Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Kagome_86    17/08/2009    6 recensioni
Jacob e Renesmee. Fidanzati e a un passo dal matrimonio, si ritrovano separati a causa di una richiesta d'aiuto di una vicina tribù.
Jacob scompare.
Riuscirà Renesmee a ritrovarlo sano e salvo e a portarlo all'altare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giuro che se non torna lo strangolo!

Renesmee

 

I giorni passavano lenti alla riserva, erano segnati dalle stesse attività, ripetitive eppure confortanti.

Ma io odiavo la ripetitività. Così come odiavo quella situazione. Sapevo perfettamente che Leah conosceva la situazione giù alla riserva dei Makah, eppure per qualche strano motivo non voleva dirmi niente. No, non per qualche strano motivo. Lei ce l’aveva con me. A morte. Fin da quando ero venuta al mondo.

Che fosse gelosa dell’imprinting di Jacob? Non mi sembrava possibile.

Comunque questo non cambiava le cose. Non sapevo come stava andando la caccia. E, colmo dei colmi, ero obbligata a mangiare solo cibo umano, perché non permettevano a me di andare a caccia.

Ero prigioniera della riserva.

Immaginai che mio padre avesse dato disposizioni precise in merito. Ed immaginavo anche che Jake stesse dando disposizioni precise a Leah. Non dovevo allontanarmi dalla sua protezione per nessun motivo al mondo. In quasi un mese che avevo trascorso lì, ero giunta almeno ad una conclusione. I miei mi avevano spedito a La Push per fare un favore a Jacob.

Non poteva esserci altro motivo.

Loro non potevano venirmi a trovare, e volontariamente non si sarebbero mai privati della mia presenza. Erano quasi asfissianti con le loro manie di avermi sempre sotto controllo. Mio padre poi stava diventando sempre più ossessivo.

Almeno qui non dovevo controllare i miei pensieri, ed ogni giorno, con la testa tra le nuvole, camminavo sulla spiaggia pensando a quale benvenuto avrei riservato a Jake. Promessa o non promessa, la sua lontananza mi faceva male. E mio padre doveva capire che ero grande abbastanza per fare le mie scelte.

Da lontano, un ululato straziante interruppe il flusso dei miei pensieri. Dovevano averlo sentito fino a casa mia, tanto era intenso. Ma quello che colpiva non era il volume, bensì il fatto che fosse pieno di dolore, un dolore struggente. Quello che si prova per la morte di qualcuno.

Tornai di corsa al villaggio. Con i miei poteri di mezza vampira non impiegai molto ad arrivare.

Trovai Leah in forma umana, attorniata da Sue, Charlie, Emily, Kim, Rachel e Billy.

Aspettavano me. Sentii lo stomaco contrarsi e un ostacolo in gola che mi impediva di respirare.

Perché mi guardavano così? Perché?

Guardai le loro facce e capii. Fuggii via, ma non sapevo dove andare. Nel mio vagare, arrivai alla casa di Billy e Jacob. Mi sedetti sui gradini della veranda. Poi mi ricordai che lì alla riserva le porte erano sempre aperte. Entrai in casa, andai nella cameretta di Jake, e, piangendo, mi addormentai abbracciata al suo cuscino.

Sognai. Cosa strana per una che aveva appena perso l’amore della sua vita e che avrebbe dovuto avere solo degli incubi. Ma io non ero mai stata normale.

Sognai Jacob. Aveva in braccio un bambino, con i capelli color del bronzo e la carnagione appena un po’ più chiara della sua. Quel bambino mi guardava e mi cercava, tendendosi verso di me con le braccine paffute. Lo osservai meglio. Aveva gli occhi e il sorriso di Jake. Era impossibile non capire cosa stessi sognando. Erano le due cose che la vita mi aveva negato: Jacob e un figlio suo.

Ricordo solo questo sogno, perché mi svegliai di soprassalto, cercando di fissarlo nella mia memoria.

 

Non sapevo quanto avessi dormito. Poteva essere passato un giorno, una settimana, un mese. Non mi sarebbe importato. Non senza Jake. Prima ancora di aprire gli occhi avvertii una presenza strana in quella casa. Ma era anche possibile che mi avessero riportata a casa mia. Non sarebbe stata la prima volta. Inspirai profondamente. No, non ero a casa mia. Erano troppo forti l’odore di Jake e Billy. E Billy non frequentava casa Cullen.

E allora per quale motivo i miei genitori erano lì?

Avevano forse deciso di rompere il patto? Oppure, dato che i Quileute facevano parte della famiglia Cullen e viceversa, si erano decisi a dimenticare quella ridicola storia dei confini? Era ridicolo che fosse successo proprio ora che Jacob… proprio ora che Jacob… mi rifiutavo persino di pensarlo.

Non avrei più abbandonato la riserva. L’avrei aspettato lì per l’eternità. Lui non poteva essere morto.

Aprii gli occhi. Di nuovo pieni di lacrime. Come quando mi ero addormentata.

Mio padre fece un sospiro di sollievo, e così mamma, che era seduta per terra ai piedi del letto di Jake, con il contenuto di uno scatolone sparso sul pavimento.

Incuriosita mi avvicinai a lei. Con uno scatto fulmineo mi fece sedere sulle sue ginocchia, come quando ero bambina – fisicamente parlando, sapevo che lo sarei stata per sempre nella sua mente – e mi poggiò sul suo petto, cullandomi dolcemente.

Mio padre si avvicinò e si sedette di fianco a noi. Circondò le spalle di mia madre con un braccio e ci avvicinò a sé. Rimanemmo in quella posizione per qualche minuto. Loro non avevano bisogno di muoversi, ed io non ne sentivo la necessità. Ormai non sentivo la necessità quasi di nulla. Mio padre cominciò a canticchiare la ninna nanna che aveva scritto per mia madre, ed io riacquistai un po’ di serenità. Chissà perché zio Jasper non era con loro. Questo lavoro l’avrebbe fatto meglio di mio padre e con uno sforzo minimo. Ah, già. I turni di guardia. Cominciavo a rimettere ogni pezzo al suo posto. E stranamente questo non serviva a farmi stare meglio. Anzi. Ricominciai a piangere.

Mia madre mi baciava dolcemente i capelli.

Perché ancora non dicevano nulla? Quel silenzio mi distruggeva i nervi, così decisi di spezzarlo.

«Papà, com’è…»

«Successo? – mi interruppe lui – Avevano trovato la tana dei vampiri e avevano stabilito una strategia per combatterli. Non si aspettavano che fossero così tanti, ed erano in minoranza. Sono comunque riusciti a sterminarli tutti, e Jacob aveva già ordinato agli altri di tornare a casa, lui sarebbe rimasto a fare un sopralluogo, per vedere se la situazione fosse stata veramente risolta. A quel punto ha avuto una sorpresa. Il più vecchio di loro era rimasto in disparte. Con tre creature che all’apparenza sembravano umane. Jake ha provato a salvarle, ma è stato attaccato dal quartetto. Il vampiro è morto, ma Jacob era ferito gravemente e non se l’è sentita di uccidere le tre giovani, che gli ricordavano…» non finì di formulare la frase, come se avesse un groppo in gola.

Leah entrò nella stanza «Perché non finisci, Edward? – urlò tra le lacrime, poi mi fissò furiosa – Jake non si è sentito di ucciderle perché il loro odore gli ricordava te. Erano delle mezzosangue. Sam e il suo branco sono tornati indietro e hanno ucciso le tue simili, che dopo aver lasciato Jake in fin di vita stavano fuggendo. Poi sono tornati a cercare Jacob, ma il suo corpo era scomparso, e noi non riuscivamo più a percepirlo. E’ stato in quel momento che mi hai sentita ululare».

Era colpa mia. Era solo colpa mia se Jake non c’era più.

«Leah, calmati – ringhiò mio padre – Nessie sta già abbastanza male per conto suo, senza che ti ci metta anche tu ad accusarla»

Durante quel litigio io non riuscivo ad aprire bocca. Leah aveva perfettamente ragione ad essere furiosa con me. Era tutta colpa mia.

Mia madre aveva uno sguardo lontano, assorto. Mi domandavo come mai e cosa stesse pensando.

Non credo ce l’avesse con mio padre, la sua reazione era del tutto normale.

Normale, per essere lui.

Quando aprì la bocca per parlare fu stranamente titubante, come se non volesse che altri sentissero quello che aveva da dire, ma allo stesso tempo come se fosse necessario che altri ascoltassero.

«Edward, ricordi quello che ti dissi quando tornai a casa dopo aver accompagnato Nessie qui a La Push?» che cavolo di domanda era, papà ricordava perfettamente, era un vampiro. L’avrei ricordato anche io, che ero vampira solo per metà, se avessi saputo di cosa stavano parlando.

Mio padre annuì. Ovvio. Poi disse qualcosa che mi spiazzò.

«Sei sempre del parere che c’entri Nahuel

Li guardai sbalordita. Quel vampirastro era la persona – con dovuto rispetto parlando – più innocua della Terra. Come poteva essere implicato nell’assassinio di Jake? In effetti, però… mi venne in mente un particolare. Il giorno del suo arrivo Nahuel era stato troppo sicuro che prima o poi mi avrebbe portata via a Jacob. Sbarrai gli occhi, sconvolta. Erano troppe le coincidenze. Un vampiro, tre sangue misto donne. Ma perché doveva aver chiesto aiuto a suo padre?

Mia madre mi guardò e rispose. «C’è arrivata anche Nessie. Guardala in faccia. Ed è l’unica spiegazione che faccia quadrare i conti»

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Kagome_86