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Autore: _Misaki_    03/09/2020    11 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 DANGEROUS
 
- Cap. 5 -



 
   Mentre Wendy e May erano all’incontro con Minho, Iris si era recata alla clinica dell’associazione. Circa sei mesi prima, durante una missione, un corpo a corpo le aveva procurato delle brutte ferite. I tagli e gli ematomi erano guariti ormai da tempo, ma le conseguenze del trauma subìto alla schiena dopo essere stata scaraventata contro una vetrata che si era ridotta in frantumi tornavano ancora a tormentarla di tanto in tanto. Probabilmente anche questa volta aveva tirato troppo la corda per portare a termine tutti gli incarichi assegnati da L: era dalla sera all’asta di quadri che i capogiri non la lasciavano in pace. All’inizio aveva dato la colpa alla stanchezza, ma dopo un po’ era diventato chiaro che la causa del malessere fosse la schiena.
   Iris entrò nel grande edificio di vetro, salutò le impiegate dietro al bancone e raggiunse i tornelli di accesso. Appoggiò il badge sul lettore e, passato il controllo, svoltò a sinistra in un ampio corridoio. Prese l’ascensore e schiacciò il pulsante per salire al quindicesimo piano, dove si trovava l’infermeria. Quel giorno di turno c’era sicuramente Kibeom, un suo amico di vecchia data. Iris non amava molto i dottori e gli infermieri, ma di Kibeom poteva fidarsi, avrebbe capito al volo il problema e le avrebbe proposto una soluzione senza fare troppe congetture e senza imbottirla di farmaci inutili.
   Le porte dell’ascensore si aprirono, Iris uscì e raggiunse l’infermeria. Non aveva preso nessun appuntamento, ma essendo in confidenza con Kibeom era sicura che non ci sarebbero stati problemi. La porta era solo accostata, così entrò senza bussare.
   «Kibeom?» lo chiamò, non vedendolo dietro alla sua scrivania. Si guardò intorno e notò che la tenda bianca che separava i lettini dal resto dello studio era tirata. Tendendo l’orecchio sentì un fruscio provenire da quella parte della stanza. «Kibeom, sei lì dietro?» chiese di nuovo, avvicinandosi e scostando leggermente la tenda.
   «Yah!» urlò lui, separando immediatamente le labbra da quelle del ragazzo che stava baciando e staccandosi dallo stesso.
   «Scusa, scusa!» esclamò Iris imbarazzata, richiudendo di nuovo la tendina e girandosi di spalle. Il ragazzo in compagnia di Kibeom era Haru, il suo fidanzato, anche lui un agente della squadra di Shion. Quando si trovava all’associazione passava spesso a trovarlo in infermeria per rubargli qualche bacio.
   «Ormai il danno è fatto.» la rimproverò Kibeom, riaprendo la tenda.
   «Ciao Iris, come va?» chiese Haru, spuntando da dietro alla schiena del suo ragazzo.
   «Ciao!» rispose lei, voltandosi nuovamente verso di loro «Scusate, non volevo interrompere…»
   «Non importa. Dimmi, come mai sei qui?» Kibeom, indossò il camice bianco che aveva lasciato sullo schienale della sedia e fece gentilmente cenno a Haru di uscire. Quest’ultimo gli sorrise e lo salutò con la mano, poi lasciò lo studio, richiudendosi la porta alle spalle.
   «Per il solito problema, sono ricominciati i capogiri.» rispose Iris, sospirando e seguendo Kibeom alla scrivania.
   «Hai fatto altre missioni che hanno portato a combattimenti fisici?» le chiese lui, estraendo un fascicolo dal cassetto.
   «Ummm… ormai quattro giorni fa sono tornata da una missione di una settimana. Poi L ce ne ha subito assegnato un’altra.»
   «Intendo se hai ricevuto altri colpi.»
   «Beh, sì, abbiamo avuto alcuni scontri corpo a corpo. Nella confusione mi pare di aver picchiato di nuovo la schiena contro un muro, ma non ricordo i dettagli.»
   Kibeom picchiettò la punta della biro sulla cartella clinica di Iris, facendo scorrere con gli occhi i dettagli relativi ai mesi precedenti.
   «Hai fatto gli esercizi che ti ho spiegato?»
   «Ehm… li ho dovuti saltare per un po’, non ho avuto tempo.»
   «Esattamente cosa intendi per un po’?»
   «Quasi due settimane.»
   «Va bene.» si rassegnò Kibeom «Proviamo con un massaggio.» Così dicendo si alzò dalla scrivania e le fece strada verso i lettini. Iris lo seguì e si sedette sul primo, dandogli le spalle.
   «Togli la maglietta e stenditi.»
   «Ok, mi affido al mio dottore di fiducia!»
   Iris eseguì le indicazioni. Kibeom le massaggiò la schiena e il collo per quasi mezz’ora facendo pressione sui punti di maggiore tensione. Dopo pochi minuti, la ragazza aveva già iniziato a sentirsi molto più rilassata e distesa. Ancora una volta le venne spontaneo pensare che Kibeom era davvero bravo nel suo lavoro. Anni prima lo aveva aiutato a studiare per un corso di fisioterapia e in quell’occasione lui le aveva persino insegnato come fare alcuni massaggi, motivo per cui Lizzy ogni tanto reclamava massaggi da Iris al ritorno dalle missioni.
   «Ok, ora dovresti essere a posto.» disse Kibeom, terminando il lavoro e passandole la maglietta in modo che potesse rimettersela subito senza far raffreddare la schiena.
   «Grazie!» rispose lei, scendendo dal lettino.
   «Fatti fare un massaggio con questa dalle ragazze. Almeno dieci minuti ogni giorno, così allevi la tensione.» Kibeom le porse una pomata dalle proprietà antiinfiammatorie.
   «Ok, ricevuto! Questa posso tenerla io?» chiese Iris, prendendo il tubetto tra le mani e leggendone l’etichetta.
   «Sì, è per te. Io ne ho altre qui in infermeria.» Kibeom andò un attimo in bagno per sciacquarsi le mani «Non sforzare troppo la schiena sollevando pesi e prendi qualche antidolorifico se necessario. Se non passano i capogiri ci risentiamo. Certo, il lavoro che fai non aiuta a stare a riposo, di questo passo il problema continuerà a ripresentarsi. Se riesci fatti assegnare qualche missione a bassa intensità e riprendi assolutamente a fare gli esercizi!»
   «Sarà difficile poter scegliere la missione che voglio, sai che siamo sottodimensionati, ma proverò a chiedere. Comunque, grazie mille Kibeom!»  Esclamò contenta, sentendosi già molto più sciolta e piena di energie. Lo salutò con la mano e aprì la porta dell’infermeria per tornare a casa.
   «A presto!»
   «Non troppo presto, per favore!» disse lui, scongiurando altri infortuni.
   «Va bene, va bene!» rispose Iris ridendo. Una volta uscita dall’ufficio vide che Haru era rimasto in fondo al corridoio ad aspettare che Kibeom terminasse la visita. Stava sorseggiando un caffè appena preso alla macchinetta. Iris gli fece cenno che l’ufficio di Kibeom era libero e lo salutò, poi prese di nuovo l’ascensore e lasciò l’edificio.

 
***
 
 
   Il via libera per l’azione successiva non si fece attendere a lungo. Wendy era sdraiata a pancia in giù sul divano e stava giocando col cellulare quando le arrivò un messaggio da Minho: «Domani, ore 23.30. Ho casa libera per un’ora.»
   Una malsana idea sfiorò la mente della ragazza: il messaggio del loro collega suonava piuttosto ammiccante, perché non rispondere allo stesso modo? Le sue labbra si incurvarono in un sorriso divertito mentre toccava velocemente lo schermo dello smartphone per digitare la risposta: «Fatti trovare nudo ;)»
   «Avete da fare domani?» chiese poi ad alta voce per attirare l’attenzione delle altre. «Perché andiamo in gita!»
   Lizzy si precipitò immediatamente fuori dalla sua camera e spinse un po’ indietro Wendy per farsi spazio sul bordo del divano.
   «Che gita? Ci sono i maschioni?» ansiosa di risposte si sporse di lato e sbirciò lo schermo del cellulare della collega «Chi deve farsi trovare nudo?»
   «Nessuno per te! È per me almeno stavolta!» rispose in modo dispettoso Wendy.
   «Poi sono io la poco di buono!»
   «Disse colei che si è fatta fottere in tutti i sensi dal nemico.»
   «Ragazze!» esclamò Iris in tono di rimprovero. Anche lei e May si erano avvicinate al divano e avevano letto i messaggi dal telefono che Wendy teneva ancora in mano. «Lizzy… è per recuperare l’SD, non c’è nessuno nudo.»
   «E se Minho si fa trovare davvero nudo?» scherzò May.
   «Spero che resterà fuori a tenere a bada i “complici”!» disse Iris ridendo.
   «Iris, abbiamo un piano per entrare?» cambiò argomento Wendy.
   «Non ancora… Bisognerebbe entrare senza forzare la porta. Magari Minho ci lascia le chiavi da qualche parte.»
   «Oppure la lascia aperta.»
   «Anche questa è un’ipotesi.»
   «Forse ci scriverà indicazioni più avanti.» ipotizzò May.
   «A scanso d’equivoci…» Wendy prese l’iniziativa e scrisse un altro messaggio: «Lasciami la porta aperta.»
   «Ho risolto!» esclamò poi, soddisfatta.
   «Nudo con la porta aperta, andiamo bene…» commentò Lizzy, facendo roteare gli occhi e tornandosene in camera. Sapeva già che per questa volta sarebbe stata sollevata dall’incarico.
 

 
***
 
 
   Come stabilito, alle undici e mezza del giorno successivo, Iris, Wendy e May si recarono all’indirizzo che Minho aveva segnato sul foglietto di carta durante l’incontro con Wendy. Si trattava di una vecchia casa a due piani situata ai margini del quartiere di Itaewon, in una strada secondaria con una pessima illuminazione. L’area centrale del quartiere era piena di ristoranti, club e locali di ogni genere, oltre ad essere colorata dalle luci al neon delle insegne, che lampeggiavano insistentemente dando quasi l’impressione di trovarsi in uno strano luna park. Addentrandosi nella parte più periferica, invece, in alcuni punti l’illuminazione era scarsa e le strade praticamente deserte.
   «In giro non c’è nessuno.» asserì Wendy, avvicinandosi alla casa in questione. Le luci erano spente e la porta era stata lasciata aperta come da richiesta. «Andiamo, prima usciamo da qui, meglio è.» Varcò la soglia e solo dopo accese la torcia che aveva portato con sé. Era meglio che le stanze rimanessero buie, se qualcuno da fuori avesse visto la luce accesa avrebbe anche potuto avvertire i proprietari o entrare a fare un saluto. L’ingresso era quello di una normalissima casa di città. Le tre avanzarono e controllarono le stanze del piano terra, finché non arrivarono alle scale.
   «May, prosegui a controllare questo piano. Iris, io e te controlliamo di sopra.» ordinò Wendy. Le due ragazze salirono le scale e arrivarono davanti a un piccolo corridoio «Io vado a destra, tu a sinistra.»
   «Ok.» rispose Iris, avviandosi.
   Le agenti iniziarono a frugare un po’ ovunque usando dei guanti in lattice e stando attente a rimettere tutto nell’esatta posizione in cui l’avevano trovato.
Iris si era ritrovata in quella che aveva tutta l’aria di essere la camera di un ragazzo, a giudicare dal tipo di vestiti sparsi sul letto e sul pavimento. Appoggiata alla parete di destra c’era una scrivania piena di oggetti di ogni tipo, a sinistra un armadio a muro e un comodino con una sveglia. Gli occhi di Iris si posarono sui numeri luminosi della sveglia. Mezzanotte e venti. Il suo cuore ebbe un sussulto, erano rimasti solo dieci minuti. «Qui non c’è niente!» protestò tra sé e sé, mentre sollevava i vestiti dal letto per poi riappoggiarli nella stessa posizione di prima. Le tasche erano vuote. Nell’armadio non c’era nulla di importante e nemmeno sulla scrivania.
   Nel frattempo anche May, al piano di sotto, era entrata in una delle camere. Facendo scorrere la torcia da sinistra verso destra vide un tavolino pieno di profumi da uomo e prodotti per la pelle. Il letto era ben rifatto e in ordine. Improvvisamente la torcia illuminò il comodino e, sopra di esso, un piccolo oggetto nero. L’agente entrò subito in allerta e si avvicinò per guardare meglio. Non c’erano dubbi, era proprio l’SD! L’avevano lasciata così, in bella vista, in una camera completamente in ordine. Dentro di sé esultò dalla felicità. Prese il piccolo oggetto e salì al piano superiore per cercare le colleghe. Nel corridoietto incrociò Iris che stava uscendo dalla camera appena perquisita.
   «L’ho trovata!» esclamò, esibendo il piccolo quadratino di plastica che teneva tra indice e pollice. Alla sua vista gli occhi di Iris si illuminarono, ce l’avevano fatta!
   «Grande May!»
   Improvvisamente si sentì un tonfo che le fece sobbalzare, proveniva dalla stanza a fianco.
   «Aiutatemi!» esclamò Wendy.
   «Che succede?» chiesero le due affacciandosi dalla porta. Ciò che videro per poco non fece venire loro un mancamento. Wendy teneva in piedi uno scaffale con le mensole, mentre sul pavimento ai suoi piedi erano sparsi una marea di libri.
   «Ho sbattuto contro la libreria…» disse in tono di scuse.
   Le due colleghe corsero ad aiutarla e raddrizzarono il mobile.
   «Rimettiamo tutto a posto in fretta, abbiamo meno di dieci minuti!» avvisò Iris.
   «Presto, presto, mettete su questi.» disse May, iniziando a passare loro i libri che erano caduti più lontani. Le tre riempirono di nuovo le mensole alla bell’e meglio, sperando che gli inquilini non fossero grandi lettori e non si accorgessero della differenza.
   «Tre minuti e potrebbero tornare. Meglio levare le tende.» le spronò May, asciugandosi il sudore sulla fronte dopo aver illuminando con la torcia l’orologio della stanza.
   Le colleghe annuirono e insieme a lei lasciarono la casa.

 
***
 
 
   Il mattino seguente, Iris, Wendy e May si presentarono nell’ufficio di L per consegnare l’SD. Alla vista del piccolo oggetto il capo tirò un sospiro di sollievo.
   «Finalmente queste informazioni della massima rilevanza sono tornate in mano nostra! Avete rischiato grosso!»
   «Ma non è stata colpa nostra…» provò a lamentarsi Wendy.
   «Siete o non siete una squadra!? La responsabilità è di tutte!» ribadì L in modo severo. «Ora potete andare. Vi ho mandato per e-mail i dettagli della prossima missione. I biglietti aerei dovete solo stamparli e sono nominativi. Partirete questo lunedì.»
   «Partiamo? Di già?» esclamò Iris, sconcertata.
   «Voglio una paga più alta…» protestò tra sé e sé Wendy.
   «Che tipo di missione è stavolta?» chiese May, anche lei esausta come le sue colleghe.
   «Silenzio!» tuonò L «Di questi tempi c’è crisi, bisogna adattarsi! E i dettagli dopo! Insomma, non posso ricordarmi tutto, la mia segretaria vi ha scritto quello che dovete sapere nei minimi particolari! E ora sciò!» disse, facendo loro segno di andarsene con la mano per poi tirare fuori la pizza che aveva tenuto nascosta sotto al tavolo per tutto il tempo del colloquio e iniziare ad abbuffarsi senza ritegno.
   «Ma che capo è?» protestò Wendy «Non ha nemmeno un minimo di professionalità! Mi dia un pezzo di pizza almeno!»
   «Fuori!!!» ordinò di nuovo L, adirata.
   «Meglio andarsene hehe» fece notare May. A quel punto le guardie del corpo di L invitarono più o meno gentilmente le agenti a lasciare l’ufficio. Poco dopo, le tre erano di nuovo nel loro appartamento a scoprire in cosa consistesse la loro prossima tortura.
 

 
***
 
 
   Nel frattempo, a casa del nemico si era venuto a creare un certo scompiglio a causa della visita notturna delle tre agenti.
   «Dove cazzo è l’SD!? Chi l’ha toccata!?» Ray, il capo della banda, urlò così forte da far sobbalzare il povero Taeoh, pacificamente seduto sul divano a guardare la televisione.
   «Io non l’ho toccata, l’ha messa via Jiho.» puntualizzò Dawon, che essendo il leader della squadra in genere si assumeva la responsabilità della riuscita dell’incarico.
   «È sul mio comodino!» rispose Jiho indispettito, sentendosi tirato in causa.
   «Non c’è! Sennò non sarei incazzato, ti pare!?» urlò Ray, fuori di sé, alzando ancora di più la voce. Quella SD conteneva dati riguardanti le attività estere della sua organizzazione criminale, una volta finita nelle mani di L avrebbero passato dei grossi guai. Sicuramente avrebbe fatto chiudere un numero insostenibile di loro attività illegali. Come se non bastasse, era certo che L stesse cercando di vendicarsi di lui per dei vecchi trascorsi e sbatterlo in prigione: più scagnozzi avrebbe catturato, più ci sarebbe stata la possibilità che questi passassero dalla sua parte implorando pietà come conigli impauriti. Il solo pensiero gli fece andare il sangue alla testa.
   «Siete solo degli imbecilli!» continuò a sbraitare, riversando sui sottoposti la propria frustrazione «Ve la siete fatta fregare da sotto al naso!»
   «Com’è possibile!? Nessuno l’ha toccata e nessuno è entrato!» provò inutilmente a ribadire Jiho.
   «Ora sarà di sicuro nelle mani di quella stronza di L!» sbraitò Ray, passando di fianco al suo sottoposto e spintonandolo volutamente con la spalla. Poi salì al piano di sopra e si diresse in camera di Daeju.
   «Daeju! Ho notato che i libri nella mia camera sono stati scambiati di posto. Qualcuno è entrato in casa ieri sera! Controlla immediatamente le ultime missioni degli agenti di L.» ordinò, nella speranza di scovare il colpevole.
   «Non posso più, hanno scoperto l’hacking dell’altra sera e ora l’accesso è di nuovo bloccato.»
   «Ma che cazzo…» imprecò Ray tra sé e sé. Poi un’altra idea gli passò per la testa, qualcosa di gran lunga più efficace, che avrebbe dato a L il chiaro segnale che non doveva nemmeno provarci a sabotare i suoi piani mafiosi. «Hai ancora salvato il profilo delle quattro agenti?»
   «Sì, è tutto archiviato nella memoria del mio computer.»
«Anche le loro prossime missioni?»
   «Dunque…» disse Daeju, rovistando tra i file «L’ultimo aggiornamento che sono riuscito a spiare è di tre giorni fa.» le dita del ragazzo scorrevano veloci sulla tastiera per ritrovare i dati in mezzo a una miriade di file «Ecco qua, c’è una sola missione nuova registrata. Controllo immediatamente i dettagli.»
   «Perfetto! Ho deciso, le facciamo fuori, quelle troie! Voglio proprio vedere come la prenderà la nostra cara L!» Ray scoppiò in una risata smodata e folle.
 
   «Quanto lo odio...» bisbigliò Taeoh al piano di sotto, sentendo ciò che Ray stava ordinando a gran voce a Daeju e sicuro che da lì sotto non potesse sentirlo.
   «Che vuoi farci, Taeoh. C’erano informazioni compromettenti su di lui nell’SD.» rispose Dawon, per nulla toccato dalla scenata del suo superiore.
   «Perché se la vuole prendere con loro? Farle fuori non impedirà a L di fare piazza pulita delle sue attività estere.»
   «Non penso che abbia intenzione fare le cose in modo logico, come al solito. Probabilmente vuole solo nuocere a L. Sai, no, perché ce l’ha con lei?»
   «No, perché? Non so nemmeno che faccia abbia questa L.»
   Dawon abbassò la voce come se stesse per rivelare qualcosa di estremamente scandaloso e riservato «Ci sono alcune voci di corridoio, che credo siano vere.» fece una pausa prima di continuare. Taeoh e Jiho, seduti accanto a lui, lo ascoltavano con le orecchie tese «Quando era più giovane, Ray è stato addestrato dai servizi segreti: era un ragazzo molto promettente e richiestissimo per tantissime missioni. Ad un certo punto, però, deve essersi montato la testa. Non si sa esattamente cosa abbia fatto, ma il risultato è stato che L lo ha cacciato dalla sua associazione per cattiva condotta, rovinandogli per sempre la carriera.»
   «Ah, che babbione!» commentò Jiho. «E poi osa darci ordini!»
   «Nah, impossibile! Quello? Nei servizi segreti?» esclamò Taeoh, come se volesse la conferma che non lo stessero prendendo in giro.
   «Eppure sembra sia vero.» concluse Dawon.
   «Ricordatemi perché sono qui!» chiese retoricamente Taeoh, sconsolato.
   «Perché in qualche modo devi guadagnarti da vivere.» gli rispose Dawon, sospirando.



Fine cap. 5
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Hello everyone! 

Con immenso ritardo ecco il quinto capitolo di Dangerous! Mi scuso con chi segue il racconto, purtroppo non sapevo che avrei dovuto rimandare la pubblicazione e perciò non ho avuto modo di lasciare nemmeno un avviso al capitolo precedente x.x Farò del mio meglio per pubblicare settimanalmente! (Anche perché è già tutto scritto, si tratta di trovare il tempo di revisionare e decidermi a smetterla di fare modifiche lol)

Comunque ecco di nuovo le nostre agenti alle prese con l'SD. Alla fine hanno avuto la meglio, ma come si dice... "hanno vinto la battaglia non la guerra". L'avventura è appena cominciata!
Spero di essere riuscita a tenervi compagnia anche questa volta! Alla prossima! :)

Misa
 
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Ciao a tutti~
E' la Misa del futuro che vi parla! La Misa che è arrivata a pubblicare il capitolo 11 precisamente.
Visto le difficoltà a ricordare i nomi coreani che sono emerse attraverso alcune recensioni, ho pensato di creare una sorta di schemino dei personaggi per facilitare il loro riconoscimento. 
Al posto di cercare dei presta volto li ho disegnati in modo stilizzato per non condizionare troppo la fantasia, continuate pure a immaginarli come preferite!
 

 
  
  
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