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Autore: MaxT    20/08/2020    6 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto dei capitoli precedenti

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph. Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.
La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.
Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.
Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.
Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube.
Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube. Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera. La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore, il kollatas, per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti. La terza missione fu recarsi a Meridian e rubare nelle case di alcuni benestanti delle piccole scorte di acqua magica, aiutandosi con trucchi ipnotici.
All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, lei lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.
Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric.
A Kandrakar il Saggio Endarno mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi. Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.
Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito. Con lei va alla ricerca di una palestra di arti marziali dove lavorare come istruttrice, finché incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.
Yarr le racconta di essere stato esiliato due anni prima perché aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo aveva segretamente interceduto perché la pena fosse commutata in esilio.
Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.

 

 

Capitolo 13

La soffitta dei portali

 

Orube guarda fuori dalla finestra del suo soggiorno, attraverso il vetro ondulato dalle gocce di pioggia. Le dieci di mattina sono già passate, e le ragazze non si vedono ancora. Possibile che abbiano rinunciato per questo tempaccio?
Mentre si interroga su questa possibilità scorge, da sopra la siepe, parcheggiare l’automobile dall’inconfondibile color verde bambù metallizzato di Cornelia. Quando si aprono timidamente le portiere, quattro grandi ombrelli variopinti sgusciano dalle aperture e si aprono come funghi.
Nel frattempo un quinto ombrello, azzurro e più piccolo, percorre con calma il marciapiede e si aggiunge agli altri, seguendoli senza fretta.
Prima ancora che il campanello squilli, lei preme il bottone per sbloccare il cancelletto e apre l'uscio, osservando le Guardiane mentre percorrono il vialetto e la lunga scalinata d'ingresso sotto lo scroscio.

Le prime quattro entrano, riponendo gli ombrelli fradici sul pianerottolo esterno e sgocciolando dai loro soprabiti. “Ciao Orube”. “Scusa le impronte”. “Bella domenica”.
“Siete tutte bagnate”, constata Orube. “Toglietevi i soprabiti. Aspettate, porto qualche straccio per i piedi...”.
“Non proprio tutte. Per me non serve, grazie”, le risponde Irma, arrivando per ultima con un sorrisino soddisfatto mentre sfoggia l’ombrellino perfettamente asciutto, portato solo pro forma. “Ho preferito fare una bella passeggiata”.
Cornelia la squadra con una punta d'invidia. “Chissà perché, la guardiana dell’acqua è l’unica che di acqua addosso non ha neanche una goccia”.
Irma si para le mani avanti. “Niente proteste! Lo avevo detto, io, che se si disloca il portale, potevamo dislocarci anche noi, e chi mi ha dato retta?”.
Will scuote il viso. “Non potevamo rischiare di usare un potere soprannaturale per un motivo così banale. Cosa succederebbe se qualcuno lo notasse?”.
“Però per il portale sì, vero?”, insiste Irma.
“E la mia macchina?”, rinfaccia Cornelia, “La lasciavamo lì?”.
Orube torna dalla cucina con alcuni stracci per il pavimento. “Volete un tè caldo?”.
“Magari dopo”, risponde Will per tutte, “Matt è ancora in negozio per controllare che nessuno possa notare la sparizione del portale, e non vorrei farlo aspettare a lungo”.
Hay Lin si guarda in giro, scendendo tre scalini fino al soggiorno. “Dove vorreste metterlo? C’è posto su quella parete, spostando il quadro...”.
“No, questa stanza non è adatta”, la riprende Cornelia. “C’è il finestrone poco sopra il livello del terreno, e dal pianerottolo esterno si vede benissimo dentro”.
Taranee raggiunge Hay Lin in soggiorno, poi si volta indietro a guardare verso l’ingresso, più in alto. “E poi, è il primo posto dove entrerebbe qualunque estraneo”.
C’è qualche scantinato, per rispettare la tradizione?” chiede Will.
Orube nicchia. “C’è, ma è sporco e ingombro di robacce. Ci ho messo piede una volta, e mi è bastato”.
“Se è solo per quello...”, inizia Will.
“E poi ha finestre a livello del terreno, e un ingresso sull’esterno chiuso da un semplice lucchetto arrugginito, che qualunque ladruncolo potrebbe aprire in un momento”, aggiunge Orube. “E se non bastasse...”.
“Basta e avanza”, conviene Will. “Che cosa proponi?”.
Lei ci riflette, poi si volta verso la scala che porta di sopra. “La stanza più sicura è la soffitta”.

Orube precede il gruppo su per le scale e il corridoio dalle pareti verde pisello, poi alza la mano verso una cordicella penzolante dal soffitto e la tira giù, facendo aprire una botola con una scala ripiegabile.
Mentre le altre la seguono, fa strada salendo fin alla soffitta: ampia, polverosa e con le travi in vista. “Cosa vi sembra?”.
“E’ lo stesso luogo dove si trovava il portale della professoressa Rudolph”, constata Irma indicando la parete in fondo.
“Ti ricordi che paura, quella volta?”, le chiede Hay Lin, ricordando di essere stata legata e chiusa in uno sgabuzzino dalla sua insegnante, dopo essersi intrufolata nella sua casa di nascosto. “Ormai quei portali nella muraglia sono sigillati per sempre”.
Irma annuisce. “Erano i primi di novembre. Saranno cinque anni esatti tra pochi giorni”.
Cornelia storce il viso in segno di disapprovazione. “Ma non c’è proprio un posto più accessibile? Salire quella scala a pioli con la gonna lunga è quasi suicida!”.
“E’ più facile cambiare la gonna che trovare un altro posto adatto”, decide Will, “Per me questa soffitta è l’ideale.
Orube si dirige a passo deciso verso un armadio appoggiato sul muro di fondo e ne apre le ante, che cedono con un cigolio sofferente. All’interno c’è un’asta portagrucce con un po’ di vestiti vecchi della professoressa Rudolph. “Perché non lo mettiamo...”. Il suo gesto di spostare le grucce provoca un crollo generalizzato dei vestiti verso il fondo. Una nuvoletta grigia accompagna la piccola catastrofe. Lei non si fa impressionare, solleva tutti i vestiti tra i palmi e li depone su una cassapanca sul lato destro della soffitta, dove le travi del tetto si abbassano. “Questo posto sarà ancora più sicuro”, afferma indicando l’interno dell’armadio vuoto.
“Ma è un vero allevamento di acari della polvere!”, protesta Cornelia con un futile tentativo di coprirsi il naso col bavero, culminando in un colpo di tosse.
“Sorvegliato da secondini ragni!”, rincara Taranee arretrando con ribrezzo da una ragnatela a breve distanza dal suo viso.
“Va benissimo”, decide Will. “E’ chiaramente l’ultimo posto dove un estraneo potrebbe passare”.
Cornelia sbuffa scontenta. “Se sei proprio decisa, si impone un lavoro di pulizia”. Si erge dritta e punta entrambe le braccia tese contro la parete di fondo; degli aloni verdini e luminosi avvolgono l’ambiente davanti a lei, provocando vaghi fruscii e scoppiettii. Man mano che gira lentamente su se stessa, l’alone avanza inesorabile lungo le pareti.
Le altre, intimidite, le girano attorno per evitare le braccia tese e l’inquietante fosforescenza.
Tutte restano in religioso silenzio davanti a quello spettacolo unico, finché Irma, alla fine, concede: “Brava Corny. E pensare che una volta le streghe avevano bisogno di una scopa magica!”.
Cornelia la ignora, troppo compiaciuta con sé stessa. “Tara, puoi rilassarti. Ormai polvere e ragnatele sono solo un ricordo molesto”.
“Splendido, Corny”, si congratula Will, “Ora mando un messaggino a Matt, se la via è libera...”.
Attende brevemente, poi il suo telefono emette un suono sommesso. “Sì, perfetto. Procediamo!”.
Hay Lin accosta le ante, che sembrano protestare con un atroce cigolio.
Accanto a lei Irma recita solenne: “Spirito di Kandrakar, se ci sei batti un colpo!”.
Un forte tonfo risuona dall'armadio chiuso, provocando un sobbalzo collettivo di sorpresa.
Dopo un istante di esitazione, Hay Lin riapre prudentemente i battenti. “Sìì! Ragazze, il portale è arrivato!”.
Tutte si affacciano a vederlo, emettendo commenti e gridolini di soddisfazione. “L’agenzia di traslochi Kandrakar e Co. è la migliore”, gioisce Hay Lin.
“Hay Hey, mi hai copiato la battuta”, protesta scherzosamente Irma. “Si vede che sei cinese!”.
L’altra si acciglia. “Questa non te la copierà nessuno, è veramente pessima!”.
“Adesso facciamo una prova di contatto”, decide Will. “Ragazze, tutte qui. Pensate a Yan Lin”.
Come ogni volta, a quei pensieri focalizzati il portale risponde con una serie di oscillazioni concentriche della superficie specchiante.

La figura della Saggia appare oltre la cornice, contornata dall’ambiente candido e luminoso della Fortezza. “Guardiane, ora il portale è pienamente operativo. Possa la nuova collocazione dimostrarsi propizia, e donare armonia ed efficienza al vostro gruppo”.
Dopo una breve pausa per lasciar svanire i gridolini di soddisfazione delle ragazze, Yan Lin riprende: “Tutte voi sapete quanto questo portale sia versatile e potente. E’ necessario che nessun estraneo possa accedervi”.
Inaspettatamente, a Yan Lin si affianca Endarno. “Permetti una parola alle Guardiane, Saggia Yan Lin?”.
“Certo”, risponde lei un po’ sorpresa, tirandosi in disparte. “Saggio Endarno, hai piena libertà per le tue comunicazioni”.
“Grazie. Allora, Guardiane, Orube, è necessaria una precisazione. Tra gli estranei che non devono assolutamente avvicinarsi al portale senza nostra esplicita autorizzazione sono inclusi, anzi in prima fila, Cedric e Elyon di Meridian. Spero che non ci deluderete. Salute a voi”.
Detto questo, l’immagine svanisce nelle ormai consuete ondulazioni.

Cornelia resta di cattivo umore dopo la precisazione. “Mettere sullo stesso piano...”, poi si zittisce, con un’occhiata colpevole verso Orube.
Will spiega: “E’ che Elyon, in tempi recenti, ha dimostrato una straordinaria abilità nel ricreare oggetti e magie dopo averli semplicemente sfiorati con le mani”.
“Insomma, è solo una questione di copyright”, dà man forte Hay Lin.
“Non l’ha mica accusata di essere una malfattrice...” aggiunge Irma, fermandosi appena in tempo, ma ormai l’altro nome è nell’aria.
“… come Cedric”, completa Orube incrociando le braccia.
“Io non ho detto questo...”, cerca di giustificarsi Irma.
Incupita, Orube volta le spalle alle altre, dirigendosi verso la scala. “Restate pure quanto vi serve, io vado giù. Chiudete a chiave la porta d’ingresso. Avete già le chiavi”.
Will cerca ancora di richiamarla: “Orube, noi...”.
“Lo so, voi non avete detto niente”, risponde gelida scendendo lentamente le scale.

“Sembrava andato tutto bene”, dice tristemente Hay Lin, “Poi...”.
“Poi qualcuno...” lascia in sospeso Cornelia con un’occhiata di rancore verso il portale.
“Non parliamone qui”, interviene Taranee. “Meglio andarsene, per ora”.
“Riunione chiusa, quindi?”, chiede Irma. “E il tè?”.
“Ma ti pare il momento?”, la rimprovera l'altra iniziando a scendere.
“Aspetta”, riprende Cornelia, “Questa sera ci siete al compleanno di Elyon, sì?”.
Irma si porta la mano alla fronte. “E’ il trenta ottobre? Ah, sì… Ma abbiamo già un regalo?”.
Cornelia guarda l'orologietto al suo polso. “Non sono neanche le undici, c’è tutto il tempo per passare al centro commerciale. Ci state tutte? Qual’è il budget?”.

Chiusa nella sua camera, Orube ripensa a quanto avvenuto.
Oggettivamente non è successo nulla: era chiaro che tutte le altre reputavano Cedric un malfattore, anche se non hanno osato dirlo davanti a lei. Non c’era niente di nuovo in tutto questo, lo pensavano da anni, e non senza qualche ragione.
E allora, perché lei ha reagito così?
E’ chiaro che non si fidano più di lei e misurano le parole; il peggio è che questa sfiducia è meritata. Pochi giorni prima lei stessa ha ammesso con Will di avere mentito sulla rottura, ma quella bugia era innocua rispetto al resto non detto.
La strana paura del libro che Cedric aveva dimostrato era significativa, ma era in linea con quello che a Kandrakar sospettavano già.
Quello che tuttora sarebbe importante riferire è che lui ha ammonito di non usare il Cuore di Kandrakar contro il libro, perché avrebbe provocato una catastrofe.
Ma era un ammonimento o una minaccia? O più semplicemente un inganno come i mille altri che, le duole ammetterlo, hanno avvolto la sua vita?
E se lo riferisse ora? Forse non è troppo tardi. Ma dopo, cosa sarebbe di lui?
Una cosa è sicura: con il portale ormai in soffitta, è impensabile che lui possa tornare a vivere a villa Rudolph.
E lei è ancora degna di essere una Guerriera di Kandrakar? E soprattutto, lo vuole ancora?
Se Yarr avesse ragione su Basiliade, la congrega non porterebbe la colpa di restare indifferente a quell’ingiustizia?
Ripensa anche a certi discorsi da paladina della Terra di Cornelia; però, da quando Orube si è fatta un’idea del valore del denaro, ha capito che ciò che la bionda Guardiana spende ogni mese per il suo sofisticato vestiario basterebbe a sfamare una famiglia di contadini di Basiliade per un anno intero.
E certe affermazioni che le sono sfuggite a mezza voce, che i suoi poteri potrebbero essere più utili a salvare la Terra da chi la sta devastando piuttosto che per combattere i nemici di Kandrakar? A parte che Orube non ha mai capito chi stia devastando il pianeta e perché le autorità lo lascino fare… ma se fosse vero, questa indifferenza di Kandrakar verso le sorti della Terra non farebbe il paio con quella verso il sistema sociale di Basiliade?
 

“Non ho voluto dirlo prima, in casa di Orube, perché lei ha un orecchio finissimo...”, spiega Taranee mescolando il suo cappuccino, seduta al tavolino in un bar del centro commerciale, “...ma noi non abbiamo detto niente di sbagliato”. Guarda verso la guardiana dell’acqua, accomodata al suo fianco. “Neppure tu, stavolta”.
“Grascie hante della conscessione”, ironizza Irma masticando un pasticcino.
Will allontana la cannuccia del suo milkshake dalla bocca. “Lo sa anche lei. Secondo me è stato solo un momento di frustrazione, non ce l’ha con noi”.
Irma deglutisce il boccone, poi aggiunge: “E non le abbiamo neppure chiesto ragione del fatto che ci ha mentito”.
“Questo è da evitare come la peste”, la riprende Hay Lin con un lampo degli occhi.
Taranee continua: “Per me, quella cosa con Orube doveva comunque succedere. Se non oggi, tra una settimana o un mese. Mi sembra che si stia comportando come se volesse punirsi: prima ha lasciato il suo amante, ora sta compromettendo i rapporti con Kandrakar e con noi”.
“Ma punirsi perché?”, si chiede Hay Lin.

 

Nel suo negozio, Cedric guarda il calendario con apprensione. Domenica trenta ottobre… è il giorno in cui Elyon doveva tornare a Heatherfield per festeggiare il suo compleanno con le sue vecchie amiche. Il giorno in cui verrà a sapere del suo ritorno.
Si era immaginato la scena in mille modi diversi, ma l’esito era sempre funesto per lui: appena qualcuna delle streghe di Kandrakar accennerà alla giovane Regina di Meridian del suo ritorno, lei prima si stupirà, poi vorrà sapere tutti i dettagli. E poi, le basterà fare pochi conti sulla data della sua ricomparsa da Orube per non avere più dubbi su ciò che lui ha fatto!
La situazione, per lui, potrebbe precipitare di ora in ora.
E Orube? Tenterà ancora una timida difesa, in nome dell’amore che ha provato per lui, o sarà in prima linea tra i suoi accusatori?

 

“Sembra che da queste parti ci sia una schiarita”, constata Cornelia disattivando i tergicristallo della sua auto. “E guarda caso, siamo davanti a casa di Elyon”.
“Pensi che sia opera sua?”, chiede Will dal sedile accanto.
“Senz’altro”, risponde lei parcheggiando a breve distanza dalla villa. “Ragazze, scendete pure”.
Dall’altra parte della via sta arrivando anche Irma, già con l’ombrellino chiuso e, ovviamente, perfettamente asciutta. Le saluta con un cenno trionfante.
Entrati nel cortile, lo stato di abbandono del giardino è evidente, con rovi ed erba alta. Salvo poche brevi puntate, la casa è disabitata dal maggio scorso, quando Elyon e i suoi familiari sono tornati a Meridian dopo l'esilio.
Da sotto le saracinesche abbassate si vedono le luci della sala accese.
Accanto all’ingresso, sul lato sinistro della casa, c’è lei che le attende nel solito completino grigioazzurro che usa nei suoi viaggi a Heatherfield.
“Ciao ragazze!”, saluta sbracciandosi.
“Ciao Elyon”. “Buon compleanno”. Baci e abbracci.
“Cento di questi giorni!”, augura di cuore Irma.
“Cosi pochi?”. La giovane Luce di Meridian le fa una smorfia scherzosa e incrocia le trecce in un gesto di scongiuro.
“Scusa, cinquecento. Ti bastano?”.
“Mi accontento. Ah, ragazze, grazie!”, dice prendendo con gioia il pacchetto regalo offerto da Cornelia.
“E’ l’ultimo DVD di Karmilla in concerto”, spiega Irma.
“Fantastico”. Davanti ai loro occhi stupiti, estrae la custodia del DVD dal pacco senza neppure aprirlo. “Che… che… Bellissimo!”.
Will si guarda in giro preoccupata: i giochi di prestigio di Elyon rischiano di essere una potente calamita per attenzioni indesiderate. Per fortuna, nessun possibile spettatore è in vista.
“A proposito, quanti anni compi veramente?” le chiede Taranee; il discorso sull’età esatta di Elyon non le è mai stato molto chiaro.
“Che domande difficili, Tara”, le risponde lei, “In quale mondo intendi?”.
“Magari in questo?”.

Eleanor, la madre adottiva, si sporge dall’ingresso. Appare come una bella donna dal viso affilato e i lisci capelli color carota, ma ormai sanno tutte che non è il suo vero aspetto, né il suo vero nome. “Ciao ragazze, entrate”.
Fa strada verso il tavolone del soggiorno, al cui centro campeggia la tradizionale torta con le candeline. “Taranee, per rispondere alla tua domanda: l’età ufficiale di Elyon Portrait sulla Terra è di diciannove anni, ma in realtà è nata alla fine del 1984. Quand’era piccola, abbiamo dovuto falsificare l’età perché cresceva più lentamente delle bambine terrestri”.
“Grazie, mà”, brontola Elyon con una vena d’irritazione. E’ chiaro che non le piace parlare della sua età.
Eleanor le carezza il capo, poi si congeda: “Ragazze, sono venuta qui per aiutarla a preparare la casa, e per potervi salutare e ringraziarvi ancora del vostro aiuto passato. Però vi chiedo scusa, ma a Meridian mi attende un impegno. Ciao a tutte. Ellie, ricordati di chiudere la porta e la luce quando avete finito”.
“Sì mà”.

Appena sparita Eleanor in un baluginio, Elyon si sente padrona di casa. “Allora, ragazze, sediamoci. Cosa mi raccontate? Ah… mi aspettavo di vedere anche Orube, non era tornata a Heatherfield?”.
Dopo uno scambio di sguardi tra tutte, Cornelia le risponde, sedendosi alla sua destra: “Sì, ma oggi era piuttosto giù… non era giornata”.
“Sì...”, aggiunge Irma allungando la mano verso un vassoio di pastine, “E’ molto sulle sue dopo la rottura con Cedric”.
Elyon resta un attimo a bocca aperta, senza capire. “Cosa c’entra Cedric? Non mi avevate detto che era morto anni fa?”.
“Elyon, non ho avuto occasione di dirtelo…”, inizia Cornelia toccandole una spalla.
“… ma Cedric è ricomparso dal nulla, in una sera di temporale un po’ come questa”, completa Irma.
Hay Lin si aggancia: “E’ andato a casa di Orube, bagnato come un pulcino”.
“E si sono messi assieme felicemente per un po'”, conclude Taranee.
Elyon è così incredula che non riesce a proferire parola.
“Pensa, Ellie”, riprende Irma cercando, come al solito, qualcosa di divertente, “Se i due piccioncini non avessero smesso di tubare, forse te li saresti trovati assieme qui!”.
Elyon si adombra. “Stai scherzando, vero? Quel verme, qui?”.
Dall’esterno, un tuono fortissimo fa trasalire le W.I.T.C.H., e viene seguito da un cupo rumore di pioggia scrosciante. Un bignè sfugge dalla mano di Irma, rotolandole sulla gonna in cerca di salvezza.
“Ma certo che sta scherzando, Ellie”, interviene rapida Cornelia, avvolgendola con un braccio sulle spalle. “Conosci il tipo, no?”.
“Volevamo solo informarti”, precisa Will, “Era giusto che tu lo sapessi”.
Elyon annuisce, cercando di coprire la sua contrarietà. “Certo, avete fatto bene. Lo apprezzo. Ma Cedric è una ferita aperta, per me. Avevo giurato a me stessa che l’avrei dimenticato”. Giocherella nervosamente con le trecce per un attimo. “Ditemi, avete motivo di pensare che lui possa arrivare nel metamondo?”.
All’esterno, il rumore di scroscio si sta lentamente attenuando.
“No”, risponde Will. “Kandrakar ha cominciato a sorvegliarlo a distanza, e non abbiamo alcun sentore di ciò”.
“Bene, amiche mie. Vi chiedo ufficialmente questo, da Regina di Meridian a Guardiane di Kandrakar: se ci dovesse essere anche solo il sospetto che questo individuo possa tornare nel Metamondo, vi chiedo di farmi avvertire all’istante. Ma finché quel verme si limiterà a strisciare sulla Terra, lasciate che io possa dimenticarmi della sua esistenza!”. Finisce con uno sguardo torvo che pian piano si discioglie, tornando alla sua abituale espressione fanciullesca, mentre il rumore dello scroscio all’esterno sfuma nel silenzio.
“E adesso, ragazze, che cosa mi raccontate di bello?”.

 

Note sul capitolo 13

A differenza dei precedenti, questo capitolo è abbastanza movimentato, quantomeno dal punto di vista dei cambiamenti di prospettiva.
Per Cedric è andata abbastanza bene: temeva moltissimo quel che sarebbe successo quando Elyon avesse saputo di lui, ma la reazione emotiva di questa, culminata con una sorta di 'damnatio memoriae', lo metterà al sicuro per un po'. Gli è andata molto bene anche che Eleanor si fosse già allontanata quando hanno parlato di lui: lei, ex collega di Cedric nei Servizi Segreti, avrebbe certamente voluto saperne di più, e avrebbe subito capito che... lo saprete nelle prossime puntate.
La 'damnatio memoriae' non è nuova per Elyon; nel fumetto WITCH n.12, quando Phobos sconfitto la sfidò a ucciderlo, lei gli rispose che Meridian aveva un solo desiderio: dimenticarlo. Frase interessante, che può essere immaginata come un tratto importante nella mentalità di quella città.
Per quanto riguarda Eleanor, sempre in WITCH n.12 affermò di essere stata un capitano dell'esercito, ma ce la vedete a roteare uno spadone in mezzo a quei tozzi soldati dalla pelle marrone? No, lei potrà anche avere affermato questo in pubblico, ma in 'La Luce al tramonto' io la ho descritta come un ufficiale dei Servizi Segreti, subordinata a Cedric e commessa nel Ye Olde Bookshop. Se no, come potrebbe essersi adattata bene alla vita terrestre dopo la sua fuga nel nostro mondo con Elyon neonata?

  
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