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Autore: Piumadoro    23/08/2020    0 recensioni
"E la baciò..."
Siamo al quinto anno. I Malandrini stanno crescendo, la vita diventa più complicata e i sentimenti più profondi.
Quest'anno qualcosa cambierà.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Sirius non si era mai sentito così bene; a casa Potter poteva dedicarsi alla sua moto nella sicurezza del Covo, e parlare con Star e James quando voleva, giocavano spesso a Quidditch tutti insieme e le giornate passavano allegramente. Una sera i signori Potter insistettero per cenare con loro anche se sapevano che sarebbero tornati a casa molto tardi da lavoro. Quando furono finalmente riuniti attorno al tavolo pieno, come sempre, di prelibatezze, Henry li guardò con uno sguardo serio che era piuttosto strano da vedere su quel volto di solito sempre gioviale.  

“Questo weekend andremo ad un matrimonio, e voi verrete con noi.” Annunciò.  

“Un matrimonio? Chi si sposa?” Chiese Star entusiasta.  

Susan non poté fare a meno di sorriderle. “Un lontano cugino di tuo padre, ci vogliono lì principalmente per protezione.” Spiegò poi.  

E nuovamente il silenzio colmo di pensieri cupi tornò ad alleggiare in quella casa; succedeva spesso, ogni volta che i signori Potter tornavano a casa esausti, che arrivano dei messaggi che i tre giovani non potevano leggere, e tutte le volte in cui dal camino apparivano volti di persone che lasciavano brevi comunicazioni prima di sparire. I tre Malandrini comprendevano l’importanza della segretezza delle azioni dei signori Potter e cercavano sempre di rispettare la loro privacy anche quando la curiosità era molto forte, dal canto loro Henry e Susan cercavano sempre di riferire il più possibile ai loro figli: “Dovete sapere, dovete essere pronti.” Continuavano a ripetere.  

“Dopo il matrimonio i vostri amici vi raggiungeranno qui.” Proseguì il signor Potter. “Vorrei che tornaste tutti alla nostra casa al mare, ma quest’anno vi chiederemo di rispettare delle regole.” 

“So che vi sembreranno un po' restrittive ma è davvero importante, vogliamo che siate al sicuro.” Gli diede man forte Susan.  

“Ci sarà un perimetro di incantesimi protettivi attorno alla casa, potrete andare in giardino e sulla spiaggia, nuotare fino ad una certa distanza segnalata da boe e fare tutto quello che volete all’interno di questi incantesimi, ma quest’anno non potrete uscire per nessun motivo. Niente gite al villaggio, niente cinema, niente feste a casa di altri e non fate nemmeno entrare nessuno in casa nostra, nessuno.” Henry li guardò uno per uno per assicurarsi che avessero capito l’importanza di quelle regole.  

“In ogni caso abbiamo aggiunto qualche stanza alla casa; c’è una sala per vedere i film e avete sempre un bel po' di spazio in giardino per giocare a Quidditch. Dovete solo ricordarvi che fintanto che non uscirete dal perimetro sarete al sicuro. Non inviate gufi a nessuno, per il resto potete fare tutta la confusione che volete.” Aggiunse la signora Potter.  

Star si morse un labbro, era chiaro che per i suoi genitori fosse importante vederli al sicuro ma... “Dovevamo cercare lo zio di Sirius, come possiamo farlo se...” 

“Ce ne occuperemo noi.” Le assicurò Henry.  

“Ma io... potrei aiutare... con i miei poteri sono certa che potrei...” Insistette la ragazza.  

“Sappiamo benissimo di cosa sei capace, Silente ci tiene costantemente aggiornati. Se proprio vuoi andare in giro per il mondo in cerca di Alphard fai pure, non possiamo proibirtelo, ma sarà meglio se questa volta ti ricordi di non portare con te James o Sirius o Remus come invece hai fatto al terzo anno quando hai avuto la brillante idea di condurre tutti di fronte ad un essere molto più potente di te che avrebbe potuto uccidervi solo per togliersi di dosso un po' di noia.” Sbottò l’uomo.  

Star aprì la bocca per replicare ma la richiuse subito. Era la verità; aveva messo in pericolo i suoi amici perché era convinta di poter risolvere le cose grazie ai suoi poteri, e James, Sirius e Remus non erano nemmeno lontanamente abili con la magia quanto lo erano in quel momento.  

“Henry!” “Papà!” Protestarono Susan e James contemporaneamente.  

“No... ha ragione... farò la brava.” Promise invece Star, poi si voltò e salì le scale per rifugiarsi in camera sua.  

“Forse non le piacerà sentirlo, ma abbiamo sempre scelto noi di andare con lei. Quindi tecnicamente siamo noi quelli da rimproverare per la nostra stupidità. Almeno lei sapeva di poterci difendere.” Mormorò Sirius, dopo di che seguì la sua amica.  

“Ha ragione lui.” Concordò James rivolgendo a suo padre uno strano sguardo. Quando il ragazzo raggiunse i suoi amici in camera di sua sorella trovò Sirius seduto sul letto dove Star era gettata a pancia in giù, lui le stava carezzando piano la schiena ed evidentemente aveva appena detto qualcosa di molto divertente perché lei sorrideva anche se i suoi occhi erano ancora un po' tristi.  

“Mi sembra che vada tutto bene qui.” Decretò James facendo per andarsene.  

“Dove vai? Resta con noi!” Lo sgridò amichevolmente Star.  

Proprio mentre James si sedeva accanto a Sirius qualcuno bussò piano alla porta.  

“So che forse non sei in vena, ma al matrimonio sarai una damigella, l’ho promesso alla sposa e quindi dobbiamo andare a provare i vestiti.” Sussurrò Susan dolcemente.  

“No, va bene. Scendo subito.” Le assicurò Star con un sorriso gentile.  

 

…............ 

 

La sposa lanciò un gridolino non appena vide Star.  

“Oh, ma è bellissima proprio come dicevi! Starà benissimo nelle foto, ovviamente non ci sarà in nessuna delle foto in cui ci sarò io altrimenti mi oscurerebbe e non possiamo permetterlo, però farò di sicuro un figurone!”  

Il vestito era piuttosto bruttino: verde menta con moltissimo tulle, in ogni caso le Deran fecero il loro dovere e addosso a Star era grazioso.  

“Visto? Lei non si lamenta del vestito? Le sta così bene, non vi pare?” La sposa non perse occasione per rimbeccare le sue altre damigelle che sembravano tutte ad un passo da un a crisi di nervi ma le sorrisero comunque. Star pensò che i matrimoni erano piuttosto strani ma si sentiva comunque emozionata all’idea di vederne uno. Si era sempre chiesta come venissero svolti, se davvero era una giornata solo per la sposa come le aveva detto Sophia o se invece era la celebrazione dell’amore tra due persone come insisteva Alice. Mentre attendeva le prove dell’ingresso della sposa in chiesa Star si dette da fare cercando di sistemare i vestiti delle altre damigelle, quando ebbe finito ogni abito si adattava alla perfezione al corpo della sua indossatrice e, nonostante il tulle e il colore non fossero cambiati, almeno ora sembravano tutti più belli.  

“Dovresti portarla più spesso Susan.” Commentò una damigella fissandosi allo specchio sbalordita.  

“Io la prenoto per il mio matrimonio.” Rise un’altra.  

Per il resto della giornata Star cercò di rendersi utile il più possibile, di sorridere quando le veniva chiesto e di farsi da parte quando la sposa doveva brillare più di ogni altro donna presente nella stanza. Stranamente nessuno di questi incarichi le pesò, anzi si ritrovò ad avare la mente libera di vagare alla ricerca di segnali. A differenza di quando stava in casa Potter, all’interno di incantesimi protettivi di altissimo livello, quelli che attorniavano il luogo delle prove erano talmente blandi che lei poteva aggirarli con facilità; si stupì di quanto potesse captare del mondo attorno a sé senza restrizioni. Aveva appena cominciato a concentrarsi al punto di vedere sé stessa volare sopra le case della città in esplorazione di filamenti magici, quando Susan la chiamò: “E’ ora di tornare a casa.”  

La ragazza avrebbe voluto spiegarle cosa sentiva e cosa era in grado di fare ma il ricordo della lavata di testa che le aveva fatto Henry era decisamente ancora troppo vivida nella sua mente. Così annuì e seguì sua madre di nuovo a casa.  

 

…........ 

 

Il weekend arrivò molto presto e il sabato di buon'ora la famiglia Potter si recò al luogo del matrimonio. Indossavano tutti abiti babbani e avevano noleggiato un’auto, al loro arrivo Susan e Henry incominciarono subito a percorrere un perimetro ampio borbottando incantesimi di ogni sorta. Star fu praticamente rapita dalle damigelle mentre James e Sirius si godevano alcuni stuzzichini rubati dalle cucine. La mattinata passò rapida tra le varie isterie della sposa e, indaffarata com’era tra tulle e nastri, Star si perse il pranzo.  

La cerimonia si svolse nel pomeriggio assolato, fuori dagli incantesimi protettivi faceva molto caldo ma all’interno qualcuno aveva incantato il vento affinché soffiasse una lieve e fresca brezza. La sposa entrò in chiesa con le sue damigelle e gli invitati si alzarono in piedi per vederla meglio. Sirius non era molto entusiasta di quella tradizione e rimase seduto finché James non gli tirò una gomitata.  

“Che c’è?” Sbottò il giovane dagli occhi grigi sottovoce. 

“Guardala.” Rise James.  

Sirius si voltò nella stessa direzione in cui stava guardando il suo amico e poi scattò in piedi; Star sfilava con le altre damigelle, i capelli sciolti e appena intrecciati attorno al volto, gli strati di tulle che sbuffavano leggeri ad ogni suo passo. Era stupenda, solare, bellissima, con quel sorriso luminoso e gli occhi così brillanti e...  

“Sirius siediti.” James lo trascinò di nuovo col sedere sulla panca. “Sei ridicolo.” 

“È meravigliosa.” Mormorò Sirius.  

“È vestita in modo orrendo.” Replicò James ridacchiando.  

“Non fa niente, lei è meravigliosa comunque.” Il ragazzo dagli occhi grigi si sistemò meglio sulla panca in modo da poter vedere Star con facilità. Di solito odiava i matrimoni, ma su quello in corso aveva un buon presentimento.  

La cerimonia fu piuttosto breve e mentre il sole tramontava gli invitati uscirono dalla chiesa e si diressero ai tavoli posizionati tra gli alberi. I signori Potter erano spesso in giro a fare ronde e rinforzare gli incantesimi così Sirius, Star e James si trovarono da soli nel loro tavolino tondo. Fu servito moltissimo cibo e prima del dolce tutti gli invitati vennero radunati di fronte al tavolo degli sposi per l’apertura dei regali. La sposa, invece del tradizionale lancio del bouquet, lo donò ad una damigella che evidentemente non ne era molto felice e lo passò in fretta alla prima persona accanto a sé non appena la sposa si voltò. Quella persona era Sirius, il ragazzo lanciò il bouquet alle sue spalle con una certa nonchalance e ovviamente cadde tra le mani di Star che senza rendersene davvero conto lo strinse a sé dolcemente. La giovane annusò i candidi petali osservando Sirius che chiacchierava sottovoce con James di fronte a lei. I due erano intenti ad osservare gli sposi che aprivano altri regali e Star poté dedicarsi a squadrare Sirius dalla testa ai piedi; il ragazzo indossava un completo elegante di un blu notte così intenso da perdercisi dentro. Era tutto il giorno che la ragazza dagli occhi cobalto lo guardava di sfuggita, e ora aveva finalmente l’occasione di osservare ogni minimo dettaglio di quel viso che aveva da poco cominciato ad amare. Erano ancora strane le sensazioni che quella vista le suscitava, non avrebbe mai creduto che il solo guardare una persona potesse farla sentire così emozionata e follemente innamorata. Lo stomaco di lei fece svariate caprile all’indietro quando Sirius la beccò in flagrante e incrociò i suoi occhi, eppure non fece altro che sorriderle, ciò mandò Star ancora più in confusione. Perciò la ragazza si ritirò in un angolino del parco, sotto l’ombra di un albero, si sedette a terra e prese ad accarezzare i petali dei fiori.  

“Trovata, e prima di tuo fratello! La vostra connessione fa cilecca?” Esordì Sirius avvicinandosi.  

“Non pensavo che mio fratello mi stesse cercando.” Replicò lei cercando di non scomporsi troppo; l’abito disegnava un cerchio di tulle nel quale si sentiva protetta. 

“E’ arrivato il dolce, non volevamo che te lo perdessi.” Spiegò Sirius con un’alzata di spalle porgendole un piattino con una fetta di torta; facendo ciò notò il bouquet tra le mani della giovane. 

Star sorrise timidamente. “Me lo hai lanciato praticamente tra le mani.” Borbottò a mo’ di scusa.  

“E ti ci sei affezionata così tanto?” Scherzò lui.  

“Sono dei bei fiori.” Star li posò a terra accanto a sé per dedicarsi al dolce.  

“Si, non c’è male.” Mormorò lui.  

“Non ti piacciono i matrimoni, eh?”  

Sirius si tolse la giacca e la appese su un ramo prima di sedersi accanto alla sua amica. “Non particolarmente; di solito c’è sempre qualche ragazza che è casualmente presente al matrimonio e che guarda caso potrebbe essere un buon partito.” 

Star rise. “Capisco: i matrimoni ti facevano venire l’ansia.” 

“Un po'.” Replicò lui sorridendo. “Ma questo è diverso.” 

“E perché?” 

“Perché non sono obbligato a conoscere nessuno... credo... e anche per la compagnia.” Rispose il ragazzo.  

Star sorrise. “Allora torniamo da James, non vorrei privarti di parte della compagnia che adori così tanto.” Lei si alzò di scatto e gli porse una mano.  

Era così strano per Sirius che fosse una ragazza a fare questo gesto per lui ma lo accettò volentieri. Tornarono insieme verso il loro tavolo e conclusero la festa a chiacchierare con James, ridendo e scherzando.  

 

…............... 

 

La festa finì molto tardi e i Malandrini avevano aiutato anche con le pulizie, per questo motivo la domenica passò pigramente in sonnecchiosa attesa di Remus e Peter. Non appena i loro amici arrivano tutti i ragazzi si recarono alla villa al mare dei Potter. Prima della partenza furono ripetute le regole, Star quindi pregò sua madre di riferirle eventuali notizie di Lily o Andromeda.  

Le stanze alla villa rimasero le stesse dell’anno precedente, e subito dopo aver acconsentito a quella decisione Star cominciò a pregare di non sbagliarsi nuovamente finendo nella camera di Sirius. Era buffo tornare in quella casa; molte cose erano cambiate, stanze erano state aggiunte come se nulla fosse, ma molte cose erano invece rimaste uguali, come il giardino in cui avevano festeggiato insieme uno degli ultimi giorni d’estate e la spiaggia con il suo mare cristallino.  

“Ogni anno diventi sempre più bella.” Le disse James quel lunedì mentre sistemavano gli asciugamani sulla spiaggia e si mettevano in costume.  

“E’ proprio vero, dovrai dire a Sirius di starle distante da ora in poi.” Commentò Remus.  

“E perché mai?” Si stupì Star.  

“Perché ha preso la brutta abitudine di far innamorare di sé le belle ragazze per poi lasciarle sole.” Spiegò Remus.  

“Ma che bolide stai dicendo?” Si arrabbiò Sirius.  

“Scherza, ovviamente, come se potessi davvero riuscire ad attrarmi.” Replicò Star.  

Il ragazzo dagli occhi grigi cambiò immediatamente sguardo. “Tesoro, se io ci provassi davvero con te tu non mi sapresti resistere.” 

“Non credermi così ingenua, Sir Villano Black, posso impegnarmi anche io in questo gioco. E io sono decisamente più sexy di te. In più non chiamarmi tesoro.” Ribatté la giovane con una scintilla di sfida negli occhi cobalto. 

Sirius aspirò rumorosamente portandosi la mano al cuore con aria oltraggiata. “Non l’ha detto davvero!” 

“Eccome se lo ha detto.” Rise James.  

“E credo abbia ragione.” Infierì Remus.  

“Oh no, io ho molta più esperienza nell’affascinare altre persone, tu forse sei bella ma non sai flirtare o renderti irresistibile.” Insistette Sirius.  

“Allora ti sfido: vediamo chi di noi due sarà il primo a far cadere ai propri piedi l’altro.” Star si avvicinò a Sirius fino a fronteggiarlo.  

“E’ una competizione pericolosa.” La avvertì lui e già in quel momento sembrava diverso, più affascinante, più attraente, o forse, pensò Star, era solo la vicinanza tra i loro visi a farle battere il cuore così. Pericolosa.  

“Forse hai paura di perdere.” Lo provocò. 

“Sfida accettata.” Decretò il ragazzo con il suo solito mezzo sorriso malandrino. 

“Non andrà a finire bene.” Sussurrò James a Remus, quest’ultimo guardava Sirius e Star con una certa soddisfazione nello sguardo.  

“Sarà un disastro.” Mormorò Peter.  

“Peggio di così non può certo andare.” Replicò Remus.  

 

 

…............. 

 

Remus Lupin si era sbagliato, e di grosso. Lo capì immediatamente il primo mattino della sfida; Sirius aveva preso a girare sempre a petto nudo anche se indossava i suoi jeans stretti e ogni occasione era buona per avvicinarsi pericolosamente a Star. La ragazza dal canto suo sembrava piuttosto presa alla sprovvista, ma quella destabilizzazione iniziale durò solo pochi giorni; infatti un mercoledì Sirius fece la sua ennesima mossa sporgendosi di fronte a Star per raggiungere un dolcetto sul tavolo della colazione. Con quei perfetti addominali di fronte, la ragazza si ritrovò a riflettere sul guaio in cui si era cacciata, e poi, finalmente, il suo orgoglio tornò a galla.  

“Ancora cioccolato, Sirius?” Domandò prendendo un dolce a sua volta. “Stai mettendo su qualche chilo.” 

Il giovane ghignò. “Forse non mi hai visto bene, mi avvicino ancora se vuoi.” Ribatté. 

“Non serve, ho visto bene. Sai, le Deran sono donne perfette, sono abituate a cercare difetti perché loro non ne hanno nemmeno uno.” Le dita della ragazza erano sporche di cioccolato e lei prese a leccarsi via le briciole dalla pelle un dito alla volta con estrema lentezza, lo sguardo fisso su Sirius. Si, Star era rientrata nei giochi, con grande effetto, e il giovane Black si domandò se sarebbe mai riuscito a resistere. 

Le giornate passavano piuttosto normalmente tra bagni al mare, partite di Quidditch e di carte e serate di musica in giardino. L’unico cambiamento era nel comportamento bizzarro che Star e Sirius mostravano di tanto in tanto. Il primo weekend i signori Potter li raggiunsero con lettere per loro: erano arrivati i risultati dei G.U.F.O. e per tutti furono piuttosto soddisfacenti. Remus era sollevato del suo risultato in Pozioni, James orgoglioso del suo “Eccezionale” in Trasfigurazione accompagnato da un’ulteriore nota di merito, Sirius andò fiero del suo ottimo voto in Incantesimi materia che qualche anno prima non era certo il suo forte, Peter notò di aver raggiunto il minimo indispensabile per il lavoro al Ministero che la professoressa McGranitt gli aveva consigliato di provare ad ottenere.  

“Allora, bastano per quello che vorreste fare?” Domandò Henry.  

“Eccome.” Si esaltò Sirius. I suoi voti non erano l’unico motivo della sua felicità quel giorno dal momento che i signori Potter erano riusciti a portare la sua moto e tutti gli attrezzi fino alla villa.  

“E cosa vorreste fare?” Chiese Susan.  

“Remus sarà un professore ad Hogwarts.” Rispose James rapido.  

“Il migliore.” Specificò Star.  

“Io e Sirius faremo gli Auror, come voi.” Continuò James.  

“Vogliamo aiutare a combattere il male che c’è nel mondo.” Spiegò Sirius.  

“Sarete ottimi Auror.” Assicurò loro Henry.  

“Anche io potrò lavorare al Ministero!” Si entusiasmò Peter.  

“Molto bene.” Susan sorrise e guardò Star, sapeva già che voleva fare il Medimago ma senza l’aiuto di Iskra non avrebbe potuto raggiungere l’alto livello che sperava. “Queste sono per te.” La donna porse a sua figlia due lettere, una era di Lily l’altra di Andromeda. 

“Grazie.” 

Per quella sera la sfida venne sospesa, nessuno dei due partecipanti voleva continuare in presenza dei signori Potter. Forse proprio per quel motivo la serata risultò per Remus estremamente piacevole; festeggiarono i loro risultati scolastici con una cena suntuosa, il signor Potter, James e Sirius suonarono un po' mentre Susan e Star ballavano allegramente. Peter applaudiva entusiasta, felice di essere parte di tutto ciò. Fu in quel momento che la malinconia scese nel cuore del ragazzo dagli occhi ambra, si alzò e si diresse in terrazza, non sapeva per quanto tempo era rimasto lì a fissare le stelle che si riflettevano sul mare calmo ma ad un certo punto una voce lo tirò fuori dal turbine di pensieri in cui stava annegando.  

“I miei genitori sono andati a casa ma mi hanno lasciato una lettera da parte dei tuoi.” James passò la lettera sigillata al suo amico che la fissò intensamente.  

“Perché sei qui solo tu?” Domandò Remus.  

“Sirius e Star stanno facendo una specie di sfida di sguardi sensuali dal momento esatto in cui i miei se ne sono andati, e Peter sta arbitrando, credo.” 

Il giovane Lupin sbuffò. “Non è stata affatto una buona idea.” 

“No, proprio per niente... ma in ogni caso sono sorpreso dal fascino di Star.” Notò James.  

“Davvero?” 

“No... Non esattamente. Forse è più il fatto che sappia rendersi ancora più seducente, non la credevo capace di fare quelle cose, non pensavo nemmeno che sapesse cosa è sexy per un uomo.” James rise piano. “Forse è perché nella mia testa è ancora quella ragazzina con gli occhi grandi e pieni di paura che ho portato a casa da un orfanotrofio.”  

Remus sorrise.  “Anche io non vorrei perdere mai il mio rapporto con voi.”  

“Non succederà. E comunque... i tuoi genitori stanno bene, non ti preoccupare per loro.” Lo rassicurò James prima di scendere al piano inferiore.  

“Come facevi a sapere che stavo pensando a...” Chiese Remus, ma si interruppe quando si rese conto di essere di nuovo solo.  

 

........... 

 

Star aveva vinto la gara di sguardi, almeno così aveva detto Peter. Si stava crogiolando in quel senso di sicurezza che le faceva credere di aver praticamente vinto anche la sfida quando realizzò di aver prodotto un pensiero estremamente simile a quelli letti nel diario di sua madre: “Gli uomini sono manipolabili”. Un brivido le corse lungo la schiena, sapeva già che il fascino delle Deran non era solo una facciata attraente, aveva uno scopo, e quello scopo era far fare a tutti quello che si voleva. Occhioni dolci di qua, seduzione di là, ogni curva, ogni dettaglio del volto, tutto era fatto per incantare e piegare gli altri al proprio volere. Eppure Star aveva sempre cercato di stare ben alla larga da questo suo potere, fino a quel momento. Non era sua intenzione usare il fascino delle Deran, voleva solo giocare un po', vedere se nonostante Sirius la percepisse solo come un’amica lei sarebbe comunque riuscita a sedurlo. Voleva solo scoprire quanto ci avrebbe messo ad accendere una scintilla in lui. Infondo era pur sempre un maschio, e lei era pur sempre una Deran! Proprio in quel momento la ragazza si sentì prendere per un braccio e si ritrovò con la schiena addossata al muro e il corpo di Sirius premuto contro il suo. Il giovane aveva indossato una camicia per la cena con i signori Potter ma in quel momento tutti i bottoni erano slacciati, cosa non importante visto che Star era troppo impegnata a sostenere lo sguardo di lui per potersi permettere di indugiare sul suo addome.  

“Se vuoi guardarmi puoi farlo.” Sirius mise su il suo mezzo sorriso più intrigante. “Puoi ammirare ogni singola parte del mio corpo.” In tono era caldo e seducente. “E se vuoi...” Star ebbe un lievissimo spasmo quando lui le posò leggero le dita sulla pelle nuda della coscia. “...puoi anche toccarmi.” In un attimo il ragazzo la prese da dietro il ginocchio destro e dal fianco sinistro e la sollevò da terra posizionandosi ancora più vicino a lei. La giovane non respirava, non sapeva se per il fatto di essere talmente stretta tra il muro e il corpo di Sirius o per l’avere la sua mano sul petto di lui e i visi così vicini...  fu quando lui le si avvicinò per baciarle la gola con lentezza estrema che lei si decise finalmente a richiamare tutta la sua dignità e il suo orgoglio a rapporto e con un gesto rapido si sfilò la maglietta restando in reggiseno, il ragazzo la lasciò subito andare sorpreso.  

“Ma sei impazzita? Non puoi spogliarti?” Sbottò.  

“Perché no?” Replicò Star facendo dei decisi passi avanti costringendolo così ad indietreggiare con le mani in alto. “Tu lo fai sempre!” 

“Si ma io non ho...” Sirius era finalmente spalle al muro. “Questo è uso improprio del seno! È sleale!” 

“Non credo proprio.” Toccò alla ragazza poggiarsi contro di lui. “Puoi sempre toccarmi.” 

“E perdere la sfida, e probabilmente anche una mano? Non ci tengo!” Lui riuscì a sgusciare via di lato e prese a correre verso la sua stanza.  

“Cederai molto presto Sir Villano Black! Vincerò!” Gli gridò dietro Star con un enorme sorriso sulle labbra; in un certo senso era divertente.  

 

 

…............ 

 

Star fissò il suo letto sul quale aveva posato alcuni indumenti. Si sentiva divisa a metà: una parte che trovava estremamente sciocco anche solo pensare al suo piano per quella sera, l’altra che rifletteva su quanto invece fosse ingegnoso.  

“Star! Arrivi?” Gridò James dal piano di sotto.  

“Si certo.” La ragazza coprì gli abiti con un lenzuolo e scese di corsa le scale. Quel giorno avevano programmato di fare un torneo tutti insieme; ognuno aveva ideato una sfida da fare nel corso della giornata, si assegnavano 50 punti al primo classificato di ogni sfida e a scalare di 10 punti per chi si posizionava al secondo, terzo, quarto e quinto posto. Poi avrebbero sommato i punti che ciascuno aveva ottenuto in tutte e cinque le sfide e avrebbero proclamato il vincitore del primo torneo dei Malandrini. Il vincitore avrebbe avuto una festa l’indomani con il tema che preferiva e una giornata di completo relax in cui tutti avrebbero dovuto servirlo e riverirlo.  

Star giunse in giardino dove si sarebbe svolta la prima sfida, era stata decisa da James e quindi avrebbe riguardato il Quidditch, lo sapevano tutti.  

Il ragazzo dagli occhi nocciola li guardò tutti e poi estrasse dalla tasca un Boccino d’Oro.  

“Hai ancora quel coso con te?” Si stupì Sirius. “Dove bolide lo hai tenuto per tutto questo tempo? No, non dircelo, è meglio.” 

Remus, Peter e Star risero mentre James lanciava un’occhiataccia al suo amico. “L’ho tenuto in una scatola nel mio baule.” Rispose acido. “Comunque, penserete che la sfida sarà prendere il Boccino nel minor tempo possibile ma, ammettiamolo, vi straccerei tutti. Quindi ho pensato a qualcosa di più divertente: a turno terremo il boccino stretto tra due cucchiai che non potremmo afferrare con le mani ma solo con la bocca e vincerà chi riuscirà a fare slalom tra queste sedie e tagliare il traguardo senza far volare via il Boccino.” Spiegò poi. Gli altri Malandrini si scambiarono uno sguardo sorpreso.  

“Sembra divertente!” Remus era palesemente sconvolto dalla cosa, il che fece ridere ancora i suoi amici.  

“Certo che lo è, ci divertiremo un mondo oggi.” Assicurò James.  

Cominciarono il gioco. A Peter il Boccino sfuggì via ancora prima di iniziare lo slalom, Remus invece riuscì a superare quasi tutte le sedie ma poi cominciarono a fargli male le guance e la pallina dorata si liberò dalla presa dei cucchiai. A sorpresa James superò a malapena due sedie prima di perdere il Boccino, bisognava dargli atto del fatto che stava ancora ridacchiando per una cosa che gli aveva detto Sirius, quest’ultimo fu il primo a completare il percorso e si vantò di altre cose che poteva fare con la bocca che ne Star ne Remus ascoltarono. Anche la ragazza arrivò alla fine del percorso senza perdere il Boccino e subito dopo lanciò uno sguardo molto particolare a Sirius, pregando che le Deran la assistessero i suoi occhi avrebbero dovuto dire “Cose con la bocca? Non sei l’unico ad avere questo talento?” e a vedere dall’espressione sorpresa del ragazzo doveva aver funzionato.  

L’atmosfera iniziava a scaldarsi sia per la voglia di vincere il torneo sia perché il sole si stava facendo sempre più alto nel cielo. Era il turno della sfida pensata da Remus che appese un cartellone, con strani quadrati che formavano colonne e righe disordinate, su un albero. 

“Che cos’è?” Chiese Peter preoccupato.  

“Quello è un Cruciverba, è un gioco che fanno i babbani per mantenere attivo il cervello. In pratica vi vengono dati degli indovinelli con dei numeri e vi viene detto se la risposta deve essere scritta in orizzontale o in verticale, ogni lettera della risposta va inserita in un solo quadratino. Così facendo le soluzioni che troverete vi aiuteranno a trovare altre risposte fino a completare tutti i quadrati e quindi tutti gli indovinelli.” Illustrò Remus.  

“Ma se li hai fatti tu saprai le risposte.” Notò James. 

“Ho fatto io quello per Remus.” Ribatté Star.  

“In più gli indovinelli si potranno leggere solo da questa parte e per rispondere bisognerà attraversare il giardino, per tutta la durata del tragitto chi non sta giocando potrà bersagliare il partecipante con queste spugne inzuppate d’acqua.” Concluse la spiegazione Remus.  

“Benissimo, comincio io.” Sirius si fece avanti e si posizionò di fronte al tavolino sul quale era poggiato il foglio con le domande.  

“Puoi leggerle tutte subito e iniziare da quella che vuoi ma dovrai tornare indietro ogni volta che scrivi una parola sul cartellone.” Aggiunse Remus.  

“Capito.” Sirius sorrise, un sorriso divertito e pronto all’azione che per Star era uno dei più belli in assoluto.  

Il gioco cominciò e i quattro non giocatori iniziarono a colpire Sirius con le spugne bagnate. Il ragazzo se la cavò piuttosto bene; rispose a quasi tutti gli enigmi e si fece distrarre ben poco dalle spugne volanti. Quando finì il tempo, prestabilito da Remus, il ragazzo aveva la maglia completamente zuppa e non perse l’occasione di togliersela guardando intensamente Star negli occhi.  

“Ok, tocca a me.” La ragazza si fece avanti con decisione e non appena Remus le dette il via lesse in fretta il foglio con le domande e poi cominciò a fare avanti e indietro verso il cartellone per scrivere le risposte.  

“Non credi che dovresti iniziare a trovare un modo per rendere utile questa sfida?” Chiese James a Sirius mentre bersagliavano di spugne la loro amica.  

“Tipo?” Fece il ragazzo dagli occhi grigi.  

“Tipo dichiarandoti!” Sbottò Remus esasperato.  

“Per farle credere di nuovo che sia una dichiarazione finta? Non se ne parla!” Replicò Sirius.  

“Di nuovo?” Ripeté Peter perplesso. 

“Vado a mettere su il disco nuovo.” Annunciò James allontanandosi con aria decisamente rassegnata. Pochi secondi dopo partì una canzone molto allegra e movimentata che Star sembrò riconoscere perché prese a muoversi a ritmo anche mentre completava il gioco.  

“Non era un disco nuovo?” Chiese Remus sorridendo.  

“Lo ascoltato a ripetizione da quando lo abbiamo comprato subito dopo essere tornati a casa da Hogwarts.” Spiegò Sirius.  

La ragazza concluse il cartellone prima della seconda strofa e si avvicinò ballando proprio a Sirius

“You better get yourself a partner 
Go down to the concert or the local bar” Cantò lei mentre trascinava Sirius a ballare con sé.  

Il ragazzo cominciò a muoversi a ritmo e a cantare a sua volta.  

 
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Yeah the rafters will be ringing cause the beat's so strong 
The crowd will be swaying and singing along 
And all you got to do is get in into the mix 
If you need a fix 
Come back baby 
Rock and roll never forgets 

Per Star doveva essere un tentativo di vincere la sfida ma presto se ne dimenticò e trascinò nell’euforia del ballo anche James e Peter. 

“Well now sweet sixteens turned thirty-one 
Feel a little tired feeling under the gun 
Well all Chuck's children are out there playing his licks 
Get into your kicks 
Come back baby 
Rock and Roll never forgets 
Said you can come back baby 
Rock and Roll never forgets 
Oh, come back baby, rock and roll never forgets 
Never never forgets, ah no, ah no” 

Dopo la pausa musicale, che portò i Malandrini a ridere fino ad avere mal di pancia, fu il turno di James che rispose allo stesso numero di enigmi di Sirius. Poi Remus che completò il cartellone ma in più tempo di Star. Infine Peter rispose a poche domande, ma più che altro perché continuava a scivolare sul terrendo ormai zuppo.  

Pranzarono con cibi freschi e leggeri, sotto consiglio di Peter, e subito dopo si prepararono per il gioco successivo. Peter posò sul tavolo cinque libri di cucina e cominciò a spiegare: “Ognuno di noi sceglierà una ricetta per qualcun altro da questi libri, l’importante è che ci sia una foto e che sia una torta, chi farà il dolce più simile a quello illustrato vincerà la sfida, ma dovrà essere anche buono.” 

“Vi prego scegliete qualcosa con il cioccolato per Star così almeno siamo certi di mangiare una torta buona.” Disse Remus.  

“E se invece facessi un disastro?” Replicò Star.  

Quattro identici sguardi scettici si posarono su di lei e poi i Malandrini presero a cercare il dolce al cioccolato più complesso e delizioso da farle fare: la scelta ricadde su un soufflé. A Remus capitò una crostata alla frutta, per Sirius una charlotte cioccolato e lamponi, a James una torta alle fragole e per Peter una cheesecake.  

Misero su della buona musica e cominciarono a cucinare tutti sullo stesso grande tavolo. Fu forse la sfida più divertente visto che si potevano prendere in giro a vicenda e a volte si facevano anche dei piccoli scherzetti.  

Star ne approfittò di nuovo per cercare di sedurre Sirius; prese con un dito del cioccolato fuso che lui stava per aggiungere al suo impasto e lo leccò con estrema lentezza. “Cavolo, sei davvero bravo a fondere il cioccolato... non lo avrei mai detto...” Mormorò poi avvicinandosi lentamente a lui.  

Sirius cercò di mantenere la calma, ma lo sguardo di lei era così penetrante da far venire i brividi. In un attimo il ragazzo fece l’unica cosa che gli venne in mente: prese il suo impasto quasi completo e lo spalmò in faccia a Star. Non appena la ragazza riuscì a liberarsi gli occhi guardò il suo amico totalmente sconvolta.  

“Hai praticamente appena perso la gara.” Gli fece notare.  

“Si, ma tu hai perso la concentrazione.” Ribatté Sirius, vittorioso prese un po' della crema sul viso di lei con le dita e le leccò regalandole uno sguardo seducente.  

“Sei un villano, Black.” Sbottò Star pulendosi con un canovaccio.  

“Ma tu non mi ami proprio per questo?” Replicò lui. Peter trattenne rumorosamente il respiro a sentire quelle parole, James gli tirò una gomitata ma si immobilizzò subito dopo, anche Remus guardava i due sfidanti in attesa.  

“Amarti?” Ripeté Star. “Non sei proprio il mio tipo.” Scherzò poi.  

James lanciò il mestolo nella sua ciotola e se ne andò dal tavolo, Remus ebbe un tic nervoso all’occhio per i successivi cinque minuti, e Peter sfiatò producendo lo stesso suono di una teiera.  

“Capisco, preferisci i bravi ragazzi come lo sei tu.” La rimbeccò Sirius.  

“Io non sono una brava ragazza, lo scoprirai presto.” Lei gli sorrise intrigante, dopo di che si voltò per mettere la sua torta in forno. “Ho la vittoria in pugno.” Aggiunse poi, e tutti compresero che non si riferiva al torneo.  

Allo scadere del tempo i Malandrini posarono le loro torte accanto alle rispettive immagini. James aveva fatto un ottimo lavoro ma mai stupefacente come quello di Remus, quest’ultimo era stato particolarmente attento ai dettagli. Sirius, invece, aveva arrangiato la sua torta come poteva visto l’accaduto e Peter era riuscito persino a batterlo. Il soufflé di Star era perfetto, e nessuno se ne stupì. Assaggiarono tutte le torte, ma ne conservarono la gran parte per la festa.  

I sole era ancora caldo così si sistemarono all’ombra del gazebo in giardino per partecipare al gioco pensato da Sirius. Il ragazzo posizionò sul tavolo dei dischetti di metallo con piccole viti e molle. “Ho tolto questo pezzo dalla moto ieri e si è completamente aperto, non ho guardato cos’è e non ho provato ad aggiustarlo quindi la mia sfida è cercare di ricostruirlo. Faremo turni di un minuto a giro finché qualcuno di noi non ci sarà riuscito, ogni volta che il tempo scade si disfa ciò che è stato fatto e si riparte da zero.”  

“Sembra complesso.” Si preoccupò Peter.  

“Sembra qualcosa per cui bisogna usare il cervello.” Si sorprese Remus pronto a cominciare.  

Il gioco non durò molto: James riuscì a malapena a mettere insieme qualche pezzo forse in modo errato, Peter aveva troppa paura di rompere ulteriormente tutto per provarci davvero, Sirius forse ci era quasi riuscito ma avanzava delle molle, Remus cercava perplesso di capire cosa doveva costruire, Star osservò i pezzi rigirandoseli tra le dita. Al secondo giro ci fu una replica totale tranne per il fatto che la ragazza mise rapidamente insieme tutti i pezzi e restituì a Sirius l’oggetto misterioso. “Credo che sia il blocco della frizione, hai bisogno di aiuto per metterlo al posto giusto?” Lo prese in giro lei. Sirius si intascò il pezzo di meccanica e fece una linguaccia alla sua amica.  

“Bene, ora è il momento del gioco di Star.” Annunciò James allontanandosi rapido dal tavolo.  

“Ho preparato per voi un percorso.” Rivelò lei guidandoli verso un angolino nascosto del giardino dove pozze di fango, reti a pochi centimetri da terra, pareti da scalare e altri ostacoli facevano da padroni.  

“Alla faccia del percorso.” Commentò Peter che già stava sudando. 

“Vince chi lo completa nel minor tempo.” Illustrò Star semplicemente.  

Ogni punto del percorso era abbastanza ampio così i Malandrini partirono tutti insieme, superarono prima la rete strisciandoci sotto. Peter si perse già a questo ostacolo continuando ad incastrarsi e lamentandosi per la fatica. Dopo di che scalarono una parete e fu in questo punto che Remus rimase indietro e scoprì oltretutto di soffrire lievemente di vertigini. Star arrivò per prima a camminare in equilibrio sulla trave, subito seguita da James e Sirius. I tre affrontarono quasi in contemporanea anche il salto sulle pietre e infine l’ultimo ostacolo era attraversare una pozza di fango che arrivava a tutti fino alle ascelle. Mentre Star si faceva largo nella melma un ricordo non suo si impossessò di lei, uscì dalla buca e raggiunse il traguardo anche se solo dopo James e Sirius. La ragazza era talmente pallida che i suoi amici accorsero subito da lei per aiutarla a stendersi. Remus concluse il percorso e raggiunse i suoi tre amici preoccupato.  

“Sembrava un ricordo molto antico... di un addestramento militare o uno spostamento con delle truppe... qualcosa di secoli fa.” Stava spiegando Star mentre riprendeva colore poco alla volta.  

“Forse dovremmo andare a mangiare.” Consigliò Peter giungendo in quel momento con l’aria di chi si era spudoratamente arreso.  

“Mangiare, è una buona idea.” Concordò Remus indirizzandosi verso la cucina per preparare qualcosa.  

Quella sera la cena fu piuttosto tranquilla e serena; i Malandrini si raccontarono storie divertenti cercando di far stare il meglio possibile Star. Peter si sentiva felice come non mai, finalmente era parte degli scherzi dei ragazzi e dei loro racconti.  

“Comunque ha vinto Star.” Annunciò Peter ad un certo punto, tutti si voltarono verso di lui con sguardo interrogativo. “Il torneo, lo ha vinto Star.” Specificò il ragazzo. “Io ho fatto 80 punti, quindi sono ultimo, Remus ne ha 160 e James ne ha guadagnati 170 esattamente come Sirius e infine Star ne ha fatti 230, quindi ha vinto.” 

“Si, è vero.” Confermò Remus. “Quindi per la giornata di domani saremo tutti ai tuoi ordini.” Aggiunse osservando la ragazza con aria divertita. “Tutti compreso Sirius.” 

“Molto bene. Sarà molto divertente e... Per la mia festa gradirei un tema indiano.” Detto ciò la ragazza si alzò e andò a dormire. In camera, Star spostò i vestiti, preparati quella mattina, in un angolo del letto: non era dell’umore giusto quella sera.  

 

 

.................. 

 

Il giorno seguente Star si svegliò con tutta calma rinunciando alla sua usuale nuotata mattutina. I Malandrini avevano preparato la colazione in spiaggia e avevano anche costruito un gazebo con legno di riciclo e teli bianchi, sotto cui avevano sistemato un tavolo, delle sedie e degli sdrai.  

“Qualcosa mi dice che vorreste farmi passare tutta la giornata lontana dalla villa.” Notò Star mentre si accomodava al tavolo.  

“Hai richiesto un tema molto particolare, ci vorrà del tempo.” Replicò James.  

“Assaggia questo nel frattempo.” Sirius le avvicinò una fetta di dolce alle labbra che lei addentò, subito dopo il ragazzo le pulì dello sporco, quasi certamente inesistente, dalla bocca con un dito. “Sei meravigliosa quando mangi.” 

“Ah-ha." Ribatté lei cercando di sembrare impassibile, ma il suo cuore che batteva forte la faceva sentire un’indifesa ragazzina.  

James, Remus e Peter si alzarono sospirando esasperati e andarono a svolgere i loro compiti per la festa di quella sera. Star e Sirius rimasero soli, e lei aveva un’aria piuttosto cupa. 

“Che succede?” Le chiese il ragazzo.  

“Questa sfida non ha senso.” Sbottò Star.  

“Perché no?” Domandò lui, non era giusto aggrapparsi in quel modo ad una stupidaggine del genere, ma avere campo libero nel cercare di sedurla gli sembrava sempre meglio di niente.  

“Perché potrei anche denudarmi di fronte a te proprio ora e comunque non vincerei e questo perché non mi trovi nemmeno un po' attraente.” Spiegò la ragazza.  

Sirius sorrise e si chinò verso di lei sussurrando: “Ti sbagli; io ti trovo molto attraente.” Le scoccò un bacio lento sulla guancia e poi si allontanò. “Ma non per questo perderò.” Le gridò mentre correva per raggiungere la villa.  

Il resto della giornata fu per Star piacevole e rilassante; giocò a scacchi con Remus, nuotò un po' con suo fratello, giocarono tutti insieme a frisbee subito dopo pranzo, lesse un po' e vide pochissimo Sirius. Ormai era certa che avrebbe vinto la sfida, ma le parole di lui le rimbombavano in testa; se davvero la trovava attraente allora perché non mostrava mai nessun tipo di imbarazzo o di tensione? Proprio mentre rifletteva sulla battaglia tra il suo orgoglio e i suoi sentimenti, la ragazza vide arrivare Sirius in lontananza, vestito in maniera particolare; indossava pantaloni dalle tinte accese in tessuti che sembravano molto pregiati e che raccontavano di terre esotiche e lontane, era a petto nudo e in più la sua pelle riluceva in modo piuttosto strano. L'effetto, comunque, era sexy. Un profumo di spezie giunse al naso di Star mentre si accorgeva delle catene ai polsi del suo amico, che si chinò di fronte a lei. “Sono tuo servo.” Annunciò lui, poi alzò il viso e la guardò intensamente negli occhi. “Fai di me ciò che vuoi.” 

Inutile dire che la ragazza dovette appellarsi al potere delle Deran per non cedere al rossore e non mostrare interesse. Era ormai abituata ai metodi di seduzione di Sirius, a quei tranelli che tendeva con il suo sorriso e il suo corpo, il modo in cui la faceva sentire una preda, docile e indifesa. Ma questa volta lui si dimostrava cedevole, si stava donando a lei, si era messo in una posizione inferiore e non era mai successo prima. Star non era preparata e lui era bello, così tanto da toglierle il fiato.  

“Siediti, sembri sconvolta.” Le sussurrò dolcemente il ragazzo mentre le si faceva vicino per sostenerla. Il corpo di lui era piacevolmente caldo e il suo profumo inebriante, dopo averla fatta accomodare su una poltroncina il giovane si chinò di nuovo ai suoi piedi, il volto accanto alle sue ginocchia. “Posso fare altro per te?” Domandò sfoderando uno sguardo innocente, con degli occhi così calmi da farla sentire al sicuro nonostante avessero il colore del mare in tempesta. Mare in tempesta, mai fidarsi. Star si riscosse appena in tempo; era tutto un gioco, tutta una finzione, e lei ci era cascata di nuovo. La ragazza afferrò le catene di lui e lo trascinò verso la villa.  

“Cosa vuoi farmi, padroncina?” Sirius la superò posizionandosi di fronte a lei in modo che la giovane, che non era riuscita a fermare in tempo la sua marcia decisa, si ritrovò a sbattergli contro. “Vuoi un po' di privacy?” Le chiese passandole una mano sotto il mento per sollevarle il viso e poterla guardare. Fu un errore; Star aveva uno sguardo deciso pieno di sfida e un mezzo sorriso Malandrino che gli provocò una bizzarra sensazione allo stomaco. 

“Si, esatto.” Sbottò lei continuando a camminare, entrò nella villa e lo lasciò solo in sala salendo le scale rapida prima che lui potesse uscirsene con un'altra frase da abbordaggio. Era giunto il momento di porre fine a quella assurdità.  

James, Peter e Remus raggiunsero la villa ridacchiando; infondo era divertente quella sfida, anche se era perlopiù estenuante. Sirius si era davvero dato da fare e vedere Star senza parole era stato quasi esilarante. Quello che non si aspettavano era che la ragazza si riprendesse così in fretta; quando scese le scale, qualche minuto più tardi, fu impossibile per i suoi quattro amici non spalancare la bocca: indossava una gonna molto corta e un corpetto in pizzo nero molto stretto che le sottolineava le curve e le faceva risaltare il seno. La giovane spostò la sedia, su cui Sirius si era seduto, dal tavolo senza nessuno sforzo, poi scavalcò con una gamba quelle del ragazzo fronteggiandolo. James mise una mano sugli occhi di Peter e chiuse i propri. Sirius, invece, era a dir poco spaesato dalla sicurezza di lei. Per giunta, Star mosse la testa facendo sventolare i suoi lunghi capelli che le ricaddero sul volto in modo sexy e disordinato, subito dopo posò una mano sullo schienale della sedia chinandosi così verso Sirius.  

“Ti andrebbe di salire in camera con me?” Chiese in tono provocante. 

“Tuo fratello è dietro di te.” Replicò lui cercando con tutto sé stesso di stare calmo. 

“E molto probabilmente si sta godendo una vista di cui potresti godere anche tu se ti lasciassi andare.” Gli fece notare la ragazza, Sirius deglutì sonoramente certo ormai di non avere scampo: era stupenda, decisa, meravigliosa... 

“Lasciati andare.” Sussurrò lei avvicinandosi sempre di più al ragazzo. “Lo so che ti piace quello che vedi.” Era sempre più vicina. Cobalto nel grigio. Sirius sentiva il suo cuore battere ad un ritmo talmente folle che non era certo di essere ancora vivo. Ma si sentiva vivo, estremamente vivo. Le loro labbra erano così vicine che il giovane finalmente si decise a sporsi, voleva solo un bacio, doveva sapere se lei avrebbe risposto. E l’avrebbe fatto davvero, se solo Star non si fosse spostata rapidamente per baciargli il collo. Un bacio talmente intenso che gli organi di Sirius tremarono nella sua pancia e lui sentì il sangue affluire dove non avrebbe dovuto. 

“Ho vinto.” Decretò Star spostandosi da sopra di lui sorridendo. “Grazie per la prova inequivocabile.” Aggiunse lanciando una rapida occhiata al cavallo dei pantaloni del ragazzo. La giovane tornò in camera sua per cambiarsi quasi saltellando per la gioia: aveva vinto! Mentre si spogliava però un fastidioso pensiero le si insinuò nella mente; aveva dimostrato che Sirius era attratto da lei, ma questo non voleva dire che potesse nascere qualcosa di romantico tra di loro. Aveva vinto la sfida, ma perso ogni speranza di poter davvero conquistare Sirius, di poter stare con lui realmente e provare a scoprire se i suoi sentimenti erano corrisposti. 

Aveva perso. 

In compenso la festa fu incredibile. I signori Potter erano passati nel pomeriggio per lasciare dei vestiti indiani presi in prestito da alcuni amici, e i Malandrini ci avevano davvero messo il cuore nel preparare cibo e decorazioni. Il salone sembrava la stanza di un palazzo indiano e un lieve profumo di spezie e incenso impregnava anche il giardino. Susan le aveva messo un prezioso sari azzurro in una scatola sopra il suo baule in camera e le aveva lasciato dell’hennè dorato sul comò; così vestita, con i piedi scalzi e disegni dorati su mani e piedi, e in quella sala esotica, Star non poteva fare a meno di sentirsi in India. Non ci era mai stata ma i signori Potter si, anche se solo per lavoro, e quando aveva visto le foto del loro album se ne era innamorata. I Malandrini la aspettavano in giardino su un tavolo riccamente imbandito di cibi particolari, erano tutti vestiti con abiti tipici, Sirius si era coperto di più e si era tolto quelle ridicole catene, per fortuna. Chiacchierarono per tutta la cena e ognuno raccontò un fatto dell’India che aveva scoperto durante i preparativi. Dopo cena rientrarono in salone senza chiudere le finestre e cercarono di produrre della musica a tema con scarsi ma divertenti risultati. Così andarono nella sala cinema a guardare alcune scene di un film indiano prestato dagli amici dei signori Potter. Il film era Sawan Bhadon e non capirono molto della trama, a loro bastava sapere com’era la musica e come ballarla. Passarono il resto della serata a riprodurre le musiche ascoltate con tutto ciò che capitava a tiro, Star provò anche a ballare un po' e Sirius si ritrovò a fissarla ammirato mentre lei muoveva le mani creando arabeschi in aria, i decori dorati sulle sue mani che brillavano come le stelle nella notte.  

“Quindi...” James si sedette a terra accanto a Sirius che stava cercando di suonare un flauto. “Ormai è chiaro anche per lei che non sei immune al suo fascino... non credi sia ora di dichiararti?” 

Il giovane dagli occhi grigi posò lo strumento a terra e guardò il suo amico dritto negli occhi. “Credo di sì. Devo assolutamente dirglielo.” 

“Ottimo!” Esclamò James senza potersi trattenere. 

“Buone notizie?” Chiese Star avvicinandosi. 

“Si, più o meno.” Rispose rapido Sirius

“Bene, allora bagno di mezzanotte! Esclamò la giovane trascinando i suoi amici in spiaggia. 

Si tuffarono insieme nell'acqua che era quasi calda. Si erano tolti i vestiti e li avevano ordinatamente ripiegati sugli sdrai per non rovinarli. Nuotavano quindi in biancheria intima, ma poco importaval'atmosfera era serena e scherzosa. Un altro splendido momento perfetto da fissare nella mente.  

“Deve essere stato difficile per te sta sera.” Insinuò James mentre risalivano verso la villa. 

“In che senso?” Replicò Sirius. Peter, Remus e Star erano più avanti di qualche metro e chiacchieravano del successivo anno ad Hogwarts

“Vedere Star con quei vestiti blu cobalto… non era bellissima questa sera?” Spiegò James. 

“Era turchese, non blu cobalto… ma sarebbe stato perfetto se fosse stato dello stesso colore dei suoi occhi. Mi è venuta voglia di portarla in giro per il mondo, e comprarle tutti i vestiti più belli che si abbinino perfettamente a lei. Hai visto come l’oro di quei tatuaggi brilla come quello tra i suoi capelli? Vorrei che si sentisse sempre speciale, anche se per me è meravigliosa in ogni occasione e…” Sirius si bloccò all'improvviso realizzando che stava parlando dei suoi sentimenti a poca distanza dalla ragazza per cui li provava. James sorrise e gli fece un occhiolino.  

Una volta tornati in villa si fecero una doccia rapida e andarono tutti a letto. Star si ritrovò di nuovo sola di fronte a quegli abiti preparati giorni prima per la sfida e che non aveva avuto il coraggio di indossare. Così nel silenzio della sua camera li mise per la prima volta assaporando la morbida sensazione della seta sulla pelle fresca di doccia. Si fissò allo specchio e le tornò in mente quello che le aveva detto Sirius l'anno precedente mentre guardava quella lingerie sul manichino: “sei già sexy con della normale biancheria quindi direi che con questa potresti uccidere qualcuno”. Star sapeva chi voleva uccidere, voleva usarla per la sfida, voleva che Sirius perdesse il controllo. Ma ora che aveva già ottenuto questo risultato si sentiva ancora più stupida. Era una Deran, era nata per essere seducente, non era mai stato un problema, il fatto era che forse nessuno avrebbe mai guardato oltre il suo aspetto per amare le altre piccole cose del suo essere. In quel momento alla ragazza venne in mente un’altra frase del suo amico: “Io aspetterei comunque qualche anno se fossi in te e, bhe, il ragazzo giusto”. Il ragazzo giusto... qualcuno che non la veda solo come un bel viso. Senza pensarci la giovane prese una vestaglia blu e si fiondò nella stanza di fronte alla sua.  

“Star! Non ti ho sentita bussare...” Sirius aveva appena finito la sua doccia e si stava strofinando i capelli con un asciugamano indossando i pantaloni del pigiama, non sembrava troppo sorpreso dal vederla lì. 

“Non...non ho bussato.” Balbettò lei.  

“Bhe, è piuttosto rischioso non bussare, avrei potuto essere nudo, o in una situazione personale.” Scherzò il ragazzo.  

“Non ci ho pensato, scusa.” Star si voltò e afferrò la maniglia della porta; era stata davvero una sciocca. 

“Hei, fermati, tutto bene? Sembri sconvolta.” Sirius le si fece vicino cauto, come se temesse di spaventarla. Lei si fermò ma non disse nulla. “C’è un motivo per cui sei qui?” Proseguì il giovane preoccupato.  

“Volevo mostrarti una cosa ma... credo che non sia appropriato... insomma... ho sbagliato.” Spiegò la ragazza stringendosi nella vestaglia.  

“Non c’è niente di inappropriato che tu possa dire o fare a me, per qualunque cosa io ci sono, lo sai.” La tranquillizzò.  

“Ma se mi hai dato della pazza assatanata di sesso solo per un bacio!” Sbottò lei.  

“Si, è stato un errore ma... avresti dovuto essere in te per capire che era piuttosto... sensuale come bacio. Io non sapevo che fare!” Replicò Sirius.  

“Capisco... allora vado.” Star afferrò nuovamente la maniglia ma lui posò la mano sulla porta tenendola chiusa.  

“Non te ne vai di qui finché non mi dici perché sei venuta.” Insistette. 

La giovane sospirò e fece qualche passo avanti nella stanza allontanandosi dal suo amico. “Ricordi la lingerie che abbiamo visto l’anno scorso in quel negozio in paese?” Iniziò lei, Sirius annuì. “Bhe, l’ho comprata; sono tornata lì da sola e l’ho presa e... volevo usarla per la sfida ma poi mi sono ricordata che avevi detto che avrei dovuto metterla per il ragazzo giusto e quindi non l’ho fatto, ma poi ho pensato che forse era eccessiva e tu sei sempre stato comprensivo e mi hai sempre aiutato a sentirmi a mio agio e quindi volevo mostrartela...” Star stava parlando talmente in fretta che fu parecchio difficile per Sirius comprendere tutto ma quando la vide slacciare la cintura della vestaglia e notò la seta rosa cipria e il pizzo nero sotto di essa si slanciò in avanti per coprire la sua amica.  

“Wo wo wo! Fermati ti prego! Basta così, per questa settimana non credo di poter essere un tuo amico o darti consigli lucidi su queste cose, soprattutto se ti spogli, ok?” Il ragazzo si allontanò di un passo mentre lei si richiudeva la veste addosso con aria mortificata. “Senti...” Proseguì lui. “...io vorrei... vorrei vederti con quella lingerie ma non così, non in questo modo... prima... allora... ok. Io devo dirti una cosa prima: Star, io...” 

“Svegliatevi tutti! Dobbiamo andare a Londra!” La voce di Susan giunse alle loro orecchie dal salone; rapida Star uscì dalla stanza e si infilò nella sua camera cambiandosi in fretta.  

“Vestitevi, veloci, si tratta della vostra amica Lily Evans.” Aggiunse Henry, bussando alle porte delle stanze dei Malandrini.  

“Lily?” Chiesero tutti i giovani in coro uscendo dalle loro camere indossando i primi indumenti trovati in giro.  

“Si, purtroppo.” Susan li guardò con occhi pieni di dolore; era successo qualcosa di brutto. 

 

 

****************** 

 

Salve gente,  

Lo so, vi lascio in sospeso di nuovo, portate pazienza.  

Volevo ringraziare tutte le persone che in questi giorni mi hanno taggata su instagram, mi hanno scritto messaggi o hanno commentato i miei capitoli facendomi venire sempre voglia di scrivere. Grazie a voi pubblico questo capitolo in ritardo rispetto a quello che penavo ma in anticipo visto il periodo in cui sono stata poco bene (ho avuto solo un’insolazione, ma mi ha portato a dormire moltissimo e quando ero sveglia avevo troppo mal di testa per scrivere). 

Ringrazio anche tutte le persone che hanno iniziato a seguirmi da poco, e anche chi mi segue da molto ma non si è ancora stancato delle mie stupidaggini e della mia lentezza nello scrivere. 

Siete talmente tanti da ringraziare e io non sto ancora abbastanza bene da cercare tutti i vostri nomi per taggarvi qui, ma se volete un ringraziamento personale commentate e vi ringrazio uno per uno, o scrivetemi in qualsiasi altro modo su qualsiasi altra piattaforma, mi fa sempre piacere. 

Ciao ciao 

  
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