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Autore: Gatto1967    28/08/2020    2 recensioni
Chi mi conosce, conosce anche la mia passione per i nativi americani, e molte/i di voi hanno letto le mie storie off topic sull'argomento. Da tempo mi ronzava in testa l'idea di scrivere una storia candyana ambientata fra i nativi americani.
Però non era affatto semplice. Sì Candy poteva essere una bambina indiana che per qualche motivo andava a vivere e lavorare presso i soliti Legan che ovviamente si accanivano contro di lei, ma... come faceva a chiamarsi Candy? Come faceva a essere bionda e lentigginosa?
D'accordo, questo è un particolare secondario, ma alla fine ho trovato il modo di far agire Candy fra i nativi senza stravolgere il personaggio.
La storia è ambientata nel 1838, al tempo dell'esodo forzato dei Cherokee dalla Georgia a quello che oggi è lo stato dell'Oklahoma. Un esodo che costò molte vite, e che i Cherokee ricordano ancora oggi come "Il sentiero delle lacrime".
è venuta fuori una storia breve (5 capitoli + epilogo) ma che rivelerà caratteristiche decisamente inattese sul popolo dei Cherokee, almeno per chi non ne conosce la storia.
E Candy e i suoi amici/nemici come si incastrano in questa storia?
Lo scopriremo solo leggendo…
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Neal Leagan, Terrence Granchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La primavera si accingeva a diventare estate in quei “territori indiani” assegnati dal governo di Washington alla nazione Cherokee.

Il sentiero delle lacrime era costato caro, 4000 persone erano rimaste lungo quel doloroso sentiero, ma infine i Cherokee erano arrivati a destinazione, e avevano ricominciato a organizzare la loro vita.

 

I lavori andavano avanti spediti, e sicuramente la gran parte delle case sarebbe stata terminata ben prima dell’inverno.

Ci sarebbe voluto del tempo, ma quelle case avrebbero formato una città, come quelle che i Cherokee avevano lasciato nelle loro terre natali, là dove sorgeva il sole. Presto anche la chiesa sarebbe stata terminata, ed entro pochi mesi i Cherokee avrebbero ricominciato a stampare i loro giornali e i loro libri. La ruota della vita continuava a girare.

 

Annie Larry stava portando il pranzo agli uomini che lavoravano a quella casa posta ai margini della nascente città, proprio a ridosso della foresta. Giunta a pochi metri dagli uomini Annie sentì il rumore di alcuni cavalli al piccolo trotto e si girò.

-Soldati!- bofonchiò fra sé -Che accidenti vogliono ancora?-

-Buongiorno signorina.- la salutò quello che sembrava comandare il piccolo drappello di giacche blu.

Annie rimase interdetta: era la prima volta che un bianco, per di più un bianco in divisa sembrava portarle rispetto.

-Buongiorno tenente.- aveva riconosciuto i gradi sulle spalle dell’ufficiale -Come posso esserle utile?-

-Stiamo cercando due fuorilegge signorina, due bianchi, un uomo e una donna.-

-E li cercate qui tenente? Qui ci sono solo Cherokee che cercano di ricostruire la loro vita, non ci sono fuorilegge.-

-Abbiamo già perquisito tutte le case che state costruendo, ci rimane solo quella.-

-Ah sì, quella sarà la casa di due anziani della nostra comunità. Se volete è a vostra disposizione.-

Gli uomini addetti ai lavori si erano già fermati, e si spostarono come a voler far passare i soldati. Il tenente fece un cenno ai suoi uomini, e due di loro scesero da cavallo dirigendosi verso la casa ormai quasi finita.

Ne uscirono presto.

-Qui non c’è niente tenente.-

-Ok, andiamo pure. Non abbiamo altro da fare qui. Arrivederci signori e buon lavoro. Complimenti per il suo inglese signorina, è perfetto!-

Il piccolo drappello si allontanò rapidamente scomparendo presto dietro una piccola collina.

-È la prima volta che un bianco mi chiama signorina!-

-E che ti fa un complimento che non sia “sei fin troppo bella per essere un’indiana!”- scherzò uno degli uomini.

-Forse c’è ancora speranza per questo paese Archibald!-

-Non illuderti, per la gran parte dei bianchi noi siamo solo selvaggi puzzolenti da spazzare via.-

-Forse, ma persone come quel giovane tenente mi fanno sperare che un giorno le cose possano andare meglio.-

-Mando qualcuno a chiamare Terence e Candy?-

-No, aspettiamo un po’, meglio essere prudenti. Più tardi chiederò alla mia amica Patty di andare a cercarli, a proposito: dove si sono nascosti?-

-Su qualche albero, come fanno sempre. Piuttosto, sai dove è finito quel fannullone di mio fratello?-

-L’ho visto poco fa che ronzava intorno a Patty, vicino alla chiesa.-

-Come al solito! Torniamo al lavoro che è meglio!-

 

Nascosti sui rami di un albero Candy e Terence non avevano una chiara visuale di quello che stava succedendo nei pressi della loro casa in costruzione.

-Pazientiamo Candy: i soldati se ne andranno presto.-

-Ma quando la smetteranno di tormentarci?-

-Presto secondo me. I capoccioni dell’esercito avranno altre grane da affrontare e si dimenticheranno di noi.-

-Lo spero, non mi va di dover passare la mia vita a nascondermi. Mi ci vedi ad arrampicarmi sugli alberi con il pancione?-

-Cosa?-

-Hai capito bene… papà.-

 

Rimasero lì, sospesi a quella parola e a quella speranza di nuova vita che Candy aveva appena annunciato al suo uomo. 

Il sole sopra di loro sembrava dare la sua benedizione a quella speranza che loro e la nazione dei Cherokee stavano tanto faticosamente costruendo.

   
 
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