NdA
Il
racconto che leggerete è un sogno che ho fatto di
recente che mi ha segnata emotivamente. Spero vi possa piacere e
ispirare, e
alla fine vi spiegherò i dettagli del racconto. Buona
lettura!
Mi
accarezzo distrattamente la pancia. Il piccolo - o
piccola, devo ancora saperlo - sta crescendo bene. Sono a una festa, in
una
villa, di cui non ricordo l'ospite ma continuo a girare avanti e
indietro
cercando il suo sguardo. Incontro visi familiari di amici e parenti che
mi
invitano a stare con loro ma io cerco solo lui.
All'improvviso,
all'entrata della villa, lo vedo: un
uomo alto, più alto di me, un fisico statuario, un vero e
proprio Marcantonio,
fasciato perfettamente da un elegante completo da sera. Gli occhi
castani, che
ho cercato per tutta la sera, si spostano a destra e sinistra alla
ricerca di
qualcosa o qualcuno.
Mi
perdo ad ammirare il suo viso abbronzato, degno di
un modello da copertina, incorniciato da corti capelli scuri
leggermente mossi.
Finalmente
i suoi occhi si posano su di me e, appena
mi riconosce, un sorriso brillante si apre sul suo viso.
Si
avvicina a me e mi da un bacio lieve sulle labbra: «Ciao...
Sei bellissima»
«Ciao» lo
saluto con un sorriso lieve. Il mio cuore palpita
dal suo arrivo e sono stranamente felice di averlo qui finalmente.
Passiamo
la serata insieme, mentre tra un ballo e
l'altro lo presento ai miei amici e alla mia famiglia. Sembra veramente
un
sogno magico.
Solo
quando il mio pensiero si sposta sul bambino che
porto in grembo, penso ad Alberto ma a mal appena mi chiedo dove sia,
perché
sono con lui, l'uomo che ho aspettato per tutta la
sera.
*****
Qualche
giorno dopo sono nella mia casa, che Alberto
ha lasciato a me, e non mi sento molto bene.
Sono
a letto mentre mia mamma continua ad andare
avanti e indietro sistemando, pulendo e spolverando. La presenza della
mia
famiglia, però, non mi aiuta a guarire, finché
non torna lui nuovamente.
Questa
volta è vestito in modo più sportivo, ma
nemmeno questo suo abbigliamento riesce a nascondere la sua prorompente
bellezza.
Entra
nella mia stanza, mentre mia mamma lo ringrazia
per essere venuto, e si sdraia al mio fianco. «Come
stai?»
Adesso
che ci sei tu molto meglio,
vorrei dirgli ma le parole non escono dall'emozione che mi pervade dal
vederlo.
Mia
mamma cerca di convincermi di tornare a casa da
lei così che possa prendersi cura di me ma in qualche modo
riesco a farla
desistere.
«Che
pancia enorme che hai»
mi dice carezzandomi l'addome.
«Te
l'ho detto che sono incinta, no?»
Annuisce
distrattamente e allora glielo dico, gli
confesso chi è il padre sicura che lui
non scapperà. «È
di Alberto»
e mentre lo dico un piccolo sorriso
di affetto mi spunta involontariamente sulle labbra.
Subito
non dice nulla e non mi guarda nemmeno in
faccia. «A
tutto si può porre il rimedio»
In
quel momento raggelo: non so se è il tono con il
quale ha parlato o se è lo strano sguardo che rivolge al mio
grembo ma mi
allontano da lui, ponendo le mani sul pancione come
a difenderlo dal suo
sguardo.
Ed
è allora che lo guardo veramente. Guardo il suo
fisico statuario così perfetto, gli addominali praticamente
scolpiti e il viso
bellissimo da copertina e l'attimo dopo tutto si disfa. Vedo il marcio
che c'è
in lui e mi rendo conto del mio sbaglio.
Non
è di questo che ho bisogno... Dov'è Alberto?
NdA
- Ben
ritrovati. Innanzitutto, spero che il breve
racconto sia stato piacevole sempre se qualcuno si è fermato
a leggere (è da
parecchio che non pubblico).
- In
secondo luogo, volevo spiegarvi il racconto che può
risultare incomprensibile. Sono incinta anche nella realtà e
Alberto è il mio
compagno, fidanzato e futuro papà del bimbo che porto in
grembo. Il lui
di questa storia, invece, è l'uomo ideale che rispecchia i
miei gusti in fatto
di estetica: bello e affascinante, con un fisico palestrato da paura e
uno
charme da farti andare in brodo di giuggiole. Un uomo bellissimo che
poi si è
rivelato essere marcio dentro, una vera e propria utopia.
- Quando
mi sono svegliata, mi sono emozionata a tal
punto che avrei voluto che il mio compagno fosse ancora a dormire con
me invece
che a lavoro.
- Spero
che qualcuno/a riesca ad apprezzare questi
sentimenti perché è bello rendersi conto che
nemmeno nell'inconscio
abbandoneresti l'amore della tua vita.
- E,
infatti, è al mio fidanzato Alberto che voglio
dedicare questo racconto nella speranza che il nostro amore non abbia
mai fine.
- Vi
ringrazio dell'attenzione, alla prossima.
Easter_huit