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Autore: Serina Noy    11/08/2020    3 recensioni
Un capitolo bonus, per chi si è innamorato quanto me di quel piccolo monello di Draco, chi non vorrebbe vederlo fare compere per Natale? Tieniti forte Diagon Alley, stanno arrivando due piccoli terremoti!!!
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'harry potter e la famiglia malfoy'
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Un regalino a tutte le persone che si sono "innamorate" di Draco quatrenne.

ATTENZIONE!!!! L'ho già detto, ma lo ripeto per chi non avesse letto l'avviso del capitolo precedente, i fatti narrati in questo capitolo sono precedenti al Natale, che viene raccontato nell'ultimo capitolo postato.

Come sempre Un enorme ringraziamento va alle mie incredibili Beta GiuliaNieri97 e GiadaSacchetti, non saprei come fare senza di loro...

Altro avvertimento,  le frasi sottolineate sono i  serpentese....

Buona lettura.
 

 

Domenica mattina.

Harry adorava la colazione della domenica.

Non solo perché Milly cucinava dei buonissimi dolcetti che lui divorava con entusiasmo, ma soprattutto perché era l'unico giorno in cui facevano colazione tutti insieme.

Nel poco tempo che aveva trascorso con la sua nuova famiglia, si era dovuto abituare a un sacco di cambiamenti, uno meglio dell'altro e questo era uno dei suoi preferiti.

Anche i Dursley, infatti, avevano l'abitudine di riunirsi la domenica mattina per una colazione particolarmente rilassata, ma lui ne era, ovviamente, escluso.

Harry posò il dolce che stava addentando ed il suo faccino coperto di briciole, assunse un espressione vuota al ricordo di come lui trascorresse quei momenti. Doveva svegliarsi prestissimo, ancora gli sembrava di sentire nelle orecchie il picchiare della zia sulla porta dello sgabuzzino, che si insinuava nei suoi sogni e lo faceva ridestare, per aiutarla a preparare, ma lei era nervosa e lo gridava più del solito.

Quando la famiglia si sedeva a tavola, la zia gli rifilava una tazza di latte e un pezzo di pane secco e lo spediva a mangiare nel suo sgabuzzino. Diede un morsetto coraggioso al suo dolce, per sentirne il sapore e scacciare dalla memoria quello sgradevole di quelle colazioni, trascorse ad ascoltare i suoi parenti chiacchierare e ridere in soggiorno.

Lo zio e Dudley spazzolavano tutto in un lampo e a lui sarebbe toccato riordinare la cucina, mentre loro si preparavano per uscire.

Uscivano quasi tutte le domeniche e lui doveva restare con la vicina di casa, una nonnina noiosa da morire. Purtroppo, presto o tardi, tornavano sempre.

- Io e i bambini abbiamo bisogno di vestiti nuovi!- Dichiarò Narcissa di punto in bianco, mentre imburrava la fetta di pane tostato di Draco per cercare di farlo mangiare. Anche la zia continuava ad esortare Dudley a mangiare, ma lui la ascoltava! E come se la ascoltava! Draco invece era sempre insofferente quando c'era da andare a tavola.

Lucius emerse dalla lettura della Gazzetta del Profeta (Harry era letteralmente affascinato da quel giornale, con le foto della copertina che si muovevano) osservando la moglie con sguardo critico, pronto a gestire una nuova "crisi"... Narcissa che faceva shopping non era qualcosa da affrontare con leggerezza.

-Potremmo fare un giro a Parigi- Tentò, conscio che aveva poche speranze, mentre ripiegava con cura il Giornale ed afferrava la tazza di tea che Milly gli aveva preparato -C'era quel negozietto che ti era piaciuto tanto... Aspetta, come si chiamava?-

Narcissa si gelò, interrompendosi mentre imboccata Draco con cucchiaiate di porridge e rivolse al marito il più gelido degli sguardi -Parigi?- sibilò, gli occhi ridotti a due fessure -Per scegliere gli abiti per il ricevimento di Natale? Il primo Natale di Harry!!- Lucius sentì un brivido corrergli lungo la schiena e nascose il suo disagio seppellendo il viso nella tazza.

-E dove desidereresti andare, mia cara?- Rispose, posando la porcellana e sperando che la moglie fosse ragionevole. Sapeva dove avrebbe voluto portare i bambini, ed anche a lui sarebbe piaciuto, Diagon Alley era uno spettacolo a Natale, sarebbe stato bello passeggiare con i bambini.

Già li vedeva, nella sua mente, Draco che trascinava il fratellino da una vetrina all'altra, senza mai smettere di chiacchierare ed Harry che guardava tutto con la sua solita espressione meravigliata, gli occhietti che si facevano sempre più grandi.

Che esperienza sarebbe stata mostrargli tutte le meraviglie del quartiere magico, ma non poteva lasciarsi affascinare da quei pensieri, si erano trasferiti in Francia per una ragione e sperò che Narcissa ne tenesse conto.

-Da Madama McClan, naturalmente, mio caro- rispose lei, facendogli il verso, mentre puliva il mento al figlioletto.

-Narcissa, sai che non è consigliabile andare a Londra- Cercò di farla ragionare lui -Il potere di Silente è molto grande lì, e sai quale è la situazione con Harry-

-Andiamo Lucius! Cosa vuoi che faccia Silente? Che ci strappi il bambino dalle braccia? Abbiamo un atto di affidamento del Ministero! Anche se non è ancora definitivo, persino Silente dovrà rispettarlo, non è al di sopra della legge!- Disse la donna, sposando il tovagliolo e fissando il marito.

Harry li fissava incuriosito, erano riusciti a distrarlo dal triste corso dei suoi pensieri, ed ora mangiava tranquillamente i suoi dolci preferiti.

Draco si era impossessato del vassoio con il pane tostato e stava costruendo un fortino utilizzando le fette come muri. Narcissa decise di lasciarlo giocare, poteva combattere una sola battaglia alla volta e quella che aveva ingaggiato con suo marito le pareva più importante.

Ma, imprevedibilmente, Lucius si arrese subito, evidentemente anche lui era felice di ritornare in patria con la propria famiglia, anche se solo per un giorno.

-E sia, domani prenderò un giorno di ferie dal lavoro per accompagnarvi- Disse, sposando la tazza sul tavolo.
Narcisa gli regalò uno smagliante sorriso.

-Sei davvero premuroso Lucius- replicò con uno sguardo carico d'affetto. -Draco! Non si gioca con il cibo- lanciando al suo primogenito uno sguardo di rimprovero.

-Quindi andremo anche alla Gringott? - Chiese lui entusiasta, osservando attentamente il padre da sopra il suo fortino.

-Sì, giovanotto, ma non ti consentirò di accompagnarmi, a meno che tu non ti comporti eccezionalmente bene! - Gli rispose il padre con tono severo, riprendendo in mano il suo giornale.

-Sììì! Evviva!- Esultò Draco mandando all'aria tutto il pane tostato -Scusa, padre- aggiunse immediatamente, agguantandone una fetta e cominciando a mangiarla entusiasta, tanto per dimostrare la sua buona volontà.

-Che cosa è la Gringott?- chiese Harry curioso, finendo il suo biscotto.
I genitori non fecero tempo a rispondere che Draco li precedette

- Vedrai Harry! Vedrai – Disse, brandendo il suo toast mangiucchiato, con uno sguardo furbo.

Per Harry, che non era mai neppure uscito da Litle Wingings, anche solo vedere Londra sarebbe stata un’avventura. Lo zio Vernon ci portava sempre Dudley e, quando tornava, il cugino lo faceva morire d’invidia con i racconti delle cose meravigliose che aveva visto, anche se Harry era quasi sicuro che non fosse tutto vero…

……

Quella sera, non appena Narcissa chiuse la porta della sua stanza, Draco si affrettò ad evadere dal lettino per raggiungere il fratello e gettarsi entusiasta nel suo letto.

– Andiamo a Diagon Alley domattina!- Sbraitò, saltando sul letto -Non sei eccitato?- Concluse, afferrando un cuscino e tirandolo al fratello.

-Ahia! Non puoi stare un po’ fermo? – Lo sgridò Harry, prendendo un cuscino a sua volta ed usandolo per colpire l’intruso.

-È un posto bellissimo, dove non c'è neanche un babbano, così se qualcuno vuole fare una magia in mezzo alla strada può farla, sicuro che nessuno lo vedrà…- Continuò Draco ignorandolo, ma recuperando anche lui un cuscino da usare per difendersi dall'attacco.

Anche se, alla fine, Draco aveva dovuto arrendersi e si erano stesi sotto le coperte, lo aveva lo stesso tenuto sveglio per buona parte della notte, raccontandogli delle cose stupefacenti che avrebbero visto il giorno dopo. E naturalmente, la mattina dopo, non si voleva alzare dal letto.

-Dai mamma, ancora cinque minuti!- Piagnucolava, nascondendo la testa sotto il cuscino.

-Forza piccolo ippogrifo, papà ci sta già aspettando!- Lo rimproverò la madre, cercando di strappargli le lenzuola dalle mani.

Sbadigliando ogni due minuti, Harry li osservava dalla sua stanza, mentre si stava preparando da solo.

-Ma io ho sonno!- protestava il piccolo, contorcendosi per rimettersi sotto le coperte del lettino di Harry, mentre Narcissa lo prendeva in braccio. Dopo essere stato sveglio fino a tardi, la sera prima, Draco era particolarmente capriccioso ed irritabile.

-Insomma! Se non ti alzi immediatamente andremo senza di te!- Lo minacciò lei, perdendo la pazienza e, mettendo le mani di fianchi per enfatizzare la cosa.

-Nooo! Mamma aspetta! Mi alzo subitissimo!- Strillò il furbetto scattando in piedi.

Una volta pronto, la madre, prese un profondo sospiro per prepararsi mentalmente a ripetere tutto da capo con Harry “speriamo sia un po’ più collaborativo” pensava lei voltandosi e… Narcissa non poteva credere ai suoi occhi, sulla soglia della sua stanza c’era Harry, che la fissava tranquillo già perfettamente vestito e in ordine, a parte i capelli, naturalmente.

-Ma come sei stato bravo, ti sei preparato da solo? – Chiese al piccolo, che con una spazzola stava tentando di domare la sua chioma ribelle. -Aspetta, faccio io- Disse, prendendo la spazzola dalle mani del piccino e facendolo accomodare alla toeletta.

Narcissa era molto orgogliosa del di quel bambino ubbidiente ed indipendente, anche se a volte le sarebbe piaciuto poterlo viziare un po' di più, quindi approfittava di quei momenti per poterlo coccolare.

Per viaggiare avevano utilizzato una chiaveporta, che li aveva condotti direttamente all'interno di un locale che si chiamava… Paiolo Incantato o Paiolo Fatato... forse Paiolo Magico, così era parso di capire ad Harry.

-Ma non andiamo a Londra?- chiese Harry vagamente deluso, notando che non stavano uscendo dal locale ma stavano andando nel retrobottega.

-Perché mai dovremmo andare a Londra?- Chiese Draco che aveva afferrato la mano che la madre gli porgeva e stava facendo dondolare le loro mani unite, avanti e indietro, sembrava divertente, osservò Harry.

-Sei un po’ deluso piccolo? Avresti voluto vedere la città?- Chiese Narcissa tenendogli aperta la porta perché uscisse nel vicoletto dietro il locale.

-Io… pensavo che avremmo visto anche Londra…- Ammise Harry, sempre più deluso, erano nella viuzza più squallida che potesse immaginare, di fronte ad un bruttissimo muro di mattoni.

-Però non…- le parole gli morirono semplicemente in bocca quando vide suo padre “aprire” il muro dietro al locale, per mostrargli lo spettacolo della strada fatata.

I genitori si scambiarono un’occhiata soddisfatta di fronte al suo visetto sorpreso e Draco lasciò immediatamente la mano di Narcissa per afferrare Harry per un braccio e trascinarlo dentro.

Diagon Alley era incredibile e, proprio come Lucius si era immaginato la mattina precedente, Harry aveva sgranato gli occhi spalancandoli per cercare di vedere tutte quelle meraviglie contemporaneamente.

Le decorazioni natalizie la facevano apparire ancora più bella, alberi di Natale spuntavano ad ogni angolo e festoni colorati ed allegri pendevano dalle vetrine dei negozi. Piccoli Babbi Natale incantati sfrecciavano su minuscole slitte facendo lo slalom tra i passanti e a tutti gli angoli, gruppetti di candidi, delicati angioletti, con vesti fluttuanti e aureole splendenti, cantavano le canzoni di Natale.

Evidentemente non si erano accordati fra di loro su quale canzone cantare, infatti, ognuno di loro ne cantava una differente, creando una gran confusione, ma nessuno dei passanti sembrava farci caso.

-Guarda quanto sono carini quegli angioletti Lucius, ne dovremmo prendere uno per l’albero in salotto, chissà dove li vendono?- Si stava chiedendo Narcissa, affascinata dai piccoli angioletti, mentre infilava la mano nell’incavo del braccio del marito che gliel’aveva cavallerescamente offerto.

-Dobbiamo prima andare in banca, cara, o non potremo prendere proprio nulla- Disse, guidandoli fra le meraviglie della via.

La Gringott era un alto, imponente edificio in marmo, all'ingresso una coppia di esseri dall'aspetto particolarmente arcigno li squadrò da capo a piedi, prima di lasciarli entrare.

-Sono folletti quelli- Disse Draco ad Harry, prendendolo per mano -Non sono molto simpatici- Gli sussurrò all'orecchio, abbassando la voce, non voleva farsi sentire dalla sua mamma altrimenti lei lo avrebbe rimproverato per non essere stato gentile, ma qualche volta bisogna pur dire quello che si pensava!

Harry non riusciva proprio a capire cosa ci trovasse di eccitante suo fratello in quell'edificio, onestamente, era la cosa meno interessante che aveva visto fin ora, folletti a parte, gli ricordava terribilmente la banca dove lo zio Vernon lo aveva portato una volta che era stato costretto a portarlo con sé. Anche se questa era molto più elegante!

Harry osservò il fratello, era sempre più teso e agitato, saltellava impaziente da un piede all'altro mentre Lucius discuteva con uno di quegli esseri. Dopo un tempo che a Draco parve infinito, anche se in realtà furono solo pochi minuti, finalmente, Lucius disse loro di seguire l'omuncolo, che li condusse ad un vecchio carrello arrugginito di quelli utilizzati nelle miniere.

Il folletto li fece accomodare all'interno e si sedette alla guida, facendo partire immediatamente il bizzarro mezzo di trasporto.

-Dovevo proprio venire anche io? Mi sono appena fatta sistemare i capelli- Protestò Narcissa, sistemandosi la sciarpa sulla testa per tentare di proteggere la propria acconciatura.

-Mi spiace tesoro, avresti potuto attenderci alla sala da tea, se me lo avessi detto prima, ora è troppo tardi purtroppo- La canzonò Lucius, con tono fintamente contrito, offrendole il braccio per salire al suo fianco, lei gli rivolse un sorriso velenoso, mentre il carrello partiva a tutta velocità.

Harry non credeva che quello fosse un modo molto sicuro per viaggiare, si aggrappava al bordo del carrello con le manine fino a farle diventare livide per lo sforzo ed a ogni curva serrava gli occhi.

Lucius se ne accorse e lo trasse a sé, facendolo sedere sulle sue ginocchia ed avvolgendogli il pancino con un braccio, mentre l'altro lo teneva appoggiato sul bordo del loro veicolo, lo strinse a sè. Harry si sentì subito più tranquillo.

-Non avere paura Harry, questi mezzi sono più sicuri di quanto non sembri.- Gli urlò, alzando la voce per sovrastare lo sferragliare delle ruote di metallo sulle rotaie, giusto pochi istanti prima che il carrello si infilasse sotto una cascata che li investì in pieno.

Narcissa, togliendosi un ricciolo fradicio dalla fronte, adocchiò il marito con uno sguardo furente. Gliel’avrebbe fatta pagare, ne era certo, ma era tanto adorabile, così in disordine ed in difficoltà, che Lucius si intenerì e le asciugò amorevolmente qualche gocciolina d'acqua da una guancia con una carezza premurosa, guardandola con occhi carichi d'amore.

Erano tanto rari i gesti affettuosi che Lucius le dedicava in pubblico, che, per un momento si imbarazzò, ma durò solo un attimo, perché con una brusca frenata il carrello si ribaltò facendoli precipitare.

-Aresto Momentum- Urlò Lucius, bacchetta alla mano, e tutti si trovarono a galleggiare a pochi centimetri dal suolo, riuscendo così ad atterrare molto più comodamente.

Il folletto si precipitò a recuperare alcuni pesanti sonagli metallici e si mise ad agitarli, producendo un baccano assordante. Harry pensò che fosse un comportamento molto strano, finché non vide il fratello.

Immobile e teso, Draco fissava qualcosa con sguardo languido, incantato. Harry si voltò a guardare quello che stava ammirando, e rimase pietrificato, davanti ai suoi occhi increduli stava un enorme, possente, magnifico drago.

Draco lo fissava ipnotizzato, scrutando ogni movimento dei possenti muscoli, ogni fremito delle enormi ali, ogni riflesso delle lucenti scaglie.

L'animale era molto vecchio, le ali erano piene di lacerazioni e gli occhi erano velati di una patina bianca, come se fosse cieco.
Ma a Draco sembrava magnifico.

-Wow!- Si fece scappare muovendo un piccolo passo verso di lui.- Non è la cosa più bella che possa esistere?- Disse, quasi senza rendersi conto di aver parlato.

Harry in realtà era propenso a credere che fosse terrificante e pericoloso, ma Narcissa lo aveva preso in braccio e lui pensò che poteva anche rilassarsi, era al sicuro.

-Non si muove, possiamo avvicinarci?- Chiese Draco, facendo un altro piccolissimo passo verso l'animale.

-Non è il caso, piccolo.- Rispose Lucius afferrandolo per un braccio. -Ma possiamo fermarci ancora un attimo a guardarlo.- Concluse, guadagnandosi un moto di fastidio da parte del folletto che, indubbiamente, desiderava sbrigarsi il più possibile.

- Non è sufficiente così?- Chiese Narcissa dopo qualche istante, posando leggiadramente la propria mano sul braccio del marito.

-Ancora un attimo, cara, non vedi com'è incantato?- Le rispose Lucius, voltandosi a guardarla con affetto.

Alla fine Narcissa fu costretta a lasciare Harry per trascinare via Draco, mentre lui si contorceva lamentandosi e lei tentava di blandirlo promettendogli ogni sorta di dono.

Il viaggio di ritorno fu fortunatamente, molto più tranquillo e, con estrema gioia, riemersero alla luce del sole.

Proprio come Lucius aveva immaginato la mattina precedente, Draco trascinò il fratello di vetrina in vetrina, per mostrandogli tutte le meraviglie che contenevano.

- Guarda Harry come sono belle queste scope, quella là in alto è una Nimbus, non mi ricordo il modello! Quando sarò grande il mio papà me ne comprerà una, perché io sono molto bravo e il mio papà mi compra sempre cose molto belle.- Gli rivelò Draco indicando con il ditino l’oggetto del suo desiderio.

Harry non riusciva a capire come suo fratello riuscisse a pronunciare così tante parole in un tempo così breve, sembrava non dovesse interrompersi neppure per respirare.

Le scope da corsa, furono solamente una delle cose strabilianti che Harry vide quel giorno. Persino la visita alla sartoria, che Draco aveva trovato particolarmente noiosa, per lui era stata un'esperienza bellissima. Il metro da sarta che, fluttuando qua e là senza controllo, gli aveva preso le misure lo aveva fatto divertire moltissimo. Lucius e Narcissa guardavano il loro bimbo con gioia ed infinito affetto.

Usciti dalla bottega di Madama McClan, Lucius, fermandosi per attirare la loro attenzione, dichiarò -Ora vi porteremo in un posto speciale- Disse, afferrando Draco per le spalle e costringendolo a guardarlo negli occhi -Ma tu, giovanotto, devi comportarti in maniera impeccabile, o ce ne andremo immediatamente!- Concluse, conducendolo al Serraglio Stregato.

Draco adorava quel negozio, ma era talmente entusiasta che era particolarmente difficile contenerlo.

-HARRY! GUARDA, UNO SNASO- Urlava, indicando il buffo, adorabile animaletto. -E QUESTI SONO ASTICELLI- Strillava, trascinando il fratello davanti ad una teca che conteneva un ammasso di quelli che, ad Harry, sembravano solo un mucchio di rametti, fino a quando non cominciarono a muoversi per scappare da Draco, che, saltellando davanti alla loro teca, li aveva spaventati.

All'arrivo del ragazzo che gestiva il negozio Draco lo assalì- UN DRAGO! Voglio un drago! Un gallese verde se c'è, o un petardo cinese!- Urlava al ragazzo interdetto.

-Draco, non si può possedere un drago, è illegale, non te lo venderà!- Intervenne Lucius, cercando di calmare il figlio.

Il proprietario del negozio, per cercare di accontentare l’esuberante bimbo, propose -Avrei un drago di Komodo... è un animale babbano...-

Draco spalancò gli occhi. -Sììì, lo voglio! Lo voglio- Urlò, aggrappandosi alla mano del padre e scuotendola con forza.

-Draco, tesoro, non è un vero drago, è solo una grossa e disgustosa lucertola. – Disse Lucius, afferrando il figlio per le spalle, tentando di calmarlo.

-Potrei almeno vederlo, padre, per favore?- Supplicò il piccolo, guardando il genitore con due occhioni grigi resi liquidi dall'emozione. Dopotutto, se si chiamava drago, un motivo doveva pur esserci… e se fosse stato simile ad un vero drago, anche se piccolo, non avrebbe accettato un “no” come risposta, avrebbe costretto i genitori ad acquistarlo.

Harry stava osservando tutta la scena, divertendosi un mondo, era buffo vedere Draco ancora più agitato del solito e Lucius e Narcissa che faticavano a trattenerlo, quando udì una strana vocina provenire da una teca alla sua destra.

- Certo che tuo fratello è proprio capriccioso- Incuriosito il piccolo si voltò a cercare il suo interlocutore: era un serpentello verde scuro, che se ne stava morbidamente avvolto attorno ad un rametto.

- Non è capriccioso!- Replicò intenzionato a difendere il fratellino, mentre si avvicinava alla teca -È solo che gli piacciono i draghi… chissà perché?- Concluse, alzando gli occhi al cielo in un gesto eloquente.

- Tu mi capisci?- Chiese incredulo il piccolo rettile, voltandosi verso Harry e piegando il capo in un gesto interrogativo.

-Certo che ti capisco!- Rispose il bimbo, posando una manina sul vetro della teca. -Perché, le altre persone non lo fanno?- Chiese curioso.

-Non lo so, nessuno mi aveva mai risposto.- Replicò il serpentello facendo saettare la piccola, sottile linguetta tra le labbra ad ogni sibilo, in maniera molto buffa secondo Harry.

Il bimbetto ci riflettè un po’ sopra, grattandosi il la testolina con una mano, come aveva visto fare al fratello un sacco di volte -Forse non avevano niente di interessante da dirti.- Postulò, portando un ditino alle labbra.

-Forse hai ragione…- Convenne il serpente, svolgendo il corpo dal ramo ed avvicinandosi alla manina del bimbo. -Tu come ti chiami? Il ragazzo che mi porta il cibo mi chiama Salazar, ma il mio nome è Sssibilo, così mi chiamavano i miei fratelli.-

Concluse, strisciando sul vetro, dove la manina di Harry era ancora posata. Aveva pronunciato il suo nome con un lungo sibilo iniziale, facendo sporgere esageratamente la lingua biforcuta e agitandola goffamente.

-Piacere di conoscerti Ssibilo, io sono Harry James Potter.- Harry aveva cercato di imitare la pronuncia del piccolo rettile, sporgendo la lingua fuori dalle labbra, ma non era sicuro di esserci riuscito, il suono che aveva prodotto era più simile ad una pernacchia!

-Harry Potter? Quel Harry Potter, con la cicatrice e tutto il resto?- Chiese il serpentello, interrompendo la sua danza per voltarsi e guardarlo -Qui tutti non fanno che parlare di te!- Concluse.

Che serpentello sciocco, si deve essere sbagliato! Perché tutti dovrebbero parlare di me? Non mi conoscono neppure!” Pensava il bimbo.

-Harry? Dove sei?- La voce della sua mamma che lo stava cercando attirò la sua attenzione ed Harry si voltò a cercarla con lo sguardo.

-Devo andare Sibilo, la mia mamma mi sta chiamando. Ciao!- Lo salutò, accompagnando le parole con un rapido cenno della mano e si allontanò velocemente.

Lucius e Narcissa sembravano contrariati, mentre Draco stringeva amorevolmente tra le braccia la più grossa e grottesca lucertola che Harry avesse mai visto. “Accipicchia, che cosa è questo? E soprattutto, dove ha intenzione di tenerlo?” pensava Harry scrutando l’animale con aria intimorita.

-Vedi, tesoro, il tuo nuovo amico sta spaventando Harry! Non vorrai portare a casa qualcosa che faccia paura al tuo fratellino?- Chiese la madre, che si era inginocchiata per avere il viso all’altezza di quello dei suoi bimbi, cercando di convincere Draco a rinunciare a quel disgustoso ed ingombrante orrore.

Draco fissò per un istante il fratello, poi, con occhi colmi d’affetto guardò il suo tesoro e disse -Davvero Harry ti fa paura? Non vedi com’è adorabile?-

Harry non pensava che fosse “adorabile”, pensava che fosse orrendo e pericoloso, ma come poteva resistere a Draco che faceva gli occhioni dolci?
Quindi, esibendosi in un tiratissimo sorriso, rispose timidamente

-N-no, non mi fa tanta paura…- Allontanandosi però dalla bestiaccia per aggrapparsi alla gonna di Narcissa.

Così l’ingombrante animale fu spedito a casa loro, per essere sistemato in un’enorme teca in un angolo della camera di Draco.

-Cosa hai fatto mentre ci aspettavi?- Chiese Draco ad Harry durante il ritorno, porgendogli una mano.

-Ho chiacchierato con Sibilo- Rispose il piccolo, sincero, prendendo la sua mano.

- Chi è? Un tuo amico?- Chiese curioso di saper come fosse uno con un nome così forte.

-Sì, è quel serpente verde, nella teca, vicino agli asticelli.- Gli confidò Harry, facendo dondolare le loro mani unite come lo aveva quella mattina con la mamma.

-Mitico!!!!- Esultò lui guardando il fratello ad occhi sgranati.

 

Un commentino?

Vi è piaciuto Draco che abbraccia la lucertola? Per chi non conoscesse quel rettile è veramente enorme e parecchio spaventoso, oltre che pericolosissimo!

Il nostro piccolino non vi ha ricordato un po' un altro personaggio della saga? Magari qualcuno di "peloso e pericoloso"?

A presto con il prossimo capitolo!

Baci.

Noy

 

   
 
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