Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: KiarettaScrittrice92    08/09/2020    0 recensioni
Questa è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni.
E' arrivata un'altra ragazza amante della musica, chissà di che colore sarà il sogno che troverà questa ragazza.
Bene mettiamoci comodi e diamo un'occhiata alla storia di Marinette.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo dell'autrice:
Sì lo so, è un'eternità che non aggiorno! E se ve ne siete accorti ho anche ridotto i saggi (anche i precedenti) ad un intero lungo capitolo. Ma a mia discolpa posso dire che oltre a mandare avanti altre storie e fan fiction di questa dovevo anche scrivere due testi e non è stato affatto facile XD

Come sempre vi ricordo che questa Alternative Universe è ispirata al videogioco "Kira Kira Pop Princess" per questo motivo ho usato le canzoni del gioco. Ho deciso perciò di registrarle per permettervi di sentirle. Le trovate sulla mia pagina, proprio in questo video
A questo punto vi posso lasciare alla lettura.

Filles Aller Aller
 

Il campo da basket di Parc Citron era gremito di gente: molte persone, per la maggior parte giovani, si stavano ancora sistemando sugli spalti, chiacchierando fra loro.
Adrien e Marinette, proprio come il resto della classe del professor Ramier, erano dietro una serie di paravento a bordo campo, con già indosso le divise giallo e smeraldo della squadra, e si stavano riscaldando i muscoli.
«Credo di essere più nervosa al dover cantare alla prossima coreografia, piuttosto che alle prese che ci aspettano ora.» commentò Marinette, che era seduta a terra e si allungava in avanti, toccandosi le punte dei piedi con le dita.
«Sciocchezze! – esclamò Rose alle sue spalle, lei invece stava saltellando, allargando e chiudendo gambe e braccia – Vi siete… allenati… un sacco… vedrai… che andrà… bene…» concluse, fermandosi proprio alla fine della frase.
«Ce la faremo anche questa volta my lady, ne sono sicuro.» le sorrise Adrien, ma non ebbe tempo di dire o fare altro, perché una voce maschile echeggiò nella zona del parco.
«Carissimi abitanti di Rainbow city e non, benvenuti alla prima partita della stagione! I nostri giocatori sono pronti e carichi, le nostre squadre di cheerleader sono pronte a sostenerli e voi siete pronti?» subito dopo quella domanda, una serie di urla di giubilo gli fecero quasi eco, incitando tutte le persone che si trovavano proprio dietro il paravento.
«In bocca al lupo ragazzi.» sussurrò il capitano della squadra, rivolgendosi ai due giovani ballerini.
«Grazie, anche a voi.» rispose Adrien per entrambi.
«Ed ora presentiamo le squadre, da fuori casa, una piccola ma tostissima squadra di Parigi, si sono allenati parecchio in questi mesi, nel tentativo di mantenere il titolo di campioni. Con le divise blu e rosse i Cloches!» qualche grido di incitamento e qualche applauso accolse la squadra avversaria, che entrò in campo agitando le braccia e salutando il pubblico.
«Loro invece sono i nostri giocatori ed anche se sono arrivati quarti allo scorso torneo, rimangono i nostri campioni. Con le loro divise giallo verde, accompagnati dalla tifoseria delle Filles Aller Aller, ecco a voi i Citron!» le grida furono più forti e sentite, tanto che per un attimo Marinette si senti frastornata da quella confusione, mentre superava il paravento ed entrava in campo con i pom pom stretti in mano.
«Prima di cominciare la partita, come di consuetudine, avremo la coreografia del gruppo di Cheerleading e se vi posso dare un consiglio, non ve ne andate dopo l’incontro, perché due degli allievi della scuola di ballo sosterranno il loro esame!»
Detto questo la musica partì, proprio nel momento i cui gli otto ragazzi si mettevano nelle loro posizioni di inizio coreografia.
Ai primi battiti, tutti quanti, con i pom pom in mano, portarono verso l’alto il braccio destro, per poi riportarlo indietro e fare la stessa cosa col sinistro, poi entrambe le braccia verso l’esterno, riportandole nuovamente indietro e infine verso l’alto entrambe facendole scendere in avanti. Ripeterono due volte quei movimenti, proprio come nella canzone. Agli ultimi tre battiti, aprirono nuovamente le braccia, per poi incrociarle sul petto e muovere i pom pom a ritmo.
A quel punto la musica cambiò ritmo, aggiungendo quella che sembrava una tastiera elettronica agli strumenti. I ragazzi che erano disposti in due file da quattro formarono un’arcobaleno con le braccia, sempre stringendo i pom pom. La fila davanti verso destra, quella dietro verso sinistra, per poi rifarlo nel verso opposto. Dopodiché li lanciarono e, dopo aver fatto una giravolta su se stessi, li ripresero al volo. Anche questa sequenza di passi la ripeterono due volte e alle battute successive si cambiarono di posto, disponendosi a piramide, con Rose e Charles davanti. 
Mentre tutti si mettevano con un ginocchio che toccava terra e i pom pom verso il centro, i due ragazzi eseguivano alcune prese in cui si erano esercitati. Alle ultime battute del ritmo si alzarono nuovamente tutti.
Al ritmo più veloce, si mise al centro Marinette, che fece la mossa che aveva provato più di tutte, quella che terminava con la spaccata, mentre gli altri ragazzi intorno a lei, muovevano energicamente i pom pom. Subito dopo, Adrien andrò a prenderla, sollevandolo da sotto le ascelle e lei alzò la gamba con forza, facendo un’altra spaccata, questa volta in verticale. Dopodiché lui le fece fare una giravolta, mentre lei teneva i pom pom sulla testa, separandosi da lui.
Il ritmo riprese come ad inizio coreografia e i ragazzi ripeterono gli stessi movimenti delle braccia. Nella conclusione però, Adrien e Marinette tornarono al centro, e mentre gli altri, dietro di loro, eseguivano una piramide umana, loro due fecero la loro presa in cui Marinette con un lento flick si posizionava sulle mani di Adrien, sollevando una gamba, mentre lui poi si issava in piedi sorreggendola mentre eseguiva quel ponte in aria.
L’applauso che ne seguì fu energico e sentito e dopo essere tornata coi piedi per terra Marinette, un po’ rossa in volto, fece un’inchino come tutti gli altri suoi compagni.
Si sedettero tutti quanti sulla panchina, proprio sotto le tribune, pronti a urlare e scuotere i pom pom, ogni qual volta la squadra di Rainbow city avesse segnato un punto.
Fu una partita parecchio sentita e, nonostante la tensione per l’esame imminente, entrambi i ragazzi più di una volta si fecero prendere dall’euforia del tifo, incitando i giocatori in divisa gialla a segnare un punto.
Quel momento di svago, però, sembrò passare troppo in fretta e, quando il cronista decretò la fine della partita, l’ansia e l’agitazione tornarono a invadere il cuore di Marinette.
Tutti i giocatori e la tifoseria si diressero nuovamente dietro al paravento per cambiarsi, mentre alcuni spettatori si alzavano, chi per sgranchirsi le gambe chi perché forse non aveva voglia di assistere al resto dello show.
La giovane ballerina, in un silenzio assoluto, si tolse la divisa da cheerleader, indossando l’abito per la coreografia. Questa volta non l’aveva cucito lei, ma l’aveva comprato al negozio di Parc Citron, “L’énergie du soleil”, dove il commesso, un giovane della loro età di nome Kim, aveva aiutato a scegliere l’outfit migliore sia a lei che ad Adrien, almeno per quella coreografia.
Il suo comprendeva un vestito unico, fatto di pezzi bianchi e neri che si univano attraverso una miriade di cerniere che le davano un’aria molto trasandata e allo stesso tempo stranamente elegante, soprattutto grazie al fatto che la gonna a balze si allargava alla vita, dando quasi l’impressione di un tulle che la copriva solo fino alle ginocchia; mentre ai piedi aveva un paio di stivaletti neri in pelle.
Adrien, invece, indossava un semplice jeans nero e una maglia bianca, infilata alla cinta solo da un lato; sopra aveva un gilet gessato nero, sbottonato che lasciava la vista sulla maglia e su una serie di catenine in argento che aveva al collo. Come da programma, poi, avevano entrambi l’archetto del microfono vicino al viso, visto che quella sarebbe stata la prima volta che Rainbow city li avrebbe visti cantare.
Il biondo avvicinò il viso al suo, sussurrandole all’orecchio.
«Andrà tutto bene, principessa…» dopodiché le prese la mano e assieme uscirono da dietro il paravento, tornando al centro del campo di basket, posizionandosi uno di fronte all’altra.
La musica partì con un ritmo lento e loro muovendosi a specchio, sollevarono lentamente prima un braccio e poi l’altro, riabbassandoli poi in un movimento circolare verso l’esterno. Ripeterono il gesto, fermandosi a metà della discesa e intrecciando le dita. 
Poi si voltarono verso il pubblico, lasciando solo una mano avvinghiata a quella del partner.
«Sempre qui, fissato nella mente ormai.» cantarono entrambi sollevando le mani libere e puntando un dito ognuno verso la propria testa, per poi riabbassare la mano con un movimento fluido.
«Lui/Lei è sempre qui, e non potrò scordarlo/la mai!» Adrien cantava al femminile e Marinette al maschile, mentre la solita mano, questa volta si apriva all’altezza del petto, scendendo poi di nuovo, con lo stesso movimento.
Il ritmo aumentò e i due finalmente si staccarono, posizionandosi un dietro l’altra e spostandosi a ritmo, prima a destra e poi a sinistra in modo alternato, così che si vedessero entrambi da due lati opposti.
«Ma io ormai lo so, in bianco e nero o no, – si rimisero l’uno di fronte all’altra ed entrambi poggiarono la mano destra sulla spalla dell’altro – lui/lei sarà, sempre qui, in silenzio, vicino a me.» cantarono insieme.
«Sono in bianco e nero, i miei ricordi, ma se sto con te, torna il color.» questa parte la intonò solo Marinette, mentre Adrien, le sollevava le braccia e la faceva danzare, come se fosse la sua bambola, poi toccò a lui cantare.
«Non lasciarmi mai, stammi vicino e questo silenzio so sparirà.» mentre lui cantava, Marinette invece si muoveva sinuosa di fianco a lui, andando perfettamente a ritmo.
«Io e te, tu e me!» cantarono nelle battute veloci, prendendosi saldamente per le mani.
Nel momento in cui la musica, riprese le note iniziali per la conclusione, Adrien si chinò leggermente e Marinette si arrampicò prima sulle sue ginocchia e poi poggiando le mani sulle sue spalle mise entrambi i piedi sulle sue mani intrecciate. Il pubblico tenne il fiato sospeso nel momento in cui lui la lanciò verso l’alto, facendole fare un salto mortale in aria e poi riafferrandola al volo, saldamente stretta a lui in un abbraccio.
L’euforia che ne scaturì dopo fu un boato, nonostante già prima il campo del parco si fosse svuotato. Per ringraziare quegli applausi i due ragazzi si presero per mano e fecero un profondo inchino, per poi salutare il pubblico e tornare dietro il paravento.
La parte successiva dello spettacolo sarebbe toccata a Rose e Charles, dando loro la possibilità di riposarsi e cambiarsi per l’ultima coreografia.
I due ballerini professionisti di Parc Citron erano bravissimi: anche loro cantarono e ballarono contemporaneamente, muovendosi a ritmo e sprizzando gioia da ogni poro, con le loro voci decise e allegre come i colori dei costumi di scena che indossavano; praticamente l’esatto opposto di ciò che avevano fatto Adrien e Marinette poco prima.
La coreografia successiva li avrebbe visti tutti quattro assieme e i due giovani allievi raggiunsero gli altri due in mezzo al campo, che con un paio di movimenti veloci si erano tolti il vestiti di sotto rimanendo con un paio di sgargianti pantaloncini, e una canotta dello stesso colore, ognuno diverso dall’altro: Marinette era di un rosso acceso, Adrien verde intenso, Rose di un rosa confetto e Charles giallo canarino.
La musica partì con dei semplici battiti e i ragazzi, in fila uno di fianco all’altro, con le mani su fianchi, battevano il tempo con i piedi.
Ai primi accordi Rose fece due passi avanti, muovendo le braccia verso il pubblico, come volersi allungare verso di loro, subito dopo fu raggiunta dal compagno che la prese per la vita, facendole muovere il bacino a tempo.
Al verso successivo, fecero la stessa identica cosa Marinette e Adrien. Subito dopo, quando la musica fece quei quattro battiti di ponte, le ragazza si avvinghiarono all’indietro al collo dei loro compagni e nel momento in cui il suono che sembrava quello di una girandola partiva, loro le fecero letteralmente ruotare, sollevandole da terra e avendo come unica ancora la presa ai loro colli.
Si fermarono e le ragazze si voltarono subito verso i loro partner, dando le spalle al pubblico. Al primo verso Charles fece fare un profondo casquet circolare a Rose, e al verso successivo il biondo lo fece con la sua compagna, ma dal lato opposto. I suoni si ripeterono, ma questa volta le coppie si presero come se stessero eseguendo un ballo da sala e fecero alcuni passi veloci, molto simili a quelli del tango, perfettamente a specchio gli uni dagli altri.
Le ragazze si allontanarono dai rispettivi compagni, mentre questi si fingevano delusi e vogliosi di un nuovo contatto, poco prima che la musica cambiasse completamente ritmo si avvicinarono tra di loro, Marinette con le braccia incrociate e Rose con un braccio poggiato sulla sua spalla, osservando i ragazzi. Al cambio della musica, furono loro due a cominciare a ballare da soli, come se dovessero riconquistarle: esibendosi in alcuni passi perfettamente uguali e a gambe e braccia tese, proprio come era consuetudine nella danza moderna, una tecnica che Adrien aveva trovato parecchio facile dopo le lezioni all’Académie Rue Vert.
Conclusero quella specie di assolo con un ginocchio poggiato a terra, verso le ragazze. Quando la musica riprese il ritmo iniziale, Marinette si avvicino con passi decisi verso Adrien, afferrandogli la mano e tirandolo su; subito dopo anche Rose si mosse, facendo la stessa cosa con il suo compagno.
Si misero in modo che le ragazze fossero di fronte ai partner, ma dandogli la schiena e dandosi una spinta coi piedi si sollevarono, o meglio loro le sollevarono, tenendole dai fianchi e permettendo loro di creare un arco col corpo, proprio sopra le loro teste.
Di nuovo ci fu un grande applauso, accompagnato però da quello che sembrava un tuono in lontananza. Durante l’ultima coreografia, infatti, il cielo aveva iniziato a incupirsi, diventando sempre più scuro.
I quattro ballerini ringraziarono il pubblico e corsero nuovamente verso il paravento.
«Ci manca poco…» sussurrò Marinette, con il fiato leggermente grosso, togliendosi maglia e pantaloncini e indossando il vestito color pesca che Adrien le aveva visto indossare durante l’appuntamento con Nathaniel a Le Jardin Secret, mentre lui indossava un paio di jeans scuri e una camicia bianca.
«Ho paura per voi che il tempo non reggerà…» disse con un tono un po’ dispiaciuto Rose, osservando il cielo diventare sempre più scuro, ma a quel commento i due ragazzi sorrisero compiaciuti.
«La speranza è proprio quella! – esclamò Adrien, facendo l’occhiolino all’amica e poi porgendo la mano alla sua partner – Sei pronta?» lei rispose solo con un cenno di testa, dopodiché uscirono per l’ultima volta dal paravento, tornando al centro del campo. Molte persone del pubblico si erano già tirate su i cappucci, altre cominciavano a tirare fuori gli ombrelli, mentre le prime goccioline di pioggia cominciavano a cadere leggere dal cielo.
Anche Adrien e Marinette, che si erano posizionati l’uno dal lato opposto dell’altro sul campo da basket, aprirono i loro ombrelli scuri e, alle prime note della canzone cominciarono a passeggiare a ritmo, andando l’uno verso l’altro.
Dopo le prime quattro battute si incrociarono in mezzo al campo, proprio come fecero i loro sguardi, ma la strofa si ripetè e i due proseguirono il loro percorso, fino ad arrivare ai lati opposti. Se non ché, quando la musica cambiò entrambi si voltarono l’uno verso l’altra e lasciando gli ombrelli aperti per terra, si corsero incontro. Adrien afferrò Marinette per la vita, che sollevo le gambe, in modo da poterla far volteggiare meglio, per poi rimetterla coi piedi per terra. La ragazza poggio la sua mano destra sulla spalla destra di lui, mentre lui le teneva il fianco sinistro con la sua mano sinistra; cominciando entrambi a muovere i piedi in tondo, senza mai distogliere lo sguardo l’uno dall’altra.
Il ragazzo, volto la sua compagna con un movimento veloce, facendo sì che lei gli desse le spalle: Marinette percepì i capelli, già bagnati dalla pioggia, frustarle il viso, ma non se ne curò e, influenzata dai movimenti del biondo dietro di lui, sollevò le braccia, seguendo le sue mani, per poi farle scendere nuovamente e avvinghiarla in un abbraccio.
Questa volta fu lei, di sua iniziativa a voltarsi verso di lui, poggiando una mano sul suo petto, che ormai si vedeva quasi perfettamente sotto la camicia bianca, e spingendolo indietro di un paio di passi, per poi prenderlo dal bavero bagnato e tirarlo verso di sé, proprio poco prima che la musica cambiava ritmo. A quel punto lui la prese per la vita e lei gli poggiò le mani sulle sue spalle, mentre eseguivano un paio di sensuali passi di quella che poteva sembrare una baciata. Alla battuta successiva Adrien la sollevò tenendola dalle gambe e lei allargò le braccia esponendo il suo volto alle gocce di pioggia che ormai si erano infittite. La lasciò scivolare nuovamente giù e dopo un’altra serie di passi di baciata, si separarono; anche se, fino alla fine della battuta rimasero ad allungarsi l’uno verso l’altra.
Con passi lenti, tornarono verso gli ombrelli, prendendoli e riparandosi nuovamente dalla pioggia che ormai li aveva già bagnati; altri passi e si ritrovarono nuovamente l’uno di fronte all’altra. Alle ultime note, lasciarono cadere per l’ennesima volta gli unici oggetti che li separavano dalla pioggia battente e si strinsero l’una all’altra.
Adrien, con la mano libera che non teneva dietro la schiena della sua compagna, le scostò i capelli corvini, ormai fradici dal volto e dopo un meraviglioso sorriso, le posizionò quella stessa mano dietro al collo e l’avvicinò a sé per poi baciarla.
Un urlo deciso partì dal lato del campo dove Rose, con addosso un impermeabile di un rosa shocking saltellava tutta contenta applaudendo e gridando; subito dopo fu seguita dal resto del pubblico sugli spalti. Adrien e Marinette si staccarono da quel bacio, un bacio che questa volta era programmato nella coreografia e che finalmente si erano voluti scambiare per davvero.
I loro volti bagnati sorridevano entusiasti, mentre il cielo continuava a piangere addosso a loro.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: KiarettaScrittrice92