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Autore: heykurt    07/09/2020    3 recensioni
KURTBASTIAN : Mesi dopo essersi lasciati, Kurt decide di tornare a Lima per riconquistare Blaine, ma al suo ritorno scopre che l'ex fidanzato ha una relazione con Dave Karofsky. Kurt è sconvolto e non riesce a farsene una ragione, ma un casuale quanto inaspettato incontro con Sebastian Smythe stravolgerà completamente la sua vita.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 8

 

 

 

 

 

 

La mattina seguente Sebastian bussò alla porta del loft di Kurt alle sette e trenta, e continuò a battere il pugno per svariati minuti fino a quando un assonnato Kurt non andò ad aprirgli.

«Ehilà straniero» lo salutò sventolandogli davanti un sacchetto contente due donout ricoperti di glassa.

Kurt si massaggiò gli occhi, sbadigliando vistosamente. «Ciao… entra pure» rispose distratto, riuscendo a fatica a controllare le palpebre.

«Come va?» gli chiese pimpante Sebastian, stranamente di buon umore.

«Prima che cercassi di abbattere la mia porta andava abbastanza bene» si lamentò sedendosi a tavola. «Ah, prima che mi scordi… ieri sera mi ha scritto Blaine. Passerà questo pomeriggio».

«È un modo carino per dirmi di andare via?» ridacchiò Sebastian, non dando troppa importanza alla cosa.

«No, ora puoi restare. Anzi, grazie per la colazione» disse prendendo una ciambella. «Però sì, questo pomeriggio è bene che gliene parli da solo».

«Per dirgli..?» lo incalzò Sebastian sedendosi di fronte a lui.

«Che c’è stato qualcosa tra noi» biascicò frettoloso Kurt.

«Tutto qui?»

Kurt lo guardò interrogativo. «Che altro dovrei dirgli? Che andiamo al matrimonio assieme? Okay, posso farlo» si rispose da solo.

«Intendevo del fatto che tu ed io ora…» iniziò incerto Sebastian, non avendo il coraggio di completare la frase.

«Si..?»

«Oh, lo sai» ribatté brusco, arrossendo appena. «Se vuoi posso rimanere con te, così gliene parliamo assieme».

«No, è una cosa che devo fare da solo» ribadì con fermezza Kurt. «Abbiamo bisogno di un momento solo tra noi. Spero che tu capisca».

«Va bene, come preferisci» si mostrò comprensivo Sebastian. «Sappi che se hai bisogno ci sono».

«Grazie».

«Quindi… lo rendiamo ufficiale?» tornò sull’argomento addentando un donout con indifferenza, cercando di guardare ovunque tranne che negli occhi di Kurt.

«Cosa?»

«Vuoi proprio farmelo dire…» protestò imbarazzato. «Che stiamo insieme» aggiunse in un sussurro, quasi temesse che ci fosse qualcun altro a sentirli.

«Suppongo di si» mormorò Kurt a testa bassa.

«C’è qualcosa che non va?» notò Sebastian allungando una mano verso di lui per dargli conforto.

«Ho paura… di tutto questo» gli confessò Kurt.

«Per causa mia?»

«È ancora difficile per me riuscire a vedere un futuro con qualcuno… Ho paura di soffrire di nuovo come è successo con Blaine e anche se ora sono sicuro di quello che sento per te-»

«Sono passati mesi!» lo interruppe turbato Sebastian alzandosi da tavola per scaricare la tensione. «Non è arrivato il momento di voltare pagina? Lo so che hai sofferto tanto per Blaine, ma ti prometto che farò di tutto per renderti felice. Se c’è una cosa di cui sono sicuro è che ti amo e-» ma le parole gli si smorzarono in gola quando si rese conto di cosa aveva ammesso.

«Cosa?» boccheggiò Kurt incredulo, alzandosi lentamente a sua volta. «Mi ami?»

«Okay, fa un altro effetto dirlo ad alta voce» constatò Sebastian grattandosi nervoso la testa. «Wow, chi l’avrebbe mai detto che mi sarei umiliato tanto di fronte a Kurt Hummel?» ridacchiò agitandosi sempre di più.

«Umiliato?» ripeté confuso Kurt. «È la cosa più carina che tu mi abbia mai detto».

«Però non lo hai detto anche tu» gli fece notare Sebastian, decidendosi finalmente a guardarlo.

Kurt fece un passo verso di lui, aprendosi a poco a poco in un sorriso da un orecchio all’altro. «Ti amo».

Sebastian rimase impietrito, la gola secca che gli rendeva difficile respirare. «Dillo di nuovo» sussurrò scosso, provando emozioni che lo spaventavano.

«Ti amo» squittì Kurt buttandogli le braccia al collo e fiondandosi sulle sue labbra per dargli un bacio appassionato che sprigionava pura felicità.

Sebastian lo strinse sulla vita, avvicinandolo a sé e ricambiando il bacio con altrettanta enfasi fino a farlo sollevare da terra. Il cuore era sul punto di scoppiargli tanto galoppava forte, ma in quel momento ogni cosa era perfetta e non avrebbe mai creduto possibile poter provare tutte quelle sensazioni per una persona.

Kurt era così preso dal bacio che non si rese nemmeno conto del cellulare che stava vibrando sopra il tavolo. Fu Sebastian ad interrompere il bacio e a farglielo notare, ma quando Kurt prese in mano il telefono ed entrambi lessero il nome di Blaine sullo schermo, il loro entusiasmo sembrò svanire nel nulla.

«Ne soffrirà molto» fu tutto ciò che riuscì a dire Kurt.

«Sarebbe peggio se lo venisse a sapere da qualcun altro. Lui è stato onesto con te riguardo la sua storia con Dave» osservò Sebastian, cercando di fargli fare la scelta giusta.

«Lo so, hai ragione. Devo farlo» concordò Kurt a malincuore, rabbuiandosi.

Sebastian gli fece una carezza sulla guancia, passando delicatamente la punta del pollice sul suo labbro inferiore ancora umido. «Andrà bene» lo rassicurò passando poi la mano tra i suoi capelli ancora arruffati. «Bacio» aggiunse poi protendendo le labbra verso di lui per reclamarne uno.

Kurt le posò delicatamente sulle sue, beandosi di quel contatto, godendosi ogni singolo istante come se potesse essere l’ultimo. Sapeva che Blaine non avrebbe reagito bene alla notizia, ma non poteva continuare a mentirgli; l’avrebbe solo fatto soffrire di più.

 

Il pomeriggio, infatti, portò con sé un pesante carico d’ansia. Kurt continuava a passeggiare avanti ed indietro per il soggiorno, attendendo l’arrivo di Blaine. Sebastian tentò di calmarlo mandandogli un messaggio con scritto «Coraggio», ma la cosa non fece altro che renderlo ancora più nervoso, perché gli ricordò il primo messaggio inviatogli da Blaine. Sebastian non poteva saperlo, ma Kurt era talmente fuori controllo che gli avrebbe urlato contro se se lo fosse trovato davanti.

Due colpi alla porta.

Kurt deglutì rumorosamente, ripetendosi a mente le cose da dirgli, ma quando spalancò la porta del loft e vide Blaine, queste si dispersero nell’aria, lasciandolo impacciato davanti all’ingresso.

«Ciao» ruppe il ghiaccio Blaine, sorridendogli.

«C-ciao…» balbettò Kurt.

«Come stai?»

«Tutto bene. Tu?» mentì strofinandosi nervosamente le mani.

Blaine si limitò ad alzare le spalle, arricciando le labbra. «Mi sei mancato» sospirò poi senza smettere di sorridergli.

Così non faceva altro che rendergli le cose più difficili. «Oh, anche tu» si sentì quasi costretto a rispondere Kurt. «Accomodati» aggiunse facendogli strada dentro il suo loft.

«Wow, mi piace come lo hai arredato» si complimentò Blaine, passando in rassegna ogni singolo elemento, cercando qualcosa in comune con il loro vecchio loft di New York. «Sebastian non c’è?» azzardò poi con indifferenza, mentre studiava dei bicchieri esposti nella vetrina del soggiorno.

«No, è tornato dai suoi genitori per un po’» rispose vagamente Kurt, sperando non gli ponesse altre domande. «Ti posso offrire qualcosa?»

«No, sono a posto così, grazie».

«Come va con gli Usignoli?» tentò di nuovo Kurt, pregando che la conversazione prendesse ritmo ed agevolasse la sua confessione.

«Le prove vanno alla grande. Stancanti, ma anche soddisfacenti. A voi come vanno le cose?»

«Tutto bene…»

Blaine capì all’istante quello che stava cercando di fare, ed andò dritto al punto. «Senti, Kurt, dovremmo parlare di quello che è successo alla festa di Rachel».

Kurt sospirò, rassegnato. «Si, lo so. Ma devo prima dirti una cosa… Sediamoci qui» lo invitò ad accomodarsi sul divano.

Blaine lo seguì, titubante. «Spero niente di grave… Hai una faccia…»

«Ho solo paura della tua reazione» ammise Kurt, sedendosi all’estremità del divano in modo da non stargli troppo vicino.

«Che hai fatto?»

«È stato Dave a lasciarti o sei stato tu?» temporeggiò ancora Kurt, cercando il momento più adatto per dirglielo.

«Decisione presa di comune accordo. Ci siamo lasciati bene, tutto sommato. Abbiamo deciso di rimanere amici. Poi ho scoperto che pure lui si sentiva con un certo Craig di tanto in tanto, quindi mi sono sentito meno in colpa quando gli ho detto del nostro bacio».

«Gli hai detto anche che la cosa è partita da te, spero» ci tenne a sapere Kurt.

«Si, lo sa» lo tranquillizzò Blaine. «Mi dispiace di averti messo in questa situazione, non era mia intenzione. È solo che quando ti ho visto lì con Sebastian alla festa mi sono ingelosito, e tu eri così bello… Mi sono ricordato di tutto quello che avevamo vissuto assieme e di quanto tu sia importante per me e-»

«Sono andato a letto con Sebastian».

Le parole gli erano uscite senza che lui riuscisse a controllarle. Nel momento esatto in cui abbandonarono le sue labbra, fu come liberarsi di un grosso peso in mezzo al petto e si sentì incredibilmente più leggero.

«Lo so» rispose inaspettatamente Blaine.

«Lo sai?»

«Si, beh, lo sospettavo. Me lo aveva fatto capire Sebastian» sospirò, ricordando l’episodio a casa di Shuester.

Kurt alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa. «Tipico».

«Comunque posso capire perché lo hai fatto. Eri arrabbiato con me per essermi messo assieme a Dave e quando hai visto Sebastian allo Scandals eri così sconvolto che ti sei lasciato andare. Può succedere, non sono arrabbiato per quello» disse tutto d’un fiato, quasi stesse cercando di auto convincersene. «È stata solo una stupidaggine dettata dalla rabbia».

«Ehm… si, suppongo di si. All’inizio è stato così…» aggiunse con un filo di voce Kurt, smontando la sua versione.

«All’inizio?»

Kurt lo guardò con aria colpevole, incurvando le sopracciglia verso il basso. «Poi ho imparato a conoscerlo ed ora… mi piace».

«Sono felice che siate amici, davvero» sviò di nuovo il punto della questione Blaine. «Sono stato stupido a prendermela per le sue provocazioni».

«Blaine…» tentò di nuovo di farglielo capire Kurt. «Credo che tu non abbia afferrato quello che intendevo».

«Cioè?»

«Quando ho detto che mi piace, intendevo che… provo dei sentimenti per lui» confessò con voce tremante, deglutendo rumorosamente. «Lo so, è assurdo! Sono il primo a non credere che questo sia possibile perché lui è Sebastian! Voglio dire, Sebastian Smythe! Ci pensi? Quello stesso ragazzo di cui sono stato geloso per anni e per cui ho provato puro odio adesso…»

«Provi sentimenti per lui?» ripeté Blaine turbato.

«Lo so, è strano ma-»

«No, non lo è» rispose di getto Blaine, fin troppo calmo. «Sebastian sa essere convincente quando vuole».

Kurt corrugò la fronte, confuso. «Cosa vuoi dire?»

«Che ti sta solo usando, e io non voglio che tu stia male».

«Blaine… ci siamo innamorati» cercò di farlo ragionare, perché sembrava non realizzare appieno la cosa. «Lo so che avrei dovuto parlartene subito, mi dispiace tantissimo. Siccome verrò con lui al matrimonio di Santana e Brittany ci tenevo a dirtelo di persona».

«Oh… okay» biascicò Blaine disorientato, alzando in piedi. Si premette le mani alle tempie, cercando di elaborare ciò che gli era appena stato detto. «Forse è meglio che vada».

«No, ti prego. Possiamo parlarne? Io ti voglio ancora bene-» tentò di fermarlo Kurt alzandosi in piedi a sua volta per potergli bloccare la strada.

«Sebastian?! Kurt, ti ricordi cosa mi ha fatto?»

«E tu ti ricordi cosa Dave ha fatto a me?!» replicò ancora ferito. «Sei arrabbiato!? Perché sei arrabbiato?!»

«Non sono arrabbiato. È solo che tra tutte le persone proprio Sebastian?!»

«E tu proprio Dave?!»

«Quando ti ho baciato alla festa di Rachel credevo che anche tu ricambiassi. Per un momento ho pensato che ci fosse ancora qualcosa tra noi. Io lo sentivo anche da parte tua. Quando abbiamo cantato il duetto, quando abbiamo ricordato i tempi passati assieme… è tutto svanito per te?!»

«No! Certo che no!» andò nel panico Kurt, incapace di gestire la situazione. «Blaine, tu avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Sei stato il mio primo amore e questo non potrò mai scordarlo. Però le cose sono cambiate. Lo sai anche tu che non potevamo più vivere assieme. Era un litigio continuo e-»

«Anche con Sebastian mi pareva litigassi continuamente» lo aggredì Blaine.

«È diverso! Con lui sono sempre riuscito a chiarirmi in un modo o nell’altro, con te era come parlare con un muro! Quando cercavo di comunicare con te, tu non mi ascoltavi mai; come se non ti importasse di ciò che avevo da dire. Sebastian mi ascolta e rispetta le mie decisioni!»

«Io non ti rispettavo?!» sbottò allibito Blaine.

«No, eri asfissiante!» urlò fuori di sé Kurt, liberandosi finalmente di tutta la rabbia repressa. «Quando ti chiedevo di lasciarmi i miei spazi tu diventavi sempre più possessivo ed invadente e mi mancava costantemente il respiro!»

«Non credevo che stare con me fosse una tale tortura» ribatté con freddezza Blaine, superandolo.

«Non ho detto questo! Se avessimo imparato a comunicare forse non saremmo arrivati a questo punto!»

«Quindi la colpa è mia?!» sbottò di nuovo Blaine voltandosi verso di lui, furioso.

«No, è di entrambi» lo corresse Kurt. «Ci saremmo continuati a fare del male a vicenda, possibile che tu non te ne renda conto?!»

«Con Sebastian invece immagino sia tutto rose e fiori! Qual è il vero motivo per cui non è più qui con te Kurt? Hai avuto da ridire per l’arredamento anche con lui e lo hai cacciato di casa? Come sono andate davvero le cose?»

«Questi non sono affari che ti riguardano» rispose serioso Kurt, facendo del suo meglio per non dare ancora in escandescenza.  «Quello che Bas ed io abbiamo-»

«Quello che tu e Bas avete, certo» rise sarcasticamente Blaine. «Kurt, ti ha completamente annebbiato la mente!? Ha delle tali doti nascoste che ti è bastato andare a letto con lui per cadere ai suoi piedi?!»

«Non ti permetto di dire questo» sentenziò austero Kurt. «Io non ho detto niente quando mi hai sbattuto in faccia il fatto che stessi con Karofsky! E sono venuto a sapere da Sebastian che convivevate!»

«Certo, è da allora che ha iniziato il suo piano per vendicarsi».

«Vendicarsi di cosa?!» esclamò esasperato Kurt.

«Del fatto che io gli abbia detto di no!» gridò forte Blaine. «È chiaro che volesse colpire me, fingendosi preso da te. Ma l’hai visto alle feste? Ci provava con te per il puro gusto di provocarmi! Non c’era nulla di spontaneo nei suoi gesti… Tu hai perso la testa per uno che non ti considera nemmeno, se non per essere il passatempo di turno».

«Perché tutto questo astio? Credevi che venendo qui sarei tornato strisciando da te?»

«No, ma mi aspettavo che potessimo parlare di quello che è successo tra noi alla festa! Credevo che ci fosse ancora qualcosa quando ci siamo baciati!»

«Lo credevo anche io, Blaine. Comunque sei stato tu a baciarmi e quando lo hai fatto non ho sentito quello che avrei dovuto. Cosa che invece mi è successa con Sebastian! Perché diavolo mi devo giustificare con te?!»

Blaine marciò per la stanza, incredulo, e tornò a sedersi sul divano, coprendosi il volto con le mani. «Lo ami veramente?»

«Io, non lo so… Credo di si» disse a bassa voce Kurt, avvicinandosi di nuovo a lui.

«Credi di si» ripeté Blaine con una risata amara. «Kurt, te lo sto dicendo perché tengo a te come non ho mai tenuto a nessun altro. Non voglio ferirti o aggredirti per quello che tu e Sebastian avete fatto, ma sto cercando di farti capire che Sebastian non è una persona affidabile»

«Tu non lo conosci» lo difese Kurt.

«Credo di conoscerlo meglio di te, invece».

«Ah si? Cosa sai di lui?»

«Che è una persona subdola, meschina e calcolatrice. Qualsiasi cosa ti abbia detto non la pensa davvero» disse Blaine prendendogli la mano.

Kurt percepì quelle parole come coltellate in mezzo al petto. Si fidava di Sebastian, eppure una piccola parte di lui sentiva che quelle parole non erano del tutto false. Forse aveva davvero travisato ogni cosa e Sebastian stava approfittando della situazione, chissà per quale scopo.

«Forse questo non è il nostro momento, ma io so che noi siamo destinati a stare assieme» disse supplichevole Blaine dandogli un bacio sulle nocche.

«Blaine, no» si scansò Kurt, irritato. «Quando ti guardo provo ancora un profondo affetto per te e non posso cancellare tutto quello che abbiamo vissuto assieme, ma non sento più quel tipo di amore…» fu costretto ad ammettere, sentendosi incredibilmente in colpa. «Provare a ricominciare ci porterebbe ad odiarci, perché tu ed io non troveremmo mai un equilibrio. Siamo troppo diversi. Ci legherà sempre un sentimento fortissimo e sono certo che potremmo essere degli ottimi amici, ma nulla di più. Tornare assieme a New York implicherebbe altre litigate quotidiane per le cose più stupide e io non ce la faccio più. Sono davvero stanco di litigare».

«Mi stai dicendo di no, quindi? Che non vuoi riprovarci?» mormorò Blaine, gli occhi appena velati di lacrime.

«No, Blaine. Non voglio riprovarci. Ci abbiamo già provato più volte e per un motivo o per un altro ci siamo lasciati con risentimento. Io non voglio perderti, ma tornare assieme porterebbe a quello» lo fece ragionare Kurt. «Ti prego, non odiarmi…»

«Non potrei mai farlo» sussurrò Blaine. «Forse noi non potremmo stare assieme, e lo rispetto…» disse a fatica, «ma continuo a pensare quello che ti ho detto su Sebastian. Non è una bella persona».

«Non voglio più parlare di lui, non con te».

«Kurt, mi chiamava in continuazione. Ci provava con me davanti a te, e quando ci sentivamo mi chiedeva sempre di vederci di nascosto per stare assieme. Credi che non faccia così con altre persone mentre finge di fare gli occhi dolci a te?»

Kurt era sul punto di scoppiare a piangere. «Perché ti sembra così impossibile che provi qualcosa per me? Stai sottintendendo che non sono alla sua altezza? O meglio, alla tua

«Non volevo dire questo».

«Allora che volevi dire? Visto che ti sbavava dietro è impossibile che trovi anche me attraente e che io gli piaccia per quello che sono?» sbottò offeso Kurt.

«Hai travisato tutto. Ho solo paura di vederti soffrire e non voglio che tu stia male per lui» sospirò riprendendolo per mano.

«So badare a me stesso».

«Questo lo so».

«Allora lascia che io prenda le mie decisioni da solo» replicò con fermezza Kurt, stanco di discutere con lui. «Andrò al matrimonio con Sebastian e tu dovrai rispettare la mia scelta».

Blaine lasciò andare la presa e si alzò di nuovo dal divano, ritrovandosi ad un centimetro dalla sua faccia. «Poi non venire a dirmi che non ti avevo avvisato. Ti farà soltanto soffrire. Non è la persona che credi» disse con astio uscendo dal loft.

Kurt si accasciò sul divano, lasciando finalmente che le lacrime scorressero lungo le sue guance ed abbandonandosi a dei singhiozzi liberatori. Prese il cellulare ed aprì la chat con Sebastian:

 

“Blaine è appena stato qui e non è andata bene. L’ha presa peggio di quanto pensassi.
Vorrei restare solo per qualche giorno, spero rispetterai la mia decisione.
Ci vediamo il giorno del 
matrimonio. Scusami.”

 

“Mi dispiace. Se hai bisogno di parlare ci sono. Chiamami o scrivermi quando vuoi. Ti amo.”

 

*

 

Per Kurt fu una settimana eterna. Sebastian gli era mancato terribilmente, ma non era certo di essere già pronto a rivederlo, soprattutto perché avrebbe dovuto confrontarsi con lui e Blaine contemporaneamente e Blaine non gli era sembrato ben disposto a parlare civilmente.

Kurt si guardò allo specchio, soddisfatto del suo completo (uno smoking bianco con un papillon nero); era felice di come gli calzava, ma nel contempo fu colto da un’improvvisa malinconia ripensando al fatto che quello sarebbe potuto essere l’abito del proprio matrimonio.

Quando Sebastian bussò alla porta, la sua agitazione era alle stelle. Il ragazzo indossava uno smoking nero, camicia bianca e cravatta nera, ed aveva un aspetto impeccabile.

«Ehi… come stai?» lo salutò Sebastian sporgendosi verso di lui per dargli un rapido bacio sulle labbra.

«Ciao» lo salutò distante Kurt. «Scusa se non mi sono fatto sentire, ma avevo bisogno di pensare e metabolizzare quello che è successo con Blaine. Grazie per non aver insistito ed avermi lasciato i miei spazi».

«Sai che se hai bisogno basta un fischio e corro qui» gli sorrise comprensivo Sebastian facendogli una carezza sul braccio.

«Certo…» rispose in un sussurro Kurt.

«Che hai? Sei strano…» constatò Sebastian corrugando le sopracciglia. «È andata davvero così male con Blaine?»

«Abbastanza» disse secco lui, sul punto di piangere di nuovo.

«Sa che andiamo al matrimonio assieme? Non vorrei gli prendesse un colpo vedendoci arrivare a braccetto» cercò di smorzare la tensione.

«Lo sa…»

Sebastian fece scorrere la punta delle dita sul petto di Kurt, squadrandolo da capo a piedi con occhi pieni d’amore. «Sei davvero uno schianto».

«Grazie, anche tu» rispose distaccato Kurt..

Sebastian, cercò di ignorare quel commento, ma non poté fingere indifferenza quando lo baciò e non ottenne alcun tipo di entusiasmo da parte sua.

«Sicuro sia tutto okay?» provò a richiedergli dubbioso.

«Sono solo un po’ in ansia di vederlo. Non ci siamo lasciati bene» si limitò a rispondergli Kurt, in realtà ancora turbato dalle parole di Blaine su Sebastian.

«Mi dispiace».

«Ti dispiace davvero? Certo…»

Sebastian era sempre più perplesso. «Si può sapere che ti prende? Ce l’hai con me per qualcosa?»

«No, niente. Andiamo?» lo spronò Kurt, deciso a non dare inizio ad una discussione senza capo né coda. Non ce l’aveva realmente con lui, ma non era di buon umore per parlargli.

«Okay…» accettò passivamente Sebastian, uscendo assieme a Kurt dal loft.

Il tragitto in macchina fu caratterizzato dal più completo silenzio. Sebastian non volle insistere nel fare conversazione quando capì che da parte di Kurt non c’era il desiderio di farlo, ma non poté fare a meno che rimanerci male quando provò a prendergli la mano e Kurt si scansò, fingendo di non essersene accorto.

«Agitato?» gli chiese quando fermò la macchina nel parcheggio.

«Terrorizzato» ammise Kurt. «Mi dispiace se ti sono sembrato freddo, è solo un brutto momento».

Sebastian annuì. «Ho capito. Ci sono io con te» lo rassicurò quando uscirono dalla macchina. Gli si avvicinò e gli diede un rapido bacio sulla guancia, incamminandosi poi verso il fienile addobbato per il matrimonio.

«Come siete eleganti!» squittì Rachel in lontananza, correndogli incontro, rischiando più volte di cadere. Il terreno era instabile e decisamente non adatto per essere percorso da tacchi alti.

«Sei bellissima» le sorrise Kurt ammirando il suo vestito rosa antico.

A loro si avvicinarono anche Mercedes e Tina, indossando un abito molto simile a quello di Rachel.

«Avete già visto le sposine?» domandò Sebastian.

«Brittany è in pieno panico» lo informò Mercedes.

«Santana invece sembra che stia andando ad una festa di qualcun altro. È fin troppo calma» aggiunse Tina.

«Tuo padre è quello più entusiasta» parlò di nuovo Rachel, posando una mano sulla spalla di Kurt.

«Suo padre?» domandò confuso Sebastian.

«Si, celebrerà lui il matrimonio, credevo di avertelo detto» rispose vago Kurt.

«Oh, wow. Forte» replicò Sebastian con entusiasmo. In realtà non era felice per il fatto che celebrasse la cerimonia, ma piuttosto per il fatto che fosse presente al matrimonio e lui avrebbe avuto finalmente l’occasione di conoscerlo come si deve. «Tesoro, vado a prendere i posti, che dici? Ti aspetto dentro» si congedò dando a Kurt un bacio sulle labbra.

«Tesoro? Ora prova a dire che non state assieme!» esclamò Mercedes quando Sebastian sparì all’interno del fienile.

«Sì, okay, stiamo assieme» tagliò corto Kurt, che non era in vena di parlare della sua vita amorosa.

«Finalmente! Vi ci voleva tanto?!» ridacchiò Rachel divertita.

Kurt fece roteare gli occhi. «Il problema è che- Blaine! Ciao!» esclamò a gran voce, colto alla sprovvista.

Anche Blaine indossava un completo bianco simile al suo. Lo avevano comprato assieme un anno prima e dicevano sempre che sarebbero stati i loro abiti per il matrimonio. Faceva un certo effetto pensarci e rendersi conto di quanto fossero cambiate le cose.

«Ciao ragazzi» li salutò Blaine, inaspettatamente solare. «Sei meraviglioso» si complimentò poi con Kurt, guardandolo con occhi sognanti che non passarono inosservati alle ragazze.

«Anche tu stai bene» mormorò lui a disagio.

«Andiamo a prendere posto?» gli propose Blaine prendendolo sottobraccio, costringendolo ad avanzare verso l’ingresso.

Le ragazze non ebbero nemmeno il tempo di intromettersi nella discussione e li seguirono a ruota, stando comunque a debita distanza, quasi fossero di troppo.

«È davvero meraviglioso qui. Hanno allestito una bellissima sala» commentò Blaine guardandosi attorno.

«Già…»

Nel fienile erano state disposte più di venti file di sedie, ciascuna composta da una decina di posti, che si affacciavano su un piccolo palco in legno dove si sarebbe celebrata la funzione. Su di esso erano stati allestiti degli archi ornati con calli e fiocchi bianchi ed un semplice ma elegante tavolino per le spose.

Ai lati della sala, invece, erano stati disposti dei tavoli circolari per gli ospiti, e un buffet in teche di vetro, che faceva venire l’acquolina solo a guardarlo.

«Senti, Kurt. Volevo scusarmi per l’altro giorno» parlò di nuovo Blaine. «Non avrei dovuto attaccarti così, non ne avevo il diritto».

«Okay…» continuò a rispondere a monosillabi Kurt.

«Mi dispiace, davvero. Mi perdoni?» lo supplicò Blaine sfoggiando la sua arma migliore, i suoi fantastici occhi.

«Non sono arrabbiato con te. Sono solo dispiaciuto per quello che hai detto su Sebastian e i suoi sentimenti per me. Non ho pensato ad altro per tutta la settimana».

Blaine stava per rispondere quando si accorse della presenza di Sebastian in fondo alla navata, seduto in seconda fila, e d’istinto strinse Kurt a sé. «Non volevo, ti chiedo scusa. Ero fuori di me perché non me lo aspettavo. Dovresti sapere come ci si sente… Mi ci è voluto un po’ per metabolizzare la cosa. D’altronde, mi conosci. Sono una perfetta drama queen» cercò di farlo ridere e per Kurt fu impossibile contenersi, e si lasciò andare.

«Questo è vero» ridacchiò, arricciando le labbra.

Fu proprio in quel momento che Sebastian si voltò verso di loro. Blaine si accertò che li stesse guardando ed appoggiò la fronte alla spalla di Kurt, camuffando una risata.

«Vado a sedermi, ci becchiamo dopo al rinfresco, okay?» gli sorrise Kurt, contento che la tensione tra loro si fosse allentata.

«Certo» rispose dolcemente Blaine, dandogli un bacio sulla guancia.

Kurt proseguì lungo la navata, facendo un breve cenno al professor Shuester e ad altri conoscenti. «Ehi» richiamò l’attenzione di Sebastian, sedendosi vicino a lui.

«Non mi sembravate così arrabbiati» fu la prima cosa che gli disse Sebastian, guardando dritto di fronte a sé. «Cos’è, avete già chiarito?» Era evidente che vi fosse un certo risentimento per aver rivisto tra loro la complicità di un tempo.

«Si è scusato per quello che mi ha detto, ma gli ci vorrà del tempo per assimilare la cosa. Cerca di comprenderlo».

«Oh io lo comprendo benissimo, ma può anche evitare di appiccicarsi come una cozza per infastidirmi» borbottò.

Kurt pensò immediatamente alle parole di Blaine e al fatto che a Sebastian interessasse solo fargliela pagare e non avesse reali sentimenti per lui. Si sentì orribile anche solo a pensarlo.

Le voci di Mercedes ed Artie lo distolsero dai suoi pensieri. Al suono di ‘At Last’, Sebastian lo prese d’istinto per mano e Kurt si sentì ancora più in colpa per aver avuto anche solo il minimo dubbio su di lui. Quel gesto gli era apparso così tenero e spontaneo che non poteva essere finto. Non poteva e basta.

«Stanno arrivando…» gli sussurrò all’orecchio.

Santana e Brittany furono scortate l’una dopo l’altra dai loro padri fino all’altare improvvisato, dove Burt le attendeva commosso. Quando le ragazze passarono loro accanto, Kurt alzò un pollice per incoraggiarle; Brittany era molto agitata, mentre Santana sembrava impaziente di diventare sua moglie.

«Carissimi, si inizia così no?» richiamò l’attenzione Burt parlando a gran voce. «Per ben due volte, ho avuto la fortuna di incontrare l’amore della mia vita e in entrambi i casi mi sono sposato. Sapevo di essere fortunato a poterlo fare, ma l’entità di tale fortuna l’ho capita quando ho dovuto superare un confine per venire a celebrare il matrimonio di questa coppia meravigliosa. Voglio ringraziarvi, Santana e Brittany. Voglio ringraziarvi del vostro coraggio e della vostra onestà. Siete qui a dimostrarci che l’amore e il matrimonio sono molto più grandi di quanto pensassimo. E anche molto più semplici. Amore e matrimonio significano che due persone si dicono: ‘Ti amo perché ti amo e so che sarà un viaggio strepitoso, ma voglio intraprenderlo solo insieme a te’».

Kurt percepì la stretta di Sebastian farsi più forte e di sottecchi vide che i suoi occhi erano lucidi. Non avrebbe mai creduto che nel profondo fosse un inguaribile romantico.

«Ed ora scambiatevi le promesse» continuò Burt, facendo spazio a Santana e Brittany.

Santana si schiarì la voce, prendendo la sua ragazza per mano. «Brittany, io ho sempre vissuto nell’ombra. Chiunque sia entrato nella mia vita ha cercato di portarmi alla luce o di farmi ripiombare nell’oscurità. Mi hanno oppressa, esclusa e spesso fraintesa. Pensavo che non sarei mai riuscita a trovare il vero amore».

«Il mondo mi faceva paura e mi confondeva. Andava troppo veloce e mi sentivo stupida» continuò Brittany, «ma poi sei arrivata tu e anche se mi avessero detto che non avrebbe funzionato e che alla fine, nonostante la fatica e tutti i nostri sforzi sarebbe stata una delusione…»

«Avrei detto di si» completò la frase Santana. «Lo avrei detto altre mille volte. Avrei sopportato tutto solo per poter essere qui a sposarti. Mi sento un work in progress».

«Mi sento un work in progress» ripeté Brittany, ora più rilassata.

«Tu non mi hai chiesto di uscire dall’ombra. Mi hai aiutato a liberarmi di ciò che oscura il sole. Per noi è arrivato il momento di camminare insieme alla luce del sole. Per sempre. È quello che vuoi?» le sorrise commossa Santana.

Il volto di Brittany fu solcato all’improvviso da lacrime. «Lo voglio».

«Lo voglio» disse a sua volta Santana con sicurezza.

Burt porse loro gli anelli ed entrambe lo infilarono l’una all’anulare dell’altra, le loro mani che tremavano per l’emozione.

«E ora» riprese Burt, «per il potere conferitomi dallo Stato dell’Indiana e davanti a un Dio che, di sicuro, se crede nell’amore, non può che approvare l’unione di questa splendida coppia… Vi dichiaro moglie e moglie. Potete baciarvi».

Brittany prese il volto di Santana tra le mani, posando delicatamente le labbra sulle sue e Santana ricambiò con più enfasi stringendola in un abbraccio.

«Congratulazioni!» urlarono tutti a gran voce, alzandosi in piedi ad applaudirle.

Sebastian si ritrovò a guardare Kurt, realizzando davvero quanto fosse innamorato di lui. Per nessuno aveva mai provato un sentimento simile  e anche se quella sensazione lo spaventava, sentiva di desiderare stare con lui più di ogni altra cosa al mondo.

Gli invitati aiutarono i parenti di Brittany e Santana a spostare le sedie ai lati della sala, molte delle quali attorno ai tavoli preparati per il pranzo.

Kurt ne stava spostando due da mettere al loro tavolo, quando qualcuno posò una mano sulla sua schiena.

«Papà! Ciao!» lo salutò facendo cadere le sedie e dandogli un abbraccio forte. «Scusa se non ti ho salutato prima, ma sarebbe stato imbarazzante essere sul palco all’arrivo delle spose».

«Non ti preoccupare, figliolo. A dire il vero volevo farti una domanda…» disse a bassa voce, abbassandosi abbastanza per parlargli all’orecchio. «Quel giovanotto lì non è quel ragazzo che gareggiava contro di voi alle competizioni di Glee Club?»

Kurt seguì la traiettoria del suo sguardo. «Oh, Sebastian? Si…»

«Non voglio farmi gli affari tuoi, ma è il tuo nuovo ragazzo? Vi ho visti tenervi per mano prima o sbaglio?» si impicciò.

Kurt si sentiva in colpa per non avergliene parlato in tutti quei mesi e cercò di dissimulare. «Volevo presentartelo prima ma per un motivo o per l’altro non ho mai trovato l’occasione giusta e- Sebastian!» esclamò quando se lo ritrovò all’improvviso di fianco. «Ehm, Bas lui è mio padre, Burt Hummel. Papà, lui è Sebastian…»  esitò qualche istante, sperando che rendendo ufficiale la cosa non lo spaventasse. «Il mio ragazzo».

«È un piacere conoscerla, signore» rispose solare Sebastian, per nulla turbato dalla cosa.

«Il piacere è tutto mio» disse Burt stringendogli la mano con vigore. «Guarda che ti tengo d’occhio» aggiunse poi con finto fare minaccioso.

«Papà, ti prego» lo rimproverò a denti stretti Kurt.

«Kurt, tesoro!» cinguettò euforica Carole, correndogli incontro. «È da tantissimo che non ti vedo, fatti abbracciare! Ti fai sempre più bello!» lo ammirò orgogliosa, rivolgendosi poi a Sebastian. «Piacere, Carole Hudson-Hummel».

«Piacere, Sebastian Smythe. Sono il ragazzo di Kurt» rese a sua volta ufficiale la cosa.

«Oh, che piacere conoscerti! Perché non lo hai mai invitato a cena?! Sei sempre il benvenuto!» disse tutto d’un fiato Carole abbracciando forte anche Sebastian.

«La ringrazio».

«Ehm, noi andiamo al nostro tavolo… Ci vediamo dopo, okay?» li salutò imbarazzato Kurt, prendendo Sebastian sottobraccio per trascinarlo via. «Perché le nostre famiglie ce l’hanno tanto con le cene?»

«Un giorno però devi venire sul serio da me, così ti presento anche mio padre e i miei fratelli; alla fine mamma mi ha convinto. I rapporti con mio padre non sono il massimo al momento, ma sono sicuro che gli farebbe piacere conoscerti. Sarebbe impossibile non innamorarsi di te».

«Oddio, le cene in famiglia rendono tutto così reale» commentò Kurt, strabuzzando gli occhi.

«Menomale che ero io quello spaventato» rise Sebastian. «Qual è il nostro tavolo?»

«Siamo con Rachel, Blaine, Mercedes, Tina e Sam» gli elencò Kurt indicandogli un tavolo vicino all’altare.

«Anche con Blaine? Che bello» borbottò sarcastico Sebastian, avvicinandosi al suo posto. «Vi state già abbuffando?» esordì sfoggiando il suo solito sorriso malizioso.

Erano rimasti due posti liberi, uno vicino a Blaine ed uno tra Rachel e Mercedes.

«Kurt, perché non ti siedi qui?» gli propose Blaine, spostandogli la sedia, ignorando bellamente la domanda di Sebastian.

«Possiamo scalare..?» azzardò Mercedes, convinta che Kurt e Sebastian volessero mettersi vicini.

«No, tranquilla. Vengo io vicino a voi signore» si offrì Sebastian, mostrandosi superiore.

«Sei sicuro?» gli chiese titubante Kurt.

Sebastian gli cinse la vita e lo baciò con enfasi proprio davanti a Blaine, godendosi ogni istante. «Si, per me va bene» rispose con sicurezza andandosi ad accomodare tra le due ragazze.

«I vestiti di Brittany e Santana erano davvero bellissimi» riprese Blaine sorvolando su ciò che aveva appena visto. «C’è il tuo zampino, vero?» domandò poi a Kurt.

«Siamo andati nell’atelier della mamma di Bas. Ha dei vestiti davvero meravigliosi» gli spiegò lui.

«Oh, è stato carino da parte tua» disse Blaine a Sebastian, una vena sarcastica nel suo tono di voce.

«È stato un piacere. Io e Kurt non abbiamo partecipato troppo alla sfilata…» ricominciò a provocarlo Sebastian, facendogli l’occhiolino. «Però il suo parere è stato fondamentale, almeno per quanto riguarda quello di Santana. Brittany aveva già le idee ben chiare».

«È spaventoso e triste allo stesso tempo pensare che ci saremmo potuti essere pure tu ed io qui oggi. A celebrare il matrimonio, intendo» contrattaccò Blaine, posando la mano su quella di Kurt.

«Blaine, ti prego…» lo riprese lui, facendo scivolare via la mano sotto la sua.

«Che c’è? Anche il tuo attuale ragazzo mi aveva aiutato ad organizzarti la proposta di matrimonio. Credevo potessimo parlarne liberamente. Siamo tra amici qui» rispose ironico Blaine, sfoggiando un sorriso fasullo.

«Sei proprio uno stronzo» rispose con flemma Sebastian, senza perdere il suo ghigno di sfida.

«Sebastian!» lo richiamò Kurt, supplicandolo indirettamente di non cedere ai suoi punzecchiamenti.

«Sbaglio o mi hai provocato trenta secondi fa facendomi intendere che avete fatto chissà cosa nell’atelier di tua madre?!» lo fronteggiò Blaine, contrariato.

«Vi giuro che se continuate mi alzo e me ne vado» minacciò Kurt, serrando forte i pugni sul tavolo.

«Credevo che capire le ragazze fosse complicato, ma voi state messi peggio, amici miei» commentò Sam passando lo sguardo dall’uno all’altro, intrigato dalla storia.

«Ragazzi, non roviniamo la giornata a Santana e a Brittany» li pregò Mercedes, ragionevolmente.

Tuttavia la richiesta di Mercedes non fu accolta di buon grado da Blaine e Sebastian, che approfittarono dell’intero banchetto per lanciarsi frecciatine pungenti ogni qualvolta gli si presentasse l’occasione.

Kurt fu davvero grato a Sam per riuscire sempre a spostare l’attenzione da argomenti spinosi a ricordi che tutti gradivano rivivere con piacere, anche se fu inevitabile incappare in qualche racconto che riguardasse sia Kurt che Blaine. In quei momenti Sebastian si sentiva di troppo e non poteva fare a meno che guardare i due ex e provare una profonda gelosia, consapevole che lui non avrebbe mai avuto lo stesso tipo di rapporto con Kurt. Si mostrava sempre sicuro di sé, eppure nel profondo non si sentiva mai all’altezza di Blaine. Temeva che Kurt avrebbe sempre messo lui sul piedistallo ed avrebbe paragonato la loro storia a tutto quello che aveva vissuto con Blaine.

Kurt non si accorse nemmeno dei suoi sguardi e questo fece piombare Sebastian in una coltre di malumore che lo estraniò del tutto dalla conversazione, sotto lo sguardo trionfante di Blaine.

Le cose peggiorarono quando Santana e Brittany iniziarono ad intonare ‘Our Day Will Come’ e molti dei presenti si spostarono in centro sala per dare inizio alle danze.

«Kurt, mi concederesti l’onore di un ballo?» gli chiese Blaine, come se nulla fosse.

«Io-» titubò Kurt, volgendosi d’istinto verso il suo ragazzo.

«Se hai voglia, vai. Tranquillo» lo rasserenò Sebastian, fingendo che la cosa non lo turbasse minimamente, anche se in realtà stava ribollendo di gelosia.

«Un ballo tra amici» specificò Blaine quando furono sulla pista da ballo.

«Certo…» mormorò scettico Kurt. «Lo stai facendo di proposito, vero?»

«Volevo solo passare del tempo con te» si giustificò Blaine, non risultando credibile nemmeno a sé stesso.

«Possiamo farlo senza dare fastidio a Sebastian» lo rimproverò Kurt. «Capisco che sia difficile per te, ci sono passato, ma non puoi pensare che tormentando lui si risolvano le cose. Ora stiamo assieme e-»

«Perché sei qui a ballare con me allora?» gli chiese provocatoriamente Blaine, cingendolo con decisione in vita.

«Non possiamo più farlo perché ci siamo lasciati ed io ho un ragazzo? È strano solo se lo si rende strano» rispose con tranquillità Kurt.

«Vorrei che tornassimo come prima» sospirò malinconico Blaine.

«È quello che ho sempre voluto anche io. Quando mi hai detto di Dave mi si è spezzato il cuore perché credevo che tu ed io eravamo destinati a stare assieme, ma non avevo fatto i conti con la realtà dei fatti. Sarebbe stato un disastro, e lo sai anche tu. Non torniamo sull’argomento, non adesso».

Blaine ignorò la sua richiesta. «Sarei stato pronto a sopportare tutto pur di stare ancora con te. Con Dave non mi sono mai sentito così, Kurt. Sei sempre stato tu l’unico…»

«Non puoi farlo, non adesso» ribadì Kurt, scombussolato.

«Perché nel profondo sai di provare ancora qualcosa per me?» non demorse Blaine.

«Smettila. Possiamo avere un ballo tra amici e ricominciare a piccoli passi?» domandò pungente.

Blaine era convinto a tal punto della solidità della loro storia, che sembrava non capire quello che gli veniva detto. «Quindi non mi stai dicendo no».

«È proprio quello che ti sto dicendo. Stavo parlando della nostra amicizia, Blaine. Quella è importantissima per me, e non voglio perderla».

«L’avrai sempre, infatti…» gli assicurò Blaine intrecciando le dita con quelle di Kurt. «È solo che quel bacio… Non avrei dovuto farlo, perché non ha fatto altro che farmi venire mille dubbi».

«Penso solo che siamo giovani e confusi ed abbiamo bisogno dei nostri tempi» disse Kurt. «Vedi? Lo dici tu stesso che hai dei dubbi. Eravamo davvero troppo giovani per sposarci».

«Santana e Brittany sembrano felici» constatò Blaine, guardando le due ragazze cantare strette in un abbraccio.

«Loro sono completamente diverse da noi…» osservò Kurt, esausto di dovergli dare spiegazioni. «Credo di non averle mai sentite litigare».

«È davvero solo questo ciò a cui associ la nostra relazione? Le litigate?»

«Sono state il motivo della rottura» gli fece notare Kurt.

«Pensi che non avremmo mai potuto superarle?»

«Ci abbiamo provato così tante volte che mi sento di rispondere con sicurezza di no».

Blaine lo guardò ferito, corrugando la fronte. «Sei felice, Kurt?»

«Credo di si…»

«Mi aspettavo qualcosa del tipo: sono al settimo cielo con Sebastian! Mai stato più felice!».

Kurt posò una mano sul petto di Blaine per allontanarlo. «Non mi va più di ballare».

Blaine si rese conto di aver esagerato e tentò di riavvicinarlo a sé. «Dai Kurt, scusami io-»

«Che succede qui?» si intromise Sebastian, vedendo che Kurt cercava disperatamente di liberarsi della presa di Blaine.

«Niente, Bas» tagliò corto Blaine, lasciando andare la mano di Kurt. «Ecco, è tutto tuo» aggiunse con sdegno, tornando a sedersi a tavola con gli altri.

«Ti stava dando fastidio?» gli domandò Sebastian serioso.

«No, è tutto okay» mentì Kurt, ancora visibilmente scosso. «Sta solo facendo difficoltà ad accettare la cosa. Spera ancora in un possibile ritorno di fiamma».

«E tu?»

«Io cosa?»

«Ci speri anche tu?» chiese incerto Sebastian, abbassando gli occhi a terra.

Kurt si alzò appena in punta dei piedi dandogli un bacio sulle labbra. «Ti è sufficiente come risposta?» gli domandò abbozzando un sorriso.

Sebastian fece fatica a contenerne uno a sua volta, e le guance gli si tinsero appena di rosso.

«Sei troppo carino quando arrossisci» lo punzecchiò Kurt intrecciando le mani con quelle di Sebastian.

«Sarebbe bello sgattaiolare via dal matrimonio o in qualche angolo appartato del fienile per-»

«Riesci a pensare ad altro?» lo interruppe Kurt fingendosi scandalizzato.

«Mi è difficile se mi guardi in quel modo» protestò giocosamente Sebastian.

«Ah, sempre colpa mia quindi».

«Assolutamente…» disse con un filo di voce Sebastian, facendogli una carezza sul viso. «Ti amo, Kurt».

Bastarono quelle semplici parole per farlo commuovere.

«Che cos’hai?» domandò Sebastian, preoccupato di aver fatto qualcosa di sbagliato.

«Sono i matrimoni, mi emozionano» disse Kurt asciugandosi gli occhi di sfuggita, ricacciando indietro le lacrime. «Ti immagini mai come sarà il tuo?»

Sebastian fu colto alla sprovvista e fece svettare le sopracciglia nel punto più alto della fronte. «Il mio? Perché, sarà diverso dal tuo? A tal proposito…»

Kurt impallidì. «Oddio non vorrai mica..?»

«Ma sei matto?! Assolutamente no. Non voglio rovinarmi la vita con un matrimonio a questa età, non farmici neanche pensare» si agitò Sebastian.

«Bastava un no» ribatté imbronciato Kurt.

«Non ho detto che non succederà mai, solo non adesso» specificò Sebastian. «Come siamo arrivati a parlare di questo?!» ridacchiò poi nervoso. «Limitiamoci a vivere il presente: è già abbastanza complicato».

«Hai ragione» si ritrovò a concordare Kurt. «Dobbiamo ancora capire cosa vogliamo davvero».

«Ti riferisci a noi o..? Perché su di noi io sono sicuro».

«Anche io sono sicuro. È solo che Blaine mi ha riempito la testa di strane idee e per me non è facile» si lasciò sfuggire.

«Che avrebbe detto di me?» chiese interessato Sebastian.

«Che non sei una persona affidabile-»

«Detto da quello che ha tradito due volte, sono solo parole al vento» lo interruppe Sebastian contenendo a stento una risata. «Continua».

«Poi mi ha detto che con me stai solo fingendo e che presto me ne renderò conto. È convinto che in qualche modo tu stia cercando di fargliela pagare per averti rifiutato, o stupidaggini simili. È paranoico… Il problema è che sta facendo uscire di testa anche me».

«Ed io che pensavo di essere egocentrico. Pensa sul serio che io faccia tutto questo per colpire lui? Blaine è l’ultimo dei miei interessi al momento».

«Okay, allora perché sembra che tu faccia di tutto per provocarlo? Sembra che mi stiate contendendo come un oggetto da esibire, e la cosa non mi piace per niente» gli fece notare Kurt.

«Mi ferisce molto sapere che pensi questo di me» disse Sebastian. «Se l’ho fatto è perché continuava a provarci con te ed ero geloso. Geloso di te! Lui non mi interessa più in quel modo da quando ti ho conosciuto».

«Lo so, però…»

«Kurt, per l’amor del cielo! Mi sono già umiliato a sufficienza dicendoti che ti amo, come puoi credere che io stia fingendo?!» sbottò Sebastian, esasperato.

«Vedi? Non mi piace quando dici così. Ti sei umiliato a sufficienza? È umiliante ammettere di amarmi?» lo rimproverò, ferito. «Non balla più nessuno comunque, torniamo a sederci» lo liquidò abbandonando la pista da ballo.

Kurt non credeva che un giorno felice come quello del matrimonio potesse apparirgli interminabile ed angosciante. All’ora di cena, dopo numerosi balli e canzoni, voleva soltanto salire in macchina e tornarsene a casa. Non ne poteva più degli sguardi di troppo di Blaine, e di Sebastian che minimizzava il loro rapporto a meno che non si trattasse di infastidire Blaine. Tutti attorno a lui erano sorridenti e felici e lui si sentiva avvolto in una bolla di tristezza dalla quale era impossibile uscirvi.

Persino i discorsi tenuti dai parenti di Santana e Brittany, fatti di aneddoti imbarazzanti, non lo aiutarono a risollevare il suo pessimo umore.

Nessuno dei suoi amici sembrava essersene accorto, ma Sebastian ormai lo conosceva e sapeva perfettamente a cosa era dovuto quello sguardo colmo di dispiacere.

Senza pensarci ulteriormente, senza chiedersi se fosse o meno la cosa più appropriata da fare, si alzò per avvicinarsi all’altare e tenere un discorso.

«Dove vai?!» gli domandò Kurt a denti stretti, andando nel panico.

Sebastian fece finta di non sentirlo. «Scusate» richiamò l’attenzione dei presenti battendo sul microfono. «Funziona? Sì, okay. Salve a tutti, sono Sebastian Smythe».

«Oh no» boccheggiò Kurt portandosi le mani alle labbra.

«Volevo solo dire due parole per Santana e Brittany» iniziò Sebastian, sentendosi un po’ in soggezione sotto gli sguardi dei presenti. «Molti di voi probabilmente non mi conoscono, e io stesso non conoscevo nessuno di voi fino a qualche mese fa. Avevo visto Santana e Brittany solo un paio di volte alle competizioni di Glee Club e in altre rare occasioni al Lima Bean… Beh, credo che non ci sia stata una sola volta in cui non ci siamo scontrati».

Ci furono alcune risate.

«La verità è che non mi sono comportato come avrei dovuto e non ho mai cercato nemmeno di conoscerle. Con Santana, in particolare, c’è sempre stato un rapporto burrascoso, che una volta è degenerato con una granita in faccia».

«La ricordo chiaramente!» esclamò Santana, tutt’altro che risentita. Kurt fu sorpreso nel vederla sorridere.

«Non ho mai avuto modo di scusarmi per quello e per le altre volte in cui non sono stato carino con te e tutti gli altri» proseguì Sebastian guardando i ragazzi del suo tavolo. «Quindi vi chiedo scusa. Non sono mai stato molto bravo con le parole, soprattutto se si deve ammettere ad alta voce di aver commesso degli errori. Sono la persona più orgogliosa sulla faccia della Terra, quindi apprezzate lo sforzo».

Questa volta l’intera sala si aprì in una risata.

«Scuse accettate» dissero Santana e Brittany all’unisono.

«Però, nonostante tutto, queste due splendide ragazze mi hanno permesso di essere qui oggi, perché sapevano che avrebbero reso felice una persona. Il loro amico Kurt» levò una mano verso di lui per indicarlo ai presenti.

Tutti si girarono verso Kurt e lui si ritrovò ad arrossire prepotentemente.

«Perché è anche questo quello che sono: delle amiche fidate che farebbero di tutto per proteggere le persone che amano e che sarebbero disposte a seppellire l’ascia di guerra pur di rendere felici i loro amici. Sto imparando a conoscervi e voi, così come gli altri» disse guardando di nuovo i ragazzi seduti al suo tavolo, «mi avete fatto sentire per la prima volta parte di qualcosa. Santana, Brittany… Vedervi qui oggi, così felici ed innamorate, mi ha aperto gli occhi, e volevo approfittare di questo momento per scusarmi anche con un’altra persona, forse quella a cui devo più scuse di tutti. Ho fatto credere a questa persona di vergognarmi di stare al suo fianco, e solo il fatto che abbia pensato di non essere abbastanza mi fa stare male».

Kurt si coprì il viso per la vergogna, sentendo di nuovo tutti gli occhi dei presenti su di sé.

«Kurt, se sono qui oggi lo devo solo a te. Non sono stato gentile in passato, e tu più di ogni altro avresti tutto il diritto di odiarmi, ma mi hai dato una seconda possibilità e hai fatto il possibile per includermi in tutto questo. Mi dispiace averti fatto dubitare dei miei sentimenti…»

Kurt si decise a guardarlo negli occhi e sentì il cuore esplodergli. Lo sguardo di Sebastian era così pieno d’amore che si sentì ancora più stupido per aver dato credito alle parole di Blaine ed essersela presa per quella stupida frase. Aveva sempre saputo che Sebastian era orgoglioso e che non era mai stato un asso nel dimostrare apertamente i suoi sentimenti, ma non lo aveva mai fatto con l’intento di ferirlo. Fu durante quel lungo sguardo che Kurt non riuscì più a trattenere le lacrime e lasciò che queste gli solcassero il viso, noncurante del parere degli altri.

«Kurt, io ti amo» disse con solennità Sebastian, marcando con decisione ogni singola parola.

Santana e Brittany si aprirono entrambe in un sorriso, e Rachel, Mercedes e Tina si strinsero tutte per mano contenendo a stento dei gridolini di felicità.

«Ti amo da morire, più di quanto tu possa immaginare, e sono fiero di essere il tuo ragazzo» continuò Sebastian, rivolgendo a Kurt un sorriso colmo di orgoglio. «Santana, Brittany, spero mi perdonerete, ma avrei un’ultima cosa da dire».

Santana gli fece cenno di continuare, stranamente coinvolta.

Sebastian si avvicinò ai musicisti e sussurrò loro qualcosa, prima che iniziassero a suonare una melodia che Kurt non conosceva.

«Can't say how the days will unfold

Can't change what the future may hold

But I want you in it

Every hour

Every minute» intonò Sebastian, portando tutti a girarsi di nuovo verso Kurt.

Kurt non sapeva cosa dire. Si sentiva strano e percepì per la prima volta dopo tanto tempo le farfalle nello stomaco, i suoi occhi ormai completamente inondati di lacrime.

«This world can race by far too fast

Hard to see while it's all flyin' past

But it's clear now

When you're standin' here now

I am meant to be

Wherever you are next to me» continuò a cantare Sebastian facendo qualche passo verso di lui, a sua volta con gli occhi lucidi. Non aveva mai compiuto un gesto tanto romantico per qualcuno e si ritrovò a sorridere pensando a come la loro storia era iniziata.

Kurt invece piangeva in modo incontrollabile, asciugandosi le lacrime con il bordo delle maniche del completo, sotto lo sguardo intenerito delle sue amiche. Nessuna di loro si sarebbe mai aspettata una tale dichiarazione d’amore da parte di Sebastian, ma anche una persona diffidente come Santana parve commuoversi di fronte a quella scena.

«All I wanna do

Is come runnin' home to you

Come runnin' home to you

And all my life I promise to

Keep runnin' home to you

Keep runnin' home to you» cantò Sebastian piazzandosi di fronte a Kurt e tendendogli la mano.

Kurt gliela strinse, continuando a tirare su col naso, incapace di controllarsi. Sebastian gli appariva come un sogno; il principe azzurro che tanto aveva sognato di incontrare. C’era una tale dolcezza nel tono della sua voce che l’unica cosa che riuscì a chiedersi fu come fosse possibile che non se ne fosse reso conto prima.

«And I could see it right from the start

Right from the start

That you would be, be my light in the dark

Light in the dark

Oh, you gave me no other choice but to love you» intonò ancora Sebastian, posando lievemente le labbra sulla mano di Kurt e conducendola fino al suo cuore per fargli sentire quanto stava battendo all’impazzata per lui.

Kurt si sentì pervadere da un brivido lungo la colonna vertebrale e si dimenticò di tutte le persone che li circondavano. Si scordò persino del fatto che Blaine fosse a pochi centimetri da loro; per lui c’era solo Sebastian e lo amava da impazzire.

«All I wanna do

Is come runnin' home to you

Come runnin' home to you

And all my life I promise to

Keep runnin' home to you

Keep runnin' home, home to you».

Kurt si asciugò gli occhi ancora una volta, prendendo una grossa boccata d’aria per riprendere a respirare normalmente, ma gli risultò difficile quando Sebastian fece scorrere delicatamente una mano sulla sua guancia per cacciare via una lacrima.

«Can’t say how the days will unfold

Can't change what the future may hold

But I want you in it

Every hour, every minute» gli promise con un sorriso, la musica che si affievoliva a poco a poco.

Fu Santana la prima ad interrompere il silenzio alzandosi in piedi per applaudirli e a lei si aggiunse l’intera sala, eccetto Blaine che non si mosse dalla sua postazione, fissando la scena disgustato.

«Beh, credo che questo esprima quello che sento per te. Non mi sono umiliato cantandoti questa canzone, ho solo dimostrato a tutti quanto tu sia importante per me» disse Sebastian, per scusarsi indirettamente di ciò che gli aveva detto durante il ballo. «Tu sei la mia persona, Kurt. Ti amo, davvero».

«Ti odio» gemette Kurt, facendo ridere i presenti. «Mi hai fatto piangere» singhiozzò posando la fronte contro il suo petto, abbandonandosi di nuovo al pianto.

Sebastian lo strinse tra le sue braccia, baciandolo sulla testa.

Kurt riemerse dalla stretta per poter incrociare il suo sguardo. «Ti amo anche io» disse con un filo di voce, alzandosi per poter incontrare le sue labbra. Chiuse gli occhi, le ciglia che ancora brillavano per le lacrime, e lasciò che la sua bocca scivolasse su quella di Sebastian.

Il clamore attorno a loro si fece sempre più lontano e Kurt si perse in quel bacio che sapeva di felicità.

 



 

N/A

 

Lo so, da un certo punto in poi mi sono lasciata andare un po’ troppo al romanticismo, ma è stato più forte di me. Qualche settimana fa ho guardato ‘The Flash’ e quando Grant ha cantato questa canzone, tutto ciò a cui riuscivo a pensare era Sebastian che la dedicava a Kurt ;;

In ogni caso, spero che il capitolo vi sia piaciuto!

   
 
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