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Autore: moira78    28/08/2020    7 recensioni
Ormai alle soglie del nuovo millennio, Candy racconta a sua figlia e sua nipote la storia della sua vita. Ho cercato di riempire il vuoto lasciato dal finale sibillino dei romanzi dell'autrice originale, tentando di cogliere lo spirito dei personaggi e scrivendo in modo più dettagliato ciò che è accaduto dalla scoperta dell'identità del Principe della Collina in poi.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
 
Piego con cura l'ultima lettera, dalla carta lisa e ingiallita e la ripongo delicatamente nel portagioie intarsiato della nonna, asciugandomi una lacrima furtiva sfuggita al mio controllo. Poi mi risiedo al suo capezzale, mentre in lontananza si cominciano a sentire i primi fuochi artificiali, nonostante manchino ancora ore al nuovo anno.

Qualcuno bussa alla porta con delicatezza: "Avanti", mormoro cercando di farmi sentire senza alzare troppo la voce. Mia madre mi guarda negli occhi e poi accenna alla figura addormentata sul letto. Scuoto la testa con rammarico, ma mi affretto ad aggiungere: "Forse però riuscirà ad arrivare alla mezzanotte".

Le sue labbra s'incurvano in un sorriso malinconico, mentre si avvicina a mia nonna e le accarezza amorevolmente i lunghi riccioli bianchi: "Lei è nata in Maggio, quindi tecnicamente non sarebbero 100, però...".

"Però tecnicamente se riuscissi a sopravvivere almeno un altro anno potrei dire di aver visto scorrermi davanti almeno 3 secoli, non è così?". La voce, arrochita e stanca, non riesce però a non lasciar trasparire una risata quasi gioiosa. Poi viene interrotta da alcuni colpi di tosse.

"Mi spiace mamma, ti ho svegliata".

"Oh, non preoccuparti, cara, in realtà ero sveglia e stavo riposando gli occhi".

"Nonna, cerca di non sforzarti a parlare. Il tuo cuore è molto debole e il dottore...", intervengo, ma lei mi interrompe prontamente.

"...il dottore ha detto che devo riposare il più possibile, ma parlare non è poi questa gran fatica. D'altronde, da quando non posso più arrampicarmi sugli alberi mi è rimasto solo questo, quindi perché impedirmelo? E poi ho qualcosa da raccontare alla mia bisnipote, ho visto che hai finito di leggere le lettere che erano nel portagioie". 
La nonna sfiora dolcemente il mio ventre arrotondato e la speranza, vana eppure ardente che possa veder nascere la mia bambina, torna ad affacciarsi alla mia mente. Ma se il suo ultimo desiderio è parlarle non posso e non voglio impedirglielo.

"Mamma, mi fai sempre preoccupare", si lamenta mia madre tirandosi su i capelli nella consueta crocchia. Noto che i fili grigi sono aumentati, ma sono ammirata dal fatto che, nonostante sia ormai prossima ai 70, i capelli scuri siano di gran lunga di più di quelli bianchi.

"Non hai nulla di cui preoccuparti, ho qui vicino a me un'infermiera professionista sposata al direttore di uno degli ospedali migliori di Chicago. Un'infermiera che, mentre sta meditando di diventare medico, ci sta finalmente dando la gioia di diventare nonna e bisnonna: cosa posso volere di più, dalla vita?".

Guardo commossa mia madre e mia nonna scambiarsi occhiate complici che parlano dei momenti più importanti delle nostre vite e capisco che la nonna vuole parlarci ancora di come ha coronato i suoi sogni d'amore. Leggendo le sue lettere, d'altronde, devo dire che ci sono alcune cose che non comprendo ancora oggi e forse questa è l'occasione buona per farle qualche domanda in più.

Mia madre si accomoda in una poltrona vicino alla mia e nonna Candy chiude i suoi splendidi occhi verdi, come tornando indietro nel tempo. Poi li riapre e fissa per qualche istante il dipinto ad olio che abbiamo appeso di fronte al suo letto. La sua Casa di Pony sembra risponderle silenziosamente e per un attimo ho quasi l'impressione che lei e il quadro parlino, in una muta conversazione.

"Cindy, l'ultima lettera che hai letto era quella che avevo scritto per Anthony, vero?", mi chiede.

Io annuisco leggermente. Sono ancora profondamente commossa dal sentimento che sembra trasudare da quelle righe: così puro, così lontano nel tempo, eppure così vivido.

"Vi ho già ripetuto mille volte che non ho mai smesso di amare quel ragazzo morto a soli 15 anni. Un amore tenero ed etereo, diverso da quello che si prova per un marito, ma che è stato sempre molto importante nella mia vita. Forse è proprio da quell'amore che il mio cuore ha cominciato ad aprirsi e ha potuto capire meglio colui che mi è rimasto al fianco per tutta la sua vita... o quasi". La nonna ricomincia a tossire e io capisco che non è la debolezza, ma il ricordo di un periodo di solitudine ad averla sconvolta.

Mi appresto a passarle una pezzuola umida sulla fronte e a porgerle un bicchier d'acqua. Lei lo sorseggia con cautela e poi ridacchia: "Vi ho mai raccontato quando con Annie abbiamo bevuto il vino di Miss Pony, preso di nascosto? Eravamo troppo giovani e ci siamo prese una sonora sgridata, ma quanto era buono! Aveva il sapore della libertà".

"Mamma, se però ricominci a raccontare da quando eri piccina rischi di parlare per troppo tempo. Limitati a illuminarci sulle parti oscure che né tu, né le lettere ci hanno mai rivelato".

La nonna si tira su leggermente, seguita dai boccoli candidi che scivolano sul cuscino e accigliata sbotta: "Eleanor Lane Ardlay, vuoi forse dire che sono vecchia?!".
Mia madre scoppia a ridere, suo malgrado: "No, non è affatto così. So che se avessi le forze ti metteresti a correre per le strade innevate alla ricerca dell'albero adatto per goderti i fuochi d'artificio", risponde con una nota incrinata nella voce.

"E chi ti dice che io non abbia le forze?", ribatte lei rimettendosi sdraiata con un profondo respiro, in contrasto con le sue stesse parole. "Immagino che Cindy voglia sapere come è successo che alla fine mi sono ricongiunta a Terry, non è vero?".

"La mamma mi ha raccontato che tu e il nonno siete tornati insieme dopo una lunga separazione, in un periodo molto difficile per te. Ma non si è mai sbottonata più di tanto".
Mia madre mi guarda: "Volevo che fosse la nonna a raccontarti di quel periodo della sua vita, si tratta di questioni delicate e non facili da comprendere".

"Sì, è così. Io e Terry comunque ci eravamo già ritrovati parecchi anni prima, ma la tua mamma ha tardato un po' ad arrivare. È andata meglio a te, nipotina mia, e spero tu abbia tanti altri bambini dopo questo, tesoro mio".

Le stringo la mano, commossa, carezzandomi il ventre con l'altra.

"A quei tempi Albert viaggiava molto ma non perdeva mai occasione di venire a trovarmi", iniziò improvvisamente nonna Candy. "Da quando avevo scoperto che si trattava del mio prozio William e anche del mio principe sulla collina, il mio affetto per lui ha assunto mille sfumature diverse. Mai avrei pensato che lui potesse essersi innamorato di me. Eppure, bastò lo sguardo di un secondo per capirlo".
   
 
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