Parte
9
Qui-Gon
era presente quando
Anakin aveva fatto
irruzione nel Tempio Jedi dichiarando che il Cancelliere Palpatine era
il
Signore Oscuro che stavano cercando, e aveva sentito Mace Windu
ordinare al
giovane di aspettarlo nella
Camera del
Consiglio mentre lui e altri tre
maestri andavano ad
arrestare il
Cancelliere.
Aveva
visto il suo precedente Padawan, vestito del suo solito completo nero,
che lo
faceva sembrare
troppo ad un Signore
Oscuro, dirigersi verso
la Torre del Consiglio,
e
aveva sentito un brivido correre lungo la spina dorsale.
Qualcosa
non andava, ma lui non se ne era reso conto di cos’era. Il
Lato Scuro della
Forza era sceso sulla galassia, offuscando la sua vista, offuscando la
vista
dei jedi… ma non quella di Obi-Wan.
Qui-Gon
pensò a suo figlio e si ricordò che lui aveva
insistito molte volte che
Palpatine era pericoloso, e che non avrebbero dovuto permettere ad
Anakin di
stargli vicino. Se solo Obi Wan fosse tornato, certamente avrebbe
saputo come
aiutare Anakin, lui conosceva il giovane che chiamava “
fratello” meglio di
chiunque altro.
Ma
il Generale Kenobi era lontano, su Utapau insieme al suo battaglione di
cloni
per distruggere le ultime forze rimaste al Generale Grievous.
Qui-Gon
andò nella Camera del Consiglio, sperando di trovarlo
lì, ma quando arrivò
scoprì che il
giovane non era là.
Nella
stanza sentì un’aura di disperazione e di paura,
una paura così forte da
offuscare ogni giudizio che lo fece gridare con la mente sperando di
raggiungere il giovane attraverso ciò che rimaneva del
legame che li aveva
legati durante l’addestramento.
/
/ No Anakin! Torna indietro! / / Non ricevendo nessuna risposta,
Qui-Gon si
precipitò verso l'ascensore, ma una voce nella sua mente lo
fermò a metà
strada.
/
/ Cosa c’è Padre? Sento la tua preoccupazione. / /
/
/ Obi-Wan! Come puoi sentirmi? Dove sei? / /
/
/ Sto entrando nell'atmosfera del pianeta proprio ora. Ho lasciato il
Comandante Cody su Utapau a occuparsi dei droidi che sono rimasti. La
Forza mi
ha rivelato che dovevo tornare il più presto possibile. / /
/ / E’
così infatti. Obi-Wan, Anakin ha
scoperto che Palpatine è il Signore Oscuro che stiamo
cercando. Mace Windu, Kit
Fisto e altri due maestri sono andati ad arrestarlo. Mace ha detto ad
Anakin di
restare al Tempio, ma lui li ha seguiti. Non è
più in sé, Obi-Wan. Tu conosci i
suoi sogni su Padmé… Cosa accadrebbe se Palpatine
riuscisse a convincerlo che
solo lui può aiutarlo a “salvare” sua
moglie? Potrebbe essere una tentazione
troppo grande per lui. / / Qui-Gon scosse la testa. / / Non avremmo mai dovuto
permettergli di sposarla…
/ /
/ /Non mi sembra che lui
abbia chiesto il
nostro consenso…ce l’ ha detto quando era
già tutto fatto e non c'era niente
che potessimo fare, dal momento che riferirlo al Consiglio era fuori
questione
// La voce di Obi-Wan aveva un accenno del suo solito sarcasmo. / / Ora
stai
calmo, Padre, mi sto dirigendo al palazzo del Senato. Sarò
là tra un minuto o
due. / /
/ / Stai attento, figlio
mio. / /
/ / Come al solito. / /
Il
contatto mentale fu interrotto, e Qui-Gon entrò lentamente
nell'ascensore, la
sua mente meditava sulla profezia del Prescelto, Anakin ed Obi-Wan.
Uscendo
dall'ascensore, si diresse verso i giardini per cercare di meditare
quando un
dolore improvviso ed insopportabile lo fece cadere sulle ginocchia.
/
/ Obi-Wan! / / Gridò con la mente, mentre respirava a fatica
ed i battiti del
suo cuore rimbombavano nelle
sue
orecchie. Quando il dolore si fu calmato, Qui-Gon si alzò in
piedi e
barcollando andò nell’hangar e salì sul
primo speeder che trovò.
Corse
veloce nel pesante traffico di Coruscant verso il Palazzo del Senato,
tentando
invano per tutto il tempo di contattare suo figlio.
Una
volta che fu arrivato, Qui-Gon evitò le guardie e, con la
spade laser in mano
corse nell'ufficio di Palpatine, solamente per fermarsi
quando vide i cadaveri di Kit Fisto, Agen
Kolar, e Saesee Tiin che giacevano nel corridoio.
Il
suo cuore batteva, Qui-Gon avanzò più lentamente
verso l'ufficio, doveva sapere
cos’era accaduto là, ma temeva anche
quello che probabile avrebbe trovato, perché per la prima
volta in vita sua la
Forza, era muta.
Entrò
nella stanza e là, fra i mobili in fumo e pezzi di acciaio
trasparente che
facevano parte di una
finestra
fracassata, c’erano Anakin ed Obi-Wan.
Anakin
stava inginocchiato sul pavimento e abbracciava il corpo immobile di
Obi-Wan,
dondolando avanti e indietro mentre bisbigliava ripetutamente,
“Per favore non
morire Obi-Wan, non morire fratello mio…”
Qui-Gon
non perse tempo e si inginocchiò al loro fianco.
“Cos’è successo?” chiese, mentre cercava
alla cieca le
pulsazioni di Obi-Wan.
“Palpatine
lo ha attaccato con i suoi fulmini blu…lui si era messo tra
il Signore Oscuro e
il Maestro Windu dopo che io…” la voce di Anakin
si affievolì e lui abbassò la
testa, il viso bagnato di lacrime .
“Dopo
che tu che cosa, Anakin?” insistette Qui-Gon, mentre
componeva il codice di
emergenza che avvertiva i Guaritori nel Tempio di accorrere
immediatamente perché
c’era urgente bisogno di loro.
“Dopo
che lui tagliò il mio braccio,” rispose una terza
voce, Qui-Gon ed Anakin, sollevarono
le teste per vedere Mace che torreggiava su di loro, una smorfia di
dolore
segnava i suoi lineamenti.
“Maestro...
Io…” iniziò Anakin, Windu lo
fermò.
“Lo
so, Anakin, lo so.” Poi il maestro di Korum si
inginocchiò ed guardò il corpo
immobile di Obi-Wan.
“Come
sta?”
“Non
lo so. Le pulsazioni sono forti, ma non riesco a sentire alcuna
attività nella
sua mente…Credo che sia scivolato nel coma.”
Mormorò Qui-Gon, intanto le sue
dita carezzavano la guancia barbuta di suo figlio, mentre incitava
mentalmente
i guaritori a fare presto.
“
Palpatine si diresse furiosamente verso Obi-Wan quando lui si mise in
mezzo tra
me e lui,” la voce di Mace si addolcì mentre
guardava a terra verso l'uomo
privo di sensi. “Ha deviato i lampi blu usando le sue mani o
il suo corpo… è
grazie a lui se io ancora sono vivo.”
Qui-Gon
inghiottì a fatica e poi chiese,
“Cos’è accaduto dopo?”
“Darth
Sidious continuò ad attaccare; il suo attacco era
particolarmente violento
perché voleva che Obi-Wan smettesse di parlare...”
“Di
parlare?”
“Si…a
me.” rispose Anakin, “Obi-Wan
insisteva
nel dirmi, nel ricordarmi chi io ero…chi io sono.... che io
sono un Jedi…e che
lui mi vuole bene…che io sono suo fratello...
io…io dissi a Palpatine di
fermarsi, di lasciarlo andare ma lui non mi ascoltò.
Così l’ho
ucciso. Ho tagliato la sua testa…è
là.”
Qui-Gon
annuì, mentre guardava fugacemente nella direzione indicata.
Tutto era chiaro,
beh, quasi.
“Anakin,
perché hai tagliato il braccio di Mace?”
“Perché
lui stava per uccidere Palpatine… prima che
potesse dirmi come avrei potuto salvare Padmé
dalla morte.”
“Ma
tu lo hai ucciso,
perché lo hai fatto?”
lo incitò Mace Windu.
“Ve
l’ ho detto. Stava uccidendo Obi-Wan.”
“Così
tu hai scelto tuo fratello invece di tua
moglie?” Incalzò Qui-Gon, sapendo che la risposta
era molto importante.
Anakin chiuse gli occhi per
qualche secondo, e
quando li aprì di nuovo
erano chiari e
sicuri. “No, ho scelto di essere un Jedi, come Obi-Wan mi
aveva detto. Ho
scelto di fare il mio dovere.”
Qui-Gon
e Mace si scambiarono un'occhiata prima di abbassare i loro occhi sul
corpo
disteso a terra e privo di sensi di Obi-Wan.
Anche
lui aveva fatto il suo dovere. Il Prescelto era stato tentato
dall’Oscurità, ma
il suo guardiano, il Guerriero Grigio l’aveva riportato sul
giusto cammino, un
cammino che lui non avrebbe mai più abbandonato.
La
volontà della Forza era compiuta, ma Qui-Gon sperava che il
prezzo per la
salvezza della galassia non fosse la vita di suo figlio.
Ma
grazie alla Forza, questo non accadde. Obi-Wan rimase in coma per due
settimane
mentre il suo organismo si stava riprendendo dal sovraccarico elettrico
che aveva
ricevuto. Il colpo aveva danneggiato alcuni dei suoi nervi e aveva
provocato
problemi alle gambe, problemi che Obi-Wan aveva risolto lavorando
duramente,
come dimostrava oggi la mancanza del bastone per appoggiarsi.
“Padre?”
“Cosa
c’è? Oh mi dispiace, mi sono distratto,”
Qui-Gon guardò suo figlio,
imbarazzato.
“Questo
l’avevamo già capito, Maestro,” Anakin
inserendosi. “Ora andiamo; non penso che
vorresti arrivare in ritardo proprio oggi.”
“Oh
no, mio Padawan, non potrei mai essere in ritardo. Questo è
il giorno che
aspetto da trentanove anni.”
“Nessun
rimpianto, Padre,” disse Obi-Wan, dandogli un sguardo ricco
di significato,
prima che i tre uomini si mossero verso la porta e lasciarono la
stanza.
Si
diressero lentamente attraverso il Tempio apparentemente disabitato,
adattando
il loro passo a quello misurato di Obi-Wan.
“Dove
sono tutti?” chiese Obi-Wan, mentre guardava le sale vuote.
Anakin
sorrise. “Penso che più ci
avvicineremo
alla Torre del Consiglio e più
incontreremo gente.”
Il
viso di Obi-Wan si tinse di rossore “non mi dite che sono
tutti là?!”
Qui-Gon
annuì, “naturalmente che sono tutti là.
Oggi è un giorno molto speciale, per
tutti di noi.”
“Lo
so, lo so. È solo che riesco a stento ad accettare cosa
accadrà realmente.”
Qui-Gon
ed Anakin non risposero, ma il cavaliere più giovane strinse
la spalla di suo
fratello in una comprensione silenziosa.
I
tre uomini girarono l’angolo ed entrarono in
un’altra sala, e come aveva
predetto Anakin, trovarono parecchia gente.
Maestri,
cavalieri, padawan ed iniziati: erano tutti là, e questo
fece ricordare a
Qui-Gon il giorno di tanto tempo fa quando lui, Obi-Wan ed Anakin
ritornarono
da Naboo.
Qui-Gon
scambiò cortesi saluti con quelli che lui conosceva bene, ed
il suo cuore si
strinse quando pensò a tutti i Jedi che lui aveva conosciuto
nella sua vita e
che non erano là quel giorno.
La
Guerra dei Cloni aveva causato la morte di troppi Jedi, ma almeno
l'Ordine
ancora esisteva. Non era stato spazzato via dai complotti di Palpatine
come era
successo all'Ordine dei Sith.
Darth
Sidious aveva sempre saputo che i Sith non sarebbero stati accecati dal
Lato
Oscuro come era successo ai Jedi perché loro avevano
più familiarità con lui.
Quindi,
il Signore Oscuro aveva avviato una campagna sistematica per eliminare
i Sith,
uno alla volta se fosse stato necessario, e l'Ordine Grigio, vittima
della sua
natura diffidente e sospettosa, aveva rifiutato di chiedere aiuto ai
Jedi. Le
loro file erano diventate sempre più assottigliate, anche
prima che la Guerra
dei Cloni iniziasse a reclamare
sia la
vita dei Sith che quella dei Jedi, arrivando al punto in cui non ci
furono
abbastanza maestri nel Tempio dei Sith per prendersi cura degli
allievi. I
bambini furono rispediti alle loro famiglie o trasferiti al Tempio
Jedi, mentre
l'Ordine Grigio languiva e poi moriva.
Obi-Wan
Kenobi, il Guerriero Grigio era l'ultimo dei Sith, ed era lui che tutti
i Jedi
erano venuti ad onorare oggi.
Era
lui che il Consiglio dei Jedi stava aspettando, mentre avanzava tra due
ali di
persone, i suoi numerosi amici gli battevano affettuosamente sulle
spalle e gli
stringevano le braccia mentre suo padre e suo fratello lo seguivano, i
loro
occhi umidi di lacrime trattenute.
Quando
le porte dell'ascensore si aprirono, Mace Windu era là ad
aspettarli.
“Sia
ringraziata la Forza sei qui! Stavamo iniziando a
preoccuparci.”
“Mi
dispiace Mace, ma attraversare tutto il Tempio ha preso più
tempo di quanto
avevamo previsto,” Mormorò Obi-Wan al suo amico.
Il
maestro di Korum annuì, poi allungò il suo nuovo
braccio artificiale, “posso
aiutarti?”
Obi-Wan
raddrizzò la schiena, orgoglioso e arrogante come al solito.
“No, grazie,
Maestro Windu.” Rispose
lui, molto
formale. “Sono perfettamente capace di entrare in quella
stanza ed
inginocchiarsi da solo.”
Mace
sorrise ed annuì, “Va bene.”
Le
porte della Camera del Consiglio si aprirono, e i quattro uomini
entrarono,
guardandosi intorno Obi-Wan notò i cambiamenti fatti nella
grande stanza
circolare. Le sedie erano vuote ed erano state spinte verso un lato
della
stanza, mentre le altre erano state lasciate libere per ospitare un
gruppo
selezionato di persone che avrebbero assistito alla cerimonia.
Obi-Wan
camminò al centro della stanza, dove lui rimase in piedi,
affrontando i dodici
consiglieri che stavano in piedi uno accanto all’altro di
fronte a lui, mentre
Qui-Gon ed Anakin si diressero verso il fondo della stanza. Anakin
andò vicino
sua moglie, Padmé Amidala Skywalker con i loro gemelli
appena nati, Luke e
Leia, mentre Qui-Gon affiancò Lianne Shinko Kenobi che
teneva tra le braccia
Ben Kenobi di due anni.
Qui-Gon
baciò la guancia di sua nuora e ad accarezzò i
capelli rossastri di suo nipote,
prima di scambiare un inchino con Bant Eerin, Garen Muhl e Siri Tachi,
i
migliori amici di Obi-Wan al Tempio.
Poi
si girò ad affrontare i maestri riuniti, e notò
con sorpresa che le sedie nella
stanza erano tredici, non dodici e si chiese brevemente chi si sarebbe
seduto
su quella sedia. Ma poi tutte le sue domande furono dimenticate quando
Obi-Wan
si inginocchiò lentamente e il Maestro Windu su
avvicinò a lui.
“Cavaliere
Sith Kenobi,” la sua forte voce echeggiò nella
stanza. “Siamo qui oggi per
chiederti di unirti a noi come membro a tutti gli effetti dell'Ordine
dei Jedi.
Da quando sei venuto a vivere con noi, ci hai provato continuamente il
tuo
valore ed è grazie a te che l'Ordine dei Jedi ancora esiste.
Ci farai un grande
onore se volessi accettare questa offerta?”
Qui-Gon
guardò suo figlio sollevare la
testa
annuire. “Sì, lo voglio.”
Mace
si mise da parte mentre Yoda prendeva il suo posto e accendeva la sua
spada
laser, imitato dagli altri consiglieri. Poi la sua voce
echeggiò nella stanza
silenziosa, mentre dichiarò la formula tradizionale e
vecchia di millenni.
“Obi-Wan
Kenobi, con il consenso del Consiglio” il vecchio maestro
Jedi toccò la spalla
sinistra di Obi-Wan con la spada laser. “tramite la
volontà della Forza,” Yoda
mosse la spada sulla spalla destra
dell'uomo inginocchiato. “Ti nominiamo Cavaliere
Jedi della Repubblica,”
e con un veloce movimento del polso lui tagliò via la lunga
treccia di Obi-Wan
che aveva da quando era diventato un Cavaliere Sith, diciotto anni
prima.
Con
il cuore pieno di felicità per suo figlio che ora era un
Jedi come aveva sempre
sognato, Qui-Gon si mosse in avanti. Desiderava aiutare Obi-Wan ad
alzarsi, ma
Mace Windu lo fermò con un rapido cenno della testa, mentre
Yoda disattivava la
sua spada laser e parlava di nuovo.
“Cavaliere
Kenobi, tale dedicazione raramente in vita mia ho visto. Ingiusto il
Consiglio
dei Sith è stato. Riconoscere i tuoi talenti loro non hanno
fatto. Deciso
questo Consiglio rimediare vuole a questa ingiustizia. Si alzi, Maestro
Jedi e
Cavaliere Sith Kenobi. Prendi il tuo posto in questo Consiglio,
benvenuto tu
sei.” Gli occhi di Qui-Gon si spalancarono con stupore mentre
simili
pensieri ugualmente
sorpresi di Obi-Wan
lo contattarono attraverso il legame.
Yoda
sorrise ed aggiunse, “Il meglio di due mondi tu sei, Obi-Wan.
Una tragedia
sarebbe se la saggezza dei Sith con te scomparisse. Molte cose
insegnarci tu
puoi. Pronti ad imparare, noi siamo.” Così
dicendo, tutti e dodici i
consiglieri chinarono le teste, accogliendo e onorando il loro nuovo
membro.
Quasi
senza essere notato, Qui-Gon attraversò la stanza e si
diresse verso suo
figlio ancora inginocchiato. Lui aiutò
Obi-Wan ad alzarsi in piedi e
lo strinse
forte tra le braccia, mentre intorno a loro la stanza esplodeva in un lungo, interminabile
applauso, ed una nuova
era si profilava per l'Ordine dei Jedi.
FINE