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Autore: heykurt    26/08/2020    1 recensioni
KURTBASTIAN : Mesi dopo essersi lasciati, Kurt decide di tornare a Lima per riconquistare Blaine, ma al suo ritorno scopre che l'ex fidanzato ha una relazione con Dave Karofsky. Kurt è sconvolto e non riesce a farsene una ragione, ma un casuale quanto inaspettato incontro con Sebastian Smythe stravolgerà completamente la sua vita.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 4

 

 

 

 

 

«Ha dormito ancora da te?»

Rachel era incredula. Guardava Kurt apprensiva, come se il fatto che Sebastian dormisse da lui potesse in qualche modo essere pericoloso. Era passato un mese dal falò, e Kurt e Sebastian avevano trascorso ogni momento libero assieme. Sebastian passava da lui quasi tutte le sere, e si era ormai stanziato sul suo divano.

«Si… Guarda che devi solo ringraziare lui se questa settimana sta andando alla grande. L’idea di cantare canzoni di Burt Bacharach è stata sua» la informò Kurt servendosi il caffè in aula professori.

Ad entrambi faceva strano usare quell’aula, perché ai loro occhi aveva ancora un non so che di proibito. Erano circondati dai loro vecchi insegnanti e si sentivano sempre al centro dell’attenzione.

«Ah, quindi lui ora ha pure potere decisionale sulle scelte delle Nuove Direzioni? Su questo metto un limite» lo rimproverò Rachel. «Potete fare quello che vi pare assieme, ma lascia fuori il Glee Club dalla vostra storiella».

«Si può sapere perché ce l’avete tutti con lui? Ti posso assicurare che è cambiato. Dovresti fidarti almeno del mio giudizio, Rachel. Che ne dici se organizziamo una bella cenetta intima a casa mia con me, te e Sebastian? Così avrai modo di conoscerlo meglio» propose con entusiasmo Kurt.

«Non offenderti, tesoro, ma credo di aver già avuto modo di conoscere Sebastian, e non mi ha mai fatto una buona impressione» si rifiutò Rachel. «Mi sentirei a disagio sola con lui, capisci? Sarebbe già diverso se organizzassimo una cena di gruppo con tutti i nostri amici».

«Così non saresti obbligata a rivolgergli la parola?» ribatté secco Kurt. «Speri di delegarlo a Santana?»

«Perché credi davvero che Santana sia disposta a dargli una seconda possibilità?»

Kurt fece spallucce. «Beh, l’ha data a te».

Rachel lo guardò con sufficienza, incenerendolo con lo sguardo. «Molto spiritoso. Allora? L’idea della cena di gruppo?»

Kurt improvvisamente ebbe un’illuminazione. «La cena a casa di Shuester!» esclamò entusiasta. «Non è questo week-end?»

«Si..?» confermò curiosa Rachel per capire dove volesse andare a parare.

«Porterò Sebastian» rispose con ovvietà Kurt. «E tu devi promettermi che proverai a parlarci».

«Siete davvero solo amici?» gli chiese Rachel prendendosi una seconda tazza di caffè. «Lo so che te l’ho già chiesto, ma vivete praticamente assieme e mi parli di lui continuamente. Neanche quando stavi con Blaine lo sentivo nominare tanto».

«È solo un amico» ribadì con sicurezza Kurt, sorridendole.

«Comunque prometto che ci proverò. Non ti assicuro nulla, ma farò un tentativo» disse Rachel tendendogli il mignolo per suggellare quella promessa. «Però alla prima cattiveria chiedo al professor Shuester di buttarlo fuori casa».

«Farà il bravo» le assicurò Kurt ridendo.

 

Quella sera, alle otto in punto, Sebastian si presentò alla porta di Kurt sventolandogli davanti agli occhi dei sacchetti di cibo da asporto che trasudavano olio.

«Cosa diavolo sono quelli?»

«Pizza, crocchette di patate e patatine fritte col ketchup» elencò Sebastian oltrepassandolo oltre l’uscio. «Non iniziare a lamentarti delle calorie! Sono stanco delle tue insalate scondite, mi serviva qualche cibo spazzatura».

«Il tuo fegato te ne sarà grato» commentò disgustato Kurt, osservando Sebastian scartare i vari contenitori. «La pizza margherita la prendo io, però. Non voglio neanche sapere cosa c’è sopra quell’altra».

«Peperoni, carciofi, salame piccante e salsiccia» disse prontamente Sebastian, ignorando l’espressione schifata di Kurt. «È deliziosa. Provare per credere».

«Dubito mi piacerebbe».

«Avevi detto la stessa cosa di me e invece un morso lo hai dato» lo stuzzicò, mentre si accomodava a tavola.

«Infatti mi sono limitato ad un assaggio» ribatté allo stesso tono, facendolo ridere. «Senti, scherzi a parte… Questo week-end il professor Shuester organizza una cenetta a casa sua, e in quell’occasione celebreremo il fidanzamento di Santana e Brittany. Mi chiedevo se volessi venire con me».

Sebastian addentò la sua pizza, rimuginando sul da farsi. «Mmh, chi c’è a questa cena?»

«Um, i soliti».

«E Spencer?»

«Non ci saranno i nuovi ragazzi. Shuester ha voluto organizzare una cena coi vecchi membri del Glee Club, in ricordo dei vecchi tempi. Non possono nemmeno venire tutti, è un peccato… Mi pare di aver capito che Quinn e Puck sono partiti per una vacanza».

Sebastian continuava ad annuire con finto interesse.

«Oh, e per la cronaca» ricominciò Kurt, sperando di attirare la sua attenzione, «Spencer ha già un ragazzo. Si chiama Alistair. Sono entrati assieme nel Glee Club e posso assicurarti che non ti assomiglia neanche un po’. Evidentemente non sei proprio il suo tipo».

«Te la godi tu, eh?» mugugnò Sebastian.

«Da morire» ghignò Kurt.

«Blaine? Verrà?»

Kurt alzò le spalle. «Non lo so e non mi interessa. Ci siamo visti letteralmente tre volte in questo mese e non è mai stato piacevole. Continuava a lanciarmi frecciatine, e quando l’ho beccato da ‘Belle Note’ assieme a Dave si è assicurato che lo vedessi mentre si coccolavano scegliendo il disco più romantico esistente per poterlo ascoltare assieme in macchina».

«Rivoltante» disse Sebastian, riposando la sua pizza per evitare di rovinarsi l’appetito.

«Allora, ci vieni o no? Dai, non sarebbe lo stesso senza di te» lo pregò Kurt facendogli gli occhioni.

Sebastian alzò un sopracciglio, non prendendolo sul serio. «Che cosa carina» commentò con sarcasmo.

«Dai, vieni» lo supplicò Kurt giungendo le mani. «Adoro i miei amici, ma se non ci sarai tu sono sicuro che non mi divertirò. È dura da ammettere, ma tu rendi tutto più bello» disse sincero.

Sebastian sembrò venire colto alla sprovvista, e rimase a fissarlo in silenzio per svariati secondi, quasi stesse cercando di metabolizzare quelle ultime parole. Nonostante il loro rapporto si fosse fatto più serio negli ultimi tempi, non credeva di aver inciso così profondamente sulla vita di Kurt. Il fatto che reputasse la sua presenza indispensabile era tanto bizzarro quando dolce.

«Ti voglio bene, Kurt» disse all’improvviso con un filo di voce, abbozzando un sorriso.

Kurt sbarrò gli occhi, stirando le sopracciglia, rimanendo imbambolato a bocca aperta. «Okay, questo è inaspettato» boccheggiò prima di prendere una birra e trangugiarne il contenuto in un secondo.

«Vacci piano con quella» ridacchiò Sebastian. «Cos’è? Pensavi che venissi qui solo per dormire sul tuo comodissimo divano quando a casa mia ho un letto a due piazze che potrebbe fare invidia a quello della Regina di Inghilterra? Vengo qui perché mi piace stare in tua compagnia, scemo» gli confessò. «Sto diventando troppo invadente? Guarda che se vuoi che me ne vada, me ne vado».

Kurt lo guardò confuso, non comprendendo quel cambio improvviso di argomento. «Lo sai che per me potresti tranquillamente trasferirti qui. Compriamo un divano letto e risolviamo tutto».

Sebastian contenne a stento un ghigno. «Stiamo già arredando casa assieme?»

«Sarebbe così assurdo?» replicò turbato Kurt. «In fondo è bello avere qualcuno che mi faccia compagnia… Da solo sarebbe stato deprimente. Almeno la sera posso chiacchierare con te».

«Prima o poi riuscirò a guadagnarmi uno spazio sul tuo letto» azzardò Sebastian con nonchalance, aprendosi a sua volta una birra. «Anzi, facciamo così. Se da stasera mi farai dormire assieme a te, prometto di venire alla cena nel week-end».

«Questo è un ricatto!» protestò Kurt indignato.

«Ovvio. Una cena da Shuester sarebbe un suicidio; come minimo merito un premio. Senza contare che Santana darà di matto quando mi vedrà, quindi pensa a quello che sto sacrificando per te» gli fece presente Sebastian.

«Dovrebbe commuovermi?»

«A me sembra una proposta equa» continuò imperterrito fiondandosi sulle patatine fritte. «Vuoi favorire?»

Kurt non vi dette importanza. «Va bene, andata. Ma se provi ad allungare le mani adotterò il metodo Santana Lopez e ti scaglierò contro l’intera Lima Heights» lo mise in guardia.

«Tranquillo. Mi divertirò a sufficienza fuori casa» disse Sebastian prendendo anche le crocchette.

Kurt si decise finalmente a mangiarne una, per quanto detestasse i cibi fritti imbevuti nell’olio. «Buono a sapersi» commentò con distacco, provando una strana sensazione alla bocca dello stomaco che non aveva nulla a che vedere con le crocchette di patate.

 

Qualche ora più tardi, Kurt era già pronto a ritrattare la sua offerta e a costringere Sebastian a dormire sul divano. Non si sentiva a suo agio all’idea di dormire con lui, perché gli risultava difficile non ripensare alla notte di passione che avevano vissuto. Per Sebastian parlarne era un puro e semplice gioco, ma per Kurt era una questione seria ed imbarazzante.

«Pigiama nuovo?» gli chiese Sebastian quando Kurt superò la tenda-separé.

Kurt era contento che lo avesse notato, perché aveva impiegato circa tre ore a scegliere quello che reputava più elegante e alla moda. «Si! Ti piace?» chiese con aspettativa.

«No» rispose onesto Sebastian, togliendosi i jeans.

Kurt dovette fare appello a tutte le sue forze per non soffermarsi a guardarlo, ma per una frazione di secondo i suoi occhi si posarono sulle sue gambe e in automatico gli tornò alla mente quella sera in cui si erano intrecciate alle sue. Scosse la testa per scacciare quell’immagine, e si andò a sistemare nella sua parte di letto, sdraiandosi sopra le lenzuola.

«Cosa dovrò indossare alla cena?» gli domandò Sebastian. «Devo mettermi in smoking?» aggiunse togliendosi la maglia, rimanendo in boxer e canottiera.

«Seriamente? È una cena informale! Mettiti quello che vuoi» rispose Kurt in malo modo, non sapendo più dove guardare.

«Già, farò colpo con qualsiasi cosa» affermò pavoneggiandosi Sebastian.

«Su chi dovresti fare colpo?» lo sollecitò Kurt.

«Tutti» rispose con finta indifferenza Sebastian.

«Sei stupendo, ti adoreranno» disse spontaneamente Kurt. «Tu evita solo i soprannomi e le continue battute pungenti e vedrai che andrà bene».

«Sono stupendo?» sogghignò compiaciuto l’altro.

Kurt sentì le guance surriscaldarsi. «Hai capito cosa volevo dire…» incespicò impacciato.

Il cellulare sul comodino vibrò rumorosamente, e Kurt si fiondò per prenderlo, ringraziando indirettamente il mittente per averlo tirato fuori da quella situazione scomoda.

«Oh, è Rachel» informò Sebastian. «Mi ha mandato un video, vieni qui» gli disse poi facendogli cenno con l’indice e il medio.

Sebastian fece un balzo sul letto e strisciò accanto a Kurt, appoggiandosi ad uno dei cuscini e sporgendosi verso il cellulare.

«Che video è?» domandò confuso.

«Lo ha beccato su Twitter, è del falò del mese scorso».

«Chi lo ha postato?»

«Uno dei gemelli McCarthy» constatò Kurt con un sospiro. «Fantastico, ci ha ripreso nel nostro momento migliore» aggiunse con ironia, coprendosi gli occhi.

Nel video Kurt e Sebastian erano seduti sul tavolo accanto allo stand di hot dog e stavano ridendo tra loro, lanciando ogni tanto sguardi verso il falò (Sebastian in realtà seguiva ogni movimento di Spencer).

«Però siamo carini» osò Sebastian, avvicinandosi un poco a Kurt con la spalla.

«La giacca che avevi era proprio bella» ammise Kurt.

«Anche tu non eri niente male» si complimentò a sua volta Sebastian, abbassando ancora gli occhi verso di lui.

Kurt ruotò appena la testa, alzando gli occhi per incontrare lo sguardo di Sebastian. I loro sorrisi si spensero a poco a poco ed entrambi si resero conto che la situazione era diventata di nuovo scomoda.

Kurt percepiva il cuore battergli violentemente in gola e sentiva che si stava facendo strada dentro di lui quello stesso impulso che l’aveva colto all’improvviso allo Scandals. Continuava a ripetere a tutti che erano solo amici, ed era sincero quando lo diceva, ma poi si ritrovava a fissare Sebastian come se fosse il ragazzo più bello che avesse mai visto e prendeva sempre più consapevolezza del fatto che si sentiva profondamente attratto da lui.

«Si beh, è meglio se dormiamo…» balbettò sbattendo ripetutamente le palpebre, quasi stesse tentando di sciogliere l’incantesimo che Sebastian gli aveva fatto. Si voltò dalla parte opposta per posare il cellulare sul comodino e si infilò sotto le coperte, evitando di guardarlo di nuovo. «Posso dire a Shuester che verrai anche tu allora?»

Sebastian si tolse la canottiera, buttandola ai piedi del letto, e sgattaiolò a sua volta sotto le lenzuola, accoccolandosi su un lato per guardare Kurt. «Si, promesso».

Kurt spense la luce e si mise a pancia in su, sentendo gli occhi di Sebastian ancora fissi su di lui, nonostante fosse difficile definirne i contorni nella penombra.

«Ti voglio bene anche io» disse in un sussurro, ritrovandosi a sorridere per aver avuto il coraggio di esternarlo.

 

 

Il week-end arrivò in un lampo. Kurt era riuscito ad abituarsi alla presenza di Sebastian nel suo letto, ma non era ancora del tutto certo che sarebbe riuscito a fingere di non essere attratto da lui. D’altronde era davvero difficile rimanere impassibili quando Sebastian si presentava in camera in mutande, assicurandosi ogni volta di fare la passerella di fronte a lui, sperando in qualche complimento. Come se non bastasse, avevano programmato per giorni quali outfit mettere per la famosa cena a casa del professor Shuester, e Kurt aveva dovuto assistere ai vari cambi di abito, cercando di concentrarsi esclusivamente sui capi di abbigliamento e non sul fisico di Sebastian. Alla fine l’amico aveva optato per un maglioncino nero che gli ricadeva alla perfezione sul suo fisico snello, ed un paio di jeans scuri. Era davvero un incanto.

«Sicuro che sto bene così?» gli chiese Sebastian, una volta davanti alla porta di Will Shuester. Sapeva di essere uno schianto, ma non disdegnava mai le lusinghe.

«Perfetto. Io?»

Sebastian fece spallucce. «Passabile, si. Però te lo devo dire, detesto i maglioni a collo alto. Ti stava meglio quello rosso» disse guardando con incertezza il suo spesso maglione bianco.

«Ah, quello che mi ha regalato Blaine per Natale? Potevi dirmelo quando eravamo a casa» osservò burbero Kurt.

«Dai, suona» tagliò corto Sebastian, rabbuiandosi. «Prima finisce questa serata meglio è».

Kurt suonò il campanello e dopo un paio di secondi Will ed Emma Shuester aprirono raggianti la porta, sorridendo ad entrambi.

«Ciao!» li salutò Kurt, abbracciandoli.

«Ehi ragazzi!» ricambiò Will. «Sebastian, è un piacere rivederti» aggiunse stringendogli la mano in maniera più formale.

«Anche per me, signor Shuester» rispose ossequioso, facendo un breve inchino. «Che c’è? Che dovevo dire?» chiese poi in un sussurro quando ricevette un’occhiataccia da Kurt.

«Emma, piacere».

«Sebastian Smythe» si presentò di nuovo, sfoggiando il suo sorriso smagliante, la sua arma migliore.

Emma gli strinse la mano euforica, guardandolo affascinata con i suoi occhioni da cerbiatto. «È il tuo ragazzo, Kurt?» cinguettò.

«Migliore amico» si affrettò a correggerla Kurt.

«Migliore amico» confermò Sebastian, trattenendo un sorriso divertito.

«Oh, beh accomodatevi» disse Emma, imbarazzata per la gaffe. «Gli altri sono già tutti in soggiorno. Tra poco ceniamo».

Kurt posò una mano sulla schiena di Sebastian per spronarlo ad avanzare verso il soggiorno. Cercava di mascherarlo, ma si vedeva che era agitato. Per quanto dicesse che non gli importava del parere degli altri, Kurt era convinto che in fondo si sentisse davvero in colpa per quello che aveva fatto in passato e dispiaciuto che non gli venisse data un’altra possibilità.

Quando varcarono la soglia del soggiorno, Rachel si aprì in un sorriso, sventolando vigorosamente la mano. Se ne stava seduta accanto a Sam e Mercedes, mentre Tina, Santana e Brittany mangiavano degli stuzzichini preparati dagli Shuester.

«Ciao ragazzi» li salutò Kurt.

«Ciao» si annunciò Sebastian, ricevendo un’occhiata sbieca da almeno la metà di loro.

Kurt si schiarì la voce,  goffamente. «Vieni, sediamoci qui» invitò Sebastian sul divano di fronte a Rachel, Sam e Mercedes.

«Che si dice di bello da queste parti?» azzardò Sebastian accavallando le gambe e passando un braccio attorno alle spalle di Kurt. «Ho rovinato l’atmosfera per caso?» domandò con un sorriso sghembo di scherno.

«Stavamo parlando del matrimonio di Santana e Brittany» lo informò Tina alle sue spalle, facendo il giro del divano per potersi accomodare sul poggiolo di quello su cui erano seduti gli altri tre amici.

«Quando vi sposate?» domandò con finto interesse Sebastian.

«Il prossimo mese» disse prontamente Santana. «Spero ti sia chiaro che tu non sei invitato».

«Santana» la richiamò severo Kurt.

«È tutto okay, Kurt» lo tranquillizzò Sebastian posandogli dolcemente una mano sulla spalla. «Sono sicuro che sarà un bel matrimonio, Santana».

«Ci sposeremo nel fienile dove sono nata» disse dal nulla Brittany, con un’espressione indecifrabile.

«Forte!» esclamò fin troppo entusiasta Sebastian e Kurt era certo che stesse soltanto recitando. «Anche i miei si sono sposati in un fienile» spiazzò poi tutti.

Kurt si voltò verso di lui aggrottando le sopracciglia. «Cosa?!»

«Già, non te lo saresti aspettato dalla mia famiglia, vero?» sghignazzò avvicinandosi a lui complice. «Sono serissimo, eh. Mio padre è wedding planner e quindi si è praticamente organizzato da solo il matrimonio. Mia madre invece vende abiti da sposa, quindi sapeva già quale scegliere senza una consulenza».

«Non lo sapevo!» esclamò ammirato Kurt. «Sono sempre stato affascinato dal mestiere di wedding planner! Ho organizzato il matrimonio di mio padre e Carole tutto da solo. Fu davvero stancante… Ho un rispetto del tutto nuovo per chi fa questo mestiere».

«Devi aiutarci assolutamente Sebastian!» squittì Brittany sedendosi accanto a lui sul divano. «Siamo ancora in alto mare con l’organizzazione del matrimonio e ci farebbe comodo che tuo padre ci desse una mano».

«Volentieri» si offrì sorpreso Sebastian.

Santana scosse la testa, sbuffando. «No, Britt. Non se ne parla. Ci arrangeremo».

«Come vi pare» ribatté ombroso Sebastian, stanco che Santana continuasse a rispondergli a tono per la minima stupidaggine. «Se cambiate idea sapete dove trovarmi».

Santana si piazzò di fronte a loro con le braccia incrociate e lo sguardo, come lo definiva Kurt, alla Snix. «Naturalmente. Sul letto di Porcellana?»

Kurt contrasse le labbra, adirato. «Smettila».

«Hai ragione» rispose invece Sebastian, non volendo dargliela vinta.

«Sta scherzando» ci tenne a precisare Kurt agli altri, che non erano minimamente interessati alla loro discussione.

«Santana, sua madre vende vestiti da sposa!» cercò di farla ragionare Brittany, ma Santana sembrava irremovibile.

«Piuttosto vado all’altare con un sacco della spazzatura» sbottò sgarbatamente, dando le spalle a Sebastian.

«Oh, ti prego Santana! Non lo faresti per me?» la supplicò Brittany cercando di farla capitolare sfoggiando degli occhi da cucciolo che solitamente avevano la meglio.

Santana alzò il mento altezzosa, indecisa sul da farsi. Non voleva negare qualcosa a Brittany, ma accettare l’aiuto di Sebastian ai suoi occhi appariva come una sconfitta. «Ci devo pensare».

Il suono del campanello distolse tutti dalla discussione, ma Kurt era tutt’altro che sereno. Sapeva perfettamente di chi si trattava ancora prima di sentire Tina annunciare: «Questo dev’essere Blaine».

Kurt si irrigidì sul posto e Sebastian percepì all’istante il suo cambio di umore. D’istinto gli strinse la mano e gli fece un breve cenno col capo, quasi a rassicurarlo che gli sarebbe stato vicino qualora avesse avuto bisogno di lui.

Blaine irruppe nel soggiorno sfoggiando un sorriso a trentadue denti che fece battere forte il cuore a Kurt. Era davvero bellissimo e molto elegante; indossava un papillon che Kurt gli aveva regalato qualche Natale prima e fu inevitabile provare le farfalle nello stomaco esattamente come quel giorno in cui Blaine aveva scartato il regalo.

«Ciao Blaine!» lo salutarono tutti in coro.

«Ciao ragazzi, scusate il ritardo».

Sam lo guardò con rimprovero. «Da quando stai con Karofsky sei sempre in ritardo e non voglio nemmeno pensare perché» disse turbato, facendogli cenno di sedersi vicino a lui sul divano.

«Non ero con Dave» lo informò Blaine frettolosamente, ritrovandosi seduto di fronte a Kurt e Sebastian. «Ciao…» li salutò timidamente.

I minuti che seguirono furono per Kurt un’eternità. Aveva ancora la mano di Sebastian stretta intorno alla sua, ma entrambe erano nascoste nello spazio tra le loro gambe e quindi non visibili a Blaine, ma nel contempo percepiva gli occhi del suo ex fidanzato che lo fissavano quasi si aspettassero di essere ricambiati.

«È pronto!» urlò Emma dalla cucina, con grande sollievo di tutti. «A tavola, su su!» li esortò poi comparendo sull’uscio battendo le mani a tempo.

«È meraviglioso, signora Shuester» elogiò la tavola imbandita Sebastian, afferrando Kurt per il polso per spingerlo a sedersi vicino a lui.

Kurt si ritrovò seduto tra Sebastian e Mercedes, e di fronte a Rachel e Blaine. Non era certo di riuscire a sopportare un’intera cena sentendosi osservato.

«Buon appetito!» esclamò entusiasta Emma, prendendo il primo boccone per rompere il ghiaccio.

«Allora ragazzi, come proseguono le prove delle Nuove Direzioni?» domandò Will per ravvivare la conversazione.

«Alla grande, professor Shuester» rispose prontamente Rachel. «Sono tutti formidabili. Per fortuna Kitty ha deciso di tornare al Glee Club».

«A proposito, non doveva venire anche lei stasera?» si intromise Mercedes.

«È uscita con Artie. A quanto pare si frequentano di nuovo» disse Tina con una punta di risentimento. «Alla fine cos’hanno in comune?!»

«Era solo questione di tempo prima che tornassero assieme» commentò invece Sam.

A quelle parole Kurt e Blaine incrociarono lo sguardo, rimanendo stregati l’uno dagli occhi dell’altro. Era come se una calamita gli impedisse di scostarli e Kurt si sentì percorrere da un brivido lungo la colonna vertebrale che gli fece venire la pelle d’oca. C’era ancora quella scintilla che li legava, era inutile negarlo.

Quando Sebastian seguì la traiettoria dello sguardo di Kurt, e si accorse che anche Blaine lo stava guardando, rimase immobile, la forchetta ancora sospesa a mezz’aria, passando gli occhi dall’uno all’altro in attesa che ritornassero entrambi alla realtà.

Quell’immagine fu come una doccia fredda per lui. Si sentì strano e provò dentro di sé un sentimento che non avrebbe mai creduto possibile: era pura gelosia. La cosa ancora più sconvolgente era che quella gelosia non derivava dal fatto che Blaine guardasse Kurt, ma che Kurt guardasse Blaine. Gli bastò assistere alla scena per realizzare che a Kurt non era passata per niente.

«È buono?» gli chiese avvicinandosi al suo viso, per attirare la sua attenzione.

Kurt guardò prima lui poi il piatto. «Oh, si. Buonissimo» farfugliò disorientato.

«E voi?» riprese Emma con curiosità.

«Come scusi?» chiese Sebastian sporgendosi oltre Kurt e Mercedes per poter parlare con la signora Shuester.

«Studiate assieme alla Nyada adesso?» domandò loro.

«Oh, no» rispose Sebastian. «Io lavoro in un pub qui a Lima, al momento. Sa, giusto per portare a casa qualche soldo».

«Lavori in un pub?» domandò sorpreso Blaine. «Non sei andato all’Università?» continuò con tono di superiorità, squadrandolo come se valesse meno di zero.

«No, Blaine, non ci sono andato» rispose con calma Sebastian, per non stare al suo gioco.

Kurt sapeva che nel profondo ci era rimasto male, ma era davvero bravo a nasconderlo. Non poteva credere che Blaine fosse arrivato a tanto, non era da lui. Cosa ci guadagnava ad umiliarlo? Credeva che i rapporti tra loro fossero buoni al momento, nonostante tutto.

«Beh, non c’è niente di male a lavorare in un pub» prese quindi le sue difese Kurt. «Sa fare i migliori cocktail di Lima» lo elogiò facendogli un sorriso.

«Mi ricordo quando eri il capitano degli Usignoli» riprese Emma, sorvolando sul piccolo alterco.

«È stato tanto tempo fa…» sospirò Sebastian con malinconia.

«Come vi siete rincontrati?» chiese quindi Emma, seriamente interessata alla dinamica della loro improvvisa amicizia.

«Ehm…» balbettò Kurt nervoso, le mani che iniziavano a sudargli.

«In un bar quasi due mesi fa» intervenne in suo aiuto Sebastian. «Non ci vedevamo da anni e quindi abbiamo parlato un po’ e… una cosa tira l’altra…»

«Già» rise isterico Kurt, battendo le mani tra loro, risultando soltanto più sospetto. «È tutto delizioso, comunque» aggiunse poi cambiando discorso.

«Decisamente meglio delle cose che prepari tu» lo prese in giro Sebastian, non pensando che quella frase implicasse indirettamente una convivenza.

«Ah, quindi vivete assieme?» domandò perplessa Mercedes.

«No!» gracchiò Kurt.

«Si» rispose invece con pacatezza Sebastian. «Diciamo che non è una convivenza vera e propria, ma ultimamente sono sempre da lui. Non abitiamo esattamente vicini, quindi talvolta, la sera, mi fermo a casa sua. È stato così gentile ad ospitarmi, anche se vi lascio solo immaginare la lotta per l’accaparramento delle lenzuola la notte».

Kurt strabuzzò gli occhi con rimprovero e gli sferrò un pugno così forte sotto il tavolo che Sebastian dovette mordersi il labbro per non urlare.

«Già me lo ricordo» ribatté furioso Blaine.

«Nonostante tutto però ci divertiamo» proseguì Sebastian, deciso a non dargliela vinta. «Sapete, le maratone di serie tv su Netflix la sera sul divano, le lezioni improvvisate di cucina… e così via».

«Immagino» rispose con sincero interesse Emma.

«Si, Kurt è la migliore delle compagnie» continuò Sebastian imperterrito facendogli una carezza sul braccio. «È speciale, vero Blaine?» gli sorrise beffardo, gli occhi che sprizzavano scintille.

 

Un’ora più tardi, quando si alzarono tutti da tavola, Kurt prese immancabilmente Sebastian per un braccio, tirandolo in disparte per avere delle spiegazioni.

«Si può sapere che stavi cercando di fare?!»

«Quando?»

«Poco fa a cena!» rispose con ovvietà indicandogli la tavola con entrambe le mani. «Sei completamente impazzito? Che diavolo ti è preso? Cos’erano quelle frecciatine a Blaine?»

«Qualcuno di voi sa giocare a Taboo?» li interruppe Sam con aria preoccupata.

«Io» gli sorrise Sebastian, sorpreso che Sam gli rivolgesse la parola.

«Fantastico, dobbiamo stare in squadra assieme» gli disse inaspettatamente. «Tina e Mercedes sono agguerrite» disse tirandolo per la manica.

«Mi reclamano» gli fece la linguaccia Sebastian.

«Vai pure… Ma non credere che la conversazione sia finita qui! Ne riparliamo dopo!» lo avvertì puntandogli contro un indice inquisitore.

«Ehi, Kurt».

Kurt era esausto. Non appena sentì la voce di Blaine, si voltò lentamente indossando l’ennesima maschera. «Blaine» esordì allegro. «Allora, come va?»

«Potrebbe andar meglio ma… si tira avanti» disse incamminandosi con lui verso il soggiorno.

Sam, Sebastian, Tina e Mercedes erano tutti riuniti attorno al tavolino, presi dalla partita, e Sam continuava a ripetere quanto fosse bravo Sebastian.

«Stanno giocando a Taboo?» domandò Blaine, infastidito nel vedere il suo migliore amico divertirsi con Sebastian.

«Si, Sam cercava disperatamente un compagno» ridacchiò Kurt, non vedendoci nulla di male. Era contento che i suoi amici lo stessero coinvolgendo e lo facessero sentire parte del gruppo. Nessuno meglio di lui sapeva che cosa significava sentirsi esclusi, ed odiava l’idea che qualcun altro potesse sentirsi allo stesso modo.

«E chi meglio di Sebastian».

«Senti, Blaine. Non so esattamente che idea tu ti sia fatto prima a cena, ma non è come pensi» ci tenne a tranquillizzarlo. «Tra me e Sebastian non c’è nulla. Stava solo facendo il cretino per provocarti. Sai che quando fa così bisogna ignorarlo. Tu lo conosci quasi meglio di me».

«Meglio non lo so… visto che non ci ho mai dormito assieme» sentenziò freddo Blaine, neanche gli stesse facendo un torto a lui.

«Sei serio? Sei arrabbiato per quello?» boccheggiò incredulo Kurt, sbarrando gli occhi. «Guarda che abbiamo solo dormito» mentì sentendo le orecchie surriscaldarsi.

«Non sono arrabbiato».

«Già, è proprio quello che sembra, infatti» replicò Kurt infastidito. «In ogni caso non hai diritto di avercela con me. Tu stai con Dave ora, come dovrei prenderla io? Voi siete una coppia a tutti gli effetti, io e Sebastian siamo solo amici».

«Però sei stato tu a mollarmi» gli fece presente Blaine.

«Si, è vero ma… Dave!» esclamò Kurt. Ogni volta che ne parlava gli sembrava sempre più assurdo che potessero stare assieme. Continuava ad essere inconcepibile.

«Potrei dire la stessa cosa di te e Sebastian» sbottò Blaine.

«Ascolta, non voglio litigare con te. Possiamo ricominciare daccapo e provare almeno ad essere amici?» tentò di salvare la situazione Kurt.

Blaine si addolcì, ma i suoi occhi trasmettevano solo tanta tristezza e rimpianto. «È questo che vuoi davvero?»

Kurt mugugnò qualcosa di incomprensibile, in difficoltà. Non sapeva rispondere a quella domanda e cercò di sviare la conversazione: «Perché Dave non è venuto?»

«Abbiamo litigato» gli confessò di getto Blaine. «Ma non è nulla di serio. Discussioni che capitano quando si convive» disse con una punta di amarezza, ricordando il motivo per cui si erano lasciati.

«Già» sospirò Kurt dispiaciuto.

Blaine si avvicinò a lui, quasi sfiorandogli la mano. «Mi manchi tanto» gli confessò a testa bassa.

«Oh» mormorò Kurt colto alla sprovvista. «Si, beh, mi manchi anche tu» ammise altrettanto timidamente.

Poco distante da loro, Sebastian osservava la scena infastidito. Non sapeva perché si sentisse così turbato nel vederli ritrovare la chimica di un tempo, ma la cosa lo faceva ribollire. Forse una parte di lui temeva che Kurt lo avrebbe dimenticato una volta tornato assieme a Blaine, e che tante piccole cose che per lui erano diventate parte della sua vita quotidiana sarebbero svanite nel nulla. Sapeva solo che non poteva permettere che questo succedesse.

«Arrivo subito» disse a Sam alla fine del primo turno, alzandosi dal divano per raggiungerli.

Temeva che Kurt se la sarebbe presa con lui se si fosse comportato di nuovo come a cena, ma in quel momento non gli importava.

«Che si dice?» buttò lì, avvolgendo come suo solito Kurt con un braccio sulle spalle.

«Come stai, Sebastian?» gli domandò Blaine con un sorriso di circostanza.

«Alla grande. Tu?» rispose con fermezza, non accennando segni di cedimento.

«Mai stato meglio» replicò a tono Blaine, guardandolo con disprezzo.

«Dovremmo sentirci al telefono qualche volta. Mi mancano le nostre conversazioni serali in cui parlavamo delle nostre giornate» continuò Sebastian con flemma. «Anche se adesso sarei io a parlarti sempre di Kurt».

«Sebastian» lo supplicò a denti stretti Kurt, venendo ignorato.

«Comunque stavo giusto dicendo a Kurt quanto stesse bene con questo maglione» riprese Blaine, passando una mano sul petto dell’ex ragazzo. «Ricordo ancora il giorno in cui lo abbiamo comprato assieme».

«Vero?» stette al suo gioco Sebastian, non lasciandosi intimidire. «Gliel’ho detto anche io prima quando eravamo a casa sua insieme. Questo è in assoluto il mio preferito. Gli sta una favola. Kurt voleva mettersene uno orrendo rosso…» azzardò, sapendo che era il maglione regalatogli proprio da Blaine per Natale. «Mi chiedo ancora con quale coraggio tu lo abbia comprato!»

«Un maglione orrendo rosso?» chiese Blaine, per capire se si riferisse a quello che gli aveva comprato.

«Si con delle strisce bianche sui polsi…» precisò Sebastian con indifferenza.

«Quello che ti ho regalato per Natale?» domandò quindi Blaine a Kurt per avere una conferma.

«Oh, che figura» cantilenò Sebastian alzando gli occhi al cielo.

Kurt era confuso dall’atteggiamento di Sebastian e turbato dal fatto che Blaine sembrasse ancora preso da lui, nonostante uscisse con Dave. Non voleva venire immischiato nella loro diatriba ed accampò una scusa per togliersi dall’impiccio.

«Io vado a prendermi da bere» li informò sgattaiolando tra loro per allontanarsi.

«So cosa stai facendo» disse con tono lapidario Blaine, quando Kurt fu abbastanza distante da non sentirli.

«Ossia?»

«Stai flirtando di proposito con Kurt davanti a me per infastidirmi? Non attacca, Sebastian» lo smascherò trionfante. «Kurt mi ha già detto che non c’è nulla tra voi e che stai facendo l’idiota per provocarmi».

«Ha detto così, eh?»

«Testuali parole».

Sebastian si aprì in un ghigno. «Ti senti minacciato, Anderson?»

«Certo che no. Ormai so che fai così con chiunque. Ci hai provato anche con me, ma non ha funzionato. Kurt cerca sempre di vedere la bellezza negli altri, ma presto si accorgerà di quello che stai facendo».

«Cosa starei facendo?» lo incalzò Sebastian con aspettativa. «Andiamo, voglio proprio saperlo. È così difficile pensare che io apprezzi stare in sua compagnia?»

«Si» disse diretto Blaine.

«Sbaglio o percepisco un po’ di gelosia?» lo stuzzicò Sebastian incrociando le braccia e gonfiando il petto.

«Anche se fosse?»

«Ti credi tanto furbo, Blaine?»

«Fingi pure che le cose tra te e Kurt vadano a gonfie vele, ma prima o poi si renderà conto di che persona sei veramente. Credevo lo avesse già capito da un pezzo, ma mi sbagliavo».

«E io credevo che tra noi ora ci fosse un’amicizia ma a quanto pare avevo travisato ogni cosa. Ti facevo comodo però quando avevi bisogno di organizzare la proposta di matrimonio, eh? Quando mi chiamavi la sera chiedendomi consigli sulla tua entrata in scena o cazzate simili. Come mai sei diventato improvvisamente ostile quando hai scoperto che io e Kurt uscivamo assieme?!»

«Non gli piacerai mai in quel modo Sebastian» lo zittì Blaine con l’intento di ferirlo.

«Non era quello che speravo, infatti» fu preso in contropiede Sebastian, sentendo le guance andargli a fuoco.

«Ne sei sicuro?»

«Fossi in te non farei tanto lo spiritoso, Blaine. Quando l’ho incontrato allo Scandals, la sera in cui ha scoperto di te e di Dave, non mi è sembrato così disinteressato…» usò la sua ultima risorsa, pentendosene un istante dopo. Se Kurt avesse saputo che aveva fatto intendere a Blaine che tra loro c’era stato qualcosa, probabilmente non gli avrebbe più rivolto la parola. «Goditi la serata, bello» lo liquidò in malo modo, certo di aver toccato il tasto giusto.

 

Kurt era riuscito a recuperare Sebastian, ed assieme si erano aggiunti agli altri sui divani e le sedie sistemate in cerchio attorno al tavolino del soggiorno.

«Che ne dite di un bel viaggio nei ricordi?» propose Will con nostalgia. «È un peccato non avere qui tutti i miei vecchi ragazzi, ma sappiate che la vostra presenza mi riempie il cuore di gioia e di orgoglio. Vedere quanto siete cresciuti mi commuove. Siete diventati degli adulti in un battito di ciglia e mi sento tanto malinconico».

«E anziano» scherzò Emma facendo ridere tutti.

Will annuì in assenso. «Allora, qual è il vostro ricordo più bello al McKinley?»

«Il suo professor Shuester?» gli chiese Tina.

«Facile» rispose di getto Will. «Quando abbiamo vinto le Nazionali. Quello è un ricordo che porterò sempre nel cuore. Una delle soddisfazioni più grandi della mia vita. Ma ditemi voi…»

«Chi inizia?» domandò Rachel.

«Vado io» si offrì Sam. «Il più bel ricordo è quando abbiamo cantato alle Nazionali a Los Angeles. Lo so, abbiamo perso, ma è stato speciale per me. Però credo che la cosa di cui sarò per sempre grato a tutti è che mi avete aiutato quando ero in difficoltà, soprattutto Kurt e Quinn» disse rivolgendo un sorriso a Kurt.

Sebastian lo guardò interrogativo. «Che ha fatto?»

«Sai, ho vissuto in un vecchio e puzzolente motel per un periodo e Kurt è stato così gentile da prestarmi dei vestiti e da aiutarmi assieme a Quinn a fare da baby-sitter ai miei due fratelli più piccoli».

Sebastian rivolse uno sguardo di ammirazione a Kurt e gli fece una rapida carezza sulla mano, che non passò inosservata a Blaine.

«La settimana di Whitney Houston» proseguì Mercedes. «L’intramontabile diva».

«Le uniche due volte in cui ho cantato un assolo» disse Tina, tra le risate dei compagni. «Non ridete, è ancora una ferita aperta!»

«Quando abbiamo cantato per Lord Tubbington» si unì Brittany. «E la proposta di matrimonio di Santana, ovviamente».

«Stavo per dirlo io» squittì romanticamente Santana, dandole un rapido bacio. «Il momento più bello in assoluto è stato quando ho chiesto di sposarti, ma anche la prima volta in cui ti ho visto negli spogliatoi delle Cheerios».

Kurt e Blaine si guardano di nuovo. Era impossibile non percorrere il viale dei ricordi e le tappe della loro bellissima storia d’amore. Sebastian fu l’unico a notare la loro complicità, e si rabbuiò di nuovo.

«Visto che si parla di matrimoni…» si intromise Emma. «Il mio ricordo più bello… Quando io e Will ci siamo sposati in aula canto assieme a tutti voi, ragazzi. Sono certa che il vostro sarà un matrimonio fantastico. Ve lo meritate, ragazze. Proporrei un brindisi!» trillò con entusiasmo sollevando il suo calice di champagne.

«Ehi, non abbiamo finito il giro» protestò Rachel.

«Il tuo ricordo più bello?» le chiese quindi Will, mettendosi all’ascolto.

«Le nostre prime Regionali» disse con voce flebile. «Ricordo ancora quando Finn, prima di entrare in scena, mi disse che mi amava. Credo di non essere mai stata tanto felice» aggiunse asciugandosi gli occhi velati di lacrime.

Kurt le strinse la mano per darle forza, prendendo quindi la parola: «Io… ho così tanti bei ricordi legati a voi, a quell’aula, a tutto quello che abbiamo vissuto assieme, che mi risulta difficile sceglierne uno solo… Devo pensarci».

«Posso andare io intanto?» si offrì Blaine alzando una mano per attirare la loro attenzione. «Il mio ricordo più bello probabilmente è legato alla settimana della prima di West Side Story. Fu una settimana intensa e speciale, per molte cose…» disse alludendo alla sua prima volta con Kurt.

«Si, fu fantastico portare in scena quel musical!» esclamò Tina. «Anche se mi limitai ad oscillare sullo sfondo».

«Nonostante tutto, ricordo con piacere anche la settimana di San Valentino del 2012» continuò Blaine. «Il party organizzato da Sugar fu divertentissimo. Mi ero giusto appena ripreso, dopo quel piccolo incidente all’occhio…» calcò le parole, fulminando Sebastian con lo sguardo. «Che canzone abbiamo cantato in quell’occasione, Kurt?»

«“Love Shack”» rispose lui a testa bassa.

«Allora, Kurt? Il tuo ricordo?» lo spronò Sam curioso.

Kurt scrollò le spalle, massaggiandosi la fronte nervoso. «Quello che ha detto Blaine» biascicò imbarazzato.

Sebastian si sentiva sempre più messo da parte. Anche il fatto che rivivessero le loro esperienze del passato lo faceva innervosire. Sapeva i loro trascorsi, ma non voleva che gliene parlassero davanti a lui, sbattendogli in faccia quanto erano stati felici assieme.

«So che non faccio parte della vostra combriccola felice» si intromise nella toccante conversazione, «ma se ripenso a delle esperienze che abbiamo condiviso, allora direi le Regionali del 2012. Sì, quelle in cui abbiamo perso. Avevate fatto davvero delle bellissime esibizioni. Non dimenticherò mai ‘What doesn’t kill you makes you stronger’ delle Note Moleste e ‘Here’s to Us’ cantata da Rachel. Da far venire la pelle d’oca» le elogiò sperando di guadagnare qualche punto. «Io durante la mia non riuscivo a concentrarmi perché vedevo Kurt in platea che mi trucidava con lo sguardo. Ce l’aveva a morte con me» rise poi, mettendo ancora una volta il braccio attorno alle sue spalle. Era come se quel gesto chiarisse a Blaine che non aveva più alcuna speranza con lui.

«Non ce l’avevo a morte con te» sorrise divertito Kurt.

«Diciamo di si, visto che è stata l’ultima volta in cui mi hai parlato» controbatté Sebastian.

«Non esattamente. È stato alla Dalton, durante… sì, lo sai» tagliò corto Kurt per non dover menzionare la proposta davanti a Blaine.

«Sì, ti eri limitato a ringraziarmi e tanti cari saluti. Non è stata una vera e propria conversazione. Non alla pari dei nostri battibecchi al Lima Bean» scherzò con lui poggiando la fronte alla sua testa.

«Non farmici pensare» fece roteare gli occhi Kurt.

«Che battibecchi?» domandò Tina, estranea agli eventi.

«Se ti riferisci alla settimana di Michael Jackson, io me lo ricordo» sospirò Rachel con una smorfia. «Quando Blaine ti chiamò e ti spifferò che stavamo coverizzando le canzoni di Michael».

«Non solo quella volta» proseguì Sebastian, fingendo di non aver sentito il commento su Blaine.

«All’epoca mi innervosivo al solo pensiero, ma ora come ora mi sembrano quasi divertenti» confessò Kurt leccandosi le labbra.

«Avreste dovuto vederlo» continuò complice Sebastian. «Mi fulminava con lo sguardo».

«Comprensibile, visto che ci provavi con me davanti a lui» si intromise Blaine, facendo calare un silenzio assordante per quella che parve un’eternità.

«Come cambiano le cose, vero?» sferzò il colpo finale Sebastian, stringendosi di più a Kurt. «Allora, questo brindisi per Brittany e Santana?» propose poi prendendo un calice dal tavolino.

Gli altri lo imitarono, tranne Blaine, e presero ciascuno un calice per brindare: «Congratulazioni, ragazze! Vi vogliamo bene!»

«Santana, Sebastian prima mi ha detto che ci farebbe uno sconto sui vestiti se andassimo nell’atelier di sua madre» disse emozionata Brittany. «Non sarebbe male risparmiare qualche soldo. Visto che ne abbiamo l’opportunità…» aggiunse a bassa voce.

«È quello che vuoi?» le chiese con rassegnazione Santana.

Brittany annuì con convinzione. «Prima Sebastian mi ha fatto vedere il sito degli abiti da sposa e sono uno più bello dell’altro. Credo di aver già trovato l’abito perfetto. Ti prego!»

Santana incurvò le sopracciglia all’ingiù, incapace di resisterle. «Se la cosa ti renderebbe davvero felice, allora va bene».

«Grazie! Ti amo!» esclamò con voce squillante Brittany fiondandosi sulle sue labbra. «Grazie Sebastian!»

«Ma ti pare» ridacchiò lui.

«Ti sei appena guadagnato un’intervista a ‘Fonduta per Due’ in cui potremmo sponsorizzare l’atelier di tua madre! Ah! Sarà il matrimonio più bello della storia! Senza offesa» aggiunse rivolgendosi a Will ed Emma.

Kurt posò la mano sulla coscia di Sebastian, per attirare la sua attenzione. «È stato carino da parte tua» bisbigliò al suo orecchio.

«Sto cercando di inserirmi, per te» confessò Sebastian in un sussurro, evitando di guardarlo negli occhi per non lasciar trasparire alcuna emozione.

«Per me?» ripeté incredulo Kurt, ma non riuscì a sentire la risposta di Sebastian, perché tutti si alzarono in piedi per fare un altro brindisi.

 

Si erano fatte ormai le undici, ed era arrivato il momento per loro di tornare a casa. Kurt, però, continuava a ripensare alle parole di Sebastian e non voleva andarsene senza prima aver chiarito. Non voleva farlo quando erano da soli, perché temeva che si sarebbe sentito di nuovo vulnerabile. Parlarne in presenza degli altri era come uno scudo per lui, perché non si sarebbe tradito di fronte a loro.

«Cosa dicevi prima?» gli domandò quando andarono a recuperare i cappotti.

«Prima quando?» fece il finto tonto Sebastian.

«Quando hai detto che stai facendo tutto questo per me».

Sebastian deglutì rumorosamente, lasciando trasparire per la prima volta dell’insicurezza. «Beh, non voglio che ti escludano per colpa mia» iniziò incerto. «Se entro nelle loro grazie potrai continuare a frequentarli senza problemi. Alcuni di loro continuano a non andarmi a genio, ma sto facendo del mio meglio per farmeli piacere».

Kurt gli sistemò il colletto del cappotto, spazzolandoglielo con le mani all’altezza delle spalle. «Sai, non devi essere aggressivo per il gusto di essere aggressivo. Ora ti vogliono tutti bene. Credo tu abbia già conquistato Sam e Brittany».

«Stupidaggini» borbottò Sebastian, arricciando le labbra.

«Noi andiamo!» li colse di sorpresa Tina. «Ciao Sebastian, è stato bello rivederti!»

«La prossima volta io e Tina stracceremo te e Sam a Taboo, sappilo!» lo ammonì Mercedes puntandogli contro un indice, aprendosi poi in un sorriso giocoso.

«Visto?» mormorò compiaciuto Kurt, provandogli di aver ragione.

«Ragazzi, vado anche io» sopraggiunse Rachel, prendendo il suo cappotto rosso dall’attaccapanni. «Tina e Mercedes mi danno un passaggio».

«Ciao» la salutarono in coro Kurt e Sebastian.

Rachel aveva appena fatto in tempo ad abbassare la maniglia della porta d’ingresso, quando di fermò e si voltò di nuovo verso di loro. «Ah, Sebastian? Non so se Kurt te l’ha detto ma i miei hanno venduto la nostra casa».

Kurt scosse la testa. «No, non ho avuto modo di parlargliene».

«Beh, il prossimo week-end organizzo una piccola festicciola d’addio alla mia casa d’infanzia, e volevo sapere se volevi venire anche tu».

«Oh» boccheggiò sorpreso Sebastian.

«Si, tu e Kurt potreste venire assieme» ribadì Rachel amichevole.

«Ehm, si. Okay. Grazie?»

«Ci vediamo allora» li salutò di nuovo, chiudendosi la porta alle spalle.

Kurt dovette sforzarsi di non ridere, ed arricciò le labbra per contenere un sorriso, che però non sfuggì a Sebastian.

«Non dire niente» lo pregò, mordendosi il labbro per non esternare il fatto di essere compiaciuto per il cambio repentino di atteggiamento nei suoi confronti.

«Mi piaci quando sei così» disse Kurt prendendolo sottobraccio.

«Quando sono come?»

«Così. Gentile, divertente, di compagnia… Certo, avresti potuto evitare qualche frecciatina a Blaine, ma sei andato alla grande» si congratulò con lui guardandolo dolcemente.

«Grazie a te per essere voluto venire con me» sussurrò Sebastian ricambiando con intensità il suo sguardo.

Ed ecco di nuovo quella sensazione tanto bella quanto sbagliata. Kurt si sarebbe preso a pugni per farsi tornare un briciolo di buonsenso.

«Si. Okay, ehm… Ragazzi? Io e Bas andiamo».

‘Bas’. Non si era nemmeno reso conto del fatto che ora fossero già passati ai soprannomi.

«Di già?» chiese dispiaciuto Sam. «La prossima volta dobbiamo stare ancora in squadra assieme, mi raccomando» si rivolse a Sebastian tendendogli la mano.

«Volentieri. È stato un piacere» ricambiò la stretta, allegro.

«Anche per me, bello» rispose Sam dandogli poi una pacca sul braccio.

Kurt sapeva che Sam sarebbe stato il più facile da conquistare perché era di indole amichevole, ed era sempre stato carino con tutti i ragazzi del Glee Club, e non solo. Era forse la persona che più di tutti si era sempre battuta per gli altri e non aveva mai fatto sentire nessuno escluso. Kurt gliene era molto grato.

«Grazie ancora Sebastian. Non vedo l’ora di venire all’atelier!» esclamò Brittany.

«Figurati, oh» si bloccò Sebastian quando Brittany gli buttò le braccia attorno al collo. «Sei il migliore!» canticchiò.

«Ci vediamo» lo salutò freddamente Santana.

«Ciao» ricambiò lui, forzando un sorriso che non venne ricambiato.

«Ciao Kurt» si fece avanti Blaine, ignorando bellamente Sebastian. Si mise in punta dei piedi per poterlo baciare sulla guancia, e lo strinse in un abbraccio a cui Kurt non era più abituato. «È stato bello vederti».

«Ci vediamo Blaine» lo salutò frettolosamente lui, non sapendo più che cosa provava.

«Grazie signori Shuester, è stato un piacere» proseguì con i saluti Sebastian per poter accelerare quella cerimonia patetica.

«Anche per noi. Sei sempre il benvenuto» disse Will.

«Grazie» sorrise di rimando lui, uscendo dal soggiorno con Kurt facendo ai presenti un ultimo rapido cenno con la mano.

«Uh, hai fatto colpo anche su Will ed Emma» sogghignò entusiasta Kurt uscendo di casa.

«Smettila» smorzò il suo entusiasmo Sebastian. «Blaine e Santana mi odiano ancora».

«A Santana passerà non appena vedrà i bei vestiti» disse fiducioso Kurt. «Forse per Blaine sarà più difficile perdonarti la granita col sale grosso».

«Quello me lo ha perdonato. Non credo te l’abbia detto ma quando è venuto alla Dalton per dirci della proposta di matrimonio,  abbiamo parlato un sacco. Ci siamo anche sentiti un paio di volte dopo la proposta e lui era davvero amichevole. Non saremmo stati amici intimi, ma c’era un buon rapporto tra noi» gli confidò.

Kurt corrugò le sopracciglia, interdetto. «E allora perché sembra avercela a morte con te?»

«Non puoi essere serio. Non dirmi che non l’hai capito. È così evidente…»

«Cioè?»

«Pensa che ci sia qualcosa tra noi. È geloso di me, ma non ne ha motivo» sospirò Sebastian mentre scendevano le scale. «Non ti piaccio in quel modo».

Kurt lo guardò di sottecchi, sentendo la gola seccarsi e il cuore accelerare di nuovo di un battito.

«Già» mormorò. «Non ne ha motivo».

   
 
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