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Autore: Feisty Pants    31/08/2020    2 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 27

Trascorsero circa due mesi dalla separazione e il divorzio era ormai alle porte. Elsa era finalmente sicura di sé, si era abituata alla nuova vita anche se il rapporto con le figlie non migliorava. Sofia era sempre gentile con lei, anche se Elsa non donava mai una carezza o un bacio, mentre Lia le stava a debita distanza. Anna aveva consigliato a Elsa di lasciare del tempo alle bambine e non pretendere nulla da loro proprio perché erano le più sconvolte dalla situazione. Elsa, però, non riusciva a comprendere tutto l’astio nei suoi confronti, motivo per cui litigava spesso con Lia.

La donna, inoltre, si rese conto che le figlie preferivano trascorrere del tempo con il padre e non vedevano l’ora che arrivassero i suoi turni. Spesso tornavano a casa con i vestiti sporchi, stanche e con un sorriso stampato sul volto. Loro le rispondevano di essere state al parco o di aver fatto qualche gita anche se a Elsa qualcosa non quadrava. La cosa che le faceva più male era vedere l’amore che le figlie provavano per il padre, da sempre assente per colpa del lavoro e ora stimato come un supereroe. Alla fine lui poteva pur avere capacità ricreative, inventive e divertenti ma quella che doveva pulire, cucinare e accudire i bisogni delle gemelle era lei. Di tutto questo ne era profondamente gelosa anche se, dentro di sé, era grata a Jack per l’incredibile cambiamento che, a quanto detto dalle figlie, stava avvenendo.

La realtà, però, era che da circa due mesi le bambine non andavano al parco, bensì presso i nonni paterni che, ormai, si erano affezionati alle nipotine.

Lia passava i pomeriggi ad arrampicarsi sugli alberi con Jack, seguendo i suoi accorgimenti e i consigli per capire dove ancorarsi per essere più sicura. Sofia, invece, si godeva delle dolci chiacchierate con nonna Giulia, o leggendo insieme qualche bella favola seduta su delle sedie di vimini.

Le giornate dai nonni passavano velocemente e, dopo aver giocato, le bambine mangiavano di gusto le abbondanti merende di Giulia per poi fare compagnia al nonno e regalargli qualche momento di serenità.

“Vieni Lia, metti un piede qui” dice Jack sulla grande magnolia indicando un ramo alla figlia.

Lia segue il consiglio del padre e si aggrappa al suo braccio per riuscire ad ancorarsi meglio. Una volta alla stessa altezza, i due si siedono su un grande tronco e osservano lo spettacolo del sole che filtra tra le foglie.

“Come è bella l’altezza papà! Amo stare in alto, non ho per nulla paura di cadere” afferma la piccola guardando in basso senza il minimo timore.

“Anche io adoro arrampicarmi. Mi fa sentire libero e felice. Mi permette di vedere tutto e mettere a posto ogni tassello della mia vita. È come se fossi invincibile!” spiega Jack godendosi le meravigliose sensazioni che gli ricordano l’infanzia.

“Sì, saremmo tutti molto più felici se tu fossi ancora insieme a mamma” si aggancia subito Lia abbassando lo sguardo dispiaciuta.

“Lia… lo so non è semplice. Un giorno saremo di nuovo tutti felici” riesce a biascicare lui dopo aver avvertito una fitta al cuore per colpa dell’argomento scomodo.

“No, non è vero. La colpa è tutta della mamma. È lei che non ti ama, tu non c’entri niente papà” tenta di convincerlo Lia, provando a ricevere la sua approvazione.

“Lia smettila, non ti permetto di dirlo. Tra me e la mamma ora è tutto risolto. Ci vogliamo bene e ora abbiamo finalmente un accordo, vedrai che presto raggiungeremo la nostra felicità” la rimprovera aspramente lui guardandola torva in viso.

“Ma non è la stessa cosa senza una mamma e un papà insieme! Anche Zia Anna e zio Kristoff si amano e sono uniti!...noi invece non lo siamo più!” si apre di più la piccina con gli occhi colmi di lacrime.

Vedere la figlia in quella condizione porta Jack a soffrire atrocemente. Lui era riuscito a distruggere il sogno più genuino di una bambina e ora non poteva fare nulla per rimediare. Il suo cuore, nonostante tutto, continuava a battere per Elsa e la fede al dito non era ancora stata rimossa. Elsa è l’unica donna tatuata nel proprio cuore e non voleva cancellarla. Jack sapeva che non avrebbe dovuto mollare, ma stava lasciando libera la ex consorte. Tutto questo, però, stava distruggendo le sue figlie e non aveva la più pallida idea di come comportarsi.

“Jack, vieni presto!” avverte all’improvviso Giulia accorrendo preoccupata. Jack, nonostante la voce apparentemente calma della madre, comprende al volo l’ipotetico problema e si accinge a scendere dall’albero.

“Voi due restate qui e non muovetevi, tra poco torniamo a casa che si sta già facendo tardi” ordina Jack aiutando Lia a scendere dall’albero. Il padre non se ne rende conto ma, con braccia tremanti, fa scontrare accidentalmente la figlia contro il tronco della pianta procurandole una ferita, poi si appresta a correre dentro all’abitazione. Le parole della madre sono lame affilate che obbligano l’uomo a portarsi la mano sul volto e, dopo tanti tanti anni, a cercare l’abbraccio caloroso del genitore altrettanto sconvolto.

“Papà, tutto bene?” domanda Sofia dispiaciuta vedendo tornare Jack parecchio scosso.

“Sì, il nonno non è stato tanto bene oggi. Adesso torniamo a casa” chiude il discorso lui abbozzando uno spento sorriso, porgendo poi le mani alle bambine.

“Più piano papà, mi fa un po’ male la gamba” si lamenta Lia rallentando il passo e cominciando a zoppicare.

“Lia, cosa è successo?! È colpa mia! Scusami, che cosa ho fatto?!” si preoccupa subito il giovane papà mettendosi in ginocchio e tamponando la sbucciatura e la ferita con un fazzoletto pulito.

“Non preoccuparti, è solo un graffio! Sono una guerriera io e arrampicarmi con te è stato stupendo!” lo tranquillizza la piccola sollevandogli il mento.

“Siete davvero dei tesori” conclude lui grato alla maturità delle bambine che, in cuor loro, avevano già intuito il motivo della profonda tristezza del padre.

Dopo aver disinfettato la ferita e salutato i nonni, Lia, Sofia e Jack si accingono a tornare a casa chiacchierando allegramente della bella giornata vissuta insieme. Jack sorride e scherza rimanendo concentrato sulla guida e cercando di non pensare al dialogo con la madre. Una volta vicino alla sua ex abitazione, Jack si accorge dell’ora e, arrabbiato, sbatte le mani sul volante, rimproverandosi di non aver rispettato i tempi e di aver riportato a casa le figlie troppo tardi.

“Ti sembra questa l’ora di riportarle a casa?!” tuona Elsa aprendo la porta dell’appartamento e squadrando Jack da cima a fondo.

“Non prendertela con lui mamma, ci siamo così divertite!” prova a difenderlo Sofia facendo il primo passo con la sua solita dolcezza.

“Ora siamo stanche, abbiamo bisogno di riposare” tenta di risolvere Lia, provando a camminare diritta senza zoppicare.

“Lia, perché zoppichi?! Cosa hai lì?” domanda Elsa preoccupata riuscendo a captare immediatamente il problema e afferrando la bambina con una mano.

“Adesso vorresti ancora farmi credere che le porti al parco tutti i pomeriggi?! Qua c’è qualcosa che non mi dici e che non mi piace! Basta Jack, o mi dici la verità o dovrò prendere altri provvedimenti!” si infuria Elsa osservando la ferita sulla gamba di Lia che aveva provato a divincolarsi.

“Abbiamo passato i pomeriggi dai nonni ed è stato bellissimo! Con loro finalmente ci sentiamo una famiglia e stiamo bene! Non devi prendertela con papà, la ferita guarirà! I nonni sono delle persone meravigliose e noi le amiamo!” sbotta inaspettatamente Sofia, non riuscendo più a trattenersi.

Elsa rimane pietrificata e non sa più come e cosa rispondere. All’improvviso la bocca le si secca, avverte il cuore accelerare il battito e una sensazione spiacevole di freddo la pervade. In quel momento l’unica emozione che prova è la rabbia. Rancore, rabbia, ingiustizia nei confronti di Jack che, nonostante tutto quello che i suoi genitori gli avevano fatto passare, ora era tornato tra le braccia della sua vera famiglia.

“Ora si spiega tutto! Mi hai mentito! Hai mentito agli assistenti sociali, alla pratica, a me! Io non ero per niente d’accordo nel fare conoscere i tuoi alle bambine e non voglio che si incontrino di nuovo!” riesce a biasciare Elsa con le lacrime agli occhi rossi di rabbia.

“Tu sei un mostro!” urla Lia a pieni polmoni, stringendo i pugni e correndo, seppur sofferente, verso la propria camera da letto.

Sofia, troppo sensibile per trattenersi ancora, segue a ruota la gemella, non prima di aver lanciato uno sguardo di tristezza e delusione alla madre.

Jack, rimasto impassibile fino a quel momento, trova finalmente la forza per parlare e difendersi.

“Bene, ora che le hai terrorizzate che cosa vuoi fare?! Proibire loro di vedere i nonni!?” si sfoga lui, furente più che mai.

“Le cose le dobbiamo accordare! Una cosa del genere poi! Abbiamo passato la vita a fuggire da loro e sono proprio loro, ad averci rovinato tutto! È per colpa loro se siamo in questa situazione e io ora dovrei accettare il fatto che possano crescere e vedere le mie figlie?!” prova a farsi valere Elsa, scossa e tremante di fronte al discorso.

“Nostre figlie! Sono nostre Elsa, cazzo! Adesso sono stanco di tutta questa situazione! Stai cercando di togliermele in ogni modo! Mi hai buttato fuori casa, sto lottando contro degli assistenti sociali, vedo le bambine molto meno di te e tu cerchi di togliermele?!” le rovescia addosso Jack, riuscendo finalmente a farla tacere.

“Io non ce la faccio più Elsa! Ho ritrovato la mia famiglia che ha avuto il coraggio di cercarmi, chiedermi scusa e rimediare! Ho riscoperto il rapporto con i miei genitori che farebbero di tutto per potersi redimere anche nei tuoi confronti! Loro a noi possono aver fatto qualsiasi cosa, ma sta di fatto che le bambine necessitano dei propri nonni che sono stati capaci di risollevarle da tutti i pasticci che stiamo combinando io e te” prova a farla ragionare lui, motivando la risposta.

“Loro non le hanno mai volute! Perché proprio adesso?! Loro non cambieranno mai!” afferma Elsa mettendosi a braccia conserte.

“Invece sono cambiati e vuoi sapere una cosa?! Loro, a differenza tua, sono riusciti a mettere una pietra sopra a tutto lottando per riguadagnarsi la mia fiducia. Io ora non rinuncerò mai a loro e non ti permetterò di negargli i momenti con le gemelle” conclude Jack sicuro di sé in grado, per la prima volta, di tenere a bada la cattiveria repressa di Elsa.

“Io odio i tuoi genitori, per me loro non esistono e non esisteranno mai! Le bambine non li vedranno mai più! Ne parlerò anche con i legali…così forse la capirai anche tu” becca di nuovo Elsa, usando le solite parole affilate come spade.

“Non ti riconosco più. Ti conviene cercare di capire chi sei Elsa…perché di certo non sei così” si limita a rispondere Jack, stufo di spendere altre parole per una donna che credeva di amare alla follia.

“E se vuoi sapere un’altra cosa… mio padre è morto appena abbiamo lasciato la casa e devo dire che, grazie al perdono e alle bambine, lui è riuscito ad andarsene con il sorriso. Lui ha saputo cambiare, mi auguro possa farlo anche tu” sussurra Jack affranto, non vergognandosi delle lacrime che scendono silenziose dal suo viso, per poi incamminarsi verso le scale e lasciare l’edificio, sotto lo sguardo attonito di Elsa che, forse, ha veramente capito i suoi commensurabili errori.

 
  
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