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Capitolo 15
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La sbarra che controllava le entrate e
uscite dell’edificio si alzò sopra le loro teste dopo aver verificato i loro
documenti, uno era un soldato, e per giunta assegnato a quella divisione,
l’altro un civile portato da lui.
“Deve prendere degli effetti personali per
il Generale” Gli disse osservando la faccia seria del piantone che squadrava il
lilla dalla testa ai piedi, e dopo qualche minuto gli porse il cartellino con
la scritta “VISITATORE” da apporre sulla maglia e bene in vista.
“Lo accompagna lei Sergente? Chiese con
fare altezzoso.
“Si certamente” Asserì lui salutandolo con
la mano alzata.
“Grazie per essere venuto con me Trunks, purtroppo avevo solo poche ore libere e non sarei
riuscito a tornare qui in tempo. Sai com’è…se non si rispettano gli orari, sono
cazzi amari” Confessò Teo.
“Per questo ho rinunciato al servizio di
leva” Sghignazzò Trunks.
“Peccato, tu e Goten
sareste arrivati molto in alto, siete una forza della natura”
“Ahahah Goten sarebbe stato sempre in punizione” Il glicine sa bene
che il suo migliore amico non è molto affidabile quando si parla di orari
rigidi e protocolli da rispettare rigorosamente.
“E poi, vi avremo fatto sfigurare”
Aggiunse scherzando, con Teo lo poteva fare, gli sembrava di stare a parlare
con il suo migliore amico.
“Oh se è per questo Mai vi ha già
preceduto, credimi Trunks, in tutta la mia vita non
ho mai conosciuto una ragazza così”.
“In che senso?” Il glicine inarcò un
sopracciglio.
“Mai è una ragazza con grande forza e
coraggio, guarda dov’è arrivata a soli vent’otto anni. Altri militari se lo
scordano alla sua età di comandare un intero plotone. Di solito, il grado di
Generale viene assegnato attorno ai quarantacinque - cinquant’anni d’età. E’ raro trovarne di così giovani, per non parlare del sesso
opposto”.
“Si, lei è straordinaria”
Teo notò una punta di malinconia in quelle
parole.
“Molto, anche se sinceramente non vorrei
essere il suo ragazzo” Mise le mani avanti “Una così ti spezza il collo in due
secondi se dici di farla arrabbiare” Ripensò a come aveva conciato Miller
qualche anno prima, fu proprio lui a trovarlo mezzo nudo nel corridoio degli
alloggi, pensò subito si fosse trattato di un pestaggio di gruppo, ne fu
sorpreso quando invece scoprì che era stata Mai a ridurlo in quello stato.
Trunks, del canto suo, ammirava quella ragazza proprio per
la sua forza e la sua volontà a non mollare nemmeno quando le cose si mettevano
male.
Le donne dei saiyan
sono forti sentì quella frase
da suo padre, e subito ripensò al carattere di sua madre, una donna che non si
era fatta intimorire nell’ospitare in casa sua un principe sanguinario e
dividerne il tetto, e poi il letto.
A Chichi, che
nonostante tutto aveva conquistato il cuore di Goku.
A Videl, un po'
le ricordava Chichi, come a lei, le piaceva
combattere e partecipare ai tornei, poco importava se doveva scontrarsi con
energumeni del calibro di Spopobich.
Percorsero dei corridoi finestrati da cui
filtrava molta luce, agli angoli si potevano trovare delle piante verdi su
enormi vasi di ceramica dipinti a mano.
“Si vede che qui ci stanno le persone
importanti, se vieni a visitare gli alloggi dei soldati è da mettersi le mani
nei capelli, ma ci siamo passati tutti.” Raccontò Teo.
Lui non dormiva in quel piano, ma lo
conosceva molto bene.
“Ecco siamo arrivati” Si fermarono davanti
ad una porta di legno pregiato marrone ed infilò la chiave nella serratura.
“Prenditi il tempo che ti serve, poi la
chiave consegnala a Mai, me la ridarà quando ci rivedremo. Io ho il turno di
guardia.”
“Grazie mille Teo, ci vediamo”
“Certo!”
“Ah Trunks!” Il
lilla lo guardò “Abbi cura di lei”.
“Sempre”.
*
Girò la chiave all’interno della serratura
ed aprì la porta, era incredibile come fosse in ordine quella stanza e come
tutto fosse rigorosamente al suo posto, anche se temeva di aprire qualche anta,
forse gli sarebbero caduti addosso vestiti riposti frettolosamente o scoppiati i
cassetti ad un suo movimento.
Ricordava che alla Capsule Corp, doveva stare attento a dove camminava per non
inciampare in vestiti, scarpe, e qualche bullone lasciato qua e la.
Sorrise a quel ricordo nostalgico.
La stanza era buia, così scostò le tende pesanti
color porpora dalle finestre in modo che la luce filtrasse.
Fu sorpreso che la stoffa avesse quel
colore, lo odiava, ma probabilmente o non le importava oppure non aveva il
potere di decidere di sostituirle con qualche cromia di suo gradimento, era si il Generale, ma questo non significava che ogni suo
capriccio si trasformasse in un suo ordine.
Notò un piccolo cristallo appeso
sull’angolo in alto a destra da uno spago color corda, quando alzò per caso la
testa sul soffitto che rifletteva una luce simile all’arcobaleno.
L’alloggio non era immenso, poteva essere considerato
un mini appartamento, c’era la camera, un bagno e un cucinino, insomma tutto il
necessario per il pernottamento.
Aprì l’armadio bianco a quattro ante
difronte al letto matrimoniale, in cerca di una valigia o qualcosa di simile,
la trovò in fondo, in un angolo.
Lo prese e lo mise sopra il letto aprendo
la cerniera ed iniziando a buttarci dentro maglie, pantaloni, la biancheria la
trovò nel comò al lato del letto singolo.
Avvampò quando prese tra le mani i suoi
reggiseni e mutandine.
Non che quella fosse la prima volta che ne
vedeva, ma quella era l’intimità di Mai, la ragazza che per qualche strana
ragione continuava ancora dopo anni a ronzarle per la testa, la ragazza capace
ancora di fargli battere il cuore facendolo sentire vivo.
Mise tutto molto velocemente e in modo
spaiato dentro il borsone, non sa di preciso quanta roba avesse preso, fatto
sta che svuotò quasi il cassetto, in fondo e sotto l’ultimo paio di mutandine,
una foto che la ritraeva con Trunks al Lunapark,
appena scesi dalla ruota panoramica.
Avranno avuto si e no undici anni.
La lasciò li e
chiuse malinconicamente il cassetto e fu la che sedendosi sul letto, notò altre
fotografie appese: lei con la targa di Generale il giorno della sua promozione;
i suoi compagni sopra un pick up e lei con la pompa
dell’acqua che li bagnava; lei e Teo stretti in un abbraccio amichevole; e
altre foto, alcune strappate da un lato e divise.
Aprì anche il cassetto del comodino, non
per sbirciare o farsi gli affari suoi, ma per vedere se poteva avere qualcosa
che in ospedale le potesse servire, tipo il caricabatterie del cellulare.
Ci trovò un orologio da polso, un
bracciale in argento con qualche pietruzza azzurra e una rivista aperta con un
articolo preciso “Cambio al vertice alla Capsule Corp. Il dott. Brief
lascia il comando della società alla figlia Bulma. Trunks nominato il nuovo presidente” La foto
dell’articolo era un primo piano del glicine e in una più piccola c’era Bulma che stringeva la mano a suo padre.
Bussarono alla porta e Trunks
chiuse il cassetto velocemente.
“Avanti”
Entrò Teo con una busta bianca in mano che
porse al ragazzo “Per favore, la puoi portare a Mai, mi sa che l’aspettava da
un pò”.
*
Quanto può durare la felicità di una
persona?
Difficile dirlo, un attimo prima stai
toccando il cielo con un dito e l’attimo dopo ti capita qualcosa che ti fa
sprofondare in un baratro da cui non si riesce a vedere la luce in fondo.
E’ quello che è toccato a Mai quella mattina.
Si era svegliata al settimo cielo, il sole
splendeva alto in quella giornata di primavera, i primi fiori si facevano
strada tra i rami e gli uccellini cinguettavano felici.
Aprì le finestre inebriandosi dell’odore
di fiori freschi e della rugiada mattutina.
Aveva una leggera nausea, ma il contatto
con l’aria pulita la fece stare meglio, pensò che la cena della sera le era
rimasta nello stomaco, non era abituata ad abbuffarsi di cibo fritto, ma
sembrava non potesse farne a meno.
Si voltò verso il letto guardando la
schiena nuda di Miles, che al contatto con il leggero alito di vento che lo
pervase, si svegliò.
“Buongiorno”
“Buongiorno a te” La salutò con la bocca
impastata dal sonno “Stai bene?”
“Si, mi sono solo svegliata prima di te”.
“Sei emozionata?” Le chiese invitandola a
sdraiarsi accanto a lui.
Quel pomeriggio avrebbe dovuto sottoporsi
alla prima ecografia.
“Molto” Le accarezzò il ventre ancora
piatto.
“Anche io” Lo baciò dolcemente.
Guardò l’orologio posto sul comodino “Uhh Com’è tardi, devo sbrigarmi” Miles aveva in programma
un’esercitazione per le reclute e non poteva tardare.
Si lavò velocemente e indossò i tipici
abiti, prima di chiudere la porta, le diede un dolce bacio sulla guancia.
“A dopo”.
Mai invece si era presa un paio di giorni
di congedo che decise di trascorrere in caserma invece che tranquilla a casa
sua, accanto al suo uomo.
Però aveva voglia di uscire, Miles avrebbe
lavorato tutta la mattina e la visita era alle 15.30.
“Vado in città a fare una passeggiata, poi
passo per casa mia per prendere dei vestiti più leggeri, ci vediamo
direttamente in studio medico”
Miles rispose a quell’sms alle 12.30,
quando le esercitazioni erano finite ed era ora di pranzo.
“Tesoro scusami, ma devo sostituire il
Maggiore che si è ammalato, non potrò esserci”
Mai si rabbuiò, era la sua prima ecografia
e il suo compagno non sarebbe stato presente.
Purtroppo conosceva fin troppo bene gli
obblighi di un soldato e più che con lui ce l’aveva con il sistema in generale.
Si toccò la pancia “Piccolino\a oggi papà
non ci sarà, ma sappi che ti vuole un gran bene”.
*
Frugò convulsivamente nella borsetta di
pelle nera alla ricerca dei certificati medici e della tessera sanitaria.
L’aveva dimenticati nel suo alloggio.
Erano le 15.15 e doveva sbrigarsi, nel
tragitto aveva chiamato l’ambulatorio dicendo di aver avuto un contrattempo che
e che avrebbe ritardato di qualche minuto.
Girò la chiave velocemente e non notò che
le bastò una mandata per aprile la porta.
Si precipitò in camera dove era sicura di
aver lasciato tutta la documentazione necessaria, e fu là che trovò Miles, il
suo compagno, il futuro padre della creatura che stava portando in grembo, che
ci dava sotto con una nuova recluta.
“Sei uno schifoso bugiardo” Inveì contro
di lui schiaffeggiandolo più forte che poteva.
“Aspetta, aspetta, lasciami spiegare” La
inseguì per il corridoio indossando velocemente un pantalone grigio di cotone
cercando di non inciampare.
Riuscì a prenderla per un braccio.
“Non toccarmi lurido verme” Gli diede uno
strattone e continuò a correre.
“Parliamone Mai, non è come credi”
Diede una spinta alla porta antipanico
verde, voleva solo uscire da lì, da quell’incubo.
E’ strano come tutto può cambiare in un solo istante.
In pochi minuti.
In pochi secondi.
Aspettavano un figlio e lui la stava
tradendo, e sul loro letto per giunta, si stava chiedendo quante volte fosse
capitato.
“Mai, aspetta, posso spiegarti” Continuava
ad urlarle tra i corridoi.
Inciampò al terzo scalino colpa degli
occhi annebbiate dalle lacrime e fece un ruzzolone per oltre un piano.
Sbatté la testa per terra e svenne.
*
Si risvegliò nel letto dell’ospedale
militare.
Quando apri gli occhi vide Miles che
riposava sulla sedia a fianco, lo guardò schifato e per poco non ebbe un conato
di vomito.
Cercò accanto a lei un bastone o qualcosa
da potergli tiragli addosso, una bottiglia d’acqua piena era l’unica cosa che
potesse andare bene.
Lo prese dritto tra testa e collo.
Anche Teo fece il suo ingresso nella stanza
per controllare la situazione.
“Ehi ciao!” L’abbracciò “Ti sei svegliata
finalmente” Le disse.
Anche Miles dopo la botta in testa,
ritornò nel mondo reale.
“Sono passato per un saluto veloce, devo
ritornare in servizio” Li salutò lasciandoli da soli, con certe notizie è
meglio non aver niente a che fare.
Mai avrebbe trovato la sua spalla pronta a
raccogliere le sue lacrime da li a poco.
“Tesoro senti”
“Non mi chiamare più così…è finita Miles”
Lo interruppe subito “…crescerò questo bambino da solo e tu uscirai dalla mia
vita” Non sapeva ancora nulla di cosa fosse successo, la testa le faceva ancora
male e il basso ventre dolorava leggermente.
“Il bambino…hai perso il bambino Mai” Le
disse senza tanti giri di parole con gli occhi lucidi dalla disperazione di
aver perso qualcosa di caro.
*
Trunks ritornò in ospedale alle 18.15, si presentò nella sua
stanza dopo aver superato i controlli delle nuove guardie.
“Eccomi”
“Ben tornato, e grazie per avermi portato
qualcosa, ho bisogno di farmi una doccia”
“Ti aiuto se vuoi” Furono le parole che
gli uscirono naturalmente dalla bocca, così senza pensarci.
Mai assottigliò gli occhi “Non ti darò la
soddisfazione di vedermi nuda”
“Come se fosse la prima volta” La
punzecchiò.
“Razza di pervertito. Per caso mi spiavi
sotto la doccia quando stavo a casa tua?”
“Mmm nel corso
degli anni ti sei inacidita? Non si può neanche fare una battuta” Era vero, se
c’era una cosa che Trunks non aveva fatto era quella
di guardarla di nascosto mentre era in bagno.
“Vabbè ti credo, ora se vuoi scusarmi”
Chiuse la porta dietro di se ed appoggiò la biancheria
sopra un mobile bianco e l’accappatoio sul gancio vicino la doccia.
“Non chiudere a chiave la porta che almeno
se ti senti male, la posso aprire”
“Farai fatica a buttarla giù in caso” Gli
rispose aprendo l’acqua calda, l’istinto era quello di buttare tutto il corpo
sotto, per beneficiare del suo potere curativo e massaggiante, ma dovette
accontentarsi di una spugna marina e un po’ di sapone sopra, doveva stare
attenta a non bagnare le bende e la ferita ancora fresca.
Trunks prese dalla tasca dei pantaloni la lettera che gli
aveva dato Teo, era indirizzata a Mai e il mittente era il Dipartimento di
stato – Ufficio trasferimenti.
La tentazione di aprirla e leggerla era
tanta, e se avesse scoperto che era stata trasferita in una città ancora più
lontana?
*
Uscì dal bagno tamponandosi i capelli e
con addosso il pigiama di cotone pulito.
“Finalmente ho tolto quel camice schifoso,
mi sembra di essere rinata” Rivelò all’amico sprofondando nel letto.
“Vuoi qualcosa da mangiare?” Anche lo
stomaco di Trunks iniziava a brontolare.
“Tra un po' dovrebbero portami la cena,
però se ti scappa qualcosa di buono del solito brodo di pollo che servono qui”
“Vedrò che posso fare” Le disse
prendendole la mano “Vado, anche perché hai visite”.
Non aspettava nessuno, non aveva nessuno
al mondo tranne lui e la sua famiglia.
Dall’altra parte del vetro, vide una
ragazza che spingeva una culla.
Era lei, la giovane a cui aveva salvato la
vita.
Continua
*
Angolo dell’autrice: Eccomi con l’aggiornamento del venerdì,
forse, e dico forse anche la prossima settimana ne pubblicherò due, come vi ho
già detto, questa è gia’ terminata, e sinceramente ho
la tentazione di pubblicarla tutta subito, ma ogni capitolo lo devo rivedere,
togliere e aggiungere.
Qui
troviamo Trunks che ha frugato involontariamente nei
cassetti di Mai, potrebbe aver trovato qualcosa di interessante, cogliete ogni
particolare, perché questi tasselli troveranno il loro posto nei prossimi
capitoli.
Abbiamo
anche scoperto come ha perso il bambino…e non dimentichiamoci della busta, si
accettano scommesse XD
Come
sempre ringrazio chi è arrivato fino a qui, chi mi ha lasciato la sua
impressione fino adesso e chi legge soltanto.
Alla
prossima.
Erika