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Autore: storiedellasera    12/08/2020    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Le conseguenze del desiderio


Era notte fonda ma nella capitale ancora si festeggiava.
Balli e canti risuonavano in ogni via, taverna o piazza.
Nel cuore della città sorgeva una torre che emanava una candida luce.
Le mura erano di un cristallo simile a un quarzo purissimo. Grandi giardini ed eleganti fontane circondavano la struttura.
La torre era la roccaforte dei maghi al servizio della corona. Formavano una grande e potente congrega di cui faceva parte anche lady Flio.

All’interno della struttura risplendeva una luce aurea. I diversi piani accoglievano numerosissimi libri, laboratori alchemici, strumenti magici e camere che custodivano segreti noti solo a pochissimi eletti. La porta principale della torre si aprì, generando un cupo e prolungato mormorio.  
Milla entrò e percorse una lunga navata di marmo e alabastro. La sua figura proiettava una lunga e oscura ombra verso una grande e circolare sala posta al centro del piano terra.
I maghi, intenti a discutere tra loro fino a un attimo fa, si ammutolirono nel vedere la strega della locanda dei desideri avanzare nella loro direzione. Erano quasi tutti uomini anziani, con lunghe barbe bianche e abiti di seta e satin dalle complicate trame dorate.
Tra di loro, seduta su una lussuosa poltrona, si trovava lady Flio. La maga stringeva tra le mani un calice di cristallo, colmo di idromele di castagno.
Fu l’unica dei presenti a rivolgere un sorriso a Milla.
Tutti gli altri fissarono la strega con sguardi perplessi.
“Quale sorpresa…” esclamò sarcastico un anziano mago “…la strega della locanda ci onora della sua presenza.”
Milla ignorò quella provocazione e si rivolse a tutti i presenti: “chi di voi, fattucchieri di quart’ordine, ha rivelato il segreto della mia locanda al giovane Anders?”
“Non dovevamo dirlo?” Chiese un mago con lo scopo di provocare la ragazza.
Lei rispose: “no, razza di idioti! Nessuno deve sapere che nella mia locanda si realizzano desideri. Ho avuto il sentore su Anders prima che lui si presentasse al mio cospetto. Ma il moccioso ora conosce il segreto della locanda e, per questo motivo, io e Kyleen dobbiamo trovare un modo per ingannarlo così che possa esprimere spontaneamente il suo desiderio.”
“E come intendete procedere?” Chiese un altro mago. La sua curiosità era sincera.
“Io e Kyleen fingiamo di averlo accettato come nostro apprendista stregone.”
Lady Flio si alzò dalla sedia: “ma… forse il più grande sogno di Anders è quello di essere un apprendista stregone. Se così fosse non ha nient’altro da desiderare. A non questo non avete pensato, lady Milla?”
La locandiera si aspettava una simile domanda e parlò immediatamente: “non ho modo di saperlo in questo momento… dato che uno di voi maghi ha spifferato il mio segreto. La prossima volta tenete a freno le vostre lingue.”

Le parole di Milla, pronunciate in un tono assai aspro, risuonarono come una minaccia nei confronti dei maghi. Persino coloro che si trovavano ai piani superiori della torre si affacciarono per osservare cosa stesse accadendo nelle sala circolare in cui si trovava la strega.
Un mago iniziò a spazientirsi, portò le mani ai fianchi e si rivolse a Milla: “milady, siete venuta fin qui solo per mancarci di rispetto e sfidare la nostra pazienza?”
La strega gli rivolse una truce occhiata.
In quel momento nessun mago osò muovere un dito. Tutti loro infatti conoscevano la potenza della magia di Milla e si sentirono in pericolo.
Ma la ragazza infine sospirò e disse: “in realtà un secondo motivo mi ha spinto a farvi visita. Lady Flio mi ha avvertito della presenza di un’ombra a Vecchia foresta che uccide tutti coloro che incontra sul suo cammino.”
“Ne siamo al corrente…” un anziano mago interruppe il discorso di Milla “…il popolo ancora non sa della sua esistenza e non deve saperlo, questi sono gli ordini del re.”
“Ma cosa avete scoperto su quest’ombra?”
Il mago, desolato, scosse la testa: “sappiamo solo che compare durante la notte.”
Una scintilla sembrò guizzare negli occhi di Milla quando udì quelle parole.
La ragazza aveva appena avuto un’intuizione.
Rimase immobile per alcuni secondi, intenta a ragionare.  Rivolse poi un gelido saluto ai maghi e andò via.



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Kyleen cercava invano di rialzarsi.
Era stordita e dolorante. Le sue orecchie fischiavano, impedendole di udire i suoni attorno a lei.
Avvertiva la sua testa pulsare. Si toccò la fronte e quando osservò le sue mani scoprì che erano completamente sporche di sangue.
Le urla e gli altri rumori nella taverna la travolsero all’improvviso. Kyleen tornò ad essere cosciente e lucida.  Sotto di lei si trovava l’uomo delle terre dei fiumi che aveva travolto. Era circondato dai frammenti del tavolo di legno su cui era precipitato, insieme alla ragazza, dopo il volo dal primo piano. Attorno a loro i clienti della taverna continuavano ad agitarsi e a far baccano.

Il secondo guerriero della terra dei fiumi, che era rimasto sul balcone interno del locale, iniziò a scendere le scale. Ma Anders, che era rimasto nascosto alle sue spalle, scattò verso di lui e lo spinse di sotto. L’uomo ruzzolò giù per i gradini e quando toccò il pavimento si accorse che la sua gamba sinistra si era spezzata e in piegata in modo innaturale.
Iniziò a urlare per il dolore.
Qualcuno dei clienti si precipitò fuori dalla taverna per chiamare le guardie della città.

“Anders!” Gridò preoccupata Kyleen.
Fece per muoversi ma l’uomo sotto di se le afferrò la gola e iniziò a strangolarla.
La ragazza cercò di liberarsi e di rotolare via ma il suo aggressore si rivelò più forte del previsto.
Allora Kyleen iniziò a tastare il pavimento alla ricerca della sua spada. Al posto dell’arma trovò un pezzo di legno del tavolo. Era appuntito e abbastanza lungo per essere usato come un’arma. Agguantò quel paletto e lo usò per pugnalare al volto il suo sfidante. Una volta. Due volte.
Alla terza volta Kyleen cavò un occhio dell’uomo.
Fu allora che quel guerriero lasciò il collo della ragazza e lei fu libera di muoversi e respirare. Vide finalmente la sua spada tra i detriti del tavolo.
La prese con uno scatto fulmineo per poi balzare in piedi.
“Allontanatevi!” Urlò rabbiosa a tutti i presenti della taverna che, nel frattempo, l’avevano circondata. Puntò in avanti la sua spada e assunse una posizione di difesa.
La tensione nel locale era altissima.
Ogni uomo, attorno alla ragazza, sembrava che stesse per scattare contro di lei.
I due guerrieri delle terre dei fiumi non facevano altro che dimenarsi, piangere e urlare. Furono soccorsi da alcuni clienti della locanda.
Nel frattempo Kyleen tremava per le ferite subite. I suoi occhi azzurri brillavano di una crudele luce, risaltati dal  colore del sangue che le tingeva il volto.
Era terrorizzata e furiosa. Chiamò di nuovo Anders.
Il giovane la raggiunse, posizionandosi al suo fianco e afferrando un lembo dei suoi vestiti.
“Andiamo via” disse la ragazza e iniziò a camminare all’indietro, verso un’uscita secondaria della taverna. Teneva ancora la spada di fronte a se per proteggersi da una seconda eventuale aggressione.
Anders la seguiva senza dire una parola, tremante come una foglia per la paura.
D’un tratto un enorme uomo si fece strada tra i clienti.
“Cagna del nord…” ringhiò nei confronti di Kyleen “…dopo tutto quello che hai fatto, pensi di poter scappare?”
Era molto più alto di tutti gli altri presenti, con spalle larghe e braccia possenti.
Aveva piccoli occhi azzurri, una mascella squadrata e corti capelli color della cenere.
Sollevò da terra un pesante maglio da guerra e lo posò su una delle sue spalle. Era un’arma così pesante che nessun altro uomo, presente nella taverna, avrebbe potuto sollevarla da terra.
Ma quel colosso riusciva a maneggiarla con una sola mano.
Kyleen non si mostrò intimorita: “pensi di fermarmi? Fatti sotto!” Gli disse mostrandogli i denti.
Le sue gambe tremarono per quanto era stremata. Eppure i suoi occhi ardevano per la determinazione. Gli altri uomini si scansarono da lei e dal colosso armato di maglio.
Anders si sentì mancare il respiro quando Kyleen puntò la spada verso quel gigante.
“Credi di farmi paura?...” continuò la ragazza del nord “…ti mozzerò le mani ancora prima che tu possa levare un fendente. Avanti, mettimi alla prova?”
Qualcosa nello sguardo di Kyleen pietrificò l’imponente uomo, che si limitò a sputare a terra e fissare la ragazza mentre lei raggiungeva, insieme ad Anders, l’uscita secondaria della taverna.


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Milla attendeva Kyleen e Anders in una via poco trafficata della città.
Avvertì  un tonfo al cuore quando vide Kyleen correre verso di lei, ferita e insanguinata, mentre teneva la mano di un traumatizzato Anders.
Milla urlò il nome della ragazza del nord, corse verso di lei e l’afferrò per le spalle.
Aprì la bocca per parlare ma era così sconvolta da non riuscire a pronunciare neanche una sillaba.
I suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Sto bene” Kyleen tentò di rassicurarla ma la sua postura curva e il suo respiro affannoso raccontavano un’altra realtà.
Milla abbracciò forte Kyleen, incurante del sangue che le macchiava gli abiti. Prese poi per mano sia la ragazza sia Anders e li condusse in un manipolo di strade buie e deserte.
La locandiera conosceva perfettamente ogni angolo della capitale e in men che non si dica raggiunse il porto.
Comprò i servizi di un capitano di vascello per poter risalire il fiume, così da avvicinarsi il più possibile alla sua locanda.

Milla nascose Kyleen e Anders in una cabina dell’imbarcazione.
La ragazza del nord tentò di riposare durante il viaggio di ritorno verso la locanda dei desideri. Ma la sua fobia dei fiumi e dei mari la tenne sveglia e in tensione.
Il vascello intanto proseguiva tranquillo la sua navigazione notturna, scivolando sulle acque oscure del fiume. Milla si avvicinò a Kyleen e iniziò a prendersi cura delle sue ferite.
Quest’ultima iniziò a raccontare alla locandiera l’aggressione che aveva subito nella capitale.
Anders si trovava vicino a loro, seduto a terra, con le gambe piegate e la fronte premuta sulle sue ginocchia.

La ragazza del nord diede un colpetto alla spalla del giovane per poter attirare la sua attenzione: “perché quegli uomini ti stavano dando la caccia?” Chiese con tono terribilmente calmo e tranquillo.
“Cosa?” Disse istintivamente Anders.
Kyleen iniziò ad innervosirsi e alzò di poco la voce: “perché qualcuno ti stava dando la caccia?”
Milla le fece cenno di far silenzio.

Il giovane apprendista sospirò: “mio padre ha combattuto molte guerre per difendere il popolo dei fiumi, conquistando l’ammirazione del sovrano di quelle terre.
Il re volle premiarlo, così combinò un matrimonio tra me e la figlia di un nobile al suo servizio.”
Anders stirò le gambe e assunse una posiziona più comoda prima di continuare il suo racconto: “io sono l’unico figlio di mio padre. E il matrimonio ordinato dal re gli avrebbe garantito un titolo nobiliare, gloria e fortuna.”
Milla decise di intervenire: “ma tu volevi diventare un mago e per questo sei fuggito di casa, dico bene?”
Anders si limitò ad annuire.
“Non potevi sposare la figlia del nobile e studiare la magia nella terra dei fiumi?”
“Non ci sono più maghi o stregoni nelle mie terre…” rispose il ragazzo “…inoltre non volevo più essere controllato da mio padre.”
Né Milla né Kyleen avevano intenzione di commentare e la discussione terminò in quel momento.
Navigarono per un altro paio d’ore prima di scendere dal vascello.
Milla diede altri grifoni al capitano della nave, dicendogli di dimenticare il suo volto e quello degli altri due passeggeri.

All’alba, Milla, Kyleen e Anders raggiunsero la locanda dei desideri, che era appena tornata ad essere visibile. Non appena entrò nel locale, Milla avvertì tutto il peso della tensione sulle sue spalle. Scoppiò quindi in un pianto disperato che sorprese Kyleen e Anders.
Si curvò in avanti e coprì il volto con una mano. Sarebbe crollata a terra se Kyleen non l’avesse presa. Ad Anders gli si strinse il cuore nel vedere la strega in quello stato.
“Quando ti ho vista correre verso me, ferita e piena di sangue…” disse Milla a Kyleen, tra un singhiozzo e l’altro, senza riuscire a terminare la frase.
La ragazza del nord tentava di consolarla. Le diceva che non vi era più alcun pericolo e che le sue ferite non erano gravi.
Milla iniziò a calmarsi e, ancora in lacrime, si ritirò con Kyleen nella loro camera da letto.

Anders era rimasto nella sala da pranzo, incapace di pensare o di muoversi.
Ma in poco tempo Kyleen tornò in quella stanza per poter riporre, vicino al bancone, la sua spada dall’elsa dorata. I suoi occhi saettarono verso il ragazzo.
I due si fissarono, immersi nel buio e nel silenzio della notte.
Senza dir nulla, ripensarono non solo ai terribili momenti dello scontro in taverna ma anche al loro litigio. Per tale motivo Kyleen tornò a sentirsi delusa e triste.
Anders si avvicinò a lei e disse: “mi dispiace. Ti ho detto delle cose orrende, cose che non ho mai pensato… pronunciate mentre ero in preda all’ira.”
La ragazza del nord rispose con voce debole: “non racconterò a Milla del nostro litigio. Inoltre non ti chiamerò mai più moccioso o ragazzino.”
Risalì le scale per tornare ai suoi alloggi.
Il cuore di Anders batteva all’impazzata mentre la voce nella sua testa gli implorava di fermare di nuovo Kyleen. Ma rimase in silenzio e si limitò a seguirla con lo sguardo fino a quando non sparì dalla sua vista. Si recò poi nella sua stanza e cadde in un sonno profondo.

Milla e Kyleen, nel loro letto, si strinsero in un lungo abbraccio.
Fuori dalla finestra si vedeva la luna quasi piena e si udiva il canto di mille cicale.
“Ho rischiato di perderti” sussurrò Milla, ancora sconvolta.
Rispose Kyleen: “neanche per un momento.”


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In mattinata, il rumore degli zoccoli di cavalli che si avvicinavano alla locanda svegliò Milla.
Ancora assonnata, la ragazza uscì dalla sua stanza e sbirciò fuori da una finestra del primo piano. Un manipolo di cavalieri galoppavano verso l’edificio.
Avevano armature leggere e nere, con il simbolo di un pesce mostruoso che sporgeva dalle onde di un mare agitato.
Milla riconobbe subito il vessillo delle terre dei fiumi.
Spalancò gli occhi e iniziò a urlare.

Kyleen balzò subito dal letto.
Si infilò rapidamente degli abiti e un paio di stivali per poi raggiungere, assieme a Milla, la sala da pranzo. Lì trovarono Anders. Era agitato, anche lui aveva udito il rumore dei cavalli.
“Ci hanno trovato!” Urlò.
Kyleen fece capolino dalla porta per contare i guerrieri. Erano quattordici ed erano quasi arrivati alla locanda. La ragazza del nord richiuse la porta e la bloccò con una trave.
“Fuggiamo” disse Milla con voce tremante.
Kyleen, pallida in volto, rispose: “non abbiamo più tempo.”
“Sono qui per me” commentò Anders, mortificato.

I cavalieri raggiunsero l’edificio.
Smontarono rapidamente dai loro cavalli e sguainarono le loro spade.
Kyleen si voltò verso Milla: “sono troppi per me, devi usare la magia.”
Ma Milla la fissò con aria colpevole. I suoi occhi erano spalancati e carichi di terrore.
“Che ti prende?...” Le chiese la ragazza del nord “…ricorri ai tuoi incantesimi.”
La locandiera tremò. Era sul punto di piangere quando rispose con un sussurro: “non… posso.”
Quelle parole risuonarono come un cupo tuono nel cuore di Kyleen.
Confusa e spaventata, la ragazza del nord indicò le scale che portavano ai piani superiori: “allora va a nasconderti, Milla. E porta Anders con te.”
La locandiera afferrò Anders che iniziò a scalciare: “no, voglio aiutare Kyleen!” Urlò il giovane.
“Va tutto bene” rispose Kyleen con voce tremante.
Milla trascinò Anders con lei ai piani superiori della locanda.
I cavalieri colpirono con violenza la porta d’ingresso della sala da pranzo. L’avrebbero sfondata in pochi secondi.

Rimasta da sola, Kyleen agguantò la sua spada, toccò la lama con la sua fronte e recitò rapidamente, nella sua lingua, una preghiera rivolta agli Dei del nord.
La porta d’ingresso cedette e i cavalieri irruppero nella locanda.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓



Un paio di guerrieri, colti dalla frenesia, si precipitarono immediatamente contro Kyleen.
Il più lesto dei due alzò la spada sopra la sua testa.
Ma la ragazza scattò al suo fianco e con un rapido fendente gli mozzò le braccia all’altezza dei gomiti. Fiotti di sangue disegnarono ampi archi rossi.
Kyleen urlò dalla rabbia mentre si slanciava contro il secondo cavaliere. Gli affondò la spada nella pancia, per poi sventrarlo da parte a parte.
Intestini e altri organi ancora pulsanti caddero a terra provocando un disgustoso rumore.
Kyleen si era mossa con incredibile velocità. Diede un colpo di frusta alla sua spada per scacciare via dalla lama il sangue dei nemici.
E mentre i due soldati cadevano a terra, urlando per le atroci sofferenze, gli altri guerrieri si riversarono nella sala da pranzo.

Kyleen afferrò la spada di uno dei due uomini caduti e fuggì al centro della stanza.
Sfruttò tavoli e colonne per non farsi circondare.
Roteò le sue armi per schermare diversi attacchi, poi riprese a correre.
Balzò su un tavolo, rotolò sulla sua superficie e toccò di nuovo terra. I cavalieri invece aggirarono l’ostacolo. Uno di loro tentò  un affondo contro la ragazza.
Ma Kyleen schivò la sua arma per poi tagliargli la gola. Non riuscì a decapitalo del tutto… ma la testa dell’uomo si levò all’indietro, rimanendo attacca al resto del corpo solo grazie a un sottile lembo di pelle. Il sangue che schizzò da quel terrificante squarcio raggiunse il soffitto della sala.
Kyleen spinse il cadavere contro alcuni uomini ma uno di loro riuscì a colpirla all’altezza della spalla. Il suo abito e la sua carne si lacerarono e subito la ragazza iniziò a perdere sangue.
Ruggì per la rabbia e il dolore.
Passò al contrattacco, sollevò una delle due lame in suo possesso e colpì al volto un guerriero, tagliandogli via il volto dal cranio.
Rossi fasci muscolari, bianche ossa e tendini della faccia furono così esposti.

La ragazza roteò le spade per guadagnare spazio tra lei e i suoi aggressori.
Con la coda dell’occhio scorse un attacco al suo fianco e riuscì ad abbassarsi appena in tempo. Acquattata, Kyleen tracciò un ampio arco d’argento con una delle sue spade, tagliando di netto la gamba di un guerriero.
Si voltò e riprese la fuga.
Le urla e le bestemmie dei cavalieri rimbombavano in tutta la stanza.
I caduti che non avevano ancora esalato il loro ultimo respiro stavano rapidamente morendo dissanguati. L’uomo che all’inizio era stato sventrato, impazzito per l’orrore, stava prendendo le sue viscere dal terreno per riporle all’interno del suo corpo, tentando di infilandole nello squarcio che aveva nella pancia.
Kyleen balzò sul bancone e accelerò la sua fuga. Gli uomini mirarono alle sue gambe ma la ragazza riuscì, con un po’ di fortuna, a evitare i loro attacchi.
Corse in direzione delle scale e, quando scese dal bancone, un fendente raggiuse la sua schiena.
Si formò sulla sua carne una sottile linea rossa che rapidamente si aprì in un ampio squarcio.
Kyleen serrò i denti e contrasse i muscoli del corpo ma non rallentò. Sentì il suo sangue caldo bagnargli la schiena.
Raggiunse le scale che portavano al primo piano.
I soldati, dietro di lei, erano costretti a salire due alla volta.
Kyleen si voltò e affrontò la prima coppia di guerrieri, mentre camminava all’indietro sui gradini.


La ragazza riuscì a scorgere un punto scoperto tra le difese di uno dei due guerrieri e gli affondò una lama nell’occhio.
Colpì poi il compagno di quest’ultimo conficcandogli una spada nel cranio.
La lama entrò in profondità nel teschio e Kyleen non riuscì più ad estrarla. Non volle sprecare istanti preziosi per tentare di recuperarla. Lasciò quindi l’arma e calciò al petto l’uomo per farlo rotolare contro gli altri guerrieri sulle scale.
Una volta in cima ai gradini, la ragazza si ritrovò su un lungo e stretto corridoio del primo piano.
Fece qualche passo prima di voltarsi e ingaggiare contro il primo dei soldati che l’aveva raggiunta. Le loro spade cozzarono sulle loro teste ma Kyleen riuscì a richiamare rapidamente la sua arma e sferrò un colpo mortale al torace dell’uomo. La ragazza ripeté quelle mosse contro altri due guerrieri, uccidendoli in pochi istanti.
In quel momento, un altro guerriero balzò di su lei.
Kyleen vide la sua spada, balzò all’indietro ma non riuscì a scansarsi in tempo. Fu colpita al volto.
La lama dell'avversario gli aveva aperto un’orrenda ferita, dalla fronte fino al mento.
La ragazza ebbe l’impressione di avere la faccia in fiamme e non riusciva più a vedere da un occhio. Urlò di rabbia.
Passò al contrattacco e colpì con un affondo il suo aggressore all’altezza dei testicoli.
Richiamò tutte le sue forze e fece scorrere la spada verso l’alto, aprendo un lungo squarcio verticale su tutto il corpo del nemico. Sangue e vari organi si riversarono al suolo.

Gli ultimi tre uomini raggiunsero lo stretto corridoio.
Kyleen alzò la spada e assunse una posizione di guardia. Né lei né i guerrieri si mossero. Rimasero fermi per riprendere fiato. La ragazza era stremata e perdeva molto sangue. I suoi polsi tremavano per via di tutti i colpi inflitti e parati.
I suoi ampi respiri gonfiavano e sgonfiavano il suo petto.
In quello spazio così angusto, i guerrieri non potevano caricare all’unisono.
Uno di loro scattò improvvisamente contro Kyleen ma quest’ultima rimase ferma. Il soldato alzò la spada, urlò e abbassò con violenza l’arma sulla ragazza.
Lei saettò di lato, deviando l’arma dell’uomo con la sua. Piroettò dietro di lui e gli trafisse la nuca. Estrasse rapidamente la spada e attaccò un secondo cavaliere, tagliandogli di netto la testa.
Ma Kyleen non riuscì a riposizionarsi per difendersi dall’ultimo nemico.
Quest’ultimo mirò ai polsi della ragazza e gli mozzò la mano che stringeva l’arma.
Lei serrò i denti. Era scioccata e terrorizzata.
Ma continuò ad avanzare e si avventò sul cavaliere. Entrambi caddero a terra e iniziarono a rotolare sul pavimento. In quella colluttazione, l’uomo fece cadere la sua spada. Invece di recuperarla continuò a combattere a mani nude.
I due erano avvinghiati in una lotta scomposta fatta di graffi, pugni e morsi.
Il soldato riuscì infine a bloccare Kyleen al suolo. Sguainò un pugnale che teneva nascosto sotto la cintura e trafisse il cuore della ragazza.
Lei spalancò gli occhi e serrò le labbra.
Irrigidì tutto il corpo mentre il guerriero girava la lama nel suo petto.
Kyleen infine smise di lottare e di muoversi.

Il soldato si rilassò.
Prese dei grandi respiri e con fatica recuperò la sua spada. Si alzò lentamente da terra e, dolorante e tremante, si trascinò sul corridoio alla ricerca di Anders e Milla.


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Anders e Milla si erano nascosti in una stanza da letto al secondo piano della locanda, il punto più in alto dell’edificio.
La strega era pallida per la paura. Cercava di escogitare un piano ma era troppo nervosa per pensare. Anders intanto non la smetteva di tremare.
Dal piano terra si levarono gli orrendi suoni della battaglia tra Kyleen e i guerrieri delle terre dei fiumi.
Il giovane apprendista corse verso la finestra, la spalancò e osservò il suolo all’esterno della locanda. Capì di trovarsi troppo in alto ed scartò subito l’idea di saltar giù .
“E’ tutta colpa mia” iniziò a ripetere in modo ossessivo Anders.
“Smettila…” urlò Milla “…non hai fatto nulla.”
“Invece si! Quegli uomini sono qui per me. Li ha mandati mio padre.”

A giudicare dai rumori, la battaglia si era spostata al primo piano della locanda.
Anders, in preda al panico, si portò le mani alle orecchie: “voglio sparire!”
Milla si voltò di scatto verso di lui e urlò il suo nome, come se volesse zittirlo. Ma ormai il ragazzo aveva parlato.
La strega avvertì la magia della locanda scorrere dentro di lei. Tentò di contrastarla: si gettò a terra e iniziò a contorcersi.
Anders la fissò con orrore, ignaro di cosa le stesse accadendo.
Milla però non poté più trattenersi e alzò la mano verso di lui.

Il giovane non udì alcun suono e non vide alcuna luce. Percepì solo una dirompente e invisibile forza travolgerlo e sollevarlo da terra. Mentre veniva scaraventato via, Anders iniziò a sentirsi strano e disorientato. Si chiese come mai le dimensioni della stanza, e tutto ciò che si trovava al suo interno, stavano aumentando a dismisura.
Comprese solo in ritardo che in realtà era lui a rimpicciolirsi.

La magia del desiderio aveva prosciugato tutte le energie di Milla.
Per diversi secondi non riuscì neanche a muoversi. Si sollevò poi da terra, molto lentamente, e si mise a sedere. Anders era svanito nel nulla.
Milla iniziò a guardarsi attorno alla ricerca del giovane.
Non poteva sapere cosa aveva fatto la magia del desiderio. Il silenzio che era sceso non solo nella stanza, ma anche in tutta la locanda, la rendeva nervosa.
Ancora seduta sul pavimento, Milla notò solo un piccolo passerotto dalle piume nere, posto sul davanzale della finestra, intento a fissarla.
La strega trovò familiare alcuni tratti di quell’uccellino: “Anders” Sussurrò terrorizzata.
Il passero spiccò il volo verso il cielo, allontanandosi dalla locanda.
Milla lo vide andar via.
Era così sconvolta che non si era resa conto che un guerriero della terra dei fiumi era appena entrato in quella stanza.


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L’uomo afferrò Milla per il collo e la costrinse a rialzarsi.
“Dov’è il ragazzo?” Chiese con voce rauca.
Era ferito, sporco di sudore e sangue, eppure iniziò a strangolare Milla sollevandola da terra.  
I piedi della strega oscillarono a pochi millimetri dal pavimento.
Lei cercò di liberarsi ma la magia della locanda le aveva tolto tutte le sue forze.
Non era più in grado di respirare. Divenne ancora più debole e iniziò a vedere tutto offuscato.

Kyleen pugnalò alle spalle il guerriero.
Questi inarcò la schiena e lasciò andare Milla. La strega cadde in malo modo a terra. Tossì mentre prendeva dei grandi respiri.

L’uomo si voltò verso Kyleen.
La ragazza era curva su se stessa, senza una mano e coperta di sangue.
Respirava come una fiera famelica.
Lo squarcio sul suo volto le aveva privato di un occhio e aperto una voragine nella guancia, attraverso la quale si potevano vedere alcuni dei suoi denti.
Tra le mani stringeva il pugnale che il guerriero aveva usato per trafiggerle il cuore.

Il soldato fissava scioccato la ferita che Kyleen aveva al centro del petto.
“Io ti ho ucciso” sussurrò confuso l’uomo.
Ma una terrificante idea balenò nella sua mente. Fissò negli occhi la ragazza e disse con voce tremante: “sei… una rediviva?!”
Kyleen prese un grande respiro prima di rispondere: “eh già!”
Con uno scatto fulmineo pugnalò l’uomo sotto il metto. La lama guizzò verso il cervello. La punta insanguinata fuoriuscì dalla sommità della testa dell’uomo.
Lui roteò gli occhi e iniziò ad emettere degli orrendi rantoli.
Stramazzò poi al suolo, senza vita, ai piedi di una furiosa Kyleen.



fiore

   
 
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