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Autore: Darlene_    16/08/2020    2 recensioni
Una serie di storie scritte per vari eventi organizzati sul gruppo facebook hurt/comfort fanfiction e fanart - Italia.
I protagonisti sono Sam e Dean Winchester con la speciale partecipazione, in alcune di esse, di Bobby Singer.
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Storia scritta per la
Anonimus speed feel challenge gruppo hurt comfort

Personaggi: Sam e Dean Winchester 
Pre-serie
Stanford era 

Parole: 406

 
 
Appuntamento a Stanford

 
 

Aveva sognato spesso di rivedere suo fratello, ma di certo non avrebbe immaginato che il loro incontro sarebbe avvenuto in un ospedale di Stanford, eppure non appena un’infermiera del pronto soccorso lo aveva chiamato, Dean aveva abbandonato in fretta e furia Minneapolis lasciando il caso ad un altro cacciatore.
Ora si trovavano uno di fronte all’altro ed era strano accorgersi del fatto che Sam non era cambiato negli ultimi dieci mesi; forse i capelli erano un po’ più lunghi e il viso pallido a causa della polmonite, ma era sempre lui con i suoi occhi da cerbiatto e l’aria di chi non si pentiva delle proprie scelte.
“Come mai sei qui?” Nessun preambolo, né affetto nella sua voce resa roca dalla malattia e per Dean, che aveva sperato in un caloroso abbraccio fu un colpo al cuore. Si avvicinò al letto con un sorriso tirato sul viso, gli occhi che tradivano la sua preoccupazione.
“Sono ancora il tuo contatto di emergenza. Mi hanno chiamato dall’ospedale quando sei stato ricoverato e sono corso qui.” Tra tutte le parole che avrebbe voluto dire quelle sembravano così stupide ed insignificanti.
Sam allungò una mano verso quella del fratello, che però si scostò per evitare il contatto. “Scusa.” Il tono con cui lo disse fece pensare a Dean che non si stesse riferendo alla chiamata, eppure non ebbe il coraggio di approfondire l’argomento.
Il maggiore posò la borsa che aveva tenuto tra le mani fino a quel momento, estraendo degli indumenti. L’altro riconobbe che si trattavano dei suoi abiti, abbandonati la notte in cui, sbattendo la porta dell’ennesimo motel, aveva detto addio alla sua famiglia.
Notando lo sguardo di sorpresa, Dean ci tenette a precisare che avrebbe voluto buttarli, ma li aveva conservati pensando che un giorno avrebbero potuto essere utili. Aiutò il fratello ad indossarli e a percorrere il tratto che li divideva dal parcheggio. Un paio di giorni a letto e la polmonite avevano reso Sam più debole e anche quei pochi passi lo stancarono. Si afflosciò sul sedile dell’Impala, rendendosi conto che l’odore della pelle misto a dopobarba gli era mancato più di quanto volesse ammettere.
“E adesso?” Chiese titubante, non avendo idea di quali potessero essere le intenzioni del maggiore.
“Adesso ti porto a casa.” Rispose Dean mettendo in moto e Sam capì che non si riferiva alla piccola stanza da collegiale, ma ad un motel dove il fratello lo avrebbe rimesso in sesto, nonostante tutto.
  
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