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Autore: Teo5Astor    26/08/2020    10 recensioni
Nessuno poteva immaginare che una vecchia lampada apparentemente senza valore avrebbe potuto cambiare il destino di così di tante persone, perché nessuno sapeva che conteneva sette sfere magiche in grado di evocare un Genio-Drago capace di realizzare qualunque desiderio, a patto che non fossero più di tre.
Non lo immaginava Aladdin Goku, un giovane ladro dal cuore d’oro, e nemmeno la principessa Chichi, la futura regina del regno di Agraba che sognava il vero amore e rifiutava qualsiasi matrimonio politico nonostante le pressioni del padre, il sultano.
Non potevano immaginarlo nemmeno un’ancella, un principe e una principessa venuti da lontano e una tigre molto speciale.
Non lo immaginava neppure il Genio in persona che il destino potesse cambiare anche per un essere immutabile come lui.
Lo immaginava solo il malvagio Gran Visir di quel regno, perché aveva in mente un perfido piano da tanto tempo e aspettava solo l’occasione giusta per concretizzarlo. E, allo stesso modo, lo sperava anche il suo astuto pappagallo, che aveva un sogno segreto nel cuore.
Rielaborazione a tema Dragon Ball di Aladdin.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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25 – Ritorno ad Asgard
 
 
«A quanto pare abbiamo un nuovo sultano! Ah, ah, ah!» rise sprezzante Ginew, facendo irruzione sulla balconata, seguito dai suoi uomini. «Dobbiamo rendergli omaggio, ragazzi! Siete pronti?!»
«Prontiii!» urlarono come invasati gli altri quattro.
«Reekom, il migliore!» gridò il più grosso del gruppo, cominciando a saltellare sul posto in modo frenetico, prima di bloccarsi con le gambe divaricate e le braccia in diagonale verso l’alto.
«Butter!» sbraitò il secondo, facendo una serie di piroette per poi paralizzarsi in una posizione identica a quella di Reekom, ma simmetrica rispetto a lui e dalla parte opposta dello schieramento.
«Jeeth!» esclamò il ragazzo dai lunghi capelli bianchi, che sperava di riuscire a preservare la propria incolumità dopo tutti gli imprevisti che aveva dovuto sopportare durante l’ultima coreografia di squadra. Appoggiò un ginocchio a terra e sollevò un pugno chiuso verso il cielo.
«Guldo!» gracchiò il più basso del gruppo, correndo goffamente tra Reekom e Jeeth, mettendosi in punta di piedi su una gamba sola e aprendo le braccia.
«Ginew!» ululò il capitano, divaricando le gambe dopo aver dato le spalle a quel pubblico che, suo malgrado, stava assistendo allo spettacolo. Si diede una vigorosa pacca sul sedere mentre si godeva gli sguardi perplessi dei presenti da sotto le proprie gambe per dare il segnale agli altri.
«Squadra Ginew, in azione!» urlarono in coro, mentre un silenzio irreale cadde su Agraba.
Persino la gente in preda al panico sembrava aver smesso di gridare.
Freezer si schiarì la voce, visibilmente a disagio, ancora avvolto nell’aura di energia che l’aveva appena reso lo stregone più potente del mondo. Chichi, stretta a suo padre, sollevò un sopracciglio contrariata, mentre Goku si paralizzò, così come Sedici, che aveva assistito sconvolto, a terra accanto a Lunch. Solo Lapis sembrò apprezzare, sorridendo beffardo. Lazuli, al suo fianco, invece, si rese conto di essere arrossita per la vergogna di aver dovuto assistere da un posto privilegiato a un qualcosa di così imbarazzante.
«Hey, bambolina! Ti è piaciuto lo spettacolo? Siamo bravi, vero?!» la canzonò Reekom, sorridendo come un beota e facendole gli occhi dolci.
Si trovava a pochi metri da lei. I gemelli venuti dal nord, del resto, erano in quel momento i più vicini alla squadra Ginew.
Lazuli assottigliò gli occhi e tese i muscoli. Scattò in avanti, silenziosa e letale, e colpì l’energumeno che aveva osato metterla a disagio davanti a tutti con un pugno allo stomaco, che lo fece crollare in avanti, senza fiato, con le mani sul ventre. Mentre cadeva, Lazuli lo colpì con una ginocchiata al volto, facendogli saltare via un dente che volò verso l’alto prima di cadere a terra accanto al corpo rannicchiato di Reekom, sotto il quale si allargava a vista d’occhio una pozza di sangue.
«Non chiamarmi mai più “bambola”» sbottò lei, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Tutti la fissavano ad occhi aperti, compreso Radish, che assisteva inerme dall’alto. Era davvero così forte quella ragazza?! Dove trovava una simile forza?! Solo il fratello non sembrava sorpreso.
«Era il caso di insozzare di sangue il pavimento?! Sei sempre la solita, lo sai che poi fa fatica a venire via!» la provocò Lapis.
«Sta’ zitto, è quello lì che ha osato farmi vergognare davanti a tutti» ribatté acida, guardando con disprezzo il corpo rannicchiato e immobile di Reekom. Aveva le ginocchia piegate e il sedere verso l’alto, sembrava svenuto in quella posizione assurda.
«Tu! Inutile donna!» sbraitò Guldo, sputacchiando dappertutto e gettandosi verso la principessa con la spada sguainata. «Sei solo una schifosa putt-… aaahhh!» provò ad aggiungere, prima di interrompersi e cominciare a urlare di dolore, inginocchiato a terra con la bocca spalancata.
Con la mano sinistra si stringeva il braccio destro, orribilmente spezzato e piegato in maniera innaturale. Anche la spalla sembrava fuori posto.
Era successo tutto così in fretta che quasi non se ne era reso nemmeno conto: Lazuli l’aveva colpito con un calcio volante tra gomito e bicipite, facendogli perdere la presa sulla spada e regalandogli per la prima volta nella sua vita la vera percezione del dolore e della paura.
Lapis guardò la sorella, accennando un sorriso e scuotendo la testa.
«Cosa vuoi adesso?! Non gli ho fatto uscire neanche una goccia di sangue! Gli ho dato un solo colpo… si vede che era fragile!» provò a giustificarsi lei.
«Mah… si rompono subito questi soldati» fece spallucce Lapis. «Sono davvero i migliori che hanno?»
«Noo! Guldooo!» urlò Jeeth.
«Maledetta! Te la faremo pagare!» gridò Butter, che si lanciò all’attacco insieme al compagno, mentre Ginew stava assistendo perplesso alla scena, incapace di metabolizzare quello che aveva visto.
«Ehi… ehi… non è giusto che si debba divertire solo la mia sorellina, non trovate? Adesso tocca a me» disse beffardo Lapis, frapponendosi tra loro e Lazuli, scrocchiandosi al contempo le dita.
«L’hai voluto tu, allora!» sbottò Jeeth, sguainando la spada.
«Morirai con la nostra mossa speciale: la cometa viola!» annunciò tronfio Butter.
«Cometa!» urlò il primo, cominciando a correre vorticosamente intorno al principe venuto dal nord.
«Viola!» aggiunse il secondo, correndo anche lui in cerchio, ma in direzione opposta.
Erano velocissimi. Gli occhi di Lapis si muovevano rapidi da una parte all’altra, mentre rallentava il respiro e acuiva i sensi.
Chiuse gli occhi per un istante, prima di riaprirli di scatto e sorridere sghembo.
«Ora» si limitò a dire, lanciandosi verso destra, sferrando una gomitata che colpì sullo zigomo Jeeth, per poi colpire con un calcio sul ginocchio Butter, dalla parte opposta, facendolo rovinare a terra.
I due urlavano di dolore, mentre Lapis si sistemava la giacca del suo vestito da principe.
«Non si è sporcata, vero?» domandò a Jeeth, che imprecava a terra.
«Vaffanculo!» gli rispose. «Mi hai fatto male!»
«Eh no, non va bene. Non si dicono le parolacce» lo corresse il principe, prima di afferrargli i lunghi capelli bianchi e cominciare a trascinarlo sulla balconata verso il punto in cui era caduto Butter.
«Nooo! Lasciamiii! Lasciami ho dettooo!» sbraitava la guardia fedele a Freezer.
«Cosa vuoi fargli?! Lascialo stareee!» gridò Butter, rialzandosi a fatica, mentre Lapis si avvicinava a lui senza smettere di sorridere e guardarlo negli occhi.
«Vieni a prenderlo, se ci tieni tanto» lo provocò.
«Aaahhh!» ringhiò Butter, lanciandosi in avanti, con Lapis che si limitò a sollevare di peso Jeeth e fare in modo che i due soldati pestassero tra loro la testa, fronte contro fronte.
Svennero entrambi ai suoi piedi. Anche lui era tremendamente forte.
«Era il caso di spaccargli la testa?! Avevi vinto, ormai…» polemizzò Lazuli, incrociando le braccia sotto il seno.
«Urlavano troppo per i miei gusti» allargò le braccia lui, prima di volgere lo sguardo verso Guldo, che continuava ad urlare di dolore stringendosi il braccio spezzato. «Ehi, sottospecie di tacchino senza ali, stai cominciando a darmi fastidio alle orecchie con quella voce lagnosa».
Lapis non si rese conto che Ginew aveva approfittato di quel momento per avvicinarsi a lui, alle spalle, pronto a colpirlo a tradimento. La punta della sua scimitarra brillava sinistra, pronta a scendere sul suo collo, quando Lazuli lo notò e si lanciò fulminea verso il fratello.
«Attento, Lapy!» sbraitò, colpendo con un calcio la mano del capitano delle guardie traditrici, disarmandolo.
Non sapeva nemmeno lei da quanti anni non chiamava suo fratello col nomignolo con cui era solita chiamarlo quando erano piccoli, ma la cosa non sfuggì né a Lapis, né tantomeno a Sedici, che osservava commosso la scena. I suoi ragazzi avevano imparato a combattere ed erano diventati più forti di lui, ormai. Ma, soprattutto, avevano imparato a collaborare e si volevano bene. Fu fiero di loro, e anche un po’ di sé stesso, in quel momento.
«Ti devo un favore, sorellina, a quanto pare. Spero di poter ricambiare presto» sorrise Lapis, guardando quella sorella con cui aveva condiviso davvero tutto nella sua vita.
«Non sei bravo nelle smancerie, adesso pensiamo a sistemare quel vigliacco» ribatté Lazuli, indicando con lo sguardo Ginew, che li fissava in cagnesco e arretrava, impaurito.
I due gemelli si stavano preparando ad attaccare, quando un’agghiacciante risata li fece trasalire e una scarica di energia fece fumare il pavimento del terrazzo davanti ai loro piedi, provocando un enorme solco che li divise dal loro avversario.
«Il nuovo sultano gradirebbe l’attenzione di tutti, adesso!» gridò Freezer, con ancora il bastone dorato puntato in quella direzione, prima di volgersi verso Chichi e Giuma ghignando orribilmente. «Allora, dove eravamo rimasti prima che ci interrompessero? Ah, sì, non volevate inginocchiarvi davanti a me, vero? Beh, adesso è arrivato il momento di ricambiare le umiliazioni!» aggiunse, prima di volgere il bastone verso i due e colpirli con un raggio di energia violacea che li costrinse a prostrarsi innanzi a lui contro il proprio volere.
«Lasciali stare, Freezer!» sbraitò Goku, in preda alla rabbia, correndo per scagliarsi contro di lui.
«Principessa, muoio dalla voglia di presentarti una persona» sorrise mellifluo l’ex Gran Visir, allungando il bastone fino al mento di Chichi per sollevarglielo e costringerla a guardarlo in faccia.
«Non la toccareee!» gridò il giovane ladro, spiccando un salto e caricando un pugno.
«Principe Kagasott, ormai è finita!» sibilò Freezer, senza scomporsi, dirigendo il flusso violaceo del suo bastone verso Goku, che si ritrovò paralizzato a mezz’aria.
«E così finisce qui questa commedia» aggiunse lo stregone, facendo sollevare da terra anche Chichi grazie ai suoi nuovi poteri per poi farla fluttuare davanti a Goku. «Le tue menzogne ti hanno cacciato nei guai!»
Freezer riportò a terra la principessa, mentre il ragazzo continuava a dimenarsi nel vuoto per provare a liberarsi. La toccò con una mano fredda sulla spalla nuda, facendola rabbrividire di paura e ribrezzo, e attorno a lei l’alone luminoso violaceo si dissolse, rendendola di nuovo padrona dei propri movimenti.
«Date tutti quanti l’addio al principe e il bentornato allo straccione!» aggiunse Freezer, investendo Goku con un nuovo fascio di energia.
Quando quella luminosità sinistra si dipanò, il ragazzo non indossava più gli abiti regali che gli aveva creato Radish, bensì i suoi vecchi vestiti rattoppati e consunti.
Il genio, dall’alto, si sentì il cuore pesante nel leggere lo sconforto negli occhi di colui che considerava ancora suo fratello minore. Ma non poteva intervenire, era impotente di fronte a tutto quello che stava accadendo. Anche Vegeta, in disparte, osservava la scena senza battere ciglio. Cercava di vincere il controllo mentale che lo stava soggiogando e di ideare un nuovo piano per impossessarsi della lampada, ma la verità è che faceva fatica a ragionare anche perché si domandava che fine avesse fatto Bulma. Stava bene? Perché non era lì con gli altri?
«Chichi… ho cercato di dirti la verità, ma…» provò a dire Goku, libero anch’egli dalla bolla violacea, correndo dalla principessa e stringendole entrambe le mani nelle sue.
Lei lo guardava negli occhi e faticava a capire quello che stava accadendo intorno a lei. Era spaventata, ma avere davanti a sé il ragazzo che amava al di là della sua estrazione sociale e sentire il suo calore sulla pelle la fece sentire meglio. Era bello, in fondo, rivederlo con quegli stessi abiti con cui l’aveva conosciuto la prima volta. Lui l’aveva salvata e le aveva poi insegnato a modo suo cosa fossero la libertà e l’amore. Non gli aveva detto tutta la verità, è vero, ma Chichi si rese conto dalla sincerità e dall’ingenuità di quegli sconsolati occhi neri che l’aveva fatto per insicurezza e per amore. Capì anche come aveva potuto organizzare una simile messinscena, vedendo Radish nelle sue vere vesti di genio della lampada e come quel traditore di Freezer stava sfruttando i suoi poteri.
In un certo senso lei l’aveva sempre saputo, in realtà, dentro di sé. E non riusciva a odiarlo davvero per questo, perché si ricordava bene che la prima volta in cui si erano conosciuti era stata lei a fingere di essere chi non era. Se non fosse arrivata la squadra Ginew, quel giorno, lei non avrebbe mai confidato a Goku di essere la principessa.
«… vedi, ho trovato una lampada magica, poi grazie ai poteri di Rad mi sono fatto trasformare in un principe per…» riprese Goku, parlando tutto d’un fiato, prima di venire interrotto da Freezer, che si frappose tra i due innamorati allontanandoli con forza.
«… per fare una brutta fine!» rise l’ex Gran Visir, completando lui la frase. «Sai già cosa ti accadrà, vero Aladdin Goku?!»
«Uh, uh, uh!» berciò Bubbles, saltando fuori da una finestra  e gettandosi a peso morto sul volto di Freezer, per poi colpirlo e graffiarlo con tutte le forze che aveva.
Voleva difenderlo, provare a fare qualcosa. Non avrebbe permesso a nessuno di uccidere il suo migliore amico.
«Maledetta… scimmia!» ringhiò l’ex Gran Visir, afferrandolo per il collo e scagliandolo a terra con rabbia. «Già una volta hai rovinato tutto!» aggiunse, ripensando a quando era stato proprio lui a sottrargli la lampada all’ultimo istante all’ingresso della Caverna delle Meraviglie.
«Nooo! Lascialo stareee!» implorò Goku, disperato, precipitandosi verso Bubbles, che stava perdendo i sensi dopo il terribile impatto contro il pavimento del terrazzo.
«Sono io che do gli ordini, straccione!» ribatté Freezer, puntando il bastone verso la scimmia e scagliandogli contro un fascio di energia bianca e viola contornata da saette, che la investì in pieno.
«Nooo! Bubbles!» gridò il giovane ladro, stringendo al petto il corpo esanime del suo amico più fedele. Perdeva sangue, era privo di sensi e il suo battito era molto debole. «Come hai potuto?!» ringhiò verso l’ex Gran Visir.
«Io posso questo e altro!» rise sguaiatamente Freezer, avvolgendo Goku con un raggio magico scaturito dal suo bastone e facendolo volare verso di sé, fino a bloccarlo a testa in giù davanti alla sua faccia.
Il ragazzo stringeva ancora al petto Bubbles e provava a liberarsi con tutte le sue forze, mentre Chichi strattonava Freezer intimandogli di smetterla. Ma ottenne solo uno spintone che la fece cadere a terra.
«Ho deciso di condannare te e quella stupida scimmia a una morte lenta, dolorosa e, soprattutto, fredda» sorrise l’ex Gran Visir, dando un schiaffo sulla guancia a Goku, sempre bloccato a testa in giù davanti a lui. «Buon viaggio» aggiunse, facendo fluttuare Goku sempre più in alto, fino a fare in modo che entrasse da una finestra nella torre più alta del palazzo reale.
Radish si avvicinò volando, avrebbe tanto voluto fare qualcosa per rendersi utile, ma non poteva opporsi a quello che stava facendo il suo attuale padrone. Non ne era in grado, i suoi poteri non funzionavano e sentì di odiare più che mai la sua natura di genio in quel preciso momento. Si scambiò una fugace occhiata piena di dolore con Goku, mentre quest’ultimo veniva scagliato dentro una stanza e rovinava addosso a una parete con la schiena.
«Addio, principe Kagasott! Anzi, straccioneee!» ululò Freezer, muovendo il bastone come se fosse una mazza dal basso verso l’alto.
Dopo una tremenda scossa la torre si staccò di netto dal resto dell’edificio e volò nel cielo verso nord, a tutta velocità, sparendo nel giro di un istante dalla vista di tutti e trascinando con sé Goku e Bubbles al suo interno.
«Nooo!» scoppiò in lacrime Chichi, raggiunta da suo padre, che la strinse a sé come a volerla proteggere mentre Freezer si avvicinava a loro, lento e inesorabile, ghignando follemente e passandosi la lingua sulle sue sottili rabbia rinsecchite.
«Adesso voi due venite dentro con me. Ci divertiamo un po’» ordinò, avvolgendoli in una bolla magica violacea per costringerli a camminare verso il salone principale del palazzo. «Ginew, liberati di questi seccatori, a breve immagino che arriverà anche il resto dei nostri uomini».
«Certo, vostra maestà! Avevo già avvisato Takoma e Sorbet, saranno qui a momenti con gli altri» rispose servile il capitano delle guardie traditrici.
«Benissimo. Vedete di fare pulizia, non ammetto fallimenti. Vegeta, seguimi» disse poi Freezer, col pappagallo che si ritrovò suo malgrado costretto a obbedire.
Il neo sultano prima di rientrare nel palazzo batté a terra il bastone, prima di sparire dalla vista di tutti ridendo follemente.
 
Apparentemente non era successo nulla nonostante Freezer avesse appena utilizzato il suo bastone magico, anche se in lontananza si sentì collassare l’ennesima abitazione, seguita da altre urla, pianti, imprecazioni. Regnava il caos ad Agraba, e l’aria era intrisa dell’odore del sangue e di quello della morte.
«E così volete combattere in due contro uno? Non è molto leale» sibilò Ginew, arretrando di un passo davanti a Lapis e Lazuli, che lo osservavano concentrati, pronti ad attaccarlo.
«Parli proprio tu di lealtà… tu che mi stavi per colpire alle spalle?» sorrise il principe di Asgard. «Dobbiamo sconfiggerlo in fretta e poi andare recuperare la scimmia e quello stupido di Kaky… o Goku, non ho ancora capito come si chiama. Ho un piano» aggiunse a bassa voce, rivolto alla sorella.
«Cioè?» chiese lei. «Quello lì lo faccio fuori in un attimo. Al massimo tre colpi ben assestati».
«Perfetto, sorellina! Ed ecco il mio piano: nuvola Speedy!» gridò Lapis, sorridendo, mentre la nuvoletta gialla si dirigeva velocissima verso di lui. «Ti avevo detto che volevo provarla!» aggiunse, saltandoci sopra.
«Sei sempre il solito…» sbuffò Lazuli, prima che dal punto in cui Freezer aveva battuto a terra poco prima il bastone si propagasse una nuova scarica di energia improvvisa, diretta proprio verso la direzione in cui si trovavano i due gemelli.
Lo stregone aveva visto quanto fossero forti, infatti, e così aveva deciso di lasciar loro un regalo a sorpresa senza bisogno di sporcarsi le mani affrontandoli in prima persona. Erano solo feccia ai suoi occhi, non erano degni di essere uccisi da lui con le proprie mani.
Si generò una scossa terribile, più forte delle precedenti, che fece collassare il pavimento sotto i piedi di Lazuli. La principessa si ritrovò a precipitare nel vuoto in mezzo alle macerie. Era successo tutto troppo in fretta, non aveva potuto far nulla.
«No! Nooo!» urlò Lapis, gettandosi in picchiata con la nuvola Speedy.
Si rese conto che c’erano troppe macerie che cadevano, non ce l’avrebbe mai fatta a raggiungerla.
Ma, all’improvviso, una luce azzurrina squarciò il lugubre cielo di Agraba e allontanò i calcinacci che continuavano a piovere.
Quando il fumo si dipanò, tutti videro quello che era successo: Radish, in forma umana, stava fluttuando nel cielo con in braccio Lazuli.
Lapis tirò un sospiro di sollievo, Sedici riprese a respirare e provò anche a rialzarsi.
Lazuli, invece, osservava gli occhi del genio finalmente da vicino. Si erano separati da poco, eppure erano successe così tante cose terribili che gli era sembrata un’eternità.
«Ecco, Là, io non dovrei essere qui adesso e…» farfugliò Radish, venendo però interrotto dalla principessa, che lo baciò togliendogli il fiato.
Sentire di nuovo il sapore di lei, il suo calore, il suo corpo, lo fece sentire meglio. Lo rivitalizzò, gli diede fiducia. E Lazuli provò lo stesso. Si sentì a casa, al posto giusto, nel luogo in cui voleva. Cioè al fianco di Radish, tra le sue braccia.
«Grazie» gli sorrise dolcemente.
«Odio fare il guastafeste, ma vorrei ricordarvi che c’è una specie di guerra in corso» intervenne Lapis, seduto a gambe incrociate sulla nuvola, fissandoli a pochi centimetri di distanza in maniera piuttosto indiscreta e attirando su di sé lo sguardo inviperito della sorella. «Ci sarebbero anche da recuperare un animale e una persona volati via su una torre, a meno che voi due non vogliate prendervi una camera, eh» aggiunse, allargando le braccia. «A proposito, grazie Rad».
«Grazie a te, Lap. Fate il culo al posto mio a quello stronzo» sorrise il genio, facendo sedere Lazuli sulla nuvola alle spalle del fratello.
Quando le loro mani si staccarono, entrambi si sentirono un po’ morire dentro, ma cercarono di non darlo a vedere.
«Contaci, adesso vado a recuperare l’altro scimmione, sperando di trovarlo» disse Lapis, voltandosi verso nord.
«Io riesco a percepire la scia magica. So dove si trova, sperando che sia ancora vivo» intervenne Lazuli.
«I poteri di un genio e i suoi derivati non hanno segreti per lei. È speciale» sorrise Radish, spiegando in parole povere la capacità di Lazuli a uno stupito Lapis. «Non puoi farci niente».
«Allora tocca a me restare qui a combattere, a quanto pare. Peccato, volevo farmi un giro su questa graziosa nuvoletta» sospirò Lapis, volgendo lo sguardo verso Ginew.
«D-dovete andare insieme a salvare quel ragazzo! Lui… lui può sconfiggere quel traditore!» gridò Sedici, rialzandosi a fatica.
«Sei ancora troppo debole, aspetta!» protestò Lunch al suo fianco, stringendogli con entrambe le mani il suo enorme polso.
Lui si voltò e le sorrise. I suoi occhi esprimevano una bontà immensa, ma anche una gigantesca determinazione.
«Sto bene, Lunch. Grazie per esserti presa cura di me» le disse, gentile. «Lazuli, Lapis, qui basto e avanzo io! Non dovete preoccuparvi per me, andate!» ordinò, voltandosi verso i gemelli, che sembravano indecisi sul da farsi dato che era piuttosto malconcio.
«Potrei darti una mano io e …» protestò Lapis, lanciando un’occhiata preoccupata verso Lunch.
«Dobbiamo fidarci di Sedici, lui non ci ha mai deluso» lo interruppe Lazuli. «E proteggerà anche la tua ragazza a costo della vita, lo sai anche tu» aggiunse a bassa voce per farsi sentire solo dal fratello.
Sedici sorrise, orgoglioso dei suoi ragazzi.
«E va bene, andiamo a cercare lo scimmione!» annunciò Lapis.
«Io entro a tenere d’occhio Freezer, non potrò fare molto, ma vorrei evitare che uccida Chichi e il sultano» disse Rad. «Ci vediamo dopo. Vinceremo» aggiunse, incrociando gli sguardi decisi dei gemelli, pronti a partire.
Si smaterializzò davanti ai loro occhi, soprattutto davanti a quelli di Lazuli, che perse un battito quando lo vide sparire, temendo inconsciamente che magari non l’avrebbe mai più potuto rivedere. Ma non c’era tempo per rimuginare, per soffrire. Aveva una missione anche lei e doveva portarla a termine.
«Andiamo» ordinò perentoria.
«Vai nuvola Speedy!» gridò ridendo Lapis, partendo a tutta velocità nel cielo verso nord. «Yuu-uhhh! Wow! È stupenda da guidareee!» aggiunse poco dopo, sfrecciando nel cielo.
«Sei sempre il solito! Cerca di concentrarti e vedi di non farmi venire la nausea» ribatté acida la sorella.
«Sei tu che sei sempre la solita, non sai divertirti! Anzi, tieniti forte adesso, aggrappati a me!» esclamò il ragazzo.
«E perché dovr-… aaahhh!» urlò Lazuli, stringendo forte il busto di suo fratello, che aveva fatto fare improvvisamente un velocissimo giro della morte alla nuvola, rischiando di farla cadere nel vuoto. «Dimmelo prima quando fai le tue cose da moccioso, scemo!» aggiunse, irritata, colpendolo con una sberla sulla nuca.
«E dai, è stato divertente!» rise lui. «E poi adesso siamo pari, anch’io ti ho salvato la vita: se non ti avessi detto di aggrapparti a me saresti volata giù, no?» la provocò, beffardo.
«Sei sempre il solito cretino, non spreco neanche fiato a risponderti» sbuffò lei, staccandosi dal suo busto e incrociando le braccia sotto il seno, imbronciata. «Piuttosto, hai capito anche tu verso dove stiamo volando, vero?»
«Certo che l’ho capito. Mi piacerebbe anche fare una cosa divertente, più tardi, quando avremo recuperato lo scimmione».
 
La torre tranciata dal palazzo reale scagliata nel cielo con al suo interno Goku, intanto, era atterrata spezzandosi in due tronconi, con il giovane ladro che cercò di fare da scudo col proprio corpo a Bubbles, semi incosciente tra le sue braccia. L’impatto fu tremendo, con il ragazzo che si ritrovò sballottato da una parte all’altra di ciò che restava della torre, che rotolava su sé stessa facendogli picchiare continuamente la schiena e le braccia con cui cercava di ripararsi contro le pareti. Il volo era stato tremendo, una lunga sensazione di risucchio allo stomaco vissuta col cuore in gola e praticamente in apnea.
Goku riuscì a lanciarsi fuori da una finestra e fu subito investito da una folata gelida che quasi gli impediva di tenere gli occhi aperti. Atterrò sul morbido, precisamente su una distesa bianca talmente fredda che gli tolse il fiato e gli paralizzò i muscoli, facendogli perdere la presa su Bubbles. Non aveva idea di dove fosse finito, ma si rese conto che quello strato bianco in cui affondava fino alle caviglie era quella famosa neve di cui aveva sempre sentito parlare solo dai mercanti e che non aveva mai visto. Capì anche di essere nel bel mezzo di una bufera, su una discesa che aveva tutta l’aria di essere un dirupo che si gettava nel vuoto verso un ghiacciaio.
Il ragazzo si alzò in piedi, guardandosi intorno terrorizzato non appena notò il fez della sua scimmia semisepolto dalla neve a qualche metro da lui.
«Bubbles!» sbraitò, cominciando a scavare a mani nude con rabbia e disperazione.
Tremava, non poteva impedire ai suoi denti di battere e non sentiva più circolare il sangue nei suoi piedi nudi. Le mani cominciavano a diventare violacee, sporche di sangue ghiacciato. Non le sentiva più, ma non gli interessava in quel momento, così come non contava nulla per lui essere seminudo ai confini settentrionali del mondo in un luogo che aveva tutte le caratteristiche per diventare la sua tomba di ghiaccio.
«Bubbles! Bubbles! Rispondimi!» urlò, non appena recuperò il corpo privo di sensi della sua scimmia e lo strinse a sé.
Il suo fedele amico era congelato, le labbra e le punta delle dita ormai bluastre. Bubbles stava morendo assiderato e lui non poteva fare nulla per impedirlo.
«È tutta colpa miaaa!» scoppiò in lacrime Goku. «Tu… tu non c’entravi niente! Avrei dovuto liberare Radish quando potevo farlo!»
«Uh… uh…» ribatté debolmente la scimmia, aprendo leggermente gli occhi.
«Bubbles! Sei vivo… tieni!» esultò il ragazzo, sfilandosi il gilet e avvolgendolo attorno al corpo del suo amico. «Mi dispiace… ho rovinato tutto!»
«Uh…» sorrise Bubbles, alzando il pollice.
Voleva fargli capire che non ce l’aveva con lui, che sarebbero rimasti amici per sempre.
Goku lo abbracciò, commosso, prima di alzarsi in piedi, determinato.
«Non so come, ma dobbiamo tornare indietro. Devo sistemare le cose!» annunciò, cominciando a camminare nella neve senza una meta precisa.
All’improvvisò, però, si rese conto che dall’alto della montagne sulla quale era precipitato, stava scendendo a tutta velocità una valanga, che travolse il troncone della torre del palazzo di Agraba facendola rotolare verso di lui.
«Urcaaa!» gridò Goku, arretrando.
Si rese conto che non poteva scappare, perché ai lati del dirupo e dietro di sé c’era il vuoto, e la torre occupava tutto lo spazio disponibile. Notò però che c’era una finestra, che rotolando, creava ogni volta una montagnetta di neve a cui dava la forma. Era quella la loro unica speranza di salvezza. Cercò di calcolare la giusta distanza e si lanciò in avanti, per poi gettarsi a terra e chiudersi su sé stesso a guscio facendo da scudo a Bubbles.
Sentì rotolare sopra di sé la torre e per poi precipitare nel vuoto. Quando riaprì gli occhi, si rese conto di essere ancora vivo per miracolo e si lasciò cadere di nuovo a terra tra la neve gelida, cercando di riprendere fiato. Aveva appena visto la morte in faccia e si sentiva ancora scosso.
«Sei molto fortunato, lo sai, scimmione?»
Una voce a lui ben nota, fece alzare la testa di scatto a Goku, che sgranò gli occhi nel vedere gli sguardi glaciali di Lapis e Lazuli in mezzo alla tormenta, seduti a gambe incrociate a bordo della nuvola Speedy.
«Se preferisci stare qui noi torniamo a casa da soli, eh…» continuò Lapis, sorridendo beffardo. «Magari passami la scimmietta prima, vorrei portarla in un posto più adatto a lei».
«M-ma… voi… e Speedy! Urcaaa! Grazieee!» esultò Goku, saltando a sua volta a bordo della nuvola accanto ai due gemelli.
«È la seconda volta che ti salvo la vita, razza di bugiardo» ringhiò Lazuli, lanciandogli un’occhiata di fuoco.
«E dai, sorellina, quando questa brutta storia sarà finita avrai tutto il tempo per riempirlo di sberle e di pedate come piace a te, ok?» intervenne Lapis, facendo riprendere a volare la nuvola. «Tieni, usa la mia giacca per coprire la scimmia e tu rimettiti su quel gilet privo di senso estetico. Io sono abituato a questo clima» aggiunse, passando il proprio indumento a Goku, che fece quello che gli era stato consigliato.
Bubbles sembrava stare meglio, fortunatamente.
«Grazie… mi… mi dispiace…» farfugliò, stringendo i pugni.
«Sappi che ti farò rimpiangere di non essere stato schiacciato da quella torre, quando avrai sistemato le cose» disse Lazui con nonchalance, senza nemmeno guardarlo.
«Quindi, prima che passerai a miglior vita grazie alla mia dolce sorellina, avrai l’onore di vedere dove sono cresciuti il principe e la principessa di Asgard, carissimo Kaky!» annunciò Lapis, ridendo e allargando le braccia per mostrare con grande teatralità un immenso castello bianco con dettagli blu e azzurri che si stagliava davanti a un’immensa città immersa nella neve e sferzata dal vento gelido. «A quanto pare, quel simpaticone aveva scelto il regno di Asgard come tua tomba».
«Urcaaa!» rimase a bocca aperta Goku.
«Adesso andiamo a salutare il paparino!» annunciò Lapis, avvicinandosi a una precisa finestra del palazzo.
«Uff… sei sempre il solito moccioso…» sbuffò Lazuli.
«Ehi, papà! Papààà! Re Gelooo!» cominciò a urlare il principe.
Dopo pochi istanti si affacciò alla finestra un uomo alto e decisamente avanti gli anni, con l’espressione malvagia e gli zigomi sporgenti. Sgranò i suoi occhi di ghiaccio, accentuando i tratti duri e scavati del suo volto.
«Lapis! Lazuli! Tornate subito qui! Ho dei matrimoni pronti per voi e dei nuovi regni da sottomettere usandovi! Muovetevi, obbedite!» sbraitò, agitando un pugno chiuso verso il cielo.
«Col cazzo!» scoppiò a ridere Lapis, mostrandogli il dito medio e riprendendo a volare, stavolta in direzione sud. «A mai più rivederciii!» aggiunse, mentre Lazuli sorrideva enigmatica e beffarda al padre, salutandolo con la mano.
«Ehm… non andavate d’accordo con lui, immagino» disse Goku.
«Wow, ma davvero?! Come hai fatto a capirlo?!» commentò acida la principessa, incrociando le braccia sotto il seno.
«Tenetevi forteee!» annunciò Lapis. «Si torna ad Agraba, abbiamo una battaglia da vincere!»
«E un genio da salvare» aggiunse Lazuli, con un filo di voce e lo sguardo perso al di là dell’orizzonte.
«E anche una principessa…» disse Goku, preoccupato per le sorti di Chichi. «Fidatevi di me, mi farò perdonare. Ci penso io».
 
 
 
 
 
 
 
Note: un lungo capitolo carico di azione, spero vi sia piaciuto! Chichi finalmente scopre la verità su Goku, la squadra Ginew ci regala una valanga di disagio, Lazuli e Lapis sono fortissimamente badass sia in battaglia che nella loro missione ad Asgard e Bubbles rischia la vita. Non ci siamo fatti mancare niente, insomma. E io adoro i miei cyborg, ci tengo a sottolinearlo dopo un capitolo come questo. ;-)
Vi è piaciuta la piccola parte dedicata a Gelo? Avete colto qua e là qualche riferimento a DBZ quando i nostri cyborg combattono contro la squadra Ginew?
 
Un immenso grazie va come sempre a chi mi sostiene e mi trasmette tanto entusiasmo! Grazie anche a chi legge in silenzio e inserisce la storia nelle liste!
 
Nel prossimo capitolo potrebbe cominciare a smuoversi qualcosa su un frangente della storia che so che state aspettando tutti con molta ansia, infatti il titolo sarà “Il piano di Vegeta”. Cosa avrà in mente il principe dei pappagalli?
Per il resto, vi ricordo che Sedici ha deciso di restare da solo a combattere nonostante sia conciato molto male, ce la farà? E cosa starà facendo Freezer a Chichi e Giuma dopo averli trascinati dentro il palazzo?
Posso anticiparvi che finalmente entrerà in scena anche Bulma in questa guerra e che Freezer deciderà di usare il suo terzo desiderio… quale sarà? Siete curiosi?
Ci vediamo mercoledì prossimo, grazie ancora!
 
Teo
 
 
 
   
 
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