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Autore: Spekled2    16/08/2020    1 recensioni
"Quello era il genere musicale che lui era solito ascoltare quando qualcosa non andava. Quando voleva un po’ cullarsi nella malinconia, per metabolizzarla e superarla. Kurt lo prendeva in giro, dicendo che in realtà non faceva altro che autocommiserarsi. Lui non ci arrivava proprio. Non si stava abbandonando alla tristezza! Semplicemente la rispettava e le faceva fare il suo naturale corso. Tutto scorre, glielo avevano insegnato a Filosofia! Anche le nuvole più buie erano destinate a diradarsi con la giusta pazienza. Il sole era dietro l’angolo se si era disposti ad aspettare. Anche per Brittany valeva la stessa cosa? Si domandava se stesse pensando a Santana in quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'Autore:
Approfittando dell'ultimo giorno di ferie, ecco un nuovo capitolo, questa volta leggermente più lungo del precedente. Se la mia demenza senile precoce e galoppante non mi inganna, questo dovrebbe essere il primo a non aver nemmeno un riferimento musicale al suo interno! Record !!! Vedrò di compensare successivamente :P 
In caso dovessi sbagliarmi e così in realtà non dovesse essere... voi lasciate fare, rientra tutto nei miei quasi tret'anni che pesano circa il doppio!
Tornando alla storia, direi che potrebbe essere arrivato il momento di sviluppare qualche tensione. Che sia arrivato il momento per Rachel di entrare in scena come solo lei può fare? Who knows? Ad ogni modo credo che il racconto proseguirà seguendo il POV di Finn, a cui ormai sono nuovamente largamente affezionato. Però, da qui in avanti, penso che Kurt e Quinn potrebbero avere un ruolo un po' più rilevante!

 
             *****
 
Rachel lo aveva trascinato mano nella mano fino al parcheggio fuori dal cinema. Per una volta sembrava elettrizzata per qualcosa che non fosse legata al canto o al Glee. Che lui sapesse, non era una fanatica di cartoni animati, eppure aveva colto la proposta di Quinn con grande entusiasmo. Lui aveva deciso di godersi questo inaspettato lato di Rachel e di non fare domande. Passare qualche ora senza che i drammi di tutto il gruppo stessero al centro dell’attenzione era esattamente ciò che desiderava.

Dopo la telefonata con Finn del giorno precedente, Quinn aveva spiegato la sua idea sul gruppo WhatsApp del Glee Club. Come avevano concordato, si era presa i meriti della pensata, sperando che gli altri (per non dire Rachel) recepissero in quel modo l’invito in maniera più positiva. Brittany, nemmeno a dirlo, era stata la prima a rispondere alla proposta, spammando GIF di unicorni e arcobaleni. Doveva essere veramente al settimo cielo considerando che aveva dovuto scrollare il messaggio per un minuto buono prima di poter leggere le risposte successive. Kurt aveva aggiunto un semplice pollice in su, una manciata di minuti dopo. Tina e Mike avevano già un impegno, mentre Artie era malaticcio. Sam era fuori città con la madre e Puck non rispose, proprio come Finn aveva immaginato. Quella roba semplicemente non era per lui! Mercedes e Santana avevano declinato, in realtà la prima aveva risposto per entrambe. Quinn gli aveva spiegato che Santana non se la sentiva di vedere Brittany e che Mercedes stesse provando a farla distrarre, portandola a fare shopping.

Rachel, che amava avere l'ultima parola, aveva risposto con “È un’idea magnifica Quinn! Io e Finn ci saremo!”, salvo rimproverarlo in privato: certe proposte sarebbero dovute partire da uno di loro due! “Dovrebbe essere nostro compito occuparci dell’armonia di gruppo! 
Finn aveva roteato gli occhi e aveva contato fino a trenta prima di rispondere. Alla fine, evitando di mordersi la lingua solo perché ancora dolente dalla scottatura, aveva digitato pacatamente. “ Davvero una grande pensata quella di Quinn… cercherò di trovare qualcosa di fico da proporre agli altri per la prossima occasione!” Ultimamente si sarebbe piazzato tranquillamente sul podio in un'ipotetica competizione basata sul quieto vivere. In tutta Lima era sicuro non ci fosse nessuno capace ci ingoiare rospi come sapeva fare lui.

Fu sbracciandosi nella loro direzione, che Rachel fece in modo che gli amici sapessero che erano arrivati. Kurt, Brittany e Quinn li stavano aspettando fuori dal cinema, appoggiati contro un muretto. “Ehi!” abbozzò Finn salutando Quinn e Brittany, “pronte a un po’ di sana nostalgia grazie a papà Disney?”
Entrambe le ragazze si erano presentate in un vestitino leggero a tema floreale. Quello di Brittany era azzurro pastello, mentre il colore di fondo di quello di Quinn, ovviamente, era rosa confetto. Finn si chiese se si fossero messe d’accordo.

“E a me non lo chiedi?” domandò Kurt con finto tono polemico, illuminato da un sorriso a quarantadue denti.
Finn, che non vedeva il fratellastro da ben quindici minuti, scelse di ignorarlo mentre Quinn annuiva in risposta, con convinzione. Brittany, invece, ebbe un piccolo brivido a fior di pelle. “L'ultima volta che ho visto l'originale, mamma e papà volevano portarmi da uno psicologo. Non ho ancora superato la morte di Mufasa…"
Kurt le diede un paio di colpetti sulla spalla, lasciata scoperta dal taglio del vestito, cercando di trasmetterle tutta la sua comprensione. “Ho provato la stessa cosa quando gli One Direction si sono separati, cara! Passerà, prima o poi…"

Finn si ritrovò ad annuire, nonostante non avesse la più pallida idea di cosa Kurt stesse dicendo. “Avete già tutti i vostri biglietti?” chiese dunque, guardandosi attorno. Non sembrava che per la prima proiezione lì a Lima ci sarebbe stato il pienone. Riconobbe giusto un paio di ragazzi che frequentavano il McKinley ma con cui non aveva mai chiacchierato; la maggior parte delle persone aveva l'età della sorella di Brittany, e la cosa lo mise un filo a disagio. Davanti a certi bambini si sentiva ancora più alto e goffo di quanto effettivamente fosse.

Tutti sventolarono il proprio biglietto in aria, come se si fossero messi d’accordo in precedenza, ma Rachel lo bloccò poco dopo aver varcato l'ingresso. “Ehi tesoro, che ne dici di dividere dei popcorn e una Pepsi?” Esclamò, giocherellando sovrappensiero con l'orlo della sua camicetta bianca.
“Tu che bevi una Pepsi?” Lui non poté trattenere una piccola risata, “ non hai paura dei troppi zuccheri?” Anche Kurt la guardava sconcertato. “Anche io posso concedermi qualche scappatoia per un’occasione speciale!” Fece spallucce Rachel, sorridendo.

“Va bene!” Concesse lui, senza grosse storie, perché quale sarebbe stato il punto di ricordarle di quella volta in cui l’aveva portata a cena per festeggiare il loro secondo penta-mesiversario e lei aveva a malapena toccato la proprio insalata? Probabilmente avrebbe solo dovuto portarla al cinema più spesso. “Mi metto in fila al banchetto… voi andate pure a prendere posto! Ci vediamo dentro." Pensò che quella potesse essere una risposta più consona alla sua volontà di non sollevare polemiche.
“ Grazie Finn, fila 27!” Gli ricordò la ragazza, stampandogli un veloce bacio a fior di labbra, prima di prendere sottobraccio Kurt e di sparire oltre le tende dell’ingresso al salone.

“Caramelle!” esclamò Brittany dal nulla, rivolgendosi a Quinn. “Coi cartoni animati non è lo stesso senza caramelle… vuoi che prenda qualcosa anche per te?”
Quinn si fermò a metà strada. “No Bri… ti ringrazio!" Esitò. "Per ora sono a posto così, magari… magari prenderò qualcosa all'intervallo!" Scrutò per un attimo l'amica e poi posò lo sguardo su Finn, leggermente più dietro, pensierosa. “Ci vediamo tra poco!” Si limitò infine a dire, lasciandoli con un lieve sorriso.
Finn restò per un attimo impalato mentre Brittany armeggiava con la borsetta, alla ricerca del portafogli. “Meglio mettersi in fila, o ci perderemo l'inizio!” Pronunciò  infine. In verità non è che avessero chissà quante persone davanti a loro. Giusto una manciata. Ma la macchina dei popcorn non era ancora andata a regime ed era meglio non sfidare le tempistiche e la svogliatezza del ragazzo alla cassa.

“Quinn è rimasta molto colpita della tua proposta!” Gli confessò lei, facendo un passo verso il bancone.
“La mia proposta?” Lui fece finta di non capire sollevando le sopracciglia, nella sua miglior interpretazione di Finn lo gnorri. “Mi ha raccontato che in realtà l'idea di venire tutti qui è stata tua!” Chiarì lei con aria paziente, come se fosse scocciata per il fatto che lui non fosse al corrente dei dettagli. Brittany che gli spiegava cose. Dove era finito negli ultimi tre giorni? “Oh… beh.. diciamo che l'ispirazione me l'hai data tu!" Borbottò lui, grattandosi la nuca.

Il tizio in coda davanti a lui cambiò idea e abbandonò la fila. Brittany si scostò leggermente a destra, per farlo passare, e nel muoversi sfiorò il braccio sinistro di Finn, pelle contro pelle. “Ouch!” la ragazza saltò letteralmente sul posto, emettendo un gridolino. “Mi hai dato la scossa!” Esclamarono all'unisono, toccandosi il rispettivo braccio. Scoppiarono a ridere, guadagnando posto in fila.
“Sono contenta che tu gliene abbia parlato…” gli confidò lei poco dopo. “ Peccato solo che non ci siamo tutti!” Aggiunse stringendosi nelle spalle. “Già, beh..." rispose lui con un po' di impaccio. " Il preavviso è stato minimo… perciò… vorrà dire che potremmo rifarlo più avanti.. con tutti gli altri!” Il presentimento che lei si riferisse più che altro all'assenza di una persona in particolare era parecchio pressante.

Lei annuì, mentre apriva il portamonete e valutava se pagare con quelle per alleggerire il borsello. Ma fu presto il suo turno e venne quindi assorbita nella scelta delle proprie caramelle. Tirò letteralmente scemo il ragazzo dietro al bancone, facendosi spiegare ogni gusto più volte. Le persone dietro di lei sembravano spazientite, ma il commesso si era armato di tutta la pazienza necessaria.
“Ma si può essere così scema? Se chiede un'altra volta che differenza c’è tra le caramelle mou e le gommose, giuro che sclero!" Mormorò un ragazzo al compare che stava dietro di lui. Entrambi si trovavano alla destra di Finn, disperdendo la fila.

Il Quarterback si girò di scatto, fulminando il ragazzo che aveva parlato con un’occhiata omicida. Il povero malcapitato, un nanerottola dai capelli ricci e gli occhialetti tondi, che non poteva avere più di tredici anni, si ammutolì in evidente imbarazzo. Probabilmente, mai come in quel momento doveva aver trovato così interessanti le piastrelle del pavimento. Qualche minuto dopo, contenta della sua scelta, Brittany riaffiancò Finn che invece aveva davanti ancora un paio di persone. “Inizia pure ad andare a sederti!” La esortò lui. “ Qua ci siamo quasi, ormai!”
“Ok!” Brittany annuì piano. Prima di muoversi, tuttavia, pescò a casaccio dal proprio sacchetto di carta una caramella alla coca-cola, di quelle a forma di ciuccio e ricoperte di zucchero frizzante. Gliela porse senza esitazione. “Tieni… è per addolcire l’attesa!”
“Ma, grazieee…” ridacchiò, accettando il pensiero. Brittany sorrise e prese la via versa la sala, scomparendo oltre la tenda.

Fu soltanto dopo altri cinque minuti che Finn poté imitarla, raggiungendo gli amici. Kurt aveva preso il posto più esterno. Rachel occupava la poltroncina a fianco, tenendo libera quella alla sua destra, in attesa del suo arrivo. “Appena in tempo!” esclamò la moretta con un sorriso, quando Finn si sedette nel posto tra lei e Quinn con l'aria un po' infastidita.  “Quella dannata macchina non ne voleva sapere di scaldarsi!” Bisbigliò Finn, posizionando il contenitore dei popcorn e la pepsi negli alloggi  tra i loro sedili.

Alla sua destra Quinn sembrava ballare la tarantella. “Maledizione!” Cercava di trovare la posizione migliore mentre allo stesso tempo provava ad allungare il collo. “Possibile che ogni volta che vengo a vedere qualcosa qui, il lungagnone di turno si siede sempre davanti a me?”
Finn le lanciò una mezza occhiata. Non era forse la cosa più saggia farle notare che non era tanto il povero lungagnone ad essere particolarmente alto, quanto lei ad essere bassina. Vinse altri punti nella sua immaginaria gara del vivi e lascia vivere.

“Facciamo cambio di posto, davanti a me non c'è nessuno!” Sentì proporre da Brittany, un po' troppo ad alta voce per essere in un cinema mentre il film cominciava. Effettivamente, quella ventina di centimetri di differenza in altezza tra le due avrebbe potuto risolvere la questione. “Fatela finita!” Soffiò Rachel, spazientita, spingendosi in avanti per richiamare le fonti di disturbo. Finn si sentì stretto tra due fuochi. Quinn infatti si alzò in piedi e lasciò il proprio posto all'amica, non prima di lanciare un'occhiataccia irritata in direzione di Rachel. Finn ringraziò che l'oscurità celasse certe dinamiche.

Rachel gli strinse la mano sinistra mentre il film cominciava effettivamente, lasciandosi indietro gli ultimi sottotitoli introduttivi. Lui le stava accarezzano il dorso della mano con il proprio pollice, quando si sentì punzecchiare alla sua destra. Brittany lo salutò con la mano, come se non si vedessero da secoli, prima di mettersi comoda e lasciarsi immergere totalmente nel cartone animato. Finn sprofondò maggiormente nella poltroncina, lasciando la mano di Rachel e catturando una manciata di popcorn.

*****
 
Scoprì il mattino successivo che Rachel non era esattamente fan della puntata di Fondue For Two che aveva registrato con Brittany. Aveva intuito che qualcosa non andasse quando non aveva ricevuto il consueto messaggio di “Buongiorno", ma non aveva affatto collegato le due cose. Furono Kurt prima, e Quinn poco dopo a fargli capire dove fosse il problema.

“ Sei nei guai!” Gli annunciò infatti il fratellastro dandogli un paio di colpetti compassionevoli sulla spalla. “Ringraziamo il cielo che erano pomodorini e non fragole, e che fosse formaggio e non cioccolato!” Avevano appena finito l'ora di chimica e la campana delle undici preannunciava un paio di ore buche. Non avrebbero che ricominciato soltanto dopo pranzo. “ Scusami?” Ma Kurt aveva scosso il capo con esasperazione e lo aveva lasciato in corridoio. Non dovette fare che un paio di passi per essere, invece, affiancato da Quinn. Sembrava lo avesse aspettato, appollaiata come un falco, fuori dal bagno delle ragazze.

“Però, devo proprio dire che ne è uscita una puntata carina!” Allo sguardo interrogativo di Finn, la biondina precisò, “ Ieri sera, dopo il cinema, Brittany ha pubblicato su YouTube la puntata di Fondue For Two che avete registrato da lei.”
Di comune accordo avevano incominciato a camminare, perché parecchie ragazze avevano già cominciato a guardare male Finn e l’ingresso del bagno non sembrava il posto migliore per una chiacchierata come quella.
“Ah ecco.. odio quando non mettete i soggetti e gli oggetti alle frasi. Non so ancora leggere nella mente delle persone!” Esclamò Finn con leggero fastidio, realizzando solo in quel momento che anche Kurt doveva essersi riferito a quello. Probabilmente aveva guardato il video durante la lezione, sfruttando le ultime file per celare il telefono all'insegnante.

Quinn lo prese sotto braccio. “ Ma per quanto io abbia apprezzato la puntata, il mio sesto senso può immaginare almeno due persone a cui non piacerà!" Lo ignorò, conducendolo verso gli armadietti. Finn non parlò, cercando di capire dove lei volesse andare a parare, così la bionda continuò. “Fossi in te inizierei quantomeno a guardami le spalle da Santana.” Fu quel nome a mettere a posto i pezzi del puzzle. Stavano tornando al solito discorso. “ E mi sorprende che Rachel non abbia già dato spettacolo!” Gli venne rincarato ulteriormente. “Quinn ma che diavolo?!”

La ragazza lo liberò, fissandolo con serietà. Armeggiò qualche secondo con il telefono, per sbatterglielo sotto il naso immediatamente dopo, mostrandogli l’homepage del canale YouTube di Brittany. L’ultimo video pubblicato era effettivamente la puntata che avevano registrato assieme a casa sua. La Cheerleader aveva utilizzato la foto che si erano scattati come copertina per il video. Aveva incollato un paio di stelle sopra i suoi occhi blu, l’emoji del formaggio sopra quelli di Finn e aggiunto qualche cuoricino qua e là. Finn inarcò un soppracciglio, pensando che Brittany avesse palesemente bisogno di qualche dritta sull’utilizzo di Photoshop. Magari avrebbe potuto insegnarle qualche trucchetto base la prossima volta che si sarebbero visti. Aveva passato abbastanza tempo assieme ad Artie per preparare le locandine per il Glee a inizio anno da ricordarsi ancora qualcosina!  Lesse il titolo del video. Non seppe se ridere o piangere. Era una palese provocazione, ed era la testuale citazione di quando lui era tornato dal bagno rimpiangendo i tempi in cui possedeva ancora la lingua. “Lo show più Hot del web! 🔥🥵”   

“ È solo un titolo clickbait, Quinn…” protestò Finn, immaginando che fosse quello il problema. Bastava guardare la puntata per capirlo, no?
“Lascia stare il titolo!” Rise Quinn, esasperata, “ anche se sono quasi morta soffocata quando sei spuntato furi dal bagno, tra parentesi!" Fece una piccola pausa, ricordandosi la scena, poi riprese la parola. "Piuttosto guarda la puntata… e confronta il modo in cui si comporta Brittany rispetto all’episodio in cui ci sono io come ospite. Poi ne riparliamo, se vuoi!”
“ Brittany ha detto che sei la sola a guardare il suo Show…” protestò il ragazzo. “E non mi sembra di aver fatto niente di male!” Aggiunse un po' più forte quando Quinn prese a lasciarlo indietro. La ragazza si girò e alzò un braccio in segno di  saluto. “Riguarda la puntata, Finn!”
 
*****

Scoprì quindi che la sua presenza aveva fatto guadagnare qualche visualizzazione al canale di Brittany. La cosa doveva rallegrarlo, considerando che Brittany era sembrata al settimo cielo quando aveva creduto che, come Quinn, lui fosse uno spettatore abituale. Ma Kurt e la sua ex fidanzata gli avevano preannunciato una burrasca in arrivo. Quantomeno non lo avrebbe colpito così di sorpresa!

La Coach Beaste lo aveva richiamato già un paio di volte quando aveva mancato due semplici placcaggi uno dietro l’altro. “ Hudson, scendi dalle nuvole e pensa a giocare. Sarebbe carino se degnassi la squadra della tua presenza!”
“Scusi Coach!” Rispose lui, quasi automaticamente  al terzo richiamo, scrollando il capo come a voler trovare maggior concentrazione.
“Tutto bene, Finn?” Puck gli si avvicinò di corsa, levandosi il casco. Gli posò una mano sulla spalla, con aria seria. “ Sembri un po’ sbattuto in questi giorni!” Lo fissava intensamente, come se cercasse sul suo volto i segni di una strana malattia.

Finn annuì. “ Si, si… è tutto ok!” Mormorò in risposta, notando però sullo sfondo, alle spalle dell’amico, esattamente sugli spalti, una figura solitaria. Possibile fosse lei? A malapena Rachel veniva alle partite, non ricordava di averla mai vista agli allenamenti! No, probabilmente aveva visto male. Si trattatva solamente dello strascico della conversazione che aveva avuto con Quinn, e ora la sua immaginazione proiettava Rachel in posti improbabili!

“Va bene…” gli concesse l’amico, non del tutto convinto, dandogli una piccola pacca sulla spalla. “ Vediamo di ripigliarci e fargli il culo, allora! Sono stanco di mangiare la melma da Karofsky.”
“Pronto a prenderli a calci. La pacchia è finita!” Gli assicurò Finn, cercando di aguzzare la vista e di mettere a fuoco maggiormente gli spalti. Uno scherzo della sua mente, col cavolo! Quella era proprio Rachel. Finn prese ad allontanarsi, una crescente ansia nel petto, correndo verso il centro del campo proprio quando la Coach ordinava di riprovare lo schema precedente.

Il resto dell’allenamento andò un po’ meglio, quantomeno non ricevette più strigliate. Altri sembravano aver inanellato stronzate ben più evidenti delle sue, convogliando altrove i rimproveri della Coach. Eppure concentrarsi come avrebbe voluto gli veniva piuttosto difficile. Ogni tanto il suo sguardo ricadeva sulle gradinate dove Rachel era seduta, ma lei non lo salutò con grande calore nemmeno quado lui alzò il braccio e agitò la mano verso di lei. Non un segnale incoraggiante. Sospirò, riguadagnando posizione dietro ai compagni disposti lungo la linea di scrimmage. Impartì un paio di comandi e ricevette il pallone. Davanti a lui, Sam riuscì ad eseguire un blocco, impedendo che un paio di avversari gli finisse addosso. Ma l’uomo che Mike avrebbe dovuto marcare riuscì con una finta a lasciarlo sul posto.

Finn prese a correre lateralmente, evitando una spallata da un difensore avversario per il rotto della cuffia, ma il numero 18, che aveva saltato di netto Mike, aveva preso lo slancio ed era già alle sua calcagna, senza che nessuno dei suoi compagni potesse più fermarlo. Finn lanciò il pallone, distendendo totalmente il braccio, proprio mentre l'avversario lo investiva come un treno, facendolo volare a terra. La scarsa coordinazione e l'impatto vanificarono il suo gesto tecnico; il lancio finì totalmente fuori dalla portata del ricevitore più avanzato. Fu a quel punto che il fischio acuto e prolungato della Coach Beaste sancì la fine dell’allenamento, che vide la sua squadra, distinta dalle nuove pettorine gialle, tornare nello spogliatoio con aria mesta. Karofsky e compagnia erano invece alquanto ringalluzziti dal verdetto. Finn non era abituato a perdere. Non in allenamento, quantomeno. Le partite vere erano tutt’altra storia, ma quello era un altro discorso.

Respirò rumorosamente mentre Puck lo aiutava ad alzarsi, tendendogli una mano con aria contrariata.“ Tutto ok un paio di palle, amico!”
Finn afferrò la sua mano e si rialzò, dandosi un paio di rassestate alla divisa sgualcita e sporca di fango. Sam si avvicinò a loro, levandosi il casco e passandosi una mano tra i capelli sudati. “ Però, Hangman ti ha proprio dato una bella randellata!” Commentò con una mezza risata.
“ Questa cosa, qualsiasi cosa sia, la risolviamo insieme!” Lo ignorò Puck, rivolgendosi a Finn. “ Ora ci racconti cosa ti frulla in testa Hudson…”

Finn gonfiò le guance, raccogliendo aria in bocca, ed esalò. “ Non è nulla di ché … problemini potenziali con Rachel!” Scrollò le spalle, voltandosi leggermente verso le tribune dove la ragazza ancora si trovava seduta. Puck lo imitò, portandosi una mano davanti agli occhi per pararsi dal sole. Fu allora che anche lui individuò la solitaria figura sulle gradinate in cemento.
“ Su questo non avevo grossi dubbi…” borbottò Puck dandogli una manata sulla schiena e invitandolo a prendere la via degli spogliatoi. “ Da quando è iniziata la storia con il Glee Club, e vi siete conosciuti, non avete avuto altro che problemini potenziali. Cosa hai combinato questa volta?”

“ Scommetto cinque dollari…anzi,  cinque dollari neanche li ho al momento, ora che ci penso!” Sam corrugò la fonte prima di correggersi. “ Scommetto due dollari che il vero problema è Brittany! Ho visto quel Selfie su Instagram l’altro giorno…”
Finn non rispose e Puck si mise una mano sulla fronte. “ Cazzo, Finn! Con tutte le stronzate che potevi fare, dovevi davvero infilarti nel Lesbodramma?”
“Tecnicamente non è successo nulla.” Protestò Finn, quasi parlando alla sua stessa coscienza.“ Probabilmente mi sono fatto prendere un po’ la mano cercando di capire come stesse Brittany dopo la storia con Santana… e Rachel si è un po’ ingelosita. Ma è tutto sotto controllo!”


*****

 
Sapeva che lei gli avrebbe concesso giusto il tempo di una doccia prima di doverla raggiungere. Aveva salutato Sam e Puck, fatto un cenno di intesa a Mike che si era scusato per aver perso l’uomo durante l’ultima azione, e con i capelli ancora bagnati era uscito dagli spogliatoi, diretto al campo. Rachel lo aspettava ancora sulle tribune. Nessuno si era attardato quanto lei.

Salì le scalinate in cemento a due a due, cercando di non ammazzarsi. Quando la raggiunse, lei non parlò e lui pensò che fosse meglio se si fosse seduto al suo fianco. Restarono così per un po’ a fissare il campo di gara dall’alto. Finn pensava di poter toccare fisicamente l’aria per quanto l’atmosfera sembrasse densa attorno a loro. Quando gli fu chiaro che lei non avrebbe fatto il primo passo, si arrese. “ Vederti qui a tifare per l’allenamento è stato un po’ una sorpresa…” abbozzò. “ Non ricordo altre occasioni che ti hanno portata qui al di fuori di una partita… ed è stato abbastanza difficile concentrarmi, devo ammetterlo!”

“ Ho notato.” Rispose lei misurando il tono, senza guardarlo. “ Hai preso proprio una bella botta sul finale. Stai bene?”
Finn si passò una mano dietro il collo, stiracchiandosi. “ Niente di rotto… è stato un impatto più scenografico che altro!”
“Bene.” Si limitò a dire Rachel, ripiombando in silenzio. Il vento prese a ululare, risucchiato verso l’alto attraverso il passaggio tra le due gradinate. Rachel rabbrividì appena e si strinse nelle spalle. Finn si pentì di non avere con se il giubbetto della squadra, per poterglielo mettere sulle spalle.

“ Che cosa stai facendo, Finn?” La domanda lo colse mentre lui si era alzato e si stava appoggiando alla balaustra in metallo.
Non ci voleva un genio per capire a cosa si stesse riferendo, e no… non aveva paura che lui si stesse per buttare giù dagli spalti. Erano arrivati al momento in cui le parole non potevano più rintanarsi all’interno dei loro pensieri. Non rispose subito, cercando di trovare l’approccio migliore, ma lei aveva finito la pazienza. “ Posso capire che hai deciso di fare le cose alla tua maniera. E probabilmente stai cercando di agire nel modo che ritieni più giusto… è carino da parte tu, ma è di Brittany che stiamo parlando, anche se magari tu non hai intenzioni strane…”

“Scusa? Cosa dovrebbe significare? Magari non ho intenzioni strane?” La interruppe Finn guardandola male, virgolettando con le dita le ultime parole.
“ Voglio dire che sappiamo tutti come è fatta Brittany!” Lo ignorò lei.
“ Sappiamo tutti cosa? Sappiamo tutti chi, esattamente?!” Protestò Finn, scaldandosi all’improvviso. La reazione soprese persino se stesso.
“ Oh, andiamo… non fare finta di nulla! Hai capito benissimo a cosa mi sto riferendo… lei non è esattamente una santarellina!” rise Rachel, con un’espressione tutto fuorché divertita, mentre balzava in piedi.

Lui strinse le labbra e parve essere assorbito da una certa delusione. “ Trovo singolare che tu ci stia sempre così male per ogni voce o cattiveria che ti viene detta qui a scuola… ma che sia tu la prima a non farti scrupoli nel dare ascolto a certe cose... se riguardano gli altri…” le rispose finalmente, ben attento ad affilare il più possibile il tono di voce, guardandola con occhi di sfida. Non poteva credere che Rachel potesse essere così superficiale.

“ Ma certo, dovrei starmene buona a tessere le lodi di una che ci prova con il mio ragazzo una settimana dopo aver rotto con la sua vecchia fiamma!” Sbottò la moretta, alzando il tono di voce che si fece un po’ più acuto. Le sue guance assunsero un colorito più caldo. Le capitava spesso quando si arrabbiava veramente.
“ Brittany non ci sta provando con me!” Ribatté Finn, carico di esasperazione. “Ma ti ascolti quando parli? Se solo provassi a farle domande, se solo ci parlassi… capiresti che ci sta ancora malissimo per come le cose sono andate con Santana…”

“ Non è quello che appare nel vostro stupidissimo video!”
Finn sbuffò, infastidito. “ Stai montando un caso assurdo sul nulla! Sto solo cercando di essere un buon amico. E per la cronaca, sto provando a fare quello che mi hai chiesto tu!”
“ Non ti ho chiesto nulla di tutto ciò!” Il suo tono si fece più grave. “Non ti ho chiesto di andare a casa sua… di preparare una dannata Ballad con lei… e tantomeno di registrare un dannato video insieme!”

“ Sta proprio qui il problema, vero?!” Esclamò Finn abbassando il tono di voce, “ il problema è che non sto facendo il bravo burattino e sono uscito dagli schemi che avevi tracciato, dico bene? Si deve ridurre sempre tutto a te e a questa dannata ossessione per le Nazionali.”
“Oh, ma falla finita!” Disse Rachel, “ adesso la vittima saresti tu?” Lui non rispose, incredulo che lei non afferrase il punto. Così lei continuò.

“ Questa cosa deve finire, Finn! E in fretta. Fate questa stupida esibizione mercoledì. Ma dopo, non voglio più sentire parlare né di lei né di Santana!”
Finn non ebbe tempo di controbattere che lei girò sui tacchi e prese a marciare in direzione opposta alla sua, diretta verso il parcheggio. Il ragazzo si lasciò cadere sul seggiolino più vicino, l’umore nero.  
 
*****

Quella che aveva davanti era una versione più silenziosa e quasi distratta. Non sembrava la Brittany con cui si era visto nei giorni scorsi. Lo aveva capito presto. Questa volta si erano incontrati da lui. Finn aveva avuto il tempo per stampare un paio di testi da proporle per il Glee, prima che arrivasse. Ridendo e scherzando era già Lunedì e non avevano in mano ancora nulla di concreto.

Finn era corso all'ingresso quando la ragazza aveva suonato il campanello. Aveva legato i capelli in una semplice coda alta. La sua carnagione chiara risaltava sotto gli short di jeans e il top nero, che le lasciava scoperto l'ombelico. Nella sua semplicità, aveva scelto un outfit che si faceva apprezzare. Brittany non lo aveva salutato con grande calore, limitandosi a uno scarno sorriso. Cercando di non dare troppo peso alla cosa, Finn l'aveva invitata a entrare e lei lo aveva seguito in camera sua dopo aver rifiutato educatamente un bicchiere d'acqua.

Per l'occasione Finn aveva dato un po' d'ordine. Aveva pensato che probabilmente non era il caso di provare il numero in mezzo a un cumulo di vestiti usati. Ma dopo una ventina di minuti in cui Brittany si era limitata a fare spallucce circa le sue proposte e suggerimenti, senza metterci grande collaborazione, era chiaro che qualcosa non andasse. Se ne stava lì, seduta sul bordo del letto, con il foglio che Finn le aveva dato e lo sguardo perso.

“Qualcosa non va?” Domandò infine il Quarterback quando capì che non avrebbero cavato un ragno dal buco da quel pomeriggio, se non avesse affrontato il problema. “Se queste canzoni non ti convincono siamo ancora in tempo a cercare altro!"
Brittany si mordicchiò il labbro senza guardarlo. Finn sospirò. “ Se hai cambiato idea… se non hai più voglia di farlo, non fa nulla…” cercò di non far trasparire troppo il disappunto nella sua voce.

“ Scusami Finn. Non ci riesco...” lei si alzò di scatto. Per un attimo i loro occhi si allacciarono, ma Finn non riuscì a decifrarne lo sguardo. Non riuscì a definire quanto tempo fosse passato, sebrava che tutto si fosse congelato improvvisamente, quando finalmente la ragazza corse via. A Finn rimase solo una fugace visione di capelli mossi al vento, senza avere il tempo di far nulla. I passi di Brittany si allontanarono in tutta fretta, giù per le scale. Sentì presto il loro incedere allontanarsi. Una porta chiudersi e poi più nulla.

Lui era rimasto ancora lì, immobile, come se qualcuno gli avesse appena lanciato contro una secchiata di acqua gelida. Cosa era appena successo? Aveva fatto qualcosa di inappropriato? Sospirò, un sapore metallico in bocca, una sensazione molto simile all’amarezza in gola.
Infine si scosse e,  raccogliendo il foglio che Brittany aveva lasciato cadere, si chiese perché ci era rimasto così male. Fino a pochi giorni prima lei era poco più di una conoscente. E allora perché si sentiva così? Appallottolò il foglio di carta, senza rabbia ma con un senso di sconfitta, e lo gettò nel cestino. Con l'umore a terra si trascinò fino al letto, inforcò cuffie e telefono e cercò conforto in Spotify. Perché le ragazze erano così complicate?
 
   
 
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