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Autore: AkatsukiGirl3    01/09/2020    0 recensioni
Raccolta di storie stupide e demenziali incentrate sui nostri antagonisti preferiti e sulla loro caotica vita quotidiana.
[Presenza di linguaggio scurrile]
Dal testo:
Una volta entrati in sala, notarono che Pain era già lì ad aspettarli. Era in piedi di fronte alla finestra, osservando un punto lontano con le mani incrociate dietro la schiena, che manco Hiruzen ai cantieri poteva rivaleggiare con lui.
[...]
Sasori alzò un attimo lo sguardo verso quella figura oscenamente arancione, con solo tre parole in mente: sbruffone del cazzo.
Genere: Demenziale, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Akatsuki, Altri, Itachi, Madara Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasori/Deidara
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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BENVENUTI ALL'ALBA

1. Identità

 

Alba, simbolo del principio, dell'inizio, dell'esordio.
 
I raggi solari cominciavano a illuminare le vaste terre di Konoha. Ogni essere vivente si stava risvegliando carico di energia. Brezze leggere sfioravano le piante, gli uccellini cantavano e i bulbi rivelavano fiori profumati.
 
Nel covo dell’Akatsuki, un branco di membri con addosso cappotti neri adornati da nuvole rosse si stava avviando verso sala conferenze per attendere la solita riunione del mattino. E come al solito non mancavano sbadigli rumorosi e strofinii di occhi sonnolenti.
 
Una volta entrati in sala, notarono che Pain era già lì ad aspettarli. Era in piedi di fronte alla finestra, osservando un punto lontano con le mani incrociate dietro la schiena, che manco Hiruzen ai cantieri poteva rivaleggiare con lui. La luce solare bagnava il suo corpo, donandogli ancora più maestosità e imponenza. Tutti gli altri si sedettero ai rispettivi posti, aspettando che il boss inizi a parlare. Ma Pain tardava a girarsi.
 
«È vero che il mattino è il momento più opportuno per pensare alla vita, hm.» Deidara commentò a Sasori, che era di fianco a lui.
 
Sasori alzò un attimo lo sguardo verso quella figura oscenamente arancione, con solo tre parole in mente: sbruffone del cazzo.
 
Un minuto passò…
 
Cinque minuti…
 
Dieci minuti…
 
«Boss, quand’è che inizia la riunione?! Sto per addormentarmi, hm!» Deidara stava già appoggiando la testa sulla spalla del burattino.
 
Itachi sembrava aver notato qualcosa. Si alzò, accostandosi a Pain per vedere meglio, poi lo schiaffeggiò sulla spalla. Pain sobbalzò, voltandosi con uno sguardo terrorizzato verso Itachi. Lo aveva spaventato.
 
«Pure così riesci ad addormentarti.» Itachi scosse la testa per poi tornare al suo posto.
 
Ma vaffanculo, allora si era solo addormentato. Con un rumore generale di lamenti, l’immagine maestosa e imponente di prima si disintegrò all’istante. «Hm hm…» Pain fece finta di tossire per poi andare verso il posto del capotavola.
 
«Ora iniziamo la riunione, chi non c’è alzi la mano…» Bene, era ancora intontito dal sonno. Vedendo che nessuno aveva alzato la mano, continuò: «Allora ci siamo tutti.»
 
Tutti alzarono gli occhi al cielo (o al soffitto?), non badandolo neppure. Pain tirò fuori il testo del discorso e iniziò a leggere ad alta voce.
 
«Hm hm… Noi viviamo in un’epoca eroica, crescendo in mezzo a un popolo eroico, con i nostri antenati che avevano compiuto imprese altrettanto eroiche. Come membri della nuova generazione, abbiamo l’importantissimo compito di…»
 
«Itachi, perché ‘sto discorso mi sa di già sentito? È solo una mia impressione?» Kisame chiese confuso a Itachi di fianco a lui. La Donnola scosse la testa.
 
«Questo testo l’aveva già letto esattamente cinque mesi fa.»
 
Pain, che era stato scoperto, cercò in tutti i modi di salvarsi la faccia. Infatti continuava a ripetere “ho sbagliato foglio”, prima di prendere un nuovo testo dal tavolo.
 
«Alcuni partono per il viaggio della loro vita, ritornando con un successo da lungo agognato senza il minimo vacillamento. E allora penso: questa non è veramente la vita, ma un purgatorio. Pensando al passato, presente e futuro, continuo a chiedermi, è questa la vita che veramente voglio condurre? Allora, qual è il mio vero obiettivo? Ma la risposta non è mai arrivata…»
 
«Questa invece mi sembra che l’avessi letta due mesi fa, hm.» Deidara mugugnò, ricevendo un’occhiataccia da Pain. Quest’ultimo allora prese un altro plico di fogli ancora.
 
«L’oggetto più prezioso dell’umanità non è altro che la vita stessa, poiché la vita umana comprende l’amore incondizionato dei genitori, nonché il desiderio di creare una società migliore. E noi non siamo altro che la speranza del futuro, i costruttori di un mondo più vivibile. Abbiamo l’importante incarico di...»
 
«Ok, ora basta con ‘ste puttanate. E mi vieni pure a dire che l’oggetto più prezioso dell’umanità è la vita stessa? Quanti di noi sono ancora vivi nel manga?» Kakuzu interruppe il discorso di Pain, «Ma io dico, come capo dell’Akatsuki non puoi essere un po’ più pratico? Ma non ti vergogni a scaricare testi che leggono nelle carceri minorili? Se hai il tempo di dire ‘ste cagate non sarebbe meglio andare a guadagnare soldi? Ovviamente non ti sto dicendo tutto questo perché i miei cuori fanno male al pensiero che tu spenda cinque centesimi per ogni testo, assolutamente non per questo.»
 
«E secondo te mi diverto a leggere ‘ste cagate?!» Ancora una volta Pain sbatté i fogli sul tavolo, «Se le cose stanno così, allora preferisco continuare a dormire! Cioè, chi cazzo è che ha deciso che le riunioni devono essere svolte a quest’ora indecente?!»
 
«È Madara… No aspetta, ora si chiama Tobi… No, volevo dire Obito…» disse Zetsu.
 
«Chi cacchio è ‘sto figlio di buona donna?!» Pain si sentì preso per i fondelli. Con una mano ordinò a Zetsu di tacere.
 
«Senti un po’ da che pulpito. E tu? Sei Pain, Yahiko o Nagato?» ribatté Sasori.
 
«Beh, nell’anime ero Yahiko, dopo che è morto sono diventato Pain, ma chi mi comanda in realtà è Nagato…»
 
«Allora vuol dire che equivali a Nagato?»
 
«Puoi dire così, tempo fa io e Nagato ci eravamo fusi insieme…»
 
Proprio in quel momento Konan entrò per consegnare a tutti dei dolci su piatti di carta, ma quando sentì l’ultima frase, si impietrì, squadrando Pain con un’espressione strana prima di girare i tacchi e andarsene. Solo ora Pain capì che quella frase era suonata molto sbagliata, e subito cercò di spiegarsi.
 
«Konan, non è quello che pensi, io… Oi, Konan, Konan…!»
 
Finalmente, dopo che Pain riuscì a eliminare il malinteso e a persuadere Konan a restare, il boss si diresse nuovamente verso il posto del capotavola. Nell’organizzazione vigeva la regola che le riunioni mattutine dovevano durare almeno mezz’ora, ma lui appoggiò le mani sul tavolo senza proferire parola e fissò tutti quanti per far scorrere il tempo.
 
Tutti: «…»
 
Non era neanche colpa sua se ogni giorno doveva ritrovarsi sempre le stesse facce, aveva già ripetuto tutto quello che doveva dire centinaia di volte, non aveva veramente altro da aggiungere!
 
«A proposito boss, ora che siamo tutti morti per bene nel manga, non abbiamo più nessun ruolo da recitare. Potresti anche togliere quei cosi di dosso, no? Hm.» Deidara indicò il proprio naso, riferendosi ai piercing facciali di Pain. Non erano scomodi?
 
Pain si toccò il naso, infatti non gli dispiaceva toglierli. Si sfilò il coprifronte, e mentre estraeva i piercing pensò: ma quante cazzo ce ne sono?! Quel Nagato è veramente un tipo estremo. Una volta sfilate tutte le barre metalliche, gli altri osservarono il suo viso.
 
«Forse dovresti rimetterteli, ho come l’impressione che tu non sia la stessa persona.» Kisame commentò dopo un lungo silenzio imbarazzante.
 
Pain fece il muso. «Sono davvero così inguardabile?»
 
«Ah, no cioè… è solo che senza quegli accessori, è come se mancasse…» Vedendo che il capo si stava incazzando, Kisame sudò freddo.
 
«…l’aura da boss mafioso.» Konan completò la frase, vedendo che Kisame si stava facendo sempre più piccolo.
 
«Ah sì?» Se pure Konan la pensa così… Pain allora si rimise quei chiodi, mogio.
 
Kisame ritrovò il coraggio di prima: «Ora sì che lo stile da emo depresso si addice al nostro boss, cosa cavolo dovrebbe rappresentare poi il ragazzo solare di prima?»
 
Vedendo che Pain stava per gridare Shinra Tensei, Konan gli porse una tazza di tè nel momento giusto per calmarlo. Pain prese il tè, buttandolo giù come se stesse bevendo una bottiglia di sakè, poi lanciò un’occhiata all’orologio sulla parete, notando che erano passati solo venti minuti. Si guardò un attimo intorno, solo ora scoprendo che qualcosa non andava: «Perché ho come l’impressione che manchi qualcuno?»
 
Solo ora te ne sei accorto! I membri dell’Akatsuki alzarono nuovamente gli occhi al cielo. «Hidan è ancora sotterrato vivo, mentre Obito deve ancora recitare la parte di Tobi, ultimamente ha i tempi abbastanza stretti.» spiegò l’aloe vera.
 
Ecco perché era così tranquillo, i due più rumorosi erano assenti. Pain annuì.
 
«A proposito di Tobi, devo dire due parole…» Kakuzu si alzò, «Ultimamente la nostra organizzazione ha ricevuto un sacco di lettere di minacce nonché lamentele, il tutto a causa della sua identità. Mentre tutti erano convinti che fosse Uchiha Madara, alla fine si è rivelato essere Obito. Molte persone hanno avuto difficoltà ad accettare questa svolta, pensando che abbia inculato tutti, incluso il nostro quoziente intellettivo. Ma ovviamente questo non è il punto, la nostra organizzazione non è mai stata a corto di lamentele. Il punto è, un sacco di fan per vendicarsi e sfogarsi, più volte hanno complottato contro di noi.» Kakuzu restò in silenzio per un attimo, «Le conseguenze includono: tubi di scarico bloccati, WC otturati, pareti esterne del covo ricoperte di graffiti volgari, finestre spaccate da oggetti in stato solido…»
 
«E hanno pure rovinato le mie aiuole.» aggiunse Zetsu depresso. Si era svegliato un mattino solo per scoprire che tutte le sue piante erano state sradicate.
 
«Ma la parte peggiore è il tentato avvelenamento del nostro cibo! Cioè, siamo sopravvissuti a innumerevoli guerre, questi trucchetti da bimbiminchia con noi non dovrebbero funzionare, eppure qualcuno è riuscito a farsi fregare da queste trappole ridicole.» Kakuzu lanciò un’occhiata eloquente a Deidara. Il biondo si grattò la testa imbarazzato. Niente da fare, le sue bocche non riuscivano proprio a resistere alle delizie quando aveva lo stomaco vuoto, compreso il cibo offertogli da sconosciuti per strada… Alla fine era stato avvelenato, e meno male che c’era Sasori con lui, anche se rispetto a creare antidoti era più abile a creare veleni. Infatti, quella volta aveva deciso di usare il veleno per contrastare il veleno, ma nella memoria di Deidara quell’esperienza era stata peggio della morte stessa.
 
«Davvero sei disposto a farlo?» Quella volta Obito aveva chiesto a Sasori, ma quest’ultimo aveva solo freddamente risposto: «Non preoccuparti, se non gli do una lezione non se la ricorderà mai.» Infatti dopo quell’esperienza agonizzante, finalmente Deidara riuscì a togliersi il vizio di mangiare il cibo degli sconosciuti.
 
«Ma vi rendete conto di quante finanze inutili la nostra organizzazione ha dovuto spendere per sistemare tutto questo casino?!» Kakuzu si lamentò, battendo i pugni sul tavolo.
 
Allora era tutto per i soldi alla fine! Tutti lo guardarono con aria di disprezzo.
 
«Ma Kakuzu era sempre stato così loquace?» Kisame si chiese confuso.
 
«Solo quando c’entrano i soldi, hm…» disse Deidara.
 
«Tempo scaduto!» Pain batté le mani guardando l’orologio, «La riunione è conclusa!» Non aveva minimamente ascoltato quello che Kakuzu aveva detto. «Ah giusto, quando avete tempo, andate a dissotterrare Hidan.»
 
Detto ciò, si allontanò con Konan. Tutti gli altri se ne andarono a loro volta, preparandosi per fare colazione.


 

Che dire? Amo le demenziali e mi manca l’Akatsuki. Queste due cose messe insieme hanno dato vita a questo obbrobrio senza senso, ed è solo l’inizio lol
Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa roba e mi scuso per eventuali errori grammaticali/ortografici, spero di avervi strappato almeno un sorriso in questi tempi difficili :) E’ l’unico motivo per cui ho pubblicato questa ff, davvero, anche perché forse non sono fatta per scrivere storie comiche ><
Alla prossima <3

   
 
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