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Autore: Scarlet Jaeger    31/08/2020    3 recensioni
"Ma a volte
l'amicizia fra maschio e femmina non è fatta per
durare a
lungo, perché prima o poi uno dei due finisce per innamorarsi
dell'altro."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 36


Una volta in albergo nessuno osò più fiatare riguardo ciò che era successo nel primo match della finale tra Kai e Sergey. Nessuno parlò del fatto che il nostro compagno avesse perso l’incontro o l’Aquila Rossa, e sono più che sicura che il diretto interessato ce ne fu più che grato. Anche per il fatto che nessuno fece accenno a ciò che successe subito dopo. La questione sembrava conclusa per tutti, tranne che per me, che non ero riuscita a togliermi quel bacio dalla testa. So che avrei dovuto farlo, e che quello non aveva significato nulla per Kai, ma per me non era stato così. Era stato mosso dalla disperazione, ma le emozioni che invece avevo provato io in quel breve momento non le avevo provate nemmeno per Rei, nonostante fosse stato altrettanto emozionante. Erano state due situazioni differenti ed avevano trasportato due ragioni completamente opposte. Rei aveva ammesso di provare qualcosa per me, ed io ero estremamente sicura di contraccambiare, ma da quando Kai era tornato in squadra tutto era cambiato. Aveva ammesso di ricordarsi di me e di avermi voluto bene e quello era bastato per mettere in discussione i sentimenti che provavo per il bel cinese. Già una volta mi ero messa l’anima ed il cuore in pace con lui, e forse avrei dovuto fare lo stesso, perché sentivo che il mio cuore batteva altrettanto repentinamente per il mio vecchio amico, che però oltre all’affetto e l’amicizia non provava altro per me. Anche con lui avrei dovuto mettermi l’anima in pace e non sperare di poter baciare di nuovo le sue labbra. Difficilmente lo avrebbe rifatto ed io ero solo un’illusa a credere che Kai avrebbe potuto cedere di nuovo. 
«Saya?»
Fu la voce di Rei a riportarmi alla realtà, facendomi voltare di scatto dalla sua parte. In attesa della cena mi ero rifugiata nel terrazzino di cui era provvista la camera in cui dormivano Takao, Max e Kappa, mentre loro si stavano dando a turno il cambio per fare la doccia e lo stavano facendo in religioso silenzio. Ogni tanto parlavano delle tattiche da usare nel secondo match del mondiale, che Rei avrebbe dovuto combattere l’indomani, ma oltre quello non avevo sentito altro provenire dalle loro bocche. In ogni caso non avevo voglia di stare ad ascoltare, né tanto meno di parlare. Non volevo nemmeno stare a contatto con le due persone che avevano costantemente scombussolato i miei pensieri, anche se ci avrei dovuto condividere di nuovo la stanza. Ero tentata di chiedere ad uno dei miei compagni di fare cambio, pur di non rimanere di nuovo sola con le due persone che avevo baciato a così poca distanza di tempo, ma non mi sembrava carino nei loro confronti. Quello che mi preoccupò di più però, era il fatto che avrei di nuovo condiviso il letto con Rei. Dopo tutto quello che avevo vissuto non mi sentivo più audace come prima, né libera e spensierata come ero sempre stata con lui. Ero conscia del fatto che oramai il rapporto di apprensione e complicità che avevamo sviluppato, anche per colpa di Kai, non esisteva quasi più. Mi domandai cosa mi sarei dovuta aspettare, ma non volevo davvero trovare una risposta a quella domanda. Nemmeno per quanto riguardava l’altro. 
Tuttavia gli sorrisi, cercando di mostrarmi tranquilla per non farlo preoccupare. Purtroppo il mio sorriso fin troppo tirato mi tradì e lo capii dal suo sospiro colpevole. 
«Come stai?», mi chiese, probabilmente in relazione a ciò che aveva scorto nella mia espressione. 
Sospirai anche io, per cercare di riordinare le idee e rispondere sinceramente a quella domanda. 
«Se ti dicessi che sto bene mentirei…», gli dissi infine, piantando gli occhi verso l’orizzonte, dove il sole stava iniziando pian piano a tramontare. Faceva freddo, ma quello non mi impedì di rimanere lì fuori, né lo impedì a lui. Si appoggiò alla ringhiera vicino a me e col pelo dell’occhio notai che mi stava guardando. Solo allora decisi di contraccambiare e piantare i miei occhi nei suoi. Almeno quello glielo dovevo, perché in fondo non ero una codarda e se eravamo arrivati alla svolta che tanto cercavamo, beh, avrei retto il colpo coraggiosamente. 
«Anche per me è lo stesso», ammise, ma quando vide che non avevo intenzione di controbattere continuò. «Mi fa piacere che tu abbia ritrovato il rapporto e la complicità che avevi con Kai, dico sul serio…», sospirò di nuovo e capii quanto fosse difficile per lui parlare di ciò. Immaginai quanto altrettanto fosse stato difficile averlo farlo con lui.
«Anche a me», pronunciai con un sorriso, perché in fondo era la verità. Ero stata così felice di stare di nuovo tra le braccia di Kai, che tutto il resto era passato in secondo piano. Almeno fino a che non ero tornata con i piedi per terra. Sapevo che c’erano ancora delle questioni irrisolte tra me e colui che mi stava di fronte e forse era arrivato il momento di chiuderle. 
«Però Rei, ci tengo a dirti che quello che è successo tra noi non lo dimenticherò facilmente, qualunque sarà la tua decisione…», continuai. «Non voglio che tu pensi che ti abbia messo in secondo piano solo perché adesso Kai è cambiato. Ciò non cambia quello che invece provo io per te!», ci tenni a confessagli e vidi il suo sorriso farsi più luminoso. Probabilmente erano le parole che avrebbe voluto sentirsi dire da quando mi aveva raggiunta fuori. 
«Io non so ancora quello che farò, ho deciso che ci penserò dopo l’incontro di domani», fece spallucce «ma c’è ancora una cosa che vorrei fare…», mi disse, penetrandomi con uno sguardo intenso, che per un momento mi fece credere che mi avrebbe baciata di nuovo. Non ero pronta a ricevere di nuovo un altro bacio, perché mi avrebbe mandata ancora più in confusione. Ma per fortuna non fece nulla di ciò. 
«Cosa? », lo incitai, spezzando l’atmosfera. 
Ero arrossita di nuovo. 
«Vorrei passare del tempo con Mao e credo di farlo domani dopo l’incontro…», ammise di nuovo con sincerità ed io mi ritrovai a serrare la mascella, nonostante mi aspettassi una confessione del genere. In fondo non potevo biasimarlo. Un po’ però mi sentii invidiosa del loro rapporto, perché nonostante tutto quello che avevano passato, lui continuava a volerle bene e lei aveva aspettato pazientemente, seppur con qualche problema, il suo ritorno. Avrei voluto avere un rapporto così anche io con il mio amico d’infanzia, ma purtroppo non ero stata così fortunata. 
Nel profondo del mio animo però, sentivo già che Rei avrebbe scelto lei… 
In ogni caso cercai di rimanere sorridente, per non fargli capire quanto le sue parole mi avessero turbata. Non volevo impensierirlo alla vigilia di un incontro importante. L’incontro di Rei sarebbe stato decisivo per le sorti della squadra e penso che lo sapesse anche lui. 
«Ma certo, mi sembra naturale…», gli dissi, spostando leggermente la testa di lato, e la conversazione crollò in quel modo. Riportammo entrambi l’attenzione al tramonto, che oramai aveva lasciato spazio ad un’atmosfera arancione. In altre circostanze quell’incontro sarebbe stato incredibilmente romantico, nonostante il gelo, e forse mi sarei ritrovata di nuovo ad abbracciarlo o baciarlo, ma non in quel momento. Stava andando tutto come era giusto che andasse.
«Tu invece che farai?», mi chiese poi, dopo alcuni secondi di silenzio, senza però spostare i suoi occhi dall’orizzonte. 
Mi presi del tempo per pensare ad una possibile risposta a quella domanda, ma dissi come mio solito la prima cosa che mi venne in mente. 
«Non ne ho idea. Sono ancora molto confusa. Per ora voglio vivere quello che resta di questo intenso mondiale», sorrisi in direzione del sole e lo sentii sorridere a sua volta. 
«Rei?»
Lo richiamai, quando oramai stava per rientrare in camera, e lui si voltò con un sopracciglio alzato, chiaro segno che non immaginasse cos’altro avrei potuto dirgli.  
«Si? », mi incitò a parlare e quasi mi pentii di averlo fermato, ma oramai il danno era fatto. 
«Potrei aver trovato una risposta alla domanda che mi facesti sul treno…», iniziai, titubante, guardandolo finalmente negli occhi che tanto mi avevano colpita. 
«Ne sono felice…», mi rispose solamente con un sorriso, prima di voltarmi le spalle e lasciarmi sola su quel terrazzo. Quello che mi spiazzò però, fu la sua espressione leggermente triste.


La serata passò senza altri colpi di scena e dopo cena, che facemmo in silenzio ed in compagnia degli adulti, ognuno di noi si chiuse nella propria stanza. Kai fu il primo a raggiungere il letto e si infilò nel tepore delle sue coperte dandoci le spalle come al suo solito. Rispetto alla prima volta in cui aveva dormito in quella stanza però, ci dette la buonanotte. Solitamente erano parole che non si udivano facilmente dalla sua voce. 
Dopo di che venne anche il nostro turno di abbandonarci alle braccia di Morfeo e dopo essersi dati il cambio in bagno, anche io e Rei ci infilammo sotto le coperte per cercare di conciliare il sonno. 
Una volta coricata voltai volutamente le spalle al mio compagno, perché con lui non riuscivo più ad essere spigliata come lo ero stata nei giorni addietro, non dopo la conversazione che avevamo avuto. E lui non provò ad avvicinarsi. Rimasi in quella posizione fino a che non mi addormentai. Se avessi visto il volto rilassato di Rei mentre dormiva avrei avuto un cedimento. E lui non aveva bisogno di distrazioni. Doveva riposare perché l’indomani avrebbe dovuto affrontare Boris nel secondo incontro della finale mondiale. 


Il giorno dopo uscimmo dall’Hotel all’ora prestabilita, trovando mio nonno ed i parenti di Takao già in pullman ad attenderci.
Rei era rimasto in silenzio per tutto il tempo ed avevamo sentito la sua voce solamente quando ci aveva dato il buongiorno. Poi aveva preso Driger ed era entrato in uno stato di concentrazione che nessuno si azzardò a rompere.
Una volta entrati nel camerino dedicato alla BBA, la situazione non cambiò minimamente. 
Il nostro compagno cinese sedette su una panca a gambe e braccia incrociate, lontano da tutti noi, e sembrava stesse meditando. Probabilmente stava cercando di svuotare la mente e riordinando i pensieri, almeno quelli riguardanti il Beyblade. Gli lanciai solo qualche occhiata impensierita, ma bastò l’ammonizione di Kai a farmi desistere dal disturbarlo.
«Lascialo stare…», mi ammonì con fermezza, scuotendo leggermente la testa in un cenno negativo. Tuttavia non c’era cattiveria nella sua voce, solo una leggera nota preoccupata che mi convinse a fare come mi aveva detto. Anche lui iniziava a preoccuparsi per l’esito dell’incontro e per le sorti del nostro amico, glielo leggevo in faccia. Probabilmente non avrebbe mai voluto che qualcun altro provasse lo stesso dolore che aveva provato lui quando l’Aquila Rossa aveva abbandonato il suo Beyblade. Sono sicura che Kai non avrebbe mai voluto che Rei provasse una sensazione simile, non dopo che la Tigre lo aveva già abbandonato una volta e sapendo quanto essa fosse importante per il nostro amico.
E nemmeno io avrei voluto assistere di nuovo ad una scena simile. Se chiudevo gli occhi potevo ancora rivedere l’Aquila Rossa che abbandonava Dranzer come se quello fosse appena successo, ed avevo ancora in mente lo sguardo disperato di Kai un attimo prima di baciarmi. E poi, non dimentichiamoci che quelle persone avevano anche il Bit Power di Max!
«Vieni, iniziamo ad andare», mi disse poi, ma non mancò di lanciare un’ultima occhiata al nostro compagno, che continuò a rimanere nella sua posizione anche quando Takao, Max ed il Prof gli resero noto il fatto che ci saremmo avviati alla nostra panchina.
Rei ci seguì dopo qualche minuto ed il suo sguardo era puntato di fronte a sé con un’espressione incredibilmente seriosa. 
Io invece spostai la mia attenzione sui Demolition Boys, che avevano raggiunto la loro parte di campo insieme a quel pazzo di Vorkof, ed osservai i loro sguardi freddi e distaccati saettare subito su di noi. Non trapelava la minima emozione da quei volti di porcellana, o almeno era così per tre di loro. Inoltre non mi fu difficile scorgere l’avversario di Rei, perché era l’unico seduto con un sorrisetto sulle labbra che aveva un non so che di maligno. Ed era l’unico che non conoscevo e che non avevo mai visto prima, se non quella volta in cui ci attaccarono in mezzo al nulla per rubare la Tartaruga di Max. Sergey, Yuri e Ivan li avevamo già visti in azione, e mi chiesi quanto fosse forte questo quarto elemento.
Purtroppo lo scoprimmo dopo ed a spese dello stesso Rei…
Mi decisi a spostare la mia attenzione dalla rappresentativa Russa dopo qualche secondo e la portai così sulle tribune, per capire dove mio nonno e gli altri due si fossero seduti. Mentre scorrevo con lo sguardo i presenti, notai l’intera squadra del PPB, i White Tigers e tutti e quattro gli European Dreams. Tutti sedevano immobili ai loro posti e tutti sembravano ansiosi di assistere a quell’incontro. Piantai i miei occhi su Mao però, perché volli scorgere la sua espressione impensierita dall’incontro che si apprestava a combattere il suo vecchio compagno. La trovai leggermente accigliata, anche quando il suo sguardo felino saettò nel mio. Ci squadrammo per qualche secondo, finché non le sorrisi, seppur nervosamente. Lei però non ricambiò il mio e quello mi convinse a spostare definitivamente la mia attenzione verso i miei compagni. 
O meglio, verso uno in particolare. 
«Buon fortuna…», dissi in direzione di Rei prima che raggiungesse la pedana di lancio. Avevo fatto la stessa cosa con Kai il giorno prima, nel nostro camerino, quindi non avrei mancato di dare il mio appoggio anche a lui. Per fortuna mi sorrise e sul suo viso potei finalmente rivedere il sorriso che lo aveva sempre contraddistinto. Un po’ sciolsi la tensione che avevo iniziato ad avvertite, anche se sentivo gli occhi di Mao ancora puntati addosso, e sapendola sugli spalti non faticai a credere al fatto che non si fosse persa un solo attimo di ciò che accadde. 
Rei spostò poi il suo sguardo alle mie spalle, probabilmente per tranquillizzare tutti gli altri presenti. Anche loro gli dettero il loro sostegno intimandogli buona fortuna, e quando Rei salì gli scalini del Beyblade stadio aveva una fierezza ed una sicurezza nei suoi mezzi che mi portò ad essere un po’ più positiva.
Spostai anche lo sguardo su Kai, come per fargli capire che il nostro compagno era agguerritissimo, e lui mi sorrise facendo spallucce, come a dirmi che lo avesse capito ben prima di me.
Così iniziò il primo match…che fu vinto da Boris. Era stato un match assolutamente sleale, in cui il Russo aveva continuato a colpire sia il Beyblade che il Blader con colpi infidi e talmente ignobili da essere impercettibili all’occhio di Dj Man, che continuò a fare la telecronaca come se nulla fosse. Il nostro amico accusava i colpi con smorfie di dolore sempre più acute e mi ritrovai a guardare l’incontro con le mani al petto ed il cuore che batteva all’impazzata. Almeno fino a che non vedemmo Rei cadere all’indietro, finendo steso a terra assieme al suo Driger.
Il secondo match fu più o meno la fotocopia del primo, con l’unica differenza che il vincitore fu Rei. Gioimmo tutti per quella vittoria, perché era la prima in quelle finali, ma purtroppo il nostro entusiasmo svanì quando Rei crollò a terra svenuto. Boris lo aveva così tanto sfinito, per colpa dei ripetuti colpi a tradimento che gli aveva inflitto, che il nostro compagno non aveva retto a lungo. Anche il peso della responsabilità che pesava sulle spalle di Rei aveva influito sulla sua resistenza. 
Ci lanciammo tutti verso di lui, cercando come meglio potemmo di portarlo in camerino e stenderlo su una poltroncina. 
Ci ritrovammo a contemplare il nostro compagno con le espressioni incredibilmente sofferte e iraconde. Non credevamo possibile che una persona potesse ridursi così per un incontro di Beyblade. O meglio, che un Blader ne potesse ridurre un altro in quello stato . Ma quando Rei riprese i sensi si incaponì sul fatto che voleva a tutti i costi giocarsi il terzo round, nonostante le sue condizioni. Anche Driger era messo maluccio, e lo vidi quando io stessa lo prelevai da terra.
«Puoi fare qualcosa per aggiustarlo se ti do i pezzi di Dranzer?», mi chiese Kai, prendendomi da parte e meravigliandomi non poco. Non avrei mai pensato che una persona come lui potesse rinunciare a qualcosa di suo per donarlo ad un altro, ma in fondo il mio vecchio amico ce la stava mettendo tutta per essere parte integrante della squadra ed una persona migliore di quello che era stato fino a pochi giorni prima. 
«Da sola non credo. Avrò bisogno del Prof…», gli dissi con aria triste e lui non ci mise molto a prendere da parte anche Kappa ed aggregarlo alla nostra causa. In circa dieci minuti, noi tre riuscimmo a rendere per lo meno riutilizzabile il Beyblade di Rei e lo avevamo fatto mettendo insieme la bravura del nostro tecnico per i pezzi di ricambio, la generosità di Kai e la mia voglia di fermare la Borg.
Driger racchiudeva la forza combattiva di quasi tutti i Bladebreakers ed io stessa lo resi noto al suo possessore quando glielo riconsegnai, poco prima che tornasse in campo. Si reggeva a stento in piedi ed il suo sguardo era leggermente vacuo, ma non mancò di ringraziarmi. Portò una mano ad accarezzarmi il volto e quel gesto improvviso mi fece sussultare. Non mi sarei mai aspettata quel gesto dolce da parte sua, non dopo che ci eravamo consapevolmente allontanati l’uno dall’altra, ma capii che la disperazione rendeva vulnerabili le persone. Kai ne era stato una dimostrazione.
«Saprò ricompensarti per Dranzer…», disse poi in direzione del mio vecchi amico, spostando definitivamente la sua mano dal mio volto. Si guardarono negli occhi per alcuni istanti, in cui nessuno osò fiatare, almeno fino a che lo stesso Kai non decise di sorridergli.
«Vinci l’incontro e sarà una ricompensa più che sufficiente», gli disse infine, prendendomi per un braccio e spostandomi dalla porta per lasciarlo passare.
«Dobbiamo avere fiducia in lui e sperare che vinca…»
Fu mio nonno a prendere parola quando uscimmo dal camerino per seguire i passi del nostro compagno, che cercava di mantenersi eretto per raggiungere di nuovo la pedana di lancio. In un primo momento la decisione del presidente fu quella di far ritirare la squadra dalla finale, dando la vittoria a tavolino alla Borg, ma la testardaggine della nostra squadra e dello stesso Rei dette una nuova speranza ed un nuovo vigore a tutti. Io stessa ero sicura che ce l’avrebbe fatta, e dello stesso avviso fu anche Kai.
«Ce la farà», mi disse vicino al mio orecchio, dopo che mi aveva attirato a sé per lasciar uscire il diretto interessato dal camerino. Io poggiai solamente la fronte sulla sua spalla, come per farmi confortare dalla sua presenza, ed annuii con veemenza. 
Nel terzo match, Rei dette davvero il meglio di sé e tutto sé stesso. Riuscì a battere Boris grazie alla sua tenacia ed alla forza di volontà, perché la forza fisica lo aveva quasi del tutto abbandonato. Ma lui non aveva perso la speranza o demorso. Aveva diligentemente accusato tutti i colpi dell’avversario ed aveva attutito tutti i brutali attacchi alla sua persona. Stava difendendo sé stesso, noi, la sua squadra, e la sua Tigre Bianca. Era arrivato allo stremo delle forze, e lo capimmo quando riuscì a buttare fuori Falborg dal campo di gara. Driger ruotava ancora al centro dello stadio, seppur meno intensamente, mentre Rei era svenuto sulla pedana. Era malconcio, coi capelli sciolti che gli ricadevano ai lati del volto, ferito in molte parti del corpo e con i vestiti logori, ma aveva sul volto un sorriso finalmente rilassato. Sono sicura che fosse assolutamente soddisfatto di ciò che era riuscito a fare e il fatto che fosse allo stremo delle forse non aveva intaccato il suo buonumore. 
Io però fui la prima a lanciarmi su di lui, cercando di scuoterlo un po’ per fargli riprendere i sensi, seguita poi da Kai, Takao, Max ed il Prof Kappa. Ci raggiunse anche mio nonno, con a seguito il nonno ed il padre di Takao, preoccupatissimi per le sorti del nostro campione. Ci aveva regalato la nostra prima vittoria, ma in quel momento non riuscivamo a gioirne. 
Rei fu subito messo su una barella, sotto una specifica richiesta del nostro presidente, per essere trasportato subito in ospedale. Aveva bisogno di cure e di risposo, ma io non ero ancora pronta a lasciarlo andare così. Non prima di avergli visto aprire gli occhi ed aver constatato che stesse bene. Il mio volto si era rigato delle lacrime che avevo soppresso durante tutta la durata dell’incontro, troppo tesa anche per piangere, invece in quel momento detti sfogo a tutta la tensione che avevo accumulato.
Furono due possenti braccia a farmi alzare da terra, quando i medici arrivarono a prestare soccorso. In un primo momento non riuscii a capire chi mi avesse sollevata, ma lo scoprii quando il suo profumo invase le mie narici.
«Si riprenderà, vedrai», mi disse Kai vicino al mio orecchio, mentre le sue braccia ancora mi tenevano saldamente ancorata a sé, come quella volta in Francia, in cui mi aveva impedito di correre all’inseguimento del Team delle Tenebre.
Decisi di spostarmi da lui, seppur con una certa difficoltà, solo quando Rei fu adagiato sulla barella per essere trasportato in ambulanza. Mi avvicinai alla lettiga insieme ai miei compagni di squadra, e quando mi avvicinai alla barella notai una figura femminile che ero sicura di non aver visto prima, se non sugli spalti. Alzai lo sguardo su di lei e capii subito che fosse Mao, con in volto la stessa espressione preoccupata che avevo io. Aveva gli occhi lucidi ed il volto rigato dalle lacrime e quello mi strinse il cuore e mi costrinse a bloccarmi sul posto. 
Quando uno dei medici chiese se ci fosse stata una persona che avesse voluto fargli compagnia, per sbrigare le formalità in pronto soccorso, quali dare i dati del paziente, fu proprio la sua vecchia compagna d’infanzia a proporsi per prima, senza minimamente chiedere se a noi, i suoi compagni di squadra, fosse andato bene. Quella fermezza mi fece storcere un po’ il labbro in una smorfia, ma in fondo non la biasimavo. Io mi sarei comportata alla stessa maniera.
Così, mentre Rei e Mao lasciavano lo stadio insieme ai medici, io rimasi a contemplare la loro uscita con il labbro serrato tra i denti e le lacrime che continuavano a scendere lungo le guance. Solo quando sparirono dalla mia visuale mi decisi a voltarmi verso Kai, che era rimasto alle mie spalle in religioso silenzio e leggermente più in disparte rispetto agli altri. Lo penetrai con uno sguardo tagliente, ma capì subito che non era per lui. 
«Li odio!», sbottai con voce incredibilmente roca, ben diversa da quella che avevo di solito, e quella mia constatazione, che apparentemente non aveva né capo né coda, fece aggrottare leggermente un sopracciglio al mio amico. 
«Vorkof e la Borg!», gli resi noto, «per quello che hanno fatto a te ed a tutti noi! Ci hanno attaccati a tradimento in mezzo al nulla per rubare il Bit Power di Max, hanno rubato la tua Aquila Rossa ed infine hanno ridotto Rei in quello stato. Cos’altro dobbiamo aspettarci? », dissi con un ringhio ferito e quello fece fare a Kai una smorfia sofferta. 
Quella mia domanda però non trovò risposta. 
Lui continuò a guardarmi con la mia stessa espressione ferita, e capii che lui sapeva benissimo dare una risposta a quella mia domanda, ma evitò di esporla. Kai li conosceva fin troppo bene, tanto da sapere di cosa erano capaci, per quello la sua espressione era fin troppo sofferta.
Iniziai inoltre ad essere preoccupata per Takao, che avrebbe dovuto vedersela con Yuri in finale, il ragazzo che, con le sue taglienti occhiate, mi aveva sempre fatto correre i brividi lungo la schiena. 
Sperai solo che la vittoria sofferta di Rei non venisse vanificata.
Fine capitolo 36 


°°°°°°°°

Colei che scrive:
Eccomi qua con un nuovo aggiornamento! Questa volta ho fatto passare meno tempo xD 
Finalmente abbiamo assistito allo “scontro” verbale tra Rei e Saya, e spero di non aver deluso le aspettative T.T ed all’incontro di Rei e Boris (uno dei miei preferiti della serie). Ovviamente non mi sono soffermata sullo scontro, perché possiamo vederlo dalla puntata, ma ciò che ha descritto Saya è successo veramente nell’episodio. Boris è stato talmente ignobile… tanto da farmelo amare ed odiare allo stesso tempo xD (nulla, ho ancora di fronte agli occhi la scena di Rei coi capelli sciolti *_*
Anche Kai che dona i pezzi di Dranzer è esistito veramente xD ho ripreso tutto dall’anime. E nulla, spero vi sia piaciuto, anche se non succede nulla di che. Nei prossimi due capitoli assisteremo ad una scena forse paradossale xD spero di avervi incuriosito! 
Passo a ringraziare come sempre i recensori, le persone che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite ed a tutti i lettori silenziosi giunti fin qua! 
Alla prossima!! 
  
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