany creò il post, gli sorrise, questa volta più timidamente, per poi mollare il telefono sul cuscino. Restarono un minutino a fissarsi, senza che nessuno dei due parlasse. Lei aveva scelto il titolo della canzone del giorno precedente. In quel momento le parole erano superflue.Finn pensò che quello fosse il segnale che per una volta stava facendo qualcosa di giusto. Dobbiamo davvero farla sparire quest'ansia Brittany! Questa volta fu Finn ad avvicinarla, e anche se con un certo impaccio inziale, la cinse in un abbraccio, posando il mento sopra la sua testa. Lei ricambiò la stretta più forte che poté. A differenza dell'abbraccio precedente, rimasero così più a lungo. Non servirono ringraziamenti a fior di pelle. Quel brivido lungo la schiena gli venne lo stesso.
 
 *****
 
Aveva lasciato Brittany sull'uscio di casa sua. Salutandosi, esattamente come il giorno precedente, avevano constatato che di nuovo si erano fatti un po' prendere la mano e che il numero per il Glee era rimasto in disparte. Lui le aveva detto che si era divertito a partecipare alla puntata, nonostante la lingua gli desse ancora noia. Lei aveva sorriso ancora mormorando un “Bene!", consigliandogli di portare Rachel a prendere un gelato. “Qualcosa di freddo potrebbe darti un po' di sollievo!” gli aveva spiegato notando la sua espressione dubbiosa.
“Sei proprio un genio!” rispose Finn, trovando interessante la scusa per andare a mangiarsi un gelato.
Prima che Finn se ne andasse si erano ripromessi di rivedersi il Lunedi dopo la scuola. Questa volta a casa di Finn. “Abbiamo ancora tutto il tempo del mondo, ma prima o poi dovremmo iniziare per davvero!” Aveva ridacchiato lui.

Un paio di minuti dopo, camminava lungo il marciapiede, diretto verso casa. Il mood decisamente sereno. Le sue fedeli cuffie della Lasmex amplificavano la versione in studio di A Dream Of You and Me dei Future Islands, un gruppo che Sam gli aveva consigliato di recente. Quei tizi spaccavano e Finn aveva trovato immediatamente una certa empatia verso il frontman Samuel Herring. Non era forse il cantante tecnicamente piu dotato che avesse mai sentito, ma metteva una tale passione in ciò che faceva che tutto il resto veniva totalmente insabbiato. Era rimasto colpito da alcuni video di esibizioni live, presso alcuni talk show sulla BBC che li aveva ospitati per pubblicizzare il loro ultimo disco. Cantando le sue canzoni, Herring veniva totalmente risucchiato in un'altra dimensione. Pur non essendo probabilmente l'uomo piu aggraziato del pianeta, ciò non gli impediva di lasciarsi andare in balli liberatori durante le sue performance, che Finn definiva quasi viscerali, che potevano sembrare buffi ed esagerati ma che a lui apparivano totalmente spontanei. Finn invidiava la totale non curanza di ciò che Herring avesse attorno, la semplice volontà di esprimersi senza filtri e condizionamenti.

“I asked myself for peace." Canticchiando tra sé e sé, si domandò se quel gruppo potesse piacere anche a Brittany. Piu passava del tempo insieme alla Cheerleader, più si domandava perché non si fossero frequentati gli anni precedenti. Fu pensando a questo che lesse il messaggio di Kurt.
 
“Finn… 👀
 
Roteò gli occhi e scelse di non rispondere, riponendo il telefono in tasca. Si trattava senza dubbio della foto. Ad ogni modo lo avrebbe visto a casa a breve, quindi era sicuro che se anche avesse risposto qualcosa, niente lo avrebbe salvato da un confronto di persona. Girando a destra imboccò una viuzza perpendicolare, quando il telefono squillò, interrompendo la riproduzione di Spotify. Odiava quando le canzoni venivano interrotte a metà! Controllò lo schermo e aggrottò le sopracciglia. L'ultima volta che aveva ricevuto una chiamata da Quinn stavano ancora insieme. Sorpreso, attraversando la strada sulle strisce pedonali, scollegò le cuffie Bluetooth e se le mise al collo. Rispose, dopo qualche squillo, portandosi il telefono all'orecchio.

“Ehi!”
“Ciao Finn!” Cinguettò lei dall'altro lato della cornetta. “Ti trovo in un brutto momento?”
“Ehm.. no, figurati. Sto rientrando a casa… ero da Brittany per lavorare al numero per il Glee di mercoledì prossimo.”
“Ho visto la foto su Instagram, infatti mi chiedevo cosa ci facessi a casa sua…” si sentì rispondere dalla ragazza. “ E così hai deciso di duettare con lei…”

Finn proseguì dritto ulteriormente, superando un anziano signore che procedeva sbilenco, aiutandosi con un bastone da passeggio. Poco più avanti due bambine saltavano la corda davanti a un aiuola fiorita.
“Stai facendo la parte dell'amica apprensiva?” Chiese Finn con tranquillità. “ Perché sta cosa sta già facendo ammattire Kurt… magari potete ritrovarvi e spettegolare insieme!”
“Non sto facendo nessuna parte Finn…" rispose Quinn, senza riuscire nell'intento di convincerlo del contrario. Il ragazzo la immaginò roteare gli occhi, “solo volevo assicurarmi che tu fossi ben conscio che Brittany sta attraversando un periodo, delicato.”

“Già, beh è dura non rendersene conto.” Confermò lui, rispondendo con un cenno distratto della mano al saluto di una delle due bambine. Sorrise notando le sbucciature sulle sue ginocchia, segni che gli riportavano alla memoria di pomeriggi passati al parco, decisamente tempi più spensierati. Ricordava come sua madre fosse sempre alla ricerca di toppe dalla merciaia per rattoppargli i pantaloni della tuta, perennemente strappati. Ricordava anche notevoli scappellotti ogni volta che tornava a casa con le ginocchia sanguinanti.

“ Eh, mi.. diciamo che mi sorprende il tempismo con cui hai deciso di duettare con lei.” Continuò la ragazza, mettendo le carte definitivamente sul banco.
Finn sorrise. Ovviamente era di quello che si trattava. “Quinn, è davvero così difficile credere che io voglia semplicemente imparare a conoscerla meglio, e se possibile starle vicino o aiutarla se posso, in un momento come questo?” Non c'era rabbia o agitazione nel suo tono di voce. “Mi risulta che si faccia così tra persone della stessa squadra!”

“No Finn… non lo è. Hai ragione.” Gli rispose dopo una breve pausa. Il fatto che a distanza di poche ore sia Rachel che Quinn concordassero con un suo parere lo lasciò un filo di stucco. Che il mondo stesse finendo? “ L'ho sentita prima, tra parentesi, e mi ha assicurato che non la stai trattando male…"
“Breaking news!!” Replicò lui con marcato sarcasmo.
“Brittany è… beh, Brittany è Brittany, Finn. È speciale! A volte può risultare un filo strana e bizzarra. Metà delle volte sembra si trovi in una bolla all'interno di un mondo tutto suo, posso concederlo… Ma non è nulla di quello che si dice a scuola… è una ragazza molto sensibile.” Continuò la sua ex, ignorandolo.

Difficilmente aveva sentito Quinn descrivere una persona con parole così cortesi. Che fosse maturata così in fretta dopo la gravidanza inaspettata? Ultimamente loro due avevano limitato accuratamente di parlarsi. Finn non voleva che Rachel potesse agitarsi e Sam sembrava trovare sempre un interesse maggiore verso la bionda. I pezzi del loro rapporto si erano assestati in quel modo senza che nessuno ci riflettesse molto.
“Già…” si limitò a rispondere lui, non sapendo cosa altro aggiungere. Perché gli stava dicendo quelle cose? “ Tendo a diffidare da tutto quello che si dice in giro…”
“Volevo solo assicurami che la pensassimo allo stesso modo… nessuna strigliata d'orecchie!" Gli assicurò lei.

Finn imboccò l'ingresso del parchetto che divideva in due parti Lima, tagliando la cittadina longitudinalmente. Superato il cancello, schivò un paio di ragazzini che stavano giocando con un pallone da football e proseguì costeggiando il selciato che si addentrava tra le aiuole fiorite. Un gruppo di ragazze si stava fotografando vicino alla fontana, sfoggiando pose alquanto discutibili. Passò oltre senza troppi indugi. Instagram stava diventando un ossessione per troppe persone.
“ Mi hai chiamato solo per questo?” domandò il ragazzo svoltando a destra, imboccando un piccolo sentiero in ghiaia. Un centinaio di metri piu avanti l'area giochi dei piu piccoli sembrava parecchio affollata, le vasche di sabbia prese d'assalto da una decina di bambini che non erano stati abbastanza fortunati da trovare le altalene inutilizzate. Qualche adulto, sicuramente genitori, vigilava a dovuta vicinanza.

“ Dovrei chiamarti per altro?” Chiese lei, in modo quasi retorico.
“ A volte penso che dovremmo fare più cose tutti insieme, al di fuori del Glee Club!" Le disse lui in tutta onestà. “ Ci sono giornate in cui penso che potremmo essere degli amici migliori tra di noi… non so se rendo l'idea.”
“Che vuoi dire?”
“Intendo che spesso mi sembra che riusciamo ad essere uniti solo quando siamo in quella sala canto. È possibile che fuori di lì ci si trasformi in altre persone? Quand'è l'ultima volta che hai passato del tempo con Tina e Mike fuori dal Glee?”
“Beh, ora che me lo fai notare.. mentirei se non dicessi che hai ragione. Ma ecco, ad esempio… immagino che Rachel non stia proprio nella pelle nel dividerti con la tua ex e con la tua nuova amica…" la risata  cristallina di Quinn venne amplificata dal microfono del telefono. Era un suono che era stato così familiare un tempo… eppure sembravano passati secoli dai pomeriggi passati insieme.

“Già, forse non è una grande idea… ma è un peccato lasciarsi condizionare da queste cose.” Sbuffò Finn, uscendo finalmente dal parchetto. Non mancavano che un paio di minuti a casa sua. " Più presto di quanto ce ne renderemo conto finiremo il Liceo... metà di noi andrà lontano al College e chissà se avremo ancora occasone di vederci! Non pensi che potremmo... sforzarci un po' tutti maggiormente e... goderci al meglio questo ultimo anno e mezzo?"
“È un peccato, è vero!” concordò lei dopo un paio di secondi. Finn iniziò davvero a pensare che la fine del mondo fosse in arrivo. ”Potrei provare a parlarci, però. Con Rachel. Credo che se qualche proposta dovesse partire da me e non da te, potrebbe prenderla con uno spirito diverso.”
“Domani al cinema proiettano il Re leone…” buttò li Finn, “fa parte di quel programma per la riscoperta dei classici Disney!” Lo sapeva solo perché Brittany ne aveva parlato quel pomeriggio.
“Il Re leone…” mormorò Quinn con fare pensieroso. “ Perché no! Potrebbe essere carino.”
   
 
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