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Autore: Spekled2    07/09/2020    1 recensioni
"Quello era il genere musicale che lui era solito ascoltare quando qualcosa non andava. Quando voleva un po’ cullarsi nella malinconia, per metabolizzarla e superarla. Kurt lo prendeva in giro, dicendo che in realtà non faceva altro che autocommiserarsi. Lui non ci arrivava proprio. Non si stava abbandonando alla tristezza! Semplicemente la rispettava e le faceva fare il suo naturale corso. Tutto scorre, glielo avevano insegnato a Filosofia! Anche le nuvole più buie erano destinate a diradarsi con la giusta pazienza. Il sole era dietro l’angolo se si era disposti ad aspettare. Anche per Brittany valeva la stessa cosa? Si domandava se stesse pensando a Santana in quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autore:
Capitolo dieci, cifra tonda! Spesso il bello di un trekking è godersi l’arrivo, specie se si è con la giusta compagnia! Niente di più catartico che lasciarsi impressionare da una magica stellata e fantasticare su quello che verrà! Rose Lake sarà come Finn lo aveva immagiato?
Cara MC_Gramma, per la discesa dobbiamo aspettare ancora un po’!

Link alla playlist spotify, una piccola raccolta delle canzoni incontrate durante la storia

https://open.spotify.com/playlist/5MC2XfjV42flx9ugn6Q9bq?si=jQz59SsGTue6vNE7zXNeMQ
 
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Capitolo dieci.
 

Dopo il caffè e qualche momento di riposo, avevano tirato fuori dagli zaini i costumi e si erano concessi tutti un bagno ristoratore nelle tiepide acque del lago, levandosi di dosso i segni della stanchezza e del sudore. Finn aveva già avuto modo di vedere Brittany in costume durante le svariate feste in piscina, ma per qualche motivo, trovarsela davanti nel suo bikini rosso carminio gli fece tutt’altro effetto. Come potevano le sue gambe sembrare ancora più flessuose e lunghe del solito? Fortunatamente lei venne agguantata da Tina e Mercedes e trascinata in acqua prima che la sua espressione basita potesse suscitare qualche reazione da parte di Santana. Anche per quel motivo Finn accolse di buon grado la proposta di Sam. “Crioterapia, Finn!” Gli aveva annunciato come se non avesse intenzione di lasciargli altra scelta.

Così, lo aveva seguito senza fare troppe domande fino al torrente che faceva da immissario al bacino lacustre, cercando una pozza sufficientemente profonda da immergersi almeno fino alle cosce. Sam aveva insistito che l’acqua più fredda sarebbe stata un toccasana per facilitare il recupero muscolare, ma nessun altro sembrò valutare la sua proposta con altrettanto entusiasmo. Kurt li aveva guardati come se avessero perduto il senno. “ Trovami una sorgente termale o qualcosa del genere, e allora forse potrei seguirti, Sam!”

Quel tratto di torrente, se possibile, era ancora più bello del lago in sé. In quel punto, complice la pendenza del versante, il corso idrico era costretto a balze ripetute, connesse da piccole cascatelle. Sassi muschiosi sporgevano dall’acqua cristallina e alcuni giovani larici dal tronco contorto si sporgevano dalle sponde erbose per affacciarsi sull’acqua. Cespugli di mirtillo, ancora poveri di bacche, riempivano gli spazi tra le anse del torrente, mentre alcune precoci piantine di rododendro cominciavano a buttare fuori i primi fiori. Api e altri piccoli insettini ronzavano pigramente di frasca in frasca. Finn, memore di quello che gli aveva detto Brittany, si era sforzato di non dar loro fastidio. Il Quarterback non si era sorpreso molto quando Sam si era totalmente tuffato nella pozza più profonda, emergendo dopo una manciata di secondi, boccheggiando per il freddo. Lui ebbe un po’ più di giudizio e decise di immergersi solamente fino ai polpacci, non troppo lontano dalla spiaggetta sassosa in cui erano scesi abbandonando il sentiero.

Sam si passò una mano tra i capelli bagnati, spostandosi in un punto un po’ meno profondo in attesa di acclimatarsi alla temperatura fredda dell’acqua. “ Di che parlavate tu e Quinn, prima?” Il distaccò con cui provò a condire le sue parole era palesemente costruito.

“ Oh… beh. Diverse cose. Ma principalmente di quanto tu sia stato un patatone con lei durante tutto il cammino, mio caro gelosone!” Lo aveva preso in giro Finn, cercando di resistere alla tentazione di tuffarsi nell’acqua fredda. Avrebbe avuto lo stesso grado di sopportazione dell’amico? “Credo sia arrivato il momento di mettere da parte la strategia Puckerman e seguire il tuo istinto!”
Sam parve rilassarsi, a giudicare dal grosso sorriso ebete che lo pervase. “Dici? Cosa ti ha detto?”
“ Che sei messo peggio di quanto pensava se hai scelto Puck come modello affidabile in fatto di corteggiamento!” 

Restarono a chiacchierare del più e del meno, principalmente di football e montagna. E di quanto sarebbe stato figo partire insieme finito il liceo, zaino in spalla, totalmente all’avventura. Prendersi un anno sabbatico e tentare di completare l’Appalachian Trail ad esempio. Quello sì che sembrava qualcosa per cui valesse la pena fantasticare. Un piano così assurdo e sgangherato, decisamente di improbabile realizzazione. Ma era bello lasciarsi prendere dall’immaginazione. Per tutto il tempo Sam era rimasto a mollo nell’acqua fredda, ma Finn aveva desistito dopo poco, quando i suoi piedi stavano prendendo una sinistra sfumatura violetta, e si era rilassato al sole, seduto su un grosso sasso che emergeva dalla buca. Non aveva per nulla la stessa capacità di sopportazione per il freddo.

Cullato dal gorgogliare frenetico dell’acqua, era stato semplice sgomberare la mente, chiudere gli occhi e rilassarsi. Stare nella natura gli faceva sempre quell’effetto. Una piccola finestra per una dimensione differente, dove il tempo aveva un peso tutto suo. Quando il sole si era spostato, un’oretta più tardi, lasciandoli in ombra su quel lato del versante, decisero di tornare di nuovo dagli altri. Scoprirono che i loro amici avevano optato per altre attività rispetto al semplice relax. Raggiunta la riva, infatti, fecero in tempo ad avvistare Puck e Mike, che avevano risalito il lato ovest e la scarpata rocciosa che affondava direttamente nel lago, con un salto di qualche metro. Non senza una piccola vena di ammirazione, Finn e Sam assistettero al loro tuffo. L’impatto generò enormi schizzi, turbando la quiete della superficie. Finn scosse il capo, in un misto tra divertimento ed esasperazione. O Shouster non era nei paraggi, oppure si era bevuto il cervello! Mercedes e Kurt erano già a fuori dall’acqua e si erano allontanati a cercare uno spiazzo assolato in cui rilassarsi. Tina ed Artie parlottavano a riva, gesticolando animatamente. Di qualsiasi cosa dovesse trattarsi sembrava di grande importanza. O probabilmente stavano solo scambiandosi pettegolezzi, considerando che avevano abbassato bruscamente il tono di voce quando li avevano visti avvicinarsi. Gli altri, invece, si stavano ancora godendo le acque del lago.

Trovarono Shouster poco distante, intento a leggere un piccolo libro tascabile. Non appena il professore si accorse del loro arrivo, richiuse il libricino, sorridendo. “Eccovi qui, ragazzi! Che ne dite se iniziamo a montare le tende? Il buio non tarderà ad arrivare…” Finn annuì, mentre Sam già scattava verso gli zaini. Dove trovava tutta quell’energia?

Decisero di sistemare il campo base vicino alla riva sud, non troppo lontano rispetto a dove si erano fermati a pranzare e a riposare. Optarono per una piccola piana al limitare del bosco, dove potevano essere un minimo riparati dal vento ma godere comunque della vista del lago, almeno fino a quando ci sarebbe stata abbastanza luce. La luna piena, prevista per quella notte, avrebbe di certo aiutato. Di comune accordo, avevano deciso che la grande tenda canadese di Burt sarebbe stata ovviamente occupata da Quinn, Brittany e Santana. Mercedes e Tina avrebbero preso la tenda di Mike, che avrebbe dormito con Artie e Shouster, mentre gli altri ragazzi si sarebbero distribuiti nelle più piccole ma pratiche tende da due posti. Finn si era assicurato con grande cura che tutto fosse saldamente ancorato al terreno prima di concedersi una birra in riva al lago. Il professore aveva guardato con un punto di esasperazione il contenuto dello zaino di Puck prima di accettare suo malgrado l’offerta che gli veniva fatta. “ Una sola… una sola a testa. Vi tengo d’occhio! Non siamo a scuola, ma sono comunque responsabile per voi! Una, non una di più!”
Puck aveva guardato con aria sorniona sia Sam che Finn, come a rimarcare i suoi meriti per non averli ascoltati nel momento in cui lo avevano scoraggiato.
 
*****
 
Le ombre della sera li avevano ormai raggiunti quando Shouster, Kurt, Santana e Puck incominciarono a fare mente locale e a radunare l'occorrente per la cena, mentre Mercedes, Mike e Tina giocavano a carte con Artie. Puck non aveva scherzato quando aveva menzionato la zuppa di fagioli, che era solo una delle opzioni. A completare il menù, si erano portati dietro dei Noodles in brodo dalla cottura veloce e dei wurstel da cuocere sul fuoco. Un paio di sacchetti di patatine e il formaggio, che non avevano finito a pranzo, completavano il tutto. Non una cena sfiziosissima, ma era senza dubbio pratica per l’occasione in cui si trovavano.

Mentre i tre ragazzi presero a battibeccare su cosa cucinare per primo, sotto lo sguardo esasperato del professore, Sam aveva coinvolto Quinn nella realizzazione di un falò, adoperando della legna secca trovata nel bosco. Inizialmente, Brittany li aveva osservati con grande interesse ed entusiasmo, unendosi a loro. Ma poi, come colta da un ripensamento improvviso, aveva pensato bene di lasciarli alla loro attività e raggiungere Finn. Il ragazzo si era messo leggermente in disparte, seduto in riva al lago, sfruttando un vecchio tronco abbattuto che in qualche modo era finito fin a li. Pur sapendo fosse uno sforzo inutile, aveva fatto un giro lì attorno alla ricerca di un minimo segnale di rete, sperando di riuscire a inviare almeno un messaggio a Rachel. Ma aveva dovuto desistere e, collegando il telefono al proprio power bank, si era messo in riva al lago ad ascoltare qualche canzone.

“ Anche col buio bisogna ammettere che ha il suo fascino…” esclamò la ragazza sedendogli accanto.
Finn si levò uno degli auricolari. “Scusa?”

“Dicevo che è super bello anche al buio!” Ripeté lei, pazientemente, gesticolando in direzione del lago. Finn annuì, non potendo che concordare. Il posto aveva decisamente rispettato le sue aspettative, e anche la camminata per arrivarci lo aveva totalmente soddisfatto.

“Comunque, mi sono presa la libertà di cercare la tua torcia nello zaino…” disse Brittany mentre lui faceva un sorso dalla bottiglia che teneva tra le mani. “Almeno evito di chiedertela più tardi… voglio andare a caccia di Ninfe dopo cena…” specificò, con tono moderato, come non fosse ancora del tutto convinta di rivelargli il suo piano. La sua frontale sembrò scivolarle come per magia tra le dita affusolate, che spuntavano dai polsini della felpa, leggermente troppo lunga sulle maniche. “Ho letto che vivono vicino ai laghi! Ora che ho visto questo posto… capisco il perché!” Gli indirizzò un sorriso eccitato.

Lui quasi si strozzò con la birra. Tossicchiò, cercando di dissimulare il suo affanno e, quando riuscì a riprendersi, la guardò con attenzione come se volesse coglierla in fallo. Ma aveva Brittany davanti, e lei sembrava così piena di frenesia ed entusiasmo, che quasi Finn si sarebbe alzato in quello stesso momento per accompagnarla all’esplorazione. Con il calare del sole dietro le montagne, in risposta all'abbassamento della temperatura, tutti si erano cambiati, indossando qualcosa di più pesante. Lei aveva scelto la sua felpa viola con il cappuccio ma era rimasta nei suoi pantaloncini corti. Finn mise la riproduzione del telefono in pausa, mentre i suoi occhi non poterono che indugiare un po’ su di lei, mentre annuiva senza neanche accorgersene. Nonostante la felpa, doveva avere ancora freddo considerando la pelle d’oca ben visibile sulle gambe scoperte. “ Credo di averne vista una qui attorno…” mormorò Finn con un sussurro poco udibile, osservando il profilo dell’amica al suo fianco. Non era nei suoi piani farsi sentire, ma Brittany doveva esserci riuscita in ogni caso a giudicare dagli occhioni sgranati, all'improvviso, e dalla curvatura delle sue labbra. Quantomeno doveva aver frainteso nella sua piena ingenuità, ma probabilmente era meglio così.

Restarono in silenzio ad osservare il lago venire progressivamente inghiottito dalle ombre, mentre il vociare dei loro amici cresceva dietro di loro. Santana sembrava aver preso in mano la situazione, impartendo ordini a destra e a manca per la preparazione della cena. Sam, invece, doveva avere qualche difficoltà con il fuoco. Finn era sicuro che la distrazione portata dalla presenza di Quinn stesse vanificando le sue abilità da Scout.

Improvvisamente, Brittany si allungò verso di lui e afferrò l’auricolare che era rimasto a penzoloni contro il suo petto. “ Ascoltiamo qualcosa?” Gli propose con un sorriso carico di aspettativa. “ Non volevo disturbarti… ma sono tutti abbastanza presi e mi stavo annoiando!”
“Come no…” rispose Finn, senza grosse esitazioni. D’altronde ascoltare musica assieme a lei gli veniva sempre così semplice e, più passavano i giorni, più quella cosa appariva come uno sbocco naturale del loro rapporto. Aveva perso il conto dei video su YouTube che lei gli aveva suggerito nell’ultima settimana.

Sbloccò il telefono e rivolse la sua attenzione alla playlist che stava ascoltando prima del suo arrivo – benedetta la funzione download che gli consentiva di riprodurre i brani salvati anche senza la presenza di internet! Senza ricominciare la riproduzione del brano che aveva interrotto, passò direttamente al successivo. Ma Stay with me non gli sembrava la canzone più adatta da sentire con lei. Non era propriamente un pezzo che si dovrebbe ascoltare con un’amica, il cui ruolo appare un tantino ambiguo, in una serata stellata in riva a un lago. Ma Brittany, che si era allungata per controllare lo schermo, carica di curiosità, lo aveva bloccato schiaffeggiandogli la mano. “Ehi… loro mi piacciano!” Protestò. “E saltare i brani è un po' come barare!”

“Perché dovrebbe essere come barare?”

“Spiegami che senso ha usare la riproduzione casuale se poi sei comunque tu a scegliere cosa ascoltare e cosa no?” La risposta le uscì dalla labbra in un tono un pochino saccentello.

“Va bene, come non detto…” sospirò Finn. Effettivamente, il suor ragionamento non faceva una grinza. Quindi, vinto dalla sua logica, fece partire la canzone dall’inizio , salvo poi posare di nuovo il telefono sul tronco. Le prime note della chitarra acustica presero a risuonare nel suo orecchio destro mentre le voci di Angus e Julia iniziavano ad armonizzarsi tra di loro.

 “Soddisfatta?” Le chiese con un velo tono ironico.

Il sorrisino di Brittany, accompagnato da una veloce linguaccia, furono l'unica risposta che ricevette, ma Finn se la fece andare bene. Facendo un piccolo sorso della sua birra, provò a focalizzarsi sul testo e meno sulla sua amica, mentre la superficie del lago davanti a loro si increspava un po' di più, in risposta a una folata di vento. Angus & Julia Stone. Tanta delicatezza e pochi fronzoli. Loro sembravano non averne affatto bisogno.
 
“Oh, won't you stay with me?”

Al suo fianco, Brittany ondeggiava lentamente con la testa e le spalle, facendo oscillare assieme a lei le cuffie che stavano condividendo. Il suo piede batteva ritmicamente sulla sabbia. Restando in silenzio, lei gli sfilò la bottiglia di birra dalla mano destra e bevve un sorso, senza farsi troppi problemi. Nel restituirgliela gli si accostò ancora di più. “Sei stato un po’ sulle tue questo pomeriggio.” Constatò piano, poco dopo, approfittando di un breve momento di stacco tra due strofe. Affondò il tacco della scarpa nella sabbia, imprimendo una certa pressione, mentre si era totalmente voltata a guardarlo in attesa di una risposta.

Finn scrollò le spalle, prima di portarsi nuovamente il collo della bottiglia alle labbra. “ Mi stavo solo godendo il momento!” Minimizzò lui, ripassandole la birra.
“Sicuro sia tutto ok?” Insistette la ragazza prima di bere ancora. Le sneakers che si era portata come cambio avevano ormai creato un pattern a mezzaluna nel terreno davanti a lei. “ Ti ho visto che ti confidavi con Quinn oggi…” buttò lì con tono mesto, quasi infastidito. Come erano passati dal discutere di Ninfe dei boschi a quello?
 
“Oh, won't you stay with me?
‘Cause you're all I need
This ain't love it's clear to see
But darling, stay with me"
 
“ Oh, beh… stavamo parlando di lei e Sam, in realtà!” Gesticolò Finn, sorpreso dal suo tono. Possibile che fosse gelosa? “E poi lei mi ha chiesto di Rachel…” convenne, infine, quando la ragazza non gli parve troppo convinta. La canzone era diventata ormai un semplice sottofondo alle loro parole, e forse era meglio così.

Brittany face un altro sorso, questa volta più corposo. “ Lo sai che se hai bisogno di parlare… a me fa piacere, no? Non sono intelligente come te e non capisco molte cose, ma sono brava ad ascoltare ed annuire!”

Finn sorrise appena, mentre le dava una piccola spallata scherzosa. Brittany ridacchiò, e lui si domandò come fosse possibile che i suoi occhi sembrassero ancora più luminosi nella penombra, sotto la sua frangetta. Come dirle che parlare con lei di Rachel era più complesso di quanto potesse sembrare? E che ultimamente si trovava a fare paragoni tra di loro che non avrebbe neanche dovuto considerare?

“ Penso che… io e Rachel non stiamo attraversando propriamente il nostro momento migliore…”

Lei non lo interruppe, ma Finn pensò di aver bisogno di bere un po' prima di trovare il modo di continuare. Recuperò la birra dalle sue mani, sfiorandole le dita. “ È un periodo dove non sembriamo d'accordo su un po' di cose…”
“Qualche incomprensione di tanto in tanto è normale, credo…” abbozzò lei guardando fisso davanti a se.

Si stavano inerpicando in quella conversazione, ma per entrambi sembrava un argomento difficile da sviluppare assieme.
“Già, beh… penso sia così. Non è la fine del mondo, in realtà... o almeno credo!” Concesse Finn, non del tutto convinto dalle sue parole. “ Probabilmente sono io che sto esagerando!”
“ Le cose si fanno in due…” scrollò le spalle lei, sorprendendolo, mentre si faceva passare la birra ancora una volta. Ormai il livello del liquido ambrato era sceso ben oltre la metà. Bevve un altro paio di sorsi generosi, prima di posare la bottiglia sulla sabbia, ruotandola leggermente in modo che il fondo creasse  un  piccolo solco nel terreno tale da lasciarla in equilibrio.
 
“Darling, stay with me"
 
“ E ad esempio su cosa non siete tanto in sintonia, ultimamente?” Gli chiese, posandogli la testa contro la spalla. Finn l'aveva vista ad abbastanza feste per poter dire con un buon grado di certezza che lei fosse già un tantino brilla. Brittany non era propriamente nota per reggere l'alcool.
“Facciamo che questa la finisco io, eh, ubriacona?” La canzonò Finn allontanando la birra dalla sua portata. Brittany ridacchiò. “Non sono già sbronza!” Protestò faticando a rimanere seria. “E non cambiare discorso!”

Non ce ne fu bisogno. Puck li stava chiamando a gran voce. La prima zuppa era pronta, tempismo perfetto considerando che la canzone era appena terminata.
“Salvato in corner Hudson!” Brittany era saltata in piedi, un po’ contrariata. “ Sei fortunato che ho fame e freddo allo stesso tempo, ma se ti va possiamo continuare e parlarne dopo cena… mentre andiamo a caccia di Ninfe!” Aggiunse ammorbidendo il tono di voce. Finn pensò fosse un bel piano.
 
*****
 
“ Il primo mestolo va al Guru del trekking, ovviamente!” Esclamò Puck tra le risate di tutti, intingendo il cucchiaio di alluminio nella pentola. Non propriamente un mestolo, ma in campeggio si doveva far di necessità virtù. Kurt lo guardò, un misto tra il divertito e l'offeso. “ Aggiungi un’altra mezza cucchiaiata se vuoi la mia carta igienica, Puckerman!”

Si erano seduti tutti in circolo attorno al falò che Sam era riuscito ad accendere. Finn si era abbandonato di fianco alla piccola catasta di legna che Quinn si era prodigata di accumulare per mantenere vivo il fuoco, prendendo posto vicino a Mercedes. Il pigro scoppiettare delle fiamme innalzava ombre fluttuanti sui loro volti, che danzavano fin sopra le superfici delle tende, illuminandoli con una calda luce aranciata. Quinn sorseggiava la sua zuppa, lanciandogli di tanto in tanto delle occhiate penetranti. Finn decise di ignorarla e di concentrarsi sulla cena, sforzandosi di non cercare con lo sguardo Brittany che si era seduta tra Kurt e Santana, esattamente dalla parte opposta alla sua, dall'altro lato del fuoco.

Aveva provato a distogliere lo sguardo, quando Santana aveva afferrato il piatto che Noah le aveva servito, salvo passarlo a Brittany con un uno di quei sorrisi che dedicava solo a lei. Ma aveva fallito miseramente. I fagioli mezzi spappolati che galleggiavano nel suo piatto in plastica non erano poi così interessanti.

“Propongo un brindisi, ragazzuoli!” Esclamò Sam, all’improvviso, levando al cielo la sua bottiglia di birra e catalizzando su di se l’attenzione di tutti i presenti. “Al nostro Finn, che si è fatto in quattro per organizzare questa gita, e al prof. Shouster senza cui non saremmo stati qui!” Spiegò, sorridendo.

Quinn e Brittany levarono il proprio bicchiere senza esitazione, succo alla pera per loro, considerando che avevano già scroccato la loro quota d’alcool da Sam e Finn. Anche gli altri le imitarono subito dopo. Finn sorrise, imbarazzato, e bevve con loro, mentre Shouster gli fece l’occhiolino dall’altro lato del cerchio.

“ Al Guru e a Toro-seduto! Non gli eroi che meriteremmo, ma certamente quelli di cui avevamo bisogno!” Esclamò invece Puckerman dal nulla, facendoli trasalire. Mike sputacchiò la propria birra, in preda a un improvvisa scarica di risate. Tutto il gruppo, Shouster compreso, si unì al mood.

La zuppa di fagioli era veramente tremenda e Santana aveva dato la colpa alle scarse doti culinarie di Puck. I Noodles e soprattutto i Wurstel, invece, avevano salvato la cena. Mentre mangiavano, chiassosamente, l'oscurità li aveva avvolti, combattuta solamente dal fuoco. Il cielo li abbracciava dall'alto con una stellata che raramente avevano potuto apprezzare così bene.

“Sono proprio fiero di voi ragazzi…” li sorprese Shouster, interrompendo un raro momento di tranquillità. “ Se ripenso al gruppo sgangherato che eravate al primo anno e vedo i progressi che avete fatto... e dove siete oggi…”
“ Oh, andiamo prof!” Protestò Mercedes, “ non faccia il sentimentale, adesso…”
“ Dico sul serio… Mercedes, sette mesi fa avresti mai detto che saresti venuta in montagna con Santana per il solo gusto di farlo?” La ragazza lanciò un’occhiata in direzione della ragazza ispanica, levando le sopracciglia. Colpita e affondata.

Un mese fa avresti mai avuto occhi solo per Brittany S. Pierce?

I pensieri di Finn assunsero drammaticamente il suono della voce di Shouster. Il quarterback, scosse il capo, cercando di tornare con la mente ai presenti.

“Sono quattro mesi che non mi getti nel cassonetto!” Esclamò Kurt, come colto da un’improvvisa realizzazione, osservando Puckerman con una strana espressione.
“Così tanti?” Si meravigliò il ragazzo, grattandosi la cresta.“ Ricordami di rimediare, quando torniamo a scuola!” Tutti ridacchiarono, ma Finn proprio non ce la faceva a seguire i loro discorsi.

Per quanto si sforzasse, i suoi occhi ricadevano sempre su loro due. Durante tutta la cena, Santana non aveva fatto che parlottare con Brittany, discretamente. Le due erano state in mezzo a loro per tutto il tempo, ma sembrarono aver trascorso l’ultima ora in una bolla. Finn non aveva potuto non notare come la biondina avesse mano a mano cambiato atteggiamento, come se avesse superato una certa resistenza iniziale e si fosse via via rilassata con il passare dei minuti.

Tirarono le dieci, cantando insieme e storpiando apposta qualche canzone strappalacrime, mentre Artie strimpellava le corde di un ukulele che era riuscito ad infilare nello zaino. Il fuoco stava consumando avidamente gli ultimi pezzi di legna.  Sam e Quinn si proposero per andare a recuperare qualche altro ramo da aggiungere al falò. Puck lo guardò ammiccando e Finn aveva ridacchiato. Bella scusa, Sam!

“Fate attenzione e non allontanatevi troppo…” li avvertì il professore, già preda di vistosi sbadigli.

Finn si alzò in piedi, stiracchiandosi, mentre gli altri continuavano a canticchiare, stonando apposta. O forse Puck aveva tirato fuori qualche altra birra eludendo la sorveglianza di Shouster e quelli erano i risultati? Represse uno sbadiglio quando si accorse che Brittany era finita in qualche modo al suo fianco. “ I fagioli sono stati di tuo gradimento?”

“Beh… erano caldi.” Rispose, cercando di trovare almeno un lato positivo della cena.

Lei ridacchiò, recependo il messaggio. Fu allora che Santana li avvicinò, spuntando da chissà dove. “ Torcia recuperata… l’avevi lasciata vicino allo zaino!” Teneva in mano la terza frontale a disposizione del gruppo, reggendola per l’elastico, mentre si rivolgeva esplicitamente a Brittany. Invece, degnò Finn solamente di una fredda occhiata. “Quindi, sei pronta per le Ninfe?”

Brittany la fissò per un breve momento, senza dire nulla. Guardò rapidamente Finn, che non si mosse, e poi strinse le labbra. “Si… ma certo. Finn, vieni con noi?”

Il ragazzo non dovette nemmeno posare gli occhi su Santana. Quella sensazione di avere un fucile puntato alla testa non aveva bisogno di essere confermata dalla sua espressione. Tentennò, spostando il peso da una gamba all’altra.

“Oh, in verità sono un po’ stanco… sai, la camminata e le ore di macchina!” Mentì, sforzandosi di guardarla e allo stesso tempo di ignorare Santana. Non era davvero il caso. Per quale motivo sarebbe dovuto andare con loro? Le cose stavano forse finalmente allineandosi nei binari sperati da Rachel. Non poteva di certo rovinare tutto quanto.

Brittany parve un po’ delusa, ma annuì lentamente. “ Ma certo… chiaro! La macchina…”

“Forza B. andiamo!?” Santana le porse la mano, con un mezzo sorriso. La bionda la afferrò e si lasciò condurre via. Finn le osservò allontanarsi lentamente, il fascio di luce della  frontale che Santana aveva indossato si muoveva freneticamente seguendo il suo incedere incerto. Già qualche metro dopo, l'oscurità le aveva inghiottite celandole alla sua vista.

“Dai Finn, dammi una mano a scrostare queste pentole…”  Kurt, che sembrava aver assistito alla scena e non aver perso la sua reazione, gli afferrò una spalla. Gli diede una leggera stretta, come un sileznioso gesto di supporto. “Che qua vanno tutti a farsi le passeggiate al chiaro di luna ma questo schifo non si leva da solo!”
“Ti aiuto…” rispose immediatamente, felice di avere qualcosa da fare che lo distraesse. Quel sentimento non andava bene, era inappropriato. Totalmente fuori luogo. Non poteva permettersi di essere geloso di lei. Ma il fatto che ne fosse così cosciente, e che la cosa non cambiasse per nulla il suo stato d’animo, era un grosso guaio.
 
*****
 
 
Sam e Quinn erano tornati una quarantina di minuti più tardi, quando il fuoco era ormai solo un ammasso di braci. Finn li aveva salutati con un cenno della mano mentre rimetteva in ordine lo zaino. Se lo avesse fatto prima di andare a dormire, avrebbe potuto prendersela con più calma la mattina seguente. Kurt non aveva compreso quella sua necessità, e aveva rimandato tutto alla luce del sole, preferendo ritirarsi nella tenda ed entrare in modalità baco da seta nel suo sacco a pelo. La maggior parte degli altri lo aveva imitato poco dopo.

“ Dove sono tutti?” Chiese Sam sedendosi vicino a lui, stringendo ancora la mano di Quinn. Non avevano riportato al campo base neanche un pezzetto di legna. Ma la cosa non lo colse propriamente di sorpresa. Finn richiuse la cerniera posteriore dello zaino. “Quasi tutti KO nella tenda, prof S. compreso… e Puck è da qualche parte nella natura a sistemare la pratica fagioli!” 

“E le ragazze? Già a dormire pure loro?”

Finn scosse il capo, “ Solo Mercede e Tina. Santana e Brittany sono andate a fare due passi poco dopo che ve ne siete andati…” indicò un punto imprecisato poco più in là, nell'oscurità, cercando di mostrarsi indifferente. Eppure poteva già sentire lo sguardo di Quinn fargli una radiografia. Finse di ricontrollare il contenuto della cerniera laterale, giusto per sembrare occupato.
“ Ok, mi sa che mi unisco alla banda di quelli distrutti…” sbadigliò Sam.
" Vai, campione che domani devi guidarci all'avventura!" Finn gli fece l'occhiolino. " Io aspetto che tornino tutti, ci manca solo che un quarto del Glee Club si perda nei boschi. Rachel mi ucciderebbe!"

Quinn e Sam ridacchiaraono, prima che la ragaza tornasse seria e annunciasse: " Faccio compagnia a Finn acora un po'..." 
“ Va bene, direi che invece io seguirò l'esempio del nostro guru!” Indugiò un poco e poi si allungò verso Quinn, lasciandole un bacio sulla guancia. “Notte ragazzi!” Esclamò alzandosi e passando oltre a Finn, dandogli una leggera pacca sulla spalla.

“Notte Sam…” esclamarono Finn e Quinn all'unisono. Passò un minutino prima che il ragazzo scomparisse oltre la cerniera lampo della tenda, a qualche metro di distanza. “Non dire nulla…” lo avvertì Quinn, in evidente imbarazzo, fissandosi la punta delle scarpe. Finn allargò le braccia. “Non stavo aprendo nemmeno bocca!” Mormorò con un mezzo sorrisetto.

“Abbiamo principalmente chiacchierato!” Puntualizzò Quinn gesticolando freneticamente con le mani. “Uh-uh!” Esclamò Finn con scarsa convinzione, mentre giocherellava con uno degli ultimi rametti sopravvissuti al rogo.

“Ho detto principalmente…” concesse Quinn con un fil di voce, dandogli un pugnetto. “ Non vuol dire che abbiamo fatto solo quello… contento!?” Scoppiò a ridere, esasperata. Finn sorrise. Almeno lei e Sam avevano concluso davvero qualcosa. La notizia, quantomeno, riuscì a rallegrarlo un po’.

Era incredibile come le stelle e la luna brillassero in cielo e come si riflettessero sulla superficie del lago. Ed era così assurdo non poter godere di uno spettacolo del genere tutte le sere.  Tra di loro si instaurò un confortevole silenzio, uno di quelli che sembrava non pesare. Lei stava sicuramente pensando alla giornata con Sam e lui, beh. Lui pensava alle Ninfe dei laghi. Strinse le labbra, cercando di concentrarsi meglio sulla Luna. Stettero così per un tempo poco precisato,  quando udirono dei passi avvicinarsi alla loro destra. Brittany e Santana erano finalmente di ritorno.

“Eccovi qui, iniziavo a preoccuparmi!” Le accolse Quinn, a bassa voce, mentre le due ragazze si avvicinavano. Santana indossava ancora la torcia in testa.
“Avevamo un po' di cose di cui parlare!” Si giustificò quest’ultima, mentre si sfilava l’elastico dalla fronte. Brittany, al suo fianco, si limitò al silenzio annuendo piano. Restarono tutti in un limbo, rotto solo dal sottofondo creato dal russare di Kurt. Finn non disse una parola.

“Beh, che fai Quinn, vieni a dormire con noi o resti a fare la balia a Finn?” Chiese infine Santana, inarcando un sopracciglio.
“ Aspettavo giusto che tornaste!” Esclamò l’altra, alzandosi in piedi e stiracchiandosi. Si infilò tra lei e Brittany e prese sotto braccio l’ispanica, trascinandola via. “Notte Finn!” Aggiunse, girandosi appena verso il ragazzo, con un mezzo sorriso.
“Notte!” Si era affrettato a risponderle lui, senza dare peso a quello che la cheerleader dalla carnagione più scura aveva pronunciato, facendo un rapido gesto di saluto con la mano.

Ma Brittany era rimasta indietro, indecisa se fermarsi o seguirle. “I Quarterback non vanno a dormire?” Gli aveva chiesto dopo un minimo di indecisione, stringendosi nelle spalle. Finn si sforzò di guardarla, tentando un sorriso molto tirato. “Aspetto che torni Puck…” le spiegò, contento che il buio celasse la sia espressione contrita. “ Ho promesso a Shouster che lo avrei svegliato nel caso tutti voi non foste tornati entro una certa…”

“Un vero capobranco…” aveva mormorato Brittany facendo un passo verso di lui, abbozzando un sorriso.

Finn si ritrovò con la sensazione di avere la lingua impastata, senza alcuna capacità di proferire parola. Ma prima che lei potesse sedersi, furono investiti da un fascio luminoso. Brittany si parò il viso con il braccio, infastidita dalla luce inaspettata.

“Gesù!” Bisbigliò Puck, sbucando all'improvviso, spostando il raggio della torcia dalla loro traiettoria. “Se questa notte vi scappa quella grossa, ricordatevi di non andare in quella direzione!” Puntò il fascio di luce in un punto alle sue spalle, verso il bosco, prima di superarli e dirigersi alle tende con la stessa velocità con cui era comparso.

Se Finn fosse stato di ben altro mood, sarebbe scoppiato a ridere. Invece, scosse il capo e si alzò, pensando che non ci fosse più motivo per restare là fuori.

“Finn, io…” iniziò Brittany, impacciata, capendone le intenzioni.

Lui trattenne a stento un sospiro e si fermò, piantandosi nel terreno erboso. “ Tutto bene con Santana? Avete avvistato qualche Ninfa?” La interruppe, desideroso di chiudere lì la giornata. Come dare senso alle sensazioni che provava. Perché desiderava fermarsi a parlare con lei, e allo stesso tempo non voleva fare altro che andarsene? Da quando era diventato uno stupido moccioso geloso? Nemmeno un poppante alla prima cotta avrebbe reagito a quel modo! Così, per quanto sentisse quella strana morsa all’altezza dello stomaco, cercò di comportarsi da persona matura. O quantomeno farle credere che fosse tutto a posto. In quel momento era conscio di diverse cose e tentava di aggrapparsi ad esse con tutta la forza che riusciva a trovare: che stava con Rachel e quella sarebbe dovuta essere la cosa più importante; che non aveva ragioni per reagire in quel modo; che non erano affari suoi se Brittany si fosse rimessa assieme a Santana e che doveva essere felice per loro. Perché pensarlo e convincersene erano cose che sembravano così distanti? 

Lei scosse il capo timidamente, fissandosi le mani, facendo molta fatica a guardarlo. “Credo di sì ... ma nessun avvistamento, San non ha un passo abbastanza felpato. Il rumore… deve averle messe in allarme…” 

Finn annuì piano. “ Sono contento che tra di voi le cose vadano meglio.” Mormorò, sorprendendosi di essere effettivamente riuscito a pronunciarlo, ammorbidendo in qualche modo il tono di voce. Non era sicuro di averlo fatto con in modo sufficientemente credibile. Ma era tutto quello che aveva al momento. Lei annuì ancora. Non sembrava capace di fare altro.

“Buonanotte Brittany!” Mormorò Finn alla fine, sentendo di non poter stare più lì con lei ulteriormente. Neanche a dirlo, la ragazza annuì ancora. Il buio dissimulava la sua aria ferita. “Notte Finn…” lo salutò infine, prima di voltarsi e affrettarsi a raggiungere le compagne nella tenda, il capo chino.
   
 
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