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Autore: heykurt    10/09/2020    1 recensioni
KURTBASTIAN : Mesi dopo essersi lasciati, Kurt decide di tornare a Lima per riconquistare Blaine, ma al suo ritorno scopre che l'ex fidanzato ha una relazione con Dave Karofsky. Kurt è sconvolto e non riesce a farsene una ragione, ma un casuale quanto inaspettato incontro con Sebastian Smythe stravolgerà completamente la sua vita.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 9

 

 

 

 

 

 

Kurt non ricordava di essere mai stato così felice. Erano passati due mesi dal matrimonio di Brittany e Santana, e Sebastian era tornato a stare da lui. Ogni cosa andava alla perfezione e sentiva di aver ristabilito un ordine nella sua vita. Non avrebbe mai potuto pensare che le cose sarebbero precipitate da un giorno all’altro.

Quando raggiunse il Glee Club quella mattina, assieme alle Nuove Direzioni, Rachel e il professor Shuester, c’erano anche Blaine e gli Usignoli.

«Che sta succedendo..?» domandò disorientato passando lo sguardo su ciascuno di loro in cerca di una spiegazione.

«L’Accademia Dalton… C’è stato un grosso incendio e non è rimasto più nulla» disse un membro degli Usignoli coprendosi la faccia sconvolto.

«Ho chiesto al professor Shuester e a Rachel se potevamo usare il vostro Auditorium per esercitarci» proseguì Blaine.

Non si erano più parlati dal giorno del matrimonio, né tantomeno scritti o visti di sfuggita, ed era strano ritrovarsi faccia a faccia con lui pretendendo che fosse tutto a posto.

«Oh, okay. Va bene» boccheggiò ancora incredulo Kurt. «Non c’è nessun problema. Mi dispiace davvero tanto per la Dalton. È stata molto importante anche per me».

Blaine abbozzò un sorriso malinconico. Non c’era il benché minimo cenno di astio nei suoi confronti e Kurt si sentì subito più leggero.

«C’è solo una cosa che non ti abbiamo detto…» parlò di nuovo Rachel con aria colpevole.

Kurt la guardò interrogativo. «Dimmi».

«Io e il professor Shuester avevamo pensato di unire i due Glee Club e Blaine è d’accordo con noi».

Kurt rimase interdetto. «Come scusa? E non hai pensato che fosse bene consultarmi prima?» le chiese a denti stretti, come se gli altri non potessero sentirlo.

«Lo so, avremmo dovuto domandartelo prima, ma pensaci Kurt. Nuove Direzioni più Usignoli… Saremmo un team vincente! Siamo due tra i Glee Club più forti della Nazione!» cercò di convincerlo Rachel.

L’unica cosa che frenava Kurt dall’accettare era sapere che Blaine li avrebbe codiretti assieme a loro. Avrebbero passato il loro tempo al McKinley a stretto contatto e non era certo di volerlo davvero. Per non parlare della reazione che avrebbe potuto avere Sebastian se lo avesse saputo.

«E come pensavate di chiamare questo gruppo allargato?» domandò con una punta di sarcasmo Kurt. «Voi non potete abbandonare le vostre iconiche uniformi! E io sono affezionato al nome Nuove Direzioni!»

«Abbiamo pensato anche a questo» lo interruppe Rachel.

Kurt la fulminò con lo sguardo per aver preso un’altra decisione senza dirgli niente.

«Il nome rimarrà Nuove Direzioni, ma ad ogni competizione indosseremo tutti le stesse divise. Blaine ha anche proposto di cambiare i colori delle uniformi ed optare per delle giacche rosse e bianche come i colori del McKinley, pur mantenendo lo stampo delle divise della Dalton» gli spiegò Rachel.

Kurt odiava ammetterlo, ma non era una pessima idea. «Ci sono altre cose di cui dovrei essere informato o..?»

«Ti stavamo aspettando per avere o meno la tua conferma» disse Rachel guardandolo speranzosa.

«Perché se dico di no salta tutto? Andiamo Rachel, se voi siete tutti d’accordo chi sono io per scombinarvi i piani? In fondo è una buona idea, mi domando solo come faremo a gestire un Glee Club del genere in quattro» si permise di commentare, alludendo al fatto che per lui e Blaine non sarebbe stato semplice stare assieme per così tanto tempo.

Blaine sembrò l’unico a cogliere il punto. «Kurt, possiamo parlare in privato per favore? Voi iniziate pure con la lezione, arriviamo subito» disse prendendolo per un braccio e trascinandolo fuori dall’aula. «Avevi ragione» fu la prima cosa che gli disse, lasciandolo spiazzato.

«Riguardo a cosa?»

«Noi» rispose con un sorriso. «Non poteva funzionare. Sei stato tu però a chiedermi di rimanere amici e io lo vorrei tanto. Ho avuto questi mesi di tempo per riflettere, e non prendere questo mio gesto come un tentativo di riavvicinarmi a te perché non è così» lo tranquillizzò dandogli una pacca amichevole sulla spalla. «Ci tengo a quel Glee Club, e so che voi tenete al vostro. L’idea di unirli mi sembra geniale e non voglio che infici sul nostro rapporto. Potremmo dirigerli tutti e quattro, ne sono certo».

«Sei sicuro che non ci sia altro?» lo incalzò dubbioso Kurt.

«Ne sono sicuro» ribadì con fermezza Blaine. «Sai, sono cambiate un po’ di cose nelle ultime settimane. Ti avrei contatto per parlartene ma credevo che non mi volessi più sentire né vedere. Come potevo darti torto visto il modo in cui ho trattato te e Sebastian».

«Blaine, non covo risentimento. Mi dispiaceva solo che ci fossimo lasciati in malo modo. Non avrei neanche saputo come comportarmi se ci fossimo incontrati dopo il matrimonio, visto quello che è successo».

«È stata proprio una bella canzone» ammise Blaine. «Forse avevo giudicato male Sebastian. Sembra davvero innamorato di te… Non credevo che potesse fare una cosa tanto romantica per qualcuno, ma evidentemente mi sbagliavo. Sei felice?»

«Molto» rispose, stavolta con sicurezza. «Però mi manca la nostra amicizia. Credi che possiamo riprovarci?»

«Amici» confermò Blaine tendendogli la mano.

«Amici» ripeté Kurt rasserenandosi. «Cos’è cambiato nelle ultime settimane?» gli chiese poi incuriosito.

Blaine arrossì appena. «Mi sento con una persona».

Kurt stirò le sopracciglia, incurvando le labbra. «Ah! E chi sarebbe..?»

«Lo conosci, a dire il vero».

«Cosa? Sei tornato assieme a Dave?»

«No, no!» lo interruppe subito ridendo. «Io e lui siamo rimasti buoni amici, comunque. Dave fa coppia fissa con Craig da mesi ormai e sono molto felici».

«Sono davvero contento per lui. Allora chi è il ragazzo misterioso?» insistette curioso Kurt.

Blaine si aprì appena la giacca, per fargli vedere la maglietta che indossava sotto.

Kurt lesse la scritta GAP. «Aspetta… Jeremiah!?»

«Lo so, è stato inaspettato».

«Lavora ancora da GAP?!»

«È questa la tua preoccupazione?» rise Blaine. «Si, lavora in un altro negozio, però. Stavo facendo acquisti quando ho sentito questo ragazzo che mi chiamava e… sai com’è. Siamo usciti a prenderci un caffè ricordando i vecchi tempi e una cosa tira l’altra… Ci stiamo ancora frequentando, non c’è niente di ufficiale, ma credo che mi piaccia davvero».

«È… è una notizia bellissima Blaine» gli sorrise sincero Kurt. «Spero che le cose vadano bene tra voi».

«Non ho fatto nessuna serenata imbarazzante sul posto di lavoro, per ora va bene» scherzò Blaine ricordando quell’umiliante dichiarazione d’amore al centro GAP, anni prima.

«Quella fu tremenda, devo proprio dirtelo» concordò divertito Kurt.

«Tu eri felice che fosse andata male» ridacchiò Blaine.

«Oh, da morire» stette al gioco Kurt. «Sono una persona orribile».

«Una volta potremmo uscire tutti assieme, comunque» propose Blaine con nonchalance. «Un’uscita a quattro…»

«Oh, oddio. Non so se è proprio il caso. Sarebbe un tantino imbarazzante, non credi?» balbettò incerto Kurt.

«Forse un pochino. Però sarebbe un bel modo per ricominciare. Sai, una normale uscita tra amici».

«Okay, possiamo provarci» acconsentì Kurt, «ma devo sentire Sebastian. Non devo temere un’altra faida come al matrimonio, vero?»

«Non farò nulla, promesso» disse baciandosi l’indice e il medio da entrambi i lati. «Fammi sapere quando e se Sebastian accetterà. Nel frattempo sarebbe il caso di informarlo su quello che succede qui al McKinley. Pensi che sarà un problema per lui sapere che lavoreremo assieme tutto il giorno?»

Kurt avrebbe voluto rispondere con un secco ‘si’ ma non voleva far credere a Blaine che avesse poca fiducia in lui, ed improvvisò. «No, figurati! Alla fine stiamo lavorando, cosa può esserci di male? Glielo dirò assolutamente».

Le ultime parole famose.

Una volta a casa, Kurt non riuscì a trovare un solo momento per spiegare come stavano le cose a Sebastian. Ogni volta che ci provava, decideva di rimandare ad un momento più opportuno, per paura che potesse avere una reazione esagerata. Sapeva che nasconderglielo poteva rivelarsi mille volte peggio, ma aveva bisogno di un po’ di tempo per fargli accettare la cosa.

Forse iniziare col dirgli di aver parlato di nuovo con Blaine, ed essersi chiariti, poteva essere un inizio. Kurt doveva testare come avrebbe potuto prendere quell’informazione.

«Sai, oggi a scuola è venuto Blaine per discutere con Shuester e Rachel sulle Provinciali» iniziò vago.

Sebastian, stravaccato sul divano, scollò gli occhi dalla tv e si mise sull’attenti. «Ah. Vi siete parlati?»

«Più o meno. Abbiamo parlato di competizioni di Glee Club e cose così» ci girò intorno Kurt avvicinandosi al divano.

Sebastian gli fece cenno di sdraiarsi accanto a lui e Kurt obbedì all’istante, sistemandosi con la schiena contro il petto di Sebastian per farsi abbracciare.

«Si è comportato normalmente?» gli sussurrò all’orecchio, dandogli un rapido bacio sul collo.

«Si, non abbiamo litigato se è questo che vuoi sapere. È stato piuttosto gentile, a dire il vero… La cosa ti da fastidio?»

Sebastian posò il mento sulla spalla di Kurt, corrugando la fronte. «Perché la cosa dovrebbe darmi fastidio?»

«Non lo so… Sapere che ci parliamo ancora magari…»

«Kurt, non posso costringerti a non parlare con qualcuno. Hai il diritto di fare quello che vuoi e quello che ti senti» rispose con naturalezza Sebastian strofinando il naso contro la sua guancia. «Mi sei mancato un sacco oggi. Non ci siamo neanche visti questa mattina; sei scappato di casa».

«Anche tu mi sei mancato» sospirò Kurt beandosi di quell’abbraccio. «Mi piace stare qui accoccolati sul divano, dovremmo farlo più spesso».

«Se ci mettiamo così poi non guardiamo più i film» ghignò malizioso Sebastian intrecciando le gambe con le sue. «Vuoi che ci spostiamo sul letto? Sai, non ti ho visto per tutto il giorno e adesso sei così sexy…»

«Ti offendi se per stasera passo? Sono sfinito, è stata una giornata estenuante» lo smontò subito Kurt.

«Va bene, non preoccuparti. Vuol dire che mi accontenterò delle coccole» sorrise Sebastian accarezzandogli le braccia. «Che avete fatto di bello? Tu e Rachel avete partecipato alle prove con canti e balli? Ricordo quanto potessero essere stressanti».

«No, intendevo stressante a livello psicologico» confessò Kurt a bassa voce. «Sai, ti stavo dicendo di Blaine…» tentò di dirglielo di nuovo, ma le parole gli si smorzarono in gola.

«Te l’ho detto, non è un problema per me. Mi fido di te. Sono un po’ geloso, ma credo che dovrò semplicemente mettermela via»·

«Da quando sei diventato il più maturo tra i due?»

«Sono sempre stato il più maturo tra i due» osservò Sebastian per provocarlo, punzecchiandolo su un fianco per farlo ridere.

«Quindi non ti darebbe fastidio se, per esempio… ci venisse a trovare qualche volta alle prove o cose così, vero?» azzardò di nuovo sempre mantenendosi schivo.

«Kurt, non ho tre anni. Non possiamo affiggere un cartello al McKinley con scritto ‘Vietato l’ingresso a Blaine Anderson o qualsiasi forma di vita che porti quintali di gel’. Né tantomeno posso presentarmi da lui con spada sguainata per dirgli di stare lontano dal mio ragazzo. Non sarebbe da me» lo tranquillizzò Sebastian. «Certo, è ovvio che non faccio i salti di gioia se so che sei con lui, ma me lo concedi vero? Ci sta un po’ di sana gelosia».

«Io sono felice se sei un po’ geloso, vuol dire che ci tieni davvero» ammise Kurt.

«In ogni caso non ci trovo niente di male, quindi smettila di farti paranoie. Cioè, alla fine passa a salutare anche i suoi vecchi amici, è normale. Neanche dovessi starci a contatto tutto il giorno!» esclamò scherzosamente.

Kurt si irrigidì tra le sue braccia. «Già» ridacchiò a sua volta nervoso. Non sapeva esattamente perché rivelarglielo lo spaventasse tanto; forse perché in passato una cosa del genere avrebbe fatto uscire Blaine di testa ed aveva paura che la storia si ripetesse con Sebastian.

Loro fino a quel momento non avevano avuto discussioni particolarmente accese che si erano rivelate irrisolvibili, perché Sebastian sembrava molto più aperto al dialogo e rispettava i suoi spazi; ma per una cosa del genere? La sua reazione era imprevedibile.

Il cellulare di Kurt vibrò sul tavolino di fianco a loro e chiese a Sebastian di passarglielo, grato che avesse interrotto la conversazione. Ma non poteva immaginare che sarebbe stato proprio quel cellulare a rovinare tutto.

«In che senso Blaine vi aiuterà con le Nuove Direzioni?!» chiese Sebastian porgendogli il cellulare. «Scusa, non volevo leggere ma mi è caduto l’occhio e…»

Kurt vide il messaggio di Rachel in cui gli chiedeva se ne avesse già parlato a Sebastian, e si sentì sprofondare. La presa di Sebastian si affievolì e Kurt capì all’istante che per quella sera poteva scordarsi altri abbracci.

«Oh, ehm, si… Stavo cercando di dirtelo» farfugliò agitato.

«Dirmi cosa, esattamente?»

«Le Nuove Direzioni e gli Usignoli diventeranno un unico grande Glee Club e Blaine ci aiuterà nella direzione del coro. L’ho saputo anche io stamattina… Rachel e Shuester lo avevano già deciso ancora prima di consultarmi».

«Perché non volevi dirmelo?» domandò ferito Sebastian. «Pensavi che mi sarei arrabbiato?»

«Una specie…» ammise Kurt a testa bassa mettendosi a sedere sul divano.

Sebastian si sistemò accanto a lui, visibilmente turbato. «Ci sto più male per il fatto che non volessi dirmelo, sinceramente. Tu e Blaine siete solo amici, perché dovrei infastidirmi nel vedervi assieme? Il fatto che ora lavorerete a stretto contatto tutto il giorno non cambia assolutamente nulla. Per me va benissimo, non c’è nessuno problema. È grandioso».

Kurt lo fissò serioso, alzando poi gli occhi al cielo. «Okay, sei arrabbiato».

Sebastian si alzò in piedi iniziando a marciare avanti e indietro di fronte a Kurt. «Sarà al settimo cielo, immagino. Quale migliore occasione di questa».

«Mi rimangio quello che ho detto cinque minuti fa: sei tutt’altro che maturo se reagisci così» borbottò Kurt, accasciandosi all’indietro sul divano. «Qual è il vero problema? Te lo stavo per dire, giuro! Cercavo solo il modo più appropriato per farlo».

«Il problema, Kurt, è che sono insicuro» rispose di getto Sebastian, sorprendendosene lui stesso. «Lasciamo perdere» sbuffò poi dirigendosi verso la camera da letto.

Kurt si alzò di scatto dal divano, seguendolo. «Insicuro? Tu insicuro?» ripeté sconcertato, non riuscendo a contenere una risata di scherno. «Dai, inventane un’altra» ridacchiò scostando la tenda-separé.

Sebastian se ne stava seduto sul letto con un’espressione da funerale. «Ridi pure, ma non c’è niente di divertente» disse offeso. «Credici o meno, ma ho moltissime insicurezze. Prima tra tutte, ho paura di non essere mai abbastanza per te. Continuo a paragonarmi a Blaine ed ho come la sensazione che lui sarà sempre quello con cui paragonerai tutti gli altri, me incluso. Lui era il ritratto della perfezione per te e sapere che passerete così tanto tempo assieme mi fa paura. Mi fido di te, ma i sentimenti sanno essere davvero bastardi quando ci si mettono, perché non si riesce a controllarli».

Kurt si sedette accanto a lui sul letto. «Hai paura che passare del tempo con lui mi farà capire di volere stare ancora assieme a Blaine?»

«Non dirmi che non ci hai pensato anche tu…» bofonchiò Sebastian.

«Neanche per un secondo» lo rasserenò Kurt. «E poi sta già frequentando un tizio. Si chiama Jeremiah, gli andava dietro anche un paio di anni fa… Anzi, è stato proprio Blane a chiedermi di uscire assieme a loro, se ti andava. Ma visto come hai preso la cosa dubito che mi dirai di si».

«Si vede con uno?» fu tutto quello che colse del discorso di Kurt.

«Si, esatto. Quindi puoi smetterla di farti strane idee? Non tornerò mai con Blaine, ma passeremo del tempo assieme e proveremo a coltivare la nostra amicizia».

«Okay…»

«Okay la smetti di essere paranoico o..?»

«Okay, rispetto la tua scelta» sospirò Sebastian. «Però sono tanto geloso» si rimangiò le parole di prima, facendo ridere Kurt che d’istinto lo strinse in un abbraccio, bloccandogli le braccia lungo i fianchi. «Non credere che basti questo per farmela passare. Fosse stato per te non me lo avresti neppure detto e questa cosa me la lego al dito».

«Come sei melodrammatico!» protestò Kurt sciogliendo la presa. «Lo avrei fatto prima o poi».

«Non mi piace quel prima o poi».

Kurt si alzò dal letto, iniziando a spogliarsi per mettersi sotto le coperte. Non aveva voglia di discutere, ma voleva lasciargli il tempo di elaborare la cosa prima di poterne parlare di nuovo. Anche Sebastian lo imitò e si fiondò sotto le lenzuola senza dire un’altra parola.

Kurt ruotò appena la testa verso Sebastian, per vedere se stesse cercando di dormire, ma il suo ragazzo fissava il soffitto con aria pensierosa, per nulla assonnato.

«Buonanotte?» azzardò Kurt, non ricevendo risposta. «Andiamo, Sebastian! Non fare così per piacere… Ti amo?» provò di nuovo a richiamare la sua attenzione, ma lui sembrava irremovibile. Kurt strisciò verso la sua parte di letto, e gli si accoccolò su un fianco, sperando di riuscire a smuoverlo. «Con del sesso ti passerebbe?»

Sebastian si decise a guardarlo negli occhi, ancora avvilito. «No, non mi compri…»

«Okay va bene, ti ascolto. Dimmi chiaro e tondo cos’è che ti fa arrabbiare tanto» accettò a malincuore Kurt.

«Te l’ho già detto. E comunque non sono arrabbiato, sono solo dispiaciuto e anche parecchio preoccupato».

«Preoccupato di cosa!? Potrebbe twerkare nudo davanti a me e non mi smuoverebbe niente, ti è sufficiente?» ci andò pesante Kurt esasperato.

«Si, ora dici così. Passaci insieme tutti i giorni, poi ne riparliamo…»

Kurt con una rapida mossa si mise cavalcioni su di lui, bloccandogli i polsi sopra il cuscino. «Non possiamo litigare solo quando mettiamo Blaine in mezzo ai nostri discorsi. Lui ha fatto parte del mio passato e non posso cancellarlo. Persino tu gli hai sbavato dietro per un anno, potrei sentirmi allo stesso modo nel vederti parlare assieme a lui!»

«Si, ma quando noi parliamo è solo per insultarci» gli fece presente Sebastian.

«Beh, è lo stesso che facevi anche con me e adesso siamo a letto assieme, quindi le mie paure sono fondate» controbatté Kurt.

«Touché».

«Sebastian Smythe, ti amo. Non provo più quel tipo di sentimenti per Blaine. Lui è il mio passato e tu sei il mio presente e il mio futuro» gli disse con chiarezza Kurt.

Sebastian arricciò le labbra, pensieroso. «Futuro?»

«Cos’è, vuoi che ti chieda di sposarmi per provarti che faccio sul serio?» ridacchiò Kurt.

Sebastian non si rispose e si limitò ad alzare un sopracciglio.

«Era un sì quello?» continuò a ridere Kurt, colto alla sprovvista. «Va bene, ci sposiamo. Domani inizio a mandare gli inviti per il matrimonio, a cercare una location e a scegliere l’abito. Che facciamo come bomboniere?»

«Sei un cretino» si aprì finalmente in un sorriso Sebastian. «Solo sentire nominare il matrimonio mi sono venuti i brividi».

«Oh, rifiuti la mia proposta? Pessimo tempismo visto che i prossimi giorni sarò sempre a contatto con Blaine» lo provocò Kurt.

Sebastian si liberò della presa e lo afferrò per la vita per invertire le posizioni, ritrovandosi ad un centimetro dalla sua faccia. «Sai che direi sì».

Kurt lo fissò imbambolato, non aspettandosi una risposta del genere. «Non mi sembra tu abbia detto sì» osservò, il respiro mozzato.

«Beh, stavi scherzando… Stavi scherzando, vero?» chiese per sicurezza Sebastian, appoggiandosi al petto di Kurt. Passò le mani tra i suoi capelli, guardandolo intensamente.

«Si, scherzavo» confermò Kurt, incerto. «Ma…»

«Ma..?»

«Non sarebbe così assurda come idea» concluse Kurt, sentendo il cuore di Sebastian accelerare contro il suo petto. «Certo, non adesso, però… in futuro… io mi vedo con te».

«È un modo per farmi dimenticare la questione di Blaine?» domandò sospettoso Sebastian.

«No, probabilmente ne parlerai per le prossime settimane in ogni caso, dico bene?»

Sebastian lo baciò dolcemente. «Cercherò di tenere la gelosia da parte».

Kurt ricambiò con più passione, attirandolo ancora più vicino a sé, passando le mani lungo la sua schiena.

«Sei sicuro di non averci ripensato?» gli chiese allusivo Sebastian, infilando lentamente la mano sotto la sua canottiera.

Kurt non poté fare a meno di aprirsi in un sorriso malizioso. «Ah, al diavolo» disse prima di rifiondarsi sulla bocca di Sebastian.

 

*

 

Kurt credeva che lavorare con Blaine potesse rivelarsi una lama a doppio taglio ma, dopo un paio di settimane di prove, si rese conto di essersi preoccupato per nulla soprattutto perché, con la loro direzione, erano riusciti a portare la squadra alla vittoria delle Provinciali. Non erano mai stati così in sintonia come allora; dirigere le Nuove Direzioni era stato solo il primo passo per riallacciare l’amicizia, e qualche volta avevano deciso di uscire assieme al Lima Bean per prendersi un caffè, in memoria dei vecchi tempi. Parlare dei rispettivi ragazzi era sempre strano e talvolta imbarazzante, ma Kurt era felice di poter essere naturale e parlare di tutto senza doversi frenare.

«Riusciremo mai ad organizzare quest’uscita a quattro?» gli chiese per l’ennesima volta Blaine, un pomeriggio che erano seduti al Lima Bean.

«Sebastian accampa sempre una scusa» gli confessò Kurt. «Secondo me si sente ancora a disagio per il modo in cui vi siete lasciati. Ma non voglio forzarlo, sai. Però, se vuoi, delle volte possiamo uscire io, te e Jeremiah».

«E parlare di serenate alla GAP?» rise Blaine.

«Spero non si sia legato al dito il mio commento sui suoi capelli» scherzò Kurt. «Li porta sempre lunghi e ricci?»

«Si. Sono stati proprio quelli a farmi cadere ai suoi piedi di nuovo» stette al gioco Blaine. «Tu cercavi disperatamente di farmelo capire e mi hai confessato i tuoi sentimenti proprio lì» disse indicando un punto del locale. «Ed io non ne avevo idea! Continuavo a pensare a Jeremiah e ai suoi bellissimi riccioli».

«Ed eri riuscito anche a farmi amare San Valentino prima di fare il clamoroso annuncio di fronte agli Usignoli» aggiunse Kurt, scuotendo la testa. «Certi traumi non si dimenticano».

«Come alla festa di Rachel!»

«No, ti prego non parliamo della festa…»

«Intendevo quando ci siamo ubriacati ed ho dovuto baciarla. Quello fu davvero esilarante. Mi ricordo chiaramente te che dicevi di smetterla col bacio» sghignazzò Blaine.

«Vi stavate mangiando la faccia ad un centimetro da me, come avrei potuto reagire? Non ho mai odiato Rachel così tanto».

Blaine gli prese la mano, ancora ridendo. «E ti ricordi quando iniziò a chiamarmi in continuazione? Una volta era un po’ brilla e mi ha fatto un discorso del tipo ‘Avremo dei bellissimi figli euroasiatici!’»

«Quello lo disse anche a me!» rise Kurt, sporgendosi verso di lui per appoggiarsi alla sua spalla. «Non ci è rimasta neanche male quando le hai dato il due di picche. Era convinta di poter comporre meglio dopo aver avuto una storia con un ragazzo gay… Valla a capire».

«Ah, allora è per questo che hanno vinto le Regionali quell’anno! Tutto grazie al mio prezioso bacio ed annesso rifiuto!» scherzò complice, posandogli una mano sulla schiena. «Potremmo sfruttare questa tecnica per battere i Vocal Adrenaline».

«O semplicemente esercitarci di più e non perdere il nostro tempo a riempirci di caffeina qui al Lima Bean» sorrise Kurt.

Erano vicini come non lo erano stati per mesi e Kurt si sentiva stranamente rilassato in sua presenza, e non provava più l’imbarazzo dei primi tempi dopo la loro rottura. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza eppure non sentiva più quell’impulso di baciarlo e dichiarargli il suo amore; era felice di potersi godere la sua amicizia. Certo, agli occhi di chiunque quella scena sarebbe apparsa inequivocabile, ma non c’erano malizia o doppi fini nei gesti di Kurt, ed apparentemente anche per Blaine era così.

«Ma guarda chi si vede!»

La voce di Sebastian li fece allontanare di getto entrambi, lasciandosi la mano.

«Bas!» lo salutò imbarazzato Kurt. Lui sapeva che non stavano facendo nulla di male e Sebastian non aveva alcun motivo per cui preoccuparsi, però i suoi occhi si spostavano inevitabilmente dall’uno all’altro con sospetto.

«Che state facendo?» domandò freddo Sebastian.

«Lavorando» rispose prontamente Blaine, non facendo altro che peggiorare la situazione.

«Già, mi sembrava proprio lavoro» commentò sarcastico Sebastian, facendo dietro front.

«Sebastian, aspetta!» esclamò Kurt nel panico. «Scusami, torno subito» disse poi a Blaine, correndo dietro al suo ragazzo, riuscendo a bloccarlo appena fuori dal Lima Bean. «Dove vai? Perché non ti siedi con noi?»

«Mi stai prendendo in giro?!» alzò la voce Sebastian, sconcertato. «Kurt, che cosa diavolo stavate facendo? E non rispondermi anche tu che stavate lavorando perché le vostre facce erano a pochi centimetri di distanza e stavate tubando come colombe tenendovi per mano!» sbottò.

«Cosa? No! Guarda che stavamo solo ricordando delle cose successe alle superiori! Ridevamo per quello!» si giustificò impacciato Kurt.

«Oh, certo! E c’era bisogno di ridacchiare tenendovi per mano e pronti a saltarvi addosso?»

«Siamo amici, Bas! Te l’ho ripetuto un milione di volte! Lo sapevi che saremmo stati a lavoro assieme e mi hai detto che non ne avresti fatto un dramma!» gli ricordò Kurt.

«E non ne avrei fatto un dramma se vi foste limitati davvero a lavorare! Non dico che non potete più uscire assieme a prendervi un caffè ma porca miseria prova a metterti nei miei panni! Non mi da fastidio che siate venuti qui per una pausa caffè, mi da fastidio che stavate a tanto così» disse mimando con le mani la distanza, «l’uno dall’altro. Se non fossi arrivato cosa sarebbe successo? Blaine ti avrebbe dato un altro bacio e ci saresti cascato di nuovo? Ti sarebbero tornati mille dubbi come nei mesi passati? Poi però la sera vieni a casa e vieni a letto con me, mi sembra giusto» disse tutto d’un fiato Sebastian diventando paonazzo.

«Vuoi abbassare la voce?!» lo supplicò Kurt guardandosi attorno. «Senti, mi dispiace se quello che hai visto ti ha fatto star male, non era mia intenzione!»

«Non era tua intenzione che io vi beccassi. Che altro fate di solito? Assegnate il compito settimanale mentre tu stai seduto sulle gambe di Blaine e ti fai fare i grattini sul collo? Assistete alle prove delle Nuove Direzioni in auditorium assicurandovi di mettervi nella zona più buia della sala per potervi palpeggiare?!»

Kurt strabuzzò gli occhi, allibito. «Non puoi parlare seriamente! Anche Blaine non prova più niente per me e io ti ho dimostrato di amarti un’infinità di volte! Come può qualche stupida chiacchiera tra amici farti reagire così?»

«Perché non erano semplici chiacchiere tra amici! Io non parlo ai miei amici in quel modo, né tantomeno sento il bisogno di toccarli in continuazione» ribatté acido Sebastian.

«E io che credevo che avresti capito… Io e Blaine volevamo tanto uscire assieme a te e Jeremiah ma ho dovuto declinare l’invito per l’ennesima volta perché tu continui a comportarti come un bambino delle elementari» lo bacchettò Kurt. «Possiamo affrontare la questione da adulti ed entrare di nuovo per parlane anche con Blaine? Ti renderai conto di aver preso un granchio».

«Certo, entrare per farmi fare la figura dello stupido geloso con te e Blaine che vi coalizzate, non aspetto altro» replicò con pungente ironia Sebastian. «Senti, torna pure dentro a ricordare i bei vecchi tempi, io me ne torno a casa. Oh, magari prendo le mie cose e vado da qualche altra parte».

«Vaffanculo Sebastian» inveì Kurt, dandogli una pacca sul braccio. «Non dirlo neanche per scherzo. Se per una stupidaggine del genere allora pensi già ad una soluzione così drastica allora-»

«Allora cosa?!»

«Dicevi sempre che quelle con Blaine erano solo delle stupide litigate che sarebbero state facilmente risolvibili se ci fossimo parlati a cuore aperto e poi tu che fai? Ti rifiuti di affrontare una discussione? Tra me e lui non c’è niente!»

In quello Blaine uscì dalla porta, un’aria turbata impressa sul volto. «Sono andato a pagare, offro io oggi» disse a Kurt. «Sebastian».

«Oh che carino, ti offre anche il caffè» lo scimmiottò Sebastian, fulminandolo con lo sguardo. «Scusate se vi ho rovinato la giornata, ma continuate pure, non fate caso a me. Stavo giusto tornando in quella che, in teoria, dovrebbe essere casa nostra ma dicevo a Kurt che forse mi conviene fare i bagagli. A te come è andata? Avevi dovuto sloggiare in giornata o ti ha dato almeno il tempo di organizzarti?»

«Smettila di fare lo stronzo» lo rimproverò Kurt, fregandosene del fatto che anche Blaine stesse assistendo alla discussione.

«È un’abitudine» aggiunse inaspettatamente Blaine. «Non so cosa credi di aver visto ma quello non era niente. Io ho un ragazzo, Sebastian».

«E la cosa non ti ha mai fermato dal mettere le corna al compagno di turno» lo freddò Sebastian con astio. «Non c’è due senza tre, no?»

«Piantala» lo supplicò Kurt.

«Tranquillo, i suoi commenti non mi toccano per niente. Soprattutto non accetto critiche da uno che ha passato la sua vita a demolire gli altri perché era troppo preoccupato a fare un’analisi più approfondita su sé stesso» lo sfidò Blaine. «Potrai pure amare Kurt, ma ciò non toglie che sei una persona meschina e piena di risentimento che farà sempre soffrire chi ha attorno. Kurt merita molto di più».

«Blaine, ti prego, non ti ci mettere anche tu».

«No, lascialo parlare Kurt» riprese Sebastian con calma. «Voglio proprio sentire dove vuole andare a parare. Tu sei l’ultimo che può venire qui a farmi la morale visto che hai tradito una persona splendida come lui e poi non hai fatto altro che piangerti addosso atteggiandoti da vittima. Ho sentito certe voci su di te da alcuni ragazzi che frequentano la Nyada che mi hanno fatto pensare: ‘Cavoli, forse esiste qualcuno con un carattere più orribile del mio!’ Queste persone mi hanno detto che andavi in giro a lamentarti del fatto che Kurt fosse quello popolare alla Nyada e che tu ti sentivi messo da parte. ‘Al McKinley ero io quello strafico e Kurt era soltanto… Kurt’» lo imitò. «Bella considerazione che hai della persona che volevi sposare!»

«Disse quello che ora sta facendo un dramma per una stupidaggine!» lo attaccò Blaine. «Nemmeno tu hai una così grande opinione di lui se pensi che potrebbe davvero tradirti!»

«Io mi fido ciecamente di lui! È di te che non mi fido!» gli urlò contro Sebastian.

Kurt era certo che se avesse avuto un’altra granita sottomano gliel’avrebbe lanciata di nuovo in piena faccia.

«Beh, mio caro, di me non ti devi preoccupare. Kurt ha già fatto la sua scelta da un bel pezzo e se ancora hai dei dubbi vuol dire che non ti fidi poi così tanto».

«Ehm, ragazzi? Io sono ancora qui» sbottò Kurt, lanciando ad entrambi uno sguardo di rimprovero. «Potete per una volta mettere da parte le vostre divergenze ed avere una conversazione matura?»

«È lui che non è ben disposto ad averla!» esclamò Blaine. «Dovrei essere io quello incavolato per il fatto che lui abbia preferito te!»

«Vedi?!» si infervorò di nuovo Sebastian. «Lui non accetta il fatto che tu abbia scelto me. Pensa che tu sia impazzito o cose del genere; perché chi sceglierebbe me? Chi sono io in confronto al grande Blaine Anderson? Non è questo che intendevi forse?»

«La cosa che più mi ferisce, Sebastian, è che tu non mi creda» rispose Kurt. «Forse ho idealizzato la nostra relazione…»

«Cosa vuoi dire?» gli domandò interdetto Sebastian.

«Credevo che le cose tra noi andassero alla grande e poi tu rovini tutto per questa sciocchezza! Pensavo che fossi diverso».

«No, non ti permetto di parlare di questo davanti a lui» lo fermò subito Sebastian. «Te la godi tu, vero? Non aspettavi altro!»

«Si può sapere perché sei diventato così paranoico!? Da quando ti ho detto che Blaine sarebbe venuto a lavorare da noi-»

«Non me lo hai detto, mi è capitato di leggere il messaggio» lo corresse prontamente Sebastian.

«Sia come sia» riprese esasperato Kurt. «Da quel giorno tu hai cambiato completamente atteggiamento. Fingevi che tutto andasse bene e mi chiedevi com’era andata la mia giornata ma ora mi viene da pensare che tu non abbia mai digerito l’idea, e che non ti fidi di me. Usare Blaine è solo una scusa. Tu credi davvero che potrei farti una cosa del genere? Dopo tutto quello che abbiamo passato? Mi credi davvero capace di tradirti?»

Sebastian non rispose e quello per Kurt fu sufficiente.

«Perfetto. Se vuoi rovinare tutto per questo allora avanti, fai pure. Non ti fermerò».

«Kurt, forse dovreste parlarne da soli» azzardò Blaine a bassa voce. «Io è meglio che vada» aggiunse dandogli un rapido bacio sulla guancia.

Sebastian sbarrò gli occhi, fissandoli a bocca aperta. «Ma lo fai apposta?!» trillò isterico. «Forse siete voi quelli che dovrebbero parlare e schiarirsi le idee. Probabilmente qui sono l’unico che sa davvero cosa vuole» disse guardando con sicurezza Kurt. «Ma tu no, non è così?»

Kurt aveva gli occhi inondati di lacrime. Avrebbe voluto urlargli dietro le peggio cattiverie, ma non voleva farlo davanti a Blaine e gli altri clienti del Lima Bean che assistevano alla discussione attraverso il vetro, seduti ai loro tavolini.

«Hai rovinato tutto» singhiozzò furioso.

«Io ho rovinato tutto? Possibile che tu non riesca a capire qual è il problema?!»

«No, non lo capisco!»

«Mi sembra di non averti mai imposto nulla, Kurt. Ti ho sempre lasciato i tuoi spazi, come è giusto che sia, e non mi sarei mai permesso di dirti chi potere o meno frequentare! Sì, non ti ho mai nascosto la mia gelosia, ma sono stato il primo a dirti che per me non ci sarebbe stato alcun problema se fossi voluto uscire con Blaine! Ma permetti che mi dia fastidio vedervi cinguettare a due centimetri di distanza? Lui non è uno qualsiasi! Vi siete quasi sposati! Io ero presente quando Blaine ti ha fatto la proposta e tu hai detto sì! Io l’ho aiutato a far sì che fosse tutto speciale per te! Voi avete vissuto assieme, siete stati l’uno il primo amore dell’altro ed avrete sempre quell’affetto che vi unisce. Come puoi pensare che non mi dia fastidio vedervi di nuovo così vicini?! Se vi avessi visti semplicemente parlare probabilmente mi sarei unito a voi e non saremmo arrivati a questo. Ma quello che ho visto io era molto di più! Forse voi non ve ne rendete nemmeno conto, ma quello non è il modo di parlarsi tra due amici, e non venitemi a dire che sto ingigantendo la cosa perché chiunque al mio posto sarebbe infastidito! No Kurt, lasciami finire» lo interruppe prima che potesse replicare. «La verità è che niente e nessuno potrà essere paragonabile alla vostra storia e per quanto io mi sforzi non sarò mai abbastanza per te. Per mesi, dopo esserci rivisti, ho sopportato i tuoi monologhi su quanto Blaine fosse perfetto e su quanto tu lo amassi ancora nonostante tutto. Tu stesso mi hai detto che avrebbe sempre avuto un posto speciale nel tuo cuore, quindi ti ripeto: come puoi pretendere che vedervi così appiccicati mi lasci indifferente?! Tu prova solo per un momento a metterti nei miei panni. Non hai idea di come ci si possa sentire. Beh, non ho intenzione di stare qui a rendermi ancora più ridicolo».

«Hai detto bene, Sebastian, sei ridicolo» lo assecondò Blaine.

«Ti ho detto che mi dispiace» pianse Kurt. «Non ti bastano neanche delle scuse? Che posso fare più di questo?!»

«Farti un esame di coscienza e chiederti se vuoi davvero stare con me. E non venirmi a dire che me lo hai già ripetuto un milione di volte e che Blaine ora ha un ragazzo, perché non cambia nulla» lo anticipò, mordendosi il labbro inferiore per trattenere a sua volta le lacrime. «Non credo che mi troverai a casa quando tornerai» lo liquidò allontanandosi lungo la via.

Kurt scoppiò in lacrime e Blaine lo abbracciò di istinto, facendogli una carezza sulla schiena.

«Tu lo sapevi» singhiozzò contro la sua spalla.

«Cosa?» mormorò dispiaciuto Blaine continuando ad accarezzarlo per poterlo calmare.

«Che tra noi non poteva funzionare» gemette Kurt, incapace di controllare i singhiozzi. «Non pensavo che potesse reagire così per una tale sciocchezza…»

«Avrà sbagliato i modi ma-»

«Ma cosa?» lo interruppe Kurt liberandosi dell’abbraccio. «Stai dalla sua parte?» domandò incredulo.

«Avrei reagito anche io così» confessò. «Non lo avrei mai ammesso davanti a lui, ma di base aveva ragione. Ci siamo spinti oltre. Tu ed io non ce ne rendiamo conto perché ci conosciamo così bene che ci viene naturale comportarci in un certo modo, ma non dev’essere stato facile per lui vedere che comunque siamo ancora legati».

«Si, ma non nel modo in cui pensa lui» disse Kurt, in realtà per capire se la cosa fosse reciproca o se Sebastian, in fin dei conti, ci aveva preso.

«Oh, anche per me erano dei gesti amichevoli» ci tenne a rassicurarlo Blaine. «Però capisco perché possa aver frainteso. Non avrebbe dovuto ingigantire la cosa fino a tal punto, ma aveva ragione».

«Cosa dovrei fare adesso? Posso ripeterglielo fino allo sfinimento, non mi darà mai retta».

«Lascia che sbollisca la cosa, poi prova a ricontattarlo. Se ti ama veramente tornerà. Le litigate capitano a volte… noi ne sappiamo qualcosa» disse abbozzando un sorriso. «Vedrai che risolverete le cose».

«Tra poco più di un mese io torno a New York, Blaine» gli ricordò Kurt. «Se non riusciamo a chiarire subito, dubito che lui vorrà seguirmi fin lì. Non lascerebbe mai la sua città per qualcosa di cui non è neanche così sicuro».

«Dagli tempo» gli ripeté Blaine fiducioso. «Sono certo che questa sera lo troverai ancora a casa pronto a parlarne civilmente».

«Non lo so, ne dubito…» sospirò Kurt asciugandosi gli occhi.

«Sappi che se hai bisogno di sostegno da un amico io ci sono» rispose Blaine. «Domani tutto questo sarà solo un brutto ricordo e riuscirete a passarci sopra».








N/A

Inserire dramma prima dell'ultimo capitolo? Era necessario per la scena che avevo in mente lol 
Come al solito grazie mille per le recensioni e i messaggi <3
A Lunedì! :P 

   
 
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