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Autore: Thanos 05    13/09/2020    4 recensioni
(Spin-off di "JIID: Story of a thief")
Mi incamminai verso il motel in cui alloggiavo, dando un rapido sguardo a questo posto durante la notte, devo dirlo... è abbastanza squallido. 
<< Spazzatura per terra, barboni, lampioni che non funzionano, tra tutti i posti proprio qua mi doveva mandare, eppure lui sa che avrei un compito più importante di andare a prendergli un nuovo abito! >>
Mi fermai quando notai che davanti a me si stavano facendo sempre più vicine delle luci, di certo non potevano essere i fari di una macchina visto che qui era una zona solo per pedoni, anche se non mi aspettavo che questa gente seguisse le regole, anche quelle basilari. 
<< Motociclette? >> Un gruppo di centauri è proprio quello che mi aspettavo da queste periferie, vediamo cosa fanno potrebbero tornarmi utili.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

<< Sai, quando pensavo al mio futuro, non immaginavo questo! >>
<< Oh, davvero Jack? E come ti immaginavi giunto a questo punto della tua vita? >> chiesi cercando di mostrare il minimo interesse.
<< In prigione... morto... morto in prigione, oppure a un corso per diventare barbiere! >>
<< Dei progetti affascinanti... >>
No ok, la cosa del barbiere mi aveva un po' sorpreso, le altre meno, ma comunque per quanto trovassi fastidioso il continuo parlare del mio lacchè, e quando dico continuo intendo proprio che non era in grado di fare una pausa che superasse i cinque secondi, sapevo che dovevo permettergli questi piccolo sfogo.
Avevo dedotto, da evidenti segnali, che Jack non si trovava a suo agio in queste fogne, o in generale nei luoghi bui e chiusi, e parlare a non finire era il modo con cui combatteva la sua claustrofobia a scapito nella mia pazienza.
Che la missione fosse solo un intelligente modo per allenare anche la mia persona?
Chissà, di certo non avevo bisogno di migliorare la perfezione, forse solo limare qualche angolo...
Ma la voce di quel logorroico, pur alimentata dall'eco che si propagava per i condotti fognari, era ben poca cosa rispetto al fastidio rappresentato dalle fogne:
Le odiavo, anche se una creatura superiore come me dovrebbe essere distaccata da sentimenti come l'odio, ma il liquame che ormai seppelliva le mie gambe dalla vita in giù e che si attaccava ai miei pantaloni, oltre a essere disgustoso a vedersi, maleodorante e infestato da chissà quanti parassiti, produceva un orrido suono viscoso ogni qualvolta che mi spostavo che da solo mi dava più fastidio di una decina di Jack messi assieme.
Per il mio bene e per quello della cittadina, mi astenni dall'analizzarne il contenuto.
Fra tutte le categorie a cui poteva appartenere quel ladro, pare si fosse scelto la più ripugnante, e con una certa dose di certezza ero convinto avesse qualche malattia.
<< Che cosa succede se non funziona? Il piano intendo... >>
<< Ci riproveremo la notte seguente. >>
Essendo capofila non riuscì a vedere l'espressione di Jack, ma immaginai la sua confusione.
<< Cioè... fammi capire se non funziona sta roba ci riproviamo e basta!? >>
<< Si Jack, non ideerò nessun'altra strategia o piano d'azione, non intendo certamente sprecarmi per questo paesino sperduto di Vale! Se non funziona ci riproveremo, ma fidati, funzionerà prima o poi, infondo è un mio piano! >>
Riuscì a sentire una la piccola bestemmia che il mio compagno di sventure mi tirò dietro, ma feci finta di nulla.
<< Tuttavia... prima lo catturiamo e meglio è, non ho alcuna intenzione lasciargli il tempo di ideare una strategia. >>
Non che lo ritenessi in grado di fabbricarne qualcuna, ma eravamo comunque nel suo territorio, e probabilmente doveva conoscere tutte le diramazioni del condotto fognario.

Continuammo per altri quindici minuti, negli ultimi cinque dei quali intimai a Jack di zittirsi pena una scossa elettrica in mezzo alla fronte.
Secondo i miei calcoli, era questo il luogo dove avrebbe colpito.
Spensi la torcia che avevo in mano e feci cenno ad un Jack un po' agitato, di rimanere fermo, Jack che l'ultima cosa che voleva dopo essere finito in una stanza chiusa e puzzolente era di ritrovarsi in una stanza chiusa, puzzolente e buia!
<< N-non mi piace tutto questo... >>
<< Non ti deve piacere. Ora stai fermo e non fiatare. >>
Ci vollero praticamente due minuti per sentire il tombino vicino muoversi lasciando che la luce lunare illuminasse parzialmente il condotto fognario, da lì, una figura che potrei descrivere come una strana combinazione tra l'animalesco e l'elegante, scendeva con velocità la scaletta, con un modesto sacco appeso a tracolla come una borsa sportiva, ovviamente carico della refurtiva.
I suoi occhi, di un colore verde spettrale, divennero l'unica, seppur fioca, fonte di luce non appena questi richiuse il tombino facendo piombare il tutto di nuovo nel buio, noi eravamo a qualche metro di distanza appena.
Come fece per darci le spalle, pronto per andarsene, gli illuminai il corpo con la torcia appena riaccesa
Il suo volto coperto purtroppo mi impediva di vedere la faccia che fece allora, era forse sorpreso perché non si aspettava che qualcuno fosse così pazzo da entrare nel suo territorio? O terrorizzato perché sapeva che eravamo lì per lui?
In entrambi i casi mi sarebbe piaciuto vedere la sua espressione, ma non sempre le cose vanno come vogliamo.
Rimanemmo in quella posizione di stallo, con i nostri sguardi che si incrociavano, per almeno due minuti buoni, intenti a contemplarci a vicenda... finché Jack non si stufò e non decise di rovinare tutto.
<< M-ma si può sapere fai!? Vuoi invitarlo fuori a cena? Usa le tue scosse elettriche e atterralo! >> Ovviamente l'agitazione di Jack non mi smosse, e neanche la sua stupidità, forse era per la paura o per lo stress che quel luogo gli stava provocando ma si era dimenticato dell'acqua sudicia in cui eravamo immersi, dove qualsiasi scossa elettrica che avessi lanciato si sarebbe rivolta contro noi stessi.
Se Jack doveva friggere almeno non volevo che fosse per "fuoco amico".
<< Lascia parlare me. >>
Al vederlo aprire ancora bocca lo fermai all'istante con un cenno, lui di tutta risposta sbuffò nervoso e si mise alle mie spalle, divertente dato che era più alto di me, ma neanche il nostro interlocutore non scherzava in fatto di altezza...
Era alto, magro, e scheletrico, si vestiva con stracci e con un bizzarro mantello marrone dotato di cappuccio, i capelli, tendenti tra il castano scuro e il nero, scendevano disordinati e sudici, decorando quel viso nascosto da una scadente maschera che probabilmente doveva aver pescato da una qualche pattumiera, forse il gadget pescato dai cereali di un qualche eroe dei fumetti.
Le sue mani erano piene di calli e di tagli, i guanti rotti che aveva non nascondevano la carnagione scura o le ferite subite durante anni di malvivenza e rapine.
E quella coda da ratto che frustava l'aria mi fece intendere che morisse dalla voglia di strozzarmi.
<< Ci hai fatto penare per un po' sai? >>
Decisi di iniziare con un complimenti, complimento a modo mio si intende.
<< Un criminale di così bassa istruzione mi ha tenuto impegnato per qualche giorno, avevi cambiato schema d'attacco, ma alla fine sei di nuovo ricaduto nella routine, fammi indovinare, sono queste fogne a farti sentire al sicuro? >>
Mossi un po' la torcia illuminando zone casuali della casa del fauno, di tutto risposta lui sgranò le palpebre sotto la maschera e si preparò a scattare via.
<< Fermo lì! Voglio essere gentile e dirtelo subito. È inutile correre, è inutile scappare o nascondersi, sei veloce ma io lo sono di più, puoi essere anche più sfuggente di un anguilla ma non riuscirai a svincolarti quando ti metterò le mani al collo, e inoltre... guardaci, non ti pare che manchi qualcuno? >>
Vidi le sue pupille dilatarsi per qualche nanosecondo, prima che cercasse di mascherare la propria sorpresa assumendo un'espressione neutra sotto la maschera, ma il modo quasi impercettibile con cui indietreggiava diceva più di mille parole.
<< Il bestione che hai visto tempo fa non è qui, è tutto da un'altra parte, e ti giuro, se anche riuscissi a sfuggirci dovrai vedertela con lui, e non credo ti piacerebbe. >>
Potevo sentire le ossa delle sue mani scricchiolare mentre le chiudeva a pugno, e vedere chiaramente la sua coda cominciare a muoversi i maniera incontrollabile, sintomo della sua rabbia e del suo nervosismo, non aveva più scampo e lo sapeva fin troppo bene.
Ma il tempo dei discorsi era finito, questo ladruncolo non mi aveva dato tanto in fin dei conti ma chissà, come gli altri due poteva rivelare un certo potenziale.
<< Su, cosa vuoi fare ora? Proverai comunque a scappare nonostante tutto? >>
Mi avvicinai, vidi il suo corpo trattenere un fremito, forse avrebbe davvero cercato di lottare.
<< Mi attaccherai? Credimi, non ti conviene, e poi ci sta il mio sottoposto, è un idiota ma un pugno lo sa tirare anche lui. >>
Ignorai lo sbuffare di Jack e per fare scena cominciai ad emanare delle piccole e scure scariche elettriche rossastre nella mia mano chiusa a pugno, quanto avrei voluto vedere la sua espressione in quel momento.
<< Ehm... Boss? >> E adesso cosa voleva?
<< Quale parte di lasciar parlare me non ti è chiara? >>
La distanza tra me e il fauno sarebbe sparita in un pochi attimi, poteva anche indietreggiare di qualche passo, ma io ero in grado di farne il doppio nella metà del tempo.
<< Capo! >> Ancora? Ma che sta facendo lì dietro?
<< Dai su, fammi vedere cosa c'è dietro questa orrenda maschera. >>
Per un attimo la mia mano, coperta dal guanto bianco, si mise sulla sua maschera, ma solo per un attimo, a causa di uno sporco ratto a sorpresa che uscì dal cappuccio del mio avversario e saltò su di me facendomi perdere la presa.
Me ne liberai alla svelta, lanciandolo d'istinto sul muro con disgusto, forse era persino quello dell'altra volta, ma a dirla tutta non fu la cosa più strana che accadde quella sera lì, direi la seconda, anzi... la terza.
<< Capo! VOLTATI CAZZO! >>
Mi voltai verso il mio sottoposto, e quello che vidi mi schifò ed affascinò al tempo stesso, Jack stava lottando con tutto se stesso per staccare un mucchio di ratti e insetti che si stavano facendo strada su di lui, arrampicandosi con artigli e morsi pur di raggiungerlo, ma non solo loro, arrivavano anche dall'alto, come dei kamikaze si buttavano su di lui e ben presto divennero troppi da gestire, creando un disgustoso cumulo scuro che presto ricoprì il mio lacchè.
Lui iniziò a dimenarsi e ad urlar,e morso e punto da ogni parte mentre quei mostriciattoli iniziavano ad invadergli la bocca e il naso.
E con questa siamo al secondo posto, poi notai che i nuovi amici di Jack stavano facendo la stessa cosa su di me, uscivano da ogni parte, da ogni crepa nel muro e da ogni punto dimenticato da Oum, e in quel momento realizzai ciò che sarebbe diventata la cosa più assurda di quella serata, cioè che avrei dovuto dare ascolto a Jack.
Cominciarono a riversarsi su di me, a centinaia, cadevano come pioggia, ero disgustato ma affascinato allo stesso tempo, era impossibile che fosse un caso...
Vidi prima il nostro ladruncolo retrocedere a quella vista per poi sfruttare la situazione e scappare più veloce che poteva.
Non era un caso, ma a giudicare dalla sua reazione non doveva nemmeno averlo fatto di proposito.
Mi ero forse trovato davanti alla sua semblance? Attirare gli insetti quando si sentiva in pericolo?
Non avevo più dubbi, o lo avrei avuto nella mia squadra per le sue doti, o lo avrei ucciso per questa onta disgustosa!
Procedetti a camminare con passo pesante nel liquame nonostante l'immonda quantità di parassiti che mi camminavano addosso, e anche se usavo il mio palmo ricoperto di energia elettrica per bruciarli il prima possibile (non potevo liberare tutta l'elettricità mezzo sommerso com'ero dall'acqua) essi ritornavano a rampicarsi con le loro zampette sulla mia persona, ma gli insetti e i vermi erano l'ultimo dei miei problemi.
I nuovi arrivati continuarono a scavare nella mia pelle o a entrare nelle orecchie o nella bocca i ratti che si stavano arrampicando sul mio corpo provavano a graffiarmi e a mordermi senza tregua, un paio venuti dall'alto per poco riuscirono ad azzannarmi i bulbi oculari poco prima di finire ridotti in polvere dalle scosse elettriche, si può comprendere che non era una bella situazione.
Ma se io me la cavavo bene non potevo dire lo stesso per il mio compagno di sventure, a differenza mia non aveva una semblance per allontanare i mostriciattoli e né il temperamento adatto per mantenere la calma e la lucidità in una situazione del genere, questo si traduceva con lui completamente ricoperto dall'esercito di insetti mentre si dimenava, cascava e urlava... o almeno finché non gli entrarono in bocca rischiando di soffocarlo a morte, mentirei se dicessi che era uno spettacolo inquietante e comico allo stesso tempo, sì. non ho un convenzionale senso dell'umorismo.
Ma era questa la ragione per cui non mi ero ancora liberato di tutti questi esserini che mi rallentavano, l'unico modo era di produrre una scossa abbastanza potente da incenerirli tutti all'istante, l'acqua è un perfetto conduttore di elettricità, ma la presenza di Jack non aiutava, una scossa di tali portate, nonostante la sua buona resistenza, amplificata anche dall'acqua, lo avrebbe probabilmente ucciso o gli avrebbe causato danni al cervello permanenti, ma considerata la situazione in cui era finito ritenni che morire per la scossa elettrica fosse la migliore fra le alternative.
Tutto sommato anch'io posso provare pietà.
Senza esitare, mi preparai ad immergere le mani nell'acqua sudicia.
<< Jack, questo farà più male a te di quanto non faccia a me! >>
Una volta mio padre mi disse che in queste situazioni "drammatiche" armarsi di un becero umorismo era l'arma giusta per aiutare i propri compagni più sfortunati.
Sinceramente? Questo insegnamento non l'ho mai capito.
Le scosse partirono come sempre dalla mia aura e in meno di un nanosecondo arrivarono ai miei arti superiori per poi confluire nel palmo e da lì, ai polpastrelli.
Il buio tunnel si illuminò di luce cremisi mentre le scosse impazzite si espansero nei dintorni grazie all'acqua, gli insetti e i ratti attaccati a me finirono polverizzati e ridotti in misera cenere quanto prima, io ero ovviamente immune al mio stesso potere, lo stesso ovviamente non valeva per l'esercito di quel mostro.
Le scosse distrussero gli insetti nell'aria, nell'acqua e anche quelli che si arrampicavano sui muri.
Ma anche se gli squittì e i versi di questi animaletti erano ormai spariti e i loro attacchi soltanto un lontano ricordo, lo stesso non si poteva dire per Jack, le cui urla di dolore stavano quasi per far crollare tutto l'impianto fognario, e avrei giurato di aver visto all'interno del suo corpo mentre la scossa lo stava prendendo in pieno.
Interruppi il prima possibile la mia emanazione elettrica, anche un secondo di differenza poteva essere prezioso per la vita di quell'inetto.
<< Sei vivo? >>
Non ricevetti risposta dal mio subalterno, soltanto degli spasmi, quindi lo presi, con più delicatezza possibile, e lo appoggiai alla parete di un condotto fognario vicino, con l'acqua un po' piú bassa per non farlo affogare, la testa era china, non dava segni di risposta o altro, tuttavia il polso c'era e il battito cardiaco anche, seppur molto debole, per fortuna la sua pelle dura, e l'aura sviluppata durante gli allenamenti lo avevano salvato da una morte certa.
<< Beh, se non altro ora possiamo dire assicurato il tuo posto nella squadra, se non morirai adesso si intende. >>
Non potevo e non volevo sprecare tempo per portarlo in superficie, la cosa importante era che fosse vivo, moribondo ma vivo, ora la priorità era catturare quel topo di fogna prima che andasse troppo lontano, adesso non solo sapeva che qualcuno gli stava dando la caccia, ma era certo che neanche le fogne era più sicure, ha avuto interi minuti per correre via, e considerando la sua velocità unita alle sue conoscenze della rete fognarie doveva ormai essere lontano.
<< Il tuo sacrificio non sarà vano... >>
Peccato che non poteva sentirmi, ma bisogna ammetterlo, l'esclusione forzata di Jack aveva più aspetti positivi che negativi, ora senza di lui potevo dare veramente il massimo.
Presi lo slancio e corsi più veloce di quanto i miei compagni avevano mai potuto vedere in questi giorni, schizzando acqua e liquami da tutte le parti, non mi sarei lasciato battere da un furfante disadattato che probabilmente non sapeva nemmeno leggere.
<< Chissà se ha già scoperto il mio piccolo scherzo... >>
Sorrisi compiaciuto mentre mi immaginai la sua faccia quando avrebbe scoperto di essere, in tutti i sensi, un topo in trappola!




Note dell'autore:
Giá, sono terribilmente in ritardo e di certo la lunghezza non basta per compensare, mi dispiace veramente per questo, da una parte colpa degli esami dell'ultimo anno di liceo, dall'altra la pigrizia.
Comunque per risollevare un po' la situazione dico subito che l'ultimo capitolo é giá pronto e che lo pubblicherò tra qualche giorno in modo finalmente da dare un finale a tutta questa storia del team piú bastardo di tutti.
   
 
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