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Autore: MonicaX1974    19/08/2020    1 recensioni
Harry è tornato a far parte della vita di Zayn, ha ritrovato un amico, un collega, un fratello. Sta lavorando a un nuovo disco, è impegnato nel sociale, conduce una vita tranquilla, disinvolta, senza problemi di alcun tipo per la testa: fa quello che gli va, quando gli va di farlo.
Nessun impegno, nessun progetto sentimentale, concentrato sul lavoro e sul divertimento, ma non ha fatto i conti con il destino, che gli ha messo sulla strada una delle prove più intense di tutta la sua vita.
Si ritroverà, suo malgrado, a lottare con tutte le sue forze contro sé stesso, contro di lei, e alla fine combatterà per lei, per loro, perché non potrà fare altro che arrendersi.
Entrambi corrono veloci, senza sosta, troppo presi dalla loro carriera, ma qualcosa li costringerà a fermarsi.
A fermarsi e restare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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How many times can I tell you
quante volte posso dirti

You're lovely just the way you are
sei bella così come sei

Don't let the world come and change you
Non lasciare che il mondo arrivi e ti cambi


[...]

Don't let them dim the light that shines in your eyes
non lasciare che offuschino la luce che brilla nei tuoi occhi

If only you could love yourself the way that I love you
se solo tu ti amassi nel modo in cui ti amo io

 

“The way that I love You”

Passenger

*****

Fuori tutti potevano guardarla, era bella come tante al mondo, dentro solo io potevo vederla, lei era unica magia improvvisa. Lei mi apparecchiava il suo sorriso sul viso e io riassaggiavo la vita.

Massimo Bisotti

*****

Sorridere a tutta faccia è il nuovo mood della dottoressa Coser.

Non può proprio smettere di farlo. Ha tentato un paio di volte di restare seria, ma le sue guance si sono ritrovate a stringersi quando le labbra si sono ripiegate all'insù senza che potesse comandarle. E tutto perché Harry non ha smesso di dirle quanto fosse noiosa per la sua puntualità, o per la sua pignoleria sul lavoro.

Nonostante i tentativi di sabotarla, l'ha comunque accompagnata in orario: Matilde è scesa dall'auto proprio davanti all'ingresso principale, non prima di averlo baciato almeno cinque o sei volte, facendolo ridere.

«Adesso scendi da questa macchina, prima che blocchi le serrature e ti riporti a casa» l'aveva avvisata Harry parlando sulla sua bocca, dopo l'ultimo bacio dal quale hanno fatto fatica a separarsi.

«Ti amo» aveva risposto Matilde con quel sorriso che non vuole saperne di sparire dal suo volto felice, e si è ritrovata a correre verso l'entrata dove è stata fermata da una voce che ha attirato la sua attenzione.

«Mati!»

La rossa si ferma poco prima delle porte scorrevoli e si volta, notando Stephanie che cammina svelta verso di lei.

«Puoi rallentare, Steph. Siamo in orario» la rassicura sorridendo.

«Credevo di aver fatto tardi. Ehi, è successo qualcosa?» le domanda osservandola con curiosità.

«Perché me lo chiedi?» Matilde fa la finta tonta, ma sa che a breve la bionda la costringerà a rivelarle tutto.

«Perché hai la faccia da "sono stata con Harry Styles"».

Matilde scoppia a ridere per quella affermazione, poi riprende a camminare, dirigendosi all'interno dell'ospedale con la collega alle calcagna.

«Perché? Ho la faccia diversa quando sto con lui?»

«Oh, sì... Merda, aspetta!» esclama la bionda, fermandosi al centro del corridoio, facendo bloccare anche Matilde. «Vuoi dire che il ragazzo tutto imbacuccato in pieno giugno, al volante dell'auto dalla quale ti ho vista scendere, era Harry Styles?»

«Shhh. Non vorrai che lo sappia tutto l'ospedale?» replica divertita Matilde.

«O mio Dio! Davvero?»

«Sì, davvero, Steph, ma preferirei che non lo sapesse mezzo mondo».

«Okay, hai ragione, scusa» Matilde riprende a camminare e la collega l'affianca in fretta. «Ma mi dirai i dettagli, giusto?»

Matilde sorride ancora di più. «Non ora. Perry si aspetta che io sia puntuale. Non voglio fare figuracce».

«Va bene. Allora stasera, alla fine del turno?» domanda speranzosa, seguendo la rossa negli spogliatoi.

A quel punto, Matilde si volta a guardarla, con quel sorriso che non smette di esistere sul suo volto e Stephanie capisce al volo ciò che intende.

«Lo vedi di nuovo?»

«In realtà ha detto che resterà tutto il giorno nel mio appartamento e mi farà trovare la cena pronta» rivela compiaciuta, aprendo l'armadietto per recuperare la divisa pulita.

«Oddio! Ma quando è successo tutto questo?»

La rossa scuote la testa, togliendosi la maglietta di Harry, che ripiega con cura osservando che potrebbe davvero sembra una qualunque maglietta, ma lei sa a chi appartiene. Per questo non può evitare di inspirarne il profumo, prima di infilarla nell'armadietto.

«Ti racconterò tutto, Steph, ma non adesso».

Matilde non vuole perdere tempo, e in realtà non ha molta voglia di condividere il suo momento speciale. Stephanie le è stata molto vicina nelle scorse settimane, è stata una vera amica e sa che merita qualche spiegazione, ma ora ha voglia di godersi quell'attimo di paradiso tutto per sé.

«D'accordo, ma non mi scappi» la minaccia scherzosamente.

Entrambe si preparano in fretta e prendono servizio. Matilde ha ancora quel sorriso quando arriva nello studio del dottor Perry, che la stava aspettando.

«Buongiorno, dottoressa Coser» e per Matilde è inevitabile ripensare al buongiorno che ha avuto un paio d'ore prima da Harry: le stesse parole che ha pronunciato il suo capo, ma che hanno avuto un effetto totalmente diverso.

«Buongiorno, dottor Perry».

«Sbaglio, o sei di ottimo umore stamattina?» le chiede, facendo il giro della scrivania per raggiungerla.

«Assisterò a un intervento complesso» ribatte, come se fosse il motivo di quell'espressione felice.

«Non credevo che una stenosi spinale lombare provocasse un tale sorriso».

«È che ho una grande opportunità e non voglio sprecarla» spiega tranquilla.

«Beh, vedrò di procurarmi altri interventi come questo, se posso vederti così sorridente». Matilde non ribatte, non ha argomenti che ha voglia di condividere con lui, così si limita al silenzio. «Okay, adesso andiamo. L'anestesista sta preparando il paziente, noi possiamo scendere in sala».

È con il cuore leggero, ma la mente concentrata, che Matilde si avvia a seguire il dottor Perry: per un po' dovrà smettere di pensare a Harry Styles, ma giusto un po'. Stasera lo troverà ad aspettarla e non potrebbe essere più felice di così.

***

Ha trascorso quasi tutto il turno in sala operatoria, talmente concentrata da non accorgersi del tempo che passava. Le ultime due ore le ha impiegate a visitare pazienti in pronto soccorso: non le è toccato niente di pesante e allo scadere delle sue ore non ha dovuto fermarsi più del necessario - e nemmeno ha voluto farlo, come spesso succedeva nei giorni precedenti.

Si è recata di corsa al suo armadietto, si è cambiata altrettanto in fretta e si è precipitata in corridoio per raggiungere l'uscita, ma è stata fermata davanti all'ascensore.

«Mati, noi stiamo uscendo a bere qualcosa. Vuoi unirti a noi?» Si volta a guardare il dottor Perry, che indossa un jeans e una camicia, e gli sorride.

«Grazie, ma ho già un impegno» spiega, premendo il pulsante di chiamata dell'ascensore.

«Chiunque sia puoi invitarlo» insiste Perry.

«Sarà per un'altra volta» taglia corto Matilde, entrando in ascensore «ma grazie lo stesso».

Le porte si chiudono, lui la saluta con una mano, e lei tira un sospiro di sollievo: non è la prima volta che declina un suo invito e ogni volta sente di non essere nel giusto. Al momento, però, non vuole pensarci, perché ha la necessità di convogliare tutte le sue energie su un'unica persona.

Arrivata al piano terra cammina svelta fino all'esterno e si guarda intorno, alla ricerca dell'auto di Harry, ma si ferma quando non la vede. Respira profondamente, per recuperare il fiato dalla breve corsa, poi resta ferma spostandosi di lato per lasciare libero il passaggio.

«Dannato telefono» impreca a denti stretti, maledicendo il fatto di non averlo con sé.

Passa poco più di un minuto, in cui Matilde inizia a pensare le cose più negative, perché non ha ancora realizzato del tutto che può pensare positivo. Inizia a domandarsi se Harry abbia cambiato idea, o se sia tornato da Charlotte, o se si sia pentito di...

Un colpo di clacson la distoglie dai suoi pensieri. Porta lo sguardo in avanti e il sorriso torna prepotente sulle sue labbra. Resta a guardarlo e il finestrino si abbassa.

«Pensi di salire?» Non se lo fa ripetere e apre la portiera per prendere posto sul sedile del passeggero. «Scusa se non mi hai trovato qui fuori, ma il tipo della sicurezza mi ha fatto spostare tre volte. Diceva che ostruivo il passaggio ai mezzi di soccorso» si lamenta il cantante, nascosto dagli occhiali da sole e il cappuccio della felpa.

«Non fa niente. Sei qui».

«Lo dici come se dubitassi che ci sarei stato».

«Non...» ridacchia e lo guarda: ha un sorriso meraviglioso e anche se non può vedere i suoi occhi, sa che sta sorridendo anche con quelli. «Scusa, è che sono stanca» mormora alla fine, non volendo parlargli ancora delle sue paure, perché non vuole farlo in macchina, in mezzo alla strada, e poi vuole la sua serata, la cena che lui le ha promesso nel suo appartamento.

«Allora metti la cintura che andiamo a casa, dottoressa». E non avrebbe potuto dirle cosa più bella.

A casa.

Riesce a rilassarsi durante il tragitto, la presenza di Harry è sempre un toccasana per lei. Il cantante si fa raccontare la sua giornata, si fa spiegare l'intervento anche se non ne capisce nulla, e Matilde adora condividere con lui il suo lavoro e Harry l'ha capito. Non gli importa sapere come avvenga "l'asportazione chirurgica degli elementi ossei posteriori che comprimono le radici nervose", quello che gli piace è sentire la passione nelle sue parole; adora la luce che ha in quegli occhi blu quando gli racconta come ha cauterizzato una vena, o come ha suturato una ferita. Cose al limite dei film horror per lui, ma che quando vengono raccontate da lei assumono tutto un altro aspetto.

Una volta a casa di Matilde, Harry resiste alla tentazione di seguirla nella doccia, perché "puzzo di disinfettante". L'ha aspettata a tavola dove lei l'ha raggiunto indossando un leggings e una maglietta.

La rossa non fa che ripetere di non aver mai mangiato niente di più buono e Harry ha continuato a ricordarle che si è limitato a scaldare un paio di piatti d'asporto, ma entrambi sanno che non era il contenuto del piatto ad essere così buono, perché la parte migliore della cena era condividere un momento che sarebbe appartenuto soltanto a loro.

Dopo aver riordinato il tavolo e buttato i contenitori vuoti si sono seduti sul divano, uno accanto all'altra, ma la distanza si è ridotta quasi subito: Harry ha fatto sollevare le gambe a Matilde e le ha fatte posare sulle sue. Ha posato le mani sulle cosce della rossa ed è rimasto con il busto ruotato verso di lei per guardarla.

«Tu che hai fatto oggi?» gli chiede, posando una mano sulla sua.

«Ho scritto» rivela con un sorriso soddisfatto.

«Davvero? Potrò dire che una canzone del tuo nuovo album è stata scritta a casa mia?» domanda divertita.

«Qualcosa del genere».

«Hai scritto anche quando eri a Londra?» Matilde sa che si sta addentrando in un terreno pericoloso, ma è un argomento che entrambi hanno necessità di affrontare.

«No, Mati. Non ho scritto nulla a Londra» confessa, tornando serio.

«Perché ci sei andato?» la rossa si lascia sfuggire quella domanda con un filo di voce. Ha paura di sentire la risposta, ma ha bisogno di saperlo.

«Perché sono stato un codardo. Ti ho dato un ultimatum e quando ho visto la foto di te e Niall, ho... ho avuto paura».

«Paura? Paura di cosa?»

«Paura di non essere all'altezza, Mati. Tu mi avevi lasciato in sospeso e l'ansia mi stava divorando. Stavo impazzendo per avere una risposta su noi due e tu te ne andavi in giro con Niall. E adesso lo so che era un ragionamento del cazzo, ma ero così fuori di me che ho reagito da stronzo».

È strano come Harry si senta allo stesso tempo sollevato perché sta tirando fuori ciò che l'ha fatto soffrire, ma colpevole per il suo comportamento e perché legge negli occhi di Matilde quanto le sue parole la facciano sentire a disagio.

«Mi hai sempre rimproverato di scappare davanti ai sentimenti e poi l'hai fatto tu». Quella di Matilde è una semplice constatazione, il suo intento non è quello di rimproverarlo, ma quello di capire e chiarirsi.

«Già, lo so. Potrei dire che mi dispiace all'infinito, ma so che non servirebbe a sistemare le cose».

«Cos'è successo a Londra?» la rossa gli pone quella domanda pur avendo il terrore di scoprire la risposta, perché se le ricorda tutte le foto che l'hanno visto protagonista di notti brave circondato da modelle sempre diverse.

«In un primo momento ho creduto che sparire per un po' mi avrebbe fatto bene: mi sono chiuso in casa e mi sono isolato dal mondo, ma più restavo da solo con me stesso, più sentivo un vuoto che mi faceva soffocare. Ho cominciato a uscire, credevo di riuscire a distrarmi, ma tu eri sempre qui» spiega, portandosi una mano alla testa «e dovevo farti uscire per riuscire a pensare con più lucidità. Credevo che l'alcol mi avrebbe aiutato, ma tu non te ne andavi mai».

Sono tante le informazioni che Matilde deve metabolizzare e il fatto che le immagini di lui con tante ragazze siano ancora ben vivide nella sua mente, non l'aiutano a essere razionale.

«Eppure, dalle foto che circolavano, sembravo l'ultimo dei tuoi pensieri».

«No, Mati» si affretta a precisare Harry, tornando a posare entrambe le mani sulle cosce della rossa. «Non ho fatto altro che pensare a te...»

«Sei andato a letto con qualcuna di loro?» gli domanda interrompendolo, e quel solo pensiero le ha fatto venire la nausea.

Nonostante non sia la prima volta che ha ipotizzato una situazione come quella, realizzare che possa essere avvenuta davvero le provoca un dolore al petto così intenso che le sembra di impazzire.

«No, Mati. Non l'ho mai nemmeno pensato. Ti ho già detto che non ti avrei mai fatto una cosa del genere. Da quando ti conosco tu sei stata l'unica» confessa sincero, tornando a sentirsi sollevato nel vedere lo sguardo più disteso di Matilde.

«E allora Charlotte?» gli crede, ma ha bisogno di conoscere ogni dettaglio.

«Charlotte non è niente di più che un'amica. Se all'inizio volevo solo smettere di pensare a te, quando ho raccontato a Charlotte di noi, lei mi ha fatto capire cosa mi stavo perdendo e allora ho avuto la stupida idea di farti ingelosire, perché non ho mai smesso di volerti, ma ero consapevole che con te non sarebbe bastato parlare. Tu sei così ostinata e caparbia, che quando ti metti in testa una cosa, non c'è niente che possa farti cambiare idea. C'è un solo modo per ottenere una tua reazione: sfidarti, spingerti oltre il limite, altrimenti non ti aprirai mai». Matilde non ribatte a quelle parole, perché è tutto vero e non è sorpresa di quanto lui sia riuscito a comprenderla.

«Scusa se non mi è facile crederti, ma mi tortura ancora oggi il ricordo di lei, a casa tua, con addosso la tua camicia bianca».

«Mi dispiace, davvero, quel momento non era previsto. Charlotte era passata da me per andare a una cena in cui farle da accompagnatore. Le ho offerto un drink prima di farmi una doccia e le ho sporcato il vestito, perché ero distratto a pensare a te. Ha chiamato qualcuno per farsi portare un abito pulito, ma le ho versato tutto il bicchiere sui capelli, così ho insistito perché si facesse una doccia prima di me. Quando mi hai portato quello spartito, Charlotte si stava vestendo nella camera degli ospiti e io avevo appena fatto la doccia. La nostra discussione è arrivata fino a lei, che ha pensato di forzare un po' la mano del nostro accordo e si è presentata davanti a te con addosso la mia camicia...»

«Accordo?» lo interrompe la rossa.

«Sì, ho costretto Charlotte ad assecondare questa stupida messinscena per spingerti a confessare che mi amavi. Mi dispiace, Mati. So di aver esagerato, ma non sapevo come altro fare. Non ho fatto che distruggermi il cervello nel tentativo di capire come farti confessare ciò che provavi per me, perché non ce la facevo più a starti lontano».

Matilde sembra assentarsi per qualche attimo. Harry non ha la forza a parlare, ha già fatto anche troppo. Si limita ad accarezzarle le cosce con un movimento delicato delle mani. Metabolizzare la confessione del cantante non è cosa da poco, ma nei giorni scorsi non ha mancato di farsi un esame di coscienza, e dopo aver colpevolizzato Harry per i suoi sbagli, si è resa conto che anche lei ne ha fatti, e non pochi.

«Ho la mia parte di responsabilità» rompe il silenzio a bassa voce, perché sta ammettendo di aver sbagliato, e non è cosa da poco per lei, perché si sta mettendo a nudo. «Ti ho dato filo da torcere, ti ho respinto ogni volta che potevo, e ho rifiutato l'idea di provare qualcosa per te perché soffrire di nuovo faceva troppa paura. Quando mi ero convinta a dare una possibilità al nostro rapporto tu sei sparito dall'altra parte dell'oceano e io ti ho odiato, Harry» rivela la rossa, sentendo lo stesso dolore al centro del petto, un dolore che arriva anche al cuore del cantante. «Ti ho odiato perché anche tu mi avevi deluso, te n'eri andato come ha fatto mia madre, come ha fatto il mio ex dopo che gli avevo confessato di amarlo. Tu mi hai inflitto uno dei dolori più grandi che abbia mai provato» rivela con la voce rotta. «E quando ho capito che un dolore così grande poteva essere causato solo da un amore ancora più grande, non sono più stata in grado di trattenerlo. Tutti i muri che avevo eretto a protezione del mio cuore hanno iniziato a danneggiarsi. Non riuscivo più a tenere insieme i pezzi e ho dovuto dirtelo».

Le parole di Matilde, nonostante siano cariche di dolore, sono la conferma che solo spingerla oltre il baratro avrebbe avuto qualche risultato. Se non fosse stata costretta non avrebbe rivelato i suoi sentimenti, ma questo non impedisce a Harry di sentire il suo dolore.

«Mi dispiace. Non volevo che soffrissi di nuovo».

Matilde porta entrambe le mani sul viso di Harry. Lo guarda dritto negli occhi, dove legge quel sentimento profondo che prova per lei, dove riesce ad arrivare alla sua anima ferita.

«Ti ho odiato tanto perché ti amavo di più. L'idea di perderti mi ha fatto andare fuori di testa. Saperti di un'altra mi ha distrutto, ma mi ha anche dato la forza di riuscire a dire quello che provo per te». Gli sorride per rassicurarlo, perché lo vede quanto sia perso.

«Non sono mai stato di un'altra, ne mai lo sarò. Ti amo così tanto che mi sono ritrovato in questa follia senza capire le conseguenze delle mie azioni». Per un attimo si ferma, lascia andare una piccola risata che però non ha niente di divertito.

«Perché ridi?»

«Un giorno Charlotte mi ha messo davanti alla possibilità che tu ti presentassi a qualche cena con un altro. Io le ho detto che ero sicuro che non l'avresti mai fatto, perché sei migliore di me».

Ed è come se Harry le avesse appena infilato una lama al centro del cuore, lasciandola lì in modo da farlo sanguinare fino a privarlo di ogni battito. Lei non è migliore di lui, tutt'altro, perché ha baciato un altro e non l'ha confessato. E la cosa peggiore è che non ha intenzione di farlo.

Troppa paura di rovinare ciò che sono riusciti a ottenere. Saperlo di un'altra l'ha fatta andare fuori di testa; perderlo dopo che hanno confessato di amarsi sarebbe insopportabile. Solo lei, Peter e Perry sanno cosa sia successo quella sera, Harry non ha modo di venire a saperlo. Matilde se ne convince, accantona in un angolo della sua mente quel dettaglio, come se non fosse mai avvenuto e torna a respirare.

«Non sono affatto migliore di te, Harry. Siamo due casini, ma ti amo, e riuscire a dirtelo è una delle cose più belle che mi potesse capitare nella vita» perché essere in grado di esternare i suoi sentimenti è qualcosa che credeva di non essere più in grado di fare. Invece è tornata a essere felice e vuole proteggere quella felicità a tutti i costi.

«Dimmelo ancora, dottoressa» mormora con un sorriso il cantante.

Anche Matilde torna a sorridere. «Ti amo, Harry. Ti amo così tanto che non m'importa se sei stato così stronzo» ridono entrambi a quell'affermazione. «Dio, quando ho visto Charlotte con quella camicia addosso volevo uccidervi» rivela alzando la voce.

«Per quel che può valere, si è scusata per aver esagerato e mi ha cazziato più volte, cercando di farmi desistere dal mio stupido piano di farti ingelosire, ma non potevo, non volevo farlo. Dovevo riuscirci...»

«E se non avesse funzionato?»

«Avrei provato qualcos'altro, fino a che avrei trovato il modo giusto per farti cedere» rivela con un sorriso.

«Ecco perché sei migliore di me. Perché hai sempre creduto in noi e perché hai fatto in modo che questo noi fosse possibile. Perché se non fossi stato così stronzo, oggi non saremmo qui e non potrei baciarti come se fossi solo mio».

Matilde lo bacia, lui sorride sulle sue labbra e l'aiuta a sollevarsi, per farla sedere a cavalcioni sulle sue gambe.

«Io sono solo tuo, Mati» sussurra sulle sue labbra. «E tu? Tu sei solo mia?»

«Solo tua, Harry» ribatte senza esitare.

«Quindi non saremo più amici?» domanda Harry con ironia e Matilde scuote la testa per dire no. «Possiamo dire di avere una relazione?» tenta cauto e la rossa fa cenno di sì. «Una vera relazione?» chiede di nuovo, ricevendo la stessa risposta da parte della ragazza. «E posso dirlo al mondo intero?» perché Harry non vede l'ora di vivere questa storia alla luce del sole e far sapere a tutti quanto sia felice.

«Magari per ora lo diciamo solo agli amici». Harry la osserva un po' confuso. «Ho bisogno di andarci piano ed essere travolta dai media non sarebbe d'aiuto, né a livello personale, né sul lavoro. Mi sto preparando per un esame importante e...»

«Smetti di blaterare, dottoressa» la interrompe con un sorriso. «Ho capito. Per ora lo terrò solo per me» afferma con un tono malizioso «ma prima o poi lo sapranno tutti, perché sono così felice che non posso tenerlo per me».

«Tu vuoi proprio farmi sentire orribile, vero Styles?»

«No. Io voglio farti sentire speciale, perché per me lo sei».

E lo sguardo che le regala le fa dimenticare il mondo intero, perché lui la fa sentire davvero speciale.

«Ti amo, Harry. Ti amo così tanto».

E non c'è bisogno di aggiungere altro al momento, perché Harry basta a Matilde e Matilde basta a Harry. Si amano, lo sanno, lo sentono, il resto può aspettare ancora un po'.

 Si amano, lo sanno, lo sentono, il resto può aspettare ancora un po'

*****

*****

SPAZIO CACTUS

Buonsalve belle persone!

Quanto sono belli quando va tutto bene? Ormai è ufficiale: Harry e Matilde hanno fatto un grandissimo passo avanti. Una vera relazione: finalmente hanno parlato e stanno iniziando a comunicare. Entrambi hanno ammesso sbagli e colpe, insomma sembra davvero che siano cresciuti, ma noi sappiamo che c'è un'ombra che potrebbe oscurare il loro rapporto.

Ed eccoci qui a vivere un altra giornata dei nostri piccioncini... Lui la accompagna a lavoro in orario... Lei che non smette di sorridere...ma quando è in ospedale ritorna ad essere l'integerrima Dott.ssa Coser...su di loro aleggia l'ombra del Dott. Perry... Matilde a deciso di non dire nulla ad Harry di quel bacio... Finalmente i due si chiariscono... Harry confessa del suo piano comprendente Charlotte... Ma le dice anche che non ha pensato nessun'altra perché per lui esiste solo lei... Matilde ammette la sua parte di colpa... Insomma finalmente si dichiarano una coppia... Anche se per adesso lo terranno solo per loro... Io e la mia meravigliosa socia, questo capitolo è tutto merito suo ❤️(sei stata fantastica... Ti adoro) , vi aspettiamo al prossimo aggiornamento... Grazie sempre di esserci ❤️ ❤️ ❤️

Eeeeee niente, grazie sempre per essere qui. Ci leggiamo al prossimo aggiornamento, intanto buona lettura 😍

 

   
 
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