Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: 0421_Lacie_Baskerville    24/08/2020    0 recensioni
Avvertimento Spoiler All Might (ci sono vari spoiler fino alla quarta stagione di MHA e tutto FT)
Immaginiamo il mondo di MHA e che All Might abbia incontrato Erza Scarlet di FT, scappata dalla Torre e abbia deciso di adottarla. Immaginiamo la Erza di Fairy Tail, rinomata agenzia e accademia per eroi, assistere in TV ai fatti di Kamino e decisa ha proteggere la persona che è diventata suo padre, si trasferisca alla Yuei, seguita dai suoi amici Natsu e Lucy per proteggerlo.
Così incontra il successore di All Might, Midoriya Izuku, che resta profondamente colpito dall'esistenza di questa "figlia". Intanto la Yuei subisce diversi attacchi e dietro di essi si cela un unica persone che da anni manipola gli eventi della vita di Erza, in attesa di poter fare la sua mossa e vendicarsi del Simbolo.
I ragazzi dello Yuei e di Fairy Tail dovranno unire le forze per sconfiggere questa sinistra figura, intrecciando fra loro amicizie, amori e rivalità.
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: All Might, Dabi, Izuku Midoriya, Ochako Uraraka
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dai corridoi alle loro spalle vennero delle voci concitate e il rumore di passi svelti e numerosi. Kirishima si voltò a guardare preoccupato. ≪ Credo che ci abbiano trovato. ≫ commentò, lanciando un’occhiata ai compagni e trovando Natsu e Bakugou già pronti a combattere.
≪ Venite. ≫ disse Erza, indicando loro uno stretto passaggio. ≪ Possiamo evitarli facilmente. ≫ Sapeva di aver bisogno di tutte le sue forze per affrontare Gerard, perciò evitare le guardie era la soluzione migliore.
Lucy strinse le labbra preoccupata. ≪ Come facciamo ad evitare la battaglia, scusa? Saranno ovunque. ≫
≪ Perché dovremo?! ≫ scattò Natsu, facendo zampillare le fiamme dalle sue mani. ≪ Posso sconfiggerli e … ≫
≪ Chiudi la bocca e cammina. ≫ replicò Erza, gelida. Il ragazzo sussultò, impallidendo spaventato davanti a quel tono tagliente.
Erza evitò di incrociare i loro sguardi preoccupati. Non le restava molto tempo per agire e raggiungere Gerard, ma non poteva nemmeno lasciarli completamente all’oscuro. Sapeva che nessuno di loro se ne sarebbe andato senza una spiegazione e forse, nemmeno allora avrebbero mollato.
Midoriya la stava guardando con un luccichio determinato nello sguardo che le faceva temere che non avrebbe mosso un passo senza portarsela dietro. Sapeva essere incredibilmente testardo quando voleva. Era certa di poter persuadere gli altri, ma lui, Natsu e Gran Torino erano un problema.
≪ Non è prudente stare fermi qui ≫ commentò Gran Torino, guardando i corpi smembrati dei Nomu. ≪ Facci strada, immagino che tu sappia dov’è l’uscita. ≫
Erza annuì, voltandosi verso uno dei corridoi laterali. Anche se era passato molto tempo da quando viveva lì, ricordava ancora abbastanza bene come funzionasse quel posto. Quel piano, poi, era quello in cui aveva passato più tempo. ≪ Venite, da questa parte. ≫
I ragazzi si scambiarono sguardi preoccupati e dubbiosi, prima di andarle dietro.
≪ Questo posto dà i brividi.  ≫ mormorò Uraraka, stringendosi accanto a Lucy e guardandosi attorno inquieta. ≪ L’uscita è molto lontana? Non vedo l’ora di lasciare questo posto deprimente. ≫
≪ C’è un po' di strada da fare, ma è l’uscita più sicura per voi. ≫ commentò Erza, cupamente. La voce di Midoriya era determinata, quando la corresse. ≪ per tutti noi. Te compresa. ≫
Erza sospirò. ≪ Vi ho detto che vi avrei raccontato la verità, ma forse sarebbe più semplice se ve la mostrassi, così capirete perché ve ne dovete tirare fuori ≫ disse piano.  
I ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupato e inquieto.
≪ Non che sia sorpreso. ≫ commentò Iida, schiarendosi la voce. ≪ Ma come sei riuscita a liberarti ed a evitare le guardie? ≫
≪ Dabi mi ha dato una mano. ≫ rispose tagliente, facendoli sussultare. Midoriya accelerò il passo, guardandola ansioso. ≪ Dabi? Perché lo avrebbe fatto? ≫
≪ Un villan che aiuta una presunta eroina ≫ la voce bassa di Bakugou trasudava sospetto. ≪ Che cosa strana. ≫
Midoriya si voltò di scatto, gli occhi avvamparono di sdegno. ≪ Kacchan! ≫ esclamò, ricevendo in cambio una smorfia. ≪ Cazzo vuoi? È vero. ≫
≪ Erza? ≫ la chiamò Lucy, incerta. Ignorando i due ragazzi che discutevano. ≪ Che cosa sta succedendo realmente? Mi fai paura. All Might ci ha parlato della setta oscura e…di quello che ti hanno fatto. ≫
Il silenzio cadde nel resto del gruppo, la stavano guardando dubbiosi e sospettosi. Avevano capito che stava succedendo qualcosa, ma non sapevano ancora di cosa si trattava.
A quelle parole sentì un brivido scorrerle dentro. Quello che gli era stato fatto…nessuno di loro sapeva realmente come stessero le cose.
Non le rispose, prendendo la porta a sinistra e salendo le scale. Il gruppo la seguì. Avvertì la presenza di Midoriya al suo fianco che si affrettava a starle dietro. ≪ C’è davvero un’uscita da questa parte? ≫ le chiese, sospettoso. Erza annuì. Natsu era uno scalino sotto, con Lucy al fianco, e dopo di loro Bakugo e Iida, Kirishima e Uraraka aiutavano Gran Torino.
≪ Questo è il piano lavoro ≫ disse, Erza. ≪ Al di sotto, ci sono le miniere e i macchinari che forniscono elettricità. Adesso, sono stati rimessi in funzione, ma avevano bisogno di continue manutenzioni ed era questo che facevamo noi. Ci assicuravamo che tutto il complesso funzionasse, svolgendo i lavori più pesanti. ≫
Lucy si guardò attorno, corrugando la fronte. Happy si era appoggiato sulla sua testa e la stringeva. ≪ Cosa vogliono fare queste persone e perché adesso? ≫
≪ La vera domanda è perché sono tornati qui. ≫ commentò Iida, attirando su di sé l’attenzione degli altri. ≪ Cosa c’è in questo posto che gli interessa? ≫
Midoriya accelerò il passo per starle accanto. Riusciva a vedere la luce cupa del suo viso, con la coda dell’occhio. Lui allungò una mano come se volesse afferrarla, ma all’ultimo ci ripensò e la lasciò cadere. Erza notò che portava la sua spada allacciata alla schiena, la stessa arma che aveva lasciato cadere a terra quando aveva riconosciuto Sho e gli altri.
≪ Dove ci stai portando? ≫ le chiese, scrutandola sospettoso. ≪ Realmente ≫
≪ Te l’ho detto ≫ sussurrò lei, traendo un respiro tremante. ≪ Ve lo sto mostrando. La ragione per cui dovette andarvene ≫
I suoi piedi toccarono la pietra grigia e polverosa di un ampio corridoio. Su entrambi i lati si trovavano sbarre e pilastri, porte scardinate e frammenti di casse marcite, schegge di legno e pale, spade e bastoni infranti.
Per un vertiginoso istante, vide i volti pallidi ed emaciati dei prigionieri, con le rughe a solcarli la pelle e gli occhi vuoti e disperati che fissavano atterriti oltre le sbarre. Spaventati di dover morire e sollevati che così facendo le loro sofferenze sarebbero cessate. 
Avvertì un sussulto generale, alle sue spalle. Lucy si aggrappò al braccio di Natsu, mordendosi il labbro, mentre lui fissava cupamente le sbarre e le celle vuote. Bakugo e Kirishima erano pallidi e cupi, mentre Uraraka si portò le mani alla bocca, inorridita. Barcollò e sarebbe caduta se Kirishima e Bakugo non l’avessero afferrata.
Non c’erano guardie lì, sicuramente gli stavano cercando nell’altra ala. La pietra polverosa era ancora macchiata di sangue represso, nonostante gli anni.
≪ Queste sono prigioni ≫ disse Iida, scioccato. I suoi pugni erano serrati con tanta forza da tremare. ≪ Quei criminali erano davvero così spregevoli da tenerci una persona dentro?! ≫
Erza si mosse come in un sogno, passò davanti alle sbarre, la voce ridotta a un sussurro privo di emozione e forza. ≪ La prima cosa che dovreste capire è che questo era fondamentalmente un campo di lavoro e un laboratorio per sperimentazioni sui quirk. Apparteneva a una setta che venerava All for One e collaborava con il suo braccio destro, il Dottore. Lavoravano alla ricerca di una procedura medica che permettesse l’estrazione dei quirk e il loro trasferimento in un altro individuo. Lo chiamavano progetto Anima e per cercare un modo di renderlo possibile, sacrificarono la vita di centinaia di persone, fra bambini e adulti. ≫
Midoriya trasalì, mentre Gran Torino sbarrò gli occhi. Entrambi, stavano pensando al potere di All Might, il One for All che gli era stata passato da un’altra persona, perché lo coltivasse e lo tramandasse alla generazione successiva. Quel potere era stato trasmesso a Midoriya all’inizio dell’anno.
Era anche l’unico quirk che potesse essere trasmesso, dal momento che fondamentalmente era un qualcosa di impensabile.
≪  Ma questo è impossibile, no?  ≫ commentò Kirishima. ≪  N-non si può passare un potere a qualcun altro. I quirk sono caratteristiche innate, non le puoi levare o donare a tuo piacimento. ≫
≪  Quel bastardo, All for One, poteva ≫  commentò cupo Bakugo. ≪ Il suo quirk consisteva proprio in questo, depredare una persona del suo quirk e usarlo. Poteva anche darlo ad altre persone. Volevano eguagliare la sua dote, evidentemente≫
≪ Si, ma non si può! ≫  insistete Kirishima, guardò gli altri spaventato. ≪ G-giusto? ≫
Percepiva lo sguardo di Gran Torino su di lei, penetrante come una lama. ≪ Quando venimmo qui la prima volta, tutti gli appunti sulle ricerche compiute erano stati distrutti o sottratti. Hai idea se…? ≫
≪ No ≫  rispose Erza, sbrigativa. ≪ Non sapevamo con certezza quali genere di esperimenti si tenessero. Quelli che venivano scelti, non li vedevamo più. Venivamo portati oltre una certa porta, nei piani superiori, e noi che stavamo nei piani bassi non ne avevamo più notizie. ≫
Quello che sapeva era ciò che Gerard aveva condiviso con lei nelle ultime ore, prima che la scacciasse via. Il suo sorriso era gelido mentre la metteva al corrente di tutto l’orrore che si era tenuto dietro quelle porte e che si rivelava peggiore di tutte le sue più grandi paura.
Strinse i pugni lungo i fianchi, conficcandosi le unghie nei palmi. ≪ Anima, a quei tempi, era il tentativo folle di riprodurre lo stesso effetto del quirk di All for One ma attraverso una procedura medica e operatoria. Estrarre il fattore quirk e adattarlo ad un altro individuo. ≫
≪ È pura follia. ≫ sussurrò Happy, stringendosi a una Lucy pallida e tremante che sussurrò. ≪ E immagino che non abbia avuto successo. ≫ 
I loro passi rimbombavano contro le pareti spoglie. Nonostante la luce fioca, rimanevano molte zone d’ombra all’interno delle celle.
≪ So poco sui suoi risultati di quei tempi. Le guardie ci dicevano ridendo che quelle persone erano perse per sempre, peggio che morte. Meglio non sapere, dicevano, pregate di non doverlo mai scoprire: è un destino peggiore della morte ≫
≪ Che comportamento vergognoso. ≫ borbottò Kirishima, cupamente. ≪ Quelle persone non sono state arrestate? ≫
≪ Quando venimmo qui, non c’erano altro che cadaveri ≫ rispose cupo Gran Torino. Sentiva il suo sguardo penetrante sulla schiena, che le penetrava nella carne e cercava di strapparle via la verità che non ammetteva.
Superò una porta riversa a terra ed entrò in una delle celle. ≪ Ora, so che quelli che sopravvissero all’esperimento vennero poi trasformati in prototipi di Nomu e usati come deterrente per scoraggiare i prigionieri a ribellarsi. ≫
Gli sentì trasalire inorriditi, alle sue spalle. Il suo corpo fu scosso da un tremito, nel trovarsi chiusa fra quelle mura, e improvvisamente le sembrò di essere tornata bambina. Di nuovo prigioniera, con le caviglie e i polsi serrati dalle stesse catene che giacevano rotte ai suoi piedi.
≪ Erza, non…All Might ci ha detto di questo posto ≫  disse Uraraka con un filo di voce. Erza sentì la sua voce come se venisse da molto lontano, dire ≪ All Might non sa proprio niente di questo posto. Non sa cosa significhi non possedere nemmeno la propria vita. Tutto ciò che voi date per scontato, il diritto a vivere, a respirare, a sognare e parlare…per noi era un privilegio. Qualcosa che potevamo solo agognare e bramare. Le nostre stesse menti erano schiave di quelle persone e non ci appartenevano. Non eravamo nulla di più che oggetti nelle loro mani. ≫
Perfino ora, non poteva credere davvero di aver vissuto così. Aveva ripetuto a Toshinori che l’avrebbe gettata via, appena si fosse stancato di giocare all’eroe con lei, ma lui si era incaponito a toglierli dalla testa quel pensiero.
Una mano le afferrò le dita, stringendola in una presa salda. Gli occhi di Midoriya stavano bruciando in modo strano, la sua voce vibrò di una rabbia che non pensava potesse provare. Non lui, così gentile e dolce. ≪ Ma voi non eravate oggetti. Non lo siete mai stati. ≫
≪ I-io non credo di poter ascoltare oltre. ≫ sussurrò Lucy, guardandola pallida e tremante. ≪ Non posso credere che al mondo ci siano cose così orribili. ≫
≪ Invece ascolterai. ≫ replicò Gran Torino, tetro. I suoi occhi erano fissi su Erza e la scrutavano. ≪ Perché per capire quanto è importante che al mondo esistano gli eroi, devi capire come sarebbe il mondo se non ci fossero. ≫
≪ Si, ma tutto questo è successo meno di dieci anni fa ≫ commentò Kirishima, inquieto. ≪ Cioè accadeva anche se c’era il Simbolo della Pace e gli eroi. ≫
≪ Stai zitto, Capelli di Merda. ≫ sibilò Bakugo, scrutandola con occhi tetri. ≪ Ho la sensazione che le cose più interessanti ce le debba ancora dire. ≫
C’era uno strano silenzio nell’aria, infranto solo dai loro respiri. Erza si liberò della mano che cercava di trattenerla – quella era un’abitudine che aveva anche Toshinori. La stringeva e afferrava come se così potesse impedirle di sprofondare nel baratro nero delle sue emozioni - e si chinò a raccogliere le catene spezzate.
Le strinse nei pugni, dando le spalle agli altri.
Erano passati sei anni, eppure a volte le sembrava di doversi svegliare da un momento all’altro e trovarsi nuovamente lì. Allo stesso tempo, qualche volta le sembrava che fosse il tempo trascorso in quella torre il sogno, un incubo fatto da bambina e mai concretizzato.
≪ Vivevamo ammassati in queste celle, dieci, dodici persone per ciascuna. Dormivamo e mangiavamo qui, rannicchiati l’uno sull’altro per scaldarci. La temperatura, la notte cala fino a far ghiacciare il fiato. Non potendo vedere la luce del sole, non sapevamo mai se era giorno o notte, venivamo svegliati e spediti a svolgere i rispettivi lavori dalle guardie e qualche volta, alcuni di noi venivano portati altrove e non facevano più ritorno. Dopo un po', dimenticammo anche che aspetto avesse il cielo, la pioggia, il mare. Tutto quello che conoscevamo era ciò che ci stava davanti agli occhi, ogni giorno ≫
La catena tintinnò fra le sue mani.
≪ Ho paura, diceva Sho ≫  sussurrò quasi fra sé. ≪ Voglio tornare a casa, piangeva Miriana. Io, Shimon e Wally cercavamo di tenerli su, di farci coraggio. Li avete conosciuti, sono i ragazzi che hanno attaccato nei boschi. Una volta, erano miei amici, la mia famiglia…Ogni notte, dormivamo rannicchiati tutti insieme. Sho e Miriana, mi avevano adottato come loro sorella maggiore. Dormivano con le teste sulle mie spalle, se venivamo separati durante la giornata piangevano disperatamente finché non ci ritrovavamo qui ≫
Sentì un singhiozzo strozzato, incredulo. Midoriya la stava guardando con gli occhi pieni di lacrime e il viso rigato. Anche gli altri avevano gli occhi lucidi, ma lui le stava accanto. Una presenza silenziosa e calda e fremente di rabbia.  
Quelle mura avevano accolto i pianti di centinaia di persone diverse, pianti disperati ed egoisti, ma mai come quelli. Nessuno aveva pianto per gli altri, lì dentro, e non di certo per compassione.
Sulla pietra c’erano i segni di unghie spezzate e sangue rappreso. Delle casse erano ammucchiate contro una delle pareti. Erza si alzò e vi si avvicinò.
≪ Ogni notte, le guardie passavano davanti alle celle. Per loro non eravamo che corpi senza valore. Le nostre vite, il nostro corpo, perfino le nostre menti…tutto apparteneva a loro. Ascoltavo i loro passi risuonare contro la pietra e tendevo gli orecchi per capire chi avrebbero preso. Ogni notte, uno di noi veniva scelto, mentre dormiva, e portato via. Qualche volta più di uno, a seconda dell’esperimento o del quirk che manifestava. Vecchio, giovane, bambino. Uomo o donna. Non aveva importanza. Non c’era uno schema, prendevano ciò che gli serviva e lo conducevano oltre la Porta≫
Il legno marcio cedete sotto le sue mani, mentre scopriva la parete. Li sentì avvicinarsi e trattenere il fiato.
Sulla pietra erano incisi con linee goffe e grezze, dei graffi bianchi coperti di polvere. Erza li accarezzò con lo sguardo, ricordando le piccole mani che li avevano incisi, passandosi lo stiletto di mano in mano, così che restasse un ricordo di loro da qualche parte.
≪ Nessuno di noi sapeva cosa accadesse davvero dietro di essa. Sapevamo solo che chi veniva trascinato dentro, spesso fra urla e lamenti, non sarebbe mai tornato. Tremavamo stretti l’uno all’altro pregando che non scegliessero noi o qualcuno con cui avevamo legato. Solo se sviluppavi un quirk potente potevi essere certo che le guardie ti avrebbero preso. ≫  La sua voce tremò, stremata. Non le sarebbero bastate tutte le parole del mondo per spiegare quello che accadeva in quel luogo, le cose che aveva visto e sentito. ≪ Quelli con quirk potenti venivano portati nei piani alti attraverso un’altra porta. Nemmeno loro facevano mai ritorno e nemmeno ora so che n’è stato. Immagino che li tenessero separati in attesa del momento in cui avrebbero potuto estrarre i loro quirk o forse li addestravano. Non lo so. ≫
≪ È mostruoso ≫  sussurrò la voce sottile di Lucy, soffocando un singhiozzo. ≪ Come hanno potuto farlo?!≫
≪ Gerard ≫  sibilò Iida, arrabbiato. ≪ Dovrà pagare per quello che ha fatto. Lo consegneremo alla giustizia ≫
Erza fece scorrere la mano sulla pietra, scostando via la polvere e rendendo quei graffi leggibili. Erano nomi, incisi con una mano incerta e infantile.
Avvertì i ragazzi trattenere il fiato, mentre li scorgevano.
 Sho. Miriana. Wally Buchanan. Shimon Mikazuchi. Erza Scarlet. Gerard Fernandez. Le dita di lei indugiarono su quel nome, ricordando come quegli occhi verde oliva erano perennemente accesi di una rabbia impotente e di una tristezza disarmante. La sua mano gentile aveva toccato la testa di Miriana, stretta fra le braccia di Erza, un centinaio di volte. Un gesto consolatorio, così come il suo sguardo quando incrociava il suo.  
≪ Aspetta un attimo! ≫  scattò Natsu, con un basso ringhio incredulo. ≪ Perché il nome di quel bastardo sta lì?! Non è la persona che ti ha fatto rapire?! ≫
≪ Gerard era uno di noi ≫ mormorò Erza, svuotata. Le sue unghie grattarono la pietra e lo strato sudicio su quel nome, il suo cuore batteva sordo nel petto. ≪ Il mio migliore amico. La persona di cui ci fidavamo ciecamente ≫  disse, con voce tremante.
Erza ≫  sussurrò la voce di un ragazzino, spezzata dai singhiozzi. Erza, p-perché?. Lacrime calde le cadevano sul viso, come se piovesse. Non se la ricordava nemmeno più, la pioggia, tanto era il tempo che aveva trascorso chiusa in quelle mura di pietra e intonaco.
Il ragazzino, gridò disperato. Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?! Perché noi?!.
Trasalirono, sorpresi.
La voce di Uraraka tremolò incerta, ponendole la domanda che era sorta nelle loro menti. ≪ A-allora, perché è diventato uno dei cattivi? Perché anche loro…sono diventati come le persone che vi hanno fatto questo? ≫
Erza scosse la testa. Non sarebbero riusciti a capirlo nemmeno in un milione di anni come quelle tenebre potevano entrarti dentro e distruggere ogni altra cosa. Avevano cambiato Sho, corrotto Dabi, e anche se Toshinori era riuscito in qualche modo a tenerla in piedi, avevano generato in lei ferite che non si sarebbero mai chiuse del tutto.
Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?! Perché noi?!
≪ Ch-che significa? Pensavo che fosse il cattivo ≫  disse Kirishima, confuso.
Erza si alzò, barcollando sulle gambe tremanti. Gli sembrava che l’aria fosse pesante come piombo. Doveva uscire di lì o sarebbe soffocata. ≪ Abbi un attimo di pazienza e te lo spiegherò ≫  sussurrò.
≪ Erza ≫  disse Happy, singhiozzando. Le si posò sulla testa, il suo peso caldo e famigliare, la sorprese. ≪ Basta così. I-io non voglio più sentire≫
≪ Ho appena iniziato ≫  disse tristemente, superandoli e guidandoli lungo il corridoio. ≪ Gerard veniva da un orfanotrofio, come la maggior parte di noi. I suoi genitori, mi disse, erano morti in un incidente d’auto. La setta aveva rapito lui ed altri bambini da un orfanotrofio statale, ma solo alcuni di loro furono portati qui. Io e Shimon arrivammo insieme, entrambi eravamo di Rosemary ed eravamo amici già prima che questo incubo iniziasse. Wally e suo fratello erano stati presi dalla strada, dove vivevano. Miriana si era persa in un parco ed era stata rapita e Sho, i suoi genitori avevano pestato i piedi a un boss della criminalità e fu venduto alla setta per pagarne il debito. ≫
 Il suo sguardo ormai non vedeva altro che le pareti in pietra e le sbarre, le parole le uscirono di bocca senza controllo, mentre ripercorreva quel tempo indefinito, fermo fra reale e incubo.
Salirono le scale, voltarono nei corridoi, fino a scorgere la porta che Erza aveva imparato a temere ed odiare.
Un Nomu era fermo lì davanti, spalancò la bocca ed emise un verso inarticolato. La spada di Erza affondò nella sua gola e gli mozzò di netto la testa prima che chiunque altro potesse muoversi.
≪ Potevi anche lasciarcelo ≫  borbottò Natsu, con un filo di voce. ≪ Almeno ci saremo scaricati un poco. ≫
Probabilmente lo conoscevo. Era uno di noi una volta. Il pensiero le fece montare dentro la nausea. Così tante vite erano state sacrificate in quel luogo, ingiustamente impiegate per le idee folli di un pazzo.
≪ Gerard non impiegò molto ad ottenere la nostra fiducia. Era gentile, coraggioso e aveva ancora speranza, di uscire di qui e di porre fine a tutta la nostra sofferenza. Parlava di libertà, del mondo là fuori e degli eroi che ci avrebbero salvato. Solo che nessun eroe è venuto a salvarci. ≫
≪ E voi gli credevate ≫ commentò cupamente Gran Torino. ≪ Vi ha raggirati, guadagnandosi la vostra fiducia. ≫
E lei era stata così stupida da cascarci. Eppure, perfino adesso faticava a credere che il ragazzino che le stringeva la mano e l’incoraggiava a non arrendersi fosse stato già allora il suo nemico.
 Erza annuì, fermandosi davanti alla porta. ≪ A quei tempi, pensammo fosse la verità. Noi l’avevamo persa di vista e avevamo rinunciato a combattere, ma Gerard ≫  la sua voce tremò. Erza strinse i pugni, conficcandosi le unghie nella carne. ≪ Lui ci spronò. Riempì i nostri cuori esausti di speranza ed armò le nostre mani. Ci convinse a scappare, a cercare aiuto all’esterno≫
Erza sollevò lo sguardo sulla porta serrata e socchiuse gli occhi, stanchi. ≪ Allora, eravamo degli sciocchi. Dei bambini ingenui che non sapevano di trovarsi su un’isola circondata dall’oceano e che non ci sarebbe mai stata data alcuna salvezza né grazia. Gli adulti ce lo dissero, ma noi…noi non volemmo ascoltare. ≫
Fissò la porta, tremando. Non poteva, pensò, non poteva aprirla e tornare lì. Ancora una volta vedere quello scempio.
Gran Torino balzò su di essa e la sfondò con un calcio. I due battenti saltarono dai cardini e si piegarono verso l’interno.
Erza sentì Lucy e Uraraka strillare. Le esclamazioni inorridite dei ragazzi. L’odore della morte, il puzzo putrescente della decomposizione appestava l’aria.
Erza entrò, pestando il sangue raggrumato sulle piastrelle con i piedi nudi. La stanza era modesta, ingombra di scafali. Gabbie erano fissate al suolo, grandi abbastanza da contenere una persona rannicchiata. Al suo interno c’erano dei cadaveri vecchi di giorni, in diversi stadi di decomposizione. Gerard doveva aver rimesso in moto la torre in poche settimane e ripreso gli esperimenti da dove erano stati interrotti.
Non guardò i volti di quelle persone, non voleva sapere se li conosceva o meno, il solo pensiero le dava la nausea. In ogni caso, non c’era più nulla che potesse fare per loro. L’odore putrescente della morte infestava quella stanza e le scivolava dentro, riempiendole il petto.
≪ Che razza di posto è mai questo?! ≫ esclamò Natsu, storcendo il naso disgustato. Iida era sbiancato. ≪ U-una sorta di laboratorio…credo. ≫
≪ Cristo! ≫ imprecò Bakugou portandosi una mano alla bocca per cercare di contenere il vomito che gli era salito in bocca. Lucy e Uraraka sembravano sul punto di svenire, come Iida e Happy.
Anche per questo te la farò pagare, Gerard.  
Cilindri di vetro salivano da un cerchio in metallo fino al soffitto. Tubi correvano per tutto il pavimento, collegandoli a un grande computer centrale. Contorte figure di Nomu incompleti o deformi erano adagiate scompostamente all’interno di quelle ancora intatte. Tenuti sedati in un liquido trasparente.
Erza lasciò scorrere la mano sui vetri rotti, il respiro incerto, come se i suoi polmoni si rifiutassero di riempirsi di quel aria contaminata.
≪ Quel tentativo di fuga fu l’inizio della fine ≫ raccontò, ignorando i gemiti alle loro spalle. ≪ Volevamo scappare da una piccola galleria e raggiungere l’esterno. Ora so che anche se ci fossimo riusciti, avremmo trovato l’oceano a fermarci, ma allora…furono le guardie che ci scoprirono. ≫
Il vetro acuminato le tagliò la pelle, facendo scorrere il sangue sulle sue dita. Il dolore che ne scaturì fu quasi un sollievo. Era niente in confronto alle emozioni che gli si agitavano in petto e la dilaniavano.
≪ Nomu. ≫ sussurrò Gran Torino, disgustato. ≪ Allora quelli che abbiamo incontrato li hanno creati qui. Quel Gerard è riuscito a replicare l’operato di All for One. ≫
≪ Non ne hai idea. ≫ rispose Erza, amaramente. ≪ Di quanto sia intelligente e produttivo Gerard. Lui è riuscito in pochi anni ha fare quello che la setta arrancava a creare quando eravamo schiavi. Ha completato Anima. ≫
Come ci fosse riuscito, Erza non lo sapeva. Non avrebbe mai pensato che potesse farlo in così poco tempo, ma Dabi non le aveva di certo mentito al riguardo.
Erza si guardò attorno. Il ragazzo l’aveva accompagnata per i corridoi per un lungo tratto, parlando senza guardarla, prima di lasciarla con un sorriso divertito.
≪ Voglio proprio vedere cosa farai, Titania. ≫ le aveva detto, dandole le spalle. ≪ Quanto realmente ci assomigliamo noi due. ≫
≪ Per niente. ≫ aveva risposto lei, gelida. Un brivido le corse lungo la spina dorsale, anche se aveva risposto così, iniziava a chiedersi se non avesse ragione lui. Forse quelli che toccavano quel genere di oscurità diventavano tutti ombre contaminate, diventavano tutti come Dabi e Gerard.  
Avvertì una mano gentile afferrarle il polso e sussultò.
Midoriya le strinse la mano, tirando fuori un fazzoletto dalla tasca. I suoi occhi erano cupi, il verde bruciante dell’iride rifletté la sua immagine. Vi trovò una ragazza pallida e sconvolta da rabbia e tristezza, una corazza crepata in più punti, dagli occhi come carboni ardenti.
≪ Anima completato. ≫ ripeté Lucy, incredula. Tirò su con il naso, cercando di non guardarsi attorno. ≪ Vuol dire che può davvero prendere il tuo quirk e passarla a qualcun altro? ≫
≪ Può prendersi tutto quello che vuole. ≫ rispose lei, stancamente. ≪ Anima può prendere e dare un quirk. Da quanto so, il piano di Gerard non è cambiato rispetto ad allora. ≫
Osservò affascinata il modo in cui Midoriya reclinò la testa, controllando la ferita per essere sicuro che non ci fossero frammenti, prima di legargli il fazzoletto intorno alle dita ed arrestare la fuori uscita del sangue. ≪ Attenta ≫ disse piano, stringendo il nodo. ≪ Ci sono molti vetri rotti, se non presti attenzione ti ferirai ≫
C’era una nota profonda nella sua voce che le fece correre un brivido sottopelle.
La sua gentilezza sembrava quasi fuori posto in un luogo marcio come quello, una goccia limpida e pura, in un lago di fango.
Le tornò in mente come Toshinori la rimproverasse sempre di non avere abbastanza cura di sé stessa. Si allenava sempre fino a crollare, finché il suo corpo non rispondeva più, si dimenticava di mangiare e raramente si concedeva divertimenti. Tutto questo, Toshinori gliel’aveva sempre rimproverato.
Una morsa le serrò lo stomaco al suo ricordo.
Solo allora si accorse degli sguardi arrabbiati e tristi degli altri. Uraraka gli stava fissando con il viso imbronciato e le guance rigate di lacrime.  Tacevano sconvolti, i visi cupi e frustrati.
≪ Vi hanno scoperto ≫ disse Midoriya, la voce sorprendentemente ferma. I suoi occhi erano lucidi e furiosi, mentre incrociavano il suo sguardo. ≪ E poi cos’è successo? ≫
≪ Le guardie presero Miriana ≫ sussurrò Erza. La piccola Miriana che si era aggrappata al suo braccio per non farsi portare via. Qualcosa era scattato in lei nel momento in cui aveva visto quegli occhi disperati e sentito il suo grido. Non aveva mai pensato di essere capace di reagire, finché quel qualcosa non era scattato in lei, facendo esplodere una rabbia esausta. ≪ Ed io gli aggredì per riprenderla ≫
Midoriya sbarrò gli occhi, sorpreso. La sua mano strinse più forte quella di Erza, mentre Natsu diceva. ≪ Immagino che sia qui che hai perso l’occhio. ≫
Li vide sussultare, tutti tranne Happy e Gran Torino che sapevano di quel dettaglio. Erza annuì, fissando lo sguardo sul viso sconvolto di Midoriya che la guardava sorpreso.
≪ Si, fu la mia punizione per aver provato a salvare Miriana. Al suo posto, presero me. Ero…più sacrificabile dal momento che non avevo un quirk. ≫
Quelle parole rimasero sospese nell’aria per un lunghissimo momento, prima che più voci si sollevassero insieme a porre la stessa domanda in diversi modi.
≪ Cosa significa che non avevi un quirk, scusa?! ≫
≪ Ma…questo non è possibile, come avresti fatto a svilupparlo così tardi?! ≫
Erza non ci badò, la sua attenzione era tutta sul ragazzo davanti a lei. Era nato senza quirk, proprio come lei e aveva vissuto per metà della sua vita senza averne uno. Lei ci aveva sperato che non si sviluppasse mai, mentre lui aveva sempre sognato l’esatto opposto per sé stesso.
Lo sguardo di Erza restò concentrato sul viso del ragazzo di fronte a lei. Midoriya la fissava con gli occhi sbarrati e il viso pallido. Ricordava di avergli detto che sarebbe stato meglio se fosse stata lei a nascere senza un quirk. Lo aveva desiderato per via di quel posto, per quello che simboleggiava, ma anche per quello che cercava. Potere. Sempre e solo potere, che corrompeva le persone e le distruggeva.
≪ Tu… ≫ sussurrò lui, senza fiato. Erza liberò la mano con uno strattone e lui la lasciò fare, troppo sconvolto per reagire.
≪ Io ho sviluppato il mio quirk che avevo già undici anni. È successo qui, quando le guardie mi presero al posto di Miriana e i dottori mi sedarono…fu la prima volta che lo usai. ≫ La voce gli si strozzò in gola. ≪ Si è manifestato un po' tardi, ma questa è la principale ragione per cui sono sopravvissuta così allungo. Ero più utile come manodopera che come cavia. ≫
. Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?! Perché noi?!. aveva gridato Gerard, stringendola fra le braccia.
Lei aveva aperto gli occhi su un mondo sfocato. Uno dei suoi occhi faceva male, non riusciva a vedere nulla da quella parte. Solo da una parte poteva vedere Gerard, un’immagine distorta e labile, ma era pur sempre il viso del suo unico amico e in quel momento era l’unico che voleva vedere.
≪ Fu Gerard, però, ha salvarmi. ≫ disse, dirigendosi verso la parete accanto alla fila di monitor e fece scorrere le mani sulla pietra, cercando il mattone giusto. ≪ Venne a salvarmi e trovò… ≫ s’interruppe di nuovo, spingendo via un mattone dalla sua sede e rivelando una maniglia nascosta.
≪ Un’uscita segreta? ≫ sussurrò Uraraka, sorpresa. ≪ Come facevi a saperlo? ≫
Lei non rispose. Da lì, era proprio da lì che erano venuti a prenderlo e li avevano separati. Se lo ricordava.
Ge-Gerard   aveva sussurrato stremata, la voce le raschiò la gola. Lui sussultò e la guardò, il viso sporco di terra e sangue. Erza, ti sei svegliata! ≫  esclamò, sorridendole sollevato. Cosa è successo? ≫  domandò. I ricordi frammentari che le colpivano la mente come schegge di vetro. I dottori….
Si, ora ricordava. Si era fatta prendere al posto di Miriana, per fare da cavia all’ennesimo esperimento. Forse sarebbe stata così fortunata da morire, senza un quirk da usare non poteva proteggere sé stessa né i suoi amici.
Gerard le accarezzò la guancia, sussurrò spaventato Sono morti. C’è stata una grande esplosione ed hanno perso la vita.
Lei cercò di guardarsi attorno, la stanza sembrava reduce da una esplosione. Parte della parete era crollata, e a terra giacevano dei corpi esanimi.
Erza, ≫  mormorò, Gerard sei stata tu.
Lei lo guardò senza capire. “Ti sbagli, Gerard” avrebbe voluto dire, ma le parole non ne volevano sapere di uscire. “Io non sono forte. Non ho il potere di salvare nessuno”.
Gli occhi verde scuro di Gerard, la fissavano inquieti ed eccitati. Lo hai fatto tu, Erza. Hai usato il tuo quirk. Capisci, cosa significa?
Capiva di averli uccisi. Lei con le sue mani aveva spezzato le loro vite.
Possiamo combattere, con questo potere noi guadagneremo la libertà. Insieme, combattendo insieme, saremo più forti di loro.
≪ Erza-san? ≫ la chiamò la voce gentile di Uraraka. Nel momento in cui le sfiorò la spalla, sussultò e il mattone le cadde di mano.
La guardarono preoccupati, Midoriya mosse un passo verso di lei, ma Erza si affrettò ad aprire la porta sul cielo azzurro. Permise all’aria salmastra di entrare e i suoi occhi faticarono ad accettare la vista limpida del cielo e dell’oceano, dopo tanta oscurità. L’uscita portava direttamente su una fila di pioli esterni che formavano una strana scala che correva per tutta la torre, scendeva verso il basso e saliva verso l’alto, girando intorno alla struttura e collegando i vari piani. ≪ Da qui potete raggiungere la riva. ≫
≪ Nessuno di noi intende andarsene senza di te, ragazzina. ≫ replicò Gran Torino, rudemente. ≪ E aspetto ancora di capire com’è che ci sono così poche persone in questo posto e come ti sei liberata. ≫
Erza sollevò lo sguardo e lo fissò. ≪ Non è stato difficile. ≫ mentì, soffocando il brivido di orrore al ricordo delle mani che l’aveva toccata così impunemente. ≪ Come ho detto, in questa stanza ho perso il mio occhio e Gerard è venuto a salvarmi. Rubò un’arma alle guardie per farlo. ≫ Un brivido le corse sotto pelle. ≪ Quella è stata la scintilla che fecce iniziare la ribellione. Il gesto di Gerard fu l’inizio e quando fu catturato, noi che eravamo i suoi compagni e amici, insorgemmo per riprendercelo. ≫
Midoriya sussultò, impallidendo. La guardava come aveva fatto nel bosco, come un cucciolo ferito. Gli tremavano le mani lungo i fianchi e gli strinse a pugno per cercare di fermarle.
≪ A me sembra che l’occhio tu ce l’abbia ≫ commentò brusco Bakugou, ≪ che poi veda bene o meno, è un altro conto. ≫
≪ Bakubro! ≫ esclamò scioccato Kirishima, mentre Uraraka mollava una sberla sul braccio del ragazzo. ≪ Come puoi scherzare su una cosa del genere? ≫ gli chiese. Il biondo sbuffò, fissando Erza molto serialmente. ≪ La mia era una costatazione. ≫
Erza ricambiò lo sguardo, sollevata di quello spiraglio di respiro nel mezzo dell’angoscia che le stringeva il petto. Si portò la mano al viso, coprendo l’occhio che non poteva più versare lacrime. ≪ Questo è un occhio artificiale, mi fu impiantato dopo che mi unì a Fairy Tail. Fu un piccolo sacrificio, ben poca cosa, rispetto a quello che sarebbe potuto accadere. ≫
Le tremavano le labbra, adesso. Sentiva le lacrime bagnarle la guancia e bruciare. Avrebbe voluto cancellarle, ma era impossibile. ≪ Fu lui a salvarmi o almeno, ci provò. Ma venne catturato ed io fui rigettata in cella. In attesa di capire che genere di quirk avessi. ≫ sollevò le mani e si fissò i palmi. Le mani le tremavano, tremava tutta, ma non per il freddo. Era quel posto a darle i brividi. ≪ Avevamo raggiunto il limite, pensavamo che la morte sarebbe stata un dono. Qualunque cosa sarebbe stata meglio, purché potessimo porre fine alla nostra disperazione. ≫
≪ Erza! ≫ gridò Izuku, furioso. Lei trasalì e lo guardò sorpresa. Il verde dei suoi occhi era pieno di dolore e rabbia. ≪ N-non dire certe cose. Non dirle nemmeno per scherzo, non…≫ si interruppe, traendo un respiro tremante. ≪ Non farlo e basta. ≫
≪ Non stava parlando di adesso, Midoriya ≫ sussurrò Lucy, guardandola addolorata. ≪ N-non è vero, Erza? Pensavi quelle cose perché stavi soffrendo ma ora non è più così…no? ≫
Lei non rispose, distogliendo lo sguardo e prendendo un respiro tremante. ≪ Non mi aspetto che riusciate davvero a capire cosa intendo, Solo vorrei farvi capire perché dovreste andarvene. ≫
≪ Io vedo solo ragioni per restare ≫ commentò Iida, serio. ≪ Non penso che tu debba combattere da sola contro questa persona, a maggior ragione se lo conoscevi. ≫
≪ Però… ≫ sussurrò Uraraka, turbata. ≪ Non capisco come abbia potuto cambiare così tanto. ≫
I loro occhi erano fissi su di lei.
Sentì la distanza fra di loro come qualcosa di tangibile. Non potevano capirla, nessuno avrebbe mai potuto farlo.
Loro erano figli del mondo moderno, amati e coccolati dai loro genitori. Lei e Gerard erano diversi. Avevano dovuto lottare solo per il diritto di respirare. Avevano lottato insieme per proteggere quella loro flebile felicità.
≪ Gerard…cambiò proprio allora. Quando fu preso e noi ci ribellammo, per noi stessi, per la libertà che desideravamo riprenderci - pur avendo dimenticato cosa fosse - ci ribellammo per Gerard.  ≫ sussurrò, faticando ad articolare le parole. ≪ Combattemmo con quello che avevamo, picconi, pale, sassi...prendevamo le armi dalle guardie che riuscivamo a sopraffare. La nostra esultanza durò poco, però. Quando si accorsero di non poterci fermare con le loro sole forze, mandarono i Nomu che massacrarono e misero in fuga i ribelli ≫
Erza ispirò, stringendo i pugni.
≪ Fu durante quel massacro che il mio quirk si risvegliò. Avevo superato da anni il momento critico e pensavo non si sarebbe più manifestato. Invece, accadde in quel momento. ≫
Le poteva ancora sentire, rimbalzare nelle pareti, le urla, e quel potere che le scorreva nelle vene e travolgeva tutto.
≪ Ricordo che pensai "con questo potere, posso combattere. Posso salvare Gerard" ≫ Strinse forte i pugni, fino a conficcarsi le unghie nelle mani, ma non era bastato quel potere. Non era servito a nulla. La sua voce, tremò di un’emozione più profonda dell'odio o della rabbia. ≪ Per questo, io...ho combattuto. Per questo ho iniziato ad usare il potere che odiavo con tutto il cuore. ≫
Gli sentì trasalire.
≪ O-odiare? ≫ sussurrò Lucy, facendola rabbrividire. Chiuse gli occhi per non vedere l’espressione sul viso dell’amica. Tutti quegli anni passati ad addestrarsi solo per quel momento, ed ora non aveva più tempo. ≪ Mi feci strada fino a lui, spazzando via tutto ciò che si frapponeva fra me e quella stanza, ma quando arrivai...era troppo tardi ≫.
Aveva superato da un bel po' il punto in cui poter piangere, l'unica cosa che sentiva erano le unghie nella carne. Quel piccolo dolore non era niente in confronto a quello che le straziava il petto.
≪ Gerard ≫ sussurrò, la voce fremente. ≪ Non c'era più ≫.
≪ Cosa significa, non c'era più? ≫ scattò, Natsu. Aveva il viso verde, gli occhi accessi di collera.
Tutti loro erano pallidi e scioccati. Perfino, Bakugo non trovava la voce.
Odiò il modo in cui la guardavano, come se fosse di nuova la bambina vittima di quel tempo. Una creatura ferita, deformata dalla sofferenza, che non poteva essere assimilata alla razza umana.
≪ Era il suo viso, il suo corpo, ma la sua mente, le sue parole...la sua intera personalità...erano svanite ≫ spiegò, a stento. ≪ Il Gerard che era nostro amico non c'era più. Al suo posto, c'era un mostro. Il nuovo Gerard era come gli uomini che stavamo combattendo, voleva il potere, voleva rendere il mondo schiavo e dominare su ogni cosa. ≫
Midoriya impallidì, irrigidendosi. La voce di Erza ebbe un tremito di frustrazione e dolore al ricordo del momento in cui gliel’aveva comunicato con gelida calma. Aveva riso di lei, sbeffeggiandola per la sua stupidità e lei non aveva potuto contrastarlo in nessun modo.
≪ Per farlo, voleva il mio quirk e la collaborazione degli altri. Voleva liberare tutti gli schiavi, anche quelli degli altri laboratori e campi lavoro, farne un esercito che l'avrebbe seguito. Avrebbe creato un mondo in cui solo chi era sua alleato avrebbe avuto un quirk e la sua contorta libertà. Fu così che scoprì il segreto che Gerard aveva nascosto a tutti: lui possedeva un quirk ≫.
Gran Torino strinse i suoi occhi, squadrandola.
Lucy si portò una mano alla bocca e mormorò ≪ C-che genere di quirk? ≫
≪ Uno molto potente. ≫ rispose lei, scostandosi dalla porta. ≪ Il suo quirk gli permette di creare sfere di energia. ≫
≪ Unito al tuo quirk ≫ disse, Gran Torino, cupamente ≪ sarebbe peggio di un'arma di distruzione di massa ≫.
≪ Ma All Might ha detto che il tuo quirk crea potenza ≫ intervenne Midoriya, ansioso. ≪ Come pensava Gerard - ≫
≪ Ti sbagli ≫ lo corresse, Erza, incupendosi. ≪ Il mio quirk genere un potere il cui limite è il contenitore che l'ospita ≫
Li vide sussultare confusi.
≪ La resistenza del metallo, quella del corpo – del tuo corpo – ma se fosse abbinato al potere di Gerard potrebbe convogliare quel potere nelle sue sfere e distruggere tutto ≫ dedusse, Gran Torino, man mano che il suo ragionamento procedeva lo stupore sul suo viso aumentava. ≪ In questo modo, avrebbe davvero potuto riuscire a conquistare il mondo ≫
Erza annuì, evitando il suo sguardo.
≪ Io rifiutai di collaborare, mi aspettavo che avrebbe cercato di portarmi via il mio quirk, invece si inventò qualcosa di peggio. ≫ La conosceva, Gerard, sapeva esattamente come assicurarsi di tenerla buona, sapeva dove andare a prendere. Gliel’aveva letto in quegli occhi famigliari quanto sconosciuti, che avrebbe mantenuto la parola data. ≪ Disse che l'avrei seguito, magari non subito, ma alla fine mi sarei arresa. ≫
La stavano guardando confusi, corrugando le fronti. Lucy scosse la testa. ≪ Ma allora… Gerard era in combutta con la setta. ≫
Erza scosse la testa. ≪ No, Gerard era uno schiavo come noi. Solo…lui gli uccise e poi sfruttò la ribellione per diventare il nuovo padrone di tutto. Io però non c’ero e non so che genere di mezzi abbia usato per convincere gli altri. ≫
Gran Torino, storse la bocca adirato. ≪ E come pensava di costringerti ad aiutarlo? ≫
Erza si avvicinò a Midoriya che si tese come una corda di violino. Stese la mano e impugnò la spada la spada che lui portava sulla schiena. La sfilò lentamente. il peso dell’arma era famigliare e la rassicurò. ≪ Lasciandomi andare ≫.
Vide la sorpresa sui loro volti, la confusione, le esclamazioni incredule.
≪ C-cosa significa? ≫ le domandò Midoriya, boccheggiando incredulo. ≪ All Might ha detto… ≫
≪ All Might non conosce tutta la storia. ≫ l’interruppe bruscamente.
Si era fidata di lui, di quello strano uomo che le aveva raccontato tutta la sua vita in una stanza di ospedale. Lo aveva visto alla TV e aveva scioccamente pensato che lui avrebbe potuto liberarla.
Si era solo illusa però.
Gerard era più furbo di quanto avesse pensato e l’aveva battuta. Le aveva fatto capire chi era ad avere il potere fra loro.
≪ Non sono mai scappata da questo posto ≫ rivelò, con una smorfia ≪ Fu Gerard ha mandarmi via. Mi concesse di lasciare questo posto, ma promise che se mai ne avessi parlato, avrebbe ucciso i miei amici. ≫
Gliel’aveva detto, infondo, che lei gli apparteneva. La sua punizione sarebbe finita solo quando lui l’avrebbe voluto, ed era quello il momento che voleva sfruttare per batterlo. Gran Torino sussultò, guardandola incredulo. ≪ Perciò quando ci hai detto di loro... ≫
Erza strinse l'impugnatura della spada, sentendo la rabbia che le scorreva nelle vene. ≪Io condannai a morte i miei amici. ≫ confermò. Aveva davvero creduto che sarebbero stati salvati, ma quando All Might era tornato da solo, aveva capito che si era sbagliata. Nessuno di loro sarebbe mai stato libero. ≪ Probabilmente, Gerard se l'immaginava, oppure aveva trovato il modo di controllarmi. Non lo so. So solo che quando trovaste questo posto distrutto, fui certa che fosse stata opera di Gerard≫
Lucy singhiozzò ≪ Per tutto questo tempo, tu... ≫
Non aveva più senso mentire, nascondere la verità. Ormai c'era dentro. Il tempo scorreva veloce e se quella guardia aveva ragione, la Regina non era l'unica cosa che stava arrivando.
≪ Oggi è il giorno in cui porrò fine a questa storia. ≫ disse, decisa. ≪ Sapevo che erano vivi. Sapevo che Gerard aveva iniziato a conquistare i Campi ≫.
Sussultarono, guardandola sorpresi.
Midoriya aveva le guance rosse, rigate di lacrime e gli occhi brucianti. La guardò confusa. ≪ Non capisco. Come potevi saperlo? ≫
≪ Perché me lo disse lui stesso ≫ rispose, allontanandosi da loro e dirigendosi verso la porta. Non li guardò mentre li sentiva seguirli. ≪ Me lo fece sapere, lasciandomi un messaggio in ospedale. Mi scrisse che era la mia ultima possibilità di tenere la bocca chiusa e salvarli ≫.
≪ Per tutto questo tempo, tu lo hai sempre saputo ≫ mormorò, Gran Torino. ≪ E non l’hai mai detto a nessuno? ≫
Erza annuì. Era stato difficile. Tutte quelle notti in cui si svegliava terrorizzata e Toshinori era lì, ma lei non poteva dare voce alla sua paura. Tutti quegli allenamenti strazianti per cancellare la debolezza che le aveva impedito di fermare Gerard, di salvare i suoi amici. Tutte quelle notti, in cui non sapeva nemmeno lei se voleva uccidere Gerard o salvarlo, se gli credesse o meno.
 ≪ Si, nelle condizioni in cui ero, non potevo fermare Gerard, non potevo salvare nessuno...ma ho allenato il mio quirk e me stessa per questo momento. Se non posso salvare il mio amico, lo fermerò. Se non posso dire la verità ai miei amici, farò almeno in modo che siano liberi dall'influenza di Gerard ≫.
Natsu incrociò le braccia sul petto, accennando un sorriso. ≪ Perciò vuoi sconfiggere Gerard. Okay, ci sto ≫
Erza lo guardò disorientata. Natsu le sorrise sornione. ≪ Facciamoli il culo e torniamocene a casa. ≫
≪ Natsu ≫ disse incredula, Uraraka, fissandolo a bocca aperta. ≪ Hai sentito quello che ha detto, si o no? ≫
≪ Tutto e non penso che dovremo andarcene, ma prenderlo a calci. ≫ replicò il ragazzo e alle sue parole, Iida e Kirishima concordarono.
≪ Non possiamo andarcene sapendo che anche quei ragazzi sono stati ingannati. ≫ intervenne Midoriya, strofinandosi il viso con il braccio e cancellando le tracce della lacrime che aveva versato. Lucy strinse i pugni e annuì con vigore. ≪ Erza, non ti lasciamo da sola. Combatteremo con te. ≫
Gli occhi verdi di Midoriya stavano già correndo sui compagni, Erza riusciva quasi a sentirli, i meccanismi del suo cervello da Nerd che lavoravano per escogitare una strategia. ≪ se lo attacchiamo tutti insieme riusciremo sicuramente... ≫
≪ Nessuno di voi attaccherà Gerard ≫ li interruppe Erza, bruscamente. Gli faceva male il petto per tutte quelle emozioni complesse imprigionate al suo interno. Non riusciva a respirare. Strinse la presa sulla spada, ringraziando la dote che le permetteva di nascondere le sue emozioni all’esterno.
≪ Nessuno di voi si avvicinerà a Gerard. ≫ sibilò e non era sicura del perché quel pensiero la facesse infuriare. Guardò Midoriya dritto negli occhi. Lui più di tutti non poteva permettersi di restare, per il bene della successione di All Might e del One for All. ≪ Non potete permettervi di morire qui. ≫
La guardarono sorpresi.
≪ Nessuno di noi ha intenzione di morire. ≫ replicò Kirishima, guardando i compagni. Bakugou storse la bocca in una smorfia violenta. ≪ A parte quel figlio di puttana di Gerard, ovviamente. ≫
Midoriya la fissò di rimando, andandole incontro. Erza indietreggiò e sollevò la spada puntandogliela contro. Solo allora lui si arrestò. ≪ Non lo farai. ≫ le disse deciso. ≪ Non me ne vado senza di te. ≫
≪ Invece è quello che farai. Vattene. Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno io. ≫ replicò gelida, indicò la porta aperta alle spalle di lui e aggiunse cupamente. ≪ Fra meno di venti minuti il Concilio lancerà una bomba su questo posto, radendolo al suolo, con tutto ciò che contiene. Se per allora non sarete abbastanza lontani, verrette travolti e morirete qui. Capisci ora perché ve ne dovette andare? ≫.
Gran Torino sussultò, sbiancando. ≪ Che cosa?! ≫
≪ Ecco perché non volevano autorizzare una missione di salvataggio ≫ commentò Iida, inorridito.
≪ Ma ci sono delle persone qui dentro! ≫ scattò Happy ≪ Moriranno tutti ≫
≪ Non credo gli interessi ≫ commentò, Gran Torino, sempre più preoccupato. ≪ Dobbiamo andarcene subito ≫ Si voltò a guardarla, con gli occhi fiammeggianti ≪ Anche tu ≫.
Erza scosse la testa. ≪ Io devo affrontare Gerard, questa è la mia ultima opportunità. ≫ rispose a mezza voce. Gran Torino tremò di rabbia. ≪ Se questo posto salta non ci sarà più alcun Gerard da uccidere! ≫
≪ Lui non morirà per mano del consiglio. ≫ insistette indietreggiando. Gli occhi di Midoriya erano fissi su di lei, scioccato. ≪ No, perché tu vuoi ucciderlo. ≫
≪ Solo così porrò fine a questo incubo. ≫ sussurrò, deglutendo. ≪ Se Gerard fosse ancora in sé anche lui concorderebbe. Il ragazzo che conoscevo non avrebbe mai sopportato di essere un simile mostro. Mai. non posso fare altro che fermarlo. ≫
Midoriya la guardò, furioso. ≪ Facciamolo insieme! ≫ protestò, nello stesso momento in cui Gran Torino sbottava. ≪ Come se ti permettessi di sporcarti le mani in questo modo! Ho promesso a Toshinori che ti avrei riportato a casa! ≫
Una fitta di dolore le trafisse il cuore.
Balzò indietro, nello stesso momento in cui i suoi compagni saltarono in avanti per afferrarla e trattenerla. La sua spada urtò il muro, aprendo ampie crepe che corsero sulla pietra e la spaccarono. Una pioggia di detriti cadde su di lei, seguita da pietre più grandi.
≪ Scusa, Maestro, ma l'ho già detto: nessuno può più salvarmi ≫ sussurrò dando un ulteriore colpo alla pietra che crollò. Riuscì a vederli gettarsi per raggiungerla, le loro urla la inseguirono, mentre veniva tagliata fuori.
L’ultima cosa che vide fu la mano tesa di Midoriya Izuku che tentava di afferrarla e le sfiorava i capelli, prima che il muro gli dividesse.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: 0421_Lacie_Baskerville