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Autore: Red Saintia    13/08/2020    7 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva quel giorno...una pioggia fitta ma leggera, sembravano lacrime scese dal cielo che si mescolavano al sangue ed alla polvere del nostro viso.
Ci reggevamo a stento in piedi, io e Dohko, le armi ancora impugnate saldamente tra le mani, il corpo stanco e l'animo straziato.
Ci sedemmo sotto il colonnato della prima casa, sollevammo lo sguardo e ciò che vedemmo credo che nessuno di noi due possa mai dimenticarlo.
Non fu la devastazione a spaventarci e a rendere sgomento il nostro cuore, a quella eravamo abituati, la guerra è sinonimo di distruzione. Ciò che i nostri occhi accolsero ed impressero nella mente fu...il senso di solitudine, di vuoto, di smarrimento. 
Non c'era più nessuno, nessuno dei nostri compagni, nessuno degli apprendisti. Non c'era più Athena, né Tenma né l'acerrimo nemico.
Ci avevano lasciati soli con un fardello di solitudine e rimpianto addosso che pesava come un macigno.

Avremmo potuto fare di più? Saremmo dovuti morire con loro?
Abbassai lo sguardo e chiusi a pugno le mani. Il volto di Manigoldo che mi lanciava l'elmo del Gran Sacerdote apparve nitido davanti a me, ed io...ebbi paura.
Allora non ero ancora bravo a celare i miei sentimenti e il mio stato d'animo, fu per questo che Dohko mi guardò e lesse sul mio viso ciò che non sapevo mascherare.

"Siamo rimasti soli...amico mio."

Le lacrime offuscarono la mia vista.
"Già". Ben misere parole furono le mie, ero come svuotato e non sapevo né come né da dove attingere nuova forza per continuare.

"Speravo in qualcosa di diverso, che almeno alcuni di noi sopravvivessero, che Tenma e Sasha..." non terminò la frase, e non credo ce ne fosse bisogno. Da tempo ormai tutti sapevamo l'affetto fraterno che legava Dohko a Tenma. Avrebbe dato la sua vita per lui, ma il destino aveva deciso diversamente quella volta.
La sua voce quasi rotta dal pianto solo pochi attimi prima, riacquistò la risolutezza che lo caratterizzava. Una prerogativa che gli ho sempre invidiato, insieme al rimpianto di non avermi mai confessato i suoi dubbi e le sue angosce.

"Dobbiamo ricominciare lo sai non è vero?" mi disse

"Suppongo di sì."

Si alzò in piedi dritto davanti a me.
"Ascoltami bene Shion. I nostri compagni sono morti per uno scopo, per un ideale. Noi dobbiamo preservare la loro memoria e portare avanti il loro messaggio. Non sarà facile, ma dobbiamo riuscirci."

Fu in quel preciso istante che capii da dove attingere nuova forza. Lo avevo sempre avuto accanto a me senza rendermene conto.
"Le nostre strade dovranno diversi lo sai?"

"Certo che lo so. Spero però non pretenderai di essere chiamato Sommo Shion semmai dovessimo rivederci?" Rise...in quel suo modo così schietto, aperto e sincero. Una risata che mascherava la tristezza, forse perché sapeva che ne avevo bisogno.

"Non sarò mai all'altezza del mio nobile maestro, né potrò mai essere uno stratega come Sage. In verità Dohko...io non so da dove cominciare." ed era la verità. Anche chi mi aveva preceduto si era ritrovato a ricominciare da zero facendo affidamento su nuovi compagni. Sage e Hakurei avevano uno scopo che li aveva accompagnati per una vita intera. Io...cosa avrei fatto.

"Tu non devi essere allo loro altezza. Tu devi essere te stesso e ricominciare da coloro che sono sopravvissuti. Da Teneo, Selinsa, Agasha e tutti quelli che aspettano una parola gentile e di conforto dal Sacerdote di Athena. Loro sono il futuro, noi...siamo il filo rosso che terrà unita la passata generazione con quelli che verranno dopo."

Improvvisamente l'armatura non mi sembrò più così pesante da portare. Mi alzai, scrollandomi la polvere di dosso.
"Sei sempre stato un grande oratore Dohko, forse Sage avrebbe dovuto scegliere te come suo successore."

"Oh..no no per carità, io non ci so fare con i giovani. Tenma ha portato via con sé la poca pazienza che ancora mi era rimasta, e sinceramente...non me la sento di essere una guida per nessuno. Athena mi ha incaricato di sorvegliare la torre delle 108 stelle malefiche ed è quello che farò. Se dovesse servire stavolta mi troveranno pronto e agguerrito." 

"Sarò solo ad accogliere i nuovi cavalieri d'oro..." dissi, quasi rammaricato.

"Te la caverai ci scommetto."

"Anche Yuzuriha e Yato sono sopravvissuti ma non posseggono più il cosmo per combattere."

"Meglio così Shion. Quei ragazzi hanno tutto il diritto di vivere una vita normale, e forse è un bene che tante cose rimangano loro ignote."

"Sì, lo penso anch'io. Non sarà facile portare la veste sacerdotale e conoscere un giorno la nuova Athena, ma il fatto che ci sia anche tu da qualche parte a condividere il mio  stesso destino mi conforta. Racconterò questa guerra sacra Dohko. Chi verrà dopo di noi deve conoscere le storie di chi li ha preceduti, sono vite di cui vale la pena scrivere."

"Sono d'accordo, e sicuramente in te troveranno un ottimo narratore."

Non so per quanto tempo ci fermammo a parlare sotto quelle colonne, forse avremmo continuato ancora a lungo se qualcuno non ci avesse interrotto. Cercavamo di farci forza a vicenda, ma il futuro era incerto e noi sapevamo che c'era la possibilità di non rivederci mai più. Eppure nessuno dei due ne fece parola.

"Ehilà...Sommo Shion, Sommo Dohko, siete salvi. Vi ho ritrovato finalmente, temevo il peggio." ci corse incontro il giovane Teneo, il futuro successore di Rasgado del Toro. La luce che emanavano i suoi occhi era il chiaro segno che sarebbe stato anch'egli un grande Aldebaran.

"Teneo...ti trovo bene, ottimo! Sarai una buona spalla per il nuovo Gran Sacerdote, ed io sarò più tranquillo sapendoti al suo fianco."

"Ci lasciate quindi? Perché mai Sommo Dohko?" disse sinceramente sorpreso. 

"Non temere ragazzo, se servirà vi raggiungerò in un attimo. Sta tranquillo Shion ti spiegherà tutto." Si voltò verso di me, e per un attimo seppi inconsciamente che quello era un addio.

"Devo andare adesso...ti affido il Santuario Shion abbine cura, ed abbi cura di te. Non sarà facile, ma neppure impossibile."

"Cercherò di fare del mio meglio, tu però non combinare troppi guai in giro d'accordo? Sei sempre il cavaliere di Libra in carica d'altronde, e se dovessi richiedere la tua presenza debbo poter contare su di te."

"Su di me potrai sempre contare lo sai, però se puoi cerca di farne a meno." La solitudine che sentivo dentro di me era solo una minima parte di quella che doveva provare lui. Io potevo contare su Teneo e gli altri ragazzi, Dohko invece era completamente solo. Eppure neanche per un solo istante mi fece pesare quella differenza.
Seppi che si era stabilito nel villaggio di Goro-Ho in Cina, dopo un lungo peregrinare. I giorni, i mesi passarono inesorabili. L'aura protettiva del suo cosmo veniva a farmi visita di tanto in tanto, per un saluto o solo quando avvertiva una mia incertezza o timore.

Non sto scrivendo questo aneddoto nei libri che comporranno gli annali del Santuario, lo faccio per una mia memoria personale.
Dopo tanti anni...la memoria diventa un qualcosa che bisogna tenere sempre viva e vigile.

Non ho più rivisto Dohko, almeno fino ad oggi. L'immagine che ho di lui resta unicamente quella di quando lasciò il Santuario. Non ci siamo mai detti addio...
Forse perché sapevamo che in un modo o nell'altro ci saremmo rivisti. Forse perché allora...eravamo stati un po' codardi nel non farlo, o semplicemente perché sapevamo che quello non era un addio ma l'inizio di una grande e nuova avventura. 








Che bello tornare da queste parti. Mancavo da questa raccolta da troppo tempo, e un po' me ne dispiace. Io però sono fatta così. Se i personaggi non cominciano a parlarmi nella testa non riesco a scrivere. Sono loro che mi suggeriscono pensieri e parole, ed è così che è nata questa sorta di storia raccontata sotto forma di diario scritto da Shion dell'Ariete. Mi spiace se in molti credevano che sarebbe stata una ship romantica, io non li vedo così, ma semplicemente come due compagni di battaglia che si sono travati da soli ad affrontare un nuovo inizio. Spero comunque che la mia personale visione di questo duo possa piacervi, in compenso cercherò di essere più costante con gli aggiornamenti. Grazie in anticipo a chiunque avrà piacere nel leggere, a presto.
   
 
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