Storia 1: Giornata in spiaggia
Le sue
vacanze erano appena iniziate e Lucy, già esasperata dopo i
primi
minuti trascorsi in spiaggia con il marito e i figli, rincorreva
ovunque la piccola Nashi, che troppo presa dall'enorme cono gelato
che teneva tra le manine e, soprattutto, dalle onde del mare che
arrivavano sul bagnasciuga, non voleva saperne di mettere la crema
solare prima di fare qualunque altra cosa. Purtroppo la bionda sapeva
per esperienza che sarebbe successo, dal momento che la bambina amava
il mare e la prima cosa che faceva da sempre, appena arrivati, era
correre subito verso l'acqua, ma non poteva dargliela vinta.
«Per
favore, Nashi, vieni qui! Non puoi fare il bagno adesso!» la
chiamò
per l'ennesima volta, sudata e con il fiatone, augurandosi nel
frattempo che il gelato, tanto per concludere in bellezza, non si
squagliasse del tutto.
Era solo
metà mattina ma il caldo era già insopportabile e
mentre andavano
in spiaggia, a pochi passi dalla meta, si erano imbattuti in un
carretto dei gelati che aveva subito attirato l'attenzione di Nashi e
del fratellino Igneel.
Natsu e
Lucy avevano provato a convincerli a lasciar perdere, cercando di
attirarli con l'idea del bagno di lì a poco, ma i bambini
erano
stati irremovibili e alla fine i due si erano arresi, raccomandandosi
però di aspettare prima di entrare in acqua. I piccoli
avevano
promesso solennemente, discutendo poi tra di loro se fare un enorme
castello di sabbia o andare sugli scogli, dove era sempre
più
ventilato, ma Nashi, alla vista della distesa blu che tanto amava, se
ne era dimenticata in un lampo, costringendo la madre a lanciarsi
all'inseguimento con la crema solare in mano mentre il padre
sistemava le borse e tutta l'attrezzatura con l'aiuto di Igneel.
«Ma io ho
caldo. Voglio entrare in acqua» stava intanto protestando la
bambina, con il visetto imbronciato e sporco di cioccolato.
«Adesso
non puoi, Nashi, ti avevamo avvisata» le ricordò
Lucy, ripulendola
alla meglio con un tovagliolino di carta che aveva portato con
sé.
«Lascia che ti metta la crema, poi chiediamo a Igneel se
vuole
venire con noi sugli scogli, d'accordo?»
La piccola
ci pensò un attimo, ma poi, dopo un'ultima occhiata
profondamente
triste all'acqua a pochi passi da lei, annuì.
«Però poi
andiamo anche sul canotto. Promesso?» disse seria, facendo
sorridere
la madre.
«Va bene.
Ti dico io quando possiamo, però.»
La bambina
acconsentì e finalmente permise a Lucy di spalmarle su tutto
il
corpo una dose abbondante di crema.
Purtroppo,
di lì a poco, ciò che restava del gelato
pensò bene di colarle
ovunque, ma Nashi, dopo il primo momento di stupore e disappunto,
scoppiò incredibilmente a ridere senza riuscire a fermarsi.
In fondo
non era da molto che aveva fatto colazione, e l'espressione
inorridita di sua madre era davvero impagabile. Quest'ultima,
infatti, ricordava fin troppo bene il capriccio infinito l'ultima
volta che un cono gelato, preso dopo pranzo in un ristorante, le era
finito per buona parte sulla maglietta, ma per grazia ricevuta quel
giorno non accadde nulla, e le due si limitarono a tornare tranquille
sotto l'ombrellone in cerca di altri tovagliolini.
«Sei
caduta in un secchio di gelato, Nashi?» le chiese stupito
Igneel
quando le vide arrivare, domandandosi perché mai non
l'avesse
sentita urlare da lì. Sua sorella amava il gelato molto
più di lui
e considerava un terribile spreco quando se ne scioglieva anche solo
un pochino. Considerata la quantità che ne aveva addosso,
avrebbe
dovuto allarmare con i suoi strilli l'intera spiaggia...
«Spiritoso,
mi è solo caduto un po' di gelato» gli rispose
allegra la bimba più
grande, ridendo di nuovo al ricordo della reazione di Lucy.
Igneel,
stranito e leggermente preoccupato, stava già per ribattere
con aria
birichina quando il padre gli passò appena in tempo la borsa
con i
giocattoli, porgendo intanto alla moglie una manciata di
tovagliolini.
«Stavi
cercando questi?» le chiese con espressione un po' colpevole.
Aveva
assistito da lontano all'inseguimento e sapeva che per la bionda
doveva essere stato pesante, dal momento che aveva sempre sofferto il
caldo.
«Sì,
grazie» gli rispose lei con un sorriso stanco, aiutando Nashi
a
ripulirsi. «Hai messo tu la crema a Igneel?»
domandò poi,
lanciando un'occhiata al figlio più piccolo, che si era
già messo
al lavoro con secchiello e paletta per costruire “il miglior
castello di tutta la spiaggia”. Il piccolo di casa Dragneel,
infatti, a tre anni appena, aveva ereditato tutta la
competitività
di suo padre ed era bastato che questi, durante il tragitto,
accennasse a qualcosa di simile a una sfida per accenderne l'animo,
con profondo disappunto di madre e sorella, già sicure che
la cosa
non avrebbe portato a nulla di buono. Per loro disgrazia,
però, era
impossibile fermarli quando partivano con simili idee.
«Tranquilla,
ci ho pensato io» la rassicurò Natsu, dandole un
bacio leggero sul
collo prima di spalmarle la crema sulla schiena.
Lucy gli
sorrise grata, rilassandosi sotto il suo tocco per poi immergersi
nella lettura di un libro che le aveva consigliato Levy, mentre il
rosato si godeva il calore del sole tenendo d'occhio i bambini.
Con
profondo stupore di entrambi, infatti, Igneel era riuscito a
convincere Nashi a dargli una mano con il castello, facendole
dimenticare per ora il giro sugli scogli. Sembrava un momento
perfetto, finché, dopo un tempo indefinito, non sentirono la
vocetta
squillante della bambina annunciare con orgoglio di aver avuto
un'idea geniale.
A quel
punto gli adulti si girarono allarmati verso di lei, scoprendo con
orrore che la piccola teneva in mano una delle chiavi dorate della
madre, che aveva trovato chissà dove.
«Ora
avremo tutto il fresco che ci serve!» annunciò
felice, immergendo
il prezioso oggetto nel secchiello pieno d'acqua e pronunciando
correttamente la formula di evocazione prima che la bionda,
arrabbiata e stupita, riuscisse a togliergliela dalle mani.
Benché si
fosse praticamente buttata verso la figlia per riprendersi la chiave,
però, non poté impedire l'inevitabile e un attimo
dopo una sirena
dai lunghi capelli azzurri apparve in mezzo a loro, guardandosi
intorno con aria severa e decisamente infastidita mentre i bambini
nelle vicinanze accorrevano in massa per dare un'occhiata
più da
vicino a quella strana creatura.
«Zia
Aquarius, abbiamo bisogno di te!» esclamò Nashi
battendo le mani,
entusiasta per esserci riuscita. Aveva visto più volte Lucy
evocare
gli Spiriti per i motivi più svariati e le era stato subito
chiaro
che l'Acquario avrebbe fatto al caso suo. Dal momento che i genitori
non le permettevano di rinfrescarsi nei soliti modi, ci avrebbe
pensato lei a donare a tutti loro un minimo di sollievo.
La sirena,
sia pure intenerita da una scena che le ricordò subito il
passato,
non lo diede a vedere, e una volta sicura che non ci fossero
pericoli, si rivolse aspramente alla sua padrona, che nel frattempo
era riuscita a recuperare la chiave e stava sgridando la figlia.
«Quante
volte ti ho detto di non far giocare questi mocciosi con le nostre
chiavi?» la interruppe minacciosa Aquarius, osservandola
rimpicciolirsi per un attimo di fronte a lei come tanti anni prima.
«Stavo
appunto dicendo a Nashi che non deve prendermele dalla borsa»
iniziò
a spiegare Lucy, subito ripresasi, maledicendosi mentalmente per non
aver prestato la dovuta attenzione. Sapeva che la piccola aveva
sempre avuto una particolare attrazione per quel tipo di magia, ma
non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata in grado di evocare uno
Spirito con la formula corretta e un probabile utilizzo, almeno in
parte, del suo stesso potere. Davvero notevole per una bambina di
soli sei anni, ma questo non diminuiva la gravità
dell'accaduto.
«Certo che
sei proprio affidabile se persino una mocciosa è in grado di
rubartele... E non si tratta nemmeno di una situazione di emergenza!
Sai bene che odio essere interrotta nel bel mezzo di un
appuntamento!» la sgridò la sirena, sentendo la
rabbia traboccare
ancora di più al pensiero di aver lasciato Scorpio per
rispondere
all'inutile chiamata di una bambina pestifera. Tempo prima, infatti,
Lucy aveva chiesto ai suoi Spiriti di aprire il portale con la
propria energia se uno dei suoi figli avesse invocato il loro aiuto,
ma l'idea voleva essere una precauzione per i casi di emergenza in
cui lei non fosse stata in grado, per qualsiasi motivo, di provvedere
di persona alla loro salvezza durante un attacco.
«Non è il
momento né il luogo per discutere di questo,
Acquarius» cominciò
severamente la maga, irritata da quella frase inopportuna,
«ma a
parte questo hai ragione e mi dispiace moltissimo. Prometto che non
si ripeterà più» la
rassicurò decisa, rivolgendo un'occhiata
minacciosa alla figlia, che era in piedi al suo fianco con lo sguardo
confuso che saettava da una all'altra.
«Ma noi
abbiamo bisogno di te, zia Aquarius! Ci serve un po' di
fresco» si
lamentò Nashi subito dopo, guardando la sirena con gli
occhioni
supplichevoli che il più delle volte facevano cedere
chiunque alle
sue richieste.
«Che cosa?
E questo sarebbe “aver bisogno di me”?
Lucy!» ringhiò Aquarius,
inferocita, fulminando madre e figlia con un'occhiataccia delle sue
prima di agitare i lunghi capelli azzurri e sollevare l'anfora che
teneva tra le mani.
La bionda,
vedendo il gesto, cominciò a sudare freddo, ma prima che
potesse
dire o fare qualsiasi cosa, Nashi ricominciò ingenuamente a
supplicare lo Spirito di utilizzare i suoi poteri, seguita a ruota da
alcuni bambini piccoli intorno a loro.
«E va
bene. Se questo è l'unico modo per liberarsi di un branco di
mocciosi impertinenti...» sbottò Aquarius
irritata, pregustando la
scena che le era appena balzata in mente.
«No,
aspetta! Non farlo! Chiusura forzata del portale!»
strillò Lucy in
preda al panico, ma era già troppo tardi. La sirena, suo
malgrado,
non aveva alcuna intenzione di ignorare la richiesta della piccola
Dragneel, ma allo stesso tempo voleva farla pagare alla sua padrona
per averle indirettamente rovinato l'appuntamento, nella speranza che
riuscisse a insegnare alla bambina di non giocare con le chiavi.
Un attimo
dopo, un'ondata di piena si abbatté su di loro a tutta
forza,
trascinando a qualche metro di distanza la maga bionda - insieme
naturalmente ad alcuni ombrelloni e relativi occupanti - mentre Natsu
cercava di proteggere o allontanare i pochi bambini che non erano
già
fuggiti in preda al panico.
Soddisfatta
per il suo operato, Aquarius sparì in un lampo di luce,
sorridendo
alla vista dei piccoli felici e di una Lucy affranta e furiosa che si
rialzava, tutta sporca di sabbia, sputacchiando acqua.
«Nashi!»
ringhiò inferocita, appuntandosi mentalmente di fare due
chiacchiere
con lo Spirito dopo essersi occupata di quella peste di sua figlia.
«Scusa,
mamma, ma ora si sta meglio, no?» disse allegra la bambina,
incurante del pericolo, mentre sorrideva radiosa ai suoi molti
ammiratori. Non erano pochi infatti i bambini che, affascinati dalla
magia e dall'improvvisa “pioggia” fresca, arrivata
in realtà su
di loro con forza decisamente minore del previsto, si complimentavano
con lei e le facevano domande.
«Non ti
azzardare a rifarlo, hai capito? Non si scherza con queste
cose!» la
sgridò severamente Lucy, senza neanche accorgersi, in un
primo
momento, degli sguardi omicidi che le venivano rivolti dai vicini, a
loro volta fradici e sporchi quanto lei.
La piccola
non le diede retta, preferendo invece rispondere ai bambini che la
circondavano, e finalmente la bionda, ancora fumante di rabbia,
iniziò a rendersi conto della situazione.
Un attimo
dopo era già alle prese con una folla altrettanto inferocita
che
avrebbe voluto chiamare il Concilio per il danno magico subito,
mentre Igneel, accortosi che l'ondata di Aquarius aveva rovinato il
suo castello, si lamentava a gran voce con i genitori per farsi
ascoltare.
«Non è
giusto, era venuto così bene! Fai qualcosa,
mamma!» insisteva, a un
passo dalle lacrime, tirandola per un braccio.
«Mi
dispiace, tesoro, ma non posso farci nulla. Dovrai costruirne un
altro» gli rispose alla fine Lucy, realmente dispiaciuta,
augurandosi che bastasse. La coppia più vicina al loro
ombrellone,
la più duramente colpita dal disastro, non sembrava avere
alcuna
intenzione di fargliela passare liscia e stava già
minacciando di
contattare un amico che lavorava ai vertici del Concilio. Sarebbero
stati guai seri, a quel punto, e lei non sarebbe riuscita a gestire
più fronti.
«Ma a me
piaceva quello!» protestò ancora il piccolo,
cercando di
convincerla a fare qualsiasi cosa per riparare il suo castello
finché
Natsu, seriamente tentato di mettere a tacere i due fastidiosi vicini
alla sua maniera, non si inginocchiò all'altezza del figlio
nella
speranza di distrarlo. Per un po' aveva cercato di stare calmo e
aiutare la moglie, ma la pazienza non era mai stata il suo forte, e
quei due, senza probabilmente rendersene conto, stavano correndo un
grosso rischio. L'occhiata di avvertimento di Lucy, però,
era stata
fin troppo chiara: “non fare nulla di cui potremmo
pentirci”.
«Lascia un
attimo tranquilla la mamma, Igneel. Che ne dici se mentre lei parla,
noi due ne costruiamo uno ancora più bello?» gli
propose con un
gran sorriso, augurandosi che accettasse per il bene di tutti.
«Io voglio
salvare quello» piagnucolò il piccolo, ma suonava
già meno
convinto.
«Mi
dispiace ma non è possibile. Non vedi com'è
ridotto? Se vuoi ti
posso insegnare a fare dei castelli spettacolari, però. Lo
sai che
da bambino facevo sempre a gara con Erza e Gray per decidere quale
fosse il più bello?» raccontò, con un
pizzico di rimpianto. Doveva
ammettere che un po' gli mancavano quei tempi, anche se, ovviamente,
era felicissimo della famiglia che aveva costruito con Lucy.
«Davvero?»
domandò Igneel con gli occhi che brillavano.
«Certo!»
confermò fiero Natsu, esortandolo poi a mettersi al lavoro
“sotto
la guida di un vero esperto” mentre Nashi, rimasta un po' in
disparte ora che i suoi ammiratori erano stati richiamati dai
genitori, osservava la scena dispiaciuta. Era ancora soddisfatta
della sua opera, ma iniziava a capire, in qualche modo, di aver
provocato dei danni e avrebbe voluto rimediare. Purtroppo non aveva
idea di come fare, e se da un lato vedere suo padre e suo fratello
che giocavano era un invito irresistibile a lasciarsi tutto alle
spalle, dall'altro avrebbe dato qualsiasi cosa per far tornare serena
la madre.
«Che stai
facendo lì così, Nashi? Vieni anche
tu!» la chiamò il Dragon
Slayer poco dopo e la bambina si avvicinò, lanciando intanto
un'occhiata di scuse a Igneel, che ormai sembrava essersi
completamente dimenticato dell'accaduto.
«Papà mi
sta insegnando a fare un castello spettacolare!» la
informò
eccitato, iniziando poi a spiegarle come modellare la sabbia mentre
lei sorrideva sollevata. Se non altro, uno dei disastri si era
risolto in fretta... Peccato non poter dire lo stesso di quello
all'apparenza più grave, visto che la madre stava ancora
discutendo
con i signori di poco prima, e alla fine la piccola, approfittando
del fatto che i suoi compagni di gioco si fossero allontanati per
prendere acqua e qualsiasi elemento decorativo reperibile in
spiaggia, si avvicinò ai tre. Accigliata, si mise in ascolto
per
cercare di capire quale fosse il problema, e benché non le
fosse in
realtà molto chiaro, si avvicinò poi all'ammasso
informe di oggetti
sporchi e bagnati che spostò con le manine fino a trovare
l'abito e
la borsa che la donna continuava a nominare.
Li studiò
per un momento con occhio critico prima di evocare delle piccole
fiamme, che passò più volte a debita distanza da
essi, come aveva
visto fare al padre. A dire il vero sembrava essere suo fratello il
più abile con la magia del fuoco, ma sarebbe stata
sicuramente in
grado di rimediare a un danno minore come quello.
Dopo pochi
minuti, sentendoli asciutti, diede loro una rapida scrollata per
liberarli dalla sabbia e si diresse felice verso il gruppetto di
adulti, facendo quasi venire un colpo alla madre.
«Che ti è
saltato in mente, Nashi? Rimettili subito dove li hai trovati e
chiedi scusa alla signora! Lo sai che non devi toccare le cose degli
altri!» la sgridò Lucy inorridita, vedendosi
già in manette
davanti al Concilio con una lista di reati più lunga di un
treno. Ci
mancava solo un'altra idea geniale di sua figlia per migliorare una
situazione già pessima di suo!
La bambina,
di nuovo, non le diede retta, limitandosi a porgere il tutto alla
legittima proprietaria con un sorriso da un orecchio all'altro.
«Era solo
un po' d'acqua, signora, e sono stata attenta ad asciugarli.
Papà fa
sempre così con le cose della mamma» le
spiegò candida mentre la
coppia guardava interdetta ora lei ora gli oggetti, constatando
incredula che non c'erano macchie da nessuna parte, come se non fosse
successo niente.
A quel
punto capirono, con profondo imbarazzo, che la bionda aveva ragione a
dire che il danno era molto meno grave di quanto sembrasse, e che non
ci sarebbe stato quindi alcun bisogno di comprarne di nuovi,
spendendo un sacco di soldi per il colpo di testa di una piccola maga
lasciata allo sbaraglio.
Dopo
qualche parola di scusa rivolta a Lucy, i due si allontanarono senza
più osare guardarle in faccia, diretti a ciò che
restava della loro
postazione per rimetterla in ordine.
Dal canto
suo la bionda si girò incredula verso Nashi, che li
osservava con un
sorriso decisamente soddisfatto. Per fortuna era andata bene, ma era
comunque suo dovere di madre, a questo punto, chiarire con lei alcune
cose.
Cercò
quindi di spiegarle in modo semplice i suoi errori, mentre la
piccola, per la prima volta in tutto il giorno, la ascoltava attenta,
sforzandosi di capire. Nella sua testolina, in realtà, era
ancora
convinta che gli adulti se la fossero presa troppo per una semplice
doccia rinfrescante, ma non le erano sfuggiti gli sguardi furibondi e
i toni accesi dei loro vicini, e nemmeno l'evidente agitazione dei
genitori per quella pioggia di proteste.
«Va bene,
mamma, scusa. Non succederà più»
promise a malincuore, pensando
tra sé che “il mondo dei grandi”, come
lo chiamava lei, non
l'avrebbe mai capito. Per quale motivo dovevano sempre complicare
tutto in quel modo?
«Guarda
che ci conto. Quello che è successo oggi non
dovrà più ripetersi,
d'accordo?»
La bimba
annuì con aria triste e Lucy le lasciò
un'affettuosa carezza tra i
capelli rosa ancora umidi, sorridendole dolcemente per farle capire
di non essere più arrabbiata.
A quel
punto Nashi ricambiò il sorriso per poi domandarle se
potevano
andare a fare il bagno. Purtroppo la bionda, dopo aver lanciato una
rapida occhiata all'orologio, fu costretta a negarglielo e il visetto
della piccola si imbronciò di nuovo.
«Andiamo a
rinfrescarci allora?» propose speranzosa un attimo dopo.
«Ma come,
non ti è bastata l'ondata di poco fa?»
ribatté stupita Lucy.
«Mi sono
scaldata di nuovo usando le fiamme» brontolò la
bambina e la madre
sospirò.
«Va bene,
Nashi. Adesso andiamo» la rassicurò intenerita,
avvisando quindi
Natsu e Igneel, di nuovo alle prese con il loro castello, e
augurandosi intanto che in quel modo, almeno per un po', avrebbero
goduto tutti della meritata calma. In fondo sua figlia era come lei,
da quel punto di vista, e a se stessa non poteva negare di aver dato
a sua volta parecchio filo da torcere ai genitori per lo stesso
motivo quando aveva la sua età...
Prompt: Crema solare, gelato, castelli di sabbia.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Che ne pensate dei
piccoli Nashi e Igneel? Quest'ultimo in realtà non ha avuto
molto
spazio, poverino, ma mi sono divertita molto a scrivere di entrambi.
Ammetto
che all'inizio non avevo in programma di inserire anche Aquarius, ma
ho avuto un'illuminazione (?) mentre pensavo al finale e non ho
resistito. Povera Lucy, persino sua figlia si mette d'impegno per
cacciarla nei guai (XD), ma almeno così si sono rinfrescati.
u.u
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, di questa storiella senza pretese e
grazie a tutti per avermi dedicato una parte del vostro tempo anche
solo leggendo.
Come
ho scritto nell'introduzione, la raccolta partecipa all'iniziativa
estiva del gruppo facebook “Fairy Tail & Edens Zero
Italian fan
group”. Se a qualcuno andasse di raggiungerci e conoscere
altri fan
di queste bellissime opere di Mashima, potrà trovarci qui.
Vi aspettiamo numerosi! :3
Non
so ancora quando pubblicherò la prossima storia ma spero di
farcela
entro pochi giorni, visto che la challenge è in scadenza
(affrettatevi quindi a partecipare con le vostre fanfiction e fanart,
se siete interessati! ;) ).
Un
bacio e buona serata!
Ellygattina