Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: MooseLostHisShoe    17/08/2020    0 recensioni
𝘓𝘰𝘷𝘪𝘯𝘰 𝘝𝘢𝘳𝘨𝘢𝘴, 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘪𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘤𝘦𝘭𝘵𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘦𝘳à 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢, 𝘴𝘪𝘢 𝘪𝘯 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘪𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘨𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰: 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘢 𝘪 𝘴𝘶𝘰𝘪 𝘱𝘢𝘳𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘦 𝘪 𝘴𝘶𝘰𝘪 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘢𝘮𝘪𝘤𝘪, 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘧𝘦𝘳𝘦𝘯𝘥𝘰𝘴𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘰𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘕𝘦𝘸 𝘠𝘰𝘳𝘬, 𝘯𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘚𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘜𝘯𝘪𝘵𝘪 𝘥'𝘈𝘮𝘦𝘳𝘪𝘤𝘢. 𝘘𝘶𝘪, 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘳𝘰𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢, 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘮𝘪𝘤𝘪 𝘦 𝘶𝘯 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦.
𝘈𝘯𝘵𝘰𝘯𝘪𝘰 𝘍𝘦𝘳𝘯á𝘯𝘥𝘦𝘻 𝘊𝘢𝘳𝘳𝘪𝘦𝘥𝘰, 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘤𝘦, è 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘱𝘱𝘦𝘯𝘢 𝘴𝘧𝘳𝘢𝘵𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘢𝘱𝘱𝘢𝘳𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰, 𝘱𝘰𝘪𝘤𝘩é 𝘯𝘰𝘯 𝘳𝘪𝘶𝘴𝘤𝘪𝘷𝘢 𝘢 𝘱𝘢𝘨𝘢𝘳𝘦 𝘭'𝘢𝘧𝘧𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘮𝘢𝘯𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘥𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘦𝘥𝘦𝘷𝘢.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Belgio, Francia/Francis Bonnefoy, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nel momento in cui il giovane italiano servì l'ultima tazza di caffè della serata, chiuse il bar e tirò un sospiro di sollievo.
Era stanco, davvero stanco. Fare il barista lo sfiniva a volte, se non fosse stato per Emma o Gilbert, che avevano il turno con lui, di solito, probabilmente sarebbe crollato sul pavimento.
«Abbiamo finito?» chiese Gilbert, passando lo strofinaccio sul bancone, pulendolo da briciole, macchie e impronte lasciate dai clienti della giornata.
«Sì! Allora, ci cambiamo e andiamo» confermò la belga con un sorriso, più felice del solito: quella sera sarebbero usciti tutti insieme per mangiare una pizza, come un gruppo di semplici amici.
«D'accordo, avviso Francis» disse infine il tedesco, prendendo il telefono per avvisare il ragazzo in questione.
Ma Lovino, solo nel sentire il nome di quel tipo, rabbrividì. Non gli aveva dato una buona impressione, soprattutto durante il loro primo incontro, poiché si era ubriacato e ci aveva provato sia con lui, che con Emma.
Al solo pensiero, la sua espressione si tramutò in puro disgusto e la cosa fece ridere Gilbert, che aveva appena finito di parlare al telefono. L'albino, neanche a dirlo, aveva capito perfettamente a quale persona stesse pensando il suo collega e vicino di casa, per cui si precipitò da lui, cogliendolo di sorpresa con una sonora pacca sulla spalla.
«Eddai Lovino, lo sai che lui non è davvero così» esclamò subito dopo, scuotendolo un pochino.
Lovino sembrò quasi ringhiare all'affermazione del tedesco «Lasciami, non credo che ci sarò stasera-»
«Prego?» 
Lovino spalancò gli occhi. La voce di Emma gli era giunta alle orecchie alla velocità della luce e il viso dolce della ragazza, si era fatto improvvisamente piuttosto inquietante.
«Tu verrai con noi! Non esiste, devi conoscere il mio migliore amico!» esclamò subito dopo la biondina, afferrando la mano di Lovino.
«Ma io-»
«Niente ma, voglio farvi conoscere» continuò imperterrita la ragazza, puntando gli occhi verdi e grandi in quelli cervoni del suo ragazzo «Me l'hai promesso, Lovi...» 
L'italiano tirò un sospiro silenzioso, nel mentre che si malediva per la sua incapacità nel resistere agli occhioni da cane bastonato che gli rifilava Emma ogni volta che voleva per forza qualcosa.
«Dai Lovi, guarda che è un ragazzo simpatico e divertente, sono sicuro che andrete d'accordo» si unì Gilbert ad un certo punto, guadagnandosi un'occhiataccia dall'italiano, che non aveva chiesto la sua opinione in merito.
Dopodiché, posò lo sguardo sulla ragazza e annuì, aggiungendo «Solo perché me lo chiedi tu» 
Passò circa un quarto d'ora e il gruppo di tre divenne un gruppo di quattro, poiché si aggiunse il famoso Francis Bonnefoy.
L'uomo, dalla lunga chioma bionda e ondulata, salutò Gilbert con un caloroso abbraccio fraterno, dato che non si vedevano da mesi, poiché il francese era tornato in terra natale per sistemare delle questioni.
«Gil!» esclamò il biondo, dando delle pacche sulla schiena del suo migliore amico.
«Mi sei mancato, Francis!»
A me invece no.
Pensò Lovino mentre assottigliava gli occhi, infastidito dalla presenza del francese. Emma gli strinse dolcemente la mano, un po' divertita da tutta quella situazione. La belga, a differenza del suo ragazzo, aveva capito l'equivoco risalente all'anno prima, quando il francese ci aveva provato con la coppia e aveva deciso di ricominciare tutto da capo con il biondo.
Infondo era un brav'uomo, dalle buone maniere e sempre gentile con tutti. Aveva anche ottimi gusti in fatto di cucina e di stile, per cui lui ed Emma andavano molto d'accordo.
L'italiano alzò gli occhi al cielo quando Francis abbracciò anche Emma, con molta meno enfasi; infatti fu un abbraccio molto amichevole e delicato, segno che il biondo non avrebbe tirato troppo la corda, poiché accanto a lui c'era un mastino pronto a morderlo nel caso avesse fatto qualcosa di sbagliato.
Quel mastino era Lovino, ovviamente.
«Bentornato, Francis! Come stai?» chiese gentilmente la ragazza quando si staccò dall'abbraccio con il francese, che rispose subito.
«Benissimo! Finalmente mi trasferisco qui a New York, anche se Parigi mi mancherà...» terminò la frase con un po' di amarezza, alzando le spalle.
«Ti capisco perfettamente, ma ci farai l'abitudine, non preoccuparti» cercò di rassicurarlo Emma, posando una mano sulla spalla del francese, il quale le sorrise con dolcezza, ringraziandola mentalmente.
«Ragazzi, non so voi, ma io ho fame. Quando arriva Tonio?» intervenne Gilbert, interrompendo il momento nostalgico tra i due.
«Oh, ha detto che arriva tra una mezz'oretta. Credo che il treno abbia fatto ritardo» spiegò Emma, con un'espressione pensierosa.
«Almeno stavolta è riuscito a prendere l'aereo» sbuffò poi Lovino, scuotendo il capo e iniziando ad avviarsi verso la pizzeria, rigorosamente italiana.
Avrebbe tanto voluto lavorare lì, ma a quanto pare la paga non era un gran che, quindi si era accontentato del bar.
«Non dire così! Può succedere di perdere un volo, Lovi. Anche tu l'hai perso una volta» lo rimproverò la sua ragazza, lanciandogli un'occhiata poco amichevole.
Okay, aveva ragione. Magari avrebbe fatto meglio a starsene in silenzio. 
Sì, aveva deciso: avrebbe salutato il ragazzo che sarebbe arrivato successivamente, sì sarebbe presentato e poi avrebbe dedicato la sua attenzione alla sua pizza e alla sua ragazza, ignorando totalmente il nuovo arrivato. Niente di più, niente di meno.
Ci misero una ventina di minuti per arrivare in pizzeria, più che altro perché andavano a passo di bradipo per colpa di Emma e Francis, che si fermavano a guardare le vetrine dei negozi.
Una volta giunti in pizzeria, si diressero verso il tavolo prenotato e Lovino si sedette accanto al muro, dando per scontato che la sua ragazza si sarebbe seduta accanto a lui: si sbagliava di grosso.
Emma andò a sedersi si un posto più in là, lasciando uno spazio vuoto tra lei e Lovino; aveva già calcolato tutto. 
«È ora, dovrebbe essere qui a momenti» osservò il francese guardando l'orologio da polso che aveva, per poi guardare verso l'entrata della pizzeria.
«Di già?» chiese perplesso Lovino: era già passata mezz'ora?!
Francis e Gilbert non fecero in tempo a dire niente, poiché si accorsero della chioma castana del ragazzo in questione che veniva verso di loro.
Lovino si voltò con il capo, posando il braccio sullo schienale della sedia, per osservare il migliore amico della sua ragazza: alto, abbronzato, dai capelli ricci e castani e dagli occhi verdi. Si portava dietro un borsone nero e il ragazzo si chiese perché non l'avesse lasciato in hotel o a casa, se ne aveva una.
Emma fu velocissima; non fece aprire bocca al ragazzo e si buttò letteralmente su di lui, accogliendolo in un abbraccio caloroso, saltandogli in braccio. 
In pizzeria si udì subito la risata cristallina dello spagnolo che, mentre abbracciava Emma, rischiava al contempo di cadere all'indietro.
«Emma, Emma! Sto cadendo, ti prego continenti!» rise il ragazzo tenendosi stretto la belga, intenerito.
«Scusami! Mi sei mancato da morire, Tonio!» esclamò la bionda, dandogli anche un bacio sulla guancia, prima di staccarsi. 
«Perdonatemi, posso salutare anch'io?» ridacchiò Gilbert mentre si avvicinava, trascinando anche lui lo spagnolo in un abbraccio vigoroso, contento di vederlo dopo tanto tempo.
A loro si unì Francis, non volendo mettersi a fare la fila per ricevere un dannato abbraccio. 
«Ragazzi, calmatevi, mi state facendo soffocare con tutti questi abbracci-» disse infine lo spagnolo prima di staccarsi dai suoi amici, dando delle pacche sulle spalle ad entrambi, i quali risero e si scusarono nel caso avessero usato troppa forza. 
Lovino, che aveva assistito a tutta la scena, se ne stava nel suo angolino, sentendosi decisamente di troppo. Infondo quello era un incontro tra amici di vecchia data, e il ragazzo tirò un sospiro.
Voglio andare a casa.
Ma con questo suo sbuffare, attirò immediatamente l'attenzione del ragazzo spagnolo, che si avvicinò a lui.
«Tu devi essere Lovino, dico bene?» disse con un sorriso a trentadue denti, porgendogli gentilmente la mano.
L'italiano, appena udì la voce squillante dello spagnolo, si voltò un po' timoroso. Porse la mano al ragazzo, annuendo appena e facendosi più piccolo.
«Sì, sono io...» disse abbassando un po' la voce.
«Piacere di conoscerti!» esclamò il ragazzo «Io sono Antonio» gli sorrise dolcemente, ignorando del tutto la timidezza dell'italiano.
Lovino si bloccò per un istante, quando un pensiero, piccolo e insignificante, fece capolino nella sua testa: quello era il sorriso più bello e luminoso che avesse mai visto in vita sua.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: MooseLostHisShoe