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Autore: ShannaInLuv    27/08/2020    5 recensioni
!AU | BakuSquad! | {Kacchako} {KiriMina} {KamiJirou} e accenni {IzuOcha}
Ochaco Uraraka si è appena lasciata con il suo storico ragazzo Izuku Midoriya ed è in cerca di un nuovo appartamento. E' grazie a Mina che ne trova uno, non sapendo che in quella casa ci abita anche il suo ex compagno di liceo Katsuki Bakugou - nonchè rivale del suo ex - che non è proprio entusiasta di averla in casa...
( Dal Prologo)
«Perchè la ragazza di Deku è seduta sul mio fottutissimo divano?»
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Mina Ashido, Ochako Uraraka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Roommates.

 
II. Battle Royale, pub e "quel pugno".

§§§


 

 

"Qui Ochaco Uraraka, non è un bel periodo quindi non rispondo al telefono, però se è urgente lasciate un messaggio e richiamerò più tardi! Kyaaa."

-"Ehi, tesoro, sono la mamma, che succede? Richiamami quando vuoi."

 

- " 'Chako. Andrà tutto bene. Devo partire tre giorni per lavoro, MA TORNERO' PRESTO. Non fare stupidaggini – come chiamare Midoriya. Ti prego. Non farlo, Ochaco Uraraka, capito? Ti tengo d'occhio. Ti voglio bene, Mina".

 

***

 

 

Ochaco Uraraka, ventiquattro anni, era una delle migliori offerte che il mercato maschile potesse avere. Corpo sinuoso, intelligente e una parlantina allegra di cui non ti annoiavi mai. Solitamente, la prima cosa che ti veniva in mente quando si descriveva Ochaco era che aveva una strana parlantina. Straparlava sempre – ma chi la conosceva riusciva a interpretare le varie sfumature: quando era nervosa, parlava a raffica, veloce e balbettando. Quando era allegra o entusiasta di qualcosa, invece, il suo tono si alzava di un'ottava diventanto ancora più stridulo. Quando era amareggiava o arrabbiata il suo straparlare era più un borbottio a bassa voce. Tuttavia, fino ad ora, non le era mai capitato di essere lasciata da un ragazzo – era stata perlopiù con Izuku Midoriya dal liceo . Quel giorno, Uraraka, scoprì di avere anche il pianto parlantino.

 

 

«Non capisco... andava tutto bene, stavamo progettando quel viaggio in Europa. C'è qualcosa che non va, forse nel mio fisico? Se perdessi cinque chili... no ma che assurdità, Deku-kun non ha mai badato a queste cosei. Però... » Ochaco andava avanti così, singhiozzando tra una parola e l'altra, sospirando e piangendo copiose lacrime che si riversavano sul divano.

Non era ben chiaro con chi stesse parlando, visto che tutti e quattro gli uomini in quella casa andavano e venivano, le passavano accanto, ma lei rimaneva a fissare la televisione e borbottare - e piangere - tra sè e sè.

 

«Dobbiamo fare qualcosa,» sussurrò Kaminari, ad un certo punto. Se ne stava dietro all'isolotto della cucina, con la tazza dei cereali e il latte in mano, spiando la ragazza che – novità – era sdraiata sul divano e si soffiava il naso. «E' una settimana che guarda Battle Royale, mangia confetti alla fragola e piange. Ho male alle orecchie. Quando avevo detto  alla ragazza, non intendevo questo.» e indicò con un cenno Uraraka.

Katsuki sbattè la tazza di caffè sull'isolotto, emettendo un sibilo tra i denti. «Ve l'avevo detto, cazzo. » poi scosse la testa ed indicò Kirishima. «Risolvi questo problema, Shitty Hair.» afferrò la ventiquatt'ore e se ne andò. Dopo qualche attimo – e un urlo disperato in sottofondo da parte della ragazza mentre gemeva: «Quel tizio ha le stesse lentiggini di Deku-kun, quanto mi mancaaaaa» - Bakugou Katsuki tornò indietro, i suoi occhi rossi che lampeggiavano furiosi. «Entro stasera.» chiarì. «Altrimenti ti sbatto a calci in culo fuori casa, Kirishima Eijirou.»

 

L'aveva chiamato per nome e cognome:  questo significava che Bakugou era stramaledettamente serio. Kirishima deglutì, mentre Kaminari lanciava un lungo fischio e, all'occhiataccia dell'amico, decise di filarsela annunciando che era in ritardo per le visite mediche mattutine.

Così Kirishima si era diretto verso la ragazza, si era seduto di fianco a lei sprofondando sul divano e aveva anche accettato i confetti rosa che lei gli aveva immediatamente offerto.

«C'è qualche problema, Kirishima-kun?»

Kirishima continuò a fissare lo schermo , arricciando il naso quando un personaggio venne ucciso. «No.» mentì.

«Bugiardo. Ho sentito Bakugou.» Ochaco tirò su col naso, interrompendo per un momento il suo pianto e guardò il nuovo coinquilino con gli occhi marroni lucidi e rossi. Nonostante non la conoscesse poi da così tanto tempo, a Kirishima dispacque per la ragazza.

E, dopotutto, Mina si era raccomandata di tenerla d'occhio.

Eijirou sospirò. «No è che... noi pensiamo che ti possa far bene uscire.» tentennò. «Insomma, la vita va avanti, giusto?»

Ochaco tirò su col naso, guardò i suoi confetti tristemente. «Ma il divano è così comodo... » si lamentò.

«Uh, Uraraka-san... »

«Ochaco. »

«Ochaco-san... non pui restare a guardare Battle Royale per tutta la vita. »

«E invece posso. E' un film fantastico. Dovresti vederlo.»

Kirishima rabbrividì: quel genere di film, angst, tristezza e... splatter non faceva molto da lui. Più d Katsuki. E okay, ammetteva che la cosa lo rendeva meno virile... ma non ce la faceva, tutto quel sangue proprio non lo reggeva.

« Ehi, ragazza,» intervenne allora, mentre una lampadina si accendeva nel suo cervello. «cosa ti direbbe Mina, adesso?»

Ochaco accavallò le gambe, infilandosi in bocca un'altra manciata di confetti. Dopo che ebbe masticato e deglutito, rispose secca: «Direbbe di andare a fare sesso con qualcuno per distrarmi.»

« Ugh? Davvero Mina direbbe cosi?» la sua Mina? Sì, effettivamente era da lei.

Infatti, Ochaco annuì. Conosceva Mina Ashido dal secondo anno di liceo – erano nella stessa classe, anche se lei solitamente frequentava il gruppo di Bakugou – e, se c'era una cosa che ammirava in lei era la facilità con cui affrontava le cose. Delle volte, con troppa facilità, in effetti.

«Okay lascia perdere il "fare sesso", » arrossì Kirishima. «Ma sul divertirsi ha ragione. Quindi dovresti davvero venire al pub.»

Ochaco emise un rantolo. Chissà cosa avrebbe detto Mina se l'avesse vista in quello stato – e avesse visto i confetti – e, sicuramenre, Ochaco già lo sapeva, non sarbbe stato nulla di positivo. Dopodichè l'avrebbe presa a calci, infiladola nella cabina armadio – che non aveva comunque più perchè l'aveva lasciata a casa di Deku insieme al suo cuore – e l'avrebbe trasfomata. Poi sarebbero uscite a bere.

Però Mina adesso non c'è... piagnucolò la sua mente e si strinse ancora di più le ginocchia al petto. Di uscire proprio non ne aveva voglia.

« Okay,» si arrese però subito dopo. Non voleva dimenticare Deku – non poteva - però sicuramente continuare a guardare Battle Royale - e no, non solo perchè il protagonista assomigliava a lui – non poteva influire positivamente sulla sua vita e i suoi occhi stavano diventando davvero gonfi. Sospirò. «Però non farò sesso con nessuno.» borbottò.

Kirishima rise. «Affare fatto.» poi, con inaspettata sorpresa, allungò i piedi oltre il divano e si stiracchiò, afferrando una manciata di confetti dal sacchetto che Ochaco aveva in mano. Indicò con la testa lo schermo: «Metti dall'inizio. »

Non se lo fece ripetere due volte, premette un tasto e il film ripartì di nuovo.

 

***

«Pronto?»

«Ochaco accidenti! Muovi quel culo dal divano. Lo so che stai guardando Battle Royale e mangiando confetti rosa. Diventerai grassa e flaccida! E Rosa.» ululò Mina, alias la sua migliore amica, dall'altro capo del telefono. Non sapeva esattamente come lei e Mina fossero diventate così intime, eppure lo erano, da anni ormai, e lei le voleva bene da impazzire. «...idiota, vacci piano mi stai strappando i capelli! Scusa 'Chako. Il punto è-»

Ochaco la bloccò. «Frena frena, super modella.» la punzecchiò. «Sono al pub con Kirishima e gli altri.»

«Oh... » squittì Mina. «Okay! Salutami Kiri e divertiti!»

«Okay.»

«No sul serio, 'Chako. Datti da fare. Una rottura si supera con del sano sesso. Adesso ti saluto, è il mio turno per la sfilata.»

Ochaco rise e riattaccò. Del sano sesso, come no. Come se lei potesse semplicemente andare a letto con qualcun'altro senza pensare a... Izuki. Ai suoi capelli disordinati, le sue lentiggini e il suo corpo che le piaceva tanto.

 

Sollevò lo sguardò e lo fece vagare per tutto il pub: non era molto grande ma era accogliente. I sedili erano soffici e di un bourdeaux rilassante e, la luce soffusa, contribuiva a mantenere l'ambiente caldo.

Lei era seduta al bancone, dove dietro c'era Kirishima che trafficava con dei cocktail, versando, shakerando e mischiando. La camicia bianca e il grembiule nero gli dovanano un'aria professionale – e la sua mente ci tenne ad appuntare che, tra tutti i suoi nuovi coinquilini – Eijirou era quello più garbato, perbene e sicuramente alla mano.

Poi c'era Sero Hanta – seduto due posti da lei – che non aveva inquadrato bene ma si era accorta delle sue battute non troppo divertenti. Si domandava perchè si ostinasse a farle.

Kaminari Denki, seduto vicino a Sero, con i gomiti appoggiati sul bancone, era quello più rumoroso – e pervertito. A volte sembrava anche un idiota però sia lui che Sero erano medici, quindi non dovevano essere poi così male – tuttavia non osò indagare oltre.

E, infine, Bakugou Katsuki, gentile come un gorilla a cui hanno appena tolto una banana e fornito di parolacce più di un vocabolario volgare. Se fosse stato un suo allievo – e sopratutto fosse stato un bambino d'asilo – lo avrebbe spedito nell'angolo delle punizioni senza esitare e lo avrebbe costretto a chiedere perdono.
Tuttavia, non osò pensare al fatto che, se solo avesse provato a dire una cosa del genere a quel Bakugou ventiquattrenne, non avrebbe ricevuto altre se non colorite risposte e minacce di morte.

«Terra chiama Ochaco.»

Ochaco sobbalzò e rivolse lo sguardo verso Sero, notando che tutti – compreso Bakugou, anche se aveva immediatamente voltato il capo con uno sbuffo – la stavano fissando. Arrossì.

Kaminari infilò un gomito tra le costole dell'amico. «Idiota, perlomeno aggiungi il -sani. Non puoi chiamarla per nome e basta.»

«Ma no,» si affrettò ad aggiungere immediatamente Ochaco. «Va benissimo. Siamo coinquilini e poi... vi ho fatto passare una settimana tremenda!»

«Puoi dirlo forte, che cazzo.» quella risposta, però non venne nè da Denki nè da Sero o da Eijirou. Ma da Bakugou.

Ochaco aggrottò le sopracciglia. Aveva ragione, però poteva dirlo anche in un modo gentile, no? Oppure, sarebbe stato carino se non avesse detto nulla e basta. Non accentuarlo così! Insomma, non era stato così male.

«Scusa?»

«Ho detto che ci hai fatto passare una settimana d'inferno. Te e i tuoi pagnistei di merda. » Katsuki finì l'ultimo sorso nel bicchiere e lo sbattè sul bancone. La guardò furioso, come a sfidarla a replicare.

Ochaco incrociò le braccia sotto al seno. «Be' scusami tanto. Certo che sei molto gentile.»

«Sono onesto, non gentile, Faccia Tonda. » ribattè. Certo, probabilmente le due parole "gentile" e "Bakugou Katsuki" non sarebbero mai potute essere messe insieme nella stessa frase.

«Sei insensibile!» strillò Ochaco, battendo i palmi sul bancone.
 

«Ehm, ragazzi... » azzardò Kirishima, guardando prima uno poi l'altro.

«No Kiri, lasciali continuare, è divertente!» rise Kaminari.

«Qualcuno ci porti dei pop-corn!» ululò Sero, dando man forte all'amico biondo.

Kirishima si toccò la base del naso, spazientito. «Cristo, ma voi due davvero salvate le persone?»

« Qualche volta.»

 

«Come vuoi.» sputò Bakugou.

«Non rispondermi "come vuoi" con quel tono!» Ochaco puntò il dito contro il biondo davanti a sè. Le sue orecchie scottavano, segno che erano diventate rosse e che, probabilmente, aveva il viso paonazzo. Erano rare le volte in cui Ochaco Uraraka s'incazzava, però... odiava quello sgarbato-uomo-biondo che la guardava con indifferenza e sentenziava che erano piagnistei mentre invece lei soffriva seriamente.

«Ti rispondo come mi pare, Faccia Tonda, questo è il mio tono. »

Ochaco gonfiò le guance, trattenendosi da urlare e tirarsi i capelli. «Sei un... un....un- »

Lo sguardò di bakugou cambiò: divenne più teso, la bocca stretta e il naso arricciato, mentre sibilava: «Deku.»

Cosa?

Deku?

«No, avanti,» sbuffò allora Ochaco con rabbia. Perchè aveva in mente solo quel nome? «Non è che devi usare il nome del mio ex ragazzo come insulto!»

Sentì, per qualche ragione, i tre ragazzi – Eijirou, Denki e Sero – trattenere il respiro; Bakugou, invece, rilassò il viso e inarcò le sopracciglia. Un vago sorriso gli incurvò le labbra, per poi tramutarsi nella sua espressione impassibile. «No, scema. Deku è . » e indicò con il mento dietro di lei.

Ochaco Urarara s'irrigidì. Come poche volte nella sua vita aveva paura di vedere qualcuno. Aveva paura di voltarsi e di incontrare quelle iridi verdi scontrarsi con i suoi – avrebbe rischiato di perdersi in essi come milione di volte era successo, quando stavano insieme.Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata: cos'avrebbe detto? Cosa avrebbe fatto?

Cosa doveva fare?

Salutarlo? Non salutarlo? Dagli un bacio sulla guancia? Un pugno sul naso? Una pacca sulla spalla?

COSA?

Ochaco deglutì, chiuse gli occhi ed inspirò. Doveva calmarsi... doveva proprio calmarsi. Cos'avrebbe fatto Mina? - No, Mina gli avrebbe urlato contro, prendendolo a calci nel sedere. Cos'avrebbe fatto invece Jirou? Gli avrebbe parlato normalmente. Fatto finta di nulla.

«Okay, puoi farcela ragazza.» sussurrò a sè stessa, ignorando le otto paia di occhi che la fissavano – Sì, anche Bakugou.

Allontanò lo sgabello dal bancone, lentamente, e puntò i piedi a terra. Si alzò piano, cercando di guadagnare tempo – ed equilibrio. Per qualche motivo le sue gambe non reggevano i tacchi, adesso – e si drizzò completamente.

Okay bastava girarsi.

Lo avrebbe visto, gli sarebbe andato in contro e lo avrebbe salutato con un Ciao. Dopodichè avrebbe girato sui tacchi e sarebbe tornata dai suoi coinquilini. Dieci secondi. Facile facile.

Si voltò e la prima cosa che vide furono gli occhi di Izuku Midoriya. Poi tutto il resto.

Izuku stava fermo vicino ad un tavolo, in piedi e aveva ancora il sorriso – quel sorriso, quello che gli rimaneva dopo aver riso inceramente ad una battuta -. Indossava uno smoking a righe e in mano teneva una giaccha – che non era sua. Quando Izuku voltò gli occhi e la vice, la bocca si spalancò in una "o" di sorpesa e i suoi occhi si sgranarono, nel panico.

Ochaco deglutì, seguendo la linea del suo braccio destro che circondava una donna alta, americana e bionda. La conosceva, ovviamente. Era Melissa Shield, la nipote del direttore degli uffici per cui lavorava.

Lei e Izuku rimasero a fissarsi per un po' – e solo dopo qualche istante, Izuku Midoriya aveva tolto lentamente la mano dal fianco di Melissa – quando, dopo un po', lo vide pronunciare con il suo nome con le labbra.

Tutto quello che riuscì a fare Ochaco, però – si sentiva tradita, confusa,amareggiata, delusa – fu quello di schizzare verso la porta, cacciando dietro le lacrime e pensando che quel pugno non sembrava così male, adesso.

E poi, andiamo, chi indossava uno smoking a righe per andare al pub?

Prima di uscire dalla porta d'ingresso, udì uno sgabello cadere a terra e qualcuno inseguirla, ma non si voltò.


AngolinoAutrice(?)

EHYOO.
Nuovo capitolo ( mi scuso immesamente per il ritardo). Vorrei pubblicare un capitolo a settimana, però non posso esattamente dirvi un giorno preciso - perchè mentirei e probabilmente non lo rispetterei - visto i turni al bar. E ho deciso anche di non fare capitoli stratosferici così magari riesco ad aggiornare più volte alla settimana ( sseeeeh,speraci. ndBakugou)(T_T ndme)
Cooomunque, ci tengo a precisare che AMO KIRISHIMA, penso che sia quello più pacato, che deve sopportare tanto e sta nel mezzo senza volerlo... insomma, per avere una ragazza come Mina e un migliore amico come Bakugou xD ( E dai, anche nella serie è un po' così.)
E sì, Kaminari e Sero fanno i medici... >O<
Per quanto riguarda Izuku... mi dispiace :( amo da morire Deku ma, be', mi serviva una vittima in questa serie ed è capitato. Poi insomma chi è che indossa gli smoking a righe? <.<
Eh, niente, a parte che mi sono divertita a scrivere la parte del battibecco  Kacchako, voglio RINGRAZIARVI perchè leggete questa storia banale e anche un po' demente.
That's amore.
Ci vediamo la prossima settimana,
Shanna <3

 

   
 
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