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Autore: LadyBlack3    15/09/2020    0 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Vittoria

<< MEROPE! >> gridò ancora una volta il piccolo Ian, scoppiando in lacrime alla vista della sua migliore amica svenuta.
<< Non preoccuparti, adesso è il tuo turno, moccioso! >>
Cesar e Johnson sciolsero l’incantesimo che teneva il bambino legato da funi invisibili, poi lo buttarono a terra violentemente e gli puntarono la bacchetta sulla fronte.
<< Quella lì ha la pellaccia dura, dubito sia morta. Finiremo il lavoro dopo aver sistemato anche te! >>
Ian era terrorizzato, ma con le lacrime agli occhi trovò la forza di dire: << Non dovete azzardarvi a toccarla! >>
I due ex Auror sfoggiarono le loro più perfide risate.
<< E cosa speri di fare tu? Sei solo un’inutile Babbano. >> disse compiaciuto Cesar.
<< Un Babbano a cui piace giocare col fuoco. >> aggiunse Johnson << Da quando sei in ascolto? >>
<< Vi ho visti mentre distruggevate la tomba di Merope! >>
<< Ma quindi sai tutto di lei? >> chiese sorpreso il mago robusto.
Ian gli lanciò un’occhiataccia assassina: << So che è una strega, so che è stata uccisa decenni fa, e so che voi siete i suoi assassini! Vi dirò una cosa… non riuscirete a ucciderla di nuovo! Se solo provate a torcerle un capello…! >>
<< AHAHAHAHAH! >> Cesar e Johnson non riuscivano a contenere il divertimento. Un moccioso dal sangue sporco che li minacciava dovevano ancora vederlo…
<< Ci avevo visto giusto, sarai il suo fidanzatino, vero? >> rise a perdifiato Johnson.
A quel punto Ian perse le staffe: << No, non lo sono… Ma lei mi piace molto! >> confessò, prima di alzarsi da terra e scrutarli con fare minaccioso << E appena vi farà fuori le chiederò di diventare la mia fidanzata! Perché lei vincerà… lei è più forte di due vecchi schifosi assassini di bambini! >>   
I due maghi avrebbero continuato a ridere di gusto, ma davanti alla sfacciataggine di un essere inferiore, preferirono passare ai fatti.
Si scambiarono uno sguardo d’intesa finché Cesar non scaraventò un’altra volta il bambino a terra e non esclamò insieme a Johnson: << Crucio! >>
Le urla di dolore del piccolo erano strazianti. Per parecchi minuti non fece altro che contorcersi e piangere dall’agonia, mentre gli Auror non sembravano intenzionati a smettere.
Ma quel male che stava attraversando il suo corpo per lui era una croce leggera da sopportare, sapendo che stava guadagnando tempo per far rinsavire Merope.
Nonostante le lacrime, Ian riuscì a scorgere la migliore amica a qualche metro di distanza, anche se questa non si muoveva nemmeno di un millimetro.
Provò una grande paura al pensiero che poteva essere morta. Qualcosa dentro di lui, però, gli diceva che non era così; che era viva e presto si sarebbe alzata più forte di prima.
Lo sperava, perché voleva davvero chiederle di fidanzarsi, quando sarebbe finito tutto… era perdutamente innamorato di lei.
<< AAAHHHH! >> ululò dal dolore, cercando di resistere e di non impazzire.
<< Sei fortunato se glielo chiederai nell’aldilà! Ahahahah! >> gongolò Johnson, unendosi nell’infliggere la tortura.
<< NO… NO! BASTA, VI PREGO! >>
I suoi versi strazianti arrivarono fin dove si trovava Merope, che dopo le ultime implorazioni di Ian, lentamente schiuse le palpebre.
Le girava la testa, sentiva soltanto urla infantili echeggiare intorno a lei. Furono proprio quelle a svegliarla.
<< I-Ian… >> si sollevò piano con le braccia. Tremava e dalla fronte usciva molto sangue. Vide grosse gocce rosse cadere sul terreno quando decise di guardare nelle direzione da cui provenivano le urla.
Il terrificante spettacolo le si presentò davanti come un film dell’orrore.
Il suo amico flagellato e torturato dai suoi stessi assassini. La Maledizione Senza Perdono che tormentava ogni centimetro del corpo del piccolo, generandogli uno spasimo inimmaginabile.
Lo stesso che provò la sua mamma quando il nonno le fece del male pochi giorni prima del suo quarto compleanno…
Ora si trovava davanti alla stessa scena, stessa crudeltà e stesso dolore.
 << FINITELA IMMEDIATAMENTE! >>
I due ex Auror interruppero il lavoro e si voltarono verso di lei.
Uno sguardo furibondo adornò il viso di Merope; strinse così forte i pugni che per miracolo non sanguinarono anche quelli; digrignò i denti e un’energia sconosciuta la animò all’improvviso.
Seppur non avesse la bacchetta tra le mani era determinata a fargliela pagare.
<< Lo sapevo >> commentò aspro Cesar, mentre Ian si allontanava ansimante. Agli uomini non importava del moccioso, perciò lo lasciarono andare. Adesso il loro obiettivo era Merope, che li fissava come se volesse ucciderli a distanza.
Ma Ian non si allontanò per scappare, al contrario, era intenzionato ad aiutare la sua amica ad ogni costo. Per questo motivo si mise alla ricerca della sua bacchetta, volata chissà dove tra le sterpaglie.
Gli ci volle qualche minuto, ma poi la localizzò e andò a prenderla il più velocemente possibile. Mentre la afferrava, gli sembrò di intravedere dei luccichii scarlatti che subito dopo sparirono.
Ancora terrorizzato dalla situazione, non si fece domande e raggiunse Merope.
<< Prendi! >> disse il bambino, porgendole il bastoncino di legno.
Ma Merope non lo guardò nemmeno: << Non mi serve quella. >>
<< Cosa?? >>
<< AHAHAHAHAH! Hai deciso di lasciare questo mondo per la seconda volta, eh? Ti accontenteremo! >> esclamò Cesar, beffardo.
Ian scoccò un’occhiata sgomenta all’amica, che però non si scompose.
<< Merope, cosa hai in mente?? >> le sussurrò all’orecchio << Ti serve la bacchetta per difenderti! >>
<< Non ti intromettere! >> sbottò in risposta la piccola, lasciando Ian senza parole.
Johnson e Cesar ripuntarono le armi su di loro e presero ad avanzare biechi.
<< Hai sentito, Babbano? Non ti intromettere. >> disse il mago mingherlino.
<< Lo sai, mocciosa, che lo Statuto Internazionale di Segretezza vieta alla comunità magica di rivelare la propria esistenza ai Babbani? >> chiese retorico Cesar.
Ian deglutì dalla paura, ma cercò comunque di fare da scudo e di proteggere la bambina.
Quest’ultima non batté ciglio: << Io non seguo le regole del Ministero. Ne ho già avuto abbastanza a che fare. >>
<< E cosa speri di ottenere? La sua compiacenza? Vuoi compensare la mancanza di affetto del tuo caro paparino Babbano? >> ghignò Johnson.
Merope sgranò le palpebre e le labbra e una nuova montata di ira la ricoprì in un attimo.
Cesar rincarò la dose: << Non credo che tuo fratello sarebbe contento se lo sapesse. >>
<< Mio fratello non comanda la mia vita. >> rispose rauca la bambina.
<< Ma avrai sulla coscienza la vita del tuo amico. >> e così dicendo, Johnson estrasse una pistola Babbana.
Istintivamente Merope si mise davanti a Ian, proprio nel momento in cui il mago aprì il fuoco e decine di proiettili sfrecciarono nella loro direzione.
Merope non si mosse e con la sua magia bloccò i proiettili per aria che alla fine caddero a terra, innocui.
<< Wow, Merope! Come ci sei riuscita?? >> mormorò piacevolmente colpito, Ian. Non aveva mai visto una cosa del genere.
<< Devi andare a casa! Qui è troppo pericoloso per te! >> lo rimproverò, e al volto contrariato di lui, aggiunse << Devi ascoltarmi! Per favore, torna indietro! >>
<< Vedo che hai imparato a schivare gli attacchi babbani. >> disse Cesar mentre Johnson gettava via la pistola.
Merope gli rivolse un’occhiata in cagnesco.
<< Tanto morirai comunque. >> fece il mago tozzo con la bacchetta sull’attenti.
<< Questo lo vedremo! >>
<< Perché, non vuoi raggiungere la tua mammina nell’aldilà? Si sentirà sola adesso che la sua figlioletta non c’è! >>
<< Grr… state… state zitti! >> la bambina era al limite, desiderava ucciderli a mani nude.
Johnson però continuò: << La tua stupida madre che ha preferito lasciare solo suo figlio piuttosto che sopravvivere. È per questo che non è venuto al vostro funerale, non è vero? >>
Ian era sconcertato dalla cattiveria di quei due individui: << Ma come vi permettete?? Merope, non li ascoltare, vogliono solo provocarti! >>
<< Era umiliante per il Signore Oscuro avere per parenti femmine deboli e indegne.... E tu, povera piccola mocciosa, hai intrapreso la strada di tua madre! Tom non tornerà mai più da te, come tuo padre non è mai tornata da Merope Gaunt! >>
Era troppo, non poteva sopportare oltre.
Sentì la sua seconda natura farsi strada dentro di lei, scaturita da una rabbia insormontabile e implacabile.
<< Merope! >> la chiamò il suo amico quando si rese conto che la bambina stava camminando verso i suoi aguzzini, seria e determinata.
A un certo punto si fermò e, guardando negli occhi i due, ringhiò: << Vedremo chi avrà la meglio, stavolta. >>
Cesar e Johnson all’inizio non compresero, ma poi s’inchiodarono al suolo con una faccia che traspariva assoluto scandalo.
Anche Ian vi assistette e l’unica reazione che ebbe fu quella di farsi sfuggire la bacchetta di Merope dallo shock.
La bimba tramutò i suoi occhi a mezzaluna e i canini in zanne da serpente, poi il suo corpo divenne liscio, squamoso e snello.
Diventò uno splendido Ophide Argenti.
<< Che diavolo…?? >> i due, all’unisono, sobbalzarono. Merope prese a strisciare nell’erba alta, scomparendo dalla visuale dei colleghi maghi.
<< È un’Animagus! >> gridò allibito Cesar, che con la coda dell’occhio controllava ogni angolo intorno a loro << Quella bastarda… è un serpente, Johnson, stai attento! >>
Per parecchi secondi gli ex Auror scagliarono incantesimi alla rinfusa contro l’erba, nella speranza di colpire Merope. Si strinsero uno di fianco all’altro a petto martellante.
Non si vedeva nulla, pareva scomparsa nel nulla.
Poi il rumore di un cespuglio smosso attirò la loro attenzione.
<< Eccola! >> urlò Johnson << Avada Kedavra! >> però dal cespuglio non sbucò nessun serpente morto << Vado a controllare >>
<< ATTENTO! >> Cesar avvertì il collega, ma fu troppo tardi.
L’Ophide Argenti aprì la mascella e si lanciò a capofitto su Johnson, che le dava le spalle. I lunghi e affilati canini trapassarono la gola dell’uomo, mentre il corpo del serpente si avvolgeva su di essa e il mago tentava disperatamente di liberarsi.
<< Maledetta! >> ruggì Cesar, levando la bacchetta per aria nell’esatto momento in cui Johnson cadeva in ginocchio privo di sensi, o forse privo di vita.
Merope si slegò dal collo della vittima per concentrarsi sulla sua prossima preda.
Cesar fece per bofonchiare una Fattura Pungente, quando il serpente lo attaccò mostrandogli i denti acuminati. Non lo colpì, ma lui  sussultò per lo spavento e perse la bacchetta.
Era nei guai, doveva recuperare la sua arma e ucciderla ad ogni costo, o Merope avrebbe ammazzato lui!
Si tenne lontano dall’essere strisciante e si riprese la bacchetta a mano tremante; appena si voltò, sorrise e disse: << È la tua fine! >> peccato che non aveva fatto i conti con la coda dell’Ophide.
D’un tratto il corpo liscio e argentato si mosse a velocità fulminea, tant’è che Cesar non capì cosa stesse succedendo fino a quando non percepì una sensazione strana all’addome, come se un coltello affilatissimo lo avesse infilzato.
Merope aveva usato la sua coda tagliente per ucciderlo.
Il malcapitato guardò il suo sangue sgorgare a fiotti dalla ferita, poi pose le iridi spente sul rettile che, con fiera postura, ricambiava sibilando dolcemente.
<< Non… non è possibile… >> tossì altro sangue prima che Merope ritrasse la coda appuntita dall’addome di Cesar, pregustandone il sangue. L’uomo si accasciò, ormai impotente e prossimo a morire, ma trovò comunque la forza di sussurrare << S-sei la degna sorella di Lord V-Voldemort… non c’è che d-dire >>
Merope lo fissò un attimo, poi, presa dall’indignazione per quelle parole, gli iniettò un grande quantitativo di veleno, mordendolo sul collo.
Dopo poco tempo, Cesar spirò insieme al suo compagno.
Finalmente era finita… era davvero finita.
<< Merope! >> esclamò Ian, che aveva gli occhi fuori dalle orbite e non riusciva a muoversi.
Lei si girò e, pian piano, tornò umana. Aveva un’espressione pressoché sconvolta: il suo braccio e la fronte erano colorati di rosso e sembrava avesse corso una lunga maratona per come faticava a respirare.
I suoi assassini non c’erano più. Aveva vendicato il suo amico Eric, ma soprattutto sé stessa…
Tuttavia era terrorizzata all’idea di incrociare lo sguardo di Ian, pensando che dopo ciò che aveva attuato non avrebbe avuto più il coraggio di guardarla negli occhi.
<< Ian… io… mi dispiace… >>
<< Ti sei trasformata in un… >> il bambino boccheggiava, a dir poco incredulo.
Merope scoppiò in lacrime: << Ho dovuto farlo…! Io… scusami tanto, non avrei dovuto! È stato p-più forte di me! Non credere che sia un mostro, ti prego! >>
Di sicuro sarebbe scappato a gambe levate, ne era convinta. Ma per sua sorpresa, Ian non fuggì, invece sfoderò un gran sorriso ed esclamò.
<< Vuoi scherzare?? È la cosa più fica che abbia mai visto! È… pazzesco! Sul serio, come cavolo hai fatto?? È stato spettacolare! >>
Merope spalancò le labbra e si preparò a piangere dalla gioia. Non poteva crederci… non era spaventato e non provava disgusto nei suoi confronti.
<< D-davvero…? >>
<< Sei stata straordinaria! Hai ucciso quei due imbecilli con una facilità unica! Ma poi il serpente in cui ti sei trasformata è bellissimo, che razza è? Non ne avevo mai visto uno così magnifico! E vogliamo parlare di come hai bloccato i proiettili?? Cavolo… fenomenale! >> continuò lui, rivolgendosi con così tanta ammirazione che Merope rimase allibita.
Sentirsi dire di essere straordinaria da un Babbano era per lei la cosa più bella.
Ciò che non aveva accettato suo padre e che aveva generato in Merope una cicatrice che non era mai rimarginata, lui lo accettava senza problemi…
Temeva di averlo atterrito a causa delle sue capacità, invece Ian si era dimostrato un non-mago molto aperto di mente.
D’un tratto la bimba arrossì e nuove emozioni suscitarono in lei sentimenti che non sapeva di provare nei confronti del suo migliore amico.
Iniziò a guardarlo con occhi diversi. Gli sorrise d’istinto e per un po’ perse la parola.
Era mai possibile che si fosse innamorata di un Babbano proprio come la sua mamma?
<< Che ti prende? >> le chiese, resistendo alla tentazione di abbracciarla per quanto era carina. Voleva che venisse a conoscenza del suo amore, seppur fosse un bambinetto immaturo di nove anni.
Di certo non l’avrebbe preso sul serio, tuttavia desiderava almeno provarci e chiederle se avesse voglia di diventare la sua fidanzatina.
Del resto lo aveva promesso a sé stesso ed era una cosa che si portava avanti da mesi. Non gli importava se era una strega, anzi per lui questo non era affatto una complicazione.
La vide guardarlo intensamente, così esordì: << Ehm, senti Merope, io… >> e fu proprio lì che la bambina si gettò tra le sue braccia, facendolo arrossire più del dovuto.
<< Ti ringrazio… >> singhiozzò Merope, stringendolo con affetto.
Ian la ricambiò e le accarezzò i capelli per calmarla: << E di che? È la verità, sei stata fantastica! >> disse, restituendole la sua bacchetta.      
<< Non… non ti ho fatto paura? >>
<< Ehm… ti ho mai detto che i serpenti sono i miei animali preferiti? >> sorrise il bambino, che si guadagnò le lacrime di gratitudine di Merope.
<< Oh, Ian! Credevo di…! >>
<< Non potrei mai avere paura di te! Al massimo l’hanno avuta quei farabutti! Li hai spediti sottoterra come meritavano e hai fatto bene, non devi sentirti in colpa, Merope! >>
La bimba si commosse ulteriormente e lo strinse di nuovo a sé, ma poi Ian s’impietrì e trattenne il respiro.
<< Cosa c’è? >> per un eterno secondo, Merope temette che Cesar e Johnson si fossero risvegliati. Levò la bacchetta prima di assumere un volto di puro stupore.
Suo fratello era lì che li guardava con uno sguardo per metà minaccioso e per metà scioccato.
Merope si mise subito davanti all’amichetto. 
<< Cosa ci fai qui?? >> domandò, impaurita più per la sorte di Ian che per altro.
Voldemort la penetrò con le sue pupille rosso-sangue: << Pensavi veramente che me ne fossi andato? >>
<< Se devo essere sincera, sì! >>
<< Sciocca >>
Merope spinse ancor più indietro Ian e fulminò il fratello con lo sguardo: << Fammi capire: io rischiavo di rimetterci la pelle e tu ammiravi lo spettacolo da dietro le quinte?? >>
<< Dovevi ucciderli tu, ricordi? Me lo hai ripetuto mille volte, e io ti ho accontentata >> replicò flebile il Signore Oscuro, saettando le mezzelune sanguigne dalla bambina al moccioso Babbano.
<< E tu avresti potuto proteggermi! >> sbottò arrabbiata Merope << Non c’era bisogno che te lo dicessi, doveva venirti spontaneo! Invece sei stato lì a guardare per tutto il tempo…! >>
Voldemort commentò: << Quanto siete lunatiche, voi donne… >>
<< Fermo! >> gridò la sorella quando vide che si stava avvicinando << Dimmi che cosa vuoi! >>
Il passo del Signore Oscuro rallentò per poi bloccarsi. Fissò la minore con occhi spietati quando prese la bacchetta per proteggere quel sudicio Babbano da lui.
<< Mi sembra ovvio, ti riporto al rifugio. >> disse, con una nota sprezzante nella voce fredda.
Merope scosse il capo: << Ti ho già detto che non voglio più vederti! >>
<< Non è quello che pensi >> la canzonò crudele, e purtroppo per lei aveva ragione. Merope non diceva sul serio, perché l’ultima cosa che voleva era abbandonare suo fratello, ma le parole con cui si era rivolto nei suoi confronti furono la goccia. Sperava che un allontanamento temporaneo gli avrebbe fatto aprire gli occhi sul suo comportamento e sul suo essere un non-umano.
Cercò di non far trasparire la tristezza riflessa sul suo volto e disse: << Voglio prendermi una pausa >>
<< Una pausa di cosa? Non fare la stupida! Non capisci che noi due siamo destinati a stare insieme? >> domandò Voldemort in tono retorico e Merope abbassò la bacchetta, munita di espressione turbata.
<< Hai scoperto come ho ucciso il nonno, quindi… >> mormorò << Avevo promesso alla mia amica di non fartelo sapere… >> disse la bambina.
Voldemort fece un passo deciso verso di lei: << La tua amica Ariana, eh? E a lei cosa importa del tuo Animagus? >>
<< Oh, sì che le importa! >> esclamò Merope, su tutte le furie << Temeva proprio quello che stai facendo in questo istante! Adesso mi vuoi solo perché sono un Ophide Argenti! Lo hai detto tu che ne desideravi uno da tutta la vita, e ora che hai l’opportunità di tenerlo a portata di mano non vuoi lasciartela scappare! >>
<< No, Merope. Voglio portarti con me perché sei mia sorella. >> rispose semplicemente Voldemort, procurandosi risa beffarde.
<< Sei un bugiardo. Tu non mi hai mai voluto bene e ciò che mi hai detto prima lo dimostra! >>
Il fratello corrugò la fronte e ringhiò in maniera inquietante, ma Merope proseguì.
<< Torna dai Mangiamorte, a quest’ora saranno preoccupati >> sputò << Senza di me, ovviamente. >>
<< Tu verrai con me. >> sibilò minaccioso il Signore Oscuro mentre puntava la bacchetta verso Ian << O il tuo amico dal sangue sporco morirà! >>
Ian indietreggiò dalla paura.
Merope spalancò la bocca e scoppiò in lacrime: << Tom, no! Non farlo! >>
<< Se ci tieni alla vita della feccia, ti consiglio di seguirmi. >> abbaiò atono e ostile Voldemort.
<< E io ti consiglio di abbassare quella bacchetta! >> lo rimbeccò la sorella.
Come previsto, o come Merope sperava di prevedere, Voldemort ebbe un attimo di esitazione.
Per un po’ i fratelli incrociarono i loro sguardi, poi lui assunse un tono di sfida: << Altrimenti? >>
<< Mi perderai per sempre. >> sussurrò tra le lacrime.
<< Capisco… >> disse gelido Tom Riddle, che distolse l’arma dalla traiettoria del bambino. Pareva a dir poco furioso, tuttavia decise di non far esplodere la sua rabbia << Sentiti libera di avvinghiarti a quel lurido Babbano. Ma poi non permetterti di tornare da me, a meno che tu non voglia strisciare ai miei piedi! >>
Merope ebbe un colpo al cuore: << Io non ti sto abbandonando! Voglio solo che tu comprenda la gravità delle tue azioni e a cosa possono portare! >>
<< Davvero pensi che lo farei… per te? Una balorda Maganò! O una schifosa babbanofila, se preferisci. >>
<< No… non parlarmi così, lo sai che non mi piace! >> urlò Merope.
Voldemort sogghignò: << Ha importanza? Volevo congratularmi con te per aver affrontato egregiamente i tuoi assassini e averli uccisi, ma è evidente che la mia compagnia non ti è gradita. Preferisci le effusioni di una feccia. >>
<< No, non è così! E non parlare del mio amico in questo modo! Credimi, io voglio stare con te, però tu devi cambiare! Devi renderti conto che hai compiuto degli sbagli e che continui a farli! >> ormai la bambina era nel pieno della disperazione.
<< Io ho compiuto degli sbagli? Io? >> il Signore Oscuro si animò di nuova collera << Forse dovresti accorgerti di quanto sia stato inutile per te tornare sulla Terra, allora. Sei una povera illusa. >>
Merope lo vide allontanarsi improvvisamente e, incredula, elaborò le ultime parole del maggiore mentre scoppiava in un fiume di pianto. Tentò di raggiungerlo, ma Ian la fermò con la forza.
<< Ricordati che è a causa tua se sono diventato ciò che sono, è tardi per rimediare. >>
<< Tom, ti prego! >>
<< Ora mi supplichi? Non credo proprio >>
<< Io tornerò, Thomas! >> pianse a dirotto Merope.
<< Non tornerai. Ti ho dato la possibilità e hai rifiutato. Inoltre sei stata tu per prima a ripudiarmi… le preghiere pietose degli ipocriti non le ho mai sopportate. >> sibilò freddo e tetro Lord Voldemort, lasciando completamente sconcertata la sorella << I miei sentimenti nei tuoi confronti non sono mai mutati, al contrario di ciò che insinui tu! Cosa pensi che abbia provato quando sei stata uccisa, eh?? Gioia, allegria?? Ero furibondo, indignato con il mondo intero! E tu… tu osi affermare che non ti ho mai voluto bene?? >>
Merope era sbiancata e non riusciva a ribattere. Si sentiva un gran senso di vergogna nel cuore… ad aver anche solo proferito quelle parole.
<< Dopo la tua morte ho deciso di diventare Lord Voldemort e non posso più cambiarlo! È stato frutto delle mie scelte, del cammino che ho deciso volontariamente di intraprendere! E di certo non lo ritengo uno sbaglio, non mi sono mai pentito! >>
<< M-ma io… io sono rinata per questo… il mio unico scopo è…! >>
<< IL TUO UNICO SCOPO E’ SOSTENERMI, ACCOMPAGNARMI E STARE AL MIO FIANCO! Il fatto che sei un’Ophide è solo un valore aggiunto, Merope! >> gridò d’un tratto il fratello, facendo sussultare dal terrore sia Merope che Ian << Sei un Ophide Argenti! Dovresti seguirmi senza esitare! >>
La bambina era talmente abbattuta che avrebbe allagato l’intera campagna a suon di lacrime.
Il fratello le aveva appena tagliato le gambe riguardo la sua missione, le aveva già anticipato che sarebbe stato un compito impossibile, al limite della fantascienza.
In quel momento le sue certezze crollarono e d’un tratto la sua seconda esistenza le sembrò inutile, vuota, priva di un fine concreto…  
Però lei non voleva arrendersi. Il desiderio di salvare l’anima di Voldemort non l’aveva mai abbandonata, neanche quando lo aveva cacciato dal cimitero pochi minuti prima…
<< Aspetta! >>
Il fratello le lanciò un’occhiataccia: << Se proprio vuoi stare vicino a me, questa è la tua ultima possibilità. Ti sto facendo un regalo, quindi riflettici bene. >>
<< Io… >> sospirò Merope, non sapendo cosa fare.
<< Merope! >> il piccolo Ian la richiamò e quando lei gettò la testa nella sua direzione, la guardò come per avvertirla di fare la scelta giusta e di non cedere.
La bambina si voltò verso entrambi e sentiva che nel profondo avrebbe voluto dividersi a metà e accontentare tutti e due.
Ma non poteva…
Alla fine stabilì cosa fare, ma era certa che si sarebbe pentita amaramente.
Con un dolore nel cuore, Merope diede un ultimo sguardo fugace a Voldemort per poi dargli le spalle e raggiungere Ian.
Non aveva il coraggio di guardare il fratello negli occhi e si mise a singhiozzare intensamente. L’amico la abbracciò, terrorizzato ma anche rassicurato dalla scelta saggia della bambina, mentre Voldemort non sembrava troppo sorpreso, anzi quasi se lo aspettava.
<< Molto bene >> commentò il mago oscuro, disgustato << Hai preso la tua decisione. >>
<< Hai Nagini. N-non hai bisogno di un altro serpente >>
<< Giusto >> rispose lui << In effetti… Nagini è più utile e servizievole di una lurida traditrice >>
Merope lo ascoltò in pena, sempre voltata dalla parte opposta.
<< Divertiti col tuo amico Babbano >> la schernì, con la voce fredda stranamente sottile << E non provare a ripresentarti… te ne pentiresti. >>  
Il rumore forte di una Smaterializzazione echeggiò nella campagna proprio nel momento in cui Merope si coprì la bocca e cadde in ginocchio piangendo.
Ian la strinse più forte e, tirando un sospiro di sollievo nel constatare che quel mostro se n’era appena andato, provò a consolarla: << Ehi… va tutto bene, tutto bene… >>
<< N-non va affatto tutto bene! >> sbottò devastata << Mio fratello mi ha l-lasciata, non vuole più vedermi… ma io l’ho fatto per lui… non voglio c-che si perda… >>
Le lacrime e i continui singhiozzi la facevano tremare.
<< Non succederà… Merope, devi andare avanti a testa alta e impegnarti per, ehm… salvarlo! Del resto è quello il motivo per cui sei qui! >> disse Ian, un po’ incerto dopo aver assistito dal vivo alla scenata di Lord Voldemort.
Lei annuì e si asciugò le palpebre.
<< Se ti va posso ospitarti di nuovo a casa mia. Vedrai che tra qualche giorno starai meglio! >> propose il bambino per tirarla su.
<< No >> rispose subito Merope, procurandosi l’espressione delusa dell’amico << Ian, ti ringrazio tanto, ma… questo non è il mio mondo, non è il mio posto, capisci? Sono una strega, qui non mi sento completamente a casa. >>
Lui tentò di ribattere prima che Merope lo interrompesse.
<< A-avviserò i parenti di Eric che… >> le ennesime lacrime fuoriuscirono dai suoi bulbi oculari << Che non c’è più… il problema è che il suo corpo è stato incenerito dal servo di Tom e… >>
<< Vieni… >> Ian la accolse tra le sue braccia quando si esibì di nuovo in un pianto isterico << Era il nonno di un mio compagno di classe… Hai detto che lo conoscevi, non è così? >>
<< E-era il mio migliore amico, 50 anni fa… >> soffiò Merope << Un uomo meraviglioso… e per colpa mia è morto… >>
<< Non è stata colpa tua! Su, non piangere… >>
<< Ian, io… voglio partire domani >>
<< Cosa?? È da tanto che non ti vedo! >>
<< Anche tu mi sei mancato, però devo andare… devo andare a Hogwarts! >> lo informò la piccola, all’improvviso ravvivata dalla determinazione.
<< Alla Scuola di Magia? E perché vuoi andarci? >>
 << Devo risolvere un piccolo problemino. >> disse Merope, pensando con rancore alla professoressa Umbridge << Ovviamente dopo aver parlato con i parenti di Eric… sai dove si trovano? >>
Ian sospirò dalla sconforto. Si era messo in testa di confessargli i suoi sentimenti, ma purtroppo doveva accettare il fatto che in quella circostanza non sarebbe stato proprio il caso…
La guardò e sorrise: << Sì, li conosco… andiamo, ti accompagno >>
I due lasciarono il cimitero e si diressero a casa della figlia di Eric per dare la terribile notizia. Dovettero avvisare l’altro figlio Nato Babbano Leo per convincerli che non ci sarebbe stato un corpo su cui piangere e Merope, seppur non dell’umore giusto, fu costretta a rivelare la propria identità, avvalorata dalle vecchie foto d’infanzia che Eric teneva custodite e che ritraevano i due bambini insieme, sorridenti e felici.
Leo rimase scioccato nello scoprire che suo padre conosceva la sorellina del Signore Oscuro e per fortuna non aveva avuto grossi problemi nell’accettarlo, anche se all’inizio la sua presenza lo metteva a disagio, soprattutto ricordando che mesi prima aveva minacciato di ritirare suo figlio da scuola a causa di Merope. Ma la bambina si era dimostrata assai solidale e gentile nei loro confronti, cosa che gli permise di accettarla quasi nell’immediato.
A quel punto Leo capì il motivo per cui Eric pretese di far visita a Silente; la bambina raccontò ogni particolare e i famigliari non poterono far altro che unirsi nel dolore.
Fino al giorno seguente, Merope stette a casa di Ian e dei suoi genitori, che la accolsero come fecero la prima volta. Non sapevano che fosse una strega, ma i due la consideravano una seconda figlia e per lei era tutto ciò che contava veramente.
<< Ciao, Merope! >> la salutò Ian la mattina dopo, guadagnandosi un abbraccio affettuoso.
<< Ci rivediamo, te lo prometto! >>
<< Mi hai detto la stessa cosa l’ultima volta >> le fece notare il bambino.
<< Non preoccuparti, tornerò >> arrossì Merope, consapevole di essersi presa una cotta per il Babbano. Peccato che non sapeva di essere ricambiata.
<< Lo spero… ma cerca di venire il fine settimana! Non voglio marinare ancora la scuola o mamma e papà alla fine lo scopriranno! >>
Merope ridacchiò: << Tranquillo >>
<< Abbi cura di te e stai attenta! >> disse Ian.
La bionda gli sorrise dolcemente: << Certo, ti manderò un gufo! Controlla sempre in camera tua, non posso inviarli all’ingresso, i tuoi non devono scoprire che sono una Strega! >>
I due si fissarono con calore.
<< E non essere triste per tuo fratello, intesi? >> la raccomandò il piccolo.
La bambina annuì malinconica, ma lo abbracciò di nuovo, come per riacquistare un po’ di allegria.
<< Ciao… >>
Merope salutò anche i genitori di Ian e finalmente partì. Armata di bacchetta e di un viso più spento che mai andò fuori città, dove poi sarebbe partita in volo verso Londra.
   
 
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