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Autore: LadyPalma    16/08/2020    9 recensioni
| Prima classificata al contest "Turning point - love edition" indetto da CatherineC94 sul forum e partecipante all'iniziativa "Scrivimi" del gruppo facebook "Caffè e calderotti".
"Mia sorella è una strega, lei... lei fa magie, Vernon. E qui dentro fa vere pozioni, liquidi che ti fanno innamorare o vomitare o morire e... cose così".
Quando osa alzare lo sguardo, scorge un Vernon prevedibilmente perplesso con gli occhi ancora più stretti del solito e un colorito rubino sul volto, come se stesse trattenendo a fatica uno scoppio d'ira (o una risata).
"Petunia, mia cara, la magia non esiste".
Le labbra di Petunia sono una linea sottile che si curva troppo debolmente verso l'alto. Il suo è un sorriso mancato. "Come vorrei che fosse così, ma è tutto vero e tu devi saperlo se… se vuoi davvero sposarmi".

Petunia rivela a Vernon la natura magica di Lily.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petunia Dursley, Vernon Dursley | Coppie: Petunia/Vernon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Magia per Babbani



 
 
Non si rende conto di quanto sia seria la frequentazione con Vernon fino a quel giorno al ristorante, quando lo vede tirare fuori una scatoletta di velluto blu e intanto schiarirsi nervosamente la gola. Sapeva che prima o poi le avrebbe fatto una proposta – la direzione non poteva che essere quella –, eppure una parte di lei non credeva sarebbe mai davvero successo. Per questo, tutte le reazioni che stupidamente ha provato davanti allo specchio – Sì, Vernon, mille volte sì, questo diamante è meraviglioso! – si dissolvono all'improvviso, e non solo perché quello che vede non è sicuramente un diamante. Scoppia a piangere a dirotto e senza dire una parola – né sì, né no, né addio, né scusa – scappa via, infilandosi nel primo taxi che trova. 
Un fidanzamento dovrebbe essere una svolta decisiva – le viene da pensare mentre le lacrime diventano più forti –, ma per colpa dell'orrore che la circonda non sarebbe mai abbastanza per loro. 



 
***


 
 
Il giorno dopo Vernon si presenta a casa Evans. Non ha petunie tra le mani – non questa volta – e l'orgoglio ferito è un messaggio chiaro nei suoi occhi porcini, eppure lui è comunque lì. Vederlo è qualcosa che Petunia non ha previsto, forse è per questo che trova il coraggio necessario per fare un passo avanti e mostrare quell'orrore anche a lui. Quasi senza rendersene conto sale i gradini verso la soffitta – i passi rumorosi e pesanti di Vernon dietro di lei sono una conferma che sì, sta succedendo davvero, ma hanno l’unico effetto di incoraggiarla – e si ritrovano immersi nei materiali scolastici di sua sorella: una divisa sgualcita, una scopa apparentemente normale, dei manuali dal titolo improponibile e, al centro della stanza, quasi fosse una reliquia, un grande calderone. Petunia si siede sul pavimento impolverato – trattiene una smorfia, per una volta la sporcizia non è ciò che conta – e si nasconde quasi dietro quell'oggetto infernale – è il suo scudo improvvisato –, mentre si decide a parlare.
"Mia sorella è una strega, lei... lei fa magie, Vernon. E qui dentro fa vere pozioni, liquidi che ti fanno innamorare o vomitare o morire e... cose così".
Quando osa alzare lo sguardo, scorge un Vernon prevedibilmente perplesso con gli occhi ancora più stretti del solito e un colorito rubino sul volto, come se stesse trattenendo a fatica uno scoppio d'ira (o una risata).
"Petunia, mia cara, la magia non esiste".
Le labbra di Petunia sono una linea sottile che si curva troppo debolmente verso l'alto. Il suo è un sorriso mancato. "Come vorrei che fosse così, ma è tutto vero e tu devi saperlo se… se vuoi davvero sposarmi".
L'espressione di Vernon è ancora scettica – lì dentro ci cuocete i pomodori d'estate al massimo: dev'essere quello che pensa – e Petunia si ritrova a desiderare per la prima volta nella vita la presenza di sua sorella. Se Lily fosse qui, potrebbe fargli vedere una delle sue diavolerie e poi, se dovesse proprio andare male, agitare la sua asticella di legno per fargli dimenticare tutto – funziona così, giusto?
Invece è sola, come si è sempre sentita, e ora non sa cosa dire. Ha improvvisato; di questo discorso non ha fatto proprio mai le prove allo specchio.
Il tonfo che sente alla sua sinistra anticipa solo di qualche secondo la mano che si posa sulla sua spalla. Vernon si è seduto accanto a lei, non se n'è andato.
"Sei immersa in una qualche follia, ma... ma non importa" dichiara ad alta voce, ostentando una sicurezza che non ha. "Se credi davvero queste cose non fa niente, ti porterò via da questo ambiente malsano e vedrai che andrà tutto bene". Nell'impeto della convinzione che cerca di avere, spinge con forza il calderone di peltro facendolo ribaltare. È un rumore sordo che si concretizza in sicure ammaccature.
Lily sarà furiosa, curiosamente è quella la prima cosa che le viene in mente, ma non è quella per cui alla fine si ritrova a piangere di nuovo. Di gioia, però.
Vernon non crede a quello che gli ha detto – eppure sceglie di rimanere accanto a lei.
Pensa che sia pazza – eppure la vuole persino così.
La risposta che tanto cercava – potrà davvero sposarmi sapendo l'orrore che mi circonda? – è così chiara che è certa che ciò che li lega è davvero amore. Se può accettarla da pazza, potrà di certo tollerarla anche quando scoprirà davvero che è imparentata con un mostro.
"Fammi di nuovo la domanda".
"Quale domanda?"
"Oh, Vernon, sai cosa intendo".
Vernon ride di quella sua risata che lei ha sempre trovato un po’ troppo rozza, ma che in quel momento le sembra quasi dolce. Tira fuori la scatoletta, e l'anello – è un semplice brillante, ma lo analizzerà dopo – si adatta perfettamente al suo anulare.
È una sensazione strana quella che prova, perché le viene in mente proprio la parola magia? Forse perché finalmente ha trovato anche lei un angolo di incanto e per la prima volta osa credere persino in un lieto fine.
Dopotutto, se trovarsi resta una magia, è non perdersi la vera fiaba. 













****

NDA: Mi ero ripromessa di non scrivere più su di loro, ma mi ritrovo a infrangee la mia stessa promessa. Il contest, infatti, richiedeva di parlare di una "svolta" per una coppia e in merito a questo tema non ho potuto fare a meno di pensare a questi due e in particolare al momento in cui lei gli confessa la magia di Lily. Petunia e Vernon sono sicuramente due personaggi negativi nell'universo di Harry Potter, eppure mi ha sempre colpito la forza del loro legame (a partire dal fatto che lui, pur sapendo la verità ben prima della comparsa di Harry nelle loro vite, ha deciso comunque di sposarla).
Mi sono basata su Pottermore, da dove sappiamo che
 Petunia in lacrime gli ha confessato la verità su Lily quando lui le ha chiesto di sposarlo e che lui non ha ritirato comunque la sua proposta. 
Ho deciso di usare tuttavia una modifica: Vernon qui non crede nella magia ma solo che lei stia vaneggiando, perché senza prove concrete sarebbe stato senz'altro difficile per lui capire. Allo stesso modo, trovo però che la pazzia possa essere un deterrente più forte che la magia evidente rispetto allo sposare qualcuno.
Il bonus che ho scelto di usare per il contest è stato il calderone.
La citazione finale, preziosissima per l'intera stesura, mi è stata assegnata come prompt da Jodie Graham nell'ambito dell'iniziativa "Scrivimi" del gruppo Facebook "Caffè e calderotti". Ho cambiato solamente la parola "favola" originaria, perché beh magia e lieti fine sono più da fiaba che da favola.



 
   
 
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