Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: heykurt    04/09/2020    1 recensioni
KURTBASTIAN : Mesi dopo essersi lasciati, Kurt decide di tornare a Lima per riconquistare Blaine, ma al suo ritorno scopre che l'ex fidanzato ha una relazione con Dave Karofsky. Kurt è sconvolto e non riesce a farsene una ragione, ma un casuale quanto inaspettato incontro con Sebastian Smythe stravolgerà completamente la sua vita.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



CAPITOLO 7

 

 

 

 

 

 

Kurt aprì gli occhi lentamente, ancora intontito dal sonno. Si strinse nelle lenzuola, strofinando la guancia contro il cuscino e si aprì in uno sbadiglio. Era stata una notte bellissima; ricordava ogni minimo dettaglio e si sentiva stranamente rilassato. Ma quella sensazione non durò per molto.

Allungò un braccio alla sua destra per poter avvicinare a sé Sebastian, ma questo ricadde sul materasso. Kurt si mise di scatto a sedere e notò che Sebastian gli aveva lasciato un biglietto. Non di nuovo. pensò prendendolo con preoccupazione.

 

Blaine ti ha scritto stamattina. Non volevo spiarti il telefono, ma mi è capitato di leggere il messaggio.
Lui e Dave si sono lasciati e Blaine ti ama ancora. Non so che cosa stessi pensando ieri sera,
ma ho commesso un errore. Torno a casa mia. Scusami.

 

Kurt si fiondò sul comodino per recuperare il cellulare, non riuscendo a metabolizzare cosa stesse succedendo.

 

“Ciao Kurt. Ho detto a Dave quello che è successo tra noi e ci siamo lasciati.
Quando puoi possiamo vederci e parlare?

Un bacio.”

 

Se la notte prima non si fosse lasciato andare con Sebastian, sarebbe stato contento di rivedere Blaine per poter parlare di quello che era successo alla festa, ma ora si sentiva combattuto. Qualcuno ne sarebbe uscito con il cuore a pezzi e Kurt non voleva far star male nessuno.

Come prima cosa, sentiva di dover contattare Sebastian, per poter chiarire quello che c’era stato. Passò l’intera Domenica a cercare di chiamarlo, ma il ragazzo non gli dette mai risposta. Non aveva nemmeno idea di dove abitasse, e fu solo allora che realizzò di non conoscerlo poi così bene. Forse avevano accelerato i tempi ed avevano rovinato quella che sarebbe potuta essere una bellissima amicizia.

Il Lunedì mattina, quando entrò al Glee Club, aveva ancora la testa sommersa di pensieri. Non aveva risposto a Blaine, e Sebastian aveva continuato ad ignorare le sue chiamate e i messaggi.

«Tutto bene Kurt? Te ne stai zitto zitto» notò Rachel mentre preparava il tema per la settimana.

Kurt aveva bisogno di confrontarsi con qualcuno e, anche se era imbarazzante ammetterlo ad alta voce, decise di confidarsi con la sua amica. «Sono andato di nuovo a letto con Sebastian».

Rachel perse il controllo del pennarello e fece uno scarabocchio alla lavagna. «Oh, quindi è seria la cosa tra voi adesso?» si finse interessata, anche se in realtà non era mai stata team Sebastian.

«Boh».

«Lui che ti ha detto?»

«Non abbiamo parlato molto ieri…» ammise in un sussurro, rivivendo ogni singolo istante d’amore con lui. «Il problema è che stamattina se ne è andato dopo aver letto un messaggio di Blaine. Lui e Dave si sono mollati e ora vuole parlarmi. Sono nei casini. Non so che cosa fare!»

«Beh, è semplicissimo. Se sei ancora innamorato di Blaine dovrai dirlo a Sebastian, e magari potrete rimanere amici. Se invece ti piace… Sebastian… Dovrai informare Blaine ed essere il più onesto possibile con lui».

«Ah, grazie, non ci avevo proprio pensato» replicò sarcastico Kurt. «Il problema è che non so nemmeno io cosa voglio. Una parte di me è convinta che Blaine resterà sempre il mio unico grande amore, ma Sebastian è diventato parte della mia vita e credo di provare qualcosa di più serio anche per lui».

«Prova ad immaginarti di nuovo a New York. Con chi ti vedi se pensi ad un futuro assieme?» cercò di schiarirgli le idee Rachel.

«È scontato… Sebastian» rispose di getto Kurt, impallidendo non appena le parole lasciarono le sue labbra. «Blaine, intendevo Blaine» si corresse immediatamente.

«Mi sembri molto convinto».

«Non lo so!» sbottò isterico, sorpreso di aver scelto Sebastian. «In ogni caso non posso dirlo a Blaine! Gli spezzerò il cuore! Lui ha lasciato Dave per me! Se sapesse che sono andato a letto con Sebastian non mi rivolgerebbe più la parola».

«Kurt, devi fare quello che sente il tuo cuore».

«Il mio cuore mi dice che buttarmi dal balcone sarebbe la soluzione più semplice».

«Non dirlo neanche per scherzo!» lo bacchettò Rachel, turbata.

«Non so nemmeno quando e se lo rivedrò. Ho provato a chiamare Sebastian un sacco di volte e mi ha sempre riattaccato».

«Vuoi venire con me e le altre all’atelier, venerdì pomeriggio? Santana e Brittany volevano scegliere i loro abiti da sposa. Potrebbe essere una buona occasione per parlarvi» gli suggerì Rachel, sperando di poterlo aiutare.

«Mi odierà se mi presenterò lì senza averlo avvisato».

«Ne dubito. Ha sempre gli occhi a cuoricino quando è vicino a te» lo stuzzicò Rachel punzecchiandolo su un fianco.

Kurt finse disinteresse, alzando il mento altezzoso. «Davvero?»

«Oh andiamo. Sono settimane che io e gli altri pensiamo che tra voi ci sia qualcosa. Dovremmo pur aver notato dei segnali, non credi?»

«Sai, per un momento ieri sera ho pensato che lui provasse davvero qualcosa per me. Mi ha guardato in un modo… non lo aveva mai fatto prima. Poi però mi sveglio e lui se ne va senza avvisarmi? Sparisce dalla mia vita così!? Evidentemente non ci teneva così tanto» sproloquiò con risentimento.

«Allora, ci vieni all’atelier alle tre o no?» gli chiese di nuovo Rachel, ignorando le sue continue lamentele.

«Neanche per sogno!»

Ovviamente il ‘neanche per sogno’ portò Kurt a presentarsi all’atelier all’orario prestabilito dalle ragazze, dove Santana, Brittany, Rachel, Tina e Mercedes lo stavano aspettando.

«Vi avevo detto che sarebbe venuto!» squittì Rachel soddisfatta. «Come siamo belli! Qui qualcuno vuole fare colpo».

«Rachel. Sono qui per aiutarvi a scegliere i vestiti» la riprese a denti stretti Kurt, fulminandola con lo sguardo.

«Sono stata io a supplicarlo» si intromise Brittany. «La sua opinione vale più di quella di Joan e Melissa Rivers! Ci ha sempre aiutato anche per i balli scolastici!»

Santana sbuffò spazientita. «Allora? Ci muoviamo? Meno vedo quella faccia da mangusta meglio sto».

«Guarda che lo sta facendo solo per te» lo difese Kurt.

«Per me?» ripeté Santana con una risata, sbarrando gli occhi. «Spera solo di entrarti di nuovo nei pantaloni».

«Di nuovo?!» chiesero all’unisono Tina e Brittany.

Kurt avvampò. «Santana! Porca miseria ma non si può più fare una confidenza a qualcuno?!»

«Tu..? Lui..? Ew» lo guardò schifata Tina.

«Ragazze la cosa deve rimanere tra di noi! Blaine non lo dovrà mai sapere e nemmeno Sam!» le supplicò agitato. «Se lo sa Sam lo viene a sapere di sicuro anche Blaine».

«Andiamo!?» li incalzò di nuovo Santana, prendendo Brittany per mano ed entrando nell’atelier.

Il negozio della signora Smythe era incantevole, di una classe ed eleganza unica. Non avrebbe potuto aspettarsi altro da un membro della famiglia di Sebastian. La cosa che lo sorprese, però, fu l’accoglienza che la signora Smythe riservò loro.

«Buongiorno! Voi siete gli amici di Sebastian, giusto?» esordì con un sorriso cordiale.

Assomigliava vagamente a Sebastian, ma aveva i tratti del viso meno spigolosi e più dolci. All’apparenza sembrava una persona gioviale ed entusiasta, che trasmise a Kurt tanta positività e sicurezza.

«È un vero onore conoscerla! Santana Lopez. E lei è la mia futura moglie, Brittany Pierce» si presentò Santana porgendole la mano. Non era realmente interessata a fare conversazione, ma pur di avere uno sconto sui vestiti era disposta a fingere interesse per la famiglia Smythe.

«Il piacere è tutto mio! Sebastian mi ha tanto parlato di voi!» esclamò sorridente la signora Smythe.

«Piacere, Rachel».

«Tina», «Mercedes» dissero all’unisono.

«E tu devi essere Kurt, dico bene?» azzardò la mamma di Sebastian, avvicinandosi timidamente a lui.

Kurt si sentì improvvisamente nervoso. Incontrare sua madre gli sembrava quasi lo step successivo nel loro rapporto e c’era una piccola parte di lui che ci teneva disperatamente a fare buona impressione. «Sono io. È un piacere conoscerla».

«Futura suocera» tossicchiò Santana e Kurt le dette una gomitata su un braccio, senza farsi notare.

La signora Smythe sembrava sul punto di scoppiare a piangere, tanto era emozionata. «Sebastian mi parla di te continuamente. Mi sembra quasi di conoscerti già» squittì abbracciandolo, come se ormai fossero intimi.

Kurt abbozzò un sorriso nervoso. «Lui non c’è?»

«Oh si, adesso arriva. Sarà così felice di vederti! Gli sei mancato così tanto in questi giorni!» cinguettò addolcita, stringendogli entrambe le mani nelle sue. «Ragazze, venite pure con me. Sebastian mi ha detto che avevate già dei modelli in mente…»

«Io ne avevo visto uno sul sito» si fece avanti Brittany sbattendole il telefono in faccia per mostrarle il modello. «Però facciamo a turni. Io e Santana non dobbiamo vederci col vestito addosso perché porta sfortuna».

Tutti si guardarono rassegnati, decisi comunque a rispettare il loro volere. In fondo era il loro giorno e meritavano di goderselo appieno.

«Perfetto, corro a prendertelo cara» ridacchiò la signora Smythe, sbucando qualche minuto dopo col vestito richiesto da Brittany.  «Allora partiamo con te, cara. Voi accomodatevi pure sui divani» esortò gli altri, indicandogli delle postazioni da dove poter assistere alla passerella.

«Io vado di là a guardare dei vestiti intanto… Ditemi quando avete finito» si allontanò Santana.

Kurt continuava a guardarsi in giro, chiedendosi quando e se Sebastian sarebbe arrivato. Iniziava a credere che lo avesse visto arrivare e si fosse nascosto nel magazzino pur di non dovergli rivolgere la parola.

«Brittany sei bellissima!» esclamò Rachel con gli occhi lucidi, facendo tornare Kurt alla realtà.

«Lo so!» trillò lei entusiasta, pavoneggiandosi davanti ad uno specchio. «Non voglio guardarne altri. Io prendo questo, senz’ombra di dubbio» disse decisa, non accettando obiezioni.

«Non ti interessava il mio parere?» chiese indispettito Kurt.

«Non puoi avere un parere negativo su questo vestito! È perfetto!» lo rimproverò Brittany.

«Infatti, volevo dirti che ti sta benissimo ma pensavo che-»

«Lo prendo» lo interruppe bruscamente Brittany.

«Oh, è stato più facile del previsto» boccheggiò sorpresa la signora Smythe. Evidentemente non era comune accontentare i clienti in così poco tempo. «Ora possiamo vedere qualcosa per la tua ragazza, allora».

«Io vado a chiudermi in camerino finché non finisce. Non voglio rischiare di vederla! Santana, vieni pure!» gracchiò Brittany correndo a cambiarsi il più in fretta possibile, rischiando di inciampare sullo strascico.

«Fa sempre così» disse Rachel alla signora Smythe, sotto il suo sguardo perplesso.

Santana riemerse dalla stanza accanto con un pomposo vestito che aveva tutta l’aria di essere fin troppo sfarzoso. «Vorrei provare questo… Folletto gay, consigli?»

Kurt sorvolò sul nomignolo attribuitogli e scosse la testa, esaminando più da vicino il vestito. «Io sceglierei una linea più dritta, senza troppi fronzoli. La semplicità è sempre vincente. Senza contare che tu hai un fisico che può permettersi tutto».

«Se posso consigliartene qualcuno…» provò ad intromettersi la mamma di Sebastian, «questi secondo me potrebbero essere delle opzioni possibili» le propose scegliendone due da un appendiabiti vicino.

«Sono entrambi splendidi, signora Smythe» concordò con lei Kurt, anche se in realtà pensava che uno dei due avesse troppo pizzo e ricordasse vagamente i ricami di una tovaglia. Avrebbe fatto di tutto pur di andarle a genio, anche mentire sulla scelta del vestito di Santana.

«Chiamami Karen, caro» rispose dolcemente la signora Smythe, gli occhi pieni di dolcezza.

«Guarda che questi sono per me, Kurt» scherzò Santana. «Tu hai già avuto la tua occasione. Ouch».

«Che tatto, Santana» la bacchettò Mercedes, severa.

«Che ho detto di male? È la verità!» esclamò portandosi una mano al petto, offesa. «Allora, guru della moda, tu quale mi consigli di provare per primo?»

«Provali entrambi, ma io opterei per il più liscio» le consigliò, ancora turbato per la sua uscita sul matrimonio mancato con Blaine. «Ti si addice di più il colore rosso, però. Rispecchia la tua anima».

«Okay, me lo merito» lo assecondò Santana, ritrovandosi a sorridere. «Nel profondo mi adori, lo so».

«Nel profondo, profondo» la corresse Kurt, sorridendole a sua volta. «Dopo aver convissuto con te per un anno, posso sopportare qualsiasi cosa».

«Hey ragazze!»

Kurt si irrigidì all’istante quando sentì la voce di Sebastian. La prima cosa che pensò non appena lo vide fu che fosse incredibilmente bello, e fu come se tutto il risentimento accumulato in quella settimana di silenzio fosse svanito nel nulla.

«Kurt…» lo salutò distaccato.

«Sebastian…» ricambiò a tono lui, facendo calare il gelo nella sala.

«Allora vado a provarmi questi intanto» ruppe il ghiaccio Santana schioccando le dita. «Non posso far aspettare Brittany in camerino tutto il giorno!»

Kurt passò davanti a Sebastian, scostando una spalla per evitare di avvicinarsi troppo a lui, e tornò a sedersi vicino alle ragazze sul divano. Sebastian si piazzò vicino ai camerini, appoggiandosi a una parete per poter assistere alla sfilata e, nel contempo, avere un’ottima visuale su Kurt.

La signora Smythe continuava a passare lo sguardo confusa dall’uno all’altro. Forse Sebastian non l’aveva messa realmente al corrente di quello che era successo tra loro, ed aveva accampato una banale scusa per giustificare il suo ritorno a casa.

Sebastian sembrava giù di morale, ed ogni volta che lo guardava e Kurt ricambiava, girava rapidamente la testa per non dover incrociare il suo sguardo. Di solito era sempre lui quello sicuro tra i due, ma in quel momento, sembrava che i ruoli si fossero ribaltati.

«Muoviti Santana, siamo curiose!» urlò spazientita Tina.

Qualche istante dopo, Santana emerse dal camerino, indossando l’abito suggeritole da Kurt. Era davvero incantevole.

«Sei bellissima!» squittirono all’unisono le ragazze.

«Questo ti sta davvero benissimo, cara. Intanto te ne ho messi altri due in camerino che seguono un po’ questo stile… penso ci possa essere anche un potenziale vincitore» disse la signora Smythe.

«Kurt, che ne pensi?» domandò Santana con aspettativa.

Kurt la osservò per qualche secondo, invitandola a fare un giro su sé stessa. Era innegabile che il vestito le calzasse alla perfezione e che lei fosse stupenda, ma c’era qualcosa che non lo convinceva. «Bello, ma secondo me non ti rappresenta» rispose sincero.

«Concordo con lui» si permise di commentare Sebastian, sperando in realtà di attirare la sua attenzione.

«Vado con un altro allora» si affidò al loro giudizio, «ma questo non mi dispiace. Lo terrò presente» aggiunse rientrando in camerino.

«Ne hai già adocchiato uno che potrebbe andare bene?» domandò Rachel a Kurt, fidandosi anche lei del suo gusto.

«Mi piace quello che ha appena indossato, ma ho visto di sfuggita quello che ha portato poco fa la signora Smythe e penso possa essere la scelta giusta».

«Vuoi provarlo anche tu, Kurt?» gli rivolse la parola Sebastian col suo solito tono provocatorio. Era impressionante come il suo umore cambiasse da un momento all’altro e rendesse impossibile a Kurt decifrarlo. Sebastian era sempre un’incognita per lui.

«No, Sebastian» accentuò il suo nome infastidito, per fargli capire di non aver ancora perdonato la sua fuga qualche giorno prima. Era troppo facile stare allo scherzo e mostrarsi aperto ai suoi punzecchiamenti; voleva ripagarlo con la sua stessa moneta.

«Nervosetto» lo apostrofò Sebastian, incrociando le braccia al petto, con un ghigno compiaciuto. Era tornato ad avere il controllo della situazione e a Kurt non stava bene per niente.

Stava per replicare quando la voce acuta e penetrante di Rachel lo fece desistere dal rispondere a Sebastian con una parolaccia.

«Oh, Santana! Sei meravigliosa!»

«Divina!» sospirò Mercedes.

«Pazzesca!» si accodò Tina. «Per ora vince questo!»

Karen Smythe sembrava stesse guardando la propria figlia sposarsi, tanto appariva emozionata alla vista di Santana con quell’abito. «Sei perfetta, mia cara. Tesoro, che ne pensi? Non sta divinamente?» si rivolse poi a suo figlio.

Sebastian fece spallucce, per nulla interessato. «Sono gay, mamma» le ricordò scherzosamente, ma quando per risposta ricevette un’occhiata di rimprovero, cambiò subito atteggiamento. «Stai molto bene, Santana».

«Grazie, Smythe» rispose incerta Santana, alzando un sopracciglio. «Vado a provarmene altri. Lascio quello liscio per ultimo» aggiunse scomparendo di nuovo dietro la tenda del camerino.

Kurt avrebbe voluto essere più partecipe alla scelta dell’abito, ma non poteva fare a meno che sentirsi rapito dall’incantesimo di Sebastian. Continuava a starsene appoggiato alla parete con le braccia conserte, e gli occhi fissi su di lui. Kurt, per quanto fingesse di non notarlo, li percepiva, e solo l’idea gli faceva provare un brivido per tutto il corpo. Non potevano andare avanti così e pretendere che le cose si sarebbero risolte da sole senza discuterne pacificamente, ma Kurt era anche consapevole del fatto che avere una conversazione civile con Sebastian era un evento più unico che raro. Prevedeva già fuochi e fiamme, e non voleva dare in escandescenza nell’atelier della signora Smythe, men che meno in sua presenza.

Sebastian però sembrava determinato a non demordere e la sua iniziale insicurezza si era trasformata in un gioco di potere. Voleva dimostrargli a sua volta di essere sicuro di sé e di non temere il confronto.

Kurt approfittò delle fitte chiacchiere tra le sue amiche per alzarsi dal divano. «Io vado a vedere dei vestiti di là» bisbigliò, facendo un cenno alla signora Smythe, pregando con tutto sé stesso che non le venisse in mente di accompagnarlo.

Sebastian lo seguì con lo sguardo, e colse immediatamente il suo segnale. Con altrettanta nonchalance, abbandonò la stanza ed entrò nell’ala est dell’atelier.

Kurt stava passando la punta delle dita sui vari vestiti esposti, camminando avanti e indietro per ammirare i particolari di ciascuno di essi. Si rese subito conto di non essere da solo, ma non era intenzionato a parlare per primo; per una volta voleva che fosse Sebastian a cedere.

«Non assisti alla prova vestiti?» fece il suo gioco Sebastian.

Kurt continuò a dargli le spalle, fingendo di essere più interessato ai vestiti che a lui. «Quelli che si sta provando ora hanno troppi merletti. So già che non sceglierei quelli, se fossi in lei. Aspetto l’ultimo…» lo informò. «Mi sorprende che tu mi parli ancora» non riuscì poi a trattenersi, la rabbia che gli ribolliva nelle vene.

«Non incominciare» rispose pacatamente Sebastian, con un tono così calmo da far innervosire Kurt ancora di più.

«Beh, non mi rispondi da giorni. Credevo non volessi più rivolgermi la parola» puntualizzò con acidità, stirando le labbra in un’espressione austera che Sebastian non vide. «Um, anche questo è bello» continuò poi a parlare dei vestiti, come se quella conversazione non meritasse sufficiente importanza.

«Carino, si…» cercò di assecondarlo suo malgrado Sebastian.  «Hai parlato con Blaine?» domandò poi con finto disinteresse facendo qualche passo verso di lui.

«Non ancora… Non abbiamo avuto modo di incontrarci. Ma suppongo che dovremmo parlarci prima o poi…»

«Per tornare assieme..?» chiese Sebastian in un sussurro.

Kurt lo sentiva fin troppo vicino. «Non ne sono più così sicuro» mormorò sentendo le mani di Sebastian cingergli i fianchi da dietro, il suo caldo respiro che gli accarezzava il collo.

Kurt chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto, tanto semplice quanto intimo. Non poteva dargliela vinta, ma quando si trattava di lui dimenticava cosa fosse la lucidità e la razionalità.

«È tutto confuso al momento…» ansimò agitato Kurt. «Sono qui solo per sostenere Brittany e Santana» sperò di allontanarlo, senza successo.

«Ah si?»

«Si. Non sono qui per te, se è quello che credi» si sforzò di mentire, anche se il suo cuore suggeriva tutt’altro.

«Lo sai che verrò al matrimonio?» cambiò argomento Sebastian, togliendo le mani dai suoi fianchi ma non spostandosi di un centimetro.

Kurt si leccò le labbra, sentendo la gola seccarsi. «Santana ha cambiato idea?»

«A quanto pare…» sogghignò Sebastian. «Però andarci da solo sarebbe deprimente».

«Mi stai chiedendo di venirci con te?» gli domandò Kurt, aspettandosi come risposta qualche frase confezionata per fargli credere che fosse stata una sua idea.

«Ti andrebbe?» gli rispose inaspettatamente Sebastian.

«Beh, non lo so Bas. Ero convinto che mi volessi fuori dalla tua vita» tornò sulla questione spinosa. «Non puoi cambiare idea ogni volta».

«Da che pulpito» ribatté ridendo sotto i baffi.

«Sei tu che scappi sempre» puntualizzò Kurt, stirando le sopracciglia verso l’alto.

«Sei bellissimo oggi» si lasciò sfuggire Sebastian, avvicinando pericolosamente le labbra al suo collo, facendo inclinare quasi meccanicamente la testa a Kurt per lasciargli spazio. «Cercavi di impressionarmi?»

Kurt dovette fare appello a tutte le sue forze per mantenere il controllo. «Ti stupirò, Sebastian, ma non gira tutto intorno a te».

«Credevo di essere tutto il tuo mondo» ridacchiò Sebastian, con l’intento di farlo sciogliere.

Kurt arricciò le labbra per contenere un sorriso, alzando gli occhi al cielo. «Quanto sei egocen-» tentò di dire prima di girarsi, ma le parole gli si smorzarono in gola.

Sebastian aveva posato le mani sulle sue guance ad una tale velocità da non dargli nemmeno il tempo di realizzare quello che stava succedendo. Lo baciò con passione, dimenticandosi che a pochi passi di distanza c’erano le loro amiche e sua madre; ma a Sebastian non importava. Sentiva che quella era la cosa giusta da fare e che, per quanto ci avesse provato, non riusciva a stargli distante. Aveva resistito appena sei giorni, e gli erano parsi un’eternità.

Kurt portò le mani alla sua schiena, stringendolo a sé, rischiando di inciampare all’indietro e finire contro i vestiti da sposa. Ci mancava solo che rovinasse quegli abiti costosissimi e si sarebbe giocato la benevolenza della signora Smythe.

«KURT?!» lo richiamò all’improvviso Santana dall’altra stanza, facendolo staccare da Sebastian con uno schiocco sonoro. «Credo che questo sia quello giusto! Smettila di copulare con Smythe e vieni a vedermi!»

Sebastian si portò una mano sulle labbra per non ridere, divertito dal fatto che Santana avesse capito perfettamente cosa stesse succedendo vicino a loro, ma Kurt non sembrava altrettanto a suo agio. Era infastidito per essere stato interrotto sul più bello ed era nervoso per esserci cascato di nuovo.

Kurt si ricompose e, fingendo che non fosse successo nulla, si diresse con Sebastian nell’ala ovest dell’atelier. Se pensava che Santana stesse divinamente con l’altro abito, con quello rasentava la perfezione.

«È lui» disse senza pensarci due volte. «Santana, questo è perfetto! È semplice, elegante e sexy contemporaneamente».

Santana sorrise compiaciuta. «Voi ragazze? Che dite?»

«Incantevole. Una principessa» sospirò Mercedes, mentre le altre annuivano incantate.

«Sei stupenda, Santana» si sbilanciò Sebastian aprendosi in un sorriso sincero, rivolgendole poi uno sguardo colmo di ammirazione.

Santana rimase interdetta, stupita che un tale complimento potesse arrivare proprio da lui. «Che hai? Cos’è quel sorrisetto sognante? Glielo hai dato Kurt?»

«SANTANA!» gracchiò fuori di sé, diventando così rosso da sembrare in ebollizione. «Sono mortificato» boccheggiò poi imbarazzato alla signora Smythe.

«Mia madre ha sentito di peggio» lo tranquillizzò Sebastian.

«Si, ma non ci tengo a sapere» puntualizzò Karen, anche lei rossa come Kurt.

«Allora?» li incalzò Santana.

«Questo ha il mio voto. Ma devi sentirlo tuo» le rispose Kurt, coprendosi le guance per nascondere il rossore. «A te piace?»

«Si, mi sento… benissimo» sorrise, all’apice della gioia.

«Allora scegli questo?» le chiese speranzosa Karen.

«Si, è perfetto» confermò Santana, dandosi un’ultima rapida occhiata allo specchio. «Vado a cambiarmi» disse correndo dentro il camerino. «Brittany, ho fatto! Puoi uscire!»

Brittany riemerse dal suo, accaldata. «Faceva caldissimo lì dentro! Immagino che Santana fosse bellissima! Ho sentito i vostri commenti e sapevo che il parere di Kurt avrebbe fatto la differenza».

«Entrambi i vostri abiti sono straordinari, e voi siete un incanto» si congratulò Rachel.

«Sono un po’ invidiosa» borbottò Tina, incupendosi.

«A chi lo dici! I matrimoni sono così romantici!» esclamò Mercedes.

«Sarebbe stato bello fare un matrimonio assieme a Kurt e Blaine» commentò poi inopportunamente Brittany. «Voi mi avete sempre ispirato tantissimo ragazzi. Siete i miei gay del cuore».

Kurt fece finta di non aver sentito quel ridicolo commento finale. «Già… Beh, è passato» tagliò corto, sentendosi in colpa a parlarne davanti a Sebastian.

«Non verrete assieme al matrimonio quindi?» domandò confusa Brittany.

«Io… no, non credo».

«Ci viene con me» si affrettò ad informarla Sebastian, prima che riuscisse a trovare una soluzione per farli venire assieme.

«Si… infatti» lo assecondò Kurt, incerto.

«Mi sono persa, state ufficialmente assieme quindi?» domandò Santana uscendo dal camerino col vestito prescelto, coperto dall’involucro per non farlo vedere a Brittany.

«No, no, no! Siamo amici» rispose di getto Kurt, percependo all’istante la delusione di Sebastian, quando i loro sguardi si incrociarono.

«Kurt, perché non vieni a cena da noi qualche volta? Dopo tutto quello che hai fatto per Sebastian, mi sembra il minimo» si unì alla conversazione Karen.

«Sarebbe un piacere, signora Smythe» accettò con entusiasmo Kurt. Aveva sempre voluto vedere la casa di Sebastian e conoscere la sua famiglia. Sebastian gli aveva sempre parlato approssimativamente di ogni cosa e sembrava essere particolarmente geloso della sua privacy.

«Mamma, non è il caso» cercò di dissuaderla Sebastian, senza successo.

«Kurt, sarebbe davvero bellissimo se venissi» continuò ignorando suo figlio.

«Forse riusciremo ad organizzare comunque un doppio matrimonio» disse di nuovo a sproposito Brittany, non rendendosi conto di quanto fosse fuori luogo in quel momento. «Tra voi due» specificò indicando Kurt e Sebastian, quando nessuno rispose.

«Avevo capito, Britt» replicò freddo Kurt. Lui e Sebastian non stavano nemmeno assieme, e Brittany già pensava ad un matrimonio. Le voleva bene ma a volte sembrava uscita dal mondo delle favole.

«Mi confermate quei vestiti allora?» chiese la signora Smythe invitandole a porgerglieli.

«Si, perfetti» annuì Santana, avvicinandosi al bancone per pagare.

«Kurt, posso parlarti un attimo?» gli chiese all’improvviso Sebastian, approfittando del fatto che fossero tutte impegnate con le trattative per il prezzo dei vestiti.

«Si, certo» rispose lui con un filo di voce, sapendo che qualsiasi cosa avesse da dirgli non avrebbe portato a nulla di buono ed avrebbe aggiunto solo ulteriori preoccupazioni alla loro già tormentata storia, se così la si poteva definire.

«Ti aspettiamo fuori Kurt» gli fece l’occhiolino Santana, mimando un gesto sconcio con le mani, proprio davanti alla signora Smythe.

Kurt e Sebastian svoltarono l’angolo, e si sistemarono tra i due camerini, per essere certi di non essere visti da nessuno.

«Che c’è?» gli chiese Sebastian sorridente, quando notò l’espressione imbronciata di Kurt.

«Ignoriamo il bacio che mi hai dato prima?»

«Me lo hai dato tu» finse di non ricordare la dinamica Sebastian.

«Continueremo così ancora per molto?» sbuffò Kurt annoiato. «Allora, cosa mi dovevi dire?»

«Forse dovresti dirmi tu quello che succede» lo prese in contropiede Sebastian. «Io sono stato chiaro».

«Ah, davvero? Sei stato chiaro?» ripeté a pappagallo Kurt, con un colpo di tosse misto ad una risata nervosa. «Perché l’unica cosa che ho colto è che vuoi venire a letto con me».

«Ed è una cosa brutta?» domandò genuinamente Sebastian, corrucciando le labbra.

«Sì, se vuoi limitarti a quello» sbottò Kurt, turbato. «Non siamo mai nemmeno usciti da soli! Le serate a casa mia sul divano a guardare Netflix non contano».

«Uscire da soli? Per un appuntamento? Oh, okay qui metto un limite» si agitò Sebastian, le orecchie che avevano assunto un colore scarlatto.

«Vedi? Appena si parla di qualcosa di più serio ti spaventi! Fintanto che sono uscite con i miei amici va bene, ma se ti chiedo di uscire per una serata romantica solo tu ed io mi dici di no?!» si infervorò Kurt. «Poi non piagnucolare se mi avvicino a Blaine».

«Kurt… perché dobbiamo per forza definire quello che c’è tra noi? Non possiamo tornare come prima? Amici che vivono assieme e ogni tanto si divertono? Cosa c’è di male in questo?!»

«Questo è quello che vuoi tu, non io» lo incenerì Kurt. «Io voglio di più. Voglio una storia seria».

«Si, beh, è quello che intendevo».

Kurt non poteva credere alle sue orecchie. Era come se Sebastian si mettesse di impegno per farlo uscire di testa. «Credo che abbiamo un concetto diverso di storia seria, evidentemente».

«Cosa provi per me, Kurt? E per Blaine? Se mi rispondi ‘non lo so’ giuro che non ti rivolgo più la parola» lo tartassò risentito Sebastian.

Kurt ci rifletté per qualche secondo, ripensando ai bei momenti trascorsi con entrambi. «Credi che sia possibile provare sentimenti per due persone contemporaneamente?»

«Attrazione si, sentimenti no» rispose con decisione Sebastian.

«Beh, per Blaine provo un profondo affetto. Credevo di esserne ancora innamorato, ma quando mi ha baciato non mi sono sentito come avrei creduto… E poi proprio tu parli di sentimenti! Non hai mai provato sentimenti per nessuno in vita tua!»

«Ora si» lo contraddisse Sebastian.

Kurt si sentì in colpa per ciò che gli aveva detto, ma era troppo orgoglioso per chiedergli scusa. Quindi Sebastian provava davvero qualcosa di più di una semplice attrazione?

«Okay, per Blaine provi un profondo affetto. E per me..?» insistette speranzoso Sebastian, facendosi più vicino.

Quando il suo tono di voce si abbassava fino a quel punto e i suoi occhi si posavano sulle labbra di Kurt, desiderosi di poterle baciare, Kurt sapeva che non c’era una via di ritorno e che i suoi impulsi sarebbero stati incontrollabili.

Kurt afferrò Sebastian per il colletto, premendo con decisione le labbra contro le sue e spingendolo poco delicatamente dentro uno dei camerini, richiudendo con foga la tenda alle sue spalle. Erano così coinvolti da quel bacio, che facevano fatica a respirare.

Sebastian premette una mano sul petto di Kurt per allontanarlo, i suoi occhi che si muovevano interrogativi sul suo viso. «E questo che cosa vuol dire? Non è una risposta».

«Vuol dire che mi piaci, scemo» ansimò Kurt, cercando di baciarlo di nuovo.

Sebastian si scostò. «Ti… piaccio

Kurt, inebriato da quel momento, non percepì appieno la sua delusione e ci scherzò sopra, ridacchiando. «Non è sufficiente?»

«Beh, piaccio è un po’ poco…» osservò Sebastian, infilando un dito sulla scollatura della camicia di Kurt, per avvicinarlo a sé, non permettendogli ancora di baciarlo.

«Poco? Scusa, perché tu cosa provi?» gli domandò aspettandosi una risposta simile. Era sicuro di piacergli a quel punto, ma credeva che si trattasse di una forte chimica ed affetto.

Sebastian non disse niente, ma i suoi occhi valsero più di mille parole. Il suo sorriso si era spento e sul suo volto si era fatta strada un’espressione che sarebbe stata decifrabile da chiunque. Per la prima volta in vita sua, Kurt lo vide davvero vulnerabile. Aveva abbandonato ogni difesa e sembrava cercare disperatamente la sua approvazione o un qualsiasi segnale che gli facesse capire che anche Kurt era innamorato di lui.

«Oh» mormorò Kurt, le labbra semi dischiuse per lo stupore.

Sebastian non riuscì a reggere il contatto visivo più di dieci secondi e lo baciò di nuovo con ardore, facendolo scontrare con la schiena contro l’angolo del camerino.

L’atmosfera si stava riscaldando, e Kurt cercava goffamente di sbottonare la camicia a Sebastian ed armeggiare con la cerniera dei suoi jeans. Sapeva che non era il momento più opportuno, ma non riusciva a fermarsi. Anche Sebastian si era fatto trasportare dal corso degli eventi e passò con foga le mani tra i suoi capelli, scompigliandoglieli.

Le loro labbra si cercavano in continuazione e Sebastian si ritrovò a tirargli il labbro inferiore, tornando poi a succhiarlo con enfasi fino a farlo gonfiare. I loro gemiti ormai erano incontrollabili e dovettero più volte premersi una mano sulle labbra per non farsi sentire.

Kurt era quasi riuscito ad aprirgli del tutto i jeans, quando la voce della signora Smythe li portò a scollarsi di nuovo.

«Sebastian?!»

«Cazzo» ansimò, richiudendosi il bottone dei pantaloni. «Si?» chiese con voce acuta sbucando dal camerino con la testa, i capelli arruffati.

«Le tue amiche stanno andando via» lo informò.

«Um, si… Arriviamo» rispose di rimando, ormai senza voce. «Ne riparliamo, okay?» aggiunse frettolosamente a Kurt, riabbottonandosi la camicia. «Questa volta sul serio».

«Va bene» ansimò Kurt, ancora scombussolato.

Uscirono dai camerini assieme, entrambi visibilmente sconvolti. Quando varcarono la soglia dell’ala est, le ragazze rimasero tutte ferme a guardarli da capo a piedi, quasi avessero visto un fantasma.

«Che c’è?» chiese Kurt, fingendo indifferenza.

Santana corrugò la fronte, contenendo a stento una risata.

Sia Kurt che Sebastian avevano i capelli scompigliati, le labbra arrossate e gonfie e i vestiti spiegazzati. Entrambe le loro camicie non erano sistemate dentro i pantaloni e Sebastian aveva dimenticato la cerniera dei jeans aperta.

«È stato un piacere conoscerla, signora Smythe» disse con voce smorzata Kurt, tendendole la mano.

Karen non sembrava essersi accorta che erano reduci da una pomiciata, e gliela strinse sorridendogli dolcemente. «Anche per me, caro. L’invito a cena è sempre valido».

«Okay, grazie. Arrivederci» la salutò dirigendosi verso l’uscita dell’atelier con le ragazze. «Ciao…» aggiunse poi verso Sebastian, lanciandogli una rapida occhiata imbarazzata.

Kurt non fece in tempo a mettere piede fuori dal negozio, che Santana gli piombò addosso, un’aria furba impressa sul volto. «Kurt… Che avete fatto in quei camerini?!»

«Ci siamo solo baciati, tranquille» ci tenne a precisare Kurt. Non poteva dire loro che non era successo niente, perché era palese che non si fossero limitati a parlare.

«Blaine sa che verrai al matrimonio con lui? È il prossimo week-end!» gli ricordò Brittany.

«No, non lo sa… Glielo dirò. Ho bisogno di tempo» farfugliò nervoso. In fondo non sapeva nemmeno come informare Blaine di quello che stava succedendo con Sebastian. Sembrava ancora tutto così assurdo. Come era arrivato a ritrovarsi nei camerini di un atelier a sbaciucchiarsi con Sebastian Smythe?!

«Non tornerete assieme?» domandò ancora Brittany, confusa.

«Forse non eravamo destinati» fece spallucce Kurt, rendendosi conto di non esserne più così dispiaciuto. Credeva che quella ferita non si sarebbe mai risanata, eppure più passava il tempo più sentiva che lasciarsi fosse stata la scelta migliore. «E poi, come se non bastasse, Sebastian mi ha appena detto che mi ama, quindi».

«Cosa?!» strillarono tutte in coro.

«Cioè, non me lo ha detto chiaro e tondo però penso intendesse quello. Credo…» balbettò insicuro.

«Basta che non vi appartiate anche al matrimonio. Io non ti reggerò il gioco con Blaine. Devi essere chiaro» lo avvertì Santana.

Kurt annuì, costretto ad ammettere che aveva ragione. «Lo so. Lui lo è stato con me riguardo a Dave. Cercherò di vederlo prima del matrimonio e gliene parlerò».




N/A
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Vi ringrazio ancora per le recensioni e i messaggi! Mi fanno molto piacere!
P.S Chiedo anticipatamente scusa per il prossimo capitolo e per essermi lasciata andare un po' troppo al romanticismo... non dirò altro :P

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: heykurt