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Autore: lagertha95    19/08/2020    3 recensioni
"Questa storia partecipa alla Fast Challenge: Abbracci indetta dal gruppo Facebook Il Giardino di Efp"
Avete presente quelle persone che sono tanto simili quanto diverse? E che magari si ostinano imperterrite a negare evidenze palesi? Ecco, Maya ed Aureliano sono esattamente così, nati e cresciuti praticamente insieme, anime affini capaci di capirsi con una sola occhiata, complementari come lo yin e lo yang. Abituati, potrei dire, ad aversi l’un l’altra e per questo incapaci, a volte, di comprendere l’effettiva importanza che ricoprono nella vita dell’altro.
In quest'album fotografico da sfogliare seduti sulla sabbia è raccolta la loro vita, spezzoni che proveranno a raccontare di loro in modo disordinato e caotico come loro (e come me).
Dal testo:
"Non si sbilanciavano quasi mai, sempre tesi a ricercare l’equilibrio tra loro come fossero equilibristi su una fettuccia sospesa. Ma ogni tanto accadeva – dopo una sbornia, dopo una rottura, dopo un litigio – che uno dei due si facesse sfuggire una parola, una frase, un gesto in più. Quella volta fu Maya a farlo, tra uno sbuffo di fumo e un sorso di birra sul mare."
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ed eccoci qui, a sfogliare un altro album fotografico in cui realtà e finzione si mescolano a formare un pot-pourri di roba dall’odore dolceamaro molto simile a quelli che si mettono nei cassetti per profumare i panni.
Siccome io non sono una persona ordinata, anzi, sono piuttosto caotica e tendo a saltare qua e là come una ranocchia, questa raccolta di (penso) drabbles sarà fatta allo stesso modo: scatti estemporanei senza una linea cronologica da seguire che racconteranno, almeno spero, un rapporto che dondola perennemente in bilico tra l’amicizia di una vita e qualcosa (ben poco chiaro) di più.
Maya ed Aureliano sono nati e cresciuti praticamente insieme, anime affini capaci di capirsi con una sola occhiata, complementari come lo yin e lo yang. Abituati, potrei dire, ad aversi l’un l’altra e per questo incapaci, a volte, di comprendere l’effettiva importanza che ricoprono nella vita dell’altro.
Alcune drabbles avranno come titolo o come “prompt aggiuntivo” quelle “parole intraducibili” che da un anno a questa parte hanno deciso di infilarsi nella mia vita rendendola più incasinata e al tempo stesso più chiara.


Tutto cominciò con un’estate strana

 

Maya ed Aureliano si conobbero che nessuno dei due aveva superato l’anno di età. Le loro madri, stese sull’asciugamano, li guardarono avvicinarsi. O meglio, le loro madri osservarono Aureliano avvicinarsi a gattoni stentati a Maya che, tranquilla e sola, giocava con la sabbia.
Fu, nei limiti delle possibilità di due quasi neonati, un’estate decisamente strana, fatta di combinazioni e incontri al parco, in spiaggia, alla sagra di paese…
Da lì era stato un susseguirsi di altre coincidenze che avevano voluto che i bambini si trovassero insieme al nido, alla materna e alle elementari e poi di conseguenza, in virtù di un’amicizia nata praticamente con loro, frequentassero anche le medie e le superiori nella stessa classe, compagni inseparabili di banco, separandosi per modo di dire soltanto all’università, quando finirono per scegliere indirizzi diversi della stessa facoltà.
Tutti, nessuno escluso, si erano chiesti una volta almeno nella vita come facessero ad essere amici due personaggi di quel calibro, così diversi in tutto tranne che nell’aspetto fisico, ma nessuno aveva mai trovato una risposta soddisfacente.

I. Addio
 
Prompt 1: L’ultimo abbraccio;
Prompt aggiuntivo - Viraha: la consapevolezza dell’amore che arriva nel momento della separazione, rendersi conto di amare una persona soltanto poco prima della sua (o vostra) partenza o di una separazione più o meno inevitabile.
 
La lasciò andare un attimo prima che il capotreno fischiasse e che le porte del treno si chiudessero alle sue spalle abbandonandola sulla banchina, le rubò un ultimo bacio a fior di labbra prima di sciogliere quell’abbraccio che sapevano entrambi essere l’ultimo. Le spalle gli si curvarono e il sorriso scivolò via dalle sue labbra. Un pezzetto di cuore, quello che non gli apparteneva più da tanto, troppo tempo ormai, salì con lei sul treno e lui si limitò ad osservarli allontanarsi insieme, come sempre.
[85]
 
II. Conquiste
 
Prompt 2: “Potresti abbracciarmi?”
 
Con costanza, dopo quasi vent’anni di amicizia, si era arrogato il diritto di poterla toccare senza rischiare il taglio delle mani.
Addirittura capitava, poche volte e generalmente nei casi di crisi mistica che la coglievano, che fosse Maya stessa a chiedergli un contatto più profondo.
Come quella sera in cui, semisdraiati su un lettino in riva al mare, lei sbronza marcia e appena lasciata dal primo amore, gli aveva chiesto di stringerla e lui l’aveva abbracciata.
[75]
 
III. Caution!
 
Prompt 3: Un quasi abbraccio
 
Si era fermato appena in tempo, giusto un attimo prima di chiuderle le braccia intorno alle spalle e varcare quel confine che - lo sapeva - l’avrebbe fatta irrigidire: era ancora troppo presto perché Maya si lasciasse toccare, le ferite troppo fresche perché si lasciasse curare senza ringhiargli addosso. Con noncuranza riportò le proprie braccia lungo il corpo, scrutato dallo sguardo nero e torvo dell’amica di sempre, sorridendo innocente come a dire “Ehi, guarda che non stavo facendo niente!”, limitandosi a sedersi di fianco a lei a guardare il mare.
[90]
 
IV. In bilico
 
Prompt 4: Immaginare un abbraccio
 
Da ragazzino Aureliano si era chiesto mille volte cosa si dovesse provare ad abbracciarla, che odore avrebbe lasciato sui suoi vestiti il suo corpo di ragazzina senza forme, amica di sempre eppure diversa.
Aveva tentato di immaginare cosa avrebbe provato nello stringerla, lei che da sempre era al tempo stesso abbastanza vicina da poter essere sfiorata e abbastanza lontana da non essere ingabbiata in un abbraccio, ma non ci era mai riuscito perché lei restava lì, in bilico, sempre pronta a scappare.
[82]
 
V. Arrocco
 
Prompt 5: “Tutto quello di cui avevo bisogno, era solo un tuo abbraccio”
 
«Tutto quello di cui avevo bisogno era solo un tuo abbraccio!» gli urlò Maya, gli occhi pieni di lacrime che pure restavano ferme sulla rima inferiore, spaventate forse dalla rabbia che la ragazza emanava quasi fosse calore.
Aureliano si mosse in un arrocco da manuale, scambiando il re con la torre, difendendosi attaccando perché voleva sentirselo dire che aveva bisogno di lui, perché ci sperava che si fosse accorta che qualcosa stava cambiando.
«Tu non vuoi mai abbracci! Cos’è cambiato questa volta?»
[82]

 
   
 
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